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domenica 24 novembre 2013

28 - benvenuta nuova era

Le convinzioni, più delle bugie, sono nemiche pericolose della verità. (Friedrich Nietzsche)

    
     
Giorno dopo giorno, tra abitudini, colpi di scena, esaltazioni, depressioni, tentativi di riscatto tra dispiaceri, piaceri e pseudo piaceri ... il tempo come un fiume scorre e tutto trasporta con la sua corrente. Le Ere storiche, quando mutano, e succede non di rado, non sempre possono dedicarsi a rispettare ossequiosamente ogni bisogno di ogni singolo granello di polvere. 

Vecchi, adulti, giovani sia donne che uomini, viaggiano loro malgrado uniti su una medesima nave spaziale (dicasi pianeta terra) che è schiava di precise leggi dello spazio. Il fatto che su questa nave spaziale vi siano terre separate, correnti e onde degli oceani che dividono le culture e le genti, è solo ciò che bisogna accettare come dato di fatto per imparare a superare le differenze. 

Accettare le diffrenze non vuol dire subire nulla; accettare vuol dire riconoscere un dato di fatto per tentare la via della sapienza e intelligenza per utilizzare il meglio di ogni cultura. Accettare non vuol dire perdere la propria identità. Tuttavia sono consapevole di tale utopia.

Come già detto, non sempre siamo tutti consapevoli di essere un solo film fatto di un mix di sceneggiature e copioni che interagiscono tra loro. Non solo, dopo i due precedenti ultimi post, sappiamo anche che un copione, proprio non è cosa da nulla.

Confidiamo nella natura, in una fede, tanti in nulla e non lo sanno neppure; altri nella scienza, mille valori si incontrano e scontrano tra tante convinzioni e varie visioni che si hanno sul viaggio che si fa. Tutto il film della vita, è ambientato all'interno di questa suddetta nave spaziale. Ma qui si naviga a nostra volta tra tempeste fatte di diversi comandanti, che raramente conducono i loro popoli su mete condivise con vero spirito di condivisione. Impossibile e certamente irrealizzabile. tra l'altro, molti  di questi comandanti sono solo gente di grande vanità che vivono un film di sola mondanità.

A parte i comandanti, pochi gruppi di potere vivono nel regno dell'ingordigia cieca e non di rado si combattono tra loro incuranti dei disequilibri che creano in ogni società con modalità e strumenti differenti. Scienza e tecnologia stanno mutando ogni vivere quotidiano, e ogni lavoro si sta evolvendo troppo velocemente rispetto alla cultura media di tantissimi Paesi. Intanto l'istruzione arriva quasi sempre tardi ad ogni appuntamento.

Ma noi, oggi più che nei secoli passati, indipendentemente dal comando della nave, tutti dobbiamo saper leggere la bussola e le mappe, dobbiamo saper conoscere venti e correnti e quindi impararlo in modo adeguato a qualsiasi età. È importante, è possibile, è la nuova natura delle cose. 

Antiche sicurezze più o meno in qualche modo "garantite" finora da qualche capo, da oggi in poi non possono più essere delegate alla cieca a chicchessia. Le certezze che in pochi intendono garantirci, non possono essere assicurate nè da loro nè da nessuno, senza una cultura condivisa in un contesto di democrazia visto in modo nuovo. Abbiamo bisogno di una consapevolezza del oresente e di una vusione del futuro. Le classi dirigenti sonno impegnate chi nel profitto a breve o nella velocità della finanza sempre più distante dall'economia, con politici sempre più solo impegnati alle prossime elezioni. Da soli si può ben poco, ma intanto, meglio poco che nulla.

Questo modo nuovo di organizzare le comunità, non può essere studiato a tavolino da pochi, e per questo si richiede un altissimo livello di consapevolezza e cultura, che deve essere di alto profilo e il più allargata possibile a più fasce di popolazione possibile. Coscienza sociale, diritto, visione di una comunità, economia ecc., sono così interconnesse tra loro, e condizionano in maniera così forte ogni singola attività, mestiere e professione, che richiedono una visione nuova ad alto contenuto anche nel piccolo e nel privato.

