E' un'assurdità sottoporre l'educazione alle leggi dell'economia, quando invece dovrebbe essere l'economia ad essere sottoposta alle leggi dell'educazione. Carl William Brown
Mi sento ispirato da un articolo del sole 24 ore del 5.3.2011 di Vittorio da Rold. Il titolo diceva: "Parag Khanna: benvenuti nel nuovo Medioevo, in vista di un nuovo rinascimento". Così, anche questo post, trova un altro motivo per proporre una cultura che sappia porsi l'obiettivo di raggiungere le più ampie fasce sociali possibili, capace di diffondere una grande attenzione al proprio potenziale umano e alla consapevolezza dei propri pensieri ed emozioni.
In Italia forse si sorvola un po' sul nuovo medio evo del 21º secolo. Tale termine, é molto appropriato poiché, proprio come è stato in passato, anche oggi ci troviamo alla fine di un'epoca e al non ancora inizio di una nuova Era che al momento è solo qualcosa allo stato nascente e poco più, ma non ancora ben definibile. Francamente, mi pare che a parlare di medio evo, le premesse vi siano tutte a dare uno sguardo al mondo che va come va.
Cosa caratterizza in genere un medio evo:
- Segue di norma il tempo di crollo di un'impero come lo fu quello Romano oggi simbolicamente rappresentato dalla caduta del muro di Berlino;
- Si manifesta attraverso le paure del futuro che nessuno sa raccontare, e nella chiusura al piccolo mondo privato, vissuto con contraddizioni, spesso disagi e confusioni varie;
- Si evidenzia con valori non vecchi e non nuovi allo stato ibrido, che si presentano in modo caotico;
- Come definire una tendenza ad avere un occhio nostalgico al passato, che invece ha in se, solo la natura animale in noi che si esprime non sempre in maniera degna di un essere umano (femminicidi, omicidi vari, ecc che diffusamente aumentano in modo anomalo per motivi di solitudine o di sofferenza mentale varia?
- Caduta di ogni riferimento politico, culturale ed etico, ritenuto a suo tempo eterno è inevitabile, non è tipico di una età di mezzo in transizione?
- Crisi economica che si protrae nel tempo, con conseguente forzata decrescita della distribuzione della ricchezza, e crollo delle classi sociali non più adatte al nuovo sistema nascente;
- Ascesa di speculatori e nuovi ladri che con stile più o meno rozzo, avanzano senza il minimo senso di pudore e responsabilità approfittando anche di ogni bene comune attraverso corruzioni varie;
- Autocrati che impongono monopoli e censure, oggi in modo più sottile rispetto al vecchio medio evo;
- Caos nelle diverse fazioni politiche tradizionali e costruzioni cervellotiche di norme, atte solo a creare vantaggi di feudi personali alle nuove oligarchie e lobby, senza che nessuno sappia più cosa sia giusto;
- nuova glebe senza ancora una propria coscienza e senso di appartenenza ad una cultura ben definita in qualche modo; tra l'altro, non sempre con una visione di vita chiara.
- Instabilità dei valori e forte influenza di soggetti sovranazionali ambigui e non sempre ben definibili ma di certo protettori di grandi lobbies che ben tendono a custodire e ampliare i propri interessi;
- Istituzioni storiche spesso in balia di ignobili personaggi, e nascita di nuove realtà percepite dai più in modo un po' astratte come CEE, ONU per certi aspetti, NATO ecc, che in fondo in fondo, poi nel tempo tanto astratte non sono affatto, in particolare quando conviene a qualche potentato economico di risorse primarie, finanza ecc.
- Dffondersi un po' ovunque di istanze separatiste etniche, linguistiche, geografiche o religiose;
- Nuove forme di banditismo come la pirateria marittima e rapimenti a scopo di estorsione per motivi politici. Vedi quelli fatti ai danni di volontari e cooperanti internazionali;
- Fondamentalismi di nuovo stile, come linea guida di riferimento sempre più presente in maniera becera in particolare nelle culture a facile manipolazione di popolo;
- Dichiarazioni di guerre santi, dubbie per ogni tipo di paradiso;
- Nuove forme commerciali che anche se ambigue, nel bene e nel male portano innovazioni positive, così come lo furono a suo tempo quelle delle repubbliche marinare;
- Viaggi e scoperte di nuovi mondi che oggi sono nuovi pianeti;
- Nascita continua di nuove forme d'arte espressiva e visioni della vita.
