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sabato 14 marzo 2015

100 - la nuova ricchezza parte da qui

I due giorni più importanti della vita sono il giorno in cui nasci e il giorno in cui scopri il perché sei nato (Mark Twain)

    

Nel mondo web, da qualche tempo gira un'interessantissima foto che riporta alcuni concetti che vorrei trattare poiché mi hanno ispirato non poco. Partiamo dal post raccolto dalla rete e procediamo.

     

Nel trascorrere dei secoli, grazie ai vantaggi del continuo progresso, sempre più persone hanno avuto un netto miglioramento della qualità della vita. Quanto accaduto, é certamente correlato anche ad un continuo e diffuso allargamento del sapere che ha coinvolto nel tempo sempre una più ampia fascia di popolazione. Tutto ciò ha anche aiutato a sviluppare una società civile, ha portato consapevolezza dei propri valori e del valore potenziale che ogni cittadino può esprimere.

Ma in ogni cosa vi é sia un bene sia un male. Tale progresso individuale e di coscienza sociale, oltre al bene indiscutibile, in tante persone abbagliate dalle illusioni, ha parallelamente creato anche tanta superficialità e presunzione, mancanza di realismo, indifferenza al dolore altrui, sempre meno spontaneità, e una bassa attenzione all'ascolto. 

Navighiamo buttando via molto del nostro tempo, perdendoci in un mare di falsità, di parole vuote, e circondati da tanti esseri con un ego a volte spropositato. Grazie ai media, confondiamo spesso la realtà con la finction.

Nel frattempo, anche la complessità produttiva man mano é avanzata grazie al progresso, sempre più i processi produttivi con l'informatizzazione sostituiscono il lavoro umano. Tutto ció nel tempo ha sempre più richiesto sempre meno muscoli e più cervello. Ma in tale percorso, si è mancati in saggezza, poiché si é sempre più trascurato l'intelligenza emotiva e l'attenzione alla cultura della coscienza. 

Da un lato la coscienza é stata troppo associata molto spesso ai valori religiosi, ma nel frattempo la chiesa sapientemente ha usato anche la ragione per farsi valere. Dall'altro la ragione concentrandosi laicamente troppo su giusto e sbagliato, spesso ha agito senza coscienza.

In passato, quando quasi tutto era governato piú dall'istinto è da principi e convinzioni ferree, non é che le cose fossero tanto migliori di oggi. Per nulla bisogna avere la mente proiettata in pericolose nostalgie di tempi andati. 

Il tocco di classe, ora sarebbe quello di coltivare meglio fin da ragazzi, valori quali equilibrio, buon senso e consapevolezza, facendo in modo che questi concetti inizino a riprendere il loro giusto potere, senza più essere messe in secondo piano e senza legarle necessariamente solo ad una fede.

La nostra cultura tende prevalentemente a privilegiare troppo la parte razionale utilitaristica della nostra mente. Questo orientamento, purtroppo talvolta poco ha a che vedere con equilibrio, buon senso e consapevolezza della realtà delle cose per quel che sono. In tal modo il progresso é tronco.

Anche se oggi la mente e lo sviluppo delle diverse intelligenze esistenti, sempre più influiscono sulla ricchezza di una nazione, contemporaneamente bisognerebbe riqualificare l'aspetto più umano e intuitivo per raggiungere un maggiore equilibrio nelle relazioni interpersonali e professionali.

Rispetto solo a pochi decenni fa, il mutamento culturale e socio economico ha condizionato molto la vita dei singoli, delle famiglie, delle società e dell'organizzazione dello StatoTale evoluzione è iniziata con l'illuminismo, e progressivamente si é poi manifestata in pieno a partire dalla rivoluzione industriale fino ad arrivare ai nostri giorni. 

Siamo ormai ad un punto di poter affermare, che la vera ricchezza di una nazione, é data sempre più dal livello medio di cultura e conoscenza che una popolazione riesce ad esprimere. Questo comporta grandi progressi nelle scienze, in idee e azioni economiche e in capacità di buona convivenza. Ma quasi tutto, é sempre orientato troppo ai criteri della sola utilità nel breve termine.

La conoscenza diffusa a più ampi strati sociali, per forze di causa maggiore è sempre più strategica. Essa è stata un obbligo faticosamente accettato da chi deteneva un tempo il sapere che usava in genere per gestire il potere. Ora a volte, si corre il rischio che diventi però sempre più una specie di nuova torre di babele.

Non pochi sono stati i problemi ed il sangue versato per giungere a conquistare un miglioramento abbastanza generalizzato delle condizioni di vita così come oggi le vediamo. La cultura in questo é stato uno strumento usato e spesso abusato. 

Ora si richiede un salto di qualità in tutti noi in ogni ambito personale, sociale, economico e politico. Individualmente dobbiamo lavorare per vedere la conoscenza come un mezzo per guadagnare una maggiore consapevolezza del concetto di interdipendenza di ogni cosa della vita comune.

Tutti dobbiamo acquisire tale consapevolezza di interconnessione che di fatti abbiamo ad ogni livello emozionale e socio economico. Serve per meglio comprendere e indirizzare le nostre energie in modo corretto verso obiettivi positivi e di ricerca di armonia. L'acquisizioni di tale concetto, serve anche per continuare il nostro processo di miglioramento continuo. 

Oggi più di ogni altro tempo passato, tutto dipende da tutto, tutti serviamo a tutti, ognuno da solo non può esistere più che mai. Si stanno estinguendo i lupi solitari, mentre si distinguono le menti singole che comprendono le metamorfosi continue della realtà.

Non mi risulta che nella storia dell'umanità il benessere generalizzato sia avvenuto per amore del prossimo da parte del potere. Il progresso culturale e socio economico di un popolo, é dato dalle rivoluzioni e dai mutamenti indotti dalle nuove conoscenze o visioni, e principalmente dalla convenienza economica delle imprese a vendere tutto a tutti.

La conoscenza in passato é stata sempre il privilegio dei pochi, ora essendo anch'essa sempre più un'industria, grazie anche al progresso in ogni cosa e alla funzione straordinaria dei media, viviamo addirittura in una ridondanza di informazioni e quindi anche di varie diffusioni di "falsi" che talvolta condizionano negativamente conoscenza e sapere stesso. 

Ormai si vive di slogan e di sentito dire, di titoli di giornali strillati e di vignette, di pubblicità e di parole e comunicazione spesso senza contenuti. Viviamo nel culto dell'immagine di sé, di tanti finti convenevoli e spessissimo di ipocrisia. Il mondo web, sempre nella logica che ogni cosa é sia un bene, sia un male, riuscirà ad aiutarci e a far si che le forze del bene prevalgano! Io ci credo e lo spero.

Il continuo divulgarsi di questo condividere e rielaborare nozioni e concetti, ha sovvertito ogni equilibrio delle vecchie società. Bisogna andare oltre al concetto di solidarietà intesa in senso cristiano o laico che sia. In molti ancora non riescono a vedere questa interconnessione causando parecchi problemi. Oggi il concetto di "Io" ed "Io e altri" deve essere assolutamente rivisitato. Ma come?

Oggi molti sono quelli che scambiano informazione superficiale con conoscenza, sapere e formazione, e in tal modo gonfiano solo il loro ego. Quanti presuntuosi abbiamo che leggendo superficialmente un titolo di giornale su cose che ignorano, sarebbero poi capaci di fare gli esperti di qualcosa in un talk show? Oltre che nella politica, questo lo vediamo persino nel calcio e nello sport in genere.

In Italia amiamo parlarci addosso, al bar, siamo tutti allenatori o grandi Statisti. La maggioranza di noi, spesso, non avendo una visione approfondita delle cose, parla di tutto senza sapere molto di cosa, e in tal modo addirittura a volte fa disinformazione!!

Tuttavia i fatti stanno per cambiare in meglio per fortuna. Oggi siamo nel tempo dove la cultura deve essere sempre più divulgata nei più ampi strati della società in modo interdisciplinare, e per avere un valore economico sociale, non può più essere nozionistica. Per il resto, grazie al web, volendo e con le dovute attenzioni, tante sono le opportunità che abbiamo per  approfondire e sapere.

Il trucco per non inebetirsi piombando nell'isolamento totale, sta nello stare alla larga dai media generalisti, nell'evitare superficiali distrazioni il più possibile, e cercare autodisciplina della mente e continua consapevolezza nell'indagare con sapienza la realtà per come essa é, e come velocemente muta.

