L’enneagramma e i nove tipi di personalità
Si è voluto dare parecchio spazio agli elementi significativi che determinanano la costruzione del copione che ognuno di noi interpreta nella vita. Segue qui un altro spunto che è L'enneagramma.
Attraverso questi ultimi due post, si è avuto modo di presentare alcuni strumenti per imparare a leggere in che modo l'uomo della globalizzazione, può tentare di capire talune dinamiche di come nasce un suo copione. Da qui si può anche meglio comprendere l'importanza della vision e della comprensione dell'interdipendenza per non rimanere vittime di piccole prigioni e ristrette errate percezioni delle cose.
Perché tutto ciò? Vedi post 14 (sfumature del caos) se ogni piccola cosa tende a modificare il sistema generale del tutto, quali vantaggi si avrebbero come società, se ognuno fosse più consapevole del proprio copione? Un copione non è mai un soliloquio. Il copione interagisce con il mondo. È cosa da poco? Maggiore sarà la nostra capacità di essere consapevoli, tanto più le nostre azioni possono essere orientate verso l'uscita dalla sofferenza. È poca cosa tutto ciò?
Si è voluto dedicare un po' di parole al copione, poiché esso è ritenuto quel qualcosa che abbiamo a disposizione per creare equilibrio, armonia, sviluppo e limitazione alla sofferenza. Conoscendo il bene e il male di ogni suo elemento, aiuta a guidare la nostra vita attraverso la mente, e non farci guidare la vita dalla mente inconsapevole.
Il trucco per partire in modo giusto in un mondo sempre più globalizzato e multietnico, sta nel fatto di non avere copioni inconsapevoli che le energie inconsce guidino da sole ogni comportamento. Non voglio qui addentrarci anche nel buio dell'inconscio e del suo segreto e potente legame che esso ha con la paura, e in che modo di solito ci si muove per reagire ad essa. La sommatoria di ogni uomo e di ogni donna è l'umanità. Ogni essere vivente è una variabile dipendente del mondo che lo circonda.
Proviamo ad immaginare i vantaggi di educare fin da bambino ogni cittadino di ogni razza, ceto sociale, genere e cultura, ad essere autonomamente consapevole del suo copione? Si lo so. È una follia la mia nello sperare tanto. In ogni modo, almeno qualcuno potrebbe rifletterci su qualche minuto. Serve anche questo al principio del caos. Diversamente fa nulla, tanto questo è solo un blog, e questi sono alcuni dei miliardi di post che pullulano il mondo web.
Vediamo ora l'altro strumento per comprendere le logiche che adotta la mente per crearsi il copione della sua esistenza.
L'enneagramma
è uno strumento che riporta nove diversi tipi di personalità e affronta il rapporto che intercorre tra loro. Se riusciamo a riconoscere il tipo a cui apparteniamo, potremo affrontare meglio i nostri problemi; capire in che modo migliorare il nostro copione; leggere con maggiore obiettività gli elementi strutturali delle dinamiche comportamentali e sociali in cui di volta in volta ci troviamo. Come si diceva agli inizi, un'altra linea guida per capire copioni e sceneggiature del teatrino della nostra vita.
Un po' di storia qui serve
Chi introduce in Occidente l'Enneagramma è Gurdjieff. In particolare Sufi e Gesuiti si contendono la paternità, ma è però la new age, che spesso in modo disordinato la presenta da anni in varie salse senza disdegnare superficialità e pericolosi schematismi.
Georgi Ivanovic Gurdjieff intorno al 1913, è colui che avvia la diffusione dell'Enneagramma e dice a tal proposito: «La conoscenza dell'Enneagramma è stata preservata per molto tempo in segreto e se adesso, per così dire, è resa disponibile a tutti, è solo in una forma incompleta e teorica della quale nessuno può fare alcun uso pratico senza istruzioni da parte di chi sa». Non male come premessa.
I Sufi che se ne attribuiscono la paternità non sono pochi. L'unico esempio occidentale però che tratta questo argomento, è il Gesuita Athanasius Kircher (1601/1680) nella sua opera Arithmologia del 1665. Questo autore aveva grandi interessi per il pitagorismo e la Qabbalah. Egli fu anche il primo occidentale a tentare di decifrare i geroglifici egizi.