Sappiamo benissimo che persino un uovo oggi è sul tavolo di casa ad un certo prezzo, anche a causa della politica economica ed industriale di un Paese. Quanti di noi hanno in abitazione una gallina per fare tutto da soli? È così, in particolare dalla rivoluzione industriale in poi, ma oggi è evidente anche ai ciechi! Chi non vuole vedere, lo fa solo per paura, superficialità, o per incoscienza. Non conosco il livello di responsabilità delle classi dirigenti, ma di certo so che non riescono più ad essere funzionali per il bene comune della nuova comunità umana.

La nuova civiltà ora deve solo pretendere gente consapevole, attenta, responsabile che man mano nel tempo, si organizzi a delegare sempre meno a chicchessia. Il processo sarà lungo ma è inarrestabile e bisogna agevolarlo. Perché mai? Semplice. Lo richiede ogni attività professionale, mestiere e arte visto che tutto può cambiare in qualsiasi momento, e per questo, bisogna essere sempre attenti e pronti a nuove strategie personali, familiari, e di comunità a vari livelli. Pena: ostacolo alla storia e fuoriuscita di singoli o di comunità dai processi di sviluppo e integrazione. 

Addio vecchie ideologie, visioni di vita obsolete, e addirittura, addio anche tipo di vecchio modo di vivere la spiritualità per chi ha fede. Addio e grazie del bene e del male che ci avete portato dal tanto discusso vecchio mondo. Nessuna nostalgia, non serve. Solo un grazie perché ogni cosa che il passato ci ha donato, o brutalmente presentato, ci è servita per migliorarci. Io almeno lo spero.

Ora che siamo circondati da vecchi ricordi e poco più, ora che davanti ai nostri occhi, da anni inizia a prendere forma l'alba di una nuova Era, usiamo un minimo di buon senso, e seppur analfabeti dei nuovi codici, iniziamo da un punto qualsiasi del presente, ognuno per la sua parte, conoscenza e coscienza, e rivediamo i nostri copioni senza mai perdere di vista il qui e ora di ciò che circonda. Come minimo ci guadagniamo in buon senso. In tal modo, la sommato ria di buon sensi già non è poco!

Il nostro sapere tramandato, può essere utile forse si, forse no; ora si, ora no. Smettiamola di parlare di crisi, anziché concentrarci su nuovi programmi e idee adatte al cambiamento in corso. Se non si inizia a ragionare in questi termini, la crisi si tramuterà solo in angoscia per qualsiasi fascia sociale e qualsiasi fascia di età. Continuando con questo atteggiamento di passività generalizzata di una moltitudine di gente, solo si fa in modo da far invecchiare prima i vecchi, e serve a paralizzare le energie dirompenti insite per natura nei giovani. 

Sapendo di poter far tesoro della nostra storia e delle esperienze fatte, riflettendo su come correggere il tiro, di certo non sbaglieremo. Liberali, razionalisti e pefezionisti (post quattro) hanno etica, valori e disegni che possono e devono adeguare per non lasciare nessun orfano in giro bisognoso di ideologie ancora. Abbandonare ogni idea preconfezionata ci aiuterà. Smetterla di imitare il passato qua e la con qualche variazione sul tema è di rigore, puntare sul passato aiuta poco o spesso nulla. La nostra coscienza, lavorando in silenzio con noi stessi, è il saggio che saprà guidarci. 

Il benvenuto alla nuova Era, più o meno é stato dato intorno alla fine degli anni sessanta. Con il passar del tempo, sempre più velocemente, le invenzioni e le scoperte rivoluzionarie che si sono susseguite entravano in massa, anche nelle più ampie fasce di popolazione di ogni società, in particolare nel mondo dell'ovest. 

Subito queste continue piccolissime quasi invisibili rivoluzioni, hanno condizionato in modo non indifferente bambini, giovani, relazioni, anziani e persino rapporto con la fine della vita e la visione del mondo. Che dire come ha cambiato la vita un semplice frigo, o una lavatrice, perbacco e l'antico rivoluzionario fax? Al momento lasciamo perdere domotica, robotica ecc. Questa è roba già vecchia del nostro futuro, e la tratteremo a parte.

In men che non si dica, a macchia d'olio, beni di ogni genere e cultura conseguente della nuova epoca, come un esercito con diverse divise, bandiere con strani marchi, confezioni, forme e colori, lentamente hanno invaso sempre più anche gli Stati dell'est e alcuni Paesi del sud del mondo. Pian piano, come l’acqua che non vede ostacoli, ogni angolo del pianeta ha avuto sempre più beni da acquistare... indipendentemente dalla loro vera reale ricchezza. Non è tutto.  

