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sabato 10 agosto 2013

11 - dare senso alla vita

Quando la scienza e la ragione non ci possono aiutare, solo una cosa può salvarci: la nostra coscienza. Perciò abbiamo bisogno di un'ecologia dell'anima. (Mikhail Gorbachev)


L'unità 

L’enigma teorizzato nel 1964 da Peter Higgs, trova soluzione nel 2012 attraverso gli esperimenti condotti presso il CERN di Ginevra. La conferma che si ottiene, è l'esistenza di una particella che assegna una massa a tutte le altre, affidando ad esse la base per l’esistenza di ogni forma di materia. Piccola domanda: quali cause e condizioni hanno permesso la nascita di questa particella?

L’enorme grandezza dei risultati ottenuti nella rivelazione di quest’altro punto del misterioso pianeta vita riguardo la galassia di questo universo, ha portato l'immaginario dei più, a vedere la scienza come una sorta di viatico, che in tal modo avvicina ancor più l'uomo e il "divino", o addirittura l'uomo al "divino". Tuttavia, parliamo solo di una piccola parte del tutto a sentire gli scienziati.

Qui navigheremo per mari dell’infinitesimamente piccolo, ma con grandi ponti che ci portano ad avvicinare anche l'infinitamente grande. La domanda dell'uomo è sempre la medesima: se c'è, quale è l'origine e la scintilla della vita? Il se vi sia o meno un inizio non è domanda da poco, ed è anche strettamente legata a quella che stabilisce se vi sia anche una fine.

La particella scoperta, per tanti scienziati è vista come l'alba generatrice di nuove intuizioni e base di lancio per nuovi percorsi di ricerca. Anche se ancora in maniera primordiale, è chiaro che l’uomo ha fatto un altro passo in avanti in uno dei tanti tunnel della conoscenza. 

Attraverso tale scoperta, si è preso contatto con l'approccio alla genesi della materia? Di certo si continuano a scrutare nuove prospettive della conoscenza, e a guardare scienza, mente e spirito, con lenti sempre più raffinate. Quel che sempre sorprende, é che tutto ciò pare essere solo un nuovo punto di partenza. Questo è il lato entusiasmante della scienza.

A parte il grande enigma risolto (che non è per niente cosa da poco), da qualche tempo conosciamo altri prodigi che riguardano l’affascinante mondo dei mille segreti delle cellule e il loro rapporto con la vita e la morte. Sappiamo ad esempio, che ognuno di questi "semi" (cellula), è un’unità biologica che ha una sua entità in grado di assumere nutrimento per trasformarlo in energia pura per ogni forma di vita. Da dove giunga il primo seme, comunque sia, questo ancora non è dato sapere. 

Sempre più inizio a convincermi che non esiste un primo o una fine. Materialisti, scienziati e in differente modo, religioni e filosofie di ogni dove, hanno tutti una cosa in comune: dal nulla può solo nascere nulla, e tutto ciò che esiste, se esiste, é sempre intercorrelato a qualcosa.

Quest’unità di base a noi nota sempre con un nuovo nome che ci indica una cosa sempre più minuscola e invisibile ai nostri occhi, diviene ora azione che tramuta le cose e le armonie della vita non solo umana. A partire dalla fisica quantistica in poi, il mondo, le galassie e gli universi, le loro rispettive leggi e la conoscenza dei loro segreti non sono più gli stessi. 

Non è tutto, sulla terra, esistono delle "micro cellule" che contengono in se tutto il patrimonio delle informazioni necessarie per agire, costruire forme, e anche per riprodursi. Queste unità biologiche, sono in pratica la quintessenza di un mondo impalpabile della nostra galassia. Ciò che si crea e si trasforma, inclusi noi, parte da loro, da queste piccolissime cellule. Veniamo da loro, essi sono i mattoncini di base di cui anche noi siamo composti! É così anche in qualche altra galassia o universo?

Le cellule hanno varie dimensioni, assumono differenti forme in funzione dell’ambiente in cui vivono. Si danno un ruolo ruolo “sociale” che si assegnano nel corpo da loro stesso concepito. Si danno compiti e strategie complesse e funzionali. Comunicano tra loro con una perfezione straordinaria, interagiscono senza sosta. Tutto ciò, … nel bene e nel male; nella salute, nella malattia e anche dopo la morte in modo diverso e per altri fini.

