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sabato 31 gennaio 2015

92 - prima del tuffo nelle emozioni

Oggi non è che un giorno qualunque di tutti i giorni che verranno, ma ciò che farai in tutti i giorni che verranno dipende da quello che farai oggi. Ernest Hemingway


Con questo post, chiudiamo l'approccio alle riflessioni sul pensiero e sul suo utilizzo consapevole. Nei post 90 e 91 abbiamo visto che il punto di svolta della ricerca dell'equilibrio e dell'armonia, è dato da studio e forte motivazione ad acquisire una mente analitica stabile. 

L'acquisizione di una mente stabile, permette anche di dare il giusto peso e valore alle emozioni, monitorando in particolare quelle ostacolanti e negative, che hanno invece, una forte propensione a cercare il potere assoluto della vita di una persona.

Una mente analitica consapevole, è un dono che una volta conosciuto e acquisito, bisogna che poi sia peró ben governato costantemente nel tempo. I metodi e gli esercizi riportati nei due ultimi precedenti post, sono stati presentati, proprio per relazionarsi nel miglior modo possibile con questo mondo affascinante della mente, sono di grande supporto sia per la vita, sia in particolare al mondo del lavoro, del management e dello sport.

Mi sono fermato molto su questo tema, poiché per praticare il cambiamento che uno desidera, tutto deve partire dal pensiero intenzionale consapevole. Per avere infatti una precisa visione di un disegno in cui credere, intenzione, missione, obiettivo e motivazione, all'interno di un contesto etico il più condiviso possibile, sono l'energia vitale che alimentano il pensiero analitico verso una direzione mirata. 

Questo aiuta a realizzare ogni cosa con determinazione, ma per far si che ciò sia gestito con equilibrio, bisogna evitare distrazioni e auto inganni. L'intelligenza analitica parte sia dallo studio profondo dei propri pensieri, sia dall'attenzione che si pone con coscienza al silenzioso, dannoso e insinuante chiacchiericcio interno della mente. Il tempo è preziosissimo, e questo spesso lo si perde di vista. 

Basta poco, e presto o tardi, ti ritrovi a capire che mentre ti agiti, inconsapevolmente la mente, si oscura sempre più, è facilmente perdi la via dell'analisi e delle riflessioni lucide. In tal modo, non sempre riesci a vedere che l'abitudine mentale e i vecchi errori, facilmente ritornano. 

Il copione, non è facile cambiarlo, richiede energia e forse anche un po' di buona sorte affinché cause e condizioni si possano creare al giusto punto e nel giusto momento. Intanto, tutto ciò, mentre le batterie non ricaricabili della vita, più o meno lentamente si esauriscono.

Il contatto con la propria interiorità, è di per sé anche un avvicinamento per il governo delle emozioni migliori, le quali, curate con sapienza, evitano di far germogliare quelle negative e limitanti sempre presenti in tutti noi, e pronte a ostacolarci in ogni ambito. 

La presa visione delle proprie azioni capace di evitare il chiacchiericcio mentale che facilmente alimenta paure inconsce, e quindi pensieri automatici negativi, è un ottimo punto di partenza da non trascurare ... a qualsiasi età e in ogni circostanza. Non è un esercizio semplice, ma è certamente di grande supporto.


Qualche osservazione e considerazione sulla realtà 

Come tutte le epoche, anche quella appena trascorsa, assorbita dal suo caos, ha lasciato sia grandi dolori, sia segni positivi e di significativo sviluppo per l'umanità. Grandi intuizioni e sviluppi nel pensiero scientifico e tecnologico hanno cambiato non poco il mondo velocemente. 

Rispetto a tutti i secoli precedenti, il novecento si é distinto in particolare per la crescita che ha portato nei differenti campi del sapere, per gli "strumenti" utili che ha prodotto per offrirci occasioni di maggiore confronto tra culture lontane, per i supporti concreti che ha consegnato alla medicina, alla scienza, e più in generale, per una maggiore diffusione del sapere allargato a più persone e in più settori.

Da dopo la fine della seconda grande guerra, almeno nella nostra parte del mondo, opportunità e oggettive qualità di miglioramento della vita, mai si erano registrate prima in modo così diffuso. 

Ora ci sentiamo al centro dell'universo anche a causa di questa evoluzione, e grazie agli strumenti a disposizione, che in molti di noi hanno goduto per esprimere meglio le proprie attitudini, il rapporto equilibrato con la natura ci ha peró rimesso le penne.

Possiamo tutto in teoria, e questo, mentre sottovalutazione del rapporto con le risorse ambientali e non progettualità politica, ostacolano non poco un cammino più equilibrato e sano. È giunto il momento di vedere "che fare - come" a partire da noi come singoli, attraverso l'uso del nostro pensiero, e magari con l'ausilio più intelligente di tecnologie e media. 

Serve allargare ancor più il sapere interdisciplinare alle più ampie fasce sociali, bisogna riprendere in modo sano il contatto con la nostra cultura, arte, politiche turistiche e campagne. Serve ristabilire in modo moderno il confine tra bene male, e orientarci verso logiche e metodi più consoni per uno sviluppo personale. 

Tutto ciò, deve svolgersi sapendo che riassestare un nuovo equilibrio socio economico non sarà facile e a breve, probabilmente non sarà neppure indolore. Credo che solo monitorando con sapienza come ridurre le varie sfumature di degrado che questa rivoluzione di fatto comporterà, potrà aiutare a proiettarci nel futuro con maggiore fiducia.

Una vera ricerca di una politica industriale articolata e strutturata nelle diverse aree produttive che sappia tener conto della nostra geografia, dovrebbe essere un punto focale di ogni strategia e dibattito politico di ogni schieramento "ideologico". Ma questo chi vivrà vedrà.

La criminalità organizzata, difficilissima da eliminare, dovrebbe essere messa almeno nelle condizioni di trovarsi in un contesto culturale ed economico sociale tale, da non nuocere allo sviluppo in cui credere che bisogna assolutamente portare in ogni comunità italiana ed europea. Ma questo è più un sogno che altro.