Poco tempo ancora è passato dall’ingordigia di mercanzie entrate in ogni famiglia, che ecco emergere fra tutto, il pc in ogni casa, poco tempo ancora, continue rapidissime evoluzioni dello strumento … e poi il mondo web. Il giogo è fatto. Intanto cadono muri e nuovi Paesi entrano nel gioco della comoetizione economica, di fatto facendo saltare tutte le regole dei giochi delle diverse nazioni.

La globalizzazione non é più il regno di pochi, la politica non può più nascondersi dietro le solite stantie forme, i confini geografici del secolo scorso cadono di fatto come birilli a seguito di un buon tiro. I militari, per liberare e lasciar libero il mondo internet chissà cosa ora nascondono; multinazionali e finanza non possono più illudere ed ingannare alla vecchia maniera e sempre più mostrano la loro arroganza spesso ammantata da strumentali beneficenze.

Ora si va oltre si passa lentamente al virtuale, la nuova droga si chiama virtuale, ovverosia il luogo dove falso e vero possono essere vere o false a seconda di come navighi nel mondo web. In cambio, ogni conoscenza e informazione diventa conquista di ogni esploratore presente in ogni famiglia della porta accanto, ma sia ben chiaro, di tutti i condomini del mondo però. 


Nel pieno della nuova Era

Della nuova Era, il segnale certo è che l'instabilità è l'unica cosa stabile per chi negli ultimi decenni ha visto il mondo cambiare colore, vitalità e stile di vita. Oggi se cerchiamo di decifrare e comprendere le regole della nuova società cosiddetta civile, dobbiamo adattare (anche se con mille difficoltà) la nostra cultura alla velocità e intensità, e adoperare tutto ciò che ci circonda per rivalutare il meglio dell'umanità. È finita l'era delle ideologie e dei giochi di parte, è anche giunto il tramonto dei consumi più o meno facili e del benessere a volte vero, a volte fittizio, spessissimo di apparenza, non di rado, spesso funzionale solo per la sete del nostro ego. 

Non c'è dubbio alcuno sul fatto che bisognerebbe analizzare i benefici, i problemi, e le contraddizioni della società dove il possesso di oggetti superflui è ormai sempre più una necessità. Nessuno tuttavia però, può negare che una società può risolvere i suoi problemi economici, anche grazie alla produzione di tanti beni inutili e superflui, che rendono spesso superflua anche la vita. Ma ogni bene, nella logica dell'interconnettività crea lavoro e ricchezza di una comunità, e di conseguenza di una società in senso più ampio del termine. I consumi, anche se inutili, servono quindi tutti e sempre. A che costo? Su questo intendo dedicare più in là qualche post ad hoc.



Sogni, speranze, illusioni e condizioni di vita possibile

L'illusione ha regnato sovrana per molti decenni, la crescita infinita si è rivelata molto più fallibile e dannosa del previsto. Sono in tanti che devono ora recarsi al funerale delle loro visioni fatte per lo più di apparenze olografiche. Per alcuni sarà un bene, per qualcun altro uno shock, non mancherà chi di illusioni saprà inventarsene di nuove. In questo recente tempo passato, dove tutto sembrava più facile o giù di lì, sono stati tanti i sogni che si son dovuti interrompere inaspettatamente e quasi bruscamente, altri si sono realizzati appena in tempo. Ma la vita è anche questo. 

Chi non ha mai sognato, non è un problema, continuerà a farlo o nel caos o nella beatitudine. Sui sogni ci sarebbe anche da ragionare, esistono sogni e sogni in ogni epoca. C'è chi sogna per entrare in sintonia con la realtà incidendo su di essa e portando vantaggi all'umanità. C'è chi sogna ad occhi aperti e passivamente, consumandosi lentamente nell'accidia, nella rabbia, nella delusione, continua per qualcosa che non realizza mai, o vede incompleto nella sua perenne frustrazione. Tutto ciò, mentre si scaricano le batterie che stabiliscono il tempo a disposizione come ospiti di questa terra.

Coloro che mirano ad entrare in sintonia con la realtà, dicasi creativi e fantastici timonieri di se stessi, e perché no, tanti di loro, in piccolo o in grande, anche dell'umanità. Vedi ad esempio grandi scienziati, studiosi, persone d'azione in varie aree ecc, ma vedi anche gente che in economia, nell'arte o in qualsiasi lavoro, con naturalezza e senza sforzo, creano e si esprimono garantendo vantaggi, beni e servizi nelle varie attività presenti nella società. A volte trattasi di veri visionari che cambiano il modo di vivere o di vedere la realtà da prospettive diverse, magari con strumenti concreti.

