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sabato 30 novembre 2013

29 - imparare a vedere

"Tutti pensano di cambiare il mondo, pochi pensano a cambiare se stessi."  Lev Tolstoy

    

Vi sono tante persone in giro, che politicamente si definiscono di destra, sinistra, centro ecc, che insoddisfatte della loro vita per tanti motivi reali, presunti, a volte esistenziali o solo psicologici, pensano di risolvere tutto, immaginandosi uno scenario ideale di come cambiare il mondo. 

Dall'altro canto, vi sono persone attive politicamente in ogni schieramento, che invece parlano di cambiare o meno il mondo, ma che in realtà, hanno cambiato più che altro il loro stile di vita se persone di basso profilo umano e culturale o opportunisti dell'ultima ora; curato i loro interessi di "bottega", se astuti imprenditori non molto dediti solo alle leggi di mercato; se trattasi di ricchi spregiudicati, salvaguardando i loro interessi personali o infine, parlando di gente di alto profilo ma con bassa coscienza sociale, quello di curare interessi di lobby negli scenari della competizione mondiale o del potere finanziario politico.

Tantissime sono le persone in politica armate di sentimenti e tanta buona volontà, ma purtroppo senza giusta competenza tecnica, giuridico economica, o di visione della complessità delle cose. Rarissimi gli uomini di Stato che conoscono l'importanza degli asset strategici e le strategie Paese di lungo termine di una Nazione. Tantissimi "gli allenatori della nazionale di calcio" e i grandi pensatori di "Politica vera", che se le danno di santa ragione con interminabili discussioni, la sera ai tavolini del bar. 

Un brutto e ingannevole teatrino insomma. Non solo in Italia è così, ma questo preoccupa solo di più. In tal modo non si capisce chi fa cosa nel bene o nel male, per sé o per il bene della Comunità. Tutti hanno ragione, in particolare arroganti e coloro che gridano di più. 

I media ci mettono del loro, non sempre e non tutti agendo in buona fede. Per esigenze di audience legate ai budget pubblicitari, spettacolarizzano tutto, dando più enfasi a chi "padroneggia meglio il palco, o chi fa meglio scena", rispetto a chi ha più contenuti, ma che visti gli argomenti, dà però poche emozioni. Questi ultimi, effettivamente, bisogna ammettere che di solito trattano gli argomenti con prudenza si, ma anche con "noiosa" petulanza, badando certamente alla complessità, ma peccando non poco in comunicabilità. 

In ogni modo, in tal modo cambia tutto di sicuro, ma solo di peggio in peggio, umiliando la dignità di un popolo, mettendo in crisi una società sempre più fragile, e bloccando ogni tipo di innovazione di tanta gente in gamba, che in tal modo, difficilmente può trovare spazi in vari settori di questi tipi di foreste.

Manipolazione di pochi e confusione nella morale, in tali contesti premiano il prevalere dei dannosi moralismi di convenienza, e per nulla i codici etici coerenti. In questo modo, si alimenta solo l'uomo primitivo che è in noi, che per suo proprio istinto, e anche per la situazione mentale del momento, è soggetto prevalentemente alla dipendenza continua da fattori emozionali. 

In tali circostanze, di conseguenza la gente sia per comodità, sia tanto per pigrizia mentale, si schiera in modo più o meno cieco con i buoni per esser contro i cattivi. Tutti, perdendo di vista le reali cose da fare, e ognuno (chi può permetterselo), chiuso nel suo mondo si gode il proprio ego. 

Non ci siamo. In tal modo, diventa difficile il passaggio a uomini e donne che nel presente lavorano per individuare le possibili basi del futuro. Così resteremo solo uomini primitivi senza futuro.

Per iniziare a cambiare il mondo, indipendentemente da idee più o meno geniali, doveri e ruoli previsti dal copione della sceneggiatura sociale che ognuno di crea su misura per se tesso, per prima cosa, dobbiamo uscire singolarmente da una prigione mentale. 

Bisognerebbe imparare a progredire come soggetti autonomi, cercando di conoscere dal proprio passato ciò che di positivo c’è da coltivare in noi per il futuro. Non c’è progresso senza conservazione del positivo compiuto in passato. 

Il pericolo come società civile purtroppo, è invece quello di abbandonarsi al passato o a sognare senza tempo e senza essere radicati nel presente, si pretende qualcosa da qualcuno, o di far fare qualcosa a qualcuno. In alternativa, ciecamente si guarda al futuro senza essere nel presente (tema già trattato nel post 4 di questo blog "talebani e futuristi").

A parte i nostalgici che è solo gente con copioni disancorati dal tempo e dalla realtà. Del tempo trascorso, noi abbiamo da un lato l'uomo che tende a gettare il bambino con l'acqua sporca, per semplicità, e per mostrarsi adeguato ai tempi solo formalmente, . Dall'altro lato, per un nuovo sol dell'avvenir, abbiamo gente propensa a creare gli "ismo" ... fascismo, comunismo, terrorismo, ecc. Ora abbiamo da poco passato l'era del disinvolto consum ... ismo che ha ottenebrato molte menti e cuori di tante illusioni di una moltitudine di persone. Attualmente ci troviamo in pieno liber ... ismo, dove pochi, si fanno leggi ad hoc, perché solo loro sanno benissimo cosa fare per gli altri incapaci. 

Non sono assolutamente contro la civiltà dei consumi perché non mi ritengo un pazzo, o almeno spero di non esserlo. So benissimo che una società risolve tantissimi problemi anche grazie alle tantissime cose inutili che rendono spesso inutile la vita. Ma so altrettanto benissimo, che sono anche le inutili cose, quelle che riducono la povertà, agevolano a modo loro varie professionalità. Anche le cose inutili (che poi bisognerebbe capire quali siano e per chi) danno lavoro, migliorano la crescita, e servono a dare sicurezza e stabilita a tante persone e famiglie. 

Come dico da sempre in questo blog, ogni cosa è in sé sia un bene, sia un male, in un mondo sempre più interdipendente, globalizzato e multiculturale (che piaccia o no). Il progresso, la modernità, la cultura e il passato, sono qui un tutt'uno a creare giorno per giorno a far vivere la gente nel presente, e a creare le basi del nostro futuro. Perché scioccamente si vuole camminare con gli occhi bendati schierandosi gli uni contro gli altri tra di noi? Questo giova solo agli opportunisti e non al bene dei giovani e del Paese. Tanto per riflettere, inizierei con le seguenti domande ... chiaramente senza avere la presunzione di voler dare risposte... tantomeno poi quelle risolutive. Intendo solo porle così, tanto per riflettere e solo per chi ha voglia di continuare:

1) Quanto l'uomo oggi sia davvero in grado di saper governare ciò che crea?
2) Quali sono le variabili che dobbiamo osservare per capire le dinamiche sociali della modernità? 
3) Quali sono i riferimenti di base che dobbiamo avere per godere la vita momento per momento, avendo l'accortezza di creare meno danni possibili al futuro?
4) Valorizzare la dimensione spirituale e affettiva in sostituzione delle fede cieca aiuterebbe l'uomo, la cultura, l'economia e le fedi stesse?
5) Collaborare invece di competere solo per il gusto della vittoria di uno su l'altro , quali danni o benefici comporterebbe allo sviluppo sostenibile della persona e della società?
6) Quanto costa culturalmente e economicamente da un punto do vista sociale, essere solo futuristi o solo tradizionalisti combattendo mulini al vento?
7) Riguardo l'economia, l'indifferenza alle mode passeggere e all’effimero più in generale, quanto vale, cosa costa, come e cosa dovrebbe cambiare, ma serve davvero tutto in un ottica anche di ecosostenibilità?
8) Aspirare alla gioia più che al divertimento edonistico è un semplice valore senza appeal, può creare un mercato, o rende molto più l'edonismo e questo è quanto basta? 
9) Perché la politica ha perso di vista il lungo termine e dove ci porta questa cecità?
10) Innovazione e politiche industriali quali asset strategici e quale visione di lungo periodo?

Per costruire in maniera equilibrata un futuro stabile e sostenibile, bisognerebbe che ognuno di noi, (senza la necessità di immagginarsi chissà quali nuove leggi e chissà quali governi risolutori), grazie alla sola propria cultura basata su principi di tolleranza, pluralità di visione, e consapevolezza delle proprie azioni e ruoli, riuscisse a inserire nel suo copione, in che maniera, dare a se stesso delle linee guida coerenti e rispettose della propria dignità e di quella altrui. Ne guadagnerebbe la trama e la struttura del "personaggio" di ogni attore o attrice di questo teatrino della vita, e ne guadagnerebbe ogni comunità di ogni società.


Sulle domande poste

Sulle domande, come ho già scritto, non mi sento in grado di dare risposte, tuttavia però, se me le sono poste, una qualche idea per quanto discutibile, intendo riportarla nel mio piccolo.

1) Quanto l'uomo oggi sia davvero in grado di saper governare ciò che crea?

Sono fiducioso nei giovani, e nei vecchi con un minimo di coscienza sociale. Anche se trovo troppo basso il livello medio culturale delle conoscenze scientifiche, in Italia vi sono molte opportunità che si possono cogliere e che le nuove generazioni sono in grado di pilotare. Questo lo vedo possibile,  in particolare se tutti si riuscisse a confrontarsi con il resto del mondo, e se non lasciano tali conoscenze solo nelle mani di pochi e dei militari.

2) Quali sono le variabili che dobbiamo osservare per capire le dinamiche sociali della modernità? 

Qui perfezionisti, razionalisti e liberali hanno di che divertirsi nei loro centri studi. Le variabili che vedo sono: 1) Ruolo e confini tra pubblico e privato, in un contesto di democrazia che deve continuare ad essere, in particolare in Italia, quella costituzionale; 2) Funzionamento delle politiche dell'istruzione che tengano prevalentemente conto di come creare giusti "blocchi di partenza della vita" per le nuove generazioni, che sappiano valorizzare le nostre risorse e la nostra cultura, che sappia dare elementi significativi sulle altre differenti culture rispetto alla nostra, che sappia insegnare e divulgare in genere materie scientifiche oltre le classiche umanistiche, vedendo il tutto in una visione sistemica e non di separazione della conoscenza; 3) Non dimentichiamo i copioni di ogni attore sociale, che non possono dipendere solo dall'esempio delle classi dirigenti, ma che con tecniche e conoscenze metodologiche appropriate, possano avere strumenti per agevolare consapevolezza; 4) Visione di una comunità e chiara conoscenza degli strumenti dell'utilizzo delle sue risorse primarie (politiche industriali); 5) Orientamento normativo agevolatore della solidarietà non caritatevole, dell'innovazione, della sussidiarietà, e del merito; 6) Politiche ambientali, visione della famiglia aperta, politiche sanitarie e di cura degli anziani; 7) Rapporto economia, fisco, finanza che sappia tener conto dell'efficienza pubblica e della qualità dei servizi erogati; 8) Sicurezza, difesa e visione di un ruolo internazionale da dare al Paese.

3) Quali sono i riferimenti di base che dobbiamo avere per godere la vita momento per momento, avendo l'accortezza di creare meno danni possibili al futuro? 

Come detto, siamo solo ospiti momentanei di questo pianeta. Non saprei proprio da dove iniziare, ma forse in questo blog più o meno spesso qualcosa nei vari post emerge, non so. Credo.

4) Valorizzare la dimensione spirituale e affettiva in sostituzione delle fede cieca aiuterebbe l'uomo, la cultura, l'economia e le fedi stesse?
e
5) Collaborare invece di competere solo per il gusto della vittoria di uno su l'altro, quali danni o benefici comporterebbe allo sviluppo sostenibile della persona e della società?

Credo di si, le domande di cui sopra, mi accorgo che istintivamente hanno qualcosa di un tantino retorico, sono state istintivamente poste più che altro per affermare qualcosa.

6) Quanto costa culturalmente e economicamente da un punto do vista sociale, essere solo futuristi o solo tradizionalisti combattendo mulini al vento?

