"Tutti pensano di cambiare il mondo, pochi pensano a cambiare se stessi." Lev Tolstoy
Vi sono tante persone in giro, che politicamente si definiscono di destra, sinistra, centro ecc, che insoddisfatte della loro vita per tanti motivi reali, presunti, a volte esistenziali o solo psicologici, pensano di risolvere tutto, immaginandosi uno scenario ideale di come cambiare il mondo.
Dall'altro canto, vi sono persone attive politicamente in ogni schieramento, che invece parlano di cambiare o meno il mondo, ma che in realtà, hanno cambiato più che altro il loro stile di vita se persone di basso profilo umano e culturale o opportunisti dell'ultima ora; curato i loro interessi di "bottega", se astuti imprenditori non molto dediti solo alle leggi di mercato; se trattasi di ricchi spregiudicati, salvaguardando i loro interessi personali o infine, parlando di gente di alto profilo ma con bassa coscienza sociale, quello di curare interessi di lobby negli scenari della competizione mondiale o del potere finanziario politico.
Tantissime sono le persone in politica armate di sentimenti e tanta buona volontà, ma purtroppo senza giusta competenza tecnica, giuridico economica, o di visione della complessità delle cose. Rarissimi gli uomini di Stato che conoscono l'importanza degli asset strategici e le strategie Paese di lungo termine di una Nazione. Tantissimi "gli allenatori della nazionale di calcio" e i grandi pensatori di "Politica vera", che se le danno di santa ragione con interminabili discussioni, la sera ai tavolini del bar.
Un brutto e ingannevole teatrino insomma. Non solo in Italia è così, ma questo preoccupa solo di più. In tal modo non si capisce chi fa cosa nel bene o nel male, per sé o per il bene della Comunità. Tutti hanno ragione, in particolare arroganti e coloro che gridano di più.
I media ci mettono del loro, non sempre e non tutti agendo in buona fede. Per esigenze di audience legate ai budget pubblicitari, spettacolarizzano tutto, dando più enfasi a chi "padroneggia meglio il palco, o chi fa meglio scena", rispetto a chi ha più contenuti, ma che visti gli argomenti, dà però poche emozioni. Questi ultimi, effettivamente, bisogna ammettere che di solito trattano gli argomenti con prudenza si, ma anche con "noiosa" petulanza, badando certamente alla complessità, ma peccando non poco in comunicabilità.
In ogni modo, in tal modo cambia tutto di sicuro, ma solo di peggio in peggio, umiliando la dignità di un popolo, mettendo in crisi una società sempre più fragile, e bloccando ogni tipo di innovazione di tanta gente in gamba, che in tal modo, difficilmente può trovare spazi in vari settori di questi tipi di foreste.
Manipolazione di pochi e confusione nella morale, in tali contesti premiano il prevalere dei dannosi moralismi di convenienza, e per nulla i codici etici coerenti. In questo modo, si alimenta solo l'uomo primitivo che è in noi, che per suo proprio istinto, e anche per la situazione mentale del momento, è soggetto prevalentemente alla dipendenza continua da fattori emozionali.
In tali circostanze, di conseguenza la gente sia per comodità, sia tanto per pigrizia mentale, si schiera in modo più o meno cieco con i buoni per esser contro i cattivi. Tutti, perdendo di vista le reali cose da fare, e ognuno (chi può permetterselo), chiuso nel suo mondo si gode il proprio ego.
Non ci siamo. In tal modo, diventa difficile il passaggio a uomini e donne che nel presente lavorano per individuare le possibili basi del futuro. Così resteremo solo uomini primitivi senza futuro.
Per iniziare a cambiare il mondo, indipendentemente da idee più o meno geniali, doveri e ruoli previsti dal copione della sceneggiatura sociale che ognuno di crea su misura per se tesso, per prima cosa, dobbiamo uscire singolarmente da una prigione mentale.
Bisognerebbe imparare a progredire come soggetti autonomi, cercando di conoscere dal proprio passato ciò che di positivo c’è da coltivare in noi per il futuro. Non c’è progresso senza conservazione del positivo compiuto in passato.
Il pericolo come società civile purtroppo, è invece quello di abbandonarsi al passato o a sognare senza tempo e senza essere radicati nel presente, si pretende qualcosa da qualcuno, o di far fare qualcosa a qualcuno. In alternativa, ciecamente si guarda al futuro senza essere nel presente (tema già trattato nel post 4 di questo blog "talebani e futuristi").
