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domenica 27 luglio 2014

64 - scienza ed etica della comunicazione

La parola è un'ala del silenzio. (Pablo Neruda)

    

La comunicazione è uno straordinario strumento adoperato per manipolare o per far interagire due o più persone su progetti, programmi e obiettivi. Trasferisce contenuti razionali ed emozionali. La parte emozionale della comunicazione, agisce e parla di sé anche indipendentemente dalla nostra volontà. 

Essere consapevoli e adeguatamente "addestrati" nel saper riconoscere le leggi e le dinamiche di questa "scienza delle relazioni" è sempre servito, ma oggi aiuta non poco alle singole persone, alla nostra democrazia, e allo sviluppo economico sociale di ogni Paese. 

Se si è onesti e non contaminati da falsi miraggi, la comunicazione solitaria rivolta a sé stessi se ben gestita, può anche essere di grande aiuto per contattare l'essenza della nostra realtà. Ci aiuta a comprendere ogni cosa a sé stante e in relazione alle altre ad essa in qualche modo collegata. Ci aiuta in pratica a comprendere la realtà nei suoi vari aspetti. Se usata male, la comunicazione perdendo contatto con la coscienza, può ingannare molto più di quanto si creda, a partire da sé stessi. 

Nel gioco della relazione con gli altri, sempre se è quando usata in maniera inconsapevole, essa il più delle volte, crea più problemi, che quelle aiuti utili a migliorare cammini comuni. Con sapienza, sapendola abbinare alla saggezza del silenzio, il saper comunicare sa sempre realizzare grandi progetti. Basti solo non dimenticare mai che ha bisogno di tanta consapevolezza e prudenza, per prendere sempre una forma in modo corretto. Senza capacità di ascolto dell'altro/a è solo causa di sofferenza.

Nel mondo e fra le diverse culture, la comunicazione spesso è facilissimo che possa divenire fonte primaria esatta del suo contrario: l'incomunicabilità. Questa mancanza di capacità di comunicazione, avviene in particolare, quando un popolo non considera più come essenziale la conoscenza delle diverse radici di partenza di altri umani. 

Le guerre iniziano così, con la mancanza di ascolto di altre culture. Sempre e in ogni caso, le classi dirigenti sono responsabili della cultura di popoli che non sanno ascoltare e comprendere le diverse bellezze delle origini delle nature umani.

I meandri dei giochi politici, i piccolissimi mondi dei piccoli interessi personali, i segreti nascosti dei diversi interessi economici, come sempre, hanno da che mondo è mondo i loro limiti. Ma oggi nuove scoperte tecnologiche e scientifiche, possono portare con sé nuove visioni di vita. Vedi ad esempio come le telecomunicazioni con internet e le scoperte tecnologiche continue, stiano facendo loro strani percorsi, indipendentemente dalle piccolezze umane. Tuttavia però, da sole non bastano.

Ogni cosa che accade, oggi sembra che accada in modo tale che tutte le differenti impronte delle diverse culture, lentamente, diventino sempre meno definite all'interno di un confine prestabilito. Ogni confine, appare quindi sempre più virtuale nel tempo. 

Saper comunicare in modo non conflittuale è un delicato problema che potrebbe diventare causa di irrazionali prese di posizione di massa. I confini culturali sono una cosa, quelli geopolitici altro da tener conto per il loro rapporto diverso che hanno con la storia. Ucraina insegna. 

Quale occasione migliore per imparare? Non vi è chi ha torto e chi ha ragione. Vi è chi pensa ognuno una cosa, senza voler per nulla ascoltare le leggi tel tempo, della ragione, dell'equilibrio, dell'economia e della storia, e per questi motivi ognuno manipola la variabile popolo a suo vantaggio.

Nulla in apparenza sembra perdere del tutto le sue caratteristiche peculiari originarie, ma valori, modi di stare insieme e priorità, mutano in modo profondo ristrutturando la radice di ogni cultura. Saper comunicare senza strumentalizzare diventa sempre più importante, oggi più che mai. 

Imparare a comunicare senza pregiudizio e con grande capacità di ascolto anche di chi è tanto lontano da noi in senso culturale diventa fondamentale in questo mondo sempre più piccolo e interdipendente.

La globalizzazione non sta annullando le diversità, le sta solo mettendo in contatto tra loro in modo nuovo in maniera più veloce da come da sempre la vita fa con tempi più lenti. Le nuove tecnologie possono portare anche sottocultura e valori negativi in un inconscio collettivo. 