L'Europa come principale attore geopolitico, ormai conta sempre meno e sarà sempre più così, gli Stati nazionali da soli hanno ormai terminato il loro ciclo. Una sola moneta non é più sufficiente, serve assolutamente iniziare a pensare ad una lingua, un esercito è un governo vero. 

Le ottuse economie nazionali, in Europa stanno affossando ancor più il nostro peso nello scenario della competizione mondiale. Ma questo per i comuni mortali, è  solo poco più di un'opinione che si può condividere o meno ma lascia il tempo che trova.

Diciamo pure che almeno nella parte del globo più fortunata, beni e benefici, non sono affatto mancati fino ad oggi. La differenza tra i nostri poveri, nuovi poveri e quelli dei paesi più sfortunati, li possiamo meglio comprendere, capendo meglio i concetti di desiderio è bisogno. Ma questo per i comuni mortali, è un concetto che in pochi vogliono affrontare.

I nostri poveri sono immersi in un mondo di desideri e possono sostenere sempre meno i loro bisogni. Gli altri poveri di sempre, non conoscono bene il significato di desiderio, da sempre devono fare i conti con i bisogni, ma ora in più, tv e media gli propongono desideri impossibili da godere, quantomeno nel breve termine. Ma questo per i comuni mortali, è un tema che interessa quasi a nessuno.

La finanza globalmente produce ricchezza virtuale per sempre meno persone per quattro volte in più di quello che è l'economia reale del pianeta realmente produce. Le risorse primarie non inesauribili che nel tempo si fagocitano sempre più velocemente, come saranno sostituite, da cosa, per chi? Ma questo per i comuni mortali, è un tema da considerare, giusto per riflettere e poco più.

In pochi da tempo divoriamo risorse primarie non rinnovabili dalla natura con la velocità della luce, non è un aspetto secondario, mentre nei posti più svariati del mondo tutti vogliono tutto e subito. La cosa comporta tuttavia non pochi problemi affrontarla di questi tempi. 

Ma chi ha il coraggio di mettere tutto in discussione con un programma condivisibile? Sembra strano, ma per il momento, meglio non pensarci, le conseguenze, non sembrano gradevoli e non portano voti.

Prima o poi, bisognerà farci i conti con queste cise, come è attraverso quali pensieri, non è ora facile prevedere. Segnali di conflitto globale e pazzi in giro non mancano, vedi ad esempio tutte le culture integraliste; mah ... speriamo per il meglio.

Intanto una cosa è certa, nella nostra parte del mondo, se non per scelta di carriera militare, le guerre le vediamo solo al cinema o in TV. Tanti sono i giovani che si sentono eroi con i video games; sarà la nuova droga del futuro? 

I morti di fame, bambini e adulti sventurati, gli strazi dei conflitti e i disperati, si confondono con la realtà tra una pubblicità, un film, un talk show e qualche veloce telegiornale trasmesso dai nostri media ad ora di pranzo o cena. 

Ecco una piccola sceneggiatura abbastanza diffusa in parecchie famiglie. Siamo a tavola: 

Tv: salvati appena in tempo dalla morte 300 africani che hanno attraversato il mare per sfuggire dalla guerra e dalla carestia. A tavola in famiglia, distrattamente mentre si da uno sguardo al proprio Smart phone: Hai sentito? Ci sono stati centinaia di morti non ho capito bene dove è in quale guerra. Risposta di uno dei commensali: Si ho sentito, ormai è uno schifo, ... ma guarda lá! ... ma sono matti? Partono con quelle barche così malandate? Mah! ... mi passi il sale per favore? Grazie. ... Ottima questa oratina! (Qualche secondo, il sottofondo del telegiornale continua) ... Nuova scoperta scientifica: ... A tavola, giusto per rompere il silenzio: Che si fa per questo week end? Risposta: ... Tu cosa proponi? ... Non saprei.  (Dalla tv come sottofondo) ... La moda presenta come deve essere il corpo della donna ideale. ... A proposito, devo fissare dall'estetista un appuntamento. Ah scusa, abbiamo dessert in frigo? .... Dalla tv ... Termina qui il nostro telegiornale.

Su quanto sangue e disperazione del nostri nonni e bisnonni galleggi tutto il benessere e ... tutto ciò, non è il caso di tenerlo sempre a mente per non deprimersi inutilmente; ma di tanto in tanto, sarebbe bene non dimenticarlo, potrebbe aiutarci a fare le cose meglio e con più coscienza.

In tutto questo, ora che tipo di società stiamo costruendo, in particolare dalla caduto del muro di Berlino in poi? Quali elementi dobbiamo saper osservare e coordinare per comprendere in che modo si potrebbe meglio interagire internamente allo spazio del mondo sempre più piccolo in cui viviamo? 

A volte segnali di stupidaggine, di razzismo più o meno presente in maniera diverse in più angoli del mondo e l'inquietante integralismo culturale emergente un po' ovunque, lasciano presagire parecchia pericolosa leggerezza. È chiaro che, a seconda delle credenze, noi abitiamo per caso, o per volere di un Dio, solo una piccola parte della nostra galassia tra le tanti esistenti? È chiaro che nessuno è eterno?

Un pensiero consapevole e attento a dare energia alle cose migliori di ogni uomo e donna, un pensiero monitorato dalla consapevolezza del qui e ora che sia figlio di un'educazione che investa le più ampie fasce di popolazione di ogni cultura, sarebbe proprio un danno al nostro pianeta, al controllo del mondo della finanza e in particolare quello della politica? 