Non bisogna inventarsi nulla, in un post a sé stante, intenderei approfondire questo tema. Una volta fatti i conti, per comprendere nel giusto modo ciò che si sottende, ossia il benessere di un popolo, l'indice giusto a cui far riverimento si chiama chiama Better Life Index. Esso misura la ricchezza di uno Stato, e il benessere e la qualità della vita di una società. Non è una mia originale idea, non sono così intelligente. Chi lo ha studiato è l'Ocse. il "Better life Index" si propone proprio di valutare quello che si potrebbe definire il "benessere interno lordo" come sostitutivo del Prodotto Interno Lordo. Sembra che  che l'Italia non farebbe parte del G8 con questo indice.

In questo indice di riferimento dell'OCSE, vi sono undici parametri attraverso i quali viene elaborato un indice studiato con precisione statistica e rigore scientifico. Sono stati scelti molti indicatori poi successivamente riuniti in 11 grandi parametri. essi sono:

abitazione, reddito, lavoro, vita comunitaria, educazione, ambiente, governance, sanita', soddisfazione personale, sicurezza, equilibrio vita/lavoro.

Volendoci spingere oltre, e senza paura del futuro, chiaramente stando con i piedi per terra, cosa ne dite di dare uno sguardo a questo video?  http://youtu.be/I64kaDuIvHY una vera figata l'interattività multimediale che può utilizzare solo un blog!

7) Riguardo l'economia, l'indifferenza alle mode passeggere e all’effimero più in generale, quanto vale, cosa costa, come e cosa dovrebbe cambiare, ma ... serve davvero tutto in un ottica anche di ecosostenibilità?

Il nostro Paese vive da sempre, molto di aleatorietà economica. Infatti si sta sempre più nel tempo deindustrializzando. Esistono piccole imprese lasciate a se stesse, abbiamo un capitalismo a lungo protetto e prevalentemente chiuso in sè e salottiero, abbiamo dimostrato frequentemente una bassa lungimiranza strategica sulle politiche industriali. 

Se non fosse per pochi industriali e per tanti che sopravvivono grazie a ciò che ci hanno lasciato storicamente in eredità i nostri avi, la natura e il clima, per noi sarebbe un bel casino. Abbiamo creatività e siamo portatori del famoso Made in Italy nel mondo, ok ma poco di più. 

Lasciamo perdere gli indici dell'OCSE perchè non vorrei apparire come un rivoluzionario all'italiana dell'ultim'ora. Ma quanto tutto ciò incide sul nostro PIL e quanto si investe in strutture, servizi e quant'altro, oltre che ambiente e difesa delle nostre vere risorse è proporzionato? Questo è uno dei miei amati asset strategici che tanto predico continuamente ... (a me stesso, dicasi infatti seghe mentali). Ma se poi si è dato uno sguardo al video indicato nel precedente punto 6, allora gli spunti inizieranno a moltiplicarsi in progressione matematica.

8) Aspirare alla gioia più che al divertimento edonistico è un semplice valore senza appeal, può creare un mercato, o rende molto più l'edonismo e questo è quanto basta? 

Trattasi di politiche dell'industria culturale, da noi, ma non solo, troppo incentrata sull'instupidimento delle masse, e vissuto spesso e con disinvoltura come strumento di manipolazione delle menti e dei valori. Non so bene statisticamente cosa ciò rappresenti. Non sono un centro studi e non so, ma non sono ottimista.

9) Perché la politica ha perso di vista il lungo termine e dove ci porta questa cecità?
e
10) Innovazione e politiche industriali: quali asset strategici e visione di lungo periodo?

Belle domande! Non so, quasi quasi, prima o poi dedicherò un post ad hoc su questi temi, inquadrando il discorso in termine socio economico.



Considerazioni generali

Le cose importanti intorno alle quali girano gli argomenti in questo blog, prendono spunto da una visione che tiene conto dell’importanza di avere una cultura di riferimento allargata delle conoscenze; di un decentramento dei poteri; di una riduzione degli sprechi e di un utilizzo più consapevole delle risorse pubbliche. Detto così, sembra lo scritto delle belle intenzioni. Non sarebbe poco, ma vorrei indagare modelli e percorsi possibili.

Questo vuol dire, non solo dare uno sguardo all'economia con un atteggiamento diverso partendo dalla persona più che dalle macro idee possibili. Ma ciò richiede sia una visione ampia e di essere appartenete ad una comunità, sia tentare un modo di vedere su come si potrebbe gestire un copione che sappia avere un rapporto sano con il proprio sé e i propri bisogni. 

Diciamo che, appellandomi alle motivazioni che vorrei spingere verso una visione più sociale che egoica, dovrei ottenere qualche vantaggio. nella peggiore delle ipotesi, come uomo primitivo del futuro, il saper tentare di convivere con la modernità senza viverla come un problema dovrebbe dare come risultato un aspetto più strategico alla ricerca. Almeno credo. 

Riuscire a avere una visione coerente tra i propri valori che sappiano anche tener conto della funzione dell'economia, della finanza e della politica senza ideologie precostituite, ma con precise consapevolezze di alcune conseguenze di ogni decisione, dovrebbero completare il quadro ispiratore per lo scopo di questo blog. 

Abbiamo bisogno di tanti veri progetti di tanta bella gente e di una cultura orientata alla fiducia e alla consapevolezza delle proprie risorse e competenze. La sommatoria di tante piccole paure fa una società infelice e timorosa. Il ripiegarsi individuale su se stessi, in particolare nei momenti di crisi della società, porta invidia e sospetti tra le persone. 

La conseguenza è maggiore solitudine e debolezza strutturale di ogni comunità. I comportamenti irrazionali e la mancanza di fiducia, in particolare tra le fasce più deboli, diventano l'unico faro di zattere portate dalle correnti di mari agitati. Il palar continuamente di ciò che non funziona, non fa funzionare nessuna società. Dare invece spazi ad esempi virtuosi genera fiducia, e non capisco perché mai i media, non si rassegnano sul buon senso delle cose della vita.

Ognuno di noi, ha il diritto e il dovere, di continuare a essere un caparbio sognatore creativo. Ora voglio rifarmi a alcuni esempi di vita virtuosa almeno dal punto di vista creativo. Parlo di gente positiva che intende vedere un futuro e una società migliore. Dagli esempi che seguono, escludo i grandi Profeti sia per umiltà, sia per non avere riferimenti irraggiungibili. 

Cito pertanto alcuni sognatori di successo di non poco conto che grazie alla loro perseveranza, hanno cambiato la nostra vita. Gente che non vivevano nell'inganno dell'apparenza, ma erano immersi in un progetto. I sognatori sono forse meglio definibili come i visionari che abbiamo già trattato. Trattasi di esistenze, che hanno come caratteristica comune tra loro, il fatto che essi si concentrano più su come vedono un mondo nuovo, e assolutamente per nulla su cosa accade di bello o di brutto nel mondo. 

Bill Gates: "nel futuro vedo un computer su ogni scrivania e uno in ogni casa". Al suo tempo esisteva solo IBM, e si pensava che al mondo sarebbero esistiti solo quattro o cinque computer. Steve Jobs, attento osservatore dei suoi tempi, capacità di fare una grande sintesi del sentiment, ha realizzato al momento giusto, quello che il mercato desiderava. Einstein: "ci sono due modi di vivere la vita, una è pensare che niente è un miracolo, l'altra è pensare che ogni cosa è un miracolo". Dante Giacosa negli anni 60 dello scorso secolo, disegnò Fiat 600 e Fiat 500 e tutti poterono avere un'auto.

Ecco una breve biografia di uno dei più grandi Presidenti degli Stati Uniti: a 32 anni perde un’elezione; a 35 muore la donna amata; a 43, a 46 e a 48 anni, perde le elezioni al Congresso; a 56, perde la corsa alla vicepresidenza; a 58, non diventa senatore; a 60, è eletto presidente degli Stati Uniti. Abraham Lincoln. Grande esempio di uomo che dimostra come il rapporto con gli anni che trascorrono, non sono un limite per avere una visione ancor oggi moderna dello Stato. 

Altro esempio: Edison. Ogni volta che il suo tentativo di creare la lampadina non andava a buon fine, diceva: “bene, ho trovato un altro modo per non fare una lampadina“. Potrei continuare ancora con tantissimi altri esempi ... per fortuna, ma mi fermo qui. 

Il rapporto tra uomo è percezione della realtà, come si può notare, non è un aspetto secondario. Una cultura indirizzata in termini di consapevolezza della complessità e delle interrelazioni tra le cose in termini positivi è una direzione da promuovere e da vedere come linea guida. Purtroppo, di solito invece, l'uomo percepisce della realtà solo ciò che differenzia in termini negativi, ideologici e di interessi di parte, e tutto ciò diventa causa di conflitti, di disgrazie e guerre. 



Conclusioni

Imparare a vedere e sentire la realtà per saperla accettare (forse meglio dire accogliere) e non subire, negare o fingere di non vedere, è un segreto che bisogna saper renderlo visibile, presto, e a tutti fin dall'infanzia. Bisogna saper svelare innanzitutto a noi stessi, come una magia a volte sia solo un trucco di un prestigiatore che volendo può essere svelato al pubblico. 

Attraverso gli esempi sopra citati, possiamo ripetere ancora senza stancarci, che la realtà non è qualcosa di statico, ma qualcosa che noi modelliamo a nostra immagine e somiglianza. Prego, soffermarsi su questa ultima frase appena riportata. Tutta la psicologia moderna basa le proprie indagini su questo dettaglio. Un motivo ci sarà!

La realtà é strettamente legata a come la nostra mente si rapporta a essa. Diversamente, si corre il rischio di passare dal sogno propulsivo e foriero di cose belle che porta all'azione, a quello malato dell'illusione, che nel tempo, lentamente, fa maturare solo delusione e pericoloso pessimismo fuorviante, facendo ammalare se stessi e la società. 

Ripeto fino alla noia: è il modo errato di rapportarsi con la realtà, che può far correre il rischio di farci essere braccati dall'incubo e dalla paura. Bloccare crescita personale e lo sviluppo economico e morale di un Paese. Le cattive notizie non vanno ignorate ma non devono continuamente picchiare le nostre emozioni. 

So che ogni volta che la mia azione è forzata e non meditata, ogni volta insomma che ogni mia azione parte, solo da un principio che m’impone "il mio IO",  forzando il corso naturale delle cose, mi allontano dalla complessità della realtà per quella che essa è, e non come a me piacerebbe che fosse, e la natura mi punisce. Quando invece l’azione va nel senso delle cose osservate nel qui e ora in maniera fiduciosa, agendo con determinazione e in armonia con ciò che mi circonda, tutto gira per il meglio.

Con una forte attenzione al qui e ora, con una visione chiara, un obiettivo definito, una chiarezza degli asset strategici, una strategia flessibile ma rigorosa che sappia dare spazio a tattiche e stratagemmi di volta in volta, ci si lascia portare dalla corrente come un aquilone segue il vento, senza cercare di imporre il proprio "io", tutto si realizza. Anche nei moment peggiori della propria esistenza, tale agire è molto più di un conforto, e l'intera comunità ci guadagna.

Riuscendo ad avere una diversa visione più legata possibile alla realtà e alla sua complessità, quando la comunità ci guadagna grazie a un tuo piccolo comportamento, essa ti ripaga. Non solo, le scelte politiche e i rappresentati dello Stato, non possono che cambiare. Tutto questo "andamento lento", senza grandi sanguinose rivoluzioni, non può che portare a  creare una nuova classe dirigente. Non sarà mai il contrario. Non possiamo e dobbiamo aspettarci nulla da nessuno. Nessuna classe dirigente mai una volta a potere, ti dirà chissà per quale oscuro motivo, cosa devi fare per mandorla poi a casa. Segue una sintetica considerazione:

1) Esistono copioni di persone motivate all'affiliazione (la maggioranza). 
2) Poi abbiamo quelle motivate al successo (quelle veramente all'altezza della realizzazione del vero successo, non sono affatto poche. qui il vero guaio di questa categoria di motivazione, sono quelle illuse e creatrici di dolore a se stessi e ad altri, costoro invece sono tantissime); 
3) Infine vi sono persone motivate al potere (tante lo sono per frustrazione della vita; tante per opportunismo; moltissime per superficialità; non pochi per avarizia di amore e sensibilità ma in compenso con tanta falsa convinzione di capire il "sentiment" di una comunità grande o piccola che sia; non pochi gli opportunisti e tendenti al parassitismo; gli amanti della bella vita con un ego sproporzionato; i difensori di interessi particolari; gli infiltrati di clan e lobbies). 