I mezzi di comunicazione non devono essere nelle mani di pochi oggi più che mai. Ma questo non basta. Anche una cultura delle comunicazione in modo scientifico deve essere diffusa in maniera più capillare.

Chi teme una perdita di identità vedendo la globalizzazione come causa, teme le regole del fluire della vita, ma con ciò, non porre però la giusta attenzione al fenomeno non è saggio. Tanto per cominciare, la globalizzazione è giusto che non riguardi solo le monete, tuttavia però, terrorismo e folli devono essere tenuti a bada. 

Un modo di saper essere consapevoli delle dinamiche della comunicazione deve essere affrontato assolutamente per insegnare a tutti la consapevolezza e la responsabilità di quello che si legge, che si scrive e che si dice. 

Le identità, come tutte le cose mutano continuamente perché cambia la vita che il tempo costringe a far rielaborare nel tempo. È la paura del cambiamento la causa dell'inutile disorientamento. Affrontare invece in modo responsabile e consapevole se stessi, è utile per imparare a leggere da soli il linguaggio e i codici della comunicazione. 

Più cultura delle scienze delle comunicazioni ad ogni livello, maggiore sviluppo delle conoscenze tecnologiche di utilizzo comune, e tanta, tantissima cultura umanistica filosofica dei classici di ogni cultura per non perdere il valore dell'umanità, sono a mio avviso le linee guida da seguire per un presenta saggio e capace di costruire un futuro stabile.

Senza queste conoscenze, non vi può essere vera libertà di comunicazione. Quando tutti possono dire tutto senza che vi sia parallelamente una cultura adeguata della comunicazione, quello che può uscir fuori è solo insicurezza maggiore.

La comunicazione fa parte del tutto che cambia continuamente nel tempo. Essa oggi in modo nuovo mette in contatto noi tutti con il mondo che muta; come da sempre la si adopera è altra cosa. Molti temono che tutto questo comunicare porti solo più confusione e ancora più caos. Tanti credono che tanta comunicazione tenda a far perdere il senso di identità. È solo la non conoscenza delle tecniche di comunicazione allargata alle più ampie fasce sociali che più creare sottocultura e disordine.

Essere pessimisti sulle conseguenze della libertà di comunicazione vuo dire che nel profondo, si intende sottovalutare l'intelligenza innata del singolo che nasce nel suo tempo. Viviamo sempre nel mondo che noi ci creiamo, solo che questo sempre più, oggi deve considerare una maggiore attenzione alla cultura umanistica fatta in modo molto più seria. 

Per "più seria" intendo ad esempio la rivalutazione di materie come filosofia, logica, matematica, teologia, ecc, abbinando il tutto ad una cultura tecnologica molto più approfondita da un punto di vista tecnico e scientifico. Studiare solo economia o giurisprudenza serve, ma non da sole e fine a sé stesse senza inquadrarle in contesti culturali più ampi.

Oggi, le tecnologie di comunicazione di massa moderne, abbandonate a sé stesse e orientate solo a giochi e passatempi, possono diventare la nuova droga per inebetire le coscienze. Da sole, possono solo annebbiare la mente o illudere in modo un po' più sofisticato. Non possono diventare solo social e basta per avere più amici possibili. Prima o poi, in ogni scuola elementare di base di ogni cultura, bisognerà insegnare: "tecnologie di massa e scienza ed etica della comunicazione".

Si ignora che se tutto ciò che ci circonda esiste, questo è dovuto al fatto che una mente collettiva nuova che abbiamo sviluppato, è lei che ha prodotto ciò che ci circonda. Questa è solo una mente collettiva molto più sofisticata di un tempo. Tanti di noi, per sola nostalgia romantica del passato, non vogliono vedere il mondo che cambia e in tal modo frenano solo lo sviluppo.

In tanti si perdono la nuova bellezza della nuova vita, i nuovi pericoli ma anche le nuove forme di arte e ingegneria. Pertanto, come sempre, basta solo non dimenticare mai che ogni cosa è sempre sia un bene, sia un male e conviene abbracciare ogni seme del futuro. Equilibrio, presenza mentale e consapevolezza dell'interdipendenza che tutto fa mutare e mettere in moto sono poi i capisaldi.

È vero che le parole possono essere comunicative solo tra coloro che dividono esperienze analoghe; ma è anche vero, che oggi le esperienze possono essere senza confini e vissute in più modi in tempo reale. Comunicare può voler avere quindi diverse modalità e scopi. 

