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domenica 30 novembre 2014

83 - dilatazione del tempo e dello spazio

Svuota la tua mente di tutti i pensieri; lascia che il tuo cuore trovi la pace. Studia la complessità del mondo, ma contemplane il ritorno. Il ritorno alla sorgente è la serenità. Se non realizzi la fonte finirai con il confonderti e il dispiacerti. Quando comprenderai da dove provieni, diventerai naturalmente tollerante, comprensivo, multiforme. Immerso nell'infinitezza del Tao potrai essere felice di qualsiasi situazione nella quale la tua vita ti condurrà, e quando sopraggiungerà la morte, sarai pronto anche per quella. (Daodejing)

     

Salute, stabilità emotiva, amore o meno per chi e per le cose si fanno, equilibrio della mente e qualità della vita, sono le variabili interconnesse che stabiliscono il valore essenziale e l'utilizzo sano o meno del tempo di ognuno. 

Al mutare di una delle variabili citate, potrebbe cambiare di molto la percezione del tempo personale e il corso di una storia che si sta vivendo. Se non si è in salute la percezione del tempo è diversa da quella di quando si sta bene. Il fatto di non esserne consapevoli quando si gode di buona salute, dando tutto per scontato, questo è altra cosa. Ma non solo. Anche lo star male sempre più nel tempo è altro.

La scienza e le tecnologie sono ormai così avanzate e vanno avanti così spedite, che farmaci e trapianti potrebbero essere molto presto approcci primitivi nel nuovo modo di vedere la cura della salute. Grazie alla clonazione cosiddetta terapeutica, tantissime malattie potrebbero essere curate con le cellule sane del malato stesso. Un bel progresso, non c'è che dire. Abbiamo in tal modo davvero una vera percezione dilatata del tempo vitale.

Pare ormai chiaro che al migliorare del progresso economico e tecnologico, migliorino le condizioni di vita generali. Questo solo grazie al connesso progredire della scienza mediche dovuto alle continue innovazioni tecnologiche e scoperte in vari campi del sapere. Dati statistici ci dicono che si alza sempre più nel tempo la durata media dell'esistenza un po' ovunque nei Paesi ad economia avanzata.

Oggi si muore molto meno dai 15 ai 60 anni d’età, evento invece che era molto diffuso andando dietro nei decenni e non parliamo dei secoli. Questo però è un dato che riguarda in particolare solo i Paesi più ricchi della terra. Nulla di tutto ciò è ovunque assicurato. 

La stragrande popolazione mondiale sta addirittura peggio di quanto si creda. Basta tener conto ad esempio della situazione in Africa, e più in generale nei Paesi a bassa condizione di sviluppo economico. Qui, esperti di geopolitica, cinici, razzisti, saggi e umanisti già possono fare alcune prime considerazioni.

La durata del tempo del corso della vita, dipende da tantissime variabili, una per tutte da dove si nasce! Non credo che vi possano essere ancora dubbi sulla concezione del tempo psicologico e quello socioculturale, considerando sia quanto affrontato nell'ultimo post 82, sia quanto finora riportato. Ma non è tutto.

Chissà, forse l'ambizioso progetto dell'aspirante "highlander",  il russo Dmitri Itskov, (vedi post 35 "saremo presto tutti immortali") quando ha utilizzato le pagine di Forbes per lanciare il suo appello ai miliardari di tutto il mondo dicendo: "finanziate il mio progetto e diventerete immortali", qualcosa di vero lo aveva intuito sul futuro del mondo. 

Non è detto che il suo progetto sia del tutto una follia, anzi a dire il vero, credo che costui quanto prima, creerà una sicura nuova fonte di ricchezza con un new business che sorgerà con qualche compagnia legata alla ... "vita quasi eterna"

L'elisir di lunga vita man mano diventa sempre più una quasi realtà. Oggi la ricerca in medicina, pare che abbia come obiettivo, quello di scoprire il segreto del tempo. 

Nella nuova medicina, il principio sta nel fatto di cercare di essere capaci di riportare una cellula adulta indietro nel tempo del suo sviluppo. Fin dove? Ma fino al momento in cui essa non era né specializzata né ancora differenziata. Ultimamente sono affascinato da questo utilizzo delle tecnologie ed ho fatto scoperte davvero incredibili nei miei approfondimenti sul tema.

Oggi lo scopo della medicina, sembra proprio essere quello di sviluppare nuovamente le cellule dopo averle riportate indietro nel tempo, con il fine ultimo di trasformarle in una di quelle che servono a costruire le parti del corpo umano da curare. Andando avanti di questo passo, invecchiare non sarebbe più un problema. Sempre più nel tempo, non dovrebbero esserci grosse difficoltà nel ricostruire organi e persino la pelle stessa.

Un team di ricercatori dell’Università di Berkley (USA), ha realizzato infatti un prototipo di pelle artificiale dotata persino di tatto!! Di questo, hanno descritto con cura ogni aspetto sulle pagine della rivista Nature Materials. Trattasi in pratica di una pelle artificiale, che quanto prima sostituirà quella danneggiata per un qualsiasi motivo. Gli ingegneri che studiano il mondo della robotica sicuramente sapranno tener conto di tutte queste nuove scoperte!

Per caso in tv ho visto un documentario che diceva che le cellule staminali del fegato ad esempio, potrebbero essere impiantate in un corpo con l'organo anche quasi del tutto danneggiato, e utilizzando appropriate tecniche, si può fare in modo che l"organo si auto rigeneri! Non era un film, era proprio un documentario. Su internet la cosa la si può approfondire e analizzare in più di un sito.

Il moscovita Dmitri Itskov citato nel post 35 di questo blog, potrà a mio avviso ben presto vedere cose davvero interessanti con i suoi soci. Gli scienziati finanziati da lui e altri ricchi, hanno parecchio su cui lavorare. In che modo poi in futuro questo progresso potrà essere gestito a livello sociale ed etico, al momento non è dato sapere a quanto pare. 

Tantissimi sembrano essere gli interrogativi, e tante le diverse posizioni e idee a riguardo. Sicuramente comunque, non è il tema pubblico del giorno. Oggi si muore ancora come sempre, certi argomenti sarebbero fuori luogo a livello di massa con tutti i problemi che ci sono. Forse creerebbero addirittura inutile ansia. Ma intanto nel tempo, si va avanti con la ricerca per allungare il tempo vitale.

Approfondendo un po' l'argomento, mi son reso conto, che se sono possibili tali interventi nel nuovo mondo che si prospetta in medicina, questo sia dovuta alla conoscenza sempre più approfondita della formazione della struttura del DNA che è il punto focale di tutto il lavoro.

L'arte che approfondisce questa conoscenza, si chiama "ingegneria genetica". Informarsi e aggiornarsi per credere! Non mancheranno riflessioni e spunti per immaginare presto una nuova umanità con nuovi fini. Intanto, la distanza che c'è tra società reale, economia, politica, tecnologie e scienze è tanta. Tutto tempo che stanno guadagnando lobby e grandi multinazionali.

È sempre più chiaro che il tempo inteso come normalmente si pensa debba essere rivisitato. Questo aspetto, non sarà mai troppo tardi per iniziare ad affrontare in maniera sempre più allargata al mondo sociale. Qui si naviga invece a vista, c'è bisogno di rivedere ogni cosa alla radice. 

Altro che riforme istituzionali più o meno fittizie! Ormai gli scienziati sono in grado di riprodurre in laboratorio la vita, "semplicemente" modificando le caratteristiche di ogni organismo vivente, e tanto, accade già in tantissimi vuoti legislativi e silenziosi veti più o meno incrociati tra lobby e chiese.

In pratica, visto che il corpo è l'unica cosa che si deteriora nel tempo, da "domani" in poi, se si sarà in grado di mantenere sempre attiva la mente, rigenerando anche di tanto in tanto il cervello, si potrebbe anche arrivare a cambiare corpo come attualmente si cambiano gli abiti. Presto sarà possibile vivere in fino a che non si è stanchi mentalmente. 

Se un domani prossimo potrò sostituire gli arti con strumenti robotici, rinnovare una pelle che può essere sensibile al tatto e tramutarmi continuamente gli organi, la mia personale mente credo di no, ma non escludo che quella di un ricco o di un potente (magari pazzo), potrà vivere molto ma molto più a lungo di quanto si possa a immaginare oggi.

Qualcuno intanto già si azzarda ad affermare che con questa nuova medicina si potrebbe vivere fino a 120 - 130 anni. Poveri giovani quelli dagli anni 2030/40 in poi se non prima. Possono permettersi di essere eterni bambini? Cosa se ne faranno di tanti matusalemmi? Essere vecchio non vorrà dire affatto essere saggi. ... Quindi?

Bisogna dire, che sono passati millenni dalla saggezza del grande Generale del vecchio impero romano! Vedi post 25 "il generale e l'antica Roma"; cosa vorrà dire oggi essere saggi in armonia col tempo in uno spazio vitale condiviso? Non solo. Ma di quale spazio parliamo!? 

I vecchi confini geopolitici quanto ancora dureranno? Passiamo ad un esempio di nuove tecnologie che hanno colpito non poco uno nato a poco più della metà del secolo scorso. Uno nato quando la TV da poco iniziava ad entrare man mano in tutte le case. Uno che definirei uomo primitivo del futuro.

