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sabato 15 novembre 2014

81 - realtà abbandonata e senza metodo

Nulla al mondo è più pericoloso di un'ignoranza sincera ed una stupidità coscienziosa. (Martin Luther King)


L'interrelazione che esiste tra esperienza, conoscenza e realtà è indissolubile anche se difficile da tener sempre presente. Solo attraverso l'attenzione continua della coscienza, questa interconnessione può essere viva e assumere un suo valore. I tre elementi da soli non possono mai essere considerati come "cause" con una vita propria, in particolare se si intende dare un senso profondo e una visione d'insieme a tutto ciò che ci circonda. 

L’esperienza è l'essenza di ogni tipo di sapere che ha struttura, carattere e personalità; la conoscenza è l'arricchimento che ci occorre per poter leggere il mondo personale che circonda la nostra realtà, che è sempre una personale visione delle cose con le quali riusciamo ad entrare in contatto.

La realtà quindi, è di fatti un insieme di fattori visibili e invisibili che si presentano ai nostri organi sensoriali in diversi modi e forme. Ciò tuttavia ci permette di dare senso alle stesse cose in modo diverso. Lauhl  realtà del fisico nucleare o quantistico, non sarà mai la realtà che vede l'ingegnere meccanico o il matematico. 

La realtà dell'essere comune, non sarà mai quella dello studioso o del poeta, così come la realtà del potente non sarà mai la stessa del sapiente, dell'asceta, dell'artista o dell'ignorante. 

Ecco un perché, del difficile mestiere del mettere insieme delle persone per un progetto, specialmente se innovativo, e in particolare quando non si ha una buona comunicazione, autorevolezza o profonda visione condivisa di ciò che si intende realizzare insieme ad altri.

Tra gli esseri comuni, la stessa cosa ha anche valori e valore differente. Quello che per un turista poco attento è un vaso o una  pietra, per un archeologo è una forma di manifestazione di una vita da interpretare  e anche un'emozione. 

Nel servire uno stesso prodotto o servizio, è molto diversa la realtà che percepisce di uno specifico segmento di mercato una piccola impresa di successo, rispetto a ciò che vede per il medesimo segmento una grande azienda quotata in borsa. 

La ricerca continua per comprendere la realtà e le sfumature della vita, è un'attività umana innata. Essa è continua in ognuno di noi e si attiva sistematicamente in modo più o meno conscio per farci adattare al meglio su questo mondo. 

La realtà quindi, non può mai essere chiara e oggettiva. Essa ingloba in sé un'infinità di sfaccettature che di volta in volta, le fanno prendere forme e significati diversi, che anche nel tempo, possono poi mutare continuamente in modo differente per ogni persona.

La ricerca individuale sul come rapportarci alla realtà che ci circonda, avviene naturalmente in ognuno di noi fin dalla nascita. Tutto accade per mezzo di una mente attiva ventiquattro ore al giorno per l'intera vita. Questo purtroppo, accade però spesso in assenza attiva della piena coscienza. 

Nella nostra mente, non di rado riusciamo a cancellare con un a certa facilità tutto ciò che non ci piace vedere o sentire, e contemporaneamente, ci gratifica sognare le cose che più ci attraggono anche quando non sempre le vediamo o tocchiamo. Queste ultime tra l'altro, amiamo anche immaginarle come elementi immutabili nel tempo.

Senza consapevolezza continua nel qui e ora, il nostro atteggiamento poco equilibrato, ci porta prima o poi dolore, o come minimo non pochi shock. A questo punto frustrazione o sorpresa prendono forma. In realtà ma nulla di importante accade improvvisamente per caso. 

Se riflettiamo bene, quando siamo colpiti da fulmini a ciel sereno, se a tempo debito avessimo fatto più attenzione agli eventi, essendo più presenti nel qui e ora, scopriamo che di segnali premonitori di un certo fenomeno ne abbiamo avuti parecchi, peccato però che essi siano stati tutti ignorati.

Immersi in un tutt'uno apparentemente caotico, il cervello, in quanto centro primario del contatto tra sé e il mondo esterno, seleziona e utilizza tutte le info che raccoglie grazie ai nostri cinque sensi. Da qui la sensazione, che é di fatti quell'attività neuronale da cui tutto inizia. 