Le fedi, hanno proprio davvero bisogno di concentrarsi in particolare su ciò che le divide? Che ognuno pensi per sé, se lo fa per curare il rapporto con la propria mente e i propri pensieri è di buon auspicio, basta solo quello? Forse no, ma almeno che in tanti si pongano questo obiettivo, non lo ritengo proprio un cosa fuori luogo.

domenica 25 gennaio 2015

91 - instabilità del pensiero in equilibrio

Ogni cosa che puoi immaginare, la natura l'ha già creata. Albert Einstein




La cura dei processi interiori e l'attenzione alla realtà, aiutano la mente a trovare stabilitá, ma questo avviene, solo se si procede con equilibrio e responsabilità. Quando analisi introspettiva e presenza mentale al mondo che ci circonda sono in armonia tra loro, abbiamo la chiara visione delle cose secondo la nostra cultura e sensibilità. 

La chiara visione delle cose, ci permette ad esempio, anche di comprendere il limite che deve esserci tra perseveranza e ostinazione in un'azione, e inoltre, ci aiuta a creare l'unità necessaria per alimentare pazienza, piano d'azione e stabilità emotiva e mentale in ogni azione. 

Contrariamente a quanto si pensi, noi ci estraniamo dalla realtà molto facilmente, a volte, in particolare quando non si dovrebbe. Rabbia, rancore, amore, ansia, paura, gioia ecc, sono solo alcune delle emozioni più diffuse che contribuiscono a far nascere questo tipo di problema che accompagna le basi del disordine mentale ed emotivo che poco aiutano al giusto pensare, parlare e agire.

Fuori da noi, la nostra cultura alimenta facilmente ego, cinismo, illusioni e auto inganno. Essa é in più solo benzina sul fuoco. Manchiamo in tal modo di coscienza civile e di senso dello Stato, a partire da chi di Stato vive ai vari livelli di responsabilità. 

La fede talvolta la si utilizza ad hoc e facilmente diventa essa stessa fonte di ipocrisia, dell'etica se ne parla e la si utilizza spesso solo per essere più apprezzati; il bene comune é uno slogan che va tanto di moda per non apparire troppo chiusi preoccupati del proprio piccolo interesse orientatao al particolare. 

In ogni epoca, abbiamo un ventennio (più o meno) dove ci innamoriamo di qualcuno con qualche idea più o meno accattivante per i nostri piccoli piccoli giardini, e noi, senza motivi precisi, se non quelli della deresponsabilizzazione civile, rimettiamo nelle sue mani ogni potere. Culturalmente, con il limite che comporta ogni generalizzazione, questo vuol dire che manchiamo di intelligenza sociale.

Ogni cosa deve essere vista nella logica dei legami causa/effetto per dare a tutto una chiara visione. L'alternativa a questo tipo di approccio causale, ci porta ad essere fatalisti, nichilisti, finti materialisti, o idealisti emotivi. Tutto questo, ci fa diventare gente votata a dover credere continuamente a qualcosa o in qualcuno in modo cieco. La conseguenza di ciò, è un susseguirsi di eventi che rendono più o meno kafkiana ogni esistenza, e in tal modo facilmente si agevola auto inganno, inganno e solitudine.

La realtà per quella che è, è molto più complessa. Essa è continuamente mutevole e sufficientemente cinica per chi non sa sentire e vedere. La realtà, é una rete di infinite piccole e grandi variabili visibili e invisibili. Ognuna di queste variabili ha un suo autonomo ciclo di vita e una sua specifica funzione, tutte in un modo o in un altro, sono sempre interdipendenti tra loro nel tempo. 

La mente turbata é facile che si manifesti attraverso l'impazienza nel sostenere il disagio e nel superare le difficoltà di capire l'interdipendenza delle cose. Essere impazienti e quindi turbati, oggi più che mai, non è così improbabile senza una disciplina mentale. Vi sono quattro alternative possibili per affrontare un viaggio su questa terra, vediamole: 

1) essere una barchetta in mezzo ad un oceano; 2) essere membri di un equipaggio organizzato di una grande nave con diversi possibili ruoli e incarichi; 3) non prendere mai la via del mare lasciando perdere i misteriosi orizzonti possibili da oltrepassare; 4) sorvolare gli oceani guardando il mondo dall'alto.

Essere una barchetta in mezzo ad un oceano, sbattuti dalle correnti e dalle onde del mare, portati dai venti e dalle maree senza una bussola e una mappa, sarà anche avventuroso ed ha il suo fascino, ma chiaramente non devono spaventare morte e forse anche fame e sete in caso di sorte avversa.

Essere membri di un equipaggio organizzato di una grande nave con diversi possibili ruoli e incarichi, comporta talvolta problemi di capacità di istruzione, di adattamento, spirito di gruppo e non poca intelligenza socio emotiva. Qui il rispetto delle regole é fondamentale.

Essere uno che per nessun motivo al mondo intenda prendere mai la via del mare, lasciando perdere i misteriosi orizzonti possibili da oltrepassare, vuol certo dire di essere petsona con i piedi ben saldi per terra, forse anche fin troppo sia nel bene sia nel male. In questo caso si vive guardando il film della vita.

Desiderare di sorvolare dall'alto il mare, vuol dire essere persona sottile, abile e con una grandissima intelligenza emotiva, spiritualità e amore per le scienze e conoscenze. Sorvolare dall'alto comporta grandi abilità e sensibilità. Sorvolare dall'alto, in qualsiasi momento però, se cadi, diventi facilmente  una barchetta in mezzo al mare.

In ogni modo, tutti, ma proprio tutti, non abbiamo alternative, in ogni ambito per vivere pienamente ciò che si è o si tende ad essere, per procedere dobbiamo porci alcune domande su talune cose, eventi, persone o pensieri, ed avere perseveranza e pazienza nel saper trovare le giuste risposte. Vediamo.

Come appare a me l'oggetto, l'evento o la persona che la vita mi presenta? Come appare ad altri accanto a me? Come realmente è questo "oggetto"? Sto davvero approfondendo le giuste cose, in funzione dello scopo di questa riflessione con rigore logico? Analisi da fare con attenzione e scrupolo non avendo paura della sottile e silenziosa voce del cuore e dell'intuito.