Vi è stato un periodo dove in tutto il mondo si sono diffusi video, gruppi di studio, corsi, ritiri e laboratori. Non sono mncate nelle aziende americane gente che hanno selezionato il personale in base alla tipologia dell'enneagramma. Che dire degli sceneggiatori che se ne sono serviti per costruire le loro trame. Un gran casino insomma. Quindi, un tema da citare per correntezza, ma da prendere con molta attenzione. Fatta tale premessa, entriamo nel vivo in punta di piedi, ma con mente aperta. Qui si intende solo presentare l'ossatura di tale conoscenza, chi intenda approfondire, faccia attenzione a trovare metodo, testi, tempo e buoni "maestri".
I tipi di personalità
TIPO 1 - Il Riformatore perfezionista
Perfezionista. Ha un amore esagerato per ordine e pulizia. E' corretto e sincero. Ha senso pratico. Autocontrollo, serietà, inflessibilità. Emette critiche pungenti e giudizi. A volte è pedante. E' pignolo. Costui mal sopporta nel suo copione imperfezioni, disordine, non puntualità, un modo di essere spiritoso e scorrettezze in genere. Ha avuto di solito un'infanzia dove ha trovato strategico il "controllarsi" per essere approvato. Ha di solito avuto genitori critici ed esigenti. Questo tipo la domanda chiave del suo copione è: "Come posso rendere tutto 'perfetto'? Persona irascibile, giudicante, critica, responsabile all'imperfezione.
TIPO 2 - Il Benevolo altruista
Persona con grande spirito di sacrificio e dedizione per gli altri, espansivo e tende a dare buoni consigli. Se non si sente gratificato si lamenta ed è un sentimentale. Tende a sentirsi una vittima. Mal sopporta chi non ha "bisogno" e chi è indipendente. La sua infanzia è stata di solito caratterizzata dalla sensazione di doversi rendere utile per essere notato e amato. Ha 'dovuto' occuparsi degli altri familiari. Le sue frasi tipiche sono: C'è "bisogno di me", "Non ho tempo per me". Devo aiutare gli altri. Persona di solito orgogliosa ma che cade spesso nella trappola della compiacenza e dell'adulazione
TIPO 3 - Il manager motivatore
Persona attraente, magnetica, carismatica, accattivante. Ottimista, giovanile, esibizionista. Produttivo, efficiente iperattivo. Camaleontico. Non sopporta le inefficienze e il fallimento. Nella sua infanzia si è sentito amato perché era "bravo" a scuola, nello sport o in qualcosa. L'efficienza è la sua linea guida. Chiede sempre conferme sui risultati delle sue azioni. Tende però a mentire e alla vanità. L'immagine per questa persona è un elemento importante da saper sempre gestire in ogni occasione, luogo e contesto.
TIPO 4 - L'artista o il romantico
Ha grande senso artistico, gusto del bello, senso del colore. Persona romantica, sognatore, eccentrico, stravagante. Si preoccupa dell'immagine e tende a vestire ed apparire in maniera stravagante o ricercata. È però un malinconico. Non sa vivere nel presente, si rifugia nel passato o sogna il futuro. Ama l'insolito e l'eccezionale. Non disdegna situazioni strane, scandali, cose proibite. Mal digerisce il brutto; lo sporco; il "normale"; l'ordinarietà. Ha avuto un'infanzia dove ha subito perdite (un genitore; persone importanti, trasferimenti, sradicamenti). Sente sempre il bisogno di farsi notare e tende ad essere invidioso. Malinconia, depressione, e pulsione di morte sono la sua dimensione di sottofondo.
TIPO 5 - Il Pensatore un po' eremita
Di poche parole, introverso. Di solito pensatore, ricercatore, inventore. Si distingue per essere un buon ascoltatore. É tranquillo, amabile, cortese, gentile, poco emotivo. Ama il collezionismo. Riesce a stare immobile per ore Sembra freddo e distante. Non sopporta il doversi mettere in mostra, parlare in pubblico, la superficialità, e la disattenzione. Costoro a bambini hanno creduto di "non essere desiderati", e sono vissuti in ambienti ristretti. Tendono ad essere avidi e sono sempre nella di é Simone del pensiero.
