Pagine

domenica 4 gennaio 2015

88 - solitudine tra caos e armonia

La solitudine (il silenzio, suo stretto parente, bisogna imparare ad ascoltarlo. Il silenzio non esiste) non esiste; nel senso che la solitudine non consiste nello stare soli, ma piuttosto nel non sapersi tenere compagnia. Chi non sa tenersi compagnia difficilmente la sa tenere ad altri. Ecco perché si può essere soli in mezzo a mille persone, ecco anche perché ci si può trovare in compagnia di se stessi ed essere felici (per esempio ascoltando il silenzio, stretto parente della solitudine). Ma il silenzio vero non esiste, come non esiste la vera solitudine. Basta abbandonarsi alle voci dell'Universo. (Fabrizio de André)

   
     
Cause, effetti e condizioni esterne, sono il filo conduttore intorno al quale bisogna porre attenzione e responsabilità per saper leggere meglio il "caos" della realtà, il bisogno di controllare la propria esistenza e la solitudine. Ma con ció, non vuol dire che tutto possa essere prevedibile e tenuto sotto controllo. Ecco perché non sempre sappiamo leggere con serenità la legge del caos.

Nelle cose della vita, occorre bravura per sapere ció che si può controllare e cosa no, verificando bene e con attenzione il ponderabile se e quando possibile. Ci vuole stabilitá, pazienza e intelligenza quando ci colpiscono fenomeni ed eventi incontrollabili. In tali circostanze, si richiede saggezza nel sapersi barcamenare con equilibrio tra ponderabile e imponderabile, per non perdere la visione d'insieme.

In ogni persona e cultura è sempre presente un accadimento non benvenuto. In qui casi, invece di pensare al destino, basta sapere che ogni accadimento è figlio di una conseguenza di una azione precedente. Questa consapevolezza ci aiuta a non perderci facendoci maledire le cause esterne quando qualcosa ci va male. 

Non solo, questo approccio, ci aiuta anche a migliorare i rapporti sociali e relazioni interpersonali in ogni ambiente, in modo equilibrato, nel bene e nel male. Basti pensare a quanto importante sia, saper riflettere prima di parlare, tanto per fare un esempio. Tale accorgimento, aiuta a comprendere il caos.

Nella vita di ognuno di noi, esiste di fatto una sorta di flessibilità meglio riconosciuta come libero arbitrio, questo nobile concetto, è dovuto proprio al fatto che noi viviamo in una costante zona di indeterminatezza dove è complesso prevedere l’esatto risultato delle azioni che possiamo intraprendere, o avere subito coscienza di quelle che abbiamo solo da poco compiuto. 

La consapevolezza nel momento presente sarebbe saggio, anche se di difficile applicazione senza un dovuto allenamento della mente.

È vero che tutto può accadere, ma è anche vero che tantissimo possiamo decidere, scegliendo solo tra un insieme di eventi, che noi a piacimento possiamo in qualche modo dirigere, modificare o lasciar andare. Tutto dipende in funzione di come leggiamo l'apparente e il caos che ci circonda. 

Molti errori li compiamo a causa del nostro inconscio personale e collettivo. Agiamo raramente o mai in piena consapevolezza. Questo si che è caos nel senso comune inteso!!

In ciò che definiamo caos, noi possiamo usare la consapevolezza e vivere il nostro libero arbitrio come vera libertà, ciò potrebbe portarci benessere e pace, o anche sana confusione prima di un cambiamento. Basta solo vivere con profonda serenità come imparare a cercare armonia e intelligente equilibrio nel mutare delle cose, senza per questo stravolgere visione e obiettivi. 

Vediamo un esempio macro, per non concentrarci solo su noi stessi. Riflettiamo su cosa accade in economia. Quando in una società abbiamo crescita economica, naturalmente si diffonde benessere grazie ad una maggiore ridistribuzione della ricchezza. Questo a cascata, comporta vantaggi anche alle fasce economicamente più deboli. 

Pertanto, gradualmente, il soddisfacimento dei bisogni, diventa per tutti un dato scontato, e lentamente si fanno largo desideri sempre più ambiziosi. Da qui, quello che poi chiameremo caos comunemente inteso. Aiuterebbe in questi caso, ancora una volta il momento presente e la visione. Ma l'inconscio, l'attaccamento e la repulsione a ciò che non ci piace ci provocano dolore singolo e sociale, perche desideri e non bisogni prendono il sopravvento.

Tutto ciò, da un lato fa incrementare ancor più lo sviluppo in economia, dall’altro, ha come effetto psicologico, una minore attenzione verso il saper osservare e amministrare con cura, le sicurezza ritenute ormai acquisite in eterno (dimenticando che nulla è durevole). 

Grazie a questo comportamento non equilibrato, quando "cambiano le stagioni", si perde tutti il contatto con la ciclicità delle cose della vita. Così facendo, dal cieco ottimismo che illudeva la mente, si passa al sordo pessimismo che oscura senno, cuore e buon senso. 