Ancora: Cosa rende l'altro/a o la cosa così esclusiva e preziosa (o negativa)? Quanto c'è di proiettivo nel vivere irrazionalmente ciò che sento e su cui ragiono? Quali interdipendenze di prossimità o meno esistono tra il mio "oggetto" di approfondimento e altro che ciò condiziona? Tutto questo almeno dieci minuti al giorno o all'occorrenza per i più svariati importanti motivi.

Nel portare avanti questo approccio, avere un progetto nella vita, agevola sia la propria realizzazione sia la correzione del processi mentali disfunzionali. Basta non solo crederci nelle cose in senso teorico, ma bisogna sperimentarle in pratica nella vita quotidiana e valutarle momento per momento.

Come abbiamo già visto nel precedente post 90, l'osservazione dei pensieri discorsivi della mente, è una delle azioni più importanti da imparare a gestire per essere barchetta, membro di equipaggio o altro che sia. Attenzione sempre alla cosa più importante: Osservare i desideri da non confondere con i bisogni, fare attenzione al realismo delle aspettative ragionandoci su con metodo sapendo sempre che tutto muta perennemente nel tempo.

Osservare i desideri è un pó come ascoltare gli altri in un certo senso. Quando ascoltiamo altri, non è importante quello che ci viene detto, è fondamentale invece, fare attenzione a cosa pensiamo di quello che ci viene detto. Nel confronto, la cosa importante è quella di essere capaci di cambiare anche il nostro modo do pensare se serve, in particolare sulle cose che ci fanno soffrire. In tutto ciò, ricordarsi che per meglio valorizzare le persone, non conta ciò che esse dicono, contano le loro azioni.

Non sottovalutare neppure mai la memoria in termini positivi, essa ha un gran peso. Senza memoria, non ci ricordiamo l'addestramento e il lavoro da fare per stabilire come debbano essere fatte le cose. Nel momento in cui si porta avanti un addestramento mentale, bisogna considerare di tener sempre conto delle diverse capacità. 

Noi attraverso tali metodi, tocchiamo con mano i tanti aspetti inutili che affollano la nostra mente.  Non fare mai il passo più lungo della gamba, pretendendo molto da sé. Procedere sempre gradualmente.


In conclusione:

1) buttare via i pensieri inutili (rendersene conto e poi abbandonarli); 
2) saper rintracciare percorsi alternativi ai pensieri negativi; 
3) essere perseveranti e determinati nel seguire il metodo su come usare il pensiero (vedi post 90); 
4) fare attenzione al fatto che facilmente si diventa incapaci di vedere e rendersi conto dei propri errori;
5) curare con intelligenza emotiva le intenzioni e non lasciarle mai elaborare da sole 
6) ricordarsi che i cambiamenti si attivano solo se dentro di noi si vive davvero la profonda convinzione del cambiamento. Tale convinzione avviene solo dopo una lunga pratica e capacità di visione dei propri processi mentali;
7) ricordarsi che per ogni cisa, è la motivazione la base di tutto.

Tantissime cose attraverso la conoscenza cambiano, bisogna non solo peró sviluppare conoscenza continua, ma bisogna anche riabituare la mente a livello cognitivo a prendere possesso della propria vita. 

Memoria e introspezione sono i due elementi base che devono sempre lavorare per il miglioramento continuativo. I fattori mentali, attraverso tale metodo e lo studio, generano cognizioni profonde che portano al cambiamento desiderato.

domenica 18 gennaio 2015

90 - Il pensiero e la qualità della vita

Il pensiero successivo è immancabilmente più saggio. Euripide

    

Quando parliamo di pensiero, non necessariamente navighiamo nel mondo del fantastico in senso negativo.  Il pensiero di Bill Gates, e non è l'unico caso significativo, era quello di portare un PC in ogni casa in tempi non sospetti, e ciò è stato l'asse portante dell'inizio di una rivoluzione culturale globale di non poco conto. 

Grandi riferimenti spirituali, Mozart e altri artisti, Einstein e uomini e donne di scienze nelle varie discipline, non sono stati da meno nei vari ambiti dello scibile umano. Ma il pensiero è stato anche foriero di grandissimi sfaceli sociali nella storia, vedi per tutti personaggi oscuri come Hitler, Stalin & C.

L'importante è che il pensiero sia in linea con una coscienza capace di saper fare i conti con etica e sviluppo del bene comune, e che poi successivamente, a tutto segua uno sforzo per far si che qualcosa si manifesti in modo percepibile anche agli altri come bene.

I cinque sensi, la consapevolezza del bene e del male, la mente e le emozioni, sono i canali di comunicazione introspettivi e non, che stabiliscono la differenza tra malattia mentale e stimolo al progresso e alla conoscenza dovuto al pensiero.

I pensieri per le nostre emozioni, possono essere positivi, negativi, senza particolare valore. Quelli positivi creano energia e danno senso alla vita; quelli negativi, garantiscono dolore e ansia; quelli senza valore particolare, occupano solo spazio mentale che serve per sprecare il tempo di una vita.

Bisogna iniziare col sapere che in ognuno di noi c'è una certa continuità di ogni tipo di pensiero, e alcuni dei quali, sfuggono alla nostra coscienza. Incluso quelli che sfuggono, tutti condizionano i nostri comportamenti. Riconoscendo l'inutilità o il danno di alcuni di loro, possiamo imparare lentamente, ad eliminare quelli inutili o negativi, e a coltivare con cura quelli positivi. 

Cercando di capire da dove arrivano i problemi che appaiono irrisolvibili e che ci causano anomalie comportamentali, dobbiamo andare oltre le condizioni esterne. Dare la colpa dei nostri ostacoli al mondo esterno frena non poco lo sviluppo personale, poiché tale atteggiamento mentale, non aiuta ad approfondire cosa non si è capito sul come muoversi nella realtà che si è compresa. 


Che fare?