TIPO 6 - Il Lealista sospettoso
Ecco la persona con grande spirito di gruppo, uomo o danna affidabile e fedele, ligio alle regole, ma tendenzialmente pessimista. Non si fida degli altri. È timoroso, diffidente e sospettoso. Di converso appartiene a questo tipo anche l''estremista, il provocatorio, il temerario, e l'amante del rischio. nessuno di questi sopporta chi non si attiene alle leggi secondo un loro modello. Questo tipi aveva nell'infanzia genitori incontrollati, imprevedibili, violenti oppure sentimentalmente freddi. Tendono a non i darsi di nessuno, spesso neppure di se stessi e tendono ad essere persone timorose. Codardia o temerarietà sono le loro trappole.
TIPO 7 - L'entusiasta
Emana gioia e ottimismo ama giocare e divertirsi. É un entusiasta. Vuole avere sempre di più di tutto. Tende ad essere un eterno Peter Pan. Vive di eccessi. Nell'infanzia molti di loro hanno fatto esperienze traumatiche e dolorose che non vogliono ripetere. Anche per questo non sopportano dolore e sofferenza di nessun tipo. Vogliono solo essere felici e godersi la vita il più possibile. Ci tengono ad essere simpatici. Sono di solito ingordi e intemperanti. Idealisti e superficiali i segni particolari che li contraddistinguono.
TIPO 8 - Il Leader
Ha un forte senso della giustizia, aggressivo, autoritario, dà ordini volentieri. Controlla tutto e tutti. Tende ad imporre il suo potere sugli altri È provocatorio, litigioso, rissoso Incute timore. Ha una forte avversione per la debolezza, le ingiustizie, l'ipocrisia. Nella sua infanzia ha subito di solito soprusi e ingiustizie. Per loro essere buoni significa debolezza. La lussuria l loro peccato. Sono persone che spesso cadono nella trappola della vendetta e della ritorsione. Bisogna sempre punire i colpevoli
TIPO 9 - Il diplomatico
Ecco il costruttore di pace. Persona calma, dolce e piacevole. È semplice, è diplomatico. È sincero, amorevole ma anche Influenzabile. Si lascia trasportare dalla corrente. Cerca sempre di evitare il conflitto. Disprezza il conflitto, la lotta e l'aggressività in tutte le sue forme. Da bambino si è sentito trascurato, ignorato oppure rifiutato quando esprimeva un'opinione. La sua strategia è quella andare d'accordo con tutti, così a evitare fastidi. Accidia e pigrizia i suoi veri punti deboli. In situazioni conflittuali o di problemi tende alla resa, all'abbandono o alla fuga
Andando oltre i nove tipi
Secondo questa teoria i 9 tipi si dividono a loro volta in tre gruppi, avendo al centro taluni "atteggiamenti" comuni, definiti centri dell'istinto; delle emozioni; della razionalità.
Istinto
Riguarda i tipi OTTO, NOVE, UNO: in estrema sintesi qui parliamo di persone che reagiscono in maniera impulsiva e non filtrano con il cervello. Tutto gira intorno al potere e la vita è un campo di battaglia. Spesso, inconsciamente si occupano di potere e di giustizia. Esteriormente risultano sicuri di sé e forti, mentre interiormente possono essere afflitti da dubbi morali su di sé.
Emozioni
Sono i tipi DUE, TRE, QUATTRO: Vivono per gli altri; non sanno essere soli con se stessi. La vita è un compito da svolgere. Si preoccupano del prestigio e dell'immagine. Hanno un senso di responsabilità sviluppato. Tendono ad adeguarsi, a reclamare attenzione. Sono influenzati da ciò che gli altri pensano di loro, ma ritengono di sapere ciò che è bene per gli altri. Tendono a celare aggressività dietro la maschera della bontà. Risultano sicuri di sé, ma si sentono non di rado vuoti, incapaci e tristi.