Esse danno esistenza nel mondo del reale a quel che plasmano. Allo stesso tempo, viene anche un momento che ciò che esse hanno plasmato, lo accompagnano poi dolcemente o con dolore verso la dipartita (del corpo all'interno del quale hanno realizzato un loro ciclo). Con la medesima perfezione che si richiede a una compiuta sincronia tipica di un passo a due di una danza studiata e provata mille volte, questa infinitesima materia tutto realizza.

Mentre viviamo nella nostra beata incoscienza, disturbando il meno possibile, in silenzio e con discrezione, dentro di noi, ogni secondo che passa, milioni di queste minuscole cellule nel frattempo ci abbandonano e trapassano. 

Il fascino sta lerò nel fatto, che altrettante continuamente di nuove, con nuova vita ne nascono. È così che quotidianamente, giorno dopo giorno, beati inconsapevoli di questo miracolo, in tutt'altro affaccendati, noi semplicemente viviamo per il tempo che proprio loro programmano per ogni copro da noi percepito come unico e irripetibile. 

Tutto esiste nel tempo di una vita, fino a quando nello stesso corpo, ognuna di queste unità, con programmi e tempi diversi l'una dall'altra, nasce, assume la sua funzione, collabora, si sviluppa, matura, decade e muore. 

In tal modo, smettendo e riprendendo ogni volta il legame con altre, trasforma continuamente tutto. Quando i legami tra tutte loro si perdono per mancanza di energia, s’interrompono vecchi processi per infiniti motivi. Ma quando tutto finisce cosa esse facciano è un altro dei milli misteri della vita, a cui ogni cultura dice la sua.

Il corpo da loro creato che mantengono in vita attraverso il lavoro della loro esistenza, in questo modo lentamente muta e poi si disintegra. Da qui iniziano tanti nuovi cicli non più uniti a quella specifica precedente esistenza terrena, che una volta finita, diventa altro rispetto alla precedente per una nuova esaltante esperienza in un'altra forma. Quale?


Dall'unità al corpo visibile

Nella nascita di un corpo umano, non tanto per fatal combinazione, capita che due piccolissimi mondi di due diversi corpi di genere differenti, s’incontrino e diventino "uno" che poi man mano diviene singolo embrione. La meccanica è la stesa per ogni cosa esistente nella natura terrena.

Prima magia. Inizia da qui un cammino e sarà quel che sarà; in tal modo le due cellule diventate uno, si sviluppano se vi sono cause e condizioni favorevoli. Nel tempo, continuamente, tutto tacitamente muta in un grembo di una dei due corpi originari che ha permesso la loro unione. 

È così, che quell'embrione "ex due cellule", protetto dal corpo da dove tutto ha avuto inizio, si moltiplica al suo interno e diventa sempre continuamente altro mentre il prima muore.

Un giorno, separandosi dal mezzo che con amore e vera ingegneria genetica l’ha nutrito e protetto, questo “tutto”, all'occhio di ogni umano, si esprime come nuova presenza visibile, assumendo nuova forma a sé. 

Anche se ognuna di questa nuova presenza avrà un suo nome proprio, tutti seguiranno in tempi diversi, la legge della vita di tutte le cellule esistenti in ogni forma e materia. Nascita, sviluppo, maturità, vecchiaia e dipartita. Vediamo ora l'agglomerato delle cellule umane.

Questi semi di base iniziali dette cellule, sono state causa del nuovo essere appena nato. Non contente del lavoro fin qui fatto, protraggono ancora sempre nuove configurazioni tra loro. Così continuando, in armonia con suoni, silenzi, profumi, male odori e rumori, perpetuano il loro programma. 

Rispettando le leggi del loro cosmo vitale, nel tempo costruiscono e distruggono un nuovo universo col loro lavoro e i loro legami. Tutto perennemente si trasforma in qualcosa di sempre nuovo.

È attraverso queste circostanze che ogni cosa quando prende la nuova forma assunta, per dare un valore alla sua opera, fa si che un organo come il cervello, autonomamente s'inventi anche un'entità "astratta" chiamata mente. Ma questa ha un passato? 