Ecco le domande che bisogna chiedersi per avere una padronanza minima della propria mente: Quali sono quelle inadeguatezze comportamentali che mi danneggiano? Quale pensiero (la causa) le guida? Che fare per modificare questi pensieri ostacolanti? In che modo controllo il cambiamento che mi sono dato/a? Avere come abitudine questo processo analitico, allena la mente alla riflessione e all'azione consapevole, e aiuta a non diventare vittime delle emozioni ingannevoli e destabilizzanti.

Per eliminare le esperienze negative, non basta lasciarle andare, è utile invece mettere a fuoco con attenzione immagini e parole che nella mente si manifestano per essere presenti nella nostra mente, e attraverso la volontà e la motivazione a cambiare, trovare argomenti intelligenti per sminuirle togliendo loro colore, volume e potere. Questo è un approccio che aiuta molto. 

Per far ciò, è tuttavia necessario crearsi sempre cause e condizioni favorevoli alla serenità d'animo. Ma serenitá d'animo ed eliminazione di pensieri negativo vanno a braccetto. Le emozioni di solito quando ci sono pensieri negativi non aiutano affatto la serenità. Quindi ecco perché talvolta quando si cade in questo circolo vizioso, diventa poi difficoltoso uscirne. 

Fermarsi e iniziare a non agire seguendo i diktat della mente teleguidato dalle emozioni, in certi periodi della vita o in alcune circostanze, diventa in tanti casi fondamentale. Creare gli stati emotivi favorevoli, diventa importante, tale metodo appena citato, comporta come base sempre il principio di saper eliminare a monte i pensieri dannosi o inutili. Sono loro la causa dell'incendio emozionale.

Molti dei nostri pensieri non hanno senso di per sé se ci riflettiamo. Siamo noi che ci maciniamo su senza senso. Nella vita quotidiana, allenanti intanto a riportare solo le parole ascoltate e considera solo ciò che vedi, questo è il primo assioma. Interpretare senza comprendere inganna. 

Anche questa, è una tecnica apparentemente banale, ma che aiuta a contattare la realtà per quella che essa è, senza perdersi nei meandri delle fantasie "radiocomandate" da vecchie abitudini, convinzioni errate e dalle paure inconsce.


Imparare a pensare con metodo

Se si è poco sereni chiedersi: Perché sono così? Cosa sento in particolare? Quale pensiero sta alimentando il disequilibrio che sento in me? Dopo averlo individuato chiedersi: perché ora lo sto così alimentando al punto di avere come conseguenza questo stato delle cose? Cosa modificare in me e attraverso quale immagine positiva devo trovare una via? 

La risposta non sempre arriva di primo impatto. Le emozioni non sono a comando, devono essere trattate con attenzione e intelligenza. Perseveranza nel metodo e fiducia, possono comunque aiutare a mettere ordine nel tempo. Iniziare chiaramente con le cose più semplici se non si vuole impazzire.

È importante saper riconoscere il nostro modo di pensare. Bisogna saperlo fare continuamente anche nei momenti di buona sorte. Questo allena mente e azione a coordinare le mosse da fare sulla scacchiera della vita nel bene e nel male. 

Le cause dei conflitti con se stessi e gli altri, ricordarsi che sono dovute sia a fattori esterni che interni. Tuttavia, è bene sapere che quelli esterni raramente ci permettono di incidere, per questo dobbiamo partire da noi. Per avere equilibrio, dato che è impossibile fermare i fattori esterni, dobbiamo imparare a cambiare il nostro modo di pensare per evitare disagi. 

È possibile cambiare la direzione della mente in ogni cosa è in ogni epoca della vita. Se giudicato negativamente un evento, bisogna poi saper valutare oggettivamente se c'è qualcosa da rivedere in noi, o se ritenere semplicemente falso quel giudizio senza restarci male. 

Se un fattore esterno è poi giudicato positivo, senza accettare tutto ciecamente, vedere se vero o falso prima di gioirne. Se giudicato negativo, decidere se allontanarsi o affrontarlo fino a quale limite con il metodo fin qui esposto.

Imparare a pensare bene di se stessi e capire bene i propri bisogni e pensieri positivi per saper aiutare anche altri, aiuta a migliorare se stessi. L'importante è non incasinarsi confondendo bisogni con desideri. I desideri spesso sono causa di confusione e nulla di più.

domenica 11 gennaio 2015

89 - il cammino della realizzazione

Il mezzo può essere paragonato a un seme, il fine a un albero; e tra mezzo e fine vi è esattamente lo stesso inviolabile nesso che c'è tra seme e albero. (Gandhi)

   

Saper vedere lontano e dall'alto il mondo, potrebbe essere il segreto dell'uomo e della donna contemporanea. La peggiore parte della sceneggiatura di una nazione, la troviamo quando si manifestano storie di suoi talenti inespressi. 

Una società incapace di creare opportunità, è una comunità malata, poco lungimirante e fragile nella sua struttura portante. In un contesto così insano, il presente è tutti contro tutti, il futuro è piccoli grandi egoismi, dove é facile poi essere deboli con i forti e forti con i deboli. 

L'oligarchia nella migliore delle ipotesi mescolandosi ne vari partiti, insieme a lobbies e mafia, governa il Paese. Una società in tal modo, spreca le strategiche energie delle proprie risorse umane, ha costi altissimi che nulla hanno a che fare col bene comune. 

Da qui, il regno della disumanità che si insinua, in maniera profonda e invisibile ai più. La si vede solo ben nitida, nei momenti di bisogno, solitudine e difficolltà. Fiducia ed etica navigano a vista a seconda dei momenti e dei contesti personali.

Uno Stato, o gruppo di persone e società di ogni genere, che non si pone il problema di come creare cause e condizioni per sfruttare le intelligenze e le abilità dei suoi componenti, pecca in virtù morali e in pianificazione economica. Ma è pur vero però, che i talenti sono solo semplici attitudini più o meno marcate che ogni essere umano per natura ha in sé. 

Anche in un contesto simile, ogni essere vivente, ha il dovere di dare un senso alla propria esistenza, è da solo/a riuscire a trovare e coltivare la propria via. Una cultura a tale orientamento modifica di fatto nel tempo qualsiasi tipo di società malata. Da soli ma non soli, cambiare noi, per cambiare il mondo.