Un'importante tecnologia che ha rivoluzionato spazio e tempi ultimamente è internet, questa non è una cosa che si può trascurare in questa analisi. Quanto il web già condizioni culturalmente in modo pesante anche il mondo della salute, oltre che lo spazio e il tempo vitale, è davvero affascinante.



Internet e la medicina tra l'oggi e il futuro

In internet, ogni volta che un individuo ricerca informazioni mette in moto cinque azioni che sono importanti e tra loro interconnesse. Le azioni che ci avvicinano al mondo web sono: 

1) consapevolezza di un vuoto di conoscenza che nasce da un bisogno o scoperta di manchevolezza di qualche nozione, fatto, informazione, o concetto che si presentano nella vita per diversi motivi. Una volta approfondire non era possibile con un click.

2) individuazione di un metodo di ricerca di informazione meditata, conoscendo semplici regole che i motori di ricerca (ad esempio google), hanno messo a nostra disposizione. Anche andando avanti per tentativi ed errori, si fanno percorsi vari e intanto si apprende.

3) ricerca e attenzione a quei risultati che si ottengono (fonti informative di scritti in più lingue, filmati ecc) individuando quelle più credibili e serie, danno una quasi completa informazione.

4) selezionare quelle risposte che possibilmente diano la possibilità di interagire con la fonte informativa prescelta, è poi il colpo di grazia al vecchio mondo che necessitava dei suoi tempi per far interagire con le fonti possibili che esistevano.

5) appropriarsi ed eventualmente agire in funzione della nuova conoscenza acquisita, approfondendo con nuove ricerche sempre più soddisfacenti, fino ad arrivare al proprio  grado di soddisfazione, è la fase finale dove chiunque può arrivarci.

C'è qui un piccolo aspetto da non sottovalutare, in internet tutti possono dire tutto come meglio credono, e così come in tanti altri ambiti, anche nel campo della salute, questo processo comporta una serie di conseguenze di non poco conto. Qualsiasi cosa uno abbia, non c'è bisogno di attendere il tempo dell'appuntamento col medico. Cosa comporta ciò, nel bene e nel male, e come cambia questo il rapporto mente/spazio/tempo?

Abbiamo da considerare: 

1) in internet vi sono vari modalità per far girare soldi. 

2) che la consapevolezza di un vuoto di conoscenza su problematiche relative alla salute non è una cosa che si può risolvere con tanta semplicità. Molte cose le si possono comprendere velocemente e in tempo reale, interagendo magari con qualche esperto presente anch'egli al momento in internet mentre si indaga. Tuttavia, può un non conoscitore di medicina, saper selezionare le fonti scientifiche serie, sapendo che le più magiche e astruse, sono di solito più affascinanti per le masse? Tutti (colti e non), sanno discernere cause reali e immaginarie quando si parla per la propria salute? 

3) quanta pseudo cultura pericolosa può venire a crearsi, con "sapienti" improvvisati? Con chi in pratica sono davvero collegato? 

4) questo nuovo approccio come può modificare il classico rapporto medico paziente nel tempo? 

5) internet può sempre ridurre i tempi di diagnosi e dare indicazioni corrette al paziente? 

6) Attraverso il web, il sistema sanitario può essere in grado di poter offrire dei servizi base in grado di garantire eccellenza e nel contempo anche riduzione della spesa pubblica del settore? Se si (come credo) a cosa si aspetta mentre si parla solo di cavolate, e di tagli dove non si sa mai bene di cosa?

7) Sono cambiati i tempi da parecchio tempo, quando verrà il momento di essere più in armonia con il nuovo corso?

L'organizzazione attuale della nostra società, vive ormai con nuove concezioni di spazi  e tempi, che hanno modificato alla base i modelli di relazione sociale. Le comunità residenziali di un tempo (il cortile, il condominio, il quartiere, la piazza del paese o della città ecc) sono state tutte sostituite da comunità più o meno virtuali e personalizzate, costituite da singoli individui che si associano in base ai loro interessi, bisogni, scelte, strategie, valori e convinzioni. Siamo in uno spazio - tempo nuovo.

Siamo tutti punti presenti in una rete interconnessa che può variare in qualsiasi momento, e sempre adattabile in una nuova mappa di relazioni. Internet è solo l'infrastruttura materiale di cui ci serviamo. La rete è un flusso audio, video e scritto di comunicazione continua di molti a molti, multi-direzionale, interattiva. Siamo ormai parte integrante di una nuova cultura su scala globale. 

In pratica la situazione è la seguente: possiamo vivere sempre più a lungo, sostituire nel tempo il nostro involucro, vivere nel nostro individualismo relazionale (se lo vogliamo e quando lo desideriamo), ma tuttavia, contemporaneamente, possiamo anche  essere socievoli grazie alla rete. In tal modo, con i nostri tempi e negli spazi che più ci aggradano, possiamo creare un legame territoriale virtuale oltre che  uno reale. Grazie a tutto ciò, la socializzazione si dissolve in maniera nuova, e la vita reale, così come è, si estende nello spazio virtuale dove la comunicazione on-line si aggiunge ed integra quella off-line.

Le varie forme di potere ancora non intendono tuttavia lasciare andare le cose secondo la natura delle cose stesse che stanno prendendo forma, per cui al momento politica e istruzione fanno ancora fatica a lasciar andare gli eventi in quella che sarà la direzione obbligata nel tempo. Chi vivrà vedrà.

domenica 23 novembre 2014

82 - tempo al tempo

Il tempo non esiste, è solo una dimensione dell'anima. Il passato non esiste in quanto non è più, il futuro non esiste in quanto deve ancora essere, e il presente è solo un istante inesistente di separazione tra passato e futuro! Sant'Agostino

      

Il ruolo fondamentale del tempo, è quello di aiutare a leggere il cambiamento e a comprendere la causalità degli eventi. Esso è frutto di una percezione soggettiva di fatti, eventi o cose che se non sono presenti nel qui e ora, appartengo o al  passato o al futuro. Il passato tuttavia riguarda il mondo della memoria, il futuro è ancor più irreale. Può essere un'idea, un obiettivo, un desiderio, un sogno o nulla.

Tanti scienziati, filosofi, poeti e religiosi, hanno dedicato spazi infiniti al tempo. Il tempo noi umani lo abbiamo pertanto analizzato in ogni modo. Abbiamo il tempo siderale, quello solare medio e quello universale. Millenni, secoli, anni, mesi, settimane, giorni, notti, ore, minuti e così via fino al secondo e oltre. Questo è come scienza e tecnologie si impegnano a definirlo sempre meglio ... nel tempo. 

Riguardo alle cose dei comuni mortali, il tempo meglio conosciuto è quello legato ai periodi di vita, al tempo libero, del lavoro, del processo produttivo e così via. In economia il tempo varia a seconda delle diverse culture e del legame che si ha con la modernità. 

Il tempo è una variabile strategica che incide tanto sulle conseguenze di azioni che portano nella vita sempre ricavi e perdite di denaro, di salute, emotivo, di benessere e qualità della vita più in generale. 

Sia nel bene, sia nel male, un ricavo economico, materiale o psicologico che sia, che arriva a "tempo debito", ha un valore ben diverso rispetto a quello che arriva troppo presto, percepito come "mai", o con un certo ritardo. 

A volte "il tempo vola", il contrario è quando "non finisce mai". Il primo caso viene associato a situazioni piacevoli e di grande impegno in qualche attività, mentre il secondo prende vita in situazioni meno coinvolgenti. Certamente, il tempo è percepito breve quando si dorme. Ciò è una percezione dovuta al funzionamento della fisiologia del cervello. 

Nel mondo dei servizi pubblici e privati, il tempo è addirittura ciò che determina l'essenza del valore di quanto si offre al mercato. Un servizio che arriva fuori tempo massimo, indipendentemente dalla sua eccellenza al momento dell'erogazione, ha valore zero. 

A poco serve il più bravo chirurgo al mondo, se interviene tardi o non agisce in tempo giusto. Che dire poi sull'importanza di fare le cose giuste nei giusti tempi in finanza e anche in giurisprudenza? 

Il mondo della finanza, intorno al concetto di tempo costruisce addirittura imperi, povertà o repentine ricchezze. Condiziona economia reale, governi, e benessere dei popoli. A tal proposito, abbiamo già citato l'High Frequency Trading (vedi post 51 "link su nuove centralità") per capire quanto nell'altra finanza speculativa, l'unità di tempo di riferimento sia addirittura il nanosecondo. 

Ogni cosa che riguarda l'umano comprendere di ogni fenomeno, è sempre legato al tempo. Ogni cosa, prodotto, servizio ha un suo ciclo di vita che deve essere sempre necessariamente rapportato al tempo. Nascita, sviluppo, maturità, declino e fine. Un percorso questo con i suoi tempi, dove tutti e tutto percorrono in qualche maniera. In particolare la donna, col tempo ha un legame intensissimo (vedi post 22 "pianeta donna dal mio punto di vista"

Quando si prende coscienza del tempo, di solito è perché improvvisamente si entra in contatto con la nostra percezione di qualcosa che è di fatti cambiato. 

Se mi accorgo in tempo che un evento, servizio o prodotto sta iniziando o terminando il suo ciclo di vita, tante decisioni possono essere prese "in tempo" e portare vantaggi. Diversamente, vivere di illusioni che tutto sia eterno, serve solo a dar colpa ad altri, al mercato o al destino. Essere sempre nel tempo presente è un segreto che tutti sappiamo ma che spesso in molti ignoriamo.

