E' bene riflettere sulle cose che possono farci felici: infatti se siamo felici abbiamo tutto ciò che occorre; se non lo siamo facciamo di tutto per esserlo. Epicuro
Appena un neonato entra in contatto con questo pianeta, fanno parte del suo bagaglio iniziale tre emozioni fondamentali che lo mettono in comunicazione col mondo appena contattato. Le tre emozioni definite "innate" dai nostri scienziati, pare che siano paura, amore e irritazione.
Man mano che passa il tempo, l'infante nei suoi primi cinque anni di vita, lentamente acquisisce altre emozioni fondamentali quali ad esempio vergogna, ansia, gelosia, invidia e ogni rispettivo contrario. Intanto, l'evoluzione delle emozioni, consente alla nuova vita di comprendere in modo sempre più preciso la differenza che esiste tra il suo mondo interno e quello esterno che lo circonda.
Il processo di adattamento in tal modo fisicamente e psicologicamente procede! Prima o poi, si porrà la domanda come mai su questo pianeta e quale sia la sua missione. Intanto, impara nel frattempo a capire naturalmente il concetto brutale di "tornaconto", e così intorno al sesto anno di età, egli o ella che sia, per pura e semplice convenienza, é capace di mascherare le proprie emozioni e manifestare quelle che altri si aspettano da lui. Prima lezione di vita!
Successivamente, a questo punto del suo sviluppo, inizia poi ad apprendere a controllare le emozioni, in particolar modo quelle socialmente ritenute sconvenienti. L'insegnamento basato sul premio e sulla punizione, cambia solo di cultura in cultura. Ognuno in ogni angolo del mondo, giorno dopo giorno, in un modo o in un altro, nel bene e nel male, senza rendersene proprio del tutto conto conosce sempre meglio la parola amore o il suo contrario. Le lezioni continuano.
Un giorno saprà poi meglio definire tutto ciò, il senso è il significato che darà a questo amore, dipende da tanti fattori, cause e condizioni più disparate. La cultura inizia a dare i suoi diktat. Processi mentali interiori elaborano man mano il proprio e l'altrui mondo, le proprie e altrui azioni, le proprie e altrui cose. Ognuno lo farà a modo suo.
La personalitá prende forma. Ogni scultura mentale e fisica prende un suo indirizzo di destino sempre più preciso nel tempo. Da questo momento in poi, il tipo di cura, il clima familiare e le condizioni socio economiche di partenza, delineeranno i segni dei contenuti comportamentali del suo futuro prossimo.
Per cambiamenti continui e per frequentazioni diverse, cause e condizioni interne ed esterne, nel corso dell'esistenza, fanno si che tutto nella mente continuamente muti, evolve o involve, e mentre qualcosa si consolida e diventa convinzione profonda, qualcos'altro evapora nel nulla o viene fintamente dimenticato, depositandosi invece semplicemente nel grande magazzino detto inconscio.
Cosa fa la nostra scuola? Nel mondo contemporaneo, quale supporto hanno le diverse forme di famiglie esistenti? Quanto importante sarebbe far apprendere ai bambini i segreti della conoscenza delle propria mente per imparare a trattare con arte emozioni e pensieri?
Queste riflessioni, non devono forse iniziare a far prendere in mano il bilancio dello Stato e far cominciare davvero a pensare ad un investimento nel futuro PIL di una nazione lungimirante?
I modelli educativi di base, devono contemplare come disciplina fondatale di studio a se, "l'arte e le tecniche dell'osservazione e monitoraggio dei propri pensieri ed emozioni, per imparare a conoscere tecnicamente se stessi, il proprio potenziale, le proprie attitudini e il controllo delle proprie azioni". Approcci, tecniche e metodi scientifici mettendosi al servizio della persona fin da bambini, aiutano il pensiero positivo, lo sviluppo equilibrato, la coscienza individuale e sociale.
Per approfondire meglio questo concetto, facciamo una classifica delle emozioni al fine di comprendere meglio l'importanza di questo misterioso mondo così tanto bistrattato o vissuto solitamente in maniera abbastanza irrazionale. Uno psicologo statunitense morto nel 2006 di nome Robert Plutchik, è stato autore di varie ricerche sullo studio delle emozioni, egli ne individua otto primarie e le aggrega in quattro coppie così organizzate:
1) rabbia e paura
2) tristezza e gioia
3) sorpresa e attesa
4) disgusto e accettazione
Se vogliamo considerare queste emozioni come base di riferimento, l'educazione alla consapevolezza delle proprie risorse e potenzialità, quali tradizioni hanno nel nostro paese per insegnare ad allenare la consapevolezza, la presa di coscienza e come trattano culturalmente la gestione che la mente deve avere della rabbia, della paura, della tristezza, gioia, ecc?
Riconoscere le coppie sopra organizzate da Plutchik e saperle gestire con cura, responsabilità e attenzione in direzione di un sogno e di un proprio progetto, quanto valore aggiunto avrebbe da ciò un'economia? Quanto ne avrebbe la pace?
Altri studiosi della mente hanno proposto altre emozioni ancora con una diversa suddivisione. Cambia poco per il messaggio che si intende dare in questo post, ma non poco su altre riflessioni da fare sul piano filosofico, pedagogico, psicologico, sociologico ed economico.
Vediamo meglio il perché. Secondo vari altri studiosi della psiche, dalla combinazione delle emozioni primarie derivano altre (secondarie o complesse) che sono:
l'allegria, la vergogna, l'ansia, la rassegnazione, la gelosia, la speranza, il perdono, l'offesa, la nostalgia, il rimorso e la delusione. Quanti risvolti hanno queste emozioni? A parte il definirle in modo più o meno esatto, quanto importante é imparare a trattare la materia mente in genere? Sia in occidente che in oriente, abbiamo metodi e tecniche appropriate ma non sempre ben adoperate in modo scientifico.
Abbiamo molti critici su queste mie considerazioni, molti pensano che le emozioni debbano essere vissute e basta. Ma così nasce solo più facilmente l'alessitimia che è ció che definisce l'incapacità o l'impossibilità di percepire, descrivere e verbalizzare le proprie o le altrui emozioni. Questo non lo trovo un bene per nessuna cultura, fede o tipo di economia.

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