Visto quanti nel profilo motivazionale 3? Con queste tipologie fatte di tanti copioni cosi varipinti, quando mai costoro promuoveranno una cultura della consapevolezza?! Davvero solo perché visibili sulla scena, meritano tanta considerazione ad occhi chiusi?

L'equilibrio come punto di riferimento è la mia unica esaltazione che mi piacerebbe vedere in giro. 

Non sono un ottimista dell'ultima ora, so anche che bene e male sempre accompagnano ogni epoca, ogni cosa e ogni persona da sempre. Credo che sia importante vedere cosa di consistente possiamo prendere di ciò che la vita ci propone, e poi … sarà quel che sarà. Se sempre nella storia bene e male vanno a braccetto, perché quindi preoccuparsi solo di delegare a degli sconosciuti la nostra vita?

P.S.:  Inizio a provarci gusto con questo blog  ... a presto!

domenica 24 novembre 2013

28 - benvenuta nuova era

Le convinzioni, più delle bugie, sono nemiche pericolose della verità. (Friedrich Nietzsche)

    
     
Giorno dopo giorno, tra abitudini, colpi di scena, esaltazioni, depressioni, tentativi di riscatto tra dispiaceri, piaceri e pseudo piaceri ... il tempo come un fiume scorre e tutto trasporta con la sua corrente. Le Ere storiche, quando mutano, e succede non di rado, non sempre possono dedicarsi a rispettare ossequiosamente ogni bisogno di ogni singolo granello di polvere. 

Vecchi, adulti, giovani sia donne che uomini, viaggiano loro malgrado uniti su una medesima nave spaziale (dicasi pianeta terra) che è schiava di precise leggi dello spazio. Il fatto che su questa nave spaziale vi siano terre separate, correnti e onde degli oceani che dividono le culture e le genti, è solo ciò che bisogna accettare come dato di fatto per imparare a superare le differenze. 

Accettare le diffrenze non vuol dire subire nulla; accettare vuol dire riconoscere un dato di fatto per tentare la via della sapienza e intelligenza per utilizzare il meglio di ogni cultura. Accettare non vuol dire perdere la propria identità. Tuttavia sono consapevole di tale utopia.

Come già detto, non sempre siamo tutti consapevoli di essere un solo film fatto di un mix di sceneggiature e copioni che interagiscono tra loro. Non solo, dopo i due precedenti ultimi post, sappiamo anche che un copione, proprio non è cosa da nulla.

Confidiamo nella natura, in una fede, tanti in nulla e non lo sanno neppure; altri nella scienza, mille valori si incontrano e scontrano tra tante convinzioni e varie visioni che si hanno sul viaggio che si fa. Tutto il film della vita, è ambientato all'interno di questa suddetta nave spaziale. Ma qui si naviga a nostra volta tra tempeste fatte di diversi comandanti, che raramente conducono i loro popoli su mete condivise con vero spirito di condivisione. Impossibile e certamente irrealizzabile. tra l'altro, molti  di questi comandanti sono solo gente di grande vanità che vivono un film di sola mondanità.

A parte i comandanti, pochi gruppi di potere vivono nel regno dell'ingordigia cieca e non di rado si combattono tra loro incuranti dei disequilibri che creano in ogni società con modalità e strumenti differenti. Scienza e tecnologia stanno mutando ogni vivere quotidiano, e ogni lavoro si sta evolvendo troppo velocemente rispetto alla cultura media di tantissimi Paesi. Intanto l'istruzione arriva quasi sempre tardi ad ogni appuntamento.

Ma noi, oggi più che nei secoli passati, indipendentemente dal comando della nave, tutti dobbiamo saper leggere la bussola e le mappe, dobbiamo saper conoscere venti e correnti e quindi impararlo in modo adeguato a qualsiasi età. È importante, è possibile, è la nuova natura delle cose. 

Antiche sicurezze più o meno in qualche modo "garantite" finora da qualche capo, da oggi in poi non possono più essere delegate alla cieca a chicchessia. Le certezze che in pochi intendono garantirci, non possono essere assicurate nè da loro nè da nessuno, senza una cultura condivisa in un contesto di democrazia visto in modo nuovo. Abbiamo bisogno di una consapevolezza del oresente e di una vusione del futuro. Le classi dirigenti sonno impegnate chi nel profitto a breve o nella velocità della finanza sempre più distante dall'economia, con politici sempre più solo impegnati alle prossime elezioni. Da soli si può ben poco, ma intanto, meglio poco che nulla.

Questo modo nuovo di organizzare le comunità, non può essere studiato a tavolino da pochi, e per questo si richiede un altissimo livello di consapevolezza e cultura, che deve essere di alto profilo e il più allargata possibile a più fasce di popolazione possibile. Coscienza sociale, diritto, visione di una comunità, economia ecc., sono così interconnesse tra loro, e condizionano in maniera così forte ogni singola attività, mestiere e professione, che richiedono una visione nuova ad alto contenuto anche nel piccolo e nel privato.

Sappiamo benissimo che persino un uovo oggi è sul tavolo di casa ad un certo prezzo, anche a causa della politica economica ed industriale di un Paese. Quanti di noi hanno in abitazione una gallina per fare tutto da soli? È così, in particolare dalla rivoluzione industriale in poi, ma oggi è evidente anche ai ciechi! Chi non vuole vedere, lo fa solo per paura, superficialità, o per incoscienza. Non conosco il livello di responsabilità delle classi dirigenti, ma di certo so che non riescono più ad essere funzionali per il bene comune della nuova comunità umana.

La nuova civiltà ora deve solo pretendere gente consapevole, attenta, responsabile che man mano nel tempo, si organizzi a delegare sempre meno a chicchessia. Il processo sarà lungo ma è inarrestabile e bisogna agevolarlo. Perché mai? Semplice. Lo richiede ogni attività professionale, mestiere e arte visto che tutto può cambiare in qualsiasi momento, e per questo, bisogna essere sempre attenti e pronti a nuove strategie personali, familiari, e di comunità a vari livelli. Pena: ostacolo alla storia e fuoriuscita di singoli o di comunità dai processi di sviluppo e integrazione. 

Addio vecchie ideologie, visioni di vita obsolete, e addirittura, addio anche tipo di vecchio modo di vivere la spiritualità per chi ha fede. Addio e grazie del bene e del male che ci avete portato dal tanto discusso vecchio mondo. Nessuna nostalgia, non serve. Solo un grazie perché ogni cosa che il passato ci ha donato, o brutalmente presentato, ci è servita per migliorarci. Io almeno lo spero.

Ora che siamo circondati da vecchi ricordi e poco più, ora che davanti ai nostri occhi, da anni inizia a prendere forma l'alba di una nuova Era, usiamo un minimo di buon senso, e seppur analfabeti dei nuovi codici, iniziamo da un punto qualsiasi del presente, ognuno per la sua parte, conoscenza e coscienza, e rivediamo i nostri copioni senza mai perdere di vista il qui e ora di ciò che circonda. Come minimo ci guadagniamo in buon senso. In tal modo, la sommato ria di buon sensi già non è poco!

Il nostro sapere tramandato, può essere utile forse si, forse no; ora si, ora no. Smettiamola di parlare di crisi, anziché concentrarci su nuovi programmi e idee adatte al cambiamento in corso. Se non si inizia a ragionare in questi termini, la crisi si tramuterà solo in angoscia per qualsiasi fascia sociale e qualsiasi fascia di età. Continuando con questo atteggiamento di passività generalizzata di una moltitudine di gente, solo si fa in modo da far invecchiare prima i vecchi, e serve a paralizzare le energie dirompenti insite per natura nei giovani. 

Sapendo di poter far tesoro della nostra storia e delle esperienze fatte, riflettendo su come correggere il tiro, di certo non sbaglieremo. Liberali, razionalisti e pefezionisti (post quattro) hanno etica, valori e disegni che possono e devono adeguare per non lasciare nessun orfano in giro bisognoso di ideologie ancora. Abbandonare ogni idea preconfezionata ci aiuterà. Smetterla di imitare il passato qua e la con qualche variazione sul tema è di rigore, puntare sul passato aiuta poco o spesso nulla. La nostra coscienza, lavorando in silenzio con noi stessi, è il saggio che saprà guidarci. 

Il benvenuto alla nuova Era, più o meno é stato dato intorno alla fine degli anni sessanta. Con il passar del tempo, sempre più velocemente, le invenzioni e le scoperte rivoluzionarie che si sono susseguite entravano in massa, anche nelle più ampie fasce di popolazione di ogni società, in particolare nel mondo dell'ovest. 

Subito queste continue piccolissime quasi invisibili rivoluzioni, hanno condizionato in modo non indifferente bambini, giovani, relazioni, anziani e persino rapporto con la fine della vita e la visione del mondo. Che dire come ha cambiato la vita un semplice frigo, o una lavatrice, perbacco e l'antico rivoluzionario fax? Al momento lasciamo perdere domotica, robotica ecc. Questa è roba già vecchia del nostro futuro, e la tratteremo a parte.

In men che non si dica, a macchia d'olio, beni di ogni genere e cultura conseguente della nuova epoca, come un esercito con diverse divise, bandiere con strani marchi, confezioni, forme e colori, lentamente hanno invaso sempre più anche gli Stati dell'est e alcuni Paesi del sud del mondo. Pian piano, come l’acqua che non vede ostacoli, ogni angolo del pianeta ha avuto sempre più beni da acquistare... indipendentemente dalla loro vera reale ricchezza. Non è tutto.  

Poco tempo ancora è passato dall’ingordigia di mercanzie entrate in ogni famiglia, che ecco emergere fra tutto, il pc in ogni casa, poco tempo ancora, continue rapidissime evoluzioni dello strumento … e poi il mondo web. Il giogo è fatto. Intanto cadono muri e nuovi Paesi entrano nel gioco della comoetizione economica, di fatto facendo saltare tutte le regole dei giochi delle diverse nazioni.

La globalizzazione non é più il regno di pochi, la politica non può più nascondersi dietro le solite stantie forme, i confini geografici del secolo scorso cadono di fatto come birilli a seguito di un buon tiro. I militari, per liberare e lasciar libero il mondo internet chissà cosa ora nascondono; multinazionali e finanza non possono più illudere ed ingannare alla vecchia maniera e sempre più mostrano la loro arroganza spesso ammantata da strumentali beneficenze.

Ora si va oltre si passa lentamente al virtuale, la nuova droga si chiama virtuale, ovverosia il luogo dove falso e vero possono essere vere o false a seconda di come navighi nel mondo web. In cambio, ogni conoscenza e informazione diventa conquista di ogni esploratore presente in ogni famiglia della porta accanto, ma sia ben chiaro, di tutti i condomini del mondo però. 


Nel pieno della nuova Era

Della nuova Era, il segnale certo è che l'instabilità è l'unica cosa stabile per chi negli ultimi decenni ha visto il mondo cambiare colore, vitalità e stile di vita. Oggi se cerchiamo di decifrare e comprendere le regole della nuova società cosiddetta civile, dobbiamo adattare (anche se con mille difficoltà) la nostra cultura alla velocità e intensità, e adoperare tutto ciò che ci circonda per rivalutare il meglio dell'umanità. È finita l'era delle ideologie e dei giochi di parte, è anche giunto il tramonto dei consumi più o meno facili e del benessere a volte vero, a volte fittizio, spessissimo di apparenza, non di rado, spesso funzionale solo per la sete del nostro ego. 

Non c'è dubbio alcuno sul fatto che bisognerebbe analizzare i benefici, i problemi, e le contraddizioni della società dove il possesso di oggetti superflui è ormai sempre più una necessità. Nessuno tuttavia però, può negare che una società può risolvere i suoi problemi economici, anche grazie alla produzione di tanti beni inutili e superflui, che rendono spesso superflua anche la vita. Ma ogni bene, nella logica dell'interconnettività crea lavoro e ricchezza di una comunità, e di conseguenza di una società in senso più ampio del termine. I consumi, anche se inutili, servono quindi tutti e sempre. A che costo? Su questo intendo dedicare più in là qualche post ad hoc.