Questo non é poco e obbliga ad usare attenzione, coscienza e responsabilità della parola se non si vuole far parte del caos. È importante che la cultura si diffonda sempre più basandosi sull'analisi per privilegiare intuizioni ad alto contenuto. 

Ciò é particolarmente importante, in particolare se non si vuole frenare un più equilibrato sviluppo dell'intera umanità, e di conseguenza portare solo rovine e confusioni sociale, economica ed anche etica. La conoscenza deve anche riguardare la ricerca del continuo equilibrio tra ciò che so è posso fare, e ciò che interagendo insieme ad altri posso fare per il bene comune.

Detto ciò, ognuno nel suo piccolo, oggi, a partire da questo preciso momento ... con quale animo positivo pensa di affrontare con pensiero fiducioso le proprie responsabilità?

Segue video, per arricchire in qualche modo la visione della conoscenza sulla coscienza.



martedì 10 marzo 2015

99 - ecosistema conoscenza ed equilibrio

La teoria è quando si sa tutto e niente funziona. La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perché. Noi abbiamo messo insieme la teoria e la pratica: non c'è niente che funzioni... e nessuno sa il perché! (Albert Einstein)

     

Siamo al punto che quando la scienza scopre qualcosa di grande che riguarda la natura o qualche verità delle leggi del mondo, dimostriamo che come umani non sempre sappiamo gestire in modo saggio quello che abbiamo scoperto di ciò che la realtà delle cose nasconde tra i suoi segreti. 

Ad esempio, dal bello e dal bene della scoperta dell'atomo e per ciò che da essa possiamo creare di positivo per l'umanità, il passo che abbiamo fatto per giungere alla bomba atomica é stato molto più breve e veloce di qualsiasi altra cosa. Dalle leggi della chimica, non sempre creiamo cose che sappiano rispettare l'equilibrio dell'ecosistema. Tante altre ancora sono le nostre follie.

Più tentiamo di scoprire i segreti delle leggi del mondo e della natura delle cose, e più la nostra mente tende ad elaborare e ad inventarsi "aggeggi" che spesso non rispettano e non rientrano nell'equilibrio del cosmo. Cosa sono gli armamenti, i diversi rifiuti tossici e tutto ciò che creiamo che la natura non riesce a digerire e riciclare nel suo ecosistema? 

Credo a volte che la natura e le leggi recondite del cosmo, facciano bene a nascondere agli umani il più possibile i propri segreti, e romanticamente parlando, sono convinto, che natura e cosmo nascondano così bene le proprie leggi solo per nostro amore. 

Non siamo sempre e in tutte le occasioni del tutto diligenti a usare i misteri della realtà delle cose che scopriamo. Il delicato equilibrio della natura, non dimostra malignità nei nostri confronti quando a noi sembra ribellarsi ad esempio con il buco dell'ozono, le sue inondazioni e terremoti. Essa attraverso questi eventi, si limita solo a ristabilire nuovi equilibri possibili per sopravvivere. In fondo, nonostante tutto quanto facciamo per martirizzarla e consumarla con avidità, non ci ha distrutto ancora. 

L'ecosistema e noi siamo un tutt'uno, condividiamo insieme le leggi di stabilità che ci permettono di condividere cause e condizioni dell'esistenza su questo mondo. Con la nostra conoscenza e le scoperte che facciamo utilizzandole poi per dissipare le risorse primarie della natura, e per creare strumenti di morte, mi sembra ovvio che sono solo un danno all'umanità e ad ogni forma di vita. Questa é una guerra che nessuno vincerà per dominare altri.

Oggi, sembra che lentamente, seppur con svogliatezza, iniziamo ad avere con cosmo, ambiente e natura una maggiore intelligenza e saggezza nel rapportarci ad essa. Abbiamo finalmente capito, che dobbiamo cercare di trovare un minimo di armonia in modo più equilibrato con tutto ciò che ci circonda. Si considera mai tra l'altro, che siamo solo passeggeri e ospiti su questo pianeta?


Il cammino della ricerca e della conoscenza 

Mentre gli infiniti mondi delle miliardi galassie nello spazio tutto regolano tra loro da sempre. Nascita e morte su questa terra un tempo erano cose che si vivevano molto più serenamente, e tutto é stato sempre visto in relazione con la natura e i suoi cicli di vita. 

Pian piano, con il desiderio di conoscere meglio ciò che ci circonda, e nello sviluppare la nostra parte più spirituale quando a molte domande non si riusciva a dare una risposta, ci siamo staccati da tutto ciò di cui si era parte integrante in modo naturale, e con l'aiuto della mente, si é voluto capire vita e morte in modo sempre più preciso.

Da questo desiderio profondo si é creata una entità dentro e fuori di sé, e si scopre speranza, angoscia e conseguente bisogno di conoscere lo scibile anche quello non ben definito. Ci si inventa spesso un Dio da adorare ma più spesso nel tempo da mortificare, e si avvia a cercare qualcosa di superiore per capire l'impossibile. Una élite si pone questi problemi, una massa crede, adora e vive di riti. 

L'umanità si divide in chi ricerca, sperimenta e desidera, e in chi semplicemente cerca di continuare ad essere in equilibrio e armonia con il mondo che li circonda. I primi sono spesso in conflitto tra loro e condividono con il potere alleanze e scontri; i secondi seguono a ruota gli eventi e la natura delle cose.

Iniziano ricerca, riti e visioni varie della vita della morte e del senso di tutto ciò. Amore e di conseguenza odio e contrasti iniziano a prendere una forma sempre più precisa nel tempo. Si iniziano a cercare varie definizioni di ciò che di visibile e invisibile ci circonda, e ogni cosa inizia ad assumere significati differenti comportando diverse proiezioni. 

Nasce in questo modo l'uomo che si sente ora unico, ora superiore, ora divino o saggio. Si concentra però su di sé, perde qualcosa col mistero della natura più che spesso. Rari diventano tra questi, coloro che non perdono la rotta nel progredire con questo tipo di indagine.

In occidente in particolare, ma non solo da noi, nasce la spiritualità che diviene prima mezzo per guidare e insegnare i popoli a convivere e comprendere le leggi, poi a far vivere la gente nel timore di un Dio visto più come un giudice non sempre tollerante di tutti i vizi capitali utili al convivere in pace, ma ... non sempre chiaro nel tempo da chi ridefiniti e reinterpretati continuamente e per cosa.

Da qui una nuova divisione, dove una moltitudine di gente del volgo, impara a convivere con la paura di un inferno e il sogno di un paradiso eterno, ma che arriva però solo dopo la morte; e da un'altra parte una piccola schiera di gente, che si divide per scopi e visione della vita.

Abbiamo in tal modo chi cerca nella conoscenza di capire meglio il mondo, chi cerca Dio, chi la via della felicità, chi desidera ricchezza materiale continua, e chi pensa di governare tutti questi processi il più delle volte per propri scopi non sempre nobili. 

Pochi coloro che avevano la fortuna di poter sapere che questo Giudice, dava anche il privilegio del libero arbitrio per conquistarsi la felicità eterna anche su questa terra. Rarissimi coloro tra questi che sapevano, ne parlavano volentieri in giro. In tal modo, le culture si creano ognuna  un senso che crede vero e superiore a tutti in particolare se diverso dagli altri; pochissimi non cadono in questa trappola della discordia dei popoli e di confusione della mente. 

Tra i più nobili e degni, trovo gli artisti, gli scienziati non esaltati che vogliono capire e vanno avanti per conto loro, e santi e saggi che si contano sulle dita di una mano in tutte le epoche. Tutti meditano sulla realtà è sui giochi della mente, e tutti trascendono la realtà per quella che essa è, e non per come appare. 

Tutti questi agiscono per contattare il mondo e i suoi misteri, e in questo modo navigano nel divino, tra Dio o altro per la ricerca della felicità e della verità. Nessuno tra questi puri non rispetta la natura delle cose per quella che esse sono e per come si manifestano nelle diverse realtà.

Non mancano purtroppo mai coloro che in ogni epoca, seppur menti di puro spirito poi si perdono nell'agire per esempio nelle arti, nella scienza o per conto di Dio più per propri fini. Questi sono coloro che si confondono con chi del potere realizza i propri sogni. Il fine di questi signori è stato ed é molto indegno: vedere sulla terra come addormentare gli spiriti, a parte che perpetuare ingiustizie e guerre.