Sono davvero tanti i punti in comune tra vecchio e nuovo medio evo. Solo che oggi, forse il tutto é solo leggermente più sofisticato. Considerando questi punti, potrebbe aiutare creare nelle scuole fin dall'infanzia, un'educazione orientata anche alla consapevolezza e alla gestione della mente al momento presente con una coscienza diffusa del bene comune, del pensiero positivo e perché no, dell'importanza della pace? (Vedi ultimi tre precedenti post su questo tema).
C'è qualche ideologia, fede o movimento politico equilibrato che trova insano questo approccio? È un danno l'educazione alla crescita dell'intelligenza emotiva e della psicologia della positività come modello culturale di riferimento diffuso?
Cosa c'è in questo millennio di veramente nuovo rispetto al periodo storico del medio evo trascorso? Le variabili tipiche simili ad un processo neo medioevale, ma in versione moderna vedrei in particolare:
- Mezzi di comunicazione di massa molto diffusi, con programmi giusti per tutti i tipi di classi sociali, dove tutti si basano su tecniche di comunicazione scientifiche molto sofisticate. Abbiamo trasmissioni TV ad esempio mirate per differenti segmenti di "mercato sociale", questo, indipendentemente da ciò che si vuole rappresentare nel bene e nel male, sia a destra, a sinistra, sia nelle fedi o non fedi e sia pure nelle scienze varie dello scibile umano;
- Poi abbiamo il diverso uso possibile di internet che in pochi ci pensano, ma in maniera sofisticata già ha amplificato in modo sottile il divario che un tempo esisteva tra le classi incolte e le élite culturali. Cosa fanno Google, facebook, apple, Microsoft e company con le loro vision e mission aziendali? Quali nuove culture e condizionamenti sociali propongono in modo disaggregato e mirato per nuove tipologie di classi sociali? E chi è fuori da questi mondi informatizzati, quale realtà vive?
- Non sottovaluterei neppure l'importanza delle conoscenze delle lingue in genere è quella inglese in particolare, che é ormai come il latino del vecchio medio evo. Se lo parli sei "in", se no, sei "out";
- Che dire delle nuove povertà in giacca e cravatta, con status symbol che preannunciano un futuro ... telecomandato?
Ripeto: Considerando questi punti, potrebbe aiutare creare nelle scuole fin dall'infanzia un'educazione fortemente orientata anche alla consapevolezza e alla gestione della mente al momento presente con una coscienza diffusa del bene comune e dell'importanza della pace? C'è qualche ideologia, fede o movimento politico equilibrato che trova insano questo approccio? È un danno l'educazione alla crescita dell'intelligenza emotiva e della psicologia della positività? Non é tutto.
Ma oltre la coscienza di nuovo medio evo, cosa altro dovrebbe far riflettere?
Porrei l'attenzione al termine meritocrazia senza lasciarsi andare a facili e superficiali considerazioni emotivamente ingannevoli, questo lo vedo come un tema da non sottovalutare. In particolare in un periodo storico di turbolenze varie, quale può essere ad esempio il nostro momento di transizione, aggiungere l'idea di una meritocrazia vaga non aiuta.
Non che voglia essere un bastian contrario, ma in questo post voglio parlare di "Michael Young (1915 - 2002) che è stato un sociologo ed economista inglese che certamente non può essere considerato un Profeta o chissà cosa altro del genere. Tuttavia, egli é colui che ha inventato il termine meritocrazia, e a dirla tutta, il significato che attribuiva alla parola nel momento della sua nascita, era molto diverso da quello che oggi comunemente intendiamo.
Young quando ha inventato quel nome, intendeva segnalare la meritocrazia come rischio, la vedeva come un fenomeno tale da generare una società ancora più problematica e addirittura conflittuale di quella che abbiamo già in questo nuovo medio evo.
Per il sociologo economista inglese, nel lungo periodo, alcune riforme fondate sull’eguaglianza delle opportunità (in particolare nel campo dell’istruzione) promuoveranno gradualmente una selezione sociale tutta orientata quasi esclusivamente sull’intelligenza funzionale (ma per chi è per cosa?).
Questa metodologia selettiva, trasforma gradualmente prima il sistema scolastico, successivamente l'intera società. In parte, con lo sfacelo continuo della scuola pubblica e la cura e attenzione che danno giustamente i ceti sociali più ricchi alla scuola privata, cosa sta iniziando già ad accadere?