Sogni, speranze, illusioni e condizioni di vita possibile

L'illusione ha regnato sovrana per molti decenni, la crescita infinita si è rivelata molto più fallibile e dannosa del previsto. Sono in tanti che devono ora recarsi al funerale delle loro visioni fatte per lo più di apparenze olografiche. Per alcuni sarà un bene, per qualcun altro uno shock, non mancherà chi di illusioni saprà inventarsene di nuove. In questo recente tempo passato, dove tutto sembrava più facile o giù di lì, sono stati tanti i sogni che si son dovuti interrompere inaspettatamente e quasi bruscamente, altri si sono realizzati appena in tempo. Ma la vita è anche questo. 

Chi non ha mai sognato, non è un problema, continuerà a farlo o nel caos o nella beatitudine. Sui sogni ci sarebbe anche da ragionare, esistono sogni e sogni in ogni epoca. C'è chi sogna per entrare in sintonia con la realtà incidendo su di essa e portando vantaggi all'umanità. C'è chi sogna ad occhi aperti e passivamente, consumandosi lentamente nell'accidia, nella rabbia, nella delusione, continua per qualcosa che non realizza mai, o vede incompleto nella sua perenne frustrazione. Tutto ciò, mentre si scaricano le batterie che stabiliscono il tempo a disposizione come ospiti di questa terra.

Coloro che mirano ad entrare in sintonia con la realtà, dicasi creativi e fantastici timonieri di se stessi, e perché no, tanti di loro, in piccolo o in grande, anche dell'umanità. Vedi ad esempio grandi scienziati, studiosi, persone d'azione in varie aree ecc, ma vedi anche gente che in economia, nell'arte o in qualsiasi lavoro, con naturalezza e senza sforzo, creano e si esprimono garantendo vantaggi, beni e servizi nelle varie attività presenti nella società. A volte trattasi di veri visionari che cambiano il modo di vivere o di vedere la realtà da prospettive diverse, magari con strumenti concreti.

Non tutti sono sempre dei visionari, qualcuno è appena un gradino più sotto, qualcuno è un grande imitatore che sa migliorare e perfezionare le cose. Anche questi servono al teatrino della vita. Sono tutti degni di grande rispetto. Questi sono i realizzati, coloro che, ognuno nel proprio piccolo, in qualche modo si realizza e crea lavoro, con idee che arricchiscono tutti in qualche modo. Essi fanno parte degli ingranaggi che fa girare il meglio del mondo. Sono coloro che con piccole o grandi idee, giorno dopo giorno migliorano in piccoli dosi e in miliardi di modi, ogni stupida e importante cosa, bene o servizio.

Coloro invece che si consumano in sogni irrealizzabili che conducono nell'accidia, nell'essere eternamente insoddisfatti, nella frustrazione, nelle lotte contro i mulini al vento, ecc, dicasi semplicemente pazienti incurabili della storia dell'umanità. Costoro sono sognatori fatti di un mondo di elucubrazioni mentali che producono solo illusioni attivando di conseguenza la catena delle delusioni, frustrazioni e caos prima personale e infine sociale. Anch'essi non sono la massa.

Poi abbiamo le vittime dei gioghi dei loro contorti pensieri lontani dalla realtà. Questi hanno copioni particolari dove non sempre la rotta è chiara o è perseguita con perseveranza ma hanno un'anima inquieta e cercano sempre nuove vie che anche quando trovano non le soddisfano. Costoro li chiamerei esploratori. Per i ben pensanti, qui trattasi di persone spesso con disturbi dell'anima e/o della mente, ma tanti di loro lasciano alla storia segni indelebili. Tutti sognatori, ma con prospettive, comportamenti e quindi automaticamente con destini diversi. Passiamo ai realisti.

Chi è riuscito a creare basi solide economiche e culturali, o chi ha ereditato certezze e beni e sa cautelarli con intelligenza e/o con sogni più o meno creativi, ha paura come tutti del mutamento perenne, ma può vivere sonni tranquilli, sempre però, che la sua mente non lo tormenti inutilmente. 

Si, di solito, la mente spesso angoscia chi il benessere non sa viverlo con la giusta distanza e gratitudine, chi non sa apprezzare ciò che ha, e chi non ha nulla di concreto con cui fare i conti perché può permetterselo. Se poi non sai cosa vuoi dalla vita, o se l'avidità ti risucchia, qui entra in gioco coscienza, cultura e ancora una volta la ... salute mentale; qui nasce un complesso problema che non lo si può risolvere solo con semplici considerazioni.

Chi non ha solide basi economiche e professionali, chi si è distratto o nella vita non ha avuto opportunità oppure non ha saputo cogliere in tempo i frutti del passato, questo al momento arranca, indipendentemente dai sogni sani o malati che ha ed ha avuto in pasato. Qui la sopravvivenza più o meno dignitosa, dipende solo dalla sua forza interiore e dalla speranza di poter agire in modo più funzionale per il futuro. Queste persone fanno parte del mondo della giungla, sono guerriglieri, gente più tattica che strategica; qui dipende da come sai e riesci a muoverti. 

Gli abbandonati da sè e dagli altri. Ogni mattino devi correre, o per sfuggire dai guai o per sopravvivere senza paura delle continue ferite. Fiducia, attenzione, responsabilità, coraggio e determinazione sono le linee guida dalle quali è vietato allontanarsi in questi casi. Sopravvivenza è la parola d'ordine! Qui i bisogni si confondono nel caos dell'apparente qui non parliamo di povertà, parliamo di gente che ive nella paura della marginalità. Giorno dopo giorno, tale esercito aumenta, nessuno vuole riconoscerei in questo gruppo, per cui la solitudine e la vergogna sono sorelle che non li abbandonano.

La povertà. I veri poveri, sono coloro che non possono permettersi il lusso di sognare per mancanza di soddisfacimento di ogni tipo di bisogno. Se riescono a volte sognare, devono fare troppi conti con troppe variabili, una su tutto, la dignità di essere vivente accettato dagli altri. Essa inizia spesso con l'infanzia con al povertà di stimoli. Ha varie sfumature: abbiamo quella di spirito; quella di mente; di opportunità; di condizioni favorevoli alla partenza; di consapevolezza; di sensibilità; di stabilità; di intelligenza sociale; culturale; etica di riferimento; di amore di base verso persone, cose o scopi. 

Il povero ha una disgrazia di non poco conto: fa paura ai più, perché ritenuto pericoloso da frequentare. Può essere facilmente ingannato, può far male con disinvoltura, può facilmente essere preda del guadagno facile e tutto ciò che questo comporta. Il povero che riesce ad avere una sua dignità, etica, stile, amore, bontà d'animo e dimensione spirituale non necessariamente in una fede, può anche essere un grande saggio. Non sono pochi, e molti si approfittano di loro.



Conclusioni

Mi sembra evidente che ci troviamo a vivere un'era che qualcuno chiama di transizione. Personalmente vedo tutto in continua transizione. Chi sa dire quando finisce una transizione e quando inizia una stabilità vera e fissa nel tempo per un periodo x?

Credo che basti dare il giusto significato alle parole per evitare disorientamenti. Oggi ad esempio, soesso ci si oerde perchè persino sui bisogni c'è casino, tanto per cominciare, spesso questi si confondono con i desideri. 

In realtà i bisogni sono quelli che possono essere soddisfatti per la sopravvivenza, ed hanno un'armonia con il tempo e la natura che gli sono propri. Ad esempio non ho fame 24 ore al giorno.

I desideri invece, sono frutto della mente insaziabile. Questi devono essere soddisfatti urgentemente. Non solo, più è elevato il livello generale di possesso condizionato dai mezzi persuasivi, piu' questi diventano intensi anche per chi non ne ha bisogno. 

Nelle società dove ormai regnano sovrani i mezzi di comunicazione, non è poco. Come dire, benzina sul fuoco mentre parallelamente tutti parlano di spegnere gli incendi. Quando è iniziata questa transizione? È nata in una data precisa?

Il prossimo post che preparo riguarderà esempi positivi e strumenti a disposizione che potrebbero funzionare par navigare questi oceani non sempre tempestosi.




domenica 17 novembre 2013

27 - Non solo percorsi interiori

L’enneagramma e i nove tipi di personalità

                               
    
  

Si è voluto dare parecchio spazio agli elementi significativi che determinanano la costruzione del copione che ognuno di noi interpreta nella vita. Segue qui un altro spunto che è L'enneagramma. 

Attraverso questi ultimi due post, si è avuto modo di presentare alcuni strumenti per imparare a leggere in che modo l'uomo della globalizzazione, può tentare di capire talune dinamiche di come nasce un suo copione. Da qui si può anche meglio comprendere l'importanza della vision e della comprensione dell'interdipendenza per non rimanere vittime di piccole prigioni e ristrette errate percezioni delle cose.

Perché tutto ciò? Vedi post 14 (sfumature del caos) se ogni piccola cosa tende a modificare il sistema generale del tutto, quali vantaggi si avrebbero come società, se ognuno fosse più consapevole del proprio copione? Un copione non è mai un soliloquio. Il copione interagisce con il mondo. È cosa da poco? Maggiore sarà la nostra capacità di essere consapevoli, tanto più le nostre azioni possono essere orientate verso l'uscita dalla sofferenza. È poca cosa tutto ciò?

Si è voluto dedicare un po' di parole al copione, poiché esso è ritenuto quel qualcosa che abbiamo a disposizione per creare equilibrio, armonia, sviluppo e limitazione alla sofferenza. Conoscendo il bene e il male di ogni suo elemento, aiuta a guidare la nostra vita attraverso la mente, e non farci guidare la vita dalla mente inconsapevole. 

Il trucco per partire in modo giusto in un mondo sempre più globalizzato e multietnico, sta nel fatto di non avere copioni inconsapevoli che le energie inconsce guidino da sole ogni comportamento. Non voglio qui addentrarci anche nel buio dell'inconscio e del suo segreto e potente legame che esso ha con la paura, e in che modo di solito ci si muove per reagire ad essa. La sommatoria di ogni uomo e di ogni donna è l'umanità. Ogni essere vivente è una variabile dipendente del mondo che lo circonda.

Proviamo ad immaginare i vantaggi di educare fin da bambino ogni cittadino di ogni razza, ceto sociale, genere e cultura, ad essere autonomamente consapevole del suo copione? Si lo so. È una follia la mia nello sperare tanto. In ogni modo, almeno qualcuno potrebbe rifletterci su qualche minuto. Serve anche questo al principio del caos. Diversamente fa nulla, tanto questo è solo un blog, e questi sono alcuni dei miliardi di post che pullulano il mondo web. 

Vediamo ora l'altro strumento per comprendere le logiche che adotta la mente per crearsi il copione della sua esistenza.



L'enneagramma 

è uno strumento che riporta nove diversi tipi di personalità e affronta il rapporto che intercorre tra loro. Se riusciamo a riconoscere il tipo a cui apparteniamo, potremo affrontare meglio i nostri problemi; capire in che modo migliorare il nostro copione; leggere con maggiore obiettività gli elementi strutturali delle dinamiche comportamentali e sociali in cui di volta in volta ci troviamo. Come si diceva agli inizi, un'altra linea guida per capire copioni e sceneggiature del teatrino della nostra vita.


Un po' di storia qui serve

Chi introduce in Occidente l'Enneagramma è Gurdjieff. In particolare Sufi e Gesuiti si contendono la paternità, ma è però la new age, che spesso in modo disordinato la presenta da anni in varie salse senza disdegnare superficialità e pericolosi schematismi.

Georgi Ivanovic Gurdjieff intorno al 1913, è colui che avvia la diffusione dell'Enneagramma e dice a tal proposito: «La conoscenza dell'Enneagramma è stata preservata per molto tempo in segreto e se adesso, per così dire, è resa disponibile a tutti, è solo in una forma incompleta e teorica della quale nessuno può fare alcun uso pratico senza istruzioni da parte di chi sa». Non male come premessa. 