Già qui il primo problema. Ognuno dei cinque sensi, dà una forma diversa ad ogni persona, all'insieme delle cose con le quali si entra in contatto. Non solo, c'è poi da aggiungere, che in ogni essere umano, in diversi contesti, di volta in volta nella stessa circostanza che si condivide, prevale sempre di più, solo uno dei sensi rispetto agli altri quattro. 

Facciamo qualche esempio; abbiamo due persone a teatro che assistono ad uno spettacolo di danza contemporanea. Una con un sistema visivo più sviluppato in quel contesto, percepisce un passo o un movimento dei danzatori in maniera diverso da un'altra persona che in quello stesso ambito e nello stesso momento, "attiva involontariamente" un apparato uditivo prevalente. 

Non è ancora finito. Non tutti i cinque sensi di tutti gli umani funzionano allo stesso modo anche per fattori biologici, di età, di menomazioni più o meno momentanee, o di difficoltà anche emotive in diverse situazioni. I sensi in ogni modo, sono tuttavia l'inizio di tutto. 

Facciamo ora un passo successivo. Sappiamo bene che ogni principio ha il suo decorso, per cui dalle sensazioni alle percezioni il passo è breve. I sensi raccolgono le informazioni primarie, e le percezioni per farla breve, sono l’organizzazione dei dati sensoriali, che di fatto si traducono tutto in un’esperienza complessa a livello cognitivo. È così che nasce ogni pensiero e la prima bozza di una visione di qualcosa o di un piano da realizzare o meno. 

Se tuttavia il processo di quanto sopra esposto, dovesse avvenire senza coscienza, questo fatto é contaminato solo dall'inconscio, e ciò fa si che il pensiero automatico sia il primo o il solo processo attuativo che entra in azione. Quel che poi accade, può rivelarsi in qualche modo sia nulla, sia un bene, sia un male. Tuttavia in tal caso, siamo nel regno del mondo incosciente e un po' magico.

Diversamente, se il percorso analizzato avviene invece anche attraverso l'attenzione al momento presente, il pensiero è quindi consapevole, da qui nascono tutte le azioni e i comportamenti coscienti. Il vero destino, in un modo o nell'altro, di fatti a questo punto prende in tal modo vita.

La natura vuole che nel deposito immenso dell'inconscio dove vivono oscure forze positive e negative, in ogni essere vi siano in contemporanea ricordi di dolore e di gioie, di frustrazioni e di successi. In questo spazio non mancano elementi base di ogni tipo. 

Abbiamo semi di paura che attivano fuga o aggressività, e germi di azioni di ogni tipo del bene e del male. In tal modo, nell'inconscio, giacciono in pratica, tante le intuizioni profonde di ogni specie, proprio tutti, inclusi quelli di cattiveria pura, di gioia, angoscia e grande saggezza. 

Il segreto per gestire il tutto nel migliore dei modi, al fine di guidare la macchina delle relazioni con sé stessi, con le cose e con gli altri, sta nel saper alimentare e pilotare in ogni contesto le migliori energie positive presenti nel nostro profondo essere. Il fine ci deve deve portare ad essere situazionali in modo equilibrato in ogni diversa circostanza. 

Tutto avviene come la vita in mare. Ogni cosa in superficie, si muove anche a causa delle correnti dei suoi abissi. Allo stesso modo l'inconscio dal suo profondo, alimenta i pensieri quando agisce. 

La consapevole azione, è il marinaio che conosce anche i venti, le rotte e le mappe. Il meglio di noi stessi, sono cose che possono essere alimentate dalla natura in sé, oltre che da esperienza, conoscenze e coscienza. 

La natura in sé, è un perfetto mix dove tutto interagisce con il mondo della psiche in maniera perfetta e integrata. Sono rari coloro che sanno contattarla e poi conviverci con giusto equilibrio e serenità d'animo. È un'arte per donne e uomini rari, non è facile riconoscere la vera natura in sé, accettarla e conviverci con equilibrio. 

La seconda via oltre il cammino guidati dalla natura in sé, è quella di scegliere la strada grazie all'esperienza. Questa possibilità contempla l'aver l'intelligenza e la sana umidità di non pensare solo alla propria individuale esperienza, ma a quella di far tesoro anche delle ricerche, degli esempi, e dalle conoscenze fatte da altri studiosi, che certamente sapranno arricchirci a decidere e agire su uno o più temi. 