Razionalità
Sono i tipi CINQUE, SEI SETTE: Gli uomini di testa in ogni situazione per prima cosa devono riflettere. Sembrano avere poche esigenze e sanno lasciare spazio agli altri. All'esterno risultano spesso chiari, convinti e capaci, interiormente però si sentono spesso isolati, confusi e privi di senso. Gli uomini di testa devono passare dal pensare al fare e il passo dall'isolamento alla comunità.
Prima di chiudere il post
In questo blog, abbiamo fatto nostro il concetto di copione in modo troppo brutale direi. Necessita a questo punto una chiarificazione per correntezza metodologica e per evitare confusione. Bisogna precisare che l'utilizzo di tale metafora, sia in psicologia che in sociologia, non è affatto una novità. Di seguito riporterò in sintesi in che modo il copione è stato utilizzato sia per il modello psicologico, sia per quello sociologico. Iniziamo con Eric Berne
Psicologia
Nell'ambito della ricerca psicologica, il primo ad usare il termine copione è stato Eric Berne e in seguito, in modo più approfondito Claude M. Steiner. Entrambi navigano i mari dell'Analisi Transazionale. Questa corrente di studio della psicologia, cosa di non poco conto, dice che una persona scrive il copione della sua vita già in tenera età. La cosa più sorprendente per Berne, è che ognuno di noi lo fa decidendo anche il finale (ovverosia, come e quando moriremo ... giorno più, giorno meno, e innanzitutto, senza ora entrare nel panico o mandare tutto al diavolo).
Quella della fine che costruiamo fin dall'infanzia, secondo tale approccio, è addirittura, parte integrante delle decisioni di copione. Per chi conosce questa branca della psicologia sa di cosa si parla, per chi ha dubbi sulla mia incolumità mentale, se intende approfondire questo tema, invito a visitare il seguente link: http://youtu.be/bjnWDYR5uZ
Le caratteristiche fondamentali del copione in analisi transazionale si basano sui punti seguenti:
1) esso inizia a costruirsi fin da bambini;
2) è perfezionato nell'adolescenza;
3) è rinforzato ma non dettato dai genitori;
4) è un processo inconsapevole;
5) ci guida tutta la vita;
6) condiziona ogni nostra relazione;
7) prevede la presenza di buoni, cattivi, vincitori e perdenti;
8) è giustificato dagli avvenimenti successivi;
9) serve per interpretare la realtà all’interno della nostra struttura di riferimento;
10) dalla struttura di riferimento accadono eventi che giustificano la nostra decisione di copione.
Per Berne, il copione non nasce per caso, è guidato dalle interpretazioni che l'inconscio del bambino fa della realtà, esso è quindi frutto di una serie di vicissitudini emozionali che aiutano i piccoli esseri umani a capire i meccanismi segreti di cosa fare e come adattarsi per essere amati. Il copione, per lo scopo citato, diventa strumento utilissimo per capire schemi strategici funzionali. Quello che fanno le persone attraverso il copione, è trovare la migliore strategia utile per sopravvivere. Esistono vari tipi di copione che girano tutti intorno ai concetti tipici di vincitori, perdenti, non vincitori, infine, tutti possono svolgere una trama banale, normalmente accettata, contorta o tragica.
In sociologia
Anche il sociologo canadese Erving Goffman parla di copione ma parte da punti di osservazione diversi. Nel suo lavoro "La vita quotidiana come rappresentazione" egli utilizza il teatro come metafora. Il fine dell'utilizzo del concetto di copione in questo caso, serve per spiegare le interazioni sociali. Qui il copione è quello strumento che utilizziamo per mettere in scena immagini di noi stessi, che proponiamo alle persone intorno a noi. Quanto fin qui esposto, é il punto focale di questo modello.
Per Goffman, noi comunichiamo con gli altri oltre che a parole o a gesti, anche col modo in cui ci vestiamo o con gli oggetti che utilizziamo. Gli altri hanno bisogno di informazioni su di noi, e noi continuamente trasmettiamo immagini di noi stessi ricevendone altre in cambio. In questo contesto, ogni interazione non avviene a caso, ma sempre secondo regole precise. Considerando ciò, si fa quindi ricorso alla metafora drammaturgica nella vita sociale incentrata sull’interazione.