Banche severe, Stati che diventano rigoristi, imprenditori che si concentrano prevalentemente a ridurre costi e a evitare investimenti, e così via nel sociale. Suicidi, solitudine, disagio, dolore e meschinità prendono strada invece in gran parte delle singole menti. Questo è solo sordo pessimismo a vantaggio di pochi che vivono e legiferano sulle incertezze.       

In pratica, la teoria del caos, ci insegna che Stati, imprenditori e consumatori, perdendo il contatto con la realtà, entrano nel disordine perché non riescono a saper leggere le sue leggi e le sue dinamiche con il dovuto distacco. È così che a causa di un eccessivo ottimismo o pessimismo, si perde l’attenzione a guardare quegli eventi che mettono a rischio la sicurezza conquistata in un tempo lineare. In realtà non viviamo in un tempo lineare, ma immersi in un continuo ciclo che si arricchisce tra cadute e riprese.

Il tempo della maggiore disponibilità di risorse, in modo a volte strumentale, origina una maggiore propensione alla solidarietà sociale, ma questa non può essere scontata in eterno solo perchè una volta è stata acquisita. Visto che intendiamo mettere l’uomo al centro delle cose, che fare dunque? 

Sarebbe il caso di fermarci un attimo, per interpretare meglio il nostro ruolo e rivisitare in positivo il nostro personaggio in fase di benessere ed in fase di crisi, tenendo conto che il caos è sempre presente?

La teoria del caos, ci trascina come una foglia caduta in un fiume in piena, facendoci capire che nulla ha inizio perché figlia di qualcosa che prima era iniziata, e nulla ha una fine perché tutto quando finisce di certo qualcosa di nuovo diventerà, in un contesto di causa ed effetto permanente. 

Si vive tutti immersi in un continuo processo fatto di divergenze, convergenze ed influenze che tutto rende parte della vita. Ogni nostra azione è un’onda che si unisce ad altre di un unico mare. Usiamo la comunicazione per essere parte di un infinito continuo di diverse forme di vita. Ogni fenomeno, ogni evento, influenza ed è influenzato da altri a lui attigui. Ma ignoriamo ciò, è il caos fa tremare.

Quello che succede nella vita è degnamente rappresentato in una qualsiasi stazione ferroviaria o aerea di qualunque posto del mondo. Tutti in stazione caoticamente ci muoviamo andando in giro per negozi e bar diversi, in attesa di una partenza. Tutti abbiamo un biglietto per una destinazione, e prima o poi ci dirigiamo verso il nostro binario per poi iniziare un nuovo caos nella stazione di arrivo…  e così via, fino ad un nuovo viaggio, un nuovo percorso e un nuovo arrivo. 

La teoria del caos a me fa riflettere anche su quanto delicato sia il voler misurare a tutti i costi tutto e vederlo come dato eterno. A parte i sondaggi, vedi spread e statistiche che non considerano quasi mai il mutare delle variabili reali. Tuttavia però ci crediamo e diventano verità. Ma chi costruisce tutto ciò?

Mi fanno sorridere i politici quando danno i numeri non solo in senso metaforico. Essi spesso scelgono solo quei dati che a loro fa comodo e ne ignorano altri in funzione dei loro discorsi manipolatori. Essi lo fanno sia perché non contestualizzano quasi mai il tempo di riferimento di quei dati che riportano; sia perché si capisce che essi "ignorano" che al cambiare di alcune variabili, i loro numeri nel tempo, sono solo non senso. 

Ma il numero fa effetto e dà sicurezza di non vivere nel caos. I numeri servono all'umano per dare un senso ed un mimo di stabilità alle cose che fa. Non sempre i numeri sono però adatti ad offrire il benché minimo contributo ad ogni forma di sicurezza. Se male utilizzati, essi addirittura "danno i numeri" in senso sarcastico. 

La matematica non è solo un numero preciso di qualcosa come si vuol far credere in un Paese dove questa è una materia insegnata abbastanza male. La matematica è filosofia e ragionamento con codici e alfabeto diversi. Anch'essa può essere manipolatoria come le parole.

Perbacco però, quanto preparati sono invece i vecchi volponi e i faccendieri a capire sempre nel giusto tempo come bilanci e soldi facciano parte della teoria del caos grazie ad una matematica tutta loro. Cosa dire dei Signori di SWAP e derivati elaborati con contorta sapienza tanto da capirsi in pochi e fregare in tanti?

Che dire come nell'alta finanza si muovono gli speculatori? Incredibile ma vero, questi signori, sono semplicemente in armonia con un flusso, non curanti di nulla, con disprezzo della vita altrui, sanno cogliere il che fare senza affatto considerare l'umano convivere. Tuttavia bisogna ammetterlo, sono gli unici che sanno navigare nel caos con maestria. 

Nessun commento:

Posta un commento