I Sufi che se ne attribuiscono la paternità non sono pochi. L'unico esempio occidentale però che tratta questo argomento, è il Gesuita Athanasius Kircher (1601/1680) nella sua opera Arithmologia del 1665. Questo autore aveva grandi interessi per il pitagorismo e la Qabbalah. Egli fu anche il primo occidentale a tentare di decifrare i geroglifici egizi. 

Vi è stato un periodo dove in tutto il mondo si sono diffusi video, gruppi di studio, corsi, ritiri e laboratori. Non sono mncate nelle aziende americane gente che hanno selezionato il personale in base alla tipologia dell'enneagramma. Che dire degli sceneggiatori che se ne sono serviti per costruire le loro trame. Un gran casino insomma. Quindi, un tema da citare per correntezza, ma da prendere con molta attenzione. Fatta tale premessa, entriamo nel vivo in punta di piedi, ma con mente aperta. Qui si intende solo presentare l'ossatura di tale conoscenza, chi intenda approfondire, faccia attenzione a trovare metodo, testi, tempo e buoni "maestri".


I tipi di personalità


TIPO 1 - Il Riformatore perfezionista 
Perfezionista. Ha un amore esagerato per ordine e pulizia. E' corretto e sincero. Ha senso pratico. Autocontrollo, serietà, inflessibilità. Emette critiche pungenti e giudizi. A volte è pedante. E' pignolo. Costui mal sopporta nel suo copione imperfezioni, disordine, non puntualità, un modo di essere spiritoso e scorrettezze in genere. Ha avuto di solito un'infanzia dove ha trovato strategico il "controllarsi" per essere approvato. Ha di solito avuto genitori critici ed esigenti. Questo tipo la domanda chiave del suo copione è: "Come posso rendere tutto 'perfetto'? Persona irascibile, giudicante, critica, responsabile all'imperfezione. 


TIPO 2 - Il Benevolo altruista
Persona con grande spirito di sacrificio e dedizione per gli altri, espansivo e tende a dare buoni consigli. Se non si sente gratificato si lamenta ed è un sentimentale. Tende a sentirsi una vittima. Mal sopporta chi non ha "bisogno" e chi è indipendente. La sua infanzia è stata di solito caratterizzata dalla sensazione di doversi rendere utile per essere notato e amato. Ha 'dovuto' occuparsi degli altri familiari. Le sue frasi tipiche sono: C'è "bisogno di me", "Non ho tempo per me". Devo aiutare gli altri. Persona di solito orgogliosa ma che cade spesso nella trappola della compiacenza e dell'adulazione


TIPO 3 - Il manager motivatore
Persona attraente, magnetica, carismatica, accattivante. Ottimista, giovanile, esibizionista. Produttivo, efficiente iperattivo. Camaleontico. Non sopporta le inefficienze e il fallimento. Nella sua infanzia si è sentito amato perché era "bravo" a scuola, nello sport o in qualcosa. L'efficienza è la sua linea guida. Chiede sempre conferme sui risultati delle sue azioni. Tende però a mentire e alla vanità. L'immagine per questa persona è un elemento importante da saper sempre gestire in ogni occasione, luogo e contesto.


TIPO 4 - L'artista o il romantico
Ha grande senso artistico, gusto del bello, senso del colore. Persona romantica, sognatore, eccentrico, stravagante. Si preoccupa dell'immagine e tende a vestire ed apparire in maniera stravagante o ricercata. È però un malinconico. Non sa vivere nel presente, si rifugia nel passato o sogna il futuro. Ama l'insolito e l'eccezionale. Non disdegna situazioni strane, scandali, cose proibite. Mal digerisce il brutto; lo sporco; il "normale"; l'ordinarietà. Ha avuto un'infanzia dove ha subito perdite (un genitore; persone importanti, trasferimenti, sradicamenti). Sente sempre il bisogno di farsi notare e tende ad essere invidioso. Malinconia, depressione, e pulsione di morte sono la sua dimensione di sottofondo.


TIPO 5 - Il Pensatore un po' eremita
Di poche parole, introverso. Di solito pensatore, ricercatore, inventore. Si distingue per essere un buon ascoltatore. É tranquillo, amabile, cortese, gentile, poco emotivo. Ama il collezionismo. Riesce a stare immobile per ore Sembra freddo e distante. Non sopporta il doversi mettere in mostra, parlare in pubblico, la superficialità, e la disattenzione. Costoro a bambini hanno creduto di "non essere desiderati", e sono vissuti in ambienti ristretti. Tendono ad essere avidi e sono sempre nella di é Simone del pensiero.


TIPO 6 - Il Lealista sospettoso
Ecco la persona con grande spirito di gruppo, uomo o danna affidabile e fedele, ligio alle regole, ma  tendenzialmente pessimista. Non si fida degli altri. È timoroso, diffidente e sospettoso. Di converso appartiene a questo tipo anche l''estremista, il provocatorio, il temerario, e l'amante del rischio. nessuno di questi sopporta chi non si attiene alle leggi secondo un loro modello. Questo tipi aveva nell'infanzia genitori incontrollati, imprevedibili, violenti oppure sentimentalmente freddi. Tendono a non i darsi di nessuno, spesso neppure di se stessi e tendono ad essere persone timorose. Codardia o temerarietà sono le loro trappole.


TIPO 7 - L'entusiasta 
Emana gioia e ottimismo ama giocare e divertirsi. É un entusiasta. Vuole avere sempre di più di tutto. Tende ad essere un  eterno Peter Pan. Vive di eccessi. Nell'infanzia molti di loro hanno fatto esperienze traumatiche e dolorose che non vogliono ripetere. Anche per questo non sopportano dolore e sofferenza di nessun tipo. Vogliono solo essere felici e godersi la vita il più possibile. Ci tengono ad essere simpatici. Sono di solito ingordi e intemperanti. Idealisti e superficiali i segni particolari che li contraddistinguono.


TIPO 8 - Il Leader
Ha un forte senso della giustizia, aggressivo, autoritario, dà ordini volentieri. Controlla tutto e tutti. Tende ad imporre il suo potere sugli altri È provocatorio, litigioso, rissoso Incute timore. Ha una forte avversione per la debolezza, le ingiustizie, l'ipocrisia. Nella sua infanzia ha subito di solito soprusi e ingiustizie. Per loro essere buoni significa debolezza. La lussuria l loro peccato. Sono persone che spesso cadono nella trappola della vendetta e della ritorsione. Bisogna sempre punire i colpevoli


TIPO 9 - Il diplomatico
Ecco il costruttore di pace. Persona calma, dolce e piacevole. È semplice, è diplomatico. È sincero, amorevole ma anche Influenzabile. Si lascia trasportare dalla corrente. Cerca sempre di evitare il conflitto. Disprezza il conflitto, la lotta e l'aggressività in tutte le sue forme. Da bambino si  è sentito trascurato, ignorato oppure rifiutato quando esprimeva un'opinione. La sua strategia è quella andare d'accordo con tutti, così a evitare fastidi. Accidia e pigrizia i suoi veri punti deboli. In situazioni conflittuali o di problemi tende alla resa, all'abbandono o alla fuga


Andando oltre i nove tipi

Secondo questa teoria i 9 tipi si dividono a loro volta in tre gruppi, avendo al centro taluni "atteggiamenti" comuni, definiti centri dell'istinto; delle emozioni; della razionalità.

Istinto
Riguarda i tipi OTTO, NOVE, UNO: in estrema sintesi qui parliamo di persone che reagiscono in maniera impulsiva e non filtrano con il cervello. Tutto gira intorno al potere e la vita è un campo di battaglia. Spesso, inconsciamente si occupano di potere e di giustizia. Esteriormente risultano sicuri di sé e forti, mentre interiormente possono essere afflitti da dubbi morali su di sé. 

Emozioni
Sono i tipi DUE, TRE, QUATTRO: Vivono per gli altri;  non sanno essere soli con se stessi. La vita è un compito da svolgere. Si preoccupano del prestigio e dell'immagine. Hanno un senso di responsabilità sviluppato. Tendono ad adeguarsi, a reclamare attenzione. Sono influenzati da ciò che gli altri pensano di loro, ma ritengono di sapere ciò che è bene per gli altri. Tendono a celare aggressività dietro la maschera della bontà. Risultano sicuri di sé, ma si sentono non di rado vuoti, incapaci e tristi.

Razionalità 
Sono i tipi CINQUE, SEI SETTE: Gli uomini di testa in ogni situazione per prima cosa devono riflettere.  Sembrano avere poche esigenze e sanno lasciare spazio agli altri. All'esterno risultano spesso chiari, convinti e capaci, interiormente però si sentono spesso isolati, confusi e privi di senso. Gli uomini di testa devono passare dal pensare al fare e il passo dall'isolamento alla comunità. 


Prima di chiudere il post

In questo blog, abbiamo fatto nostro il concetto di copione in modo troppo brutale direi. Necessita a questo punto una chiarificazione per correntezza metodologica e per evitare confusione. Bisogna precisare che l'utilizzo di tale metafora, sia in psicologia che in sociologia, non è affatto una novità. Di seguito riporterò in sintesi in che modo il copione è stato utilizzato sia per il modello psicologico, sia per quello sociologico. Iniziamo con Eric Berne 


Psicologia

Nell'ambito della ricerca psicologica, il primo ad usare il termine copione è stato Eric Berne e in seguito, in modo più approfondito Claude M. Steiner. Entrambi navigano i mari dell'Analisi Transazionale. Questa corrente di studio della psicologia, cosa di non poco conto, dice che una persona scrive il copione della sua vita già in tenera età. La cosa più sorprendente per Berne, è che ognuno di noi lo fa decidendo anche il finale (ovverosia, come e quando moriremo ... giorno più, giorno meno, e innanzitutto, senza ora entrare nel panico o mandare tutto al diavolo). 

Quella della fine che costruiamo fin dall'infanzia, secondo tale approccio, è addirittura, parte integrante delle decisioni di copione. Per chi conosce questa branca della psicologia sa di cosa si parla, per chi ha dubbi sulla mia incolumità mentale, se intende approfondire questo tema, invito a visitare il seguente link: http://youtu.be/bjnWDYR5uZ

Le caratteristiche fondamentali del copione in analisi transazionale si basano sui punti seguenti:

1) esso inizia a costruirsi fin da bambini;
2) è perfezionato nell'adolescenza;
3) è rinforzato ma non dettato dai genitori;
4) è un processo inconsapevole; 
5) ci guida tutta la vita;
6) condiziona ogni nostra relazione; 
7) prevede la presenza di buoni, cattivi, vincitori e perdenti;
8) è giustificato dagli avvenimenti successivi;
9) serve per interpretare la realtà all’interno della nostra struttura di riferimento; 
10) dalla struttura di riferimento accadono eventi che giustificano la nostra decisione di copione.

Per Berne, il copione non nasce per caso, è guidato dalle interpretazioni che l'inconscio del bambino fa della realtà, esso è quindi frutto di una serie di vicissitudini emozionali che aiutano i piccoli esseri umani a capire i meccanismi segreti di cosa fare e come adattarsi per essere amati. Il copione, per lo scopo citato, diventa strumento utilissimo per capire schemi strategici funzionali. Quello che fanno le persone attraverso il copione, è trovare la migliore strategia utile per sopravvivere. Esistono vari tipi di copione che girano tutti intorno ai concetti tipici di vincitori, perdenti, non vincitori, infine, tutti possono svolgere una trama banale, normalmente accettata, contorta o tragica.



In sociologia 

Anche il sociologo canadese Erving Goffman parla di copione ma parte da punti di osservazione diversi. Nel suo lavoro "La vita quotidiana come rappresentazione" egli utilizza il teatro come metafora. Il fine dell'utilizzo del concetto di copione in questo caso, serve per spiegare le interazioni sociali. Qui il copione è quello strumento che utilizziamo per mettere in scena immagini di noi stessi, che proponiamo alle persone intorno a noi. Quanto fin qui esposto, é il punto focale di questo modello.

