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domenica 15 giugno 2014

58 - Start up: cambiare vita e società

Caso è lo pseudonimo di Dio quando non vuole firmare (Anatole France)

                       

Nel corso della vita, abbiamo il potere di cambiare ogni evento non gradito. Oggi tra disagi, insicurezze, solitudini e condizione socio economica, le cose sgradite potrebbero non mancare per tanti di noi. Il tema centrale del cambiamento però, non sta nel desiderare vagamente qualcosa di nuovo per uscire dalla noia, e non basta il solo parlarsi addosso, o ipnotizzarsi davanti ad una tv nel dar ragione o torto a qualcuno che sbraita o si agita in qualche talk show.

In realtà, per tendere verso un nuovo vero corso personale e sociale, bisogna avere un 'idea di quello che si vuole come soggetto e come essere di una comunità. Successivamente, in modo lucido, è utile osservare la propria realtà, e poi è bene possedere sempre giusta energia per la volontà e la perseveranza di agire nella direzione prefissata. Agire in tal senso, possibilmente cercando di migliorare continuamente se stessi e il proprio comportamento in corso d'opera. Saggio su tutto, è il saper comprendere e ricordare, il reale potere che hanno le lezioni che ci arrivano dai nostri errori.

Sapersi districare tra consapevolezza, energia, intenzioni, motivazioni, progetto e azioni, è il segreto del vero cambiamento. Purtroppo, è in almeno una di queste vie che di solito spesso ci si perde, cadendo vittime delle proprie emozioni negative. Intanto un fatto è certo e su questo siamo tutti d'accordo: c'è sempre un conto da pagare per ogni evento o azione che ci riguarda. Il conto arriva sempre, indipendentemente dal fatto che una conseguenza sia percepita da noi come da causa diretta o indiretta, agita o subita.

Se nella vita non di decide mai un cambiamento mentre il mondo continuamente muta, anche questa è una decisione. In tal caso, restando con la mente fissi nel tempo crogiolandosi nelle proprie abitudini, non si saprà mai quando è in che modo affrontare le cose a tempo debito, e questo porta danni. Non decidendo, è il tempo da solo, che pazientemente stabilisce lui la data di quando noi dobbiamo essere costretti a mutare. Quando ciò accade, diviene alto il rischio di cambiare senza profonda consapevolezza delle cose che ci circondano, agendo per giunta senza un piano.

Subendo un cambiamento senza la capacità di accettarlo con equilibrio e intelligenza, vi saranno azioni con una visione parziale e confusa, si tenderà a decidere subito, in modo impreparato, e in maniera affrettata. Quando ad agire in tal senso non è una persona, ma addirittura un governo o la cultura di un popolo, allora il limite oltre il quale cadere nel baratro può essere facilmente superato.

Una classe dirigente incapace di agire nei giusti tempi non è di esempio al popolo, e condiziona negativamente programmi, strategia, tattica e qualità delle azioni. Lascia la società nell'egoismo, agevola ipocrisia e solitudine, non aiuta a dare spazi alle nostre risorse, umani, naturali e culturali. Tra l'altro, il modo d'agire, così negativo verso la vera apertura ai cambiamenti, porta certamente maggiori sprechi, classe dirigente iper protetta fuori dal mondo reale che si auto riproduce, ulteriori problemi sociali, e umiliazioni varie in vari strati di popolazione

Se non vi è una una cultura diffusa di consapevolezza del qui e ora nel privato e nel sociale, non si può creare una visione di ciò che si desidera. In tal caso, la coscienza perde il quadro d'insieme del tutto. Quando non vi è strategia, è come navigare senza mappe e senza conoscere il cielo e le correnti dei mari. Almeno un metodo ognuno di noi lo deve avere nell'affrontare il mondo. In Italia, non amiamo i cambiamenti. Troppe menti prediligono il torpore e la parola che evoca forti emozioni per fare finti sonni tranquilli. Fare grandi leggi per non cambiare nulla, rassicura ogni persona media che ha qualcosina da perdere, ma protegge sempre qualcuno, che in cambio accumula senza scrupoli.