Nella vita, in ogni ambito, si vince solo facendo le cose giuste nel giusto tempo. Per questo, conviene sempre avere giusta attenzione alle cose che servono al momento opportuno, agendo sempre in piena  responsabilità. Grande segreto della vita che talvolta però lo si capisce davvero fino in fondo, solo col tempo che si consuma negli anni di esistenza. 

Fin da bambini, bisognerebbe educarsi a rapportarsi col tempo in modo equilibrato, e dare per assunto il principio che tutto ciò che si fa a tempo debito, deve servire anche per migliorarsi continuamente nel tempo. C'è qualcosa nella vita che può essere non rapportata al tempo? Solo nel giusto tempo ogni cosa matura nel bene e nel male. 

Faccio parte della schiera di coloro che credono che il passato non esista, non perché mi sia del tutto rincretinito. Credo che dar continuamente peso al passato, abbia in sé una fortissima propensione ad essere facilmente circondati dal falso, e a condizionare negativamente o esaltare in maniera esagerata il momento presente. 

Siamo spesso condizionati dal passato per frenare nuovi corsi, per esaltare pericolosamente nuove decisioni, ed in ogni caso, talvolta per condizionare negativamente il futuro. L'unico vero futuro, lo si costruisce momento per momento avendo fiducia di ciò che nel presente si fa in piena consapevolezza e dedizione, con una visione e un progetto chiaro di dove si vuole andare.

Tutto questo processo del rapporto col tempo, porta sempre conseguenze, e spesso è addirittura alla base di relazioni personali ma anche professionali e commerciali, che talvolta terminano facilmente in incomprensioni o conflitti. 

Un esempio: In funzione di un'esperienza passata, prendo un impegno pensando di poter elaborare in tempo un report su un problema che ho già trattato. Non considerando in maniera adeguata il presente, faccio poche domande per capire meglio la nuova realtà, e poi per mancanza di alcuni dettagli magari trascurati, manco nel risultato, o ritardo nella consegna alla data di scadenza promessa. Stando nel qui e ora, si riducono conflitti e migliora la qualità del rapporto.

Sensazioni, emozioni e percezioni condizionano non poco ogni esperienza. La memoria col passar del tempo, fa sempre strani giochi cambiando il film. L'attenzione continua al passato, riduce non poco la qualità di ogni cosa che si fa. 

Essere consapevoli di essere condizionati dal passato più di quanto si creda, aiuta tantissimo ad essere liberi, e a scegliere la via da percorrere, riducendo al massimo ogni possibile errore. Per essere coscienti però di quanto affermato, bisogna essere sempre nel qui e ora.

Il passato spesso ha una grande forza che neppure immaginiamo. Esso agisce da solo pur non volendo. Il passato è amici delle forze inconsce. Cosa è un'abitudine se non una cosa che funzionava un tempo e la rende per questo eterna? Quante cose facciamo per abitudine senza consapevolezza del tempo che sfugge? La morte attende serenal e sa bene che il tempo è sempre dalla sua. 

Alla morte non interessa cosa di positivo e di bello hai fatti nel tuo tempo vitale. Ella ignora del tutto le nostre leggi e riflessioni sul tempo. Ella sa che più tempo passa e più il tempo ti avvicini a lei. La qualità della tua vita e di come utilizzi il tuo tempo è una cosa privata tutta tua, è una cosa che riguarda solo esclusivamente il come vuoi dare senso a ciò che ti circonda.

Quando usiamo la memoria cosciente, noi solo allora abbiamo la sensazione del tempo che passa. Quando quindi riesaminiamo qualcosa di passato, questa è un'azione che in ogni caso facciamo nel presente. Quindi di fatti non è nulla in questo momento se non un più o meno vago ricordo del quale sono più o meno convinto. 

Tutto questo ragionare, non è filosofia, serve ad apprezzare e amare ciò che faccio e chi mi circonda. Tutto e tutti mi aiutano a correggermi e ad indirizzarmi sul come possa io utilizzare al meglio il tempo. Questo non è poco per decidere il che fare con impegno, amore e dedizione.

Il passato aiuta in un certo senso solo in parte a comprendere meglio le cose; ma quanta affidabilità ha  la memoria? Gli anziani ad esempio, a causa dell'ingiuria degli anni, hanno una memoria che spesso li porta a confondere pensieri ed emozioni che navigano tra i labili confini del sogno e della realtà. 

Che spazio c'è per comprendere la realtà attraverso il ricordo? Da qualche parte ho letto una frase che mi è piaciuta molto. La mente spesso mente... figuriamoci la memoria che l'alimenta. La storia che si studia sui banchi di scuola, dovrebbe insegnarci la follia delle guerre ... eppure ...

Attraverso la memoria,  abbiamo detto che quello che noi facciamo, è ricordare qualcosa di percepito in un tempo precedente che qui e ora trasportiamo nel presente ... ma in che modo e attraverso quale qualità dell'attenzione cosciente? Non è la memoria in sè, è innanzitutto l'attenzione consapevole il problema vero da considerare. La memoria, funzioni in quali contesti emozionali? Con quali filtri?  

Quello che riguarda un tempo che fu, che ci piaccia o meno, non è più esistente ed ha perso facilmente atmosfera e dati reali che forse non si desidera più ricordare, o che esageriamo nel bene o nel male. Vogliamo dire che il passato sia davvero così importante, da arrivare al punti di trascurare il che fare nel presente, con giusta ed equilibrata apertura, attenzione ed energia positiva? La realtà passata tende sempre a dilatare, cancellare o ritardare molte piccoli dettagli di non poco conto.

Nel mondo del lavoro, che per deformazione professionale facilmente prendo in esame, noto spessissimo che la prospettiva temporale nell'uomo, rappresenta sempre un periodo di tempo in cui l'individuo vive condizionato dal suo vissuto psicologico di quanto emotivamente e concretamente vive nel presente. Una riunione o un incontro motivante, é quanto di più prezioso si possa fare in ogni circostanza, per agire nel giusto modo.

Vivere e far vivere emozioni positive per ogni azione presente, è solo un infinitesima parte della realtà, ma essa tuttavia arricchisce ogni cosa. Tale approccio, permette di far vivere ogni cosa in modo tale da avere in futuro stimolanti rappresentazioni positive del passato, che servono a creare approcci positivi per il futuro. Questa modalità operativa, dirige il comportamento condizionando fortemente continuamente il presente, per ogni aspettativa da creare.

Un certo tipo di vero tempo che ritengo interessante ed educativo, è quello della "banca del tempo", il cui funzionamento è molto semplice. Basta iscriversi ad un’associazione territoriale di questo tipo presente nelle principali città, e con una piccola quota associativa, si apre un proprio conto del tempo. Il saldo di tale conto, è dato dal tempo che si dona e che si riceve dagli altri. 

Se ad esempio un socio richiede tre ore di giardinaggio, ripetizione di inglese, od un altro che io posso offrire, acquisisco in tal modo tre ore di credito dalla mia banca informata del fatto. Questo tempo a mia volta, posso poi utilizzarlo per richiedere qualcuno che mi aiuta a mettere in ordine il garage. Questo approccio, lo vedo come un tempo utile da dedicare per educare i giovani sull'importanza di come trattare il tempo. 

Le ore nella banca del tempo valgono solo ore, non esiste distinzione tra lavoro importante e non. La prestazione che offre chi ripara una bici, è uguale al tempo che si dà per aiutare a svolgere una festa, o al tempo che un medico fornisce per aiutare un paziente. Non essendoci denaro in giro, in questo contesto più tempo si dona, tanto più il nostro credito di tempo da spendere aumenta. 

So bene di questi tempi di poter sembrare un rincitrullito, qui in un'epoca fatta di valori incerti e paura del futuro, tra l'altro in piena crisi economica non è facile attivarsi in questo modo. Sono certo che in pochi si sentono di approfondire questo stile di vita orientato ad investire il proprio tempo non economico. Qui più che altro, lo proporrei come metodo educativo da incentivare nelle scuole. Fare una ricerca entrando nel mondo web, certamente farà capire meglio il valore di tali iniziative.

Nel lavoro, in particolare dei servizi, il tempo è un grande magazzino. Tutti sappiamo l'importanza strategica di gestire bene il magazzino per far funzionare bene il bilancio e la solidità di un'azienda. Ecco un altro motivo del perché incentiverei nella cultura dei giovani questo tipo di approccio al tempo. 

Sono convinto che questa esperienza della banca del tempo che ho vissuto, possa aiutare a comprendere in maniera profonda e corretta, in che modo rapportarsi bene con passato, presente e futuro. Tale approccio insegna anche il valore delle cose, e aiuta in futuro a dare il giusto peso commerciale di ogni servizio. Torniamo al tempo dei comuni mortali.

Oggi sempre più ognuno ha un suo tempo per fare ogni cosa, il tempo convenzionale è una bussola di riferimento, che aiuta a stabilire delle direzioni possibili.

sabato 15 novembre 2014

81 - realtà abbandonata e senza metodo

Nulla al mondo è più pericoloso di un'ignoranza sincera ed una stupidità coscienziosa. (Martin Luther King)


L'interrelazione che esiste tra esperienza, conoscenza e realtà è indissolubile anche se difficile da tener sempre presente. Solo attraverso l'attenzione continua della coscienza, questa interconnessione può essere viva e assumere un suo valore. I tre elementi da soli non possono mai essere considerati come "cause" con una vita propria, in particolare se si intende dare un senso profondo e una visione d'insieme a tutto ciò che ci circonda. 