A parte i nostalgici che è solo gente con copioni disancorati dal tempo e dalla realtà. Del tempo trascorso, noi abbiamo da un lato l'uomo che tende a gettare il bambino con l'acqua sporca, per semplicità, e per mostrarsi adeguato ai tempi solo formalmente, . Dall'altro lato, per un nuovo sol dell'avvenir, abbiamo gente propensa a creare gli "ismo" ... fascismo, comunismo, terrorismo, ecc. Ora abbiamo da poco passato l'era del disinvolto consum ... ismo che ha ottenebrato molte menti e cuori di tante illusioni di una moltitudine di persone. Attualmente ci troviamo in pieno liber ... ismo, dove pochi, si fanno leggi ad hoc, perché solo loro sanno benissimo cosa fare per gli altri incapaci.
Non sono assolutamente contro la civiltà dei consumi perché non mi ritengo un pazzo, o almeno spero di non esserlo. So benissimo che una società risolve tantissimi problemi anche grazie alle tantissime cose inutili che rendono spesso inutile la vita. Ma so altrettanto benissimo, che sono anche le inutili cose, quelle che riducono la povertà, agevolano a modo loro varie professionalità. Anche le cose inutili (che poi bisognerebbe capire quali siano e per chi) danno lavoro, migliorano la crescita, e servono a dare sicurezza e stabilita a tante persone e famiglie.
Come dico da sempre in questo blog, ogni cosa è in sé sia un bene, sia un male, in un mondo sempre più interdipendente, globalizzato e multiculturale (che piaccia o no). Il progresso, la modernità, la cultura e il passato, sono qui un tutt'uno a creare giorno per giorno a far vivere la gente nel presente, e a creare le basi del nostro futuro. Perché scioccamente si vuole camminare con gli occhi bendati schierandosi gli uni contro gli altri tra di noi? Questo giova solo agli opportunisti e non al bene dei giovani e del Paese. Tanto per riflettere, inizierei con le seguenti domande ... chiaramente senza avere la presunzione di voler dare risposte... tantomeno poi quelle risolutive. Intendo solo porle così, tanto per riflettere e solo per chi ha voglia di continuare:
1) Quanto l'uomo oggi sia davvero in grado di saper governare ciò che crea?
2) Quali sono le variabili che dobbiamo osservare per capire le dinamiche sociali della modernità?
3) Quali sono i riferimenti di base che dobbiamo avere per godere la vita momento per momento, avendo l'accortezza di creare meno danni possibili al futuro?
4) Valorizzare la dimensione spirituale e affettiva in sostituzione delle fede cieca aiuterebbe l'uomo, la cultura, l'economia e le fedi stesse?
5) Collaborare invece di competere solo per il gusto della vittoria di uno su l'altro , quali danni o benefici comporterebbe allo sviluppo sostenibile della persona e della società?
6) Quanto costa culturalmente e economicamente da un punto do vista sociale, essere solo futuristi o solo tradizionalisti combattendo mulini al vento?
7) Riguardo l'economia, l'indifferenza alle mode passeggere e all’effimero più in generale, quanto vale, cosa costa, come e cosa dovrebbe cambiare, ma serve davvero tutto in un ottica anche di ecosostenibilità?
8) Aspirare alla gioia più che al divertimento edonistico è un semplice valore senza appeal, può creare un mercato, o rende molto più l'edonismo e questo è quanto basta?
9) Perché la politica ha perso di vista il lungo termine e dove ci porta questa cecità?
10) Innovazione e politiche industriali quali asset strategici e quale visione di lungo periodo?
Per costruire in maniera equilibrata un futuro stabile e sostenibile, bisognerebbe che ognuno di noi, (senza la necessità di immagginarsi chissà quali nuove leggi e chissà quali governi risolutori), grazie alla sola propria cultura basata su principi di tolleranza, pluralità di visione, e consapevolezza delle proprie azioni e ruoli, riuscisse a inserire nel suo copione, in che maniera, dare a se stesso delle linee guida coerenti e rispettose della propria dignità e di quella altrui. Ne guadagnerebbe la trama e la struttura del "personaggio" di ogni attore o attrice di questo teatrino della vita, e ne guadagnerebbe ogni comunità di ogni società.