Tutti puntiamo ad avere una vita felice e siamo convinti che le scelte che facciamo siano per noi a fin di bene. Anche le persone più cattive, sono convinte di agire nel modo che agiscono, perché pensano che non vi siano altre scelte possibili per il loro bene. Il punto è proprio qui, se si agisce solo per il proprio bene, tecnicamente parlando, le scelte cattive sono sempre più probabili. 

Il motivo? Ma perché il pensare solo al proprio bene, a volte il mondo non basta, e sensibilità, intelligenza e cuore, non utilizzano bene gli ingranaggi che li fanno agire insieme. Anche annullare del tutto il proprio bene chiaramente è un male. Anche questa visione nasconde incapacità di leggere le sfumature della bellezza della realtà per quella che essa è. Nella ricerca dell'equilibrio vedo la giusta via. 

Il nostro Paese conta tanti perbenisti ipocriti, parecchi privilegiati senza fama e senza gloria che si mescolano a veri  iper protetti più o meno famosi. Una moltitudine ampia di nullafacenti presuntuosi, oscura tanta gente di buon cuore e intelligenza relazionale ampia. Quasi ogni italico cittadino, è un vero maestro di qualche "strumento". Ognuno sa come funziona un'orchestra. Peccato anche che, ognuno spera di far fuori prima o poi il direttore d'orchestra mentre egli pensa per sé alla sua gloria. Sopra ogni cosa, un buon bicchiere di vino, e dopo un bel pranzo o cena, tutto passa.

Cambiare in Italia non è affatto cosa semplice. Guardare fuori dalla nostra finestra, lo si fa tanto per fare. Il più delle volte, lo si fa per poi dire quanto sia meglio qui. Sarà anche vero, anzi, è sicuramente così. Ma per chi e su cosa in particolare? Qualità della vita? Sicurezza? Scuola? Politiche fiscali? Servizi pubblici e sociali veri? Cosa? 



Alcune domande per partire da dal cambiamento di ogni singolo

Quanta importanza ha una cultura orientata all'educazione della ricerca dell'equilibrio tra sé, altro, etica e morale? Attraverso la percezione di quale realtà, elaboriamo un pensiero o un giudizio per decidere? Qual è il nostro metro di misura di ciò che è bene e ciò che è male per decidere un cambiamento?

Etimologicamente le parole etica e morale, derivano una dal greco e l'altra dal latino. Esse non hanno il medesimo significato. Etica deriva dal greco"Ethos"a cui possiamo collegare il significato di "abitudini, costumi". Morale invece deriva dal latino "mos, moris"ed ha come significato "modo d'agire in senso comportamentale". Educazione e cultura di ogni cittadino, in un mondo in continuo mutamento, hanno una importanza strategica per una persona, un'economia e uno Stato? Domanda retorica.

Si può affermare, che se l'etica riguarda qualcosa di noi riguardo il mondo della riflessione e della consapevolezza, la morale riguarda evidentemente il comportamento visibile più o meno consapevole. Mi sembra tuttavia evidente, che i due temi siano tra loro interconnessi. L'etica riguarda il modo di pensare e tutti i valori presenti nell'individuo che egli utilizza nei confronti della vita, mentre la morale, si rapporta anche alla cultura dei valori e dei comportamenti acquisiti dalla propria comunità di appartenenza. La nostra cultura potrebbe essere di grande aiuto, ma è il nostro modo di pensare che deve assolutamente orientarsi alla mutevolezza dei tempi.

L'etica di tutti gli imprenditori e camorristi che hanno avvelenato gran parte della Campania, nasce dalla logica del profitto da parte di tutti i conniventi che vi hanno partecipato. I valori e la morale sono solo annebbiati dalla mente ipocrita da parte di tutti, politici inclusi. I morti per questa gente, lasciano il tempo che trovano, basta solo non pensarci! Chi è il cattivo, si confonde tra la gente comune di quei luoghi che non ha mai saputo ribellarsi con forza e determinazione. Da dove partire se la cultura prevalente consiste sulla pratica dell'ipocrisia diffusa, e nell'illusione?

