La vita è breve, l'arte vasta, l'occasione istantanea, l'esperienza ingannevole, il giudizio difficile. Ippocrate
È la mente il laboratorio dove tutto accade, in particolare quanto accennato nel post 93. Ora si ritiene utile cercare di approfondire anche cosa si intenda per “mente”, e quanto il tutto determini di fatti una coscienza personale e sociale più o meno stabile.
Il termine "mente" per sua natura, é un concetto abbastanza ambiguo. Secondo molti studiosi, la mente non è né una struttura cerebrale né un meccanismo di elaborazione dell’informazione. Essa è considerata una complessa dinamica cognitiva che consiste in un continuo succedersi di stati mentali. Questi stati è possibile osservarli, volgendo l’attenzione all’interno di se stessi. In tal modo possiamo constatare momento per momento cosa sentiamo, percepiamo, pensiamo, ricordiamo ecc.
Tale tipo di attenzione, alimenta consapevolezza e permette un monitoraggio del proprio benessere mentale e fisico. Attraverso la conoscenza della mente e l'agire in consapevolezza e armonia con noi stessi e con ciò che ci circonda, osservando pensieri ed emozioni, agevoliamo qualitá della vita è relazioni interpersonali e sociali.
L'auto osservazione, ci permette di entrare in contatto con una grande quantità di continui stati di consapevolezza, e in tal modo apprendendo anche che questi stati mutano in rapida successione in maniera più o meno caotica, per prima cosa ci rendiamo conto del delicato equilibrio del nostro essere, se lasciamo fare da sola la nostra mente, abbandonandola a se stessa, senza coscienza, etica e cultura. In questo modo, capiamo anche il perché, uno scopo e l'amore servono per guidarci nella vita.
Franz Brentano, William James ed Edmund Husserl, sono solo alcuni scienziati che concordano tutti sul fatto che lo studio della mente debba basarsi sull’osservazione di stati mentali interiori per evitare caos e solitudine, e per guidare al meglio l'esistenza cone veri esseri umani. Tale approccio basato sull’osservazione della mente, anche se sembra intuitivamente una cosa sensata, non è per nulla semplice da applicare, e la cosa solleva molti interrogativi.
Lo stato dell'essere della mente è molto importante da capire, ció vuol dire imparare a vedere cosa vogliono le emozioni da noi e dal mondo che ci circonda. Serve per distinguere realtá dai sogni e dare ai sogni stessi un giusto valore senza farli diventare causa di varie piccole grandi malattie mentali, che spesso ci fanno deviare dai progetti e programmi alimentando illusioni, ansie o irrazionali paure.
Saper essere con equilibrio in contatto con quanto accade nel nostro personalissimo laboratorio, aiuta anche la nostra salute fisica. Basti pensare che attraverso diversi studi, da tempo si dimostra che lo stress e le emozioni negative portano ad esempio gravi danni al sistema immunitario, compromettendo addirittura l’efficienza di alcune cellule. I risultati di queste analisi, hanno confermato come le emozioni legate alla sofferenza incidano negativamente sul nostro benessere.
Tutto parte dalle emozioni, tutto la mente può vedere attraverso consapevolezza e coscienza, e in tal modo aiutare a non far male a se stessi e ad altri, traendo il meglio da noi è da chi entra in relazione con noi. Entrando più nello specifico su questi temi, si è visto che coloro che hanno sperimentato lunghi periodi di ansia, tristezza, pessimismo, rabbia, ecc, hanno il doppio delle probabilità di sviluppare alcune patologie quali ad esempio emicrania, asma e cardiopatie. A volte si pensa anche a malattie molto più pericolose.
Da questi dati si evince chiaramente che le emozioni negative rappresentano quindi un importante fattore di rischio e di grave minaccia per la salute. È quindi evidente che per puntare allo sviluppo di stati mentali sani, come l'essere equilibrati e stabili, diventi importante la liberazione della mente dalla facile rabbia, ansia, superficialitá o dagli altri stati mentali negativi. Tale approccio culturale, tra l'altro in un mondo dove tutto sembra essere sempre più precario, è un bene comune da acquisire prima possibile, già in tenera età, e nel modo più corretto e funzionale possibile.