Per Goffman, noi comunichiamo con gli altri oltre che a parole o a gesti, anche col modo in cui ci vestiamo o con gli oggetti che utilizziamo. Gli altri hanno bisogno di informazioni su di noi, e noi continuamente trasmettiamo immagini di noi stessi ricevendone altre in cambio. In questo contesto, ogni interazione non avviene a caso, ma sempre secondo regole precise. Considerando ciò, si fa quindi ricorso alla metafora drammaturgica nella vita sociale incentrata sull’interazione. 

Per comprendere meglio tale impostazione, bisogna considerare che nella vita come nel teatro, esistono luoghi di ribalta, nei quali ci si deve vestire e comportare con certe formalità, e luoghi di retroscena, dove ci si può rilassare ed essere più informali. Scambiare gli uni con gli altri, comporta conseguenze per nulla piacevoli e di certo disfunzionali per ogni relazione sociale. 

Secondo il sociologo canadese, esistono regole di etichetta e rituali culturali molto chiari in ogni cultura, attraverso i quali si sperimenta l’accesso agli altri, e si misurano le possibilità e i limiti di un reciproco coinvolgimento. Quello che meglio di tutto determina l'interazione ci dice il ricercatore, è la "facciata" o "immagine" superficiale che trasmettiamo agli altri. 

In questo gioco c'entra anche l'apparato espressivo (i sentimenti), i quali sottolineano la posizione sociale, e il modo di atteggiarsi sui diversi palcoscenici che si presentano nella vita. Da qui si possono prendere tantissimi spunti nella ricerca di mercato e nelle analisi qualitative dei comportamenti dei consumi e nel posizionamento dei prodotti nelle differenti comunità.

Queste facciate, secondo il sociologo, sono limitate e rientrano nelle categorie degli stereotipi. Analizzando in dettaglio in tutto il suo lungo lavoro, basato su una metodologia di osservazione partecipata tipica metodologia di una arte della sociologia, egli analizza come si presentano questi atteggiamenti. Goffman stabilisce da qui, regole fondamentali che contraddistinguono tutte le variabili dell'intera struttura del suo modello, che qui non approfondiamo, ma che troviamo certamente utile per comprendere le logiche interattive sociali.


Tornando a noi

L'elemento fondamentale che in questo blog differenzia l'uso del termine "copione", parte dal fatto che, prendendo spunto da Berne e Goffman, qui si vuole vedere ogni persona, in che modo può adattarsi e armonizzarsi in questo passaggio dal mondo dell'uomo primitivo, a quello del mondo dell'uomo del futuro. La ricerca in questo blog, oltre che cercare di leggere questa società, punta anche ad individuare come strategico:

1) quali strategie siano possibili per governare un copione in maniera adeguata in una società globalizzata in continua veloce evoluzione. (La psicologia ci offre strumenti)
2) A tal fine, rivedere quello in cui si crede, partendo dal fatto che bisogna intervenire sul copione per i motivi che dice Berne riguardo in particolare all'inconsapevolezza del copione
3) Solo la consapevolezza del suo ruolo può aiutarci a produrre un profondo reale cambiamento gestito con gradualità e coscienza. 
4) Porre grande attenzione al qui e ora (cosa semplice a dirsi ma non a realizzare fattivamente) vista come linea guida per aiutarci in tale cambiamento. 
5) Vedere Enneagramma e Jung come ulteriori spunti per capirci meglio qualcosa di questo mondo della nostra mente, visto che la mente attraverso il pensiero genera ogni cosa. 
6) Non perdere mai di vista che viviamo continuamente in una realtà in permanente mutamento anche per quanto riguarda la nostra esistenza.
7) Sappiamo benissimo che tale mutamento rende ogni cosa in continuo evolversi è interdipendente. 
8) Solo la legge causa effetto può aiutare ognuno di noi, a partecipare in maniera attiva a tutto il gioco della vita. 
9) Esercizi fisici e mentali, seguiti con autodisciplina e insegnati da seri professionisti qualificati, possono dare a tutti gli strumenti per imparare il controllo della propria mente
10) In tutte le scuole,in modo serio e rigoroso le discipline del punto nove, dovrebbero essere insegnate fina da bambini a tutta la popolazione
11) Ogni persona deve imparare  ad ascoltare le sue vere attitudini e la società deve saper garantire tali opportunità alla più ampia fascia di popolazione possibile attraverso l'orientamento meritocratico e la mobilità sociale

Entriamo ora in società della nuova età dell'inizio del millennio tre.


domenica 10 novembre 2013

26 - i tipi nella piazza

“Noi sappiamo ciò che siamo, ma ignoriamo ciò che possiamo essere” (W.Shakespeare)

   

Il primo cammino di questo blog, terminava con il post 14 con la sua "prima sintesi e punti cardine". A questo punto del percorso, con "il generale e l'antica Roma" (post 25), termina il secondo momento di riflessione, e si chiude un ciclo. 

I post sinora pubblicati, hanno espresso le basi dell'analisi del pensiero, da dove scaturisce la visione della vita più in generale. Fin qui, si è discusso del pozzo dal quale si attinge acqua per nutrire se stessi (percezione, sensibilità, ecc), e il proprio terreno (mente). 

In un certo senso, in 25 post, si è tentato di osservare la struttura del tipo di terra (mente) che si sta curando, lavorando e fertilizzando, visto che ogni comportamento, azione o progetto, altro non è che frutto del pensiero elaborato dalla proprio dalla nostra mente.

Ora inizia un cammino di altro tipo. Da qui in poi, il "contadino" si ferma, esce di casa e va in paese, accompagnato dalla sua visione frutto del lavoro del suo terreno, si mescola con i paesani. Ama sedersi su una panchina della piazza centrale, e incuriosito osserva i comportamenti dei suoi simili.

Di tanto in tanto, s'immerge in una discussione al bar, davanti la chiesa, o in piazza stessa. Segue con distacco le discussioni in municipio. Dicono di lui che sia uno che legge molto riviste di economia, comportamenti dei consumi, e dei fenomeni sociali ed organizzativi. La società è il tema che gli permette di fare analisi e prendere iniziative di vario genere professionale e personale. Capisce benissimo che lavorare solo la terra non può essere tutto, e danneggia l'equilibrio.. 

Che tenerezza fa a volte quel primitivo in un momento di pausa, seduto su quella panchina della pazza del paese. Divertito, non gli sfuggono alcuni matti che parlano da soli con una persona immaginaria, mentre ignari di tutto, dal di fuori, si vede che sono solo vittime di un auricolare che sta sempre sul punto di cadere dal padiglione auricolare.

Accarezzato da un tiepido raggio di sole primaverile, e protetto dalle foglie di un albero che ospita la panchina della piazza dove è seduto, l'uomo primitivo del futuro, scorge ad un tratto che hanno aperto un negozio del quale si parlava da tempo. C'è un nuovo punto vendita. È un "Apple store" proprio accanto alla biblioteca comunale del paese, e vicino alla sede del Municipio; si trova difronte alla chiesa, e a poca distanza tra il Mc Donald e la rinomata scuola della zona. 

Il nuovo negozio ha sostituito un'altra attività commerciale. Prima in quello spazio c'era una cartoleria molto fornita di tante piccole cose strane e libri particolari. Fin da bambino entrava li solo per sbirciare o per vari piccoli acquisti di cose per la scuola. Mentre attraversa la strada per visitare il nuovo spazio, gli salta in mente il ricordo di quel particolare profumo che c'era in quella vecchia cartoleria, e non può che venirgli in mente un flash, che gli ricordavano la gentilezza e pazienza eterna dei vecchi titolari che sembravano un tempo eterni. 

Quelli dell'ufficio che si trovano nello stabile settecentesco che ospita il nuovo negozio, lui li conosce bene. Ci lavora spesso con loro, è uno studio professionale che aiuta i paesani a guardare con occhi diversi mercati, economia, aziende e mondo commerciale. Offrono consulenza e nuove prospettive agli imprenditori del luogo. È finalmente alle soglie del nuovo negozio, la sensazione che prova, è quella di entrare in contatto con un nuovo pianeta che tratta temi verso i quali ne è da sempre affascinato.

Si rende conto ancora una volta che deve iniziare a riflettere su un nuovo mondo e anche se questo gli è chiaro da tempo, qualcosa che ha sostituito la vecchia cartoleria lo illumina. Ora gli salta in mente di osservare la società in modo diverso. Ecco il perché, da questo post in poi entra in una nuova dimensione. Intende ora cercare di comprendere come meglio leggere le dinamiche sociali, dei nuovi mercati e le nuove prospettive che queste tecnologie offrono. 

A questo punto avverte la necessità di superare l'osservazione dell'uomo visto in senso più filosofico. Parte allora dall'idea, di voler cercare di comprendere quanti tipi di raggruppamenti umani possono esserci nella vita. Non lo fa per follia, lo fa per approfondire come una persona si costruisce il copione che condiziona ogni cosa e relazione, tenendo conto le nuove variabili sociali. Non vi è dubbio alcuno che da qui in poi, questo tipo di analisi, lo porterà anche a comprendere meglio i comportamenti organizzativi e di consumo, temi a lui molto cari.

In realtà non esistono sette miliardi di copioni. Esistono pochi gruppi di sceneggiature possibili che riguardano vita privata e affetti, lavoro e tempo libero, da dove ogni tipologia di copione esprime in modo diverso la propria personalità. Gli elementi fondamentali che servono per considerare e meglio comprendere le dinamiche sociali sono: ambiente e clima di culture omogenee con relative stratificazioni; economia che soddisfa i bisogni di ogni cultura; politiche che governano le diverse comunità e in parte sceneggiature e copioni di ogni singolo.

È vara una prima considerazione che salta subito in mente prima di ogni altro approfondimento. L'uomo fin qui, giocando a fare Dio, si è proiettato nel futuro, e ora è spesso spaventato del presente che egli stesso a creato. Abbiamo prima immaginato un paradiso lontano dalla terra dopo la fine della vita, vivendo in dipendenza ed in armonia con la natura. Poi abbiamo messo Dio da parte per creare il paradiso in terra, e con questo ci siamo allontanati dalla dall'armonia con la natura, ma in compenso abbiamo creato le basi del futuro. Ora sappiamo che il paradiso é nella nostra mente se é solo se, riusciamo a fare pace con la natura e a vivere con intelligenza e saggezza, tecnologia e responsabilità dell'umana convivenza di culture e mondi diversi. 


Partendo dall'uomo, i temi da ora in poi saranno: 
1) i tipi psicologici che raggruppano diverse personalità (copioni possibili da interpretare); 
2) benvenuta nuova era (da dove prendiamo sunti e riflessioni di sceneggiature di riferimento); 
3) quali domande e da dove partire (per creare copioni adeguati al momento storico presente);
4) web e nuove dimensioni di vita; 
5) il potere delle nuove relazioni

Partiamo col vedere come possono nascere i copioni facendo una premessa. Tutti abbiamo dei copioni più o meno ben interpretati. Onuno dei tipi psicologici che seguiranno, possono essere interpretati con successo o meno. Coloro che hanno migliore riuscita, sono quelli che sanno combattere alcuni virus che contaminano la gestione del bene e del male insito in ognuno di noi. I virus da debellare sono: rabbia; ansia; paura; rancore; noia; vanità, esaltazione dell'ego quando le cose vanno bene, e depressione quando accade il contrario; ignorare l'importanza di curare una mente ad essere sempre attenta e cosciente, nonchè  presente nel qui e ora.



I tipi psicologici parte prima

Siamo tutti convinti di essere unici e irripetibili. È vero, ma lo siamo solo grazie al libero arbitrio. In realtà ognuno di noi non è poi così diverso come ama credere di essere. Siamo unici e irripetibili, ma tutto si svolge in alcuni raggruppamenti di tipologie di persone che fanno capo a profili più o meno omogenei. Vediamo che gli studiosi, per costruire tali modelli, alcuni fanno riferimento alla personalità, altri al carattere, altri ancora alla costituzione genetica. Un gran casino. Ma poi ogni caos ha un suo ordine come sappiamo (vedi post 14 "le sfumature del caos").