Sulle domande poste
Sulle domande, come ho già scritto, non mi sento in grado di dare risposte, tuttavia però, se me le sono poste, una qualche idea per quanto discutibile, intendo riportarla nel mio piccolo.
1) Quanto l'uomo oggi sia davvero in grado di saper governare ciò che crea?
Sono fiducioso nei giovani, e nei vecchi con un minimo di coscienza sociale. Anche se trovo troppo basso il livello medio culturale delle conoscenze scientifiche, in Italia vi sono molte opportunità che si possono cogliere e che le nuove generazioni sono in grado di pilotare. Questo lo vedo possibile, in particolare se tutti si riuscisse a confrontarsi con il resto del mondo, e se non lasciano tali conoscenze solo nelle mani di pochi e dei militari.
2) Quali sono le variabili che dobbiamo osservare per capire le dinamiche sociali della modernità?
Qui perfezionisti, razionalisti e liberali hanno di che divertirsi nei loro centri studi. Le variabili che vedo sono: 1) Ruolo e confini tra pubblico e privato, in un contesto di democrazia che deve continuare ad essere, in particolare in Italia, quella costituzionale; 2) Funzionamento delle politiche dell'istruzione che tengano prevalentemente conto di come creare giusti "blocchi di partenza della vita" per le nuove generazioni, che sappiano valorizzare le nostre risorse e la nostra cultura, che sappia dare elementi significativi sulle altre differenti culture rispetto alla nostra, che sappia insegnare e divulgare in genere materie scientifiche oltre le classiche umanistiche, vedendo il tutto in una visione sistemica e non di separazione della conoscenza; 3) Non dimentichiamo i copioni di ogni attore sociale, che non possono dipendere solo dall'esempio delle classi dirigenti, ma che con tecniche e conoscenze metodologiche appropriate, possano avere strumenti per agevolare consapevolezza; 4) Visione di una comunità e chiara conoscenza degli strumenti dell'utilizzo delle sue risorse primarie (politiche industriali); 5) Orientamento normativo agevolatore della solidarietà non caritatevole, dell'innovazione, della sussidiarietà, e del merito; 6) Politiche ambientali, visione della famiglia aperta, politiche sanitarie e di cura degli anziani; 7) Rapporto economia, fisco, finanza che sappia tener conto dell'efficienza pubblica e della qualità dei servizi erogati; 8) Sicurezza, difesa e visione di un ruolo internazionale da dare al Paese.
3) Quali sono i riferimenti di base che dobbiamo avere per godere la vita momento per momento, avendo l'accortezza di creare meno danni possibili al futuro?
Come detto, siamo solo ospiti momentanei di questo pianeta. Non saprei proprio da dove iniziare, ma forse in questo blog più o meno spesso qualcosa nei vari post emerge, non so. Credo.
4) Valorizzare la dimensione spirituale e affettiva in sostituzione delle fede cieca aiuterebbe l'uomo, la cultura, l'economia e le fedi stesse?
e
5) Collaborare invece di competere solo per il gusto della vittoria di uno su l'altro, quali danni o benefici comporterebbe allo sviluppo sostenibile della persona e della società?
Credo di si, le domande di cui sopra, mi accorgo che istintivamente hanno qualcosa di un tantino retorico, sono state istintivamente poste più che altro per affermare qualcosa.
6) Quanto costa culturalmente e economicamente da un punto do vista sociale, essere solo futuristi o solo tradizionalisti combattendo mulini al vento?
Non bisogna inventarsi nulla, in un post a sé stante, intenderei approfondire questo tema. Una volta fatti i conti, per comprendere nel giusto modo ciò che si sottende, ossia il benessere di un popolo, l'indice giusto a cui far riverimento si chiama chiama Better Life Index. Esso misura la ricchezza di uno Stato, e il benessere e la qualità della vita di una società. Non è una mia originale idea, non sono così intelligente. Chi lo ha studiato è l'Ocse. il "Better life Index" si propone proprio di valutare quello che si potrebbe definire il "benessere interno lordo" come sostitutivo del Prodotto Interno Lordo. Sembra che che l'Italia non farebbe parte del G8 con questo indice.