Il terzo percorso possibile da seguire, è la coscienza. Quella che tutti possono prendere in considerazione, ma che non sempre prendiamo in seria considerazione. È la base più sensata che aiuta la gran parte dell'umanità a commettere meno errori e sciocchezze possibili. 

Questa la si attiva cercando di essere sempre presenti nel qui e ora in ogni circostanza. Vuol dire evitare di farsi trascinare dal solo inconscio, e saper scansare in tal modo il mondo magico delle illusioni.

Il cervello in tutto questo è una macchina perfetta capace di raccogliere milioni di info in modo veloce e continuo, lo fa senza sosta per ventiquattro ore al giorno. Da solo, esso però non conosce bene e male, semplicemente raccoglie tutto e aiuta la mente a elaborare ogni cosa. 

Bene e male sono figli di culture, educazione e visioni di vita che hanno a che fare con la sola mente che conosceremo meglio tra poco.

Ecco perché attenzione continua, visione etica, volontà e determinazione, aiutano il processo di discernimento che ci permette la giusta azione più o meno secondo coscienza. Tuttavia, non tutto può essere sempre vagliato dalla coscienza in modo generalizzato e continuo. 

Essa più spesso di quanto si immagini, è facilmente tramortita, pigra o addormentata, e tantissime volte, ama essere schiava di vecchie abitudini dure a morire. Volontà e determinazione hanno il loro senso in tutto questo complesso quadro di riferimento.

Gli scienziati del comportamento umano e quelli delle scienze sociali, dicono che riuscendo a comprendere bene questi processi fin qui riportati, possiamo educarci ad agire nel migliore dei modi con noi stessi e con altri, tenendo conto sia delle migliori idee istintive, sia dei pensieri che elaborano l'agire consapevole. Chi deve allenarsi a fare questo lavoro oscuro ma prezioso è la mente, la quale può essere o solitaria e abbandonata, o curata ed educata. 

La mente è ciò che descrive l'insieme delle funzioni del cervello. Si fa particolare riferimento alla sfera della coscienza, e riguarda il mondo delle sensazioni, del pensiero, dell'intuizione, della ragione della memoria e della volontà. E lo strumento che misura anche intelligenza e sensibilità. Comprende il mix conscio inconscio.

Conoscere qualcosa del funzionamento della mente, ci permette di capire meglio come interagire in maniera corretta con noi stessi e con gli altri, questo sia nella vita privata che in quella professionale per creare e governare progetti e miglioramenti continui all'organizzazione, sia nella vita sociale e relazionale più in generale.



Il mondo e il mercato della mente

Per far buon uso di ciò che la mente assorbe ed elabora senza sosta, e per aiutarla a non essere influenzata dai suoi pensieri negativi collegati alla base dell'inconscio, si rende necessario supportarla e addestrarla a saper combattere azioni e comportamenti disfunzionali per l'altrui e il nostro stesso benessere. 

Per l'individuo, il sano rapporto realtà coscienza, è determinante per creare uno dei tipi di personalità esistenti nelle razze umani più sane e produttive in ogni senso.

Diverso è il discorso quando si passa alla realtà che intercorre tra più di due individui. In questi casi, le tante indagini esistenti, trattano molti temi specifici che sono molto ben trattati metodologicamente, utili per avere spunti e riflessioni adeguate su come correggere azioni e comportamenti. 

La cosa importante in questi casi, è quella di evitare breviari e psicologia gridata in sintesi per questo e quel tema senza rifarsi anche alle basi di psicologia generale. Spesso in questi ambiti si creano mercati basati sulle sofferenze più comuni delle persone.

Tante volte, molti testi sono contaminati da filosofie spesso fantasiose, o da pericolose semplificazioni. Altre volte, i temi trattati, non di rado hanno un sottofondo esclusivamente commerciale, che serve solo per far vendere libri, corsi e seminari, a furbi autori non sempre tra l'altro davvero preparati. 