L'elemento significativo che distingue i diversi modelli tipologici, è dato dalla descrizione di come le persone si pongono difronte al cambiamento creandosi in tal modo lo schema del proprio copione di vita. Di seguito si intende analizzare i diversi tipi possibili che possono esserci tra gli umani. Riportare delle linee guida di riferimento di questi studi sulle tipologie che raggruppano gli umani, serve sia per tentare di capire alcuni comportamenti sociali e non, sia per familiarizzare con i propri processi mentali. Non dimentichiamo mai nel frattempo tre aspetti: 

1) il mondo osservato, è sempre la teoria sull'osservatore nel suo determinato momento storico.
2) per capire meglio alcuni disegni delle dinamiche relazionali, è fondamentale tener conto che ognuno di noi interagisce con gli altri in modo differente, in funzione anche dei diversi ruoli che ricopre nella vita in varie circostanze e occasioni.
3) tutti ormai siamo consapevoli che il mutamento in corso non è una novità, bensì addirittura un fatto sempre esistito e spesso da sempre ingenuamente ignorato dai più. 

Ora prima di addentrarci nei meandri delle tipologie psicologiche, chiariamo in due righe alcuni aspetti fondamentali di ogni copione. I termini che caratterizzano una persona, sono termini che spesso si danno per contato, ma poi creano confusione. Per capire un copione all'interno di una sceneggiatura sono ben chiari i significati che riguardano temperamento, carattere e personalità?


Temperamento, carattere e personalità di che parliamo?

Ogni umano, sin dalla nascita ha un fondamento biologico ereditato e scritto nel proprio DNA. Questo punto di avvio, determina una iniziale struttura psichica chiamata temperamento. Essa non è una cosa fissa nel tempo e predeterminata, ed è condizionata da fattori ambientali e culturali del mondo esterno. Il temperamento esprime impulsi, tendenze istintive e stati affettivi. Questi sono le fondamenta delle caratteristiche essenziali di ogni copione.

Il carattere invece, riguarda il mondo delle iniziative che una persona prende, a causa dell'interpretazione che egli fa dell'ambiente che lo circonda. Da qui il copione esprimendosi crea una sua realtà che condiziona relazioni e di conseguenza eventi importanti della propria esistenza.

La personalità infine, si manifesta in funzione di come ogni persona mixa nel tempo, aspetti biogenetici del temperamento, quelli psichici del carattere influenzati dall'ambiente, e per completare l'opera, anche dai valori, dai modelli di comportamento, dalla visione delle forme di organizzazione sociale, dalle leggi, e dal clima economico politico in cui vive. Riguarda la personalità, anche  il grado di modificare l'ambiente e se stessi e viceversa. Il tutto si realizza.


A partire da Ippocrate, la prima partizione delle tipologie umane

Il primo tentativo di tipologia scientifica, si basava su un metodo descrittivo. Siamo in Grecia, e tale studio risale a Ippocrate (460-377 a.C.). Il filosofo greco divideva gli uomini in funzione di precise osservazioni; andiamo per gradi:

1) il primo raggruppamento, che immagina il filosofo greco, ci è dato dal tipo di persona da lui definita sanguigno/impulsivo. Questa persona, visto che a causa del suo prevalere dell'attività sanguigna come diceva Ippocrate. Diciamo che avrà una struttura di un copione basato su un suo modo di essere che si esprime in maniera vivace, socievole e superficiale. Questo tipo di persona essendo portata ad essere un entusiasta e incline all'attività, interpreta diversi personaggi in modo differente, ma che tutti esprimono il loro copione, attraverso caratteristiche specifiche definite millenni orsoni

2) Un altro tipo di persona per Ippocrate, nasce dalla flemma. Costui ha una energia che viene prevalentemente dal cervello. Tale persona per il filosofo, determina il tipo flemmatico/linfatico. Nella vita, questo personaggio è dotato di copioni che portato al sentimentalismo. È descritto come lento nei movimenti, persona prevalentemente indecisa. 

3) Non è finita qui. Sempre per Ippocrate, un altro tipo viene invece dalla bile gialla. Costui è persona di "fegato", chiamato tecnicamente collerico/bilioso. trattasi di quei copioni di uomo o donna tenace, volitiva, ribelle, con intelligenza rapida, facile all'ira e alle forti passioni. 

4) Non è tutto. Vi sono anche i figli dalla bile nera. È quella bile che viene dalla milza e giunge allo stomaco. In tal caso, se prevale tale energia primaria, essa determina copioni di tipo malinconico. Parliamo in pratica di persona che ama copioni inclini alla tristezza e facilmente portata ad interpretare ruoli scegliendosi sceneggiature dove si esprime bene la depressione. 

Per comprenderne l'importanza di questo studio di Ippocrate, basti pensare che questa tipologia è rimasta praticamente inalterata sino agli inizi del 900. Sappiamo bene poi, che la prima scuola ad impostazione veramente scientifica, prendeva lo studio del corpo per cercare di comprendere quanti tipi di persone si possono raggruppare e in che modo. Ma dato che il fine di questi studi era quello di comprendere meglio a quali malattie potessero essere soggetti i diversi tipi individuati, in questo lavoro  non li consideriamo. Così come non consideriamo neppure le ricerche e le conclusioni degli inizi del 900 che hanno come fine un interesse più psichiatrico (in Germania Ernst Kretschmer). 

Uno spunto a mio avviso adatto per la nostra analisi è la teoria di Jung. Essa si basa sulla distinzione tra introversione (non visto in senso negativo) ed estroversione. Entrambe per lui hanno sia aspetti negativi, sia positivi. La teoria in questione ha a che fare con l’orientamento dell’energia psichica e va al di là della malattia mentale. 

Per Jung, un introverso tende ad orientare la sua energia psichica verso il mondo interiore (pensieri ed emozioni) mentre l’estroverso orienta la sua verso il mondo esteriore (fatti e persone). Non solo, ognuno di noi, utilizza entrambi questi due orientamenti, tuttavia però, è sempre uno dei due che tende a prevalere sull’altro in maniera più o meno marcata. Eventi importanti e grandi cambiamenti non si escludono a priori. In tal modo, oltre Ippocrate, un altro spunto ci aiuta a capire meglio l'origine possibile che può avere ogni copione.

Jung, come punto essenziale anche per la nostra analisi, distingue quattro funzioni psichiche che sono il pensiero, il sentimento, la sensazione e l’intuizione. Tutte queste funzioni ci servono per adattarci al mondo e alla vita nel suo mutare. 

Il pensiero utilizza come strumento i processi logici; il sentimento usa i giudizi di valore, la sensazione, è quella che percepisce i fatti; infine ci dice Jung, che l’intuizione, coglie in sintesi le possibilità presenti che si celano dietro i fatti. La cosa importante per lui da tener conto, è la funzione di ciascuna di queste quattro posizioni che alla fine di tutto raggruppano 16 tipi di personalità.

Di seguito ci addentreremo immediatamente della descrizione delle 16 tipologie studiate. Qui al fine di evitare un trattato su Jung, per gli interessati all'approfondimento di questa teoria lasciò un interessante link che può essere di grande aiuto per la comprensione approfondita i tale modello e della complessità della teoria nei suoi diversi aspetti. Il link: http://youtu.be/A91vSixjExY


I tipici sedici tipi

Per chi non è entrato nel link, fidatevi. Per Jung esistono 16 tipi psicologici che determinano altrettanti possibili campi d'azione possibili per costruirsi a mio avviso copioni ad hoc ... per ogni occasione. Li prendiamo in esame. Chissà, ci si potrebbe riconoscere in qualcuno e in tal modo si potrebbe iniziare a capire le origini della struttura del proprio copione magari! Anche se si raccomanda attenzione e prudenza. La mente di solito tira brutti scherzi!


Il primo tipo da dove può nascere una struttura di un copione

È un tipo estroverso che basa il copione della sua vita basandosi sui principi del pensiero. È una persona analitica e logica, capace di avere una visione realistica e obiettiva delle situazione definendo innanzitutto chiari obiettivi. È un bravo organizzatore. Gli piace dirigere e prendere decisioni. È persona veloce, determinata e competitiva. Ha bisogno di controllare le cose. Basa le sue azioni su un insieme di regole che si basano su imparzialità e una certa obiettività. Tende a essere un conservatore che sa opporsi con efficacia ai cambiamenti ritenuti da lui inutili. Non è particolarmente bravo a intuire i trend futuri. Può mancare di sensibilità nei confronti dei bisogni e dei sentimenti delle persone. Tende a prestare più attenzione all'organizzazione che agli individui. Fa fatica ad apprezzare gli altri. Può avere delle esplosioni di collera che possono essere dovute ad una eccessiva valorizzazione del pensiero a scapito del sentimento. 


Il secondo tipo 

Questo è un altro tipo di estroverso, il suo copione si basa di solito sui principi del pensiero. Tra i 16 tipi, è quello che esprime meglio il ruolo di leader. Analizza i problemi con rigore logico, obiettività e distacco. È anche intuitivo, e per questo è in grado di avere una visione d'insieme dei problemi e sa anticipare le tendenze. È un ottimo stratega e sa prendere decisioni anche impopolari. Le sue azioni si basano su regole e autodisciplina e impone standard elevati. Persona ambiziosa che dedica gran parte della suo copione a sceneggiature di carriera. Non spicca per sensibilità nei confronti dei bisogni e dei sentimenti delle persone. Duro, critico e poco paziente nei confronti delle persone che non si adeguano alle sue regole. Fa difficoltà a dare riconoscimenti positivi ai suoi collaboratori. Il suo stile, solo nel lungo termine è apprezzato dai collaboratori. È aperto alle novità e dimostra attenzione a problemi di carattere intellettuale o teorico. È buon oratore, ma corre il rischio di non riuscire ad equilibrare vita privata e quella professionale. 


Tipo tre

Altro estroverso ancora, ma questo copione possibile vede il sentimento come linea guida. Principalmente interessato a mantenere armonia. Sensibile ai bisogni delle persone che lo circondano. Sente un forte bisogno di aiutare e di rendersi gradevole ma ha difficoltà a dire di no. Ha bisogno di sentirsi apprezzato. Sa essere permaloso e non disdegna decisioni drastiche per troncare un rapporto se lo reputa giusto secondo i suoi criteri. È generoso e leale e sa essere un ottimo amico. Attribuisce un grande valore alla famiglia e all'amicizia. Si mostra però rigido nel valutare le cose in termini di giusto o sbagliato. È vivace, pragmatico, organizzato ed efficiente. Ha un forte senso del dovere. Tende tuttavia a non valutare le situazioni sempre con logica e obiettività. La mancanza di senso critico può portarlo a sopravvalutare o idealizzare persone o situazioni. Tende a essere un tradizionalista. È portato per le posizioni che prevedono relazioni con le persone. Buon venditore, insegnante, oppure adatto a posizioni in campo sociale. 


Quarto tipo

Estroverso di altra struttura. Anche questo interessato a mantenere relazioni armoniose. Abile nel comprendere i sentimenti della gente, è amichevole e cordiale. Attribuisce importanza ai sentimenti. È molto sensibile. Sa complimentarsi in maniera franca con gli altri. Gli piace sentirsi approvato. È leale, vivace e pieno di entusiasmo. Possiede ottime capacità di comunicazione. Tende a essere poco analitico e a prendere decisioni su basi logiche. Trascura spesso informazioni importanti. Le sue decisioni si basano su principi di valore. Tende a sfuggire o a ignorare problemi sgradevoli. È in genere una persona ben organizzata e piena di energia. Dimostra curiosità nei confronti delle nuove idee. Sul piano lavorativo è portato per ruoli che comportano relazioni con le persone come il precedente tipo. È in grado di creare un eccellente clima di cooperazione e di portare gli altri a raggiungere gli obiettivi prefissati. Possiede un grande talento nell'individuare il potenziale della gente. 