In questo indice di riferimento dell'OCSE, vi sono undici parametri attraverso i quali viene elaborato un indice studiato con precisione statistica e rigore scientifico. Sono stati scelti molti indicatori poi successivamente riuniti in 11 grandi parametri. essi sono:
abitazione, reddito, lavoro, vita comunitaria, educazione, ambiente, governance, sanita', soddisfazione personale, sicurezza, equilibrio vita/lavoro.
Volendoci spingere oltre, e senza paura del futuro, chiaramente stando con i piedi per terra, cosa ne dite di dare uno sguardo a questo video? http://youtu.be/I64kaDuIvHY una vera figata l'interattività multimediale che può utilizzare solo un blog!
7) Riguardo l'economia, l'indifferenza alle mode passeggere e all’effimero più in generale, quanto vale, cosa costa, come e cosa dovrebbe cambiare, ma ... serve davvero tutto in un ottica anche di ecosostenibilità?
Il nostro Paese vive da sempre, molto di aleatorietà economica. Infatti si sta sempre più nel tempo deindustrializzando. Esistono piccole imprese lasciate a se stesse, abbiamo un capitalismo a lungo protetto e prevalentemente chiuso in sè e salottiero, abbiamo dimostrato frequentemente una bassa lungimiranza strategica sulle politiche industriali.
Se non fosse per pochi industriali e per tanti che sopravvivono grazie a ciò che ci hanno lasciato storicamente in eredità i nostri avi, la natura e il clima, per noi sarebbe un bel casino. Abbiamo creatività e siamo portatori del famoso Made in Italy nel mondo, ok ma poco di più.
Lasciamo perdere gli indici dell'OCSE perchè non vorrei apparire come un rivoluzionario all'italiana dell'ultim'ora. Ma quanto tutto ciò incide sul nostro PIL e quanto si investe in strutture, servizi e quant'altro, oltre che ambiente e difesa delle nostre vere risorse è proporzionato? Questo è uno dei miei amati asset strategici che tanto predico continuamente ... (a me stesso, dicasi infatti seghe mentali). Ma se poi si è dato uno sguardo al video indicato nel precedente punto 6, allora gli spunti inizieranno a moltiplicarsi in progressione matematica.
8) Aspirare alla gioia più che al divertimento edonistico è un semplice valore senza appeal, può creare un mercato, o rende molto più l'edonismo e questo è quanto basta?
Trattasi di politiche dell'industria culturale, da noi, ma non solo, troppo incentrata sull'instupidimento delle masse, e vissuto spesso e con disinvoltura come strumento di manipolazione delle menti e dei valori. Non so bene statisticamente cosa ciò rappresenti. Non sono un centro studi e non so, ma non sono ottimista.
9) Perché la politica ha perso di vista il lungo termine e dove ci porta questa cecità?
e
10) Innovazione e politiche industriali: quali asset strategici e visione di lungo periodo?
Belle domande! Non so, quasi quasi, prima o poi dedicherò un post ad hoc su questi temi, inquadrando il discorso in termine socio economico.
Considerazioni generali
Le cose importanti intorno alle quali girano gli argomenti in questo blog, prendono spunto da una visione che tiene conto dell’importanza di avere una cultura di riferimento allargata delle conoscenze; di un decentramento dei poteri; di una riduzione degli sprechi e di un utilizzo più consapevole delle risorse pubbliche. Detto così, sembra lo scritto delle belle intenzioni. Non sarebbe poco, ma vorrei indagare modelli e percorsi possibili.
Questo vuol dire, non solo dare uno sguardo all'economia con un atteggiamento diverso partendo dalla persona più che dalle macro idee possibili. Ma ciò richiede sia una visione ampia e di essere appartenete ad una comunità, sia tentare un modo di vedere su come si potrebbe gestire un copione che sappia avere un rapporto sano con il proprio sé e i propri bisogni.
Diciamo che, appellandomi alle motivazioni che vorrei spingere verso una visione più sociale che egoica, dovrei ottenere qualche vantaggio. nella peggiore delle ipotesi, come uomo primitivo del futuro, il saper tentare di convivere con la modernità senza viverla come un problema dovrebbe dare come risultato un aspetto più strategico alla ricerca. Almeno credo.
Riuscire a avere una visione coerente tra i propri valori che sappiano anche tener conto della funzione dell'economia, della finanza e della politica senza ideologie precostituite, ma con precise consapevolezze di alcune conseguenze di ogni decisione, dovrebbero completare il quadro ispiratore per lo scopo di questo blog.