Per secoli, anche con la scusa di Dio, tanti di questi personaggi si sono preoccupati al potere terreno per governare le loro ricchezze e curare le loro nefandezze. Ancora oggi in tanti muoiono e ammazzano innocenti per un Dio. Ma questo Dio di questi folli, invece di schiacciare il peso delle loro coscienze sporche, di fatti aiuta a schiacciare vite per l'oro come era un tempo, e che ora o fa annegare nel petrolio, o si fa dannare danzando tra le regole fantasiose della finanza. 

Ora oltre alla scienza, sembra per fortuna che in tanti posti del mondo, anche lo spirito stia cambiando lentamente pelle e si sta risvegliando da un lungo sonno. Esso cerca altre visioni con le quali parlare e confrontarsi. 

Il sonno per certi aspetti è stato anche ristoratore, ma si ha ora energia per scoprire che altre culture seguono tutti percorsi diversi, e che tutte conducono sulla medesima vetta della stessa montagna? Non é per caso che la follia umana riprenda in quache modo la sua vitalità?

Oggi, i veri nuovi uomini e donne di spirito, confrontandosi tra loro, non perdono la loro identità, e tutti si arricchiscono del meglio di tutti gli altri. Ora il solo scopo, deve essere di nuovo quello di un tempo, quello di millenni or sono, ma utilizzando il meglio di queste tante scoperte che tanto ci hanno divisi. 

Ora bisogna dare una nuova dimensione alla vita, cercando di sforzarsi di trovare un equilibrio tra mente, natura, scienza, tecnologie, valorizzazione del significato profondo della morte oltre la vita, nonostante e grazie a tutto ciò che siamo stati. 

Intanto, é inquietante il freno a mano che tirano nel mondo oscurantisti, intolleranti, estremisti ciechi e sordi fondamentalisti di ogni razza, credo e cultura.



venerdì 6 marzo 2015

98 - mente spettro della luce e dell'anima

Le stelle sono piccole fessure attraverso le quali fuoriesce la luce dell'infinito. (Confucio)

       

Dove c’è luce sorge la vita. Quando si nasce, si viene infatti alla luce, e nel bene e nel male, si entra a far parte di un nuovo mondo tutto da scoprire. La luce sta anche ad indicare metaforicamente quel preciso momento in cui si rende manifesto un aspetto di una persona, un oggetto, un evento, un'idea o un pensiero. 

Grazie alla luce si distinguono anche le diverse forme possibili delle sfumature delle varie realtà. Colori ombre e chiaroscuri sono intimi, il loro aspetto muta al mutare dell'intensità della luce, e sono complessi da raccontare a chi non li ha condivisi con te. 

Tuttavia, la luce é così scontata, che la comprensione della potenza della sua capacità rivelatoria, emerge solo quando il buio vero si manifesta nel suo essere. In ogni modo, é sempre bene che la troppa luce non abbagli mai in nessuna circostan cuore e mente!

Bisogna ammettere tuttavia che la essa talvolta diventa quasi un evento divino. Questo in particolare quando nell'umana coscienza, svela un importante elemento della vita e/o dell'immagine che uno si fa della non vita. Tale concetto assume in sé significato per qualcosa che diventa ad un tratto visibile, trasportando l'essere in una dimensione spirituale difficile da comunicare ad altri. 

Anche la cosmologia è luce sotto vari aspetti. Essa può anche cambiare o rafforzarsi per qualcosa che nel cosmo o in ciò che chiamiamo anima accade per "illuminare" qualcuno/a. 

Una persona con una sua bella visione del mondo, della vita è delle cose che ama, é sempre in grado di saper descrivere e far vedere ad  altri sordi e ciechi, in che modo anche ogni minuzia, venendo alla luce, in qualche modo modifica il tangibile, intangibile, sensazione ed emozione, e quindi anche il pensiero, che fino ad un attimo prima, esisteva ma su quel tale tema affrontato regnava nel buio. 

Attraverso la luce di norma, l'insieme del tutto cambia continuamente ogni dimensione. Uomini e donne di ogni scienza, di grande spiritualità, di arte; ma anche studiosi profondi di economia, di politica e di ogni scienza umana, quando "illuminati", se non cambiano il mondo, rivedono di solito la storia. Come minimo, di certo più di qualcosa cambia nella loro vita.

Uomini e donne di ogni età, "rango", cultura, mestiere e sensibilità ma di comune spirito semplice, vivono spessissimo con mente e cuore giusto nella luce. 

Costoro purtroppo non sempre tutti/e ne sono sempre consapevoli. Quando nella loro memoria resta impresso per sempre nella durata della loro esistenza, un momento che chiamano indimenticabile, memorabile, di intuizione geniale, o stato di grazia per qualcosa di profondo vissuto con grande intensità, quello é un bagliore di luce positivo su un evento bello o brutto che sia, che talvolta cambia il corso del destino. Si ignora spesso, ma é quello che porta alla precisa comprensione di un pensiero o una intuizione di qualcosa di importante.

Paura e ignoranza sono loro che ci aiutano a contribuire a questo buio auto indotto che tanto dolore porta con sè. La scoperta del fuoco non so se sia stata un caso poi divenuto importante per dominare l'oscurità in qualche modo, per difendersi da altri predatori, o per migliorare man mano il gusto della materia prima (carne, pesce e prodotti della terra) utile alla propria sopravvivenza.

Per tutti, persone e società che siano, nel corso degli eventi della buona e cattiva sorte, il come saper veder nel qui e ora origini e coincidenze di ogni importante fenomeno al momento giusto, é cruciale. 

Ciò accade quando il buio della vita e luce giocano a favore della consapevolezza. Molti tuttavia sono i fattori di perdizione, e in tal modo tante sono le opportunità che sfumano.

Di sicuro il qui e ora in coscienza è piena consapevolezza, aiuta a creare nuove cause e conseguenze con meno danni possibili, sia nel buio, sia in particolare nei momenti di luce che tanta prudenza e saggezza richiede. 

Comunque sia, tutte le decisioni e le non decissini che si prendono nella vita, sono sempre bene e male della buona e cattiva sorte. Il fato diventa in tal modo serie di coincidenze perse o meno, per svariati motivi consci o inconsci. 

La luce stabilisce anche sfumature e intensità del colore. Se cerchiamo sul dizionario la parola "colore" scopriamo due interessanti definizioni: la prima è data dalla fisica e ci dice che il colore è una percezione di luce riflessa da un oggetto sui nostri occhi. Stupenda definizione.

Il secondo significato di colore, é quello dato dai pittori e dagli artisti. In questo caso, il dizionario ci dice invece che il colore è una sostanza usata per dipingere. Io aggiungerei ... i colori che un'anima sensibile cerca di esprimere.

Esistono circa dieci milioni di sfumature diverse, senza contare quelle che solo alcuni animali possono vedere. Per sempio il gatto e la civetta conoscono sfumature per noi inesistenti quali quelle della banda di luce dell'infrarosso, mentre le api vedono anche le tonalità dell'ultravioletto.

Che dire infine della luce del sole che attraversa una goccia di pioggia che incontra, e in tal modo da bianca, muta e dipinge nel cielo l’arcobaleno? Gli astronomi chiamano tale magia spettro della luce! Essi con questo termine ci spiegano in che modo riusciamo a vedere i vari colori in cui può essere scomposto un gioco di luce che disegna un arcobaleno. 

        
  

domenica 1 marzo 2015

97 - la luce che non si vede nel buio

Tutta la varietà, tutta la delizia, tutta la bellezza della vita è composta d’ombra e di luce. (Lev Tolstoj)

    

Ogni nuova cosa parte dal buio

Nell'oscurità della materia, il cielo che raccoglie e sorregge le miriadi galassie, la profondità della terra e quella del mare, ognuna a modo suo, silenziosamente, seguendo le proprie leggi naturali, partecipa alla vita più di quanto si creda. 

Il buio appartiene alla vita, ed é contemporaneamente sia fine di un processo e sia primordiale istante di ogni nuova cosa. Qualsiasi seme prima di venire alla luce, prende vita nell'oscurità, ogni fine é un ritorno al buio.

Nella vita, in genere, dai periodi oscuri, volendo da soli si possono imparare cose che nessuno ci potrà mai insegnare. Ma in pochi e di solito tardi, di norma capiscono certe sue lezioni. Dai momenti bui della storia di un popolo, si dovrebbe apprendere cosa non fare mai più, ma non sempre ciò accade. 