Questa, determinerà poi nel corso della vita di essere umano, esattamente la colonna sonora (fonte di emozioni e principi di pensieri e azioni); sceneggiatura (impianto centrale del mondo percettivo e dei processi cognitivi di base che conducono dritti alla socializzazione); regia (cause e condizioni di partenza) e coreografia globale (armonia e intelligenza sociale) del format che rende unico ogni essere.  


E ora tutti in scena. Si passa alla vita sociale.

Qui la cellula che voglio consuderare ora è la persona, e la società con una sua cultura è una parte di un corpo unico chiamato umanità. Colui o colei, che già mille metamorfosi ha attraversato prima di entrare in scena e apparire nel mondo, una volta presentatosi al nostro cospetto, imparerà il suo copione e stabilirà pian piano nel tempo, come meglio recitare il suo personaggio per ciò che ritiene giusto per il suo bene. In pratica, una cellula con una propria vita!

Questa nuova vita visibile ai nostri occhi, come manifestazione di essere corporeo e mentale, occuperà uno spazio piccolo o grande che sia in qualche famiglia. Poi se tutto procederà senza interruzioni brusche per scherzi della vita o incidenti del destino, come natura richiede, egli o ella, sarà sempre più nel tempo, membro affermato o meno di una comunità. 

Infine  ... si modificherà ed entrerà come “cellula” di un preciso corpo chiamato società di appartenenza. In un tempo a disposizione, nel bene e nel male realizzerà un suo piccolo grande disegno in una qualche comunità di suoi simili.

La persona fin qui maturata nei suoi diversi ruoli legati al suo sviluppo, sarà quindi figlio dei suoi semi, pertanto sarà stato bimbo, poi giovane, e lentamente avrà percorso l'età adulta, prima di decadere lentamente e accorgersi del tempo che lo guida. Dopodiché, terminerà qui il suo spettacolo; e uscirà di scena con la sua maschera. 

La sua materia sarà poi altro per altri viaggi. La fine che farà la produzione della sua mente, delle sue parole e delle sue azioni, è argomento di altri misteri della vita umana, poi eventualmente si vedrà. 

Durante il cammino della sua esistenza, in un continuum evidente, questa persona è a un certo punto una cellula sociale che recita sempre una parte in ogni dove. Al momento che è nel retroscena, soddisfatto o meno che sia del personaggio che ha incarnato, non è dato sapere. Se poi da solo nel suo camerino, senza trucco e costumi, sia stato/a mai consapevole del tutto riguardo cosa e chi egli o ella realmente sia, anche questo, qui non è dato sapere. 

Molte sono le ipotesi umane su un futuro riguardanti la sua sola carne e le sue sole ossa terminata la sua recita. Per la gran parte degli spettatori, delle comparse e dei compagni di scena del suo teatrino, nel tempo, chi prima chi dopo, tutti saranno solo labili testimoni della sua non più esistenza almeno in quella forma. In questo modo, più o meno lentamente si perderanno le sue tracce su questa terra.

Gli attori e le attrici, sia quando sono in scena, e sia quando non lo sono, per esigenza di leggi naturali, prendendo esempio dagli originari mattoni della vita che li hanno costruiti, inconsapevoli o meno di esistere in questa complessa dimensione umana, sono costretti a interagire con altri simili in milioni di modi possibili. 

Proprio come il pullulare della vita di tutte le cellule, creano e modificano sempre nuove comunitá. Libero arbitrio, cultura, percezione, cause e condizioni, dettano i risultati della “legge” che li guida per creare e momentaneamente mantenere la qualità di vita, e la forza del legame interattivo di tutti gli esseri che decidono di condividere un loro spazio con una propria architettura strutturale e sociale. 

Tante di queste cellule sociali, prese solo dalla loro parte da recitare, raramente succede che percepiscano tutti gli “altri” come gente che ha fatto il loro stesso cammino. Il fatto affascinante della vita, è che tutto ciò che accade sul palco delle nostre esistenze sociali. 

Ognuno è collegato in contemporanea in un suo tempo e in modo quasi impercettibile e discreto. Tutto ciò accade con ritmi standard in ogni corpo … tutto procede instancabile con cellule biologiche che compiono il loro programma nel corpo creato per condurlo alla sua fine del suo ciclo. 