L'emozione ha non pochi effetti sugli aspetti cognitivi, ma sono cose che non possiamo permetterci. Ognuna per sua natura, può ad esempio causare diminuzioni o grandi progressi nella capacità di concentrazione. Ogni emozione, può anche indurre in alcune circostanze confusione e smarrimento. L'emozione non è solo qualcosa legata alla poesia e all'amore romantico. L'emozione positiva va alimentata e continuamente curata, ma è bene sapere che è molto più fertile quella negativa che è erbaccia che cresce anche molto più velocemente di quanto si immagini.
Contemporaneamente infatti, l'emozione dobbiamo vederla chiaramente anche come fonte di felicità, e come fonte di motivazione ed entusiasmo quando si trova in condizioni favorevoli. Essa tuttavia, senza l'amore della consapevolezza e la direzione della coscienza, positiva o negativa che sia, é sempre una vettura della formula uno, che attraverso il suo motore (la mente), gira in una città trafficata, nelle mani di un giovane rampante neo patentato.
Qualsiasi azione o reazione che non utilizzi processi cognitivi ed elaborazione cosciente, nel bene e nel male, è sempre figlia diretta delle emozioni derivanti da pensieri inconsci che guidano da sole ogni sorta di decisione di ogni tipo. Una cultura fatta di singole persone capaci ognuna di saper gestire i propri stati emozionali, aiuta moltissimo chiunque a muoversi con intelligenza emotiva e sociale nell'era moderna. Aiuta tutti. Qualsiasi sia la fede, cultura, e orientamento politico.
Quanti vantaggi ha la mente umana se si concentra a creare le giuste cause per determinare condizioni di benessere all'interno di ogni contesto di ciò che la vita gli presenta? Maggiore sarà la capacità di farlo, tanto più si sapranno individualmente creare cause e condizioni di benessere comune, maggiore sarà il benessere che ognuno ne ricava personalmente.
Quest'ultimo concetto é difficile da comprendere con responsabilità ed in modo sincero e profondo, anche se in modo superficiale a tutti sembra qualcosa di più o meno logico. Ma è molto più facile e naturale lamentarsi, arrabbiarsi o pensare al solo proprio benessere, sottovalutando quello degli altri. Pensare solo a se stessi, fa sentire solo erroneamente più protetti.
Senza coscienza e consapevolezza di ciò che accade nella mente e quindi nella vita momento per momento, è la causa "semè" di quanto scaturisce in noi riguardo contraddizioni, delusioni ed emozioni spesso in vari ambiti contrastanti tra loro. Questo non vedere da soli cisa accade nella nostra mente con giusto distacco e approccio da piccolo scienziato che continuamente sperimenta e studia, è anche la base che porta non di rado a ipocrisia e fede virtuale o appena formale, oltre che a continue diverse forme di conflitto individuale, relazionale e sociale, non esclusa le cause irrazionali di guerre mascherate da politica, religioni ed economia basata sul non pensare al bene comune.
Maggiori sono le instabilità personali o sociali in genere (vedi crisi economiche, povertà, guerre ecc), tanto più i membri di una comunità tendono a considerare tutto quanto serva per prendersi cura del proprio istinto di sopravvivenza. Come altri animali, in questi casi di non consapevolezza personale e collettiva, il principio "morte tua vita mia" diventa chiaramente l'unico fatto sicuro.
Un clima di instabilità sociale, alla lunga man mano prima coinvolge sempre più individui ad entrare nella logica della sopravvivenza personale e in tal modo gradualmente porta tutti man mano a disinteressarsi sempre più del bene comune, poi, pian piano, conduce tutti fino a giustificare qualsiasi conflitto che poi però nascerà a causa di una banale scintilla qualsiasi.
Tutto di norma accade gradualmente. In tal modo non è poi così difficile pensare ad arrivare ad una guerra di tutti contro tutti per il bene di pochi balordi.
Cisa sapere come punto essenziale
La comunicazione conscia o inconscia, è lo strumento principe dove un'emozione trova il suo spazio ideale per manifestarsi. Essa comunica prima con noi stessi poi con altri attraverso il linguaggio verbale (ciò che si dice), nel paraverbale.(dando segnali grazie al tono della voce, timbro, volume, ecc), nel non verbale (comunicando attraverso la mimica, postura, modo di apparire).
Se fin da bambini tutti imparassimo a riconoscere la comunicazione delle emozioni che si manifesta attraverso pensieri che attraversano la nostra mente spess o incosciente, i vantaggi personali, interpersonali e sociali sarebbero davvero tantissimi.