Questo non capire e non apprendere ciò che parte dall'assenza di ogni luce, dipendono dal buio della memoria cosciente. I non vedenti, sono di una grandezza unica, costretti a vivere nel buio per diversi motivi del destino, vedono comunque la luce della vita con predisposizioni e mente diversa.

Non mancano mai nel mondo, leader accecati dal bagliore del buio della follia, che in ogni epoca, si fanno portatori di culture oscurantiste, mostrando fin dove ... "Il sonno della ragione" può portare il fragile dell'umano alle nefandezze. 

Una crisi economica, politica, culturale e valoriale, quando é grave e profonda, una condiziona l'altra. Il tutto si trasforma cosí un insieme di fattori che rappresenta un momento buio di una civiltà. Come se ne esce, è dimostrazione della grandezza o meno di un popolo. 

Idem dicasi per l'individuo. Cadere in difficoltà per causa di ogni movente possibile, offusca la mente, spesso anche il cuore, e per questo facilmente ogni cosa può essere erroneamente letta come un momento buio della propria vita. Come se ne esce, dipende dalla grandezza o meno del singolo intelletto e della stabilitá, buon senso e sensibilità. 

Ma più di ogni altra causa, la buona sorte del singolo, dipende dalla fortuna di esser stati educati ad avere una natura tale da potersi permettere una singola mente stabile in ogni situazione; dipende dai geni, dalla famiglia, dalla saggezza storica di una cultura di un popolo.

L'uomo comunque sia, stabilitá, fortuna o meno, ha da sempre temuto l'oscurità pur convivendo con essa gran parte della propria esistenza. Nel sonno del giorno è della notte, l'inconscio più nascosto, mette in luce un'altra vita tutta nostra attraverso i sogni di ogni genere. Parte della vita la si trascorre nel sonno, senza il quale, non ci si rigenera.

l buio appartiene al sonno, ma forse ancor più per tanti, esso è il regno del sonno eterno. Ma a onor del vero per tanti altri, tale ultimo sonno é invece solo nuova luce. Quindi buio e luce per quanto opposti, grazie all'uno, si comprende la grandezza dell'altro sia nel bene, sia nel male. 

Appartengono poi al buio il protrarsi dei lunghi inverni e i vari momenti d'angoscia e di solitudine "nera" che nessuno ci ordina, ma che un po tutti in tempi diversi, viviamo in compagnia della nostra mente, principio di ogni stato di oscuro e luminoso dell'umano. La profondità porta verso gli abissi dove regna bene e male nel mare, nel cielo, nella terra.

Nel buio si nasconde ciò che si ignora, si teme il futuro quando è incerto, e si percepisce tutto nero quando non si viene a capo di un dilemma. Addà passà a nuttata. É una celebre battuta della scena finale del copione di Eduardo De Filippo nella sua "Napoli milionaria!". Battuta di una profondità tale, che può intuire solo chi ha visto la commedia teatrale.

Questa bellissima battuta, sta ad indicare il momento in cui si prende coscienza del male, ed essendo consapevoli di essere impotenti e in un momento non favorevole, si attende la fine ... della notte. Non é fatalismo, é saggezza affinché gli eventi non positivi facciano il loro corso. È un saper attendere la fine del ciclo di quell'evento negativo, prima di tentare di agire con cura e attenzione in futuro in maniera più adeguata per il meglio.

Il buio é presente in maniera non nettamente visibile, anche ad una grande attesa di un evento ritenuto importante, in particolare, aspettando qualcosa, dove tutto è il contrario di tutto può accadere. La donna in attesa di un figlio che vive nel buio del suo grembo, il contadino in attesa dei germogli della sua semina, il pescatore che attende la raccolta del suo lavoro che gli dá l'abisdo o la profondità del mare, e tutte le attese di ogni genere, riguardano ciò che nel buio si sta trasformando.

L'oscuro del l'attesa é un mix tra speranza è paura, dove sai che la speranza é un concetto é la paura una forza inconscia che fai finta di non vedere e non sentire. Se ciò non lo si vuole considerare nero, allora va bene anche il grigio chiaro o scuro che sia, dove l'opaco o il lucido, lo stabilisce lo stato d'animo del momento che continuamente può mutare.

Le differenti sfumature dei miliardi di colori del bene hanno tutti colori ben distinti che amiamo vedere e raccontare e raccontarci alla luce del giorno. È poi nell'intimità che si presentano i diversi chiaroscuri che non amiamo vedere in noi, che non di rado e non a caso, nella notte diventano talvolta pensieri neri. Questi momenti, se non sempre creano apprensione, spesso alimentano almeno dubbi e incertezze.

Solo se si impara a guardare nel buio della mente, del cuore e delle cose a fondo e a lungo, prima o poi tutti, così come fanno gli scienziati, le persone di intelletto, di arte e di grande sensibilità, si può intuire che c'è sempre qualcosa da scoprire in ciò che si ama. Questo aiuta non poco per poter comprendere luce e oscurità in termini positivi nelle cose della vita.

A proposito del buio, diceva di sé Madre Teresa di Calcutta (una che nel nero pesto ci vedeva chiaro): "Ho cominciato ad amare le mie tenebre perché credo che siano una parte, una piccola parte delle tenebre di Gesù e della sua pena sulla terra". La saggezza taoista secondo Lao Tzu dice che: "invece di maledire il buio è meglio accendere una candela". 



Le sfumature dei sinonimi, per incontrare gradualmente la luce

I sinonimi di buio sono: oscuro, tenebroso, cupo, fosco, tetro, lugubre, opaco, nero. Tutti termini che si possono adoperare ad arte in ogni scibile umano per entrare in contatto con se stessi. 

Rivolgendosi al cielo, vediamo che si fa buio con il raggiungimento della notte, ma a volte anche con il cielo nuvoloso, nebbioso o grigio. Ma questo solo ai depressi e ai meteoropatici dovrebbe creare qualche problema. 

Una persona se é rabbuiata in volto quando é corrucciato/a, aggrottato/a, preoccupato/a o triste, basta accorgersene e la mente può prendere coscienza di ciò è quindi intraprendere altre vie più colorate se solo lo vuole davvero. Se puoi fare qualcosa fallo, se non puoi fare nulla serve a poco preoccuparsi dice un proverbio della cultura orientale.

Buio é il futuro quando la mente si chiude in sé e vede solo l'incerto e l'insicuro, ma anche quando essa percepisce qualcosa come incomprensibile, indistinto, confuso, difficile, difficoltoso, misterioso, impenetrabile, intricato, astruso, ostico. 

Nella nostra epoca, quanto di tutto ciò, sempre più emerge nel tempo, a causa di incertezze che tutto intende comunicarci intorno a noi? 

Gran parte della nostra società, in questo momento buio, si lascia andare a prospettive poco chiare anche per ogni buona intenzione. Ma chi se non noi dobbiamo saper creare nuovi cammini sapendoci guardare intorno nel mondo che continuamente muta? É questo forse compito dei politici? 

Essi sono solo una nostra sintesi per farci capire meglio chi siamo come popolo in realtà. Vedi post 37 di questo blog "i politici non hanno colpe"

Nei momenti bui di una società vediamo che facilmente l'incivile porta al barbaro. Il primitivo senso di autodifesa personale, prende il sopravvento se non ancora su tutto, di certo su gran parte delle cose. Minaccioso e brutto, per sempre più gente si confonde con un senso di oscurità. 

È così che nella storia individuale e sociale, tale mancanza di luce, in certi periodi, porta poi di fatti offuscamento, facendo vivere nella foschia e mettendo in ombra il bello che esiste sempre ma che si perde o talvolta si ignora misteriosamente o per incoscienza. 

L'opacità si manifesta nella tenebra, la notte prevale sul crepuscolo. Ciò nella storia accade sempre quando tramonta una cultura prima di una nuova alba che altro non è, che l'embrione del  chiaro, del limpido, anche dell'illuminato che di solito si rappresenta nella nostra cultura con il colore dell'azzurro del cielo sereno e limpido o del mare tranquillo.

L'alba ha un suo particolare colore e messaggio non sempre facile da raccontare ma che tutti sanno vedere se solo si impara ad osservarsi. Ogni sua sfumatura di colore, porta in sé il significato alla luce qualcosa dell'evidente alla vita, mostra qualcosa che dà il senso della continuita dell'evoluto e del bello. La sua limpidezza illumina le cose che ti circondano. 