Educare fin da bambini a saper prendere contatto con le proprie attitudini attraverso la scienza della consapevolezza e del significato di qui e ora, aiutano a ridurre i margini di errore individuali e di conseguenza anche sociali. Tutto ciò permette di stabilire come ognuno possa trovare il suo miglior ruolo in squadra. Realizzare in una vita le proprie attitudini, è un bene alla singola persona, alle sue relazioni, alla società di cui fa parte.

Una società esiste, perché formata da persone che la compongono. Ogni singolo/a che non realizza il suo migliore potenziale da solo/a, è un danno che fa a se stesso/a e alla sua comunità. Il concetto "società", non va visto in astratto. 

La società è un complesso corpo organico dove tutto interdipende, ogni essere vivente è una cellula sana o malata che in qualche modo condiziona equilibrio e stabilità dell'intera unità.  

Il PIL (prodotto interno lordo) stabilisce la ricchezza di una nazione, il che vuol dire che, tutto dipende dalla capacità individuale che ha ogni cittadino di saper creare ricchezza. 

Cura della propria coscienza e società giusta, sono concetti interdipendenti tra loro e non possono essere scissi. Capendo profondamente questo concetto, equilibrio mentale, politica e diritto, prendono le vie che portano all'eccellenza e all'attenzione all'eticità.


Gli strumenti di difesa individuali

I non realizzati, di solito iniziano la loro carriera fin da giovani. Trattasi di ragazzi/e che ignorano di brillare per qualche vera attitudine, e sognano invece ciò che più in quel momento va di moda. In tale contesto, si spreca tempo prezioso e mancheranno sempre le opportunità, poiché si sarà incapaci di vedere o coltivare ciò che serve a tempo debito. 

A volte, per vari motivi, semplicemente capita che costoro, i distratti, le giuste occasioni o non le percepiscono al momento giusto, o peggio ancora, le ignorano perché alcune altre illusioni prendono il sopravvento. Da qui sofferenza e disequilibrio emozionale e mentale.

Molti danni, sono dovuti anche al fatto che in tanti mancano spesso di giuste guide nei giusti momenti. Solo la sorte fa tutta da sola? Ambiente culturale di base, famiglia e scuola su questo aspetto hanno grandi responsabilità, ma solo se erroneamente, si vuol proprio dare a tutto, la colpa anche delle proprie manchevolezze.

Altri fattori ancora poco favorevoli alla cura della crescita del potenziale di una persona, sono dovuti ai media e alle mode che lanciano sul mercato " idee e guide" che sono solo esempi funzionali alle élite del momento o a mercati del momento. 

Tutto ciò oscura la mente dei singoli. Tutti quelli gin qui riportati, sono fattori che per cause diverse, non aiutano a percepire bene se stessi e la propria sorte. Quasi sempre visibili, e questi non mancano mai, sono invece i "non maestri", o esempi negativi, che raramente sanno indicare i giusti binari per treni adatti al destino, in particolare dei giovani.

L'ego, è un altro assassino che ha un ruolo micidiale per distruggere i veri disegni del destino. Da qui in poi, abbiamo il diritto di assumerci le nostre responsabilità per cambiare ciò che si individua dannosa per il proprio bene mentale, etico, emozionale e spirituale. 

La società bisogna far si che ci condizioni il meno possibile con le sue mode imposte. La famiglia non di rado, per troppo amore o per speranze di sogni proibiti, generalmente è la meno adatta ad aiutare un giovane sul fronte dell'abbattimento dell'ego. 

Paure e convinzioni auto limitanti, si alternano con speranze e illusioni, e quindi perdersi nel labirinto della vita, non è proprio cosa così difficile per tutti.

Da adulti, i copioni degli inespressi, si manifestano attraverso esistenze che navigano stanche il mare più o meno agitato della vita. Li riconosci facilmente, sono quelli che non sanno ascoltare il loro cuore, oppure sanno ascoltarlo ma non dirigerlo con lucida mente. 

Di norma tutto accade per la poca attenzione alla consapevolezza alla realtà per quella che è. Chi cade in questo burrone, si perde nella distrazione, prendendo continue decisioni di mediocre senso comune. 

Ciò accade di norma per paura, per condizionamenti altrui, per scelte auto limitanti, circostanze ambientali sfavorevoli, mancata o esagerata autostima, e non ultimo, il più diffuso fra tutti, per inganno delle apparenze che la vita illusoria può creare con le sue mille magie. 

Più sono i film in giro di questo tipo, tanto più sventurata sarà quella persona, e ancor più quella comunità con in grembo tante di queste risorse umane bruciate.

Sarebbe bello e intelligente per ogni società, essere in grado di organizzarsi per "addestrare" persone che fin da bambini, mentalmente, imparino da soli a coltivare ognuno attitudini e propri talenti. 

Visto che questa propensione culturale non è di semplice realizzazione, allora si fa quel che si può, o peggio ancora, facciamo finta di nulla in modi diversi, a seconda del clima culturale, familiare o comunitario di prima istanza (scuola, famiglia, quartiere, paese, ecc). 

Visto che il mondo è messo come è messo, con i pregi e difetti di tutti gli umani, occorre una permanente diffusa attenzione e solitaria presenza mentale, per imparare lentamente come si sta costruendo il proprio copione. Tutto serve per il proprio personaggio da interpretare, e aiuta a capire cosa si debba tirare fuori da sè, per dare il meglio di sé. Tuttavia ... neppure ciò è garanzia di nulla. 

Siamo in un mondo socialmente ancora poco strutturato per come dovrebbero e potrebbero essere le cose per noi importanti. L'insegnamento degli adulti verso i giovani, ha più il sapore di volerli modellare a propria immagine e somiglianza, che tirare fuori da loro il meglio di ognuno.