L’esperienza è l'essenza di ogni tipo di sapere che ha struttura, carattere e personalità; la conoscenza è l'arricchimento che ci occorre per poter leggere il mondo personale che circonda la nostra realtà, che è sempre una personale visione delle cose con le quali riusciamo ad entrare in contatto.

La realtà quindi, è di fatti un insieme di fattori visibili e invisibili che si presentano ai nostri organi sensoriali in diversi modi e forme. Ciò tuttavia ci permette di dare senso alle stesse cose in modo diverso. Lauhl  realtà del fisico nucleare o quantistico, non sarà mai la realtà che vede l'ingegnere meccanico o il matematico. 

La realtà dell'essere comune, non sarà mai quella dello studioso o del poeta, così come la realtà del potente non sarà mai la stessa del sapiente, dell'asceta, dell'artista o dell'ignorante. 

Ecco un perché, del difficile mestiere del mettere insieme delle persone per un progetto, specialmente se innovativo, e in particolare quando non si ha una buona comunicazione, autorevolezza o profonda visione condivisa di ciò che si intende realizzare insieme ad altri.

Tra gli esseri comuni, la stessa cosa ha anche valori e valore differente. Quello che per un turista poco attento è un vaso o una  pietra, per un archeologo è una forma di manifestazione di una vita da interpretare  e anche un'emozione. 

Nel servire uno stesso prodotto o servizio, è molto diversa la realtà che percepisce di uno specifico segmento di mercato una piccola impresa di successo, rispetto a ciò che vede per il medesimo segmento una grande azienda quotata in borsa. 

La ricerca continua per comprendere la realtà e le sfumature della vita, è un'attività umana innata. Essa è continua in ognuno di noi e si attiva sistematicamente in modo più o meno conscio per farci adattare al meglio su questo mondo. 

La realtà quindi, non può mai essere chiara e oggettiva. Essa ingloba in sé un'infinità di sfaccettature che di volta in volta, le fanno prendere forme e significati diversi, che anche nel tempo, possono poi mutare continuamente in modo differente per ogni persona.

La ricerca individuale sul come rapportarci alla realtà che ci circonda, avviene naturalmente in ognuno di noi fin dalla nascita. Tutto accade per mezzo di una mente attiva ventiquattro ore al giorno per l'intera vita. Questo purtroppo, accade però spesso in assenza attiva della piena coscienza. 

Nella nostra mente, non di rado riusciamo a cancellare con un a certa facilità tutto ciò che non ci piace vedere o sentire, e contemporaneamente, ci gratifica sognare le cose che più ci attraggono anche quando non sempre le vediamo o tocchiamo. Queste ultime tra l'altro, amiamo anche immaginarle come elementi immutabili nel tempo.

Senza consapevolezza continua nel qui e ora, il nostro atteggiamento poco equilibrato, ci porta prima o poi dolore, o come minimo non pochi shock. A questo punto frustrazione o sorpresa prendono forma. In realtà ma nulla di importante accade improvvisamente per caso. 

Se riflettiamo bene, quando siamo colpiti da fulmini a ciel sereno, se a tempo debito avessimo fatto più attenzione agli eventi, essendo più presenti nel qui e ora, scopriamo che di segnali premonitori di un certo fenomeno ne abbiamo avuti parecchi, peccato però che essi siano stati tutti ignorati.

Immersi in un tutt'uno apparentemente caotico, il cervello, in quanto centro primario del contatto tra sé e il mondo esterno, seleziona e utilizza tutte le info che raccoglie grazie ai nostri cinque sensi. Da qui la sensazione, che é di fatti quell'attività neuronale da cui tutto inizia. 

Già qui il primo problema. Ognuno dei cinque sensi, dà una forma diversa ad ogni persona, all'insieme delle cose con le quali si entra in contatto. Non solo, c'è poi da aggiungere, che in ogni essere umano, in diversi contesti, di volta in volta nella stessa circostanza che si condivide, prevale sempre di più, solo uno dei sensi rispetto agli altri quattro. 

Facciamo qualche esempio; abbiamo due persone a teatro che assistono ad uno spettacolo di danza contemporanea. Una con un sistema visivo più sviluppato in quel contesto, percepisce un passo o un movimento dei danzatori in maniera diverso da un'altra persona che in quello stesso ambito e nello stesso momento, "attiva involontariamente" un apparato uditivo prevalente. 

Non è ancora finito. Non tutti i cinque sensi di tutti gli umani funzionano allo stesso modo anche per fattori biologici, di età, di menomazioni più o meno momentanee, o di difficoltà anche emotive in diverse situazioni. I sensi in ogni modo, sono tuttavia l'inizio di tutto. 

Facciamo ora un passo successivo. Sappiamo bene che ogni principio ha il suo decorso, per cui dalle sensazioni alle percezioni il passo è breve. I sensi raccolgono le informazioni primarie, e le percezioni per farla breve, sono l’organizzazione dei dati sensoriali, che di fatto si traducono tutto in un’esperienza complessa a livello cognitivo. È così che nasce ogni pensiero e la prima bozza di una visione di qualcosa o di un piano da realizzare o meno. 

Se tuttavia il processo di quanto sopra esposto, dovesse avvenire senza coscienza, questo fatto é contaminato solo dall'inconscio, e ciò fa si che il pensiero automatico sia il primo o il solo processo attuativo che entra in azione. Quel che poi accade, può rivelarsi in qualche modo sia nulla, sia un bene, sia un male. Tuttavia in tal caso, siamo nel regno del mondo incosciente e un po' magico.

Diversamente, se il percorso analizzato avviene invece anche attraverso l'attenzione al momento presente, il pensiero è quindi consapevole, da qui nascono tutte le azioni e i comportamenti coscienti. Il vero destino, in un modo o nell'altro, di fatti a questo punto prende in tal modo vita.

La natura vuole che nel deposito immenso dell'inconscio dove vivono oscure forze positive e negative, in ogni essere vi siano in contemporanea ricordi di dolore e di gioie, di frustrazioni e di successi. In questo spazio non mancano elementi base di ogni tipo. 

Abbiamo semi di paura che attivano fuga o aggressività, e germi di azioni di ogni tipo del bene e del male. In tal modo, nell'inconscio, giacciono in pratica, tante le intuizioni profonde di ogni specie, proprio tutti, inclusi quelli di cattiveria pura, di gioia, angoscia e grande saggezza. 

Il segreto per gestire il tutto nel migliore dei modi, al fine di guidare la macchina delle relazioni con sé stessi, con le cose e con gli altri, sta nel saper alimentare e pilotare in ogni contesto le migliori energie positive presenti nel nostro profondo essere. Il fine ci deve deve portare ad essere situazionali in modo equilibrato in ogni diversa circostanza. 

Tutto avviene come la vita in mare. Ogni cosa in superficie, si muove anche a causa delle correnti dei suoi abissi. Allo stesso modo l'inconscio dal suo profondo, alimenta i pensieri quando agisce. 

La consapevole azione, è il marinaio che conosce anche i venti, le rotte e le mappe. Il meglio di noi stessi, sono cose che possono essere alimentate dalla natura in sé, oltre che da esperienza, conoscenze e coscienza. 

La natura in sé, è un perfetto mix dove tutto interagisce con il mondo della psiche in maniera perfetta e integrata. Sono rari coloro che sanno contattarla e poi conviverci con giusto equilibrio e serenità d'animo. È un'arte per donne e uomini rari, non è facile riconoscere la vera natura in sé, accettarla e conviverci con equilibrio. 

La seconda via oltre il cammino guidati dalla natura in sé, è quella di scegliere la strada grazie all'esperienza. Questa possibilità contempla l'aver l'intelligenza e la sana umidità di non pensare solo alla propria individuale esperienza, ma a quella di far tesoro anche delle ricerche, degli esempi, e dalle conoscenze fatte da altri studiosi, che certamente sapranno arricchirci a decidere e agire su uno o più temi. 

Il terzo percorso possibile da seguire, è la coscienza. Quella che tutti possono prendere in considerazione, ma che non sempre prendiamo in seria considerazione. È la base più sensata che aiuta la gran parte dell'umanità a commettere meno errori e sciocchezze possibili. 

Questa la si attiva cercando di essere sempre presenti nel qui e ora in ogni circostanza. Vuol dire evitare di farsi trascinare dal solo inconscio, e saper scansare in tal modo il mondo magico delle illusioni.

Il cervello in tutto questo è una macchina perfetta capace di raccogliere milioni di info in modo veloce e continuo, lo fa senza sosta per ventiquattro ore al giorno. Da solo, esso però non conosce bene e male, semplicemente raccoglie tutto e aiuta la mente a elaborare ogni cosa. 

Bene e male sono figli di culture, educazione e visioni di vita che hanno a che fare con la sola mente che conosceremo meglio tra poco.

Ecco perché attenzione continua, visione etica, volontà e determinazione, aiutano il processo di discernimento che ci permette la giusta azione più o meno secondo coscienza. Tuttavia, non tutto può essere sempre vagliato dalla coscienza in modo generalizzato e continuo. 