Così dopo la notte, dal buio sta ora per sorgere un chiarore appena accennato. Dopo ogni notte una continua rinnovata alba, fino a quando per ognuno di noi, é difficile saperlo. Il nuovo giorno sappiamo solo che di certo ci porterà nuove piccole grandi nuove evidenze alla nostra storia su questa terra. Ogni accadimento ci offrirà una permanente e sottile maggiore intelligibilità della nostra esistenza. Così nel prossimo post ... vedremo la luce.




venerdì 27 febbraio 2015

96 - 21º secolo medioevo meritocrazia rischi e opportunità

E' un'assurdità sottoporre l'educazione alle leggi dell'economia, quando invece dovrebbe essere l'economia ad essere sottoposta alle leggi dell'educazione. Carl William Brown



    

Mi sento ispirato da un articolo del sole 24 ore del 5.3.2011 di Vittorio da Rold. Il titolo diceva: "Parag Khanna: benvenuti nel nuovo Medioevo, in vista di un nuovo rinascimento". Così, anche questo post, trova un altro motivo per proporre una cultura che sappia porsi l'obiettivo di raggiungere le più ampie fasce sociali possibili, capace di diffondere una grande attenzione al proprio potenziale umano e alla consapevolezza dei propri pensieri ed emozioni.

In Italia forse si sorvola un po' sul nuovo medio evo del 21º secolo. Tale termine, é molto appropriato poiché, proprio come è stato in passato, anche oggi ci troviamo alla fine di un'epoca e al non ancora inizio di una nuova Era che al momento è solo qualcosa allo stato nascente e poco più, ma non ancora  ben definibile. Francamente, mi pare che a parlare di medio evo, le premesse vi siano tutte a dare uno sguardo al mondo che va come va.

Cosa caratterizza in genere un medio evo: 

- Segue di norma il tempo di crollo di un'impero come lo fu quello Romano oggi simbolicamente rappresentato dalla caduta del muro di Berlino;

- Si manifesta attraverso le paure del futuro che nessuno sa raccontare, e nella chiusura al piccolo mondo privato, vissuto con contraddizioni, spesso disagi e confusioni varie; 

- Si evidenzia con valori non vecchi e non nuovi allo stato ibrido, che si presentano in modo caotico; 

- Come definire una tendenza ad avere un occhio nostalgico al passato, che invece ha in se, solo la natura animale in noi che si esprime non sempre in maniera degna di un essere umano (femminicidi, omicidi vari, ecc che diffusamente aumentano in modo anomalo per motivi di solitudine o di sofferenza mentale varia?

- Caduta di ogni riferimento politico, culturale ed etico, ritenuto a suo tempo eterno è inevitabile, non è tipico di una età di mezzo in transizione?

- Crisi economica che si protrae nel tempo, con conseguente forzata decrescita della distribuzione della ricchezza, e crollo delle classi sociali non più adatte al nuovo sistema nascente; 

- Ascesa di speculatori e nuovi ladri che con stile più o meno rozzo, avanzano senza il minimo senso di pudore e responsabilità approfittando anche di ogni bene comune attraverso corruzioni varie;

- Autocrati che impongono monopoli e censure, oggi in modo più sottile rispetto al vecchio medio evo;

- Caos nelle diverse fazioni politiche tradizionali e costruzioni cervellotiche di norme, atte solo a creare vantaggi di feudi personali alle nuove oligarchie e lobby, senza che nessuno sappia più cosa sia giusto;

- nuova glebe senza ancora una propria coscienza e senso di appartenenza ad una cultura ben definita in qualche modo; tra l'altro, non sempre con una visione di vita chiara.

- Instabilità dei valori e forte influenza di soggetti sovranazionali ambigui e non sempre ben definibili ma di certo protettori di grandi lobbies che ben tendono a custodire e ampliare i propri interessi; 

- Istituzioni storiche spesso in balia di ignobili personaggi, e nascita di nuove realtà percepite dai più in modo un po' astratte come CEE, ONU per certi aspetti, NATO ecc, che in fondo in fondo, poi nel tempo tanto astratte non sono affatto, in particolare quando conviene a qualche potentato economico di risorse primarie, finanza ecc.

- Dffondersi un po' ovunque di istanze separatiste etniche, linguistiche, geografiche o religiose;

- Nuove forme di banditismo come la pirateria marittima e rapimenti a scopo di estorsione per motivi politici. Vedi quelli fatti ai danni di volontari e cooperanti internazionali;

- Fondamentalismi di nuovo stile, come linea guida di riferimento sempre più presente in maniera becera in particolare nelle culture a facile manipolazione di popolo;

- Dichiarazioni di guerre santi, dubbie per ogni tipo di paradiso;

- Nuove forme commerciali che anche se ambigue, nel bene e nel male portano innovazioni positive, così come lo furono a suo tempo quelle delle repubbliche marinare;

- Viaggi e scoperte di nuovi mondi che oggi sono nuovi pianeti;

- Nascita continua di nuove forme d'arte espressiva e visioni della vita.

Sono davvero tanti i punti in comune tra vecchio e nuovo medio evo. Solo che oggi, forse il tutto é solo leggermente più sofisticato. Considerando questi punti, potrebbe aiutare creare nelle scuole fin dall'infanzia, un'educazione orientata anche alla consapevolezza e alla gestione della mente al momento presente con una coscienza diffusa del bene comune, del pensiero positivo e perché no, dell'importanza della pace? (Vedi ultimi tre precedenti post su questo tema).

C'è qualche ideologia, fede o movimento politico equilibrato che trova insano questo approccio? È un danno l'educazione alla crescita dell'intelligenza emotiva e della psicologia della positività come modello culturale di riferimento diffuso?

Cosa c'è in questo millennio di veramente nuovo rispetto al periodo storico del medio evo trascorso? Le variabili tipiche simili ad un processo neo medioevale, ma in versione moderna vedrei in particolare: 

- Mezzi di comunicazione di massa molto diffusi, con programmi giusti per tutti i tipi di classi sociali, dove tutti si basano su tecniche di comunicazione scientifiche molto sofisticate. Abbiamo trasmissioni TV ad esempio mirate per differenti segmenti di "mercato sociale", questo, indipendentemente da ciò che si vuole rappresentare nel bene e nel male, sia a destra, a sinistra, sia nelle fedi o non fedi e sia pure nelle scienze varie dello scibile umano;

- Poi abbiamo il diverso uso possibile di internet che in pochi ci pensano, ma in maniera sofisticata già ha amplificato in modo sottile il divario che un tempo esisteva tra le classi incolte e le élite culturali. Cosa fanno Google, facebook, apple, Microsoft e company con le loro vision e mission aziendali? Quali nuove culture e condizionamenti sociali propongono in modo disaggregato e mirato per nuove tipologie di classi sociali? E chi è fuori da questi mondi informatizzati, quale realtà vive?

- Non sottovaluterei neppure l'importanza delle conoscenze delle lingue in genere è quella inglese in particolare, che é ormai come il latino del vecchio medio evo. Se lo parli sei "in", se no, sei "out"; 

- Che dire delle nuove povertà in giacca e cravatta, con status symbol che preannunciano un futuro ... telecomandato?

Ripeto: Considerando questi punti, potrebbe aiutare creare nelle scuole fin dall'infanzia un'educazione fortemente orientata anche alla consapevolezza e alla gestione della mente al momento presente con una coscienza diffusa del bene comune e dell'importanza della pace? C'è qualche ideologia, fede o movimento politico equilibrato che trova insano questo approccio? È un danno l'educazione alla crescita dell'intelligenza emotiva e della psicologia della positività? Non é tutto.



Ma oltre la coscienza di nuovo medio evo, cosa altro dovrebbe far riflettere?

Porrei l'attenzione al termine meritocrazia senza lasciarsi andare a facili e superficiali considerazioni emotivamente ingannevoli, questo lo vedo come un tema da non sottovalutare. In particolare in un periodo storico di turbolenze varie, quale può essere ad esempio il nostro momento di transizione, aggiungere l'idea di una meritocrazia vaga non aiuta.