Abbiamo bisogno di tanti veri progetti di tanta bella gente e di una cultura orientata alla fiducia e alla consapevolezza delle proprie risorse e competenze. La sommatoria di tante piccole paure fa una società infelice e timorosa. Il ripiegarsi individuale su se stessi, in particolare nei momenti di crisi della società, porta invidia e sospetti tra le persone.
La conseguenza è maggiore solitudine e debolezza strutturale di ogni comunità. I comportamenti irrazionali e la mancanza di fiducia, in particolare tra le fasce più deboli, diventano l'unico faro di zattere portate dalle correnti di mari agitati. Il palar continuamente di ciò che non funziona, non fa funzionare nessuna società. Dare invece spazi ad esempi virtuosi genera fiducia, e non capisco perché mai i media, non si rassegnano sul buon senso delle cose della vita.
Ognuno di noi, ha il diritto e il dovere, di continuare a essere un caparbio sognatore creativo. Ora voglio rifarmi a alcuni esempi di vita virtuosa almeno dal punto di vista creativo. Parlo di gente positiva che intende vedere un futuro e una società migliore. Dagli esempi che seguono, escludo i grandi Profeti sia per umiltà, sia per non avere riferimenti irraggiungibili.
Cito pertanto alcuni sognatori di successo di non poco conto che grazie alla loro perseveranza, hanno cambiato la nostra vita. Gente che non vivevano nell'inganno dell'apparenza, ma erano immersi in un progetto. I sognatori sono forse meglio definibili come i visionari che abbiamo già trattato. Trattasi di esistenze, che hanno come caratteristica comune tra loro, il fatto che essi si concentrano più su come vedono un mondo nuovo, e assolutamente per nulla su cosa accade di bello o di brutto nel mondo.
Bill Gates: "nel futuro vedo un computer su ogni scrivania e uno in ogni casa". Al suo tempo esisteva solo IBM, e si pensava che al mondo sarebbero esistiti solo quattro o cinque computer. Steve Jobs, attento osservatore dei suoi tempi, capacità di fare una grande sintesi del sentiment, ha realizzato al momento giusto, quello che il mercato desiderava. Einstein: "ci sono due modi di vivere la vita, una è pensare che niente è un miracolo, l'altra è pensare che ogni cosa è un miracolo". Dante Giacosa negli anni 60 dello scorso secolo, disegnò Fiat 600 e Fiat 500 e tutti poterono avere un'auto.
Ecco una breve biografia di uno dei più grandi Presidenti degli Stati Uniti: a 32 anni perde un’elezione; a 35 muore la donna amata; a 43, a 46 e a 48 anni, perde le elezioni al Congresso; a 56, perde la corsa alla vicepresidenza; a 58, non diventa senatore; a 60, è eletto presidente degli Stati Uniti. Abraham Lincoln. Grande esempio di uomo che dimostra come il rapporto con gli anni che trascorrono, non sono un limite per avere una visione ancor oggi moderna dello Stato.
Altro esempio: Edison. Ogni volta che il suo tentativo di creare la lampadina non andava a buon fine, diceva: “bene, ho trovato un altro modo per non fare una lampadina“. Potrei continuare ancora con tantissimi altri esempi ... per fortuna, ma mi fermo qui.
Il rapporto tra uomo è percezione della realtà, come si può notare, non è un aspetto secondario. Una cultura indirizzata in termini di consapevolezza della complessità e delle interrelazioni tra le cose in termini positivi è una direzione da promuovere e da vedere come linea guida. Purtroppo, di solito invece, l'uomo percepisce della realtà solo ciò che differenzia in termini negativi, ideologici e di interessi di parte, e tutto ciò diventa causa di conflitti, di disgrazie e guerre.
Conclusioni
Imparare a vedere e sentire la realtà per saperla accettare (forse meglio dire accogliere) e non subire, negare o fingere di non vedere, è un segreto che bisogna saper renderlo visibile, presto, e a tutti fin dall'infanzia. Bisogna saper svelare innanzitutto a noi stessi, come una magia a volte sia solo un trucco di un prestigiatore che volendo può essere svelato al pubblico.