Essa più spesso di quanto si immagini, è facilmente tramortita, pigra o addormentata, e tantissime volte, ama essere schiava di vecchie abitudini dure a morire. Volontà e determinazione hanno il loro senso in tutto questo complesso quadro di riferimento.

Gli scienziati del comportamento umano e quelli delle scienze sociali, dicono che riuscendo a comprendere bene questi processi fin qui riportati, possiamo educarci ad agire nel migliore dei modi con noi stessi e con altri, tenendo conto sia delle migliori idee istintive, sia dei pensieri che elaborano l'agire consapevole. Chi deve allenarsi a fare questo lavoro oscuro ma prezioso è la mente, la quale può essere o solitaria e abbandonata, o curata ed educata. 

La mente è ciò che descrive l'insieme delle funzioni del cervello. Si fa particolare riferimento alla sfera della coscienza, e riguarda il mondo delle sensazioni, del pensiero, dell'intuizione, della ragione della memoria e della volontà. E lo strumento che misura anche intelligenza e sensibilità. Comprende il mix conscio inconscio.

Conoscere qualcosa del funzionamento della mente, ci permette di capire meglio come interagire in maniera corretta con noi stessi e con gli altri, questo sia nella vita privata che in quella professionale per creare e governare progetti e miglioramenti continui all'organizzazione, sia nella vita sociale e relazionale più in generale.



Il mondo e il mercato della mente

Per far buon uso di ciò che la mente assorbe ed elabora senza sosta, e per aiutarla a non essere influenzata dai suoi pensieri negativi collegati alla base dell'inconscio, si rende necessario supportarla e addestrarla a saper combattere azioni e comportamenti disfunzionali per l'altrui e il nostro stesso benessere. 

Per l'individuo, il sano rapporto realtà coscienza, è determinante per creare uno dei tipi di personalità esistenti nelle razze umani più sane e produttive in ogni senso.

Diverso è il discorso quando si passa alla realtà che intercorre tra più di due individui. In questi casi, le tante indagini esistenti, trattano molti temi specifici che sono molto ben trattati metodologicamente, utili per avere spunti e riflessioni adeguate su come correggere azioni e comportamenti. 

La cosa importante in questi casi, è quella di evitare breviari e psicologia gridata in sintesi per questo e quel tema senza rifarsi anche alle basi di psicologia generale. Spesso in questi ambiti si creano mercati basati sulle sofferenze più comuni delle persone.

Tante volte, molti testi sono contaminati da filosofie spesso fantasiose, o da pericolose semplificazioni. Altre volte, i temi trattati, non di rado hanno un sottofondo esclusivamente commerciale, che serve solo per far vendere libri, corsi e seminari, a furbi autori non sempre tra l'altro davvero preparati. 

I lavori più scientifici in psicologia dell'individuo, sono solitamente scritti in maniera un po' troppo per addetti ai lavori. Per questo nelle librerie o ancor più nel mondo web, abbiamo tanta letteratura che ha più successo per essere ... un po' troppa divulgativa. In realtà spesso in tal modo si crea un mercato che serve a fa sentire tutti psicologi dell'ultim'ora. Questo, fa si che la realtà ancor più può sfumare e ingannare, facendo perdere spessissimo l'essenza delle cose.

Le ricerche invece ad indirizzo più psico sociale, puntano la loro attenzione sulla relazione tra le persone che hanno obiettivi comuni da raggiungere. Tali specifiche indagini, cercano di spiegare eventi specifici della realtà condivisa, tentando di prevederne futuri. 

Anche in questo caso, è sempre bene prendere in considerazione inizialmente i classici più che partire subito con gli innovatori da best sellers. Tutti questi studi comunque, servono a far uscire dal mero pensiero, per addentrarsi nel come realmente si riesce a convivere in un ristretto numero di persone. 

È saggio anche qui, avere basi fondate di psicologia sociale per non improvvisare rischiando pericolosi salti nel buio coinvolgendo magari altre persone.

Nelle ricerche sociologiche, altra branca delle scienze umani che offre grandi spunti di riflessione, troviamo temi utili sulla complessità delle relazioni quando entrano in gioco culture diverse e grandi numeri di casi che coinvolgono micro e macro economia, politica e comportamenti sociali dei consumi e atri ancora. 

Lo stesso discorso fatto per la psicologia sociale, si estende in quest'area che include culture e tradizioni varie, di una o più comunità.

In estrema sintesi, in ogni ambito, abbiamo che nel mondo della mente dell'individuo, l'abitudine la fa da padrona e l'esperienza ha il suo valore. La coscienza della realtà condivisa del qui e ora, l'interdipendenza delle variabili, e il mutamento continuo dei fenomeni, restano sempre alla base di tutto.

In psicologia, sensibilità, cultura, esperienza e interesse alla persona, aiutati da metodi e tecniche per essere efficaci, differenzia il bravo psicologo dal buon senso comune.

Nelle ricerche sui comportamenti di piccoli gruppi (psicologia sociale) metodi e tecniche ed esperienza non possono essere separate e le tecniche hanno un valore maggiore per essere efficaci a guidare gruppi per obiettivi precisi, o per studiare fenomeni su piccoli gruppi. Questi studi, sono fatti per chi lavora con team e piccole strutture. 

Metodi e tecniche, qui aiutano tantissimo a comprendere come si formano e sciolgono i legami tra le persone, ma innanzitutto, aprono la mente per comprendere come agire per non disperdere energie preziose che solo una squadra di persone limitate può offrire.

Nelle scienze umane di tipo sociologico, troviamo studi di più ampio respiro. L'esperienza in questi casi, se pur sempre importante, da sola diventa più che mai non strategica. Qui cultura specifica e metodi delle tecniche di indagine la fanno da padrona. 

Queste scienze hanno un limite in particolare in Italia. Tutti pensano di poter padroneggiare studi e ricerche. In tanti casi però, spesso si devia sul senso comune per mancanza di sensibilità diffusa sul tema, o peggio ancora, per generalizzazioni fai "da da te", molto di moda quando si cerca consenso politico o conflitto sociale di bassa lega.

Tali scienze e ricerche sono di norma dati e spunti preziosi, ma sono prese talvolta in considerazione in malo modo, e sono spesso utilizzate dai pochi che riescono poi ad interpretarle, ma ahimè, più  per desiderio manipolatorio che altro. 

Sondaggi, statistiche, e similari, sono cose da saper leggere con metodo e applicazione, non basta limitarsi a concentrare la propria attenzione su qualche concetto avulso da ogni contesto, o da qualche grafico utile a propri scopi.

Tutti noi in ogni area delle scienze umane in genere, comprendiamo qualcosa attraverso l'esperienza diretta, poi stupiti cerchiamo successivamente di individuare modelli o regolarità in quello che osserviamo per sentirci più sicuri. In ogni modo, la realtà per quella che è, resta e resterà sempre qualcosa di incompleta e condizionata dalla soggettività.



Come procedere

Fino a quando una persona non ha ruoli di responsabilità pubblica o di gestione di organizzazioni, tutto più o meno può ritenersi poco importate. Una persona comune nella vita può dire tutto e il contrario di tutto, e con le debite attenzioni da valutare caso per caso, più che far male a sé stesso non può. 

Ma cosa accade quando ti accorgi che chi deve avere una visione globale e di dettaglio della realtà per governarla (sia nelle piccole cose e organizzazioni, sia nella guida di governi centrali) non ha metodo, ma solo vuota dialettica e non sempre apprezzabile capacità di eloquio? Che fine fa la realtà già tanto complessa per sé?

Manca la cultura della comprensione del metodo e delle tecniche che sono utilizzate nelle ricerche per poi imparare a relazionarsi con altri e a convivere nei piccoli e grandi gruppi. 

Di questo intendo parlare in questo post da qui in avanti. Dell'importanza dei metodi e delle tecniche per avere elementi che possano aiutarci a leggere le diverse realtà nei vari contesti, tenendo conto di fini, aree di indagini e obiettivi.

Tanto per iniziare, da tempo mi sto rendendo conto sempre più, che in molti confondono razionalità con realtà, convinti che il loro pensiero sia la verità, ignorando invece, che è solo ... a volte una semplice considerazione più o meno logica, ma solo se pensata e approfondita prima di essere esposta. 

La realtà è altro come abbiamo visto. Eppure, adoperando ragione e abile comunicazione, una realtà la si può inventare nel bene e nel male. Come poi gestirla è altra cosa.

Abbiamo ormai visto che la realtà è un'unità complessa in permanente divenire, composta di tantissime infinite variabili tutte interdipendenti tra loro. Ogni tema d'indagine mette in primo piano alcuni fattori che diventano indipendenti e da lì, una parziale realtà del tutto, diventa in tal modo verità soggettiva frutto di una visione di una persona. Tale verità, oltre che essere sempre e solo soggettiva, tra l'altro, non può mai considerarsi fissa e nel tempo. 

Le persone più pericolose in giro, sono quel management e quella classe dirigente politica che pontifica guidata dal loro Ego o dai loro secondi fini.. A volte questi, ricavando qualche idea da qualche testo o magari da qualche argomento per sentito dire che trovano affascinante, rielaborano il tutto agiscono e manipolano più o meno bene ogni cosa. 

Costoro spesso  senza un minimo di conoscenza e senza metodo, approdano in tal modo a conclusioni generali, frutto di poche o nessuna attenta osservazione. 