Non solo, se poi individualmente tali potenzialità naturali le viviamo senza partecipazione emotiva e senza amore, addirittura, non vederle forse sarebbe meglio, in particolare, se poi non sappiamo cosa farne e/o come organizzarli in termini positivi. 

Quante attitudini e intelligenze in modo profondo e sottile, proprio perché senza amore ed emozioni positive, creano mali profondi?

Se invece per vari motivi, i nostri talenti li viviamo da spettatori, la vita in tal caso è solo triste e poco più. Sogniamo ad occhi aperti, mentre altri guidano la nostra vita per realizzare concretamente i loro sogni. 

Se infine, queste attitudini le facciamo nostre, così come fanno esperti e visionari (vedi post 16 del presente blog), e con esse condividiamo tempo e intensità, a tutto diamo un senso per noi e la nostra comunità. Che fare?

Tanto per cominciare, pensare di volta in volta a seconda della situazione esterna, o dei capricci della mente in maniera disordinata e confusa ciò che capita, non aiuta al l'equilibrio della mente. È importante sapere che pensare solo a noi stessi, la mente diventa sempre più chiusa e infelice. 

Saper sentire dentro di sé chi è cosa ascoltare e saper discernere pensieri positivi da negativi e alimentare quelli positivi, è uno dei lavori più importanti da fare.

Quando si avverte la necessità di cambiare qualcosa dei propri comportamenti, partire dal fatto che la motivazione è alla base di tutti i cambiamenti in cui diciamo di credere, aiuta non poco, e grazie a questo, azione, emozione, pensiero e vita, non saranno mai scisse. 

Le condizioni esterne (beni e persone) non sono e non saranno mai sostegni solidi. Pur essendo importanti, non bisogna mai fare affidamento solo su di loro. Trattasi di elementi da saper gestire con armonia tra mondo interiore e mondo esterno e non subire mai nulla passivamente.

La mente non migliora naturalmente, diamolo per scontato. Il vino buono non invecchia da solo comunque è in ogni dove. La mente migliora solo attraverso la cura che le si dà. 

Per cambiare i pensieri negativi per esempio, non basta solo lasciarli andare. Una volta riconosciuti, bisogna saper prendersi cura di loro e cambiarli.  A partire dai più semplici, possiamo man mano cambiare anche i più complessi

domenica 4 gennaio 2015

88 - solitudine tra caos e armonia

La solitudine (il silenzio, suo stretto parente, bisogna imparare ad ascoltarlo. Il silenzio non esiste) non esiste; nel senso che la solitudine non consiste nello stare soli, ma piuttosto nel non sapersi tenere compagnia. Chi non sa tenersi compagnia difficilmente la sa tenere ad altri. Ecco perché si può essere soli in mezzo a mille persone, ecco anche perché ci si può trovare in compagnia di se stessi ed essere felici (per esempio ascoltando il silenzio, stretto parente della solitudine). Ma il silenzio vero non esiste, come non esiste la vera solitudine. Basta abbandonarsi alle voci dell'Universo. (Fabrizio de André)

   
     
Cause, effetti e condizioni esterne, sono il filo conduttore intorno al quale bisogna porre attenzione e responsabilità per saper leggere meglio il "caos" della realtà, il bisogno di controllare la propria esistenza e la solitudine. Ma con ció, non vuol dire che tutto possa essere prevedibile e tenuto sotto controllo. Ecco perché non sempre sappiamo leggere con serenità la legge del caos.

Nelle cose della vita, occorre bravura per sapere ció che si può controllare e cosa no, verificando bene e con attenzione il ponderabile se e quando possibile. Ci vuole stabilitá, pazienza e intelligenza quando ci colpiscono fenomeni ed eventi incontrollabili. In tali circostanze, si richiede saggezza nel sapersi barcamenare con equilibrio tra ponderabile e imponderabile, per non perdere la visione d'insieme.

In ogni persona e cultura è sempre presente un accadimento non benvenuto. In qui casi, invece di pensare al destino, basta sapere che ogni accadimento è figlio di una conseguenza di una azione precedente. Questa consapevolezza ci aiuta a non perderci facendoci maledire le cause esterne quando qualcosa ci va male. 

Non solo, questo approccio, ci aiuta anche a migliorare i rapporti sociali e relazioni interpersonali in ogni ambiente, in modo equilibrato, nel bene e nel male. Basti pensare a quanto importante sia, saper riflettere prima di parlare, tanto per fare un esempio. Tale accorgimento, aiuta a comprendere il caos.

Nella vita di ognuno di noi, esiste di fatto una sorta di flessibilità meglio riconosciuta come libero arbitrio, questo nobile concetto, è dovuto proprio al fatto che noi viviamo in una costante zona di indeterminatezza dove è complesso prevedere l’esatto risultato delle azioni che possiamo intraprendere, o avere subito coscienza di quelle che abbiamo solo da poco compiuto. 

La consapevolezza nel momento presente sarebbe saggio, anche se di difficile applicazione senza un dovuto allenamento della mente.

È vero che tutto può accadere, ma è anche vero che tantissimo possiamo decidere, scegliendo solo tra un insieme di eventi, che noi a piacimento possiamo in qualche modo dirigere, modificare o lasciar andare. Tutto dipende in funzione di come leggiamo l'apparente e il caos che ci circonda. 

Molti errori li compiamo a causa del nostro inconscio personale e collettivo. Agiamo raramente o mai in piena consapevolezza. Questo si che è caos nel senso comune inteso!!

In ciò che definiamo caos, noi possiamo usare la consapevolezza e vivere il nostro libero arbitrio come vera libertà, ciò potrebbe portarci benessere e pace, o anche sana confusione prima di un cambiamento. Basta solo vivere con profonda serenità come imparare a cercare armonia e intelligente equilibrio nel mutare delle cose, senza per questo stravolgere visione e obiettivi. 