Per comprendere meglio tale impostazione, bisogna considerare che nella vita come nel teatro, esistono luoghi di ribalta, nei quali ci si deve vestire e comportare con certe formalità, e luoghi di retroscena, dove ci si può rilassare ed essere più informali. Scambiare gli uni con gli altri, comporta conseguenze per nulla piacevoli e di certo disfunzionali per ogni relazione sociale.
Secondo il sociologo canadese, esistono regole di etichetta e rituali culturali molto chiari in ogni cultura, attraverso i quali si sperimenta l’accesso agli altri, e si misurano le possibilità e i limiti di un reciproco coinvolgimento. Quello che meglio di tutto determina l'interazione ci dice il ricercatore, è la "facciata" o "immagine" superficiale che trasmettiamo agli altri.
In questo gioco c'entra anche l'apparato espressivo (i sentimenti), i quali sottolineano la posizione sociale, e il modo di atteggiarsi sui diversi palcoscenici che si presentano nella vita. Da qui si possono prendere tantissimi spunti nella ricerca di mercato e nelle analisi qualitative dei comportamenti dei consumi e nel posizionamento dei prodotti nelle differenti comunità.
Queste facciate, secondo il sociologo, sono limitate e rientrano nelle categorie degli stereotipi. Analizzando in dettaglio in tutto il suo lungo lavoro, basato su una metodologia di osservazione partecipata tipica metodologia di una arte della sociologia, egli analizza come si presentano questi atteggiamenti. Goffman stabilisce da qui, regole fondamentali che contraddistinguono tutte le variabili dell'intera struttura del suo modello, che qui non approfondiamo, ma che troviamo certamente utile per comprendere le logiche interattive sociali.
Tornando a noi
L'elemento fondamentale che in questo blog differenzia l'uso del termine "copione", parte dal fatto che, prendendo spunto da Berne e Goffman, qui si vuole vedere ogni persona, in che modo può adattarsi e armonizzarsi in questo passaggio dal mondo dell'uomo primitivo, a quello del mondo dell'uomo del futuro. La ricerca in questo blog, oltre che cercare di leggere questa società, punta anche ad individuare come strategico:
1) quali strategie siano possibili per governare un copione in maniera adeguata in una società globalizzata in continua veloce evoluzione. (La psicologia ci offre strumenti)
2) A tal fine, rivedere quello in cui si crede, partendo dal fatto che bisogna intervenire sul copione per i motivi che dice Berne riguardo in particolare all'inconsapevolezza del copione
3) Solo la consapevolezza del suo ruolo può aiutarci a produrre un profondo reale cambiamento gestito con gradualità e coscienza.
4) Porre grande attenzione al qui e ora (cosa semplice a dirsi ma non a realizzare fattivamente) vista come linea guida per aiutarci in tale cambiamento.
5) Vedere Enneagramma e Jung come ulteriori spunti per capirci meglio qualcosa di questo mondo della nostra mente, visto che la mente attraverso il pensiero genera ogni cosa.
6) Non perdere mai di vista che viviamo continuamente in una realtà in permanente mutamento anche per quanto riguarda la nostra esistenza.
7) Sappiamo benissimo che tale mutamento rende ogni cosa in continuo evolversi è interdipendente.
8) Solo la legge causa effetto può aiutare ognuno di noi, a partecipare in maniera attiva a tutto il gioco della vita.
9) Esercizi fisici e mentali, seguiti con autodisciplina e insegnati da seri professionisti qualificati, possono dare a tutti gli strumenti per imparare il controllo della propria mente
10) In tutte le scuole,in modo serio e rigoroso le discipline del punto nove, dovrebbero essere insegnate fina da bambini a tutta la popolazione
11) Ogni persona deve imparare ad ascoltare le sue vere attitudini e la società deve saper garantire tali opportunità alla più ampia fascia di popolazione possibile attraverso l'orientamento meritocratico e la mobilità sociale
Entriamo ora in società della nuova età dell'inizio del millennio tre.

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