Per evitare il problema della sovra-generalizzazione, non a caso che gli scienziati da sempre si impegnano a osservare un numero sufficientemente elevato di elementi che cercano di ripetere negli studi prima di trarre conclusioni. A pro di che tutto ciò che gli scienziati fanno, oltre che per le loro rispettive comunità scientifiche? 

Quante preziose informazioni potrebbero aiutare a fare meno sciocchezze se almeno gli addetti ai lavori sapessero leggere e interpretare tante meravigliose indagini senza giocare col proprio ego a governare altri, guidati dai soli massimi sistemi della politica che si intende attuare per governare aziende e piccole e grandi comunità.

Talvolta, nella vita di tutti i giorni, ragioniamo in maniera illogica. I ricercatori infatti ci aiutano a cercare di evitare i ragionamenti illogici invitandoci a porre la massima attenzione e cautela nell'impostare i nostri ragionamenti nelle varie  nostre osservazioni e riflessioni utili poi nell'agire. 

Tale attenzione serve non poco al fine di evitare tante inutili discussioni e seghe mentali. Sarebbe già questo, forse un aspetto utile da prendere a modello prima di parlare in pubblico o in gruppi di lavoro? 

Nell'ambito delle scienze umane ci manca la cultura scientifica diffusa. Tutti o quasi, sognano di essere maestri di vita e/o sapienti. A sentire alcune interviste di opinionisti allo sbaraglio che servono più a fare audience per il loro nome che per il loro sapere, c'è a volte da impallidire. 

Non parliamo di tanti politicanti da quattro soldi. Credo che siano davvero rari coloro che riescano a dire qualcosa quando si esprimono in pubblico su veri dati di fatto davvero approfonditi, e non presentarsi basando il tutto su poche info da utilizzare eventualmente ad uso strumentale per propri fini.

La ricerca delle scienze umane psicologiche e sociali più in generale, tenta di spiegare cosa è, e non cosa dovrebbe essere la realtà nel qui e ora di un dato tema in un certo momento storico. 

Tanti amano fare i profeti, ma essendo questo un mestiere che solo rarissimi personaggi forse oggi possono permettersi, (ma personalmente non ne conosco) che fare per essere equilibrati nel tentare di capire almeno il presente prima di profetizzare alcunché? 

Come si fa a vedere un futuro senza aver compreso il presente in una vita e in una società? Si, certo, anche il passato (e quindi la storia) ha senza dubbio alcuno il suo peso, ma intanto è passato, poi da solo per nostro limite umano, è spesso fonte di confusione o di dissidi più che di confronto. Questo, in particolare quando si parla di gruppi o società. 

In realtà, chi ha responsabilità di governo a vari livelli, sorvolando su tali considerazioni fin qui esposte, non di rado inciampa nelle illusioni. Raramente purtroppo si pensa all'illusione come madre dell'ignoranza del metodo e delle tecniche di approccio scientifico ai temi delle scienze umane. 

Da qui, poi le delusioni che non di rado, vediamo invece negli altri come causa. La delusione in realtà c'è la creiamo noi con le nostre mani, gli altri sono spesso di volta in volta, nostre vittime, salvatori o carnefici. Dipende da tanti vari fattori che nel tempo e nelle circostanze varie ci si presentano.

Vivere nel presente per tanti è un peso; passato e futuro sono i tempi che si preferiscono per ridurre ansie e timori vari; tuttavia però, quale strategia migliore dl presente per creare un buon futuro e aver poi da raccontare un bel passato? 

Solo ponendo tanta attenzione e responsabilità in ogni azione presente si possono ridurre i margini di errore e di colpi di testa dettati dall'inconscio pieno zeppo di paure ancestrali, di rabbia e dolore. L'inconscio è anche fonte di profonde intuizioni, ma per ascoltarle ci vuole orecchio e presenza mentale nel qui e ora. 

La ricerca della realtà per quella che è, tanto per cominciare, non dovrebbe essere confusa con la filosofia o le opinioni. La ricerca attenta della realtà, tenta di dare armonia e regolarità nella vita individuale, relazionale e sociale. 

Gli scienziati umani, sono interessati a spiegare fenomeni individuali, di gruppo e collettivi, ma spesso, le loro ricerche, invece di essere comprese attraverso quale metodo sono state elaborate, sono talvolta fonte di inutili discussioni più che di tentativi di pratica da tentare di sperimentare.

Le teorie nelle vere scienze umane, non sono cose astratte, esse sono scritte con il linguaggio delle variabili. Una variabile è una serie logica di attributi. Un attributo è una caratteristica. Per esempio, maschio o femmina sono attributi. Genere, è una variabile formata da questi attributi. 

Nella spiegazione causale la causa presunta diventa la variabile indipendente, e la variabile che subisce l'influenza è la variabile dipendente. Quante cose si potrebbero sistemare nella nostra consapevolezza già solo adottando questi supporti?

Ad esempio, vediamo un'altra tecnica delle ricerche come può aiutarci a non farci prendere per i fondelli dall'industria culturale bisognosa di audience e pubblicità. Noi spesso assistiamo a enormi discussioni (in particolare nel talk show televisivi) e vediamo gente che litiga. 

Per capire quanto ridicoli siano, basterebbe notare che difronte ad una discussione di norma, o non rispondono al tema, oppure uno lo sta affrontando partendo dalle osservazioni specifiche andando verso la costruzione di modelli generali, e un altro, magari dicendo la stessa cosa, parte da affermazioni generali e cerca di prevedere osservazioni specifiche. In tal modo, litigano quindi per nulla! 

I dati  quantitativi, quando li si adoperano, peggio che andar di notte. Per tanti sono un optional, e quando ci sono, sono estratti ad hoc a proprio uso e piacimento, per essere poi sbandierati per far capire quanto si è intelligenti e preparati. Una follia diseducativa e non consona a far crescere la cultura del "piccolo scienziato" che oggi deve essere ogni cittadino di ogni cultura.

domenica 9 novembre 2014

80 - l'essere e lo spirito di gruppo

Non cercare di diventare un uomo di successo, ma piuttosto un uomo di valore. (Albert Einstein)

                              

Lo scopo delle dinamiche del lavoro in team, è quello di investigare sulle ragioni profonde del comportamento umano al fine di individuare in che modo possano ridursi ostilità e pregiudizio. Ma utilizzando al meglio spunti e ricerche di quest'area della psicologia, può essere di grande supporto anche per diffondere una cultura più orientata all'altruismo, alla generosità, alla condivisione degli obiettivi e al rafforzamento dello spirito di squadra. Un team, un'azienda o una famiglia, sono solo parole vuote sè non contemplano persone con un valore condiviso ed una predisposizione a saper essere di supporto concreto agli altri.

Per poter ora meglio comprendere certe dinamiche di gruppo, è importante partire dalla cognizione che ognuno ha del team di appartenenza. Possiamo distinguere due tipi di cognizioni che ci aiutano a capire e agire al meglio nel team, entrambi queste cognizioni mobilitano il pensiero come fonte primario di ogni azione. Parliamo in questo caso di cognizione derivata dal pensiero veloce e automatico, e cognizione dovuta al pensiero controllato. 

Fermo restando l'importanza delle vere intenzioni di ognuno (cosa di non poco conto), Il pensiero è la fonte primaria di ogni comportamento. Il primo è quello che interviene quando agiamo senza l'intervento della consapevolezza. Il secondo, è quello che agisce in sintonia con la coscienza. Questa ultima, entra in funzione, in particolare quando dobbiamo prendere decisioni importanti. I due pensieri possono anche operare all'unisono portando solitamente ottimi risultati.
  
I due pensieri, isolati o in armonia tra loro, sono sempre presenti nella nostra vita. Essi entrano in gioco, in particolare quando ci si deve adattare a nuove situazioni o attività. È bene sapere che l'adattamento o meno di una persona ad un gruppo, accade solo se è quando questa valuta gli altri, le situazioni e gli sviluppi futuri in sintonia con i propri valori, obiettivi e modelli culturali.

Per comprendere come si evolvono le leggi che regolamentano i membri in un team, bisogna saper intercettare e interpretare oltre alle intenzioni, anche la motivazione che alimentano il pensiero di ogni membro di una squadra. Capacità di ascolto attivo e presenza mentale, sono strumenti molto preziosi per chi deve lavorare su un progetto con il ruolo di leader.

Per sentirsi o meno parte integrante e attiva di un progetto condiviso, agli inizi, l'accettazione avviene di norma grazie ad una sorta di “analisi automatica dell’ambiente", ma successivamente, è poi il pensiero razionale "contaminato" dalle emozioni che guida ogni azione nel bene e nel male. 

Tenere sempre tutti con la mente all'erta, in presenza mentale, e proiettati sul fine comune, è il mimino su cui concentrarsi. Verificare di continuo che ognuno "sia sul pezzo" è di grande aiuto per tutti. Fare tutto ciò senza mai perdere di vista gli obiettivi da raggiungere, agendo con intelligenza emotiva e intelligenza sociale sempre in equilibrio, porta solo vantaggi ai singoli, al gruppo e chiaramente al progetto sul quale si è impegnati.

Non sono però solo le persone che bisogna saper curare. 

Ciò che conta moltissimo è anche "l'ambiente e il clima" che si registrano nei rapporti tra le persone. Queste sono cose che vanno monitorate con molta attenzione. Pochi sanno leggerle con equa distanza emotiva per valutare oggettivamente ogni variabile in mutamento. 