In occidente, non vi è dubbio che la Morale Cristiana influenzi tutta la nostra cultura, ma anch'essa, considerando i risultati nei tempi nei quali viviamo, quali esempi offre nel bene e nel male nella nostra storia recente? Se l'origine morale cristiana è alla base della nostra cultura, e vari monsignori e alti prelati si distinguono per bassa moralità, la nostra cultura moralista senza morale, quali vie indicherà nell'economia, nella vita della persona e nella società?

Come modifica il nostro pensiero quanto accade? Come sta interagendo con le altre culture la nostra, nell'era della globalizzazione? Una società per cambiare, ha bisogno di singoli che innanzitutto sappiano auto osservarsi. Diversamente, il concetto "cultura della gente", cosa vuol dire?

L'Etica, visto che si sviluppa tramite il ragionamento, bisogna che si inizi a ragionare partendo dal buon senso più che dai massimi sistemi. Partirei dall'etica, poiché credo che debba essere lei a regolare la qualità e i contenuti veri della morale condivisa. Credo in pratica che debba essere l'etica a definire la morale, tenendo conto anche dell'importanza dell'azione che serve per trovare pace in noi, nelle nostre relazioni, tra i popoli. Questo, in particolare ora, che siamo in una fase di globalizzazione delle culture. 

Ma si riesce almeno a definire ciò che per tutti (o la maggioranza) è Etico? Fin da bambini, quali strumenti scientifici educano alla consapevolezza? Dobbiamo in tenera età imparare ad osservare la realtà della nostra mente, la realtà che ci circonda, come non attaccarci alle cose pretendendo pure che esse non cambino mai.



Grande nel bene e nel male

L'economia, regola molte cose e stabilisce il rapporto con la paura del futuro e il soddisfacimento dei bisogni e dei desideri del presente. Il famigerato mercato, è per forza di cause maggiori un nemico di una condotta etica? L’armonia o la dissonanza fra i sistemi di valori morali e le regole di una economia di mercato possono portare a grandi benefici o a danni irreparabili dice l'economista Friedman. In Italia ne sappiamo qualcosa se pensiamo alla nostra classe dirigente.

Ecco un altro motivo del perché la cultura deve essere il più allargata possibile a più ampi strati sociali possibili. Ecco anche il perché essa deve essere profonda, capace di far trovare il neglio in ognuno, e basarsi sulla vera solidarietà non teorica e/o solo ideologica. Tutti dobbiamo sapere fin da piccoli, che  se cambia il "sistema operativo" della mente, cambia la realtà.

La maggioranza di noi, i grandi errori che commette nella vita, li fa perché ignora volentieri che tutto ciò che è grande, comporta di conseguenza anche grandi vittorie o grandi sconfitte, e di conseguenza sempre grandi rischi. Se si ambisce al grande, grande è tutto, sia il bene, sia il male che ne deriverà. Lo tesso dicasi per la mediocrità.

Senza grandi idee, valori e progetti, tutto diventa limbo tra l'essere morti viventi e piccole persone mentre il tempo rende mediocri le cose quotidiane. Politica ed economia possono cambiare se e solo se, consapevolezza e ragionevolezza in ogni persona, prendono il sopravvento quanto prima su egoismo, edonismo e giustizia.

Uno Stato di grande valore e di grande spessore, non lesina mai nella cultura nei suoi piani economici. Non generalizza, non offre esempi di degrado morale ed etico. Se fa diversamente, la nazione sarà uno Stato ingiusto, dove solo furbi, delinquenti e protetti in vari modi, produrranno la sola classe dirigente. Quel tipo di classe dirigente si auto produrrà. L'individuo non protetto da contratti nazionali, lobbies, partiti, chiese, sindacati ecc cosa può fare oltre che sentirsi solo?