I lavori più scientifici in psicologia dell'individuo, sono solitamente scritti in maniera un po' troppo per addetti ai lavori. Per questo nelle librerie o ancor più nel mondo web, abbiamo tanta letteratura che ha più successo per essere ... un po' troppa divulgativa. In realtà spesso in tal modo si crea un mercato che serve a fa sentire tutti psicologi dell'ultim'ora. Questo, fa si che la realtà ancor più può sfumare e ingannare, facendo perdere spessissimo l'essenza delle cose.

Le ricerche invece ad indirizzo più psico sociale, puntano la loro attenzione sulla relazione tra le persone che hanno obiettivi comuni da raggiungere. Tali specifiche indagini, cercano di spiegare eventi specifici della realtà condivisa, tentando di prevederne futuri. 

Anche in questo caso, è sempre bene prendere in considerazione inizialmente i classici più che partire subito con gli innovatori da best sellers. Tutti questi studi comunque, servono a far uscire dal mero pensiero, per addentrarsi nel come realmente si riesce a convivere in un ristretto numero di persone. 

È saggio anche qui, avere basi fondate di psicologia sociale per non improvvisare rischiando pericolosi salti nel buio coinvolgendo magari altre persone.

Nelle ricerche sociologiche, altra branca delle scienze umani che offre grandi spunti di riflessione, troviamo temi utili sulla complessità delle relazioni quando entrano in gioco culture diverse e grandi numeri di casi che coinvolgono micro e macro economia, politica e comportamenti sociali dei consumi e atri ancora. 

Lo stesso discorso fatto per la psicologia sociale, si estende in quest'area che include culture e tradizioni varie, di una o più comunità.

In estrema sintesi, in ogni ambito, abbiamo che nel mondo della mente dell'individuo, l'abitudine la fa da padrona e l'esperienza ha il suo valore. La coscienza della realtà condivisa del qui e ora, l'interdipendenza delle variabili, e il mutamento continuo dei fenomeni, restano sempre alla base di tutto.

In psicologia, sensibilità, cultura, esperienza e interesse alla persona, aiutati da metodi e tecniche per essere efficaci, differenzia il bravo psicologo dal buon senso comune.

Nelle ricerche sui comportamenti di piccoli gruppi (psicologia sociale) metodi e tecniche ed esperienza non possono essere separate e le tecniche hanno un valore maggiore per essere efficaci a guidare gruppi per obiettivi precisi, o per studiare fenomeni su piccoli gruppi. Questi studi, sono fatti per chi lavora con team e piccole strutture. 

Metodi e tecniche, qui aiutano tantissimo a comprendere come si formano e sciolgono i legami tra le persone, ma innanzitutto, aprono la mente per comprendere come agire per non disperdere energie preziose che solo una squadra di persone limitate può offrire.

Nelle scienze umane di tipo sociologico, troviamo studi di più ampio respiro. L'esperienza in questi casi, se pur sempre importante, da sola diventa più che mai non strategica. Qui cultura specifica e metodi delle tecniche di indagine la fanno da padrona. 

Queste scienze hanno un limite in particolare in Italia. Tutti pensano di poter padroneggiare studi e ricerche. In tanti casi però, spesso si devia sul senso comune per mancanza di sensibilità diffusa sul tema, o peggio ancora, per generalizzazioni fai "da da te", molto di moda quando si cerca consenso politico o conflitto sociale di bassa lega.

Tali scienze e ricerche sono di norma dati e spunti preziosi, ma sono prese talvolta in considerazione in malo modo, e sono spesso utilizzate dai pochi che riescono poi ad interpretarle, ma ahimè, più  per desiderio manipolatorio che altro. 

Sondaggi, statistiche, e similari, sono cose da saper leggere con metodo e applicazione, non basta limitarsi a concentrare la propria attenzione su qualche concetto avulso da ogni contesto, o da qualche grafico utile a propri scopi.

Tutti noi in ogni area delle scienze umane in genere, comprendiamo qualcosa attraverso l'esperienza diretta, poi stupiti cerchiamo successivamente di individuare modelli o regolarità in quello che osserviamo per sentirci più sicuri. In ogni modo, la realtà per quella che è, resta e resterà sempre qualcosa di incompleta e condizionata dalla soggettività.