Vediamo un esempio macro, per non concentrarci solo su noi stessi. Riflettiamo su cosa accade in economia. Quando in una società abbiamo crescita economica, naturalmente si diffonde benessere grazie ad una maggiore ridistribuzione della ricchezza. Questo a cascata, comporta vantaggi anche alle fasce economicamente più deboli. 

Pertanto, gradualmente, il soddisfacimento dei bisogni, diventa per tutti un dato scontato, e lentamente si fanno largo desideri sempre più ambiziosi. Da qui, quello che poi chiameremo caos comunemente inteso. Aiuterebbe in questi caso, ancora una volta il momento presente e la visione. Ma l'inconscio, l'attaccamento e la repulsione a ciò che non ci piace ci provocano dolore singolo e sociale, perche desideri e non bisogni prendono il sopravvento.

Tutto ciò, da un lato fa incrementare ancor più lo sviluppo in economia, dall’altro, ha come effetto psicologico, una minore attenzione verso il saper osservare e amministrare con cura, le sicurezza ritenute ormai acquisite in eterno (dimenticando che nulla è durevole). 

Grazie a questo comportamento non equilibrato, quando "cambiano le stagioni", si perde tutti il contatto con la ciclicità delle cose della vita. Così facendo, dal cieco ottimismo che illudeva la mente, si passa al sordo pessimismo che oscura senno, cuore e buon senso. 

Banche severe, Stati che diventano rigoristi, imprenditori che si concentrano prevalentemente a ridurre costi e a evitare investimenti, e così via nel sociale. Suicidi, solitudine, disagio, dolore e meschinità prendono strada invece in gran parte delle singole menti. Questo è solo sordo pessimismo a vantaggio di pochi che vivono e legiferano sulle incertezze.       

In pratica, la teoria del caos, ci insegna che Stati, imprenditori e consumatori, perdendo il contatto con la realtà, entrano nel disordine perché non riescono a saper leggere le sue leggi e le sue dinamiche con il dovuto distacco. È così che a causa di un eccessivo ottimismo o pessimismo, si perde l’attenzione a guardare quegli eventi che mettono a rischio la sicurezza conquistata in un tempo lineare. In realtà non viviamo in un tempo lineare, ma immersi in un continuo ciclo che si arricchisce tra cadute e riprese.

Il tempo della maggiore disponibilità di risorse, in modo a volte strumentale, origina una maggiore propensione alla solidarietà sociale, ma questa non può essere scontata in eterno solo perchè una volta è stata acquisita. Visto che intendiamo mettere l’uomo al centro delle cose, che fare dunque? 

Sarebbe il caso di fermarci un attimo, per interpretare meglio il nostro ruolo e rivisitare in positivo il nostro personaggio in fase di benessere ed in fase di crisi, tenendo conto che il caos è sempre presente?

La teoria del caos, ci trascina come una foglia caduta in un fiume in piena, facendoci capire che nulla ha inizio perché figlia di qualcosa che prima era iniziata, e nulla ha una fine perché tutto quando finisce di certo qualcosa di nuovo diventerà, in un contesto di causa ed effetto permanente. 

Si vive tutti immersi in un continuo processo fatto di divergenze, convergenze ed influenze che tutto rende parte della vita. Ogni nostra azione è un’onda che si unisce ad altre di un unico mare. Usiamo la comunicazione per essere parte di un infinito continuo di diverse forme di vita. Ogni fenomeno, ogni evento, influenza ed è influenzato da altri a lui attigui. Ma ignoriamo ciò, è il caos fa tremare.

Quello che succede nella vita è degnamente rappresentato in una qualsiasi stazione ferroviaria o aerea di qualunque posto del mondo. Tutti in stazione caoticamente ci muoviamo andando in giro per negozi e bar diversi, in attesa di una partenza. Tutti abbiamo un biglietto per una destinazione, e prima o poi ci dirigiamo verso il nostro binario per poi iniziare un nuovo caos nella stazione di arrivo…  e così via, fino ad un nuovo viaggio, un nuovo percorso e un nuovo arrivo. 

La teoria del caos a me fa riflettere anche su quanto delicato sia il voler misurare a tutti i costi tutto e vederlo come dato eterno. A parte i sondaggi, vedi spread e statistiche che non considerano quasi mai il mutare delle variabili reali. Tuttavia però ci crediamo e diventano verità. Ma chi costruisce tutto ciò?

Mi fanno sorridere i politici quando danno i numeri non solo in senso metaforico. Essi spesso scelgono solo quei dati che a loro fa comodo e ne ignorano altri in funzione dei loro discorsi manipolatori. Essi lo fanno sia perché non contestualizzano quasi mai il tempo di riferimento di quei dati che riportano; sia perché si capisce che essi "ignorano" che al cambiare di alcune variabili, i loro numeri nel tempo, sono solo non senso. 

Ma il numero fa effetto e dà sicurezza di non vivere nel caos. I numeri servono all'umano per dare un senso ed un mimo di stabilità alle cose che fa. Non sempre i numeri sono però adatti ad offrire il benché minimo contributo ad ogni forma di sicurezza. Se male utilizzati, essi addirittura "danno i numeri" in senso sarcastico. 

La matematica non è solo un numero preciso di qualcosa come si vuol far credere in un Paese dove questa è una materia insegnata abbastanza male. La matematica è filosofia e ragionamento con codici e alfabeto diversi. Anch'essa può essere manipolatoria come le parole.

Perbacco però, quanto preparati sono invece i vecchi volponi e i faccendieri a capire sempre nel giusto tempo come bilanci e soldi facciano parte della teoria del caos grazie ad una matematica tutta loro. Cosa dire dei Signori di SWAP e derivati elaborati con contorta sapienza tanto da capirsi in pochi e fregare in tanti?

Che dire come nell'alta finanza si muovono gli speculatori? Incredibile ma vero, questi signori, sono semplicemente in armonia con un flusso, non curanti di nulla, con disprezzo della vita altrui, sanno cogliere il che fare senza affatto considerare l'umano convivere. Tuttavia bisogna ammetterlo, sono gli unici che sanno navigare nel caos con maestria.