Tutto parte dal fatto che la società ha bisogno di ristrutturarsi per motivi economici, si indirizzano pertanto i bambini verso scuole diverse, sulla base delle capacità individuali.
Gradualmente, in tal modo, la stratificazione sociale diventa sempre più divisa e legata ad un tipo di intelligenza meritocratica funzional economica, pratica, misurabile, ma strutturata intorno ad una organizzazione e gerarchia proprio del modello industriale.
Forse questo non é un sistema che per certi aspetti é già un seme piantato nella nostra cultura? Quali riflessioni equilibrate fare, senza cadere in alcun nuovo fondamentalismo?
Sta di fatto comunque, che tale scenario fin qui accennato, é esattamente il contrario di quanto si va dicendo in questo blog. Qui si predica la divulgazione massima alle più ampie fasce sociali, del concetto non solo di cultura, ma anche di divulgazione di appropriate tecniche che aiutino la consapevolezza delle proprie attitudini e potenzialità.
Qui si vuole invitare a riflettere sul che fare per creare invece una meritocrazia, ma che ci liberi dalle catene di menti contorte dovute a pensieri ed emozioni negative, a condizionamenti manipolativi, e che sia capace di insegnare a tutti ad essere soggettivamente capaci di gestire emozioni positive per orientarle al bene proprio e a quello comune.
Vedo tutto da indirizzare verso un fine che porti ognuno ad acquisire in maniera crescente e continua, una capacità individuale di monitoraggio e gestione sia dei propri pensieri e delle proprie emozioni, e dei processi della mente, per migliorare qualità di coscienza e consapevolezza.
La cosa divertente, é che Michael Young aveva scritto un libro contro la meritocrazia, e si è ritrovato invece ad essere considerato il suo teorico. Il suo concetto, è entrato nel vocabolario corrente e in quello politico con un’accezione positiva, ed è stato usato in modo acritico anche dalle forze politiche di destra, centro e sinistra! Quando si dice ... scherzo del destino!
Più che parlare di meritocrazia, bisognerebbe parlare di valutazione del talento soggettivo che va supportato. Tutto il problema che deriva dalla meritocrazia é uno solo, é quello che in questo modo, potrebbe nascere una società meritocratica profondamente basata solo sugli incentivi per gli individui al fine di indurli a competere.
Quanto sopra riportato, è un ottimo discorso per tutto ciò che è legato al libero mercato, ma non certo funzionale per far emergere talenti e persone consapevoli, certamente problematico per lo sviluppo dei modelli educativi, meno che mai poi il tutto lo si enfatizza, quando non si sanno e condividono con trasparenza scopi, fini e obiettivi da raggiungere. Che fare per non demonizzare o santificare la meritocrazia che tanti contributi può offrire se trattata con equilibrio?
Basterebbe anche solo far in modo che il merito non sia solo quello incentrato sulla competitività, e tutto forse potrebbe avere un suo senso diverso, facendo attenzione alle diverse sfumature della vita. L'importante é che si faccia di tutto per non cadere in nuove guerre fra guelfi e ghibellini. Il problema della forma di educazione, non é cosa da poco.
Solo il sapere rappresenta un criterio equo di selezione del valore individuale, e quindi occorre renderlo disponibile per tutti. In questo modo ciascun individuo sarà in grado di governare il proprio lavoro e i propri processi mentali. Questa è una prospettiva che concilia libertà e conoscenza, e lo fa per tutti, non solo per una ristretta élite tecnocratica.
Basti solo tener sempre conto che qualsiasi meritocrazia, si baserà sempre su precisi obiettivi che qualcuno decide all'interno di ogni ambito organizzativo, formativo, sociale, politico, religioso o economico che sia.
Conoscere e condividere obiettivi tra persone equilibrate, consapevoli e capaci di saper monitorare continuamente coscienza, mente, oensieri ed emozioni, nella meritocrazia deve essere contemplato.
Meritocrazia è una parola piena di implicazioni psicologiche, economiche, etiche e sociali, che impone una profonda riflessione da fare su precisi indirizzi da individuare, evitando di tergiversare sui possibili vari significati del termine, e non lasciarsi ingannare da una nuova medicina salvifica per tutto.
Per concludere cercando di non essere noioso: C'è qualche ideologia, fede o movimento politico equilibrato che trovi insano un approccio culturale che sappia valorizzare e far auto valorizzare l'individuo? È un danno orientarsi alla crescita dell'intelligenza emotiva e della psicologia della positività ramificata in ogni intervento educativo per ogni persona fin da bambino/a?

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