Non che voglia essere un bastian contrario, ma in questo post voglio parlare di "Michael Young (1915 - 2002) che è stato un sociologo ed economista inglese che certamente non può essere considerato un Profeta o chissà cosa altro del genere. Tuttavia, egli é colui che ha inventato il termine meritocrazia, e a dirla tutta, il significato che attribuiva alla parola nel momento della sua nascita, era molto diverso da quello che oggi comunemente intendiamo. 

Young quando ha inventato quel nome, intendeva segnalare la meritocrazia come rischio, la vedeva come un fenomeno tale da generare una società ancora più problematica e addirittura conflittuale di quella che abbiamo già in questo nuovo medio evo.

Per il sociologo economista inglese, nel lungo periodo, alcune riforme fondate sull’eguaglianza delle opportunità (in particolare nel campo dell’istruzione) promuoveranno gradualmente una selezione sociale tutta orientata quasi esclusivamente sull’intelligenza funzionale (ma per chi è per cosa?). 

Questa metodologia selettiva, trasforma gradualmente prima il sistema scolastico, successivamente l'intera società. In parte, con lo sfacelo continuo della scuola pubblica e la cura e attenzione che danno giustamente i ceti sociali più ricchi alla scuola privata, cosa sta iniziando già ad accadere?

Tutto parte dal fatto che la società ha bisogno di ristrutturarsi per motivi economici, si indirizzano pertanto i bambini verso scuole diverse, sulla base delle capacità individuali. 

Gradualmente, in tal modo, la stratificazione sociale diventa sempre più divisa e legata ad un tipo di intelligenza meritocratica funzional economica, pratica, misurabile, ma strutturata intorno ad una organizzazione e gerarchia proprio del modello industriale. 

Forse questo non é un sistema che per certi aspetti é già un seme piantato nella nostra cultura? Quali riflessioni equilibrate fare, senza cadere in alcun nuovo fondamentalismo? 

Sta di fatto comunque, che tale scenario fin qui accennato, é esattamente il contrario di quanto si va dicendo in questo blog. Qui si predica la divulgazione massima alle più ampie fasce sociali, del concetto non solo di cultura, ma anche di divulgazione di appropriate tecniche che aiutino la consapevolezza delle proprie attitudini e potenzialità. 

Qui si vuole invitare a riflettere sul che fare per creare invece una meritocrazia, ma che ci liberi dalle catene di menti contorte dovute a pensieri ed emozioni negative, a condizionamenti manipolativi, e che sia capace di insegnare a tutti ad essere soggettivamente capaci di gestire emozioni positive per orientarle al bene proprio e a quello comune. 

Vedo tutto da indirizzare verso un fine che porti ognuno ad acquisire in maniera crescente e continua, una capacità individuale di monitoraggio e gestione sia dei propri pensieri e delle proprie emozioni, e dei processi della mente, per migliorare qualità di coscienza e consapevolezza.

La cosa divertente, é che Michael Young aveva scritto un libro contro la meritocrazia, e si è ritrovato invece ad essere considerato il suo teorico. Il suo concetto, è entrato nel vocabolario corrente e in quello politico con un’accezione positiva, ed è stato usato in modo acritico anche dalle forze politiche di destra, centro e sinistra! Quando si dice ... scherzo del destino!

Più che parlare di meritocrazia, bisognerebbe parlare di valutazione del talento soggettivo che va supportato. Tutto il problema che deriva dalla meritocrazia é uno solo, é quello che in questo modo, potrebbe nascere una società meritocratica profondamente basata solo sugli incentivi per gli individui al fine di indurli a competere. 

Quanto sopra riportato, è un ottimo discorso per tutto ciò che è legato al libero mercato, ma non certo funzionale per far emergere talenti e persone consapevoli, certamente problematico per lo sviluppo dei modelli educativi, meno che mai poi il tutto lo si enfatizza, quando non si sanno e condividono con trasparenza scopi, fini e obiettivi da raggiungere. Che fare per non demonizzare o santificare la meritocrazia che tanti contributi può offrire se trattata con equilibrio?

Basterebbe anche solo far in modo che il merito non sia solo quello incentrato sulla competitività, e tutto forse potrebbe avere un suo senso diverso, facendo attenzione alle diverse sfumature della vita. L'importante é che si faccia di tutto per non cadere in nuove guerre fra guelfi e ghibellini. Il problema della forma di educazione, non é cosa da poco.

Solo il sapere rappresenta un criterio equo di selezione del valore individuale, e quindi occorre renderlo disponibile per tutti. In questo modo ciascun individuo sarà in grado di governare il proprio lavoro e i propri processi mentali. Questa è una prospettiva che concilia libertà e conoscenza, e lo fa per tutti, non solo per una ristretta élite tecnocratica. 

Basti solo tener sempre conto che qualsiasi meritocrazia, si baserà sempre su precisi obiettivi che qualcuno decide all'interno di ogni ambito organizzativo, formativo, sociale, politico, religioso o economico che sia. 

Conoscere e condividere obiettivi tra persone equilibrate, consapevoli e capaci di saper monitorare continuamente coscienza, mente, oensieri ed emozioni, nella meritocrazia deve essere contemplato.

Meritocrazia è una parola piena di implicazioni psicologiche, economiche, etiche e sociali, che impone una profonda riflessione da fare su precisi indirizzi da individuare, evitando di tergiversare sui possibili vari significati del termine, e non lasciarsi ingannare da una nuova medicina salvifica per tutto.

Per concludere cercando di non essere noioso: C'è qualche ideologia, fede o movimento politico equilibrato che trovi insano un approccio culturale che sappia valorizzare e far auto valorizzare l'individuo? È un danno orientarsi alla crescita dell'intelligenza emotiva e della psicologia della positività ramificata in ogni intervento educativo per ogni persona fin da bambino/a?

sabato 21 febbraio 2015

95 - Le emozioni in una sola vita sprecarle o no

E' bene riflettere sulle cose che possono farci felici: infatti se siamo felici abbiamo tutto ciò che occorre; se non lo siamo facciamo di tutto per esserlo. Epicuro

      

Appena un neonato entra in contatto con questo pianeta, fanno parte del suo bagaglio iniziale tre emozioni fondamentali che lo mettono in comunicazione col mondo appena contattato. Le tre emozioni definite "innate" dai nostri scienziati, pare che siano paura, amore e irritazione. 

Man mano che passa il tempo, l'infante nei suoi primi cinque anni di vita, lentamente acquisisce altre emozioni fondamentali quali ad esempio vergogna, ansia, gelosia, invidia e ogni rispettivo contrario. Intanto, l'evoluzione delle emozioni, consente alla nuova vita di comprendere in modo sempre più preciso la differenza che esiste tra il suo mondo interno e quello esterno che lo circonda. 

Il processo di adattamento in tal modo fisicamente e psicologicamente procede! Prima o poi, si porrà la domanda come mai su questo pianeta e quale sia la sua missione. Intanto, impara nel frattempo a capire naturalmente il concetto brutale di "tornaconto", e così intorno al sesto anno di età, egli o ella che sia, per pura e semplice convenienza, é capace di mascherare le proprie emozioni e manifestare quelle che altri si aspettano da lui. Prima lezione di vita! 

Successivamente, a questo punto del suo sviluppo, inizia poi ad apprendere a controllare le emozioni, in particolar modo quelle socialmente ritenute sconvenienti. L'insegnamento basato sul premio e sulla punizione, cambia solo di cultura in cultura. Ognuno in ogni angolo del mondo, giorno dopo giorno, in un modo o in un altro, nel bene e nel male, senza rendersene proprio del tutto conto conosce sempre meglio la parola amore o il suo contrario. Le lezioni continuano.

Un giorno saprà poi meglio definire tutto ciò, il senso è il significato che darà a questo amore, dipende da tanti fattori, cause e condizioni più disparate. La cultura inizia a dare i suoi diktat. Processi mentali interiori elaborano man mano il proprio e l'altrui mondo, le proprie e altrui azioni, le proprie e altrui cose. Ognuno lo farà a modo suo. 

La personalitá prende forma. Ogni scultura mentale e fisica prende un suo indirizzo di destino sempre più preciso nel tempo. Da questo momento in poi, il tipo di cura, il clima familiare e le condizioni socio economiche di partenza, delineeranno i segni dei contenuti comportamentali del suo futuro prossimo.

Per cambiamenti continui e per frequentazioni diverse, cause e condizioni interne ed esterne, nel corso dell'esistenza, fanno si che tutto nella mente continuamente muti, evolve o involve, e mentre qualcosa si consolida e diventa convinzione profonda, qualcos'altro evapora nel nulla o viene fintamente dimenticato, depositandosi invece semplicemente nel grande magazzino detto inconscio.