Come procedere

Fino a quando una persona non ha ruoli di responsabilità pubblica o di gestione di organizzazioni, tutto più o meno può ritenersi poco importate. Una persona comune nella vita può dire tutto e il contrario di tutto, e con le debite attenzioni da valutare caso per caso, più che far male a sé stesso non può. 

Ma cosa accade quando ti accorgi che chi deve avere una visione globale e di dettaglio della realtà per governarla (sia nelle piccole cose e organizzazioni, sia nella guida di governi centrali) non ha metodo, ma solo vuota dialettica e non sempre apprezzabile capacità di eloquio? Che fine fa la realtà già tanto complessa per sé?

Manca la cultura della comprensione del metodo e delle tecniche che sono utilizzate nelle ricerche per poi imparare a relazionarsi con altri e a convivere nei piccoli e grandi gruppi. 

Di questo intendo parlare in questo post da qui in avanti. Dell'importanza dei metodi e delle tecniche per avere elementi che possano aiutarci a leggere le diverse realtà nei vari contesti, tenendo conto di fini, aree di indagini e obiettivi.

Tanto per iniziare, da tempo mi sto rendendo conto sempre più, che in molti confondono razionalità con realtà, convinti che il loro pensiero sia la verità, ignorando invece, che è solo ... a volte una semplice considerazione più o meno logica, ma solo se pensata e approfondita prima di essere esposta. 

La realtà è altro come abbiamo visto. Eppure, adoperando ragione e abile comunicazione, una realtà la si può inventare nel bene e nel male. Come poi gestirla è altra cosa.

Abbiamo ormai visto che la realtà è un'unità complessa in permanente divenire, composta di tantissime infinite variabili tutte interdipendenti tra loro. Ogni tema d'indagine mette in primo piano alcuni fattori che diventano indipendenti e da lì, una parziale realtà del tutto, diventa in tal modo verità soggettiva frutto di una visione di una persona. Tale verità, oltre che essere sempre e solo soggettiva, tra l'altro, non può mai considerarsi fissa e nel tempo. 

Le persone più pericolose in giro, sono quel management e quella classe dirigente politica che pontifica guidata dal loro Ego o dai loro secondi fini.. A volte questi, ricavando qualche idea da qualche testo o magari da qualche argomento per sentito dire che trovano affascinante, rielaborano il tutto agiscono e manipolano più o meno bene ogni cosa. 

Costoro spesso  senza un minimo di conoscenza e senza metodo, approdano in tal modo a conclusioni generali, frutto di poche o nessuna attenta osservazione. 

Per evitare il problema della sovra-generalizzazione, non a caso che gli scienziati da sempre si impegnano a osservare un numero sufficientemente elevato di elementi che cercano di ripetere negli studi prima di trarre conclusioni. A pro di che tutto ciò che gli scienziati fanno, oltre che per le loro rispettive comunità scientifiche? 

Quante preziose informazioni potrebbero aiutare a fare meno sciocchezze se almeno gli addetti ai lavori sapessero leggere e interpretare tante meravigliose indagini senza giocare col proprio ego a governare altri, guidati dai soli massimi sistemi della politica che si intende attuare per governare aziende e piccole e grandi comunità.

Talvolta, nella vita di tutti i giorni, ragioniamo in maniera illogica. I ricercatori infatti ci aiutano a cercare di evitare i ragionamenti illogici invitandoci a porre la massima attenzione e cautela nell'impostare i nostri ragionamenti nelle varie  nostre osservazioni e riflessioni utili poi nell'agire. 

Tale attenzione serve non poco al fine di evitare tante inutili discussioni e seghe mentali. Sarebbe già questo, forse un aspetto utile da prendere a modello prima di parlare in pubblico o in gruppi di lavoro? 

Nell'ambito delle scienze umane ci manca la cultura scientifica diffusa. Tutti o quasi, sognano di essere maestri di vita e/o sapienti. A sentire alcune interviste di opinionisti allo sbaraglio che servono più a fare audience per il loro nome che per il loro sapere, c'è a volte da impallidire. 

Non parliamo di tanti politicanti da quattro soldi. Credo che siano davvero rari coloro che riescano a dire qualcosa quando si esprimono in pubblico su veri dati di fatto davvero approfonditi, e non presentarsi basando il tutto su poche info da utilizzare eventualmente ad uso strumentale per propri fini.