Ad esempio, esistono evasori e debitori in difficoltà verso lo Stato. Ma questo, bisognoso di denaro (un po' per avidità, un po' per sprechi, un po' per follia di comportamenti condivisi per soddisfare le ingordigie dei poteri forti) tratta tutti i cittadini in difficoltà come evasori da colpire spesso in modo irrazionale. Si fanno condoni ai capitali portati all'estero da speculatori e mafie, e si tratta tutti allo stesso piano come evasori, ladri e truffatori incalliti, dove inizia l'etica di chi, e cosa vuol dire morale?



questioni di comuni mortali

Nella vita può capitare con grande facilità, che si perda qualcosa verso cui si è legati. Ciò può essere denaro, qualcuno/a di caro/a o una posizione sociale. In tal caso, è il dolore a prendere il sopravvento. Con la sofferenza, la mente si perde e quindi anche la lezione che ne deriva si annebbia. Che fare?

I comuni mortali non protetti da lobbies ecc, devono imparare a proteggersi da soli e vedere in questo, una grande opportunità per essere persone vere, e in grado di dirigere nuovi cambiamenti sociali. Diversamente, si diventa solo spettatori di qualcuno che ama essere seguito per la sua gloria personale. Cambiando la nostra mente, cambia la realtà. Tanto per iniziare, cambieranno le nostre scelte e di conseguenza la nostra classe dirigente. Non bisogna arrendersi, arrendendosi si fa solo il gioco dei protetti e degli opportunisti.

Perdere è una lezione. A volte è un peccato perdere qualunque cosa o persona, e a volte cambia così tanto la vita, che se non sai vederla nel giusto modo. La perdita, può anche non essere vissuta con giusto equilibrio. In tal modo danno su danno portano la vita ad essere un inferno. L'inferno di uno o più di uno per cause di partenza simili, crea una rete di interdipendenza di inferno. Conosco molti piccoli imprenditori, persone e famiglie che sempre di più, dal limbo passano al purgatorio, e illudendosi del paradiso, pian piano cadono in un inferno. 

Uscire assolutamente da questo vortice è importante. Non contare sull'attuale classe dirigente è fondamentale. Impegnarsi nella ricerca dell'equilibrio e nella via di mezzo è un assioma. Dice un proverbio cinese: se hai bisogno di aiuto, inizia a dare importanza alle tue mani.



Tra pilastri e semplici banalità per partire da noi.

L'autorealizzazione ad ogni livello richiede Attenzione, Ricerca dell'equilibrio nelle cose più misere e più grandi, Rispetto per sé, Rispetto per gli altri, Responsabilità consapevole per tutte le azioni. Questi ragionamenti guida, sono i cardini dove tutto il mondo gira. Sono anche i pilastri della pace interiore, relazionale e sociale. Non solo, aiutano anche a dare una grande energia alle nostre vere attitudini. Il fatto è un altro, ad averceli questi pilastri! Ma si può, volendo tutto si può. Basta essere convinti e determinati.

Sperimentare con raziocinio e buon senso, o seguire il cuore e non si sbaglia. Seguire mode, pregiudizi e affrontare qualsiasi approccio con superficialità crea danni. Ognuno può sempre trovare la sua via per comprendere e consolidare i pilastri menzionati. 

Lo scopo ultimo per seguire il vero potenziale in sé (a tal proposito, vedi anche post 57) c'è in natura in ognuno di noi, ma deve essere coltivato come fanno i contadini. Per il resto è bene sapere che per ogni luogo che esiste davvero, di fatto vi è sempre anche una via che ci porta.


I segreti della fortuna per governare i cambiamenti e non subire i condizionamenti (concetti semplici, ma difficile da mettere in pratica a causa del desiderio)

- Non ottenere ciò che solo si desidera, a volte può essere in realtà un colpo di fortuna. 
- Eliminare il superfluo per entrare nell'essenza delle cose con creatività e intelligenza propositiva.
- Evitare di permettere a piccole dispute di distruggere una grande amicizia.
- Agire per correggere le proprie azioni quando si scopre di aver commesso errori
- Dedicare con cura del tempo in solitudine.
- Aprirsi ai cambiamenti, senza mettere mai in discussione i propri valori.
- Trovare nel silenzio la risposta migliore.
- Creare un clima di amore e stima negli affetti e con gli amici
- Non rifarsi al passato nelle disputerà
- Condividere la propria conoscenza.
- Aprirsi a tutte le culture senza perdere mai la propria identità 
- Saper guardare al proprio successo in funzione di quello a cui si è dovuto rinunciare per raggiungerlo.

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