Cosa fa la nostra scuola? Nel mondo contemporaneo, quale supporto hanno le diverse forme di famiglie esistenti? Quanto importante sarebbe far apprendere ai bambini i segreti della conoscenza delle propria mente per imparare a trattare con arte emozioni e pensieri? 

Queste riflessioni, non devono  forse iniziare a far prendere in mano il bilancio dello Stato e far cominciare davvero a pensare ad un investimento nel futuro PIL di una nazione lungimirante? 

I modelli educativi di base, devono contemplare come disciplina fondatale di studio a se, "l'arte e le tecniche dell'osservazione e monitoraggio dei propri pensieri ed emozioni, per imparare a conoscere tecnicamente se stessi, il proprio potenziale, le proprie attitudini e il controllo delle proprie azioni". Approcci, tecniche e metodi scientifici mettendosi al servizio della persona fin da bambini, aiutano il pensiero positivo, lo sviluppo equilibrato, la coscienza individuale e sociale.

Per approfondire meglio questo concetto, facciamo una classifica delle emozioni al fine di comprendere meglio l'importanza di questo misterioso mondo così tanto bistrattato o vissuto solitamente in maniera abbastanza  irrazionale. Uno psicologo statunitense morto nel 2006 di nome Robert Plutchik, è stato autore di varie ricerche sullo studio delle emozioni, egli ne individua otto primarie e le aggrega in quattro coppie così organizzate:

1) rabbia e paura
2) tristezza e gioia
3) sorpresa e attesa
4) disgusto e accettazione

Se vogliamo considerare queste emozioni come base di riferimento, l'educazione alla consapevolezza delle proprie risorse e potenzialità, quali tradizioni hanno nel nostro paese per insegnare ad allenare la consapevolezza, la presa di coscienza e come trattano culturalmente la gestione che la mente deve avere della rabbia, della paura, della tristezza, gioia, ecc? 

Riconoscere le coppie sopra organizzate da Plutchik e saperle gestire con cura, responsabilità e attenzione in direzione di un sogno e di un proprio progetto, quanto valore aggiunto avrebbe da ciò un'economia? Quanto ne avrebbe la pace?

Altri studiosi della mente hanno proposto altre emozioni ancora con una diversa suddivisione. Cambia poco per il messaggio che si intende dare in questo post, ma non poco su altre riflessioni da fare sul piano filosofico, pedagogico, psicologico, sociologico ed economico. 

Vediamo meglio il perché. Secondo vari altri studiosi della psiche, dalla combinazione delle emozioni primarie derivano altre (secondarie o complesse) che sono: 

l'allegria, la vergogna, l'ansia, la rassegnazione, la gelosia, la speranza, il perdono, l'offesa, la nostalgia, il rimorso e la delusione. Quanti risvolti hanno queste emozioni? A parte il definirle in modo più o meno esatto, quanto importante é imparare a trattare la materia mente in genere? Sia in occidente che in oriente, abbiamo metodi e tecniche appropriate ma non sempre ben adoperate in modo scientifico.

Abbiamo molti critici su queste mie considerazioni, molti pensano che le emozioni debbano essere vissute e basta. Ma così nasce solo più facilmente l'alessitimia che è ció che definisce l'incapacità o l'impossibilità di percepire, descrivere e verbalizzare le proprie o le altrui emozioni. Questo non lo trovo un bene per nessuna cultura, fede o tipo di economia.

sabato 14 febbraio 2015

94 - il laboratorio delle emozioni

La vita è breve, l'arte vasta, l'occasione istantanea, l'esperienza ingannevole, il giudizio difficile. Ippocrate
     
   

È la mente il laboratorio dove tutto accade, in particolare quanto accennato nel post 93. Ora si ritiene utile cercare di approfondire anche cosa si intenda per “mente”, e quanto il tutto determini di fatti una coscienza  personale e sociale più o meno stabile. 

Il termine "mente" per sua natura, é un concetto abbastanza ambiguo. Secondo molti studiosi, la mente non è né una struttura cerebrale né un meccanismo di elaborazione dell’informazione. Essa è considerata una complessa dinamica cognitiva che consiste in un continuo succedersi di stati mentali. Questi stati è possibile osservarli, volgendo l’attenzione all’interno di se stessi. In tal modo possiamo constatare momento per momento cosa sentiamo, percepiamo, pensiamo, ricordiamo ecc. 

Tale tipo di attenzione, alimenta consapevolezza e permette un monitoraggio del proprio benessere mentale e fisico. Attraverso la conoscenza della mente e l'agire in consapevolezza e armonia con noi stessi e con ciò che ci circonda, osservando pensieri ed emozioni, agevoliamo qualitá della vita è relazioni interpersonali e sociali.

L'auto osservazione, ci permette di entrare in contatto con una grande quantità di continui stati di consapevolezza, e in tal modo apprendendo anche che questi stati mutano in rapida successione in maniera più o meno caotica, per prima cosa ci rendiamo conto del delicato equilibrio del nostro essere, se lasciamo fare da sola la nostra mente, abbandonandola a se stessa, senza coscienza, etica e cultura. In questo modo, capiamo anche il perché, uno scopo e l'amore servono per guidarci nella vita.

Franz Brentano, William James ed Edmund Husserl, sono solo alcuni scienziati che concordano tutti sul fatto che lo studio della mente debba basarsi sull’osservazione di stati mentali interiori per evitare caos e solitudine, e per guidare al meglio l'esistenza cone veri esseri umani. Tale approccio basato sull’osservazione della mente, anche se sembra intuitivamente una cosa sensata, non è per nulla semplice da applicare, e la cosa solleva molti interrogativi.

Lo stato dell'essere della mente è molto importante da capire, ció vuol dire imparare a vedere cosa vogliono le emozioni da noi e dal mondo che ci circonda. Serve per distinguere realtá dai sogni e dare ai sogni stessi un giusto valore senza farli diventare causa di varie piccole grandi malattie mentali, che spesso ci fanno deviare dai progetti e programmi alimentando illusioni, ansie o irrazionali paure.

Saper essere con equilibrio in contatto con quanto accade nel nostro personalissimo laboratorio, aiuta anche la nostra salute fisica. Basti pensare che attraverso diversi studi, da tempo si dimostra che lo stress e le emozioni negative portano ad esempio gravi danni al sistema immunitario, compromettendo addirittura l’efficienza di alcune cellule. I risultati di queste analisi, hanno confermato come le emozioni legate alla sofferenza incidano negativamente sul nostro benessere. 

Tutto parte dalle emozioni, tutto la mente può vedere attraverso consapevolezza e coscienza, e in tal modo aiutare a non far male a se stessi e ad altri, traendo il meglio da noi è da chi entra in relazione con noi. Entrando più nello specifico su questi temi, si è visto che coloro che hanno sperimentato lunghi periodi di ansia, tristezza, pessimismo, rabbia, ecc, hanno il doppio delle probabilità di sviluppare alcune patologie quali ad esempio emicrania, asma e cardiopatie. A volte si pensa anche a malattie molto più pericolose.

Da questi dati si evince chiaramente che le emozioni negative rappresentano quindi un importante fattore di rischio e di grave minaccia per la salute. È quindi evidente che per puntare allo sviluppo di stati mentali sani, come l'essere equilibrati e stabili, diventi importante la liberazione della mente dalla facile rabbia, ansia, superficialitá o dagli altri stati mentali negativi. Tale approccio culturale, tra l'altro in un mondo dove tutto sembra essere sempre più precario, è un bene comune da acquisire prima possibile, già in tenera età, e nel modo più corretto e funzionale possibile.

L'emozione ha non pochi effetti sugli aspetti cognitivi, ma sono cose che non possiamo permetterci. Ognuna per sua natura, può ad esempio causare diminuzioni o grandi progressi nella capacità di concentrazione. Ogni emozione, può anche indurre in alcune circostanze confusione e smarrimento. L'emozione non è solo qualcosa legata alla poesia e all'amore romantico. L'emozione positiva va alimentata e continuamente curata, ma è bene sapere che è molto più fertile quella negativa che è erbaccia che cresce anche molto più velocemente di quanto si immagini.