La ricerca delle scienze umane psicologiche e sociali più in generale, tenta di spiegare cosa è, e non cosa dovrebbe essere la realtà nel qui e ora di un dato tema in un certo momento storico. 

Tanti amano fare i profeti, ma essendo questo un mestiere che solo rarissimi personaggi forse oggi possono permettersi, (ma personalmente non ne conosco) che fare per essere equilibrati nel tentare di capire almeno il presente prima di profetizzare alcunché? 

Come si fa a vedere un futuro senza aver compreso il presente in una vita e in una società? Si, certo, anche il passato (e quindi la storia) ha senza dubbio alcuno il suo peso, ma intanto è passato, poi da solo per nostro limite umano, è spesso fonte di confusione o di dissidi più che di confronto. Questo, in particolare quando si parla di gruppi o società. 

In realtà, chi ha responsabilità di governo a vari livelli, sorvolando su tali considerazioni fin qui esposte, non di rado inciampa nelle illusioni. Raramente purtroppo si pensa all'illusione come madre dell'ignoranza del metodo e delle tecniche di approccio scientifico ai temi delle scienze umane. 

Da qui, poi le delusioni che non di rado, vediamo invece negli altri come causa. La delusione in realtà c'è la creiamo noi con le nostre mani, gli altri sono spesso di volta in volta, nostre vittime, salvatori o carnefici. Dipende da tanti vari fattori che nel tempo e nelle circostanze varie ci si presentano.

Vivere nel presente per tanti è un peso; passato e futuro sono i tempi che si preferiscono per ridurre ansie e timori vari; tuttavia però, quale strategia migliore dl presente per creare un buon futuro e aver poi da raccontare un bel passato? 

Solo ponendo tanta attenzione e responsabilità in ogni azione presente si possono ridurre i margini di errore e di colpi di testa dettati dall'inconscio pieno zeppo di paure ancestrali, di rabbia e dolore. L'inconscio è anche fonte di profonde intuizioni, ma per ascoltarle ci vuole orecchio e presenza mentale nel qui e ora. 

La ricerca della realtà per quella che è, tanto per cominciare, non dovrebbe essere confusa con la filosofia o le opinioni. La ricerca attenta della realtà, tenta di dare armonia e regolarità nella vita individuale, relazionale e sociale. 

Gli scienziati umani, sono interessati a spiegare fenomeni individuali, di gruppo e collettivi, ma spesso, le loro ricerche, invece di essere comprese attraverso quale metodo sono state elaborate, sono talvolta fonte di inutili discussioni più che di tentativi di pratica da tentare di sperimentare.

Le teorie nelle vere scienze umane, non sono cose astratte, esse sono scritte con il linguaggio delle variabili. Una variabile è una serie logica di attributi. Un attributo è una caratteristica. Per esempio, maschio o femmina sono attributi. Genere, è una variabile formata da questi attributi. 

Nella spiegazione causale la causa presunta diventa la variabile indipendente, e la variabile che subisce l'influenza è la variabile dipendente. Quante cose si potrebbero sistemare nella nostra consapevolezza già solo adottando questi supporti?

Ad esempio, vediamo un'altra tecnica delle ricerche come può aiutarci a non farci prendere per i fondelli dall'industria culturale bisognosa di audience e pubblicità. Noi spesso assistiamo a enormi discussioni (in particolare nel talk show televisivi) e vediamo gente che litiga. 

Per capire quanto ridicoli siano, basterebbe notare che difronte ad una discussione di norma, o non rispondono al tema, oppure uno lo sta affrontando partendo dalle osservazioni specifiche andando verso la costruzione di modelli generali, e un altro, magari dicendo la stessa cosa, parte da affermazioni generali e cerca di prevedere osservazioni specifiche. In tal modo, litigano quindi per nulla! 

I dati  quantitativi, quando li si adoperano, peggio che andar di notte. Per tanti sono un optional, e quando ci sono, sono estratti ad hoc a proprio uso e piacimento, per essere poi sbandierati per far capire quanto si è intelligenti e preparati. Una follia diseducativa e non consona a far crescere la cultura del "piccolo scienziato" che oggi deve essere ogni cittadino di ogni cultura.

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