Tutto serve per trasferire  informazioni siano esse del cuore che della mente. Tutto qui, nulla di più. Cosa ci insegnano queste tecnologie moderne di comunicazione?



La comunicazione nella nuova società, dove tutti ora siamo coscienti di essere granelli di terra

Alcuni granelli che formavano quelle vecchie tracce d’impronte lasciate da varie orme culturali ora da qualcuno, ora da qualcun altro, scoprono oggi di essere particelle infinitesimali della stessa terra che credevano prima altro fuori da sé. Quei granelli ignoravano di essere anche terra, illudendosi di essere solo traccia di impronta. 

Ora, più di qualche granello, inizia a scoprire di essere uguale ad altri solo che in un posto diverso di un Irma o meno che sia. Ora qualcuno di loro, inizia a percepire che erano diversi, solo perché le impronte li facevano sentire tali. 

Tutto prima era solo una vecchia traccia di una semplice impronta che appariva quasi cristallizzata dal tempo. Ma una volta, anche il tempo stesso, contribuiva a far illudere di rendere tutto eterno e fisso, solo perché tutto era un po’ più indolente. 

Il tempo una volta era lento, pigro, faceva apprezzare le cose, le persone e il mondo come nessuno mai, ma contemporaneamente, illudeva tutti dell'eternità delle cose stesse. Si viveva meno, e la scienza e le conoscenze non correvano veloci come la luce. 

Ora il tempo invece è dinamico, ma volendo è anche lento; ora è quasi come se tutto dipendesse dal vento. Adesso solo si è scoperto il vento come variabile interdipendente. Oggi si sa che ogni minuscolo granello di terra, é portato dal vento del tempo e per questo tante cose vanno viste in modo differente. 

Il soffio del vento, porta tantissimi granelli di terra da un segno di una traccia ad un altro; e poi, via a volte anche verso un altro segno d'impronta ancora. In tal modo, modificando così di volta in volta di qualche millimetro, tutte le vecchie monolitiche orme. 

Come da sempre pioggia e sole si alternano nel frattempo. Nella legge dell'interdipendenza, non sanno che essi tutto nutrono e lo fanno per natura delle cose. Come sempre acqua, aria, sole e terra, rappresentano dunque l'energia primaria di base del ciclo delle cose vere. Il resto è sovrastruttura e va da noi governata con saggezza, per il semplice fatto che siamo noi che l'abbiamo inventata.

Conoscere i segreti della comunicazione aiuta a migliorare se stessi e le nostre relazioni, ma abbiamo bisogno di imparare i segreti delle tecniche di comunicazione sia da un punto di visto tecnologico, sia da un punto di vista psicologico. Il tutto in una chiave culturale filosofica molto più sviluppata e attenta.

La comunicazione è la regina della coesione dell'umanità. È essa che stabilisce i confini delle terre e le sfumate o sostanziali differenze tra gli umani. I copioni del teatrino che tutti recitiamo sono il senso della grandiosità o meno dello spettacolo della vita. 

Un racconto molto utilizzato negli ambiti formativi aziendali, ci presenterà ora taluni giochi della comunicazione e quelli della percezione. Come inizierebbe una qualsiasi fiaba della nostra infanzia ...

... C’erano una volta, tanto, e tanto tempo fa, sei uomini ciechi che non avevano mai visto un elefante dal vivo. Assetati di conoscenza, si erano messi in testa di scoprire com’era fatto l’elefante. Il primo, avvicinatosi all'animale, va a sbattere contro il suo fianco: Dio mi benedica, ma l’elefante assomiglia a un muro! Il secondo, toccando una delle zanne, esclama stupito: Ma qui c’è una roba rotonda, liscia e appuntita, l’elefante è simile a una lancia! Il terzo, prendendo (a stento) in mano la proboscide che si muove in continuazione: Ma che dite, questo è un gigantesco serpente. Il quarto, allungando curioso la mano e tastando il ginocchio: Ma va…, è abbastanza chiaro che questo è un albero! Il quinto, capitato per caso a contatto di un orecchio: Ma fatemi il piacere, questo stupendo elefante è in sostanza un ventaglio! Il sesto, prendendo in mano la coda: non vedete che è una corda? 

Eureka! Tutti avevano ragione. Infatti, convinti di ciò, incominciano a litigare.



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