Attraverso gli esempi sopra citati, possiamo ripetere ancora senza stancarci, che la realtà non è qualcosa di statico, ma qualcosa che noi modelliamo a nostra immagine e somiglianza. Prego, soffermarsi su questa ultima frase appena riportata. Tutta la psicologia moderna basa le proprie indagini su questo dettaglio. Un motivo ci sarà!
La realtà é strettamente legata a come la nostra mente si rapporta a essa. Diversamente, si corre il rischio di passare dal sogno propulsivo e foriero di cose belle che porta all'azione, a quello malato dell'illusione, che nel tempo, lentamente, fa maturare solo delusione e pericoloso pessimismo fuorviante, facendo ammalare se stessi e la società.
Ripeto fino alla noia: è il modo errato di rapportarsi con la realtà, che può far correre il rischio di farci essere braccati dall'incubo e dalla paura. Bloccare crescita personale e lo sviluppo economico e morale di un Paese. Le cattive notizie non vanno ignorate ma non devono continuamente picchiare le nostre emozioni.
So che ogni volta che la mia azione è forzata e non meditata, ogni volta insomma che ogni mia azione parte, solo da un principio che m’impone "il mio IO", forzando il corso naturale delle cose, mi allontano dalla complessità della realtà per quella che essa è, e non come a me piacerebbe che fosse, e la natura mi punisce. Quando invece l’azione va nel senso delle cose osservate nel qui e ora in maniera fiduciosa, agendo con determinazione e in armonia con ciò che mi circonda, tutto gira per il meglio.
Con una forte attenzione al qui e ora, con una visione chiara, un obiettivo definito, una chiarezza degli asset strategici, una strategia flessibile ma rigorosa che sappia dare spazio a tattiche e stratagemmi di volta in volta, ci si lascia portare dalla corrente come un aquilone segue il vento, senza cercare di imporre il proprio "io", tutto si realizza. Anche nei moment peggiori della propria esistenza, tale agire è molto più di un conforto, e l'intera comunità ci guadagna.
Riuscendo ad avere una diversa visione più legata possibile alla realtà e alla sua complessità, quando la comunità ci guadagna grazie a un tuo piccolo comportamento, essa ti ripaga. Non solo, le scelte politiche e i rappresentati dello Stato, non possono che cambiare. Tutto questo "andamento lento", senza grandi sanguinose rivoluzioni, non può che portare a creare una nuova classe dirigente. Non sarà mai il contrario. Non possiamo e dobbiamo aspettarci nulla da nessuno. Nessuna classe dirigente mai una volta a potere, ti dirà chissà per quale oscuro motivo, cosa devi fare per mandorla poi a casa. Segue una sintetica considerazione:
1) Esistono copioni di persone motivate all'affiliazione (la maggioranza).
2) Poi abbiamo quelle motivate al successo (quelle veramente all'altezza della realizzazione del vero successo, non sono affatto poche. qui il vero guaio di questa categoria di motivazione, sono quelle illuse e creatrici di dolore a se stessi e ad altri, costoro invece sono tantissime);
3) Infine vi sono persone motivate al potere (tante lo sono per frustrazione della vita; tante per opportunismo; moltissime per superficialità; non pochi per avarizia di amore e sensibilità ma in compenso con tanta falsa convinzione di capire il "sentiment" di una comunità grande o piccola che sia; non pochi gli opportunisti e tendenti al parassitismo; gli amanti della bella vita con un ego sproporzionato; i difensori di interessi particolari; gli infiltrati di clan e lobbies).
Visto quanti nel profilo motivazionale 3? Con queste tipologie fatte di tanti copioni cosi varipinti, quando mai costoro promuoveranno una cultura della consapevolezza?! Davvero solo perché visibili sulla scena, meritano tanta considerazione ad occhi chiusi?
L'equilibrio come punto di riferimento è la mia unica esaltazione che mi piacerebbe vedere in giro.
Non sono un ottimista dell'ultima ora, so anche che bene e male sempre accompagnano ogni epoca, ogni cosa e ogni persona da sempre. Credo che sia importante vedere cosa di consistente possiamo prendere di ciò che la vita ci propone, e poi … sarà quel che sarà. Se sempre nella storia bene e male vanno a braccetto, perché quindi preoccuparsi solo di delegare a degli sconosciuti la nostra vita?
P.S.: Inizio a provarci gusto con questo blog ... a presto!