Ambiente e clima, alimentano e contemporaneamente subiscono, intenzioni positive e negative dei singoli e le relative motivazioni manifeste o meno che siano. Appena si respira "aria" di lassismo o di tensione, il progetto ... "perde" verve e quindi tempo prezioso, il perdurare della mancanza di consapevolezza del clima, fa si che il gruppo prima o poi si sgretola.

Per non commettere errori di valutazione, oltre che l'osservazione, è bene anche considerare e conoscere la storia individuale come è vissuta da tutti nel gruppo. Da non sottovalutare, come si percepiscono e come essi si siano "posizionati" rispetto ai loro colleghi. 

Ogni sana integrazione, è sempre figlia di una sana e coerente intenzione e motivazione di ogni persona. Presenza, frequenza di contatto ed eventi ad hoc ben gestiti mirati a creare spirito di gruppo, agevolano i legami. Questo lavoro però, non deve voler dire perdersi in discorsi e parole, contano esempio e comportamenti congruenti in ogni grangente operativo.

Esperienze precedenti e conoscenze che ognuno ha vissuto all'interno del team, sono fattori utili che un manager deve monitorare per lo più in "silenziosa meditazione". Considerare che tuttavia, il sentirsi parte o meno "della famiglia", è una modalità che avviene in maniera non conscia, non intenzionale e senza sforzo. Attenzione e prudenza per saper aiutare davvero la crescita dei singoli e del gruppo, sono azioni da tener sempre in programma, in particolare quando si parla di obiettivi e organizzazione.

Saper creare cause e condizioni che agevolino situazioni nuove e positive collegate alle diverse esperienze precedenti, permette un utilizzo positivo di schemi mentali che permettono di organizzare meglio la conoscenza del mondo sociale, in termini positivi e legati ai fini del gruppo. 

Questi schemi mentali, sono strutture potentissime che influenzano profondamente le informazioni che la mente registra con cura. Sono quei processi su cui prima riflettiamo e poi successivamente ricordiamo per pensare e agire. Come si crea una struttura mentale aiuta a non disperdersi.

Approfondiamo ora l'origine di tutto ciò: il pensiero, ossia l'architetto degli schemi mentali. Da qui vedremo anche alcune conseguenze di non poco conto sulle quali riflettere.


I pensieri e le loro conseguenze

Quando alcuni pensieri automatici accadono nei membri di un team, essi portano spesso a creare anche stereotipi. Numerosi esperimenti, in particolare negli ambiti della psicologia sociale, hanno dimostrato che gli stereotipi influiscono in maniera notevole sulle percezioni, e portando non di rado a comportamenti distorti ed errati. 

Se questi schemi, possono portarci a creare una visione distorta del mondo, in realtà non bisogna demonizzarli, poiché in contemporanea, essi sono talvolta fondamentali per poter affrontare le situazioni nuove con maggiore cura e rapidità. 

Gli schemi mentali sono strumenti che hanno il potere di ridurre l’ambiguità interpretativa, aiutano a selezionare e sintetizzare le informazioni che ci vengono dal mondo esterno. In tal modo, in maniera immediata, intelligenza sociale ed emotiva, delle nostre esperienze, conoscenze e cultura interpretano il mondo che ci circonda. Il problema quindi non è lo stereotipo in sé, bensì il potere che gli si dá, talvolta con grande leggerezza e automatismo.

La scelta dello schema da applicare riguardo le diverse situazioni, dipende dall’accessibilità che ognuno ha delle informazioni disponibili. A parte quindi l'accuratezza che bisogna avere nel far circolare le info che servono, bisogna saper bene cosa sia l'accessibilità e cosa essa comporti.

Esistono due tipi di accessibilità. Una è quella che funziona in base all’esperienza passata: e questi sono schemi sempre accessibili; un'altra è quella che si attiva in base ad un evento contingente che ha fissato uno schema in memoria. In questo caso l’accessibilità può essere temporanea, e indotta. Nei processi di comunicazione interna e nella formazione, l'attenzione all'accessibilità non va trascurata.

Pertanto nella gestione delle informazioni da far circolare, in particolare quando c'è bisogno che una cosa sia eseguita da più membri di un team per un cambiamento circosritto, o da tutti per una richiesta di impegno maggiore dovuto a qualsiasi motivo (trasparente) bisogna non sottovalutare: 

1) che le persone hanno sempre delle aspettative rispetto ad un altro individuo col quale si relazionano;
2) che tale piccolo dettaglio del punto 1, influenza il modo di agire nei suoi confronti;
3) che le aspettative del punto 1, influenzano sistematicamente la risposta dell’individuo, il quale difatti, adotta comportamenti coerenti con le attese, facendo in modo che queste diventino vere.

Avere coscienza e responsabilità di un ruolo, quanta responsabilità e profondità deve considerare? L'ego nemico assoluto che inganna ogni esistenza, per chi ricopre ruoli di responsabilità in un gruppo, è sempre monitorato? I punti di debolezza hanno azioni cautelative sempre vive e presenti?

Questo fenomeno precisato nei tre punti sopra elencati, può comportare delicate conseguenze a volte difficili da monitorare. Questo, soprattutto per chi è vittima di aspettative negative (una per tutte, senza dubbio è la "profezia che si autoadempie" vedi post 79). 

La cultura in cui siamo cresciuti è una fonte fondamentale per i nostri schemi, e influenza notevolmente ciò che notiamo e memorizziamo del mondo. Una seria formazione permanente con un meticoloso piano didattico di elevato valore, in ogni struttura organizzata con visione e mission chiare e perennemente in evoluzione per essere sempre in armonia con la storia è strategica. 



L'euristica del giudizio 

Nella ricerca, l'euristica si pone il fine di agevolare nuove modalità affidandosi all'intuito per acquisire nuove conoscenze. È un termine che si usa quando la ricerca di una soluzione di ostacoli non segue procedure sempre chiare. 

In questo caso il termine in questo post lo si utilizza per approfondire cosa accade quando i nostri schemi mentali non si rilevano adeguati, o quando ne abbiamo troppi che potrebbero andare bene. 

In questi casi, bisogna tener conto che cadere facilmente nell’incertezza non è vista poi tanto improbabile. Ecco che in tal modo, spesso impieghiamo la scorciatoia dell’euristica del giudizio. 

Quando gli schemi mentali vanno in tilt per i motivi detti, entra in campo l'euristica e questa funziona e porta anche ottimi risultati. Tuttavia in tantissimi casi, può rivelarsi inadeguata portando a giudizi errati e a conseguenti azioni che deviano dalla realtà per quella che essa è. Cos'è l'euristica del giudizio? 

Tanto per cominciare è un processo del pensiero automatico. Non nasce dal nulla, prende vita proprio perché il pensiero controllato richiede energia e motivazione elevata. Pertanto, per tale motivo, spesso lasciamo che sia quello automatico a gestire le cose. Ma non è che per caso, il pensiero controllato si sia arreso forse troppo presto a trovare un algoritmo giusto?

Questo per esempio accade sistematicamente quando non si è particolarmente motivati ad analizzare un messaggio. Ma avviene anche quando le conseguenze coinvolte nel giudizio, non sono state valutate importanti nell’attivare o meno il pensiero controllato. Sembra pura teoria astratta, ma quante volte in un'organizzazione per tali motivi si finisce col diventare generici e superficiali?

Alcune teorie sostengono che le persone sono “programmate” per credere automaticamente a tutto ciò che vedono o sentono. Ciò fa parte di un meccanismo fondamentale per la vita sociale. In un gruppo è un tema molto delicato da gestire in tantissime varie occasioni.

Il più delle volte, ciò che vediamo e sentiamo, quando non è vero, l'accettazione iniziale si verifica inconsapevolmente e senza impegno o intenzionalità. Il giudizio e la non accettazione sono invece frutto dell’elaborazione controllata. Ma questo avviene, sempre che le persone abbiano l’energia e la motivazione per attivarla. Se ciò non avviene, si può arrivare talvolta ad accettare delle falsità.

Altra cosa da essere coscienti, è cle le persone si impegnano spesso a ragionare su cosa sarebbe potuto succedere se le cose fossero andate diversamente. La facilità con cui si riesce ad annullare il passato, pensando ad esiti alternativi, può produrre un impatto notevole sulle spiegazioni che ci diamo del passato e sulle emozioni collegate, ma anche queste allontanano sistematicamente dalla realtà.

Più è facile “annullare” mentalmente un esito, e più forte è la reazione emotiva ad esso. Alcuni generi di esiti sembrano facili da evitare o modificare, non tanto perché lo siano realmente, quanto per la facilità con cui li possiamo annullare mentalmente. Questo spesso è la causa di tantissimi problemi in ogni tipo di gruppo. Qui il management deve essere rigoroso affinché la realtà non si perda mai di vista.

Le abilità cognitive del pensiero umano possono portare a grandi risultati in ogni ambito, ma non di rado, anche a compiere errori fondamentali. La vita è piena di insidie, le emozioni hanno bisogno di tanta attenzione, la mente spesso si può perdere anche per nulla.

Viste le conseguenze a volte letali del ragionamento umano, ci si deve porre il problema di come rimediare. Nelle dinamiche relazionali e nella formazione, insegnare alle persone come migliorare le proprie inferenze aiuta tantissimo. 