Contemporaneamente infatti, l'emozione dobbiamo vederla chiaramente anche come fonte di felicità, e come fonte di motivazione ed entusiasmo quando si trova in condizioni favorevoli. Essa tuttavia, senza l'amore della consapevolezza e la direzione della coscienza, positiva o negativa che sia, é sempre una vettura della formula uno, che attraverso il suo motore (la mente), gira in una città trafficata, nelle mani di un giovane rampante neo patentato.

Qualsiasi azione o reazione che non utilizzi processi cognitivi ed elaborazione cosciente, nel bene e nel male, è sempre figlia diretta delle emozioni derivanti da pensieri inconsci che guidano da sole ogni sorta di decisione di ogni tipo. Una cultura fatta di singole persone capaci ognuna di saper gestire i propri stati emozionali, aiuta moltissimo chiunque a muoversi con intelligenza emotiva e sociale nell'era moderna. Aiuta tutti. Qualsiasi sia la fede, cultura, e orientamento politico.

Quanti vantaggi ha la mente umana se si concentra a creare le giuste cause per determinare condizioni di benessere all'interno di ogni contesto di ciò che la vita gli presenta? Maggiore sarà la capacità di farlo, tanto più si sapranno individualmente creare cause e condizioni di benessere comune, maggiore sarà il benessere che ognuno ne ricava personalmente. 

Quest'ultimo concetto é difficile da comprendere con responsabilità ed in modo sincero e profondo, anche se in modo superficiale a tutti sembra qualcosa di più o meno logico. Ma è molto più facile e naturale lamentarsi, arrabbiarsi o pensare al solo proprio benessere, sottovalutando quello degli altri. Pensare solo a se stessi, fa sentire solo erroneamente più protetti. 

Senza coscienza e consapevolezza di ciò che accade nella mente e quindi nella vita momento per momento, è la causa "semè" di quanto scaturisce in noi riguardo contraddizioni, delusioni ed emozioni spesso in vari ambiti contrastanti tra loro. Questo non vedere da soli cisa accade nella nostra mente con giusto distacco e approccio da piccolo scienziato che continuamente sperimenta e studia, è anche la base che porta non di rado a ipocrisia e fede virtuale o appena formale, oltre che a continue diverse forme di conflitto individuale, relazionale e sociale, non esclusa le cause irrazionali di guerre mascherate da politica, religioni ed economia basata sul non pensare al bene comune.

Maggiori sono le instabilità personali o sociali in genere (vedi crisi economiche, povertà, guerre ecc), tanto più i membri di una comunità tendono a considerare tutto quanto serva per prendersi cura del proprio istinto di sopravvivenza. Come altri animali, in questi casi di non consapevolezza personale e collettiva, il principio "morte tua vita mia" diventa chiaramente l'unico fatto sicuro.

Un clima di instabilità sociale, alla lunga man mano prima coinvolge sempre più individui ad entrare nella logica della sopravvivenza personale e in tal modo gradualmente porta tutti man mano a disinteressarsi sempre più del bene comune, poi, pian piano, conduce tutti fino a giustificare qualsiasi conflitto che poi però nascerà a causa di una banale scintilla qualsiasi. 

Tutto di norma accade gradualmente. In tal modo non è poi così difficile pensare ad arrivare ad una guerra di tutti contro tutti per il bene di pochi balordi.


Cisa sapere come punto essenziale

La comunicazione conscia o inconscia, è lo strumento principe dove un'emozione trova il suo spazio ideale per manifestarsi. Essa comunica prima con noi stessi poi con altri attraverso il linguaggio verbale (ciò che si dice), nel paraverbale.(dando segnali grazie al tono della voce, timbro, volume, ecc), nel non verbale (comunicando attraverso la mimica, postura, modo di apparire). 

Se fin da bambini tutti imparassimo a riconoscere la comunicazione delle emozioni che si manifesta attraverso pensieri che attraversano la nostra mente spess o incosciente, i vantaggi personali, interpersonali e sociali sarebbero davvero tantissimi.

In ogni relazione, qualsiasi forma espressiva contempla sempre un preciso stato emotivo nato solitario in noi stessi e poi più o meno controllato nelle diverse circostanze in cui ci si esprime. Le emozioni comunicano sempre attraverso il dialogo interiore con sé stessi continuamente; moltissimo con altri che si sente più vicini (famiglia, amici ecc); in maniera più formale e pericolosamente distaccata in maniera negativa e convenzionale con chi non si sente molto vicini. Già imparare a vedere solo questo non sarà cosa da poco per tutti.

Il segni derivanti dalle espressioni del volto e il tono nel linguaggio verbale riflettono talvolta all'esterno, anche le emozioni più profonde che talvolta istintivamente ci portano a facili "re - azioni" più che ad azioni coscienti. Una voce tremolante, un tono alterato, un sorriso solare, la fronte corrugata indicano o no la presenza di uno specifico stato emotivo? Se questi segnali arrivano all'inconscio direttamente e non filtrati dalla coscienza, avremo forse più basi per una qualità della vita migliore, in una società un pochino più stabile e fiduciosa di sé?

Le emozioni inizialmente sono inconsapevoli, e anche se ognuna di essa è interdipendente da fattori culturali che si manifestano attraverso i nostri pensieri, come ci spiegano gli studiosi del cervello, tutto parte sempre dall'amigdala. Questo aiuta tanto a capire come siamo davvero fatti a livello istintivo.

Questa amigdala, è ritenuta il centro di tutti i processi neurologici delle emozioni. Essa é attiva nel sistema di comparazione degli stimoli ricevuti con le esperienze passate e nell'elaborazione degli stimoli olfattivi. Descriviamo brevemente la dinamica senza tante pretese scientifiche, ma giusto per avere un'idea precisa della sua funzione strategiaca e immaginare cos accade senza coscienza.

Uno stimolo iniziale che parte da un fatto, tipo un'espressione del volto o un particolare tono di voce, provoca una prima reazione detta neuroendocrina. Ecco perché prima di ogni azione, l'emozione si manifesta fisicamente attraverso una serie di modificazioni somatiche percettibili come possono essere la variazione delle pulsazioni cardiache, l'aumento o la diminuzione della sudorazione, l'accelerazione del ritmo respiratorio, l'aumento o il rilassamento della tensione muscolare. 

Quelle appena citate, sono tutte cose abbastanza visibili che possono aiutarci a comprendere meglio noi stessi ed altri, invece di reagire pericolosamente solo ... in maniera talvolta (non solo è sempre) dannosa. Non serve essere scienziati per rendersene conto.

Dal processo sinteticamente appena riportato, abbiamo due possibili percorsi da intraprendere, uno istintivo, uno meditato. Quello istintivo è più naturale ma non per questo sempre ed in ogni circostanza utile e positivo, che porta istantaneamente ad esprimere l'emozione base attraverso l'azione che soesso può essere di rabbia, di fuga, di gioia ecc. ma anche a volte di amore o generosità.

Il percorso meditato, meno naturale da un punto di vista biochimico, lo abbiamo invece attivando in alternativa la coscienza, facendo si che il tutto possa essere elaborato il più possibile da processi mentali/culturali, tentando di interpretare al meglio e nel bene il proprio sentimento, facendo nascere successivamente l'azione più appropriata a quel contesto in quel momento, avendo come base etica e amore per sé e per gli altri, senza tuttavia diventare pericolosamente buonisti a tutti i costi.

Non tutto e non sempre la coscienza può monitorare, anche la cultura in senso ampio del termine ha un suo notevole potere. Ecco perché ho appena introdotto il termine etica che chiaramente qui non mi sogno neppure di trattare vista la mia immensa ignoranza su questo tema.

Non aiuta molto pensare alle emozioni solo come ad un fenomeno proprio degli umani. Darwin nel suo libro "L'espressione delle emozioni negli uomini e negli animali" scritto nel 1872, ci spiega bene che anche gli animali provano emozioni, poiché come ogni essere vivente, hanno anch'essi circuiti neurali simili ai nostri, anche essi hanno reazioni comportamentali simili alle nostre, e le modificazioni psicofisiologiche da loro sperimentate svolgono le medesime funzioni delle nostre. Cosa ci distingue a volte da loro?

Npgli altri animali, non avendo però rispetto agli umani una coscienza, non pare possibile affermare che essi provino anche i nostri stessi sentimenti condizionati o meno da una qualsiasi cultura. Come si può notare, trattare le emozioni e il suo laboratorio "mente" non è quindi un tema banale e semplice.