Quinto tipo

Ecco ora un'altra sfumatura di un estroverso che si basa su sensazioni. Costui ha una particolare capacità di osservare ciò che lo circonda creando un buon clima. Concreto, ben ancorato alla realtà. E' attivo, rapido e socievole, con una buona capacità di adattamento. Non cerca di imporre a nessuno soluzioni a priori. Risolve con efficacia i problemi, anche se in modo impulsivo. È un buon osservatore. Dispone di buona capacità logica per analizzare i fatti che osserva. Essendo di solito anche un intuitivo, si sente a disagio o si annoia quando i problemi o le situazioni diventano troppo intense o complicate. Tende ad assumere posizioni conservatrici. È generalmente popolare nella cerchia dei suoi amici e conoscenti. Sul piano lavorativo, è persona pragmatica nell'affrontare e risolvere i problemi. Buona memoria nel ricordare fatti e dati. Pecca a volte di una certa superficialità se non ha sviluppato a sufficienza le funzioni giudicanti. Nelle relazioni di lavoro riesce, come nella vita privata, a essere tollerante, distensivo e popolare.


Sesto tipo

Un'altra forma ancora di estroverso con una eccellente capacità di osservare tutto quello che lo circonda, e in più abile a percepire i bisogni delle persone. È amichevole, cordiale e caloroso. E' sensibile agli altri e ama la compagnia. È interessato alle vicende altrui. Ha una vita sociale intensa. È un attore naturale che mostra simpatia ampiamente ricambiata. È in genere un ottimista attento alle apparenze, quindi sensibile all'arte. Non per questo gli manca la concretezza. Non sempre sa valutare le implicazioni future delle sue azioni. Tende a sviluppare posizioni conservatrici pur cercando di rimanere giovanile. Fa fatica a concentrarsi su un solo progetto alla volta. Spesso sottovaluta le situazioni e prende spesso decisioni errate. I suoi punti deboli sono quelli di essere poco attento alle novità, all'aspetto teorico e analitico dei problemi, e ad avere una certa disorganizzazione e disciplina. Nelle relazioni di lavoro sa capire le persone, sa comunicare con loro, sa infondere entusiasmo, è tollerante e tende chiaramente ad essere popolare.


Tipo sette

Amante di innovazioni, di nuove idee e di nuovi progetti che riesce a trasmettere. È persona che affascina, amichevole e spiritosa. Sa essere al centro dell'attenzione ed è un ottimo comunicatore e eccellente negoziatore. Non giudica le persone o le situazioni ma tende a "percepirle". Ha ottime capacità di adattamento. Portato a rimandare però le decisioni e a cambiare spesso posizione. Se supera questo limite, di cui è consapevole, diventa un ottimo stratega. Decide con pragmatismo e spirito critico, risolvendo i problemi con grande immaginazione. Indipendente, individualista e non conformista. Non entra però di solito in conflitto con le norme. Odia chiaramente la routine. Tende ad alternare fasi intense a periodi di stasi. È portato a trascurare dettagli che lo annoiano, e per questo è portato a sprecare energia e talento. La mancanza di giudizio e disciplina lo portano a farsi la fama di persona che combina poco. Professionalmente più adatto ad avviare progetti che a monitorarli. Non molto interessato ai sentimenti, ma sa essere equo e sa farsi apprezzare.


Struttura di copioni del tipo otto

Motivato dalle novità e curioso, entusiasta e pieno di interessi. Ha amici che lo apprezzano per le sue doti. È empatico e sa capire le motivazioni delle persone. È sensibile ai bisogni e ai sentimenti degli altri, che spesso riesce a captare o addirittura ad anticipare. Ama circondarsi di persone. Attribuisce molta importanza al calore dei sentimenti ed è molto leale. Rischia di prendere le cose in maniera personale. Cerca di evitare le situazioni che comportano tensioni. Ai suoi occhi non c'è nulla che non abbia una soluzione che risolve con fantasia e immaginazione. È indipendente non conformista. Non si lascia impressionare dall'autorità e dalle regole. Si espone al pericolo di non avere i piedi per terra. Ha una gran quantità di idee ma non il giudizio per valutarne la fattibilità. La sua incuranza dei dettagli e dei fatti concreti può portarlo a essere disordinato e a non trovare quello che cerca. Detesta routine e procedure. Appoggiato più al sentimento che al pensiero, rischia di non dedicare tempo sufficiente all’analisi dei problemi andando incontro a errori. 


Tipo nove

Persona affidabile, responsabile, precisa e realistica. Si basa sui fatti e sull’esperienza che giudica e analizza in maniera meticolosa e con pazienza. Queste sono le basi da nascono diverse sfumature di questo tipo di copione. Si fida della logica e dell’obiettività, ma con difficoltà a capire le persone che non basano il loro comportamento su questi due pilastri! Non prende decisioni impulsive. Ha un etica del lavoro sviluppata. Ama essere lasciato in pace quando lavora. È perseverante e abile anche nei lavori manuali. Tende a essere riservato e poco caloroso. Può dare l’impressione di essere indifferente o insensibile. Si lascia difficilmente influenzare e non sembra attribuire molta importanza all’opinione degli estranei. Preferisce trovarsi in ambienti a lui familiari. È un conservatore con bassa propensione al rischio. Può diventare negativo, scettico e testardo. La sua prudenza ne fa un amministratore oculato. 


Tipo dieci

Questo tipo è un copione tipico di un introverso che ha generalmente una mente attratta dal mondo delle idee. Persona intellettualmente curiosa e con ottime capacità analitiche. Eccezionale stratega e buon organizzatore. Paziente nel tentare di implementare o realizzare le soluzioni a progetti mirati. Tuttavia, si sente più a suo agio nel processo creativo che in quello gestionale.  Riflette molto prima di agire e tende a lavorare da solo o solo con quelle persone che giudica competenti. Chiaramente affronta un progetto per volta. Ha un forte spirito critico e tende ad essere un perfezionista. Punta a presentare lavori son con gli standard prefissati. Molto individualista e indipendente. Non presta attenzione ai sentimenti altrui. Riservata e piuttosto sfingea. In rare occasioni sorprende chi non lo conosce, con slanci inaspettati. Tende ad essere astratto e teorico, e anche se con grande capacità di concentrazione non mostra di essere un buon osservatore. Le sue analisi si basano molto sulle intuizioni più che sull'osservazione. Può essere prezioso per le sue soluzioni e per le sue capacità organizzative. 


Tipo undici

Passiamo ora al tipo definito da Jung "introverso sentimento". In questo caso il copione probabile manifesta segni tipici che troviamo nella persona leale, affidabile, con senso del realismo. È molto concreto è porta a termine nel modo corretto le cose da fare. Soffre i cambiamenti. Ha una grande capacità di essere nel presente: non è sognatore è pecca in fantasia. Memoria eccellente. Valuta con saggezza le situazioni e i comportamenti della gente. Dotata di calore, gentilezza e generosità. Sa aiutare gli altri in modo concreto ma detesta i conflitti. Spesso si irrigidisce su alcune posizioni e diventa impossibile smuoverlo. Approccio analitico, freddo e impersonale. Non è portato ai ragionamenti astratti. Si trova a disagio ad affrontare problemi nuovi o ad elaborare scenari futuri. Non si fida dell'intuito o delle ispirazioni. Tuttavia si mostra sensibile alle intuizioni negative che lo portano ad assumere un atteggiamento pessimista.


Tipo dodici

Ecco il copione di chi non cerca di spiegare o imporre i valori nei quali crede. Si comporta in modo coerente con i suoi principi. Tende ad essere un leader carismatico. Persona ben organizzata, decisa e capace di pianificare la sua esistenza. Non è orientato alle analisi basate su fredde logiche. Poco interessato alle nuove idee. Anche se approfondisce le cose, rischia di tralasciare spesso dettagli importanti. In alcuni casi appare come un eccentrico visionario. Ha bisogno di periodi di solitudine. Può avere interessi spirituali e psicologici. È una persona tranquilla e sa ascoltare i suoi interlocutori senza imporsi. Attribuisce una grande importanza all’armonia delle relazioni. Può mancare di flessibilità ed è spesso drastico in alcune sue valutazioni. Prende le cose molto sul serio, ma anche su un piano personale. Essendo determinato ed organizzato può essere un buon dirigente. Con gli altri riesce a stabilire degli ottimi rapporti ma corre il rischio di non essere sempre giusto o imparziale pur di evitare degli scontri sgradevoli.



Tipo tredici

Altro introverso. Persona indipendente, pragmatica, obiettiva e distaccata, Ha un talento nell’osservare le cose con grande naturalezza. Pur dando spesso l’impressione di essere distaccato e riservato, è  sempre presente e vive nel qui e ora. Dispone di buone capacità logiche e analitiche che lo aiutano ad organizzare efficacemente i dati che percepisce. Riesce a dare un ordine logico a informazioni. Pur essendo curioso, è generalmente diffidente nei confronti di iniziative nuove e non sperimentate. Non ama le idee fantasiose che mostrano scarso realismo. Con le persone è diretto, onesto e pragmatico. Non ama manipolare gli altri e non è particolarmente interessato a dirigerli. Apprezza che la sua spiccata indipendenza venga rispettata. Svolge volentieri compiti nei quali è a contatto la realtà concreta. Ha delle buone capacità di adattamento. Più che uno stratega è un buon tattico.


Tipo quattordici

Ecco un copione di un introverso visto dall’esterno che può sembrare poco coinvolto con quello che avviene intorno a lui. Le sue reazioni esterne possono essere lente ma quelle interne sono invece profonde ed intense. È in genere una persona tranquilla e gentile. È molto concreta e di poche parole. Modesto, a volte in maniera anche eccessiva: può correre il rischio di sottovalutarsi. È comunque una persona che non si vanta di quello che fa. Sensibile alle sofferenze altrui. Non è portato a grandi slanci della fantasia e non possiede una visione strategica. Non di rado questa persona costruisce copioni dove si mostra poco interessato ad imporre una sua visione o organizzazione delle cose. Segue la via della flessibilità e dell’adattamento. Tollerante, comprensivo, leale, con difficoltà a stare in ambienti con poca armonia. Attribuisce una grande valore alla famiglia. Sa apprezzare la bellezza delle cose semplici. È capace di una notevole dedizione in campo professionale.



Tipo quindici

È un tipo psicologico dotato di una personalità complessa. Persona curiosa, astratta, distaccata e capace di percepire molto rapidamente e prima degli altri le possibilità o potenzialità che una situazione presenta. Possiede capacità di concentrazione e sintesi. Riesce ad elaborare soluzioni originali ed argute ma è poco interessato dal metterle in pratica. Mostra una bassa propensione ad immergersi nel mondo o a cercare di dominarlo. Ha difficoltà a prendere delle decisioni. Si muove con maggiore destrezza ed audacia nel mondo delle idee che in quello materiale. Malgrado una frequente timidezza in ambito sociale, possiede una marcata sicurezza o forza interiore. È molto indipendente, poco influenzabile, scettico, ma capace di ironia. Nelle situazioni di crisi, sa mantenere la calma ed esser paziente. Persona molto logica e aperto alle nuove idee, ma con una certa difficoltà di comunicazione. Presta poca attenzione alla sfera emotiva. 


Tipo sedici

Ecco chi è coerente con i valori nei quali crede. È una persona calma e riservata, sensibile e capace di trattare la gente in maniera molto differenziata. Sa percepire le differenze e le caratteristiche delle persone che ha di fronte. Nonostante tutto può apparire come un individuo freddo e distaccato. Molto selettivo nelle sue amicizie e tende a idealizzare le relazioni che ritiene per sé importanti con il rischio di prendere grosse delusioni. Non male il suo grado di permalosità, ma tende a tenersi tutto per sé. Rischia di saltare troppo velocemente alle conclusioni. Segue sue ispirazioni, rischiando di commettere errori che potrebbe evitare. Interessata a nuove conoscenze, nuove idee, libri e iniziative. Ha un amore forte per l’arte. Può essere un buon comunicatore che si esprime in maniera appassionata. Ha bisogno di periodi di solitudine e può avere forti interessi spirituali. È il più intellettuale tra i tipi descritti. È infine leale nei confronti di una organizzazione capace di essere in sintonia con i suoi valori personali.

Terminato questo post, prima di tuffar i a capofitto nelle dinamiche sociali nella loro interezza, non so ancora se aggiungere un altro post per dare altri elementi sui copioni. Vedrò.