Uno dei possibili metodi è quello di spingere le persone a considerare con maggiore attenzione e presenza mentale le loro capacità di ragionamento: spesso infatti ci sentiamo infallibili non tanto per sicurezza della nostra intelligenza, ma perché guidati dall'ego che ci illude di ciò che non siamo.

Un'altra possibilità è quella di insegnare alle persone alcuni dei principi statistici e metodologici fondamentali relativi al ragionamento in funzione agli obiettivi di squadra. In ogni intervento, talvolta la mia fissazione di trovare strumenti di controllo lo trovo esagerato, tuttavia poi, ben presto mi ricredo.


Io, sé ed ego nel team

In un gruppo, un "Io" stabile dei diversi componenti agevola l'efficienza e l'efficacia del progetto su cui si lavora, esso crea anche stabilità emotiva e buon "clima".

L'Io è quella struttura della psiche deputata alla gestione del contatto dei rapporti con la realtà. Il suo potere, è quello di organizzare e gestire gli stimoli ambientali e le relazioni con il mondo esterno. Esso è anche il soggetto principale della consapevolezza.

Il Sé invece, definisce la persona nella sua totalità rispetto all’ambiente. L'Io lo possiamo vedere come un sotto insieme inscritto nel Sé. 

In un team, un "Io" stabile percepisce contemporaneamente sé stesso/a senza auto inganno, ed entra in relazione equilibrata con altre persone (con il "loro" Io), distinguendole come "non-Io". Gli effetti del sé, riguarda il come dirigere pensieri, sentimenti e comportamenti adeguati che "l'Io" ha elaborato.

La mente umana è una struttura molto complessa, essa per essere in perfetto equilibrio, deve poter stabilire un confine e contemporaneamente far si che interdipendano Io e Autostima, possibilmente senza passare per l'Ego. Chiarire ora cosa sia l'Autostima mi sembra rigoroso. 

Essa è tutto quello che proviamo per noi stessi nel modo di rapportarci con la vita nelle sue diverse sfumature. È una sorta di energia fortemente influenzata dalle emozioni e dalle motivazioni. È sana quando è forte e solida, ma non va mai confusa con l'Ego.

Altra cosa ancora è l'Ego. Questo è una forma primordiale di "Io" mai cresciuto, e quindi fissandosi ad uno stato infantile, continuamente è orientato all’affermazione di sé, e sempre pronto ad alimentare ogni forma di potere reale o addirittura immaginario. 

Il fattore più deleterio dell'ego, è quello di alterare la realtà del proprio potenziale e i fatti del mondo esterno. Cosa questa semplicemente inquinante nel lavoro di squadra.

Io, Sé, Ego e Autostima, si manifestano in particolare nelle varie forme comunicative. All'interno di un gruppo è sano considerare sempre una serie di fattori che mettono in moto le relazioni in fase comunicativa. Vediamo cosa può accadere quando uno parla, ammesso che abbia ben chiaro in mente cosa intenda trasferire attraverso la sua comunicazione:

1) Una cosa è ciò che si vuole dire
2) Una cosa è ciò che si dice
3) Una cosa è ciò che l'altro sente
4) Una cosa è ciò egli ascolta
5) Una cosa è ciò che di fatto comprende
6) Una cosa è ciò che alla fine trattiene

Non male direi. Quanto importante è sapersi ascoltare? Tuttavia ecco ora un breve diktat per alimentare autostima e fiducia in sé, elemento fondamentale da curare in un gruppo:

1. Fare poche promesse realistiche e realizzarle.
2. Porsi piccoli obiettivi raggiungibili. 
3. Cambiare una piccola abitudine aiuta a raggiungere piccoli obiettivi
4. Grande e apprezzato è il potere della gratitudine. 
6. Imparare a concentrarsi sulle possibili soluzioni ai problemi.
7. Imparare ad essere di supporto ai colleghi in modo disinteressato.
8. Imparare a studiare il problema prima di agire.
9. Agire in positivo verso gli obiettivi condivisi.
10. Evitare di procrastinare.
11. Lasciarsi andare abbassa la stima del sé. Rivedere le abitudini più semplici
12. Agire come se fosse già così come si crede che debba essere una data decisione
13. Usare il ricordo di situazioni passate per affrontare con successo i disagi. Se si fugge difronte ai problemi, il cervello inizia a convincersi che non si è in grado di affrontare la situazione

Tutto questo serve per dare fiducia a sé stessi e al team. La fiducia come sappiamo, non è un fattore razionale, vive nella “neocorteccia”. I meccanismi basilari della fiducia sono insiti nella zona “antica” del cervello, quella che elabora odori, forme e segnali. Essa è un fatto personale, richiede attenzione, sensibilità, un’immagine positiva alla quale non sia disdicevole accostarsi. 


L'importanza di decidere

Altro punto chiave nella gestione di un team. Cosa facciamo quando non sappiamo cosa decidere? Di norma i meccanismi che si utilizzano senza consapevolezza sono:

1) il riconsiderare innumerevoli volte varie opzioni, quando si è quasi arrivati alla scelta finale…un dubbio atroce assale
2) prendono forma le paranoie che frenano ogni azione, si diventa vittime di una sorta di “paralisi”! A questo punto la situazione si evolve  di solito in due direzioni: 
a)  lo “spegnimento“: si rinuncia a prendere decisioni, o si rinviano a data da destinarsi! In questo modo si tampona la situazione disagevole di conflitto interiore, provando una (temporanea e illusoria) sensazione di sollievo.
b)  la “follia“: ci buttiamo “a caso” in una delle alternative, la prima che ci capita davanti, dicendo a noi stessi: “ o la va o la spacca”.

Il non decidere in situazioni critiche in particolare è un aspetto molto delicato da gestire. A volte si ignora che il non prendere decisioni, da solo è già di per sé una scelta. Fattori che rendono così difficili le nostre scelte sono di solito l'avere troppe alternative. In tali circostanze, di solito quando abbiamo diverse opzioni tra cui scegliere, la nostra mente va in confusione, sia a causa di un eccesso di informazioni, sia per mancanza di criteri chiari e univoci su cui valutare ciascuna alternativa. 

Altro  blocco che frena la decisione è dovuto alla ricerca del perfezionismo, cosa che di norma va a braccetto con la paura di sbagliare. Peggio ancora, quando poi non si decide per cercare di fondare la scelta esclusivamente su ragionamenti logico-razionali. Questa a pensarci bene mi sembra ovvio che si rivela nei fatti una scelta…illogica! 

In ogni decisione, è un errore ignorare le emozioni e l’istinto, poiché esse comunque condizionano. Esserne quindi consapevoli aiuta molto. Esse comportano la perdita di preziose informazioni su noi stessi e sul mondo che ci circonda, che normalmente sono cose che sfuggono alla ragione.

Nelle decisioni è vero che usare le emozioni è estremamente pericoloso, ma il saper riconoscerle aiuta non poco. Esse sono mutevoli e instabili. Ma se il nostro cervello è dotato di due emisferi questo significa che possiamo e dobbiamo usarli entrambi, uno a supporto dell’altro, il segreto per farne buon uso, è quello di usarle in modo consapevole e aperto, valorizzando le positive che danno fiducia.

Attraverso l'utilizzo consapevole dele emozioni, abbiamo anche un altro vantaggio. Invece di prestare tutta la nostra attenzione solo alle scelte “importanti” per la nostra vita, in tal modo non trascuriamo quelle piccole scelte che compiamo giorno dopo giorno. Non trascuriamo di fatto, quelle che in modo impercettibile cambiano il corso della nostra vita. 

Le scelte quotidiane, che prendiamo in automatico sono figlie delle abitudini, sono le più pericolose proprio perché non le scegliamo consapevolmente.

Scelte consapevoli: le tre S come ingredienti per aiutarci a non perdere la via. In sintesi:

1) Serenità: 
Nessuna buona decisione può essere presa in un pessimo stato emotivo! Quando siamo sereni e centrati, i nostri 2 emisferi si integrano in modo armonico. 

2) Semplicità: 
Come metodo di discernimento, molto utile potrebbe essere la tecnica dell'analisi dei punti di forza e di debolezza di un problema per farlo diventare opportunità. Un altro strumento potrebbe essere lo scrivere senza filtro tutto ciò che sentiamo in modo da mettere ordine nella nostra testa. Comunque sia, la giusta propensione è sempre quella di riuscire a cogliere solo l’essenziale!

3) Sperimentazione: 
Bisogna darsi un tempo per riflettere ed uno per agire. Utile magari provare in piccolo e testare le decisioni meglio se in un ambiente protetto. L’azione ci aiuta ad uscire dai labirinti della nostra mente. Sperimentando, scopriamo veramente se la nostra scelta ci piace, se ha senso per noi, se funziona, se dobbiamo aggiustare il tiro.

Alla fine di tutto, per far si che vi sia avanzamento positivo del lavoro di gruppo è importante il controllo. Nell'attuare o ecco alcune considerazioni di cui tener conto.

Innanzitutto no valutare ma le personalità, ma solo gli scostamenti tra risultati e obiettivi. Altro aspetto chiave, è quello di favorire l’indipendenza nella individuazione di alternative possibili e fattibili confrontandosi sui problemi e non sulle persone. 

Per far ciò, è importante saper differenziare bene per ognuno ruoli e responsabilità che vanno rinforzati e sostenuti in ogni circostanza. Quello che tuttavia è più funzionale di tutto, sta nell'evitare meccanismi che impediscono la ricerca di soluzioni che migliorano processi e procedure