In ogni relazione, qualsiasi forma espressiva contempla sempre un preciso stato emotivo nato solitario in noi stessi e poi più o meno controllato nelle diverse circostanze in cui ci si esprime. Le emozioni comunicano sempre attraverso il dialogo interiore con sé stessi continuamente; moltissimo con altri che si sente più vicini (famiglia, amici ecc); in maniera più formale e pericolosamente distaccata in maniera negativa e convenzionale con chi non si sente molto vicini. Già imparare a vedere solo questo non sarà cosa da poco per tutti.
Il segni derivanti dalle espressioni del volto e il tono nel linguaggio verbale riflettono talvolta all'esterno, anche le emozioni più profonde che talvolta istintivamente ci portano a facili "re - azioni" più che ad azioni coscienti. Una voce tremolante, un tono alterato, un sorriso solare, la fronte corrugata indicano o no la presenza di uno specifico stato emotivo? Se questi segnali arrivano all'inconscio direttamente e non filtrati dalla coscienza, avremo forse più basi per una qualità della vita migliore, in una società un pochino più stabile e fiduciosa di sé?
Le emozioni inizialmente sono inconsapevoli, e anche se ognuna di essa è interdipendente da fattori culturali che si manifestano attraverso i nostri pensieri, come ci spiegano gli studiosi del cervello, tutto parte sempre dall'amigdala. Questo aiuta tanto a capire come siamo davvero fatti a livello istintivo.
Questa amigdala, è ritenuta il centro di tutti i processi neurologici delle emozioni. Essa é attiva nel sistema di comparazione degli stimoli ricevuti con le esperienze passate e nell'elaborazione degli stimoli olfattivi. Descriviamo brevemente la dinamica senza tante pretese scientifiche, ma giusto per avere un'idea precisa della sua funzione strategiaca e immaginare cos accade senza coscienza.
Uno stimolo iniziale che parte da un fatto, tipo un'espressione del volto o un particolare tono di voce, provoca una prima reazione detta neuroendocrina. Ecco perché prima di ogni azione, l'emozione si manifesta fisicamente attraverso una serie di modificazioni somatiche percettibili come possono essere la variazione delle pulsazioni cardiache, l'aumento o la diminuzione della sudorazione, l'accelerazione del ritmo respiratorio, l'aumento o il rilassamento della tensione muscolare.
Quelle appena citate, sono tutte cose abbastanza visibili che possono aiutarci a comprendere meglio noi stessi ed altri, invece di reagire pericolosamente solo ... in maniera talvolta (non solo è sempre) dannosa. Non serve essere scienziati per rendersene conto.
Dal processo sinteticamente appena riportato, abbiamo due possibili percorsi da intraprendere, uno istintivo, uno meditato. Quello istintivo è più naturale ma non per questo sempre ed in ogni circostanza utile e positivo, che porta istantaneamente ad esprimere l'emozione base attraverso l'azione che soesso può essere di rabbia, di fuga, di gioia ecc. ma anche a volte di amore o generosità.
Il percorso meditato, meno naturale da un punto di vista biochimico, lo abbiamo invece attivando in alternativa la coscienza, facendo si che il tutto possa essere elaborato il più possibile da processi mentali/culturali, tentando di interpretare al meglio e nel bene il proprio sentimento, facendo nascere successivamente l'azione più appropriata a quel contesto in quel momento, avendo come base etica e amore per sé e per gli altri, senza tuttavia diventare pericolosamente buonisti a tutti i costi.
Non tutto e non sempre la coscienza può monitorare, anche la cultura in senso ampio del termine ha un suo notevole potere. Ecco perché ho appena introdotto il termine etica che chiaramente qui non mi sogno neppure di trattare vista la mia immensa ignoranza su questo tema.
Non aiuta molto pensare alle emozioni solo come ad un fenomeno proprio degli umani. Darwin nel suo libro "L'espressione delle emozioni negli uomini e negli animali" scritto nel 1872, ci spiega bene che anche gli animali provano emozioni, poiché come ogni essere vivente, hanno anch'essi circuiti neurali simili ai nostri, anche essi hanno reazioni comportamentali simili alle nostre, e le modificazioni psicofisiologiche da loro sperimentate svolgono le medesime funzioni delle nostre. Cosa ci distingue a volte da loro?
Npgli altri animali, non avendo però rispetto agli umani una coscienza, non pare possibile affermare che essi provino anche i nostri stessi sentimenti condizionati o meno da una qualsiasi cultura. Come si può notare, trattare le emozioni e il suo laboratorio "mente" non è quindi un tema banale e semplice.

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