Peccato che più di qualcuna delle cellule sociali (persona), a causa dei capricci della sua mente, dimentichi spesso che egli non è i vari personaggi che recita nelle differenti commedie dei diversi palchi. Non di rado purtroppo, ci si distrae, e si perde di vista che lo spettacolo fa perdere la dimensione d’insieme del tutto. 

Si ignora spesso in pratica che essendo una sommatoria di "mattoncini" il fatto sostanziale, sta che tutti veniamo e percorriamo la stessa legge della natura di tutte le cose. Non siamo essere superiori a nulla e a nessuno. Siamo solo un aggravato diverso nel film della vita su questa terra.

Siamo non solo attori ma anche agglomerato di cellule, e non sappiamo sempre vederci per quello che non siamo visibilmente e materialmente. Spesso in scena si perde la visione d'insieme; in camerino (da soli con se stessi senza il doversi far apprezzare da pubblico), si tende a stare il tempo che serve (meno possibile). Ci ricordiamo e diamo importanza solo al momento che siamo dietro le quinte prima di un'azione, in attesa del momento dell’applauso o con la paura dei fischi. Quando si esce poi di scena, l'attore più triste, è colui che vive di soli ricordi

Più cellule sanno ben comunicare e interagire tra loro, più esse sanno trattare quelle non in armonia, meglio riescono a condividere funzione ruolo e compiti, più il corpo é ricco di legami robusti e sani. Più   il tutto è in armonia, più questa può definirsi una persona viva! Più persone sanno condividere funzione ruolo e compiti, più la società é ricca di legami robusti e sani. Più questa può definirsi una comunità dove il tutto è in armonia! 

Tutto interagisce, tutto l’interno all'uomo e tutto al suo esterno; tutto interagisce fra diversi interni di ogni singolo con il mondo che ci circonda. Il mondo siamo noi come lo creiamo. Noi nel bene e nel male siamo la nostra pace e la nostra guerra.

Nel nostro involucro, ogni cellula ha la funzione di lavorare in armonia con altre per il suo e altrui bene, e come ogni cosa nella vita, già sa che essa nasce, si sviluppa, matura, invecchia e muore. Contemporaneamente, ognuna di queste unità di base biologica, dà e riceve ogni forma di energia dal resto delle cellule del corpo di cui tutte sono parte. Il corpo in questo modo é sano e in equilibrio, ed é così che garantisce e facilita a tutte le altre il flusso energetico vitale. 

In modo diverso, se i più iniziano a ostacolare i processi ... il corpo muore semplicemente prima. Come dire, non è sufficiente che ogni attore conosca solo la sua parte, è bene che conosca tutto il copione e che sappia anche come condividerlo. Solo in questo modo, tutto rende il totale unico ed equilibrato, per sentirsi apprezzati ed essere stimati. In genere le cellule avendo la funzione principali di mantenere in vita sia se stesse, in tal modo ognuna mantiene l'organismo di cui fa parte. 

In ogni società, siamo tutti minuscole cellule in continuo mutamento di un corpo in perenne divenire. Esserne consapevoli, ci fa anche apprezzare il corpo nelle sue diverse forme, funzioni e potenzialità. Da sempre esiste un legame tra uomo e suoi simili che ha condizionato e ancora influisce la storia dell’umanità. Ogni tanto c'è ne dimentichiamo, e tanto per darci un nuovo equilibrio, facciamo una guerra per movimentarci la vita e le sue leggi razionali o sconsiderate che siano. 

Ora, dopo tante commedie e film di guerre, lotte, ma anche di evoluzioni umane incredibili, conquiste culturali, scientifiche e tecnologiche, oggi il fine dell’uomo, può anche iniziare ad essere più ricco e foriero di nuova profonda consapevole evoluzione.

Domanda:. Avendo più strumenti di lettura e diversi tra loro, può l'uomo riuscire a individuare e condividere alcuni elementi essenziali che possano creare un corpo sociale più solido e stabile a livello globale? Possibile. Di questo vorrei occuparmi approfondendo in seguito, lo svolgere del filo conduttore di questo pensiero.

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