Non tutti sono sempre dei visionari, qualcuno è appena un gradino più sotto, qualcuno è un grande imitatore che sa migliorare e perfezionare le cose. Anche questi servono al teatrino della vita. Sono tutti degni di grande rispetto. Questi sono i realizzati, coloro che, ognuno nel proprio piccolo, in qualche modo si realizza e crea lavoro, con idee che arricchiscono tutti in qualche modo. Essi fanno parte degli ingranaggi che fa girare il meglio del mondo. Sono coloro che con piccole o grandi idee, giorno dopo giorno migliorano in piccoli dosi e in miliardi di modi, ogni stupida e importante cosa, bene o servizio.

Coloro invece che si consumano in sogni irrealizzabili che conducono nell'accidia, nell'essere eternamente insoddisfatti, nella frustrazione, nelle lotte contro i mulini al vento, ecc, dicasi semplicemente pazienti incurabili della storia dell'umanità. Costoro sono sognatori fatti di un mondo di elucubrazioni mentali che producono solo illusioni attivando di conseguenza la catena delle delusioni, frustrazioni e caos prima personale e infine sociale. Anch'essi non sono la massa.

Poi abbiamo le vittime dei gioghi dei loro contorti pensieri lontani dalla realtà. Questi hanno copioni particolari dove non sempre la rotta è chiara o è perseguita con perseveranza ma hanno un'anima inquieta e cercano sempre nuove vie che anche quando trovano non le soddisfano. Costoro li chiamerei esploratori. Per i ben pensanti, qui trattasi di persone spesso con disturbi dell'anima e/o della mente, ma tanti di loro lasciano alla storia segni indelebili. Tutti sognatori, ma con prospettive, comportamenti e quindi automaticamente con destini diversi. Passiamo ai realisti.

Chi è riuscito a creare basi solide economiche e culturali, o chi ha ereditato certezze e beni e sa cautelarli con intelligenza e/o con sogni più o meno creativi, ha paura come tutti del mutamento perenne, ma può vivere sonni tranquilli, sempre però, che la sua mente non lo tormenti inutilmente. 

Si, di solito, la mente spesso angoscia chi il benessere non sa viverlo con la giusta distanza e gratitudine, chi non sa apprezzare ciò che ha, e chi non ha nulla di concreto con cui fare i conti perché può permetterselo. Se poi non sai cosa vuoi dalla vita, o se l'avidità ti risucchia, qui entra in gioco coscienza, cultura e ancora una volta la ... salute mentale; qui nasce un complesso problema che non lo si può risolvere solo con semplici considerazioni.

Chi non ha solide basi economiche e professionali, chi si è distratto o nella vita non ha avuto opportunità oppure non ha saputo cogliere in tempo i frutti del passato, questo al momento arranca, indipendentemente dai sogni sani o malati che ha ed ha avuto in pasato. Qui la sopravvivenza più o meno dignitosa, dipende solo dalla sua forza interiore e dalla speranza di poter agire in modo più funzionale per il futuro. Queste persone fanno parte del mondo della giungla, sono guerriglieri, gente più tattica che strategica; qui dipende da come sai e riesci a muoverti. 

Gli abbandonati da sè e dagli altri. Ogni mattino devi correre, o per sfuggire dai guai o per sopravvivere senza paura delle continue ferite. Fiducia, attenzione, responsabilità, coraggio e determinazione sono le linee guida dalle quali è vietato allontanarsi in questi casi. Sopravvivenza è la parola d'ordine! Qui i bisogni si confondono nel caos dell'apparente qui non parliamo di povertà, parliamo di gente che ive nella paura della marginalità. Giorno dopo giorno, tale esercito aumenta, nessuno vuole riconoscerei in questo gruppo, per cui la solitudine e la vergogna sono sorelle che non li abbandonano.

La povertà. I veri poveri, sono coloro che non possono permettersi il lusso di sognare per mancanza di soddisfacimento di ogni tipo di bisogno. Se riescono a volte sognare, devono fare troppi conti con troppe variabili, una su tutto, la dignità di essere vivente accettato dagli altri. Essa inizia spesso con l'infanzia con al povertà di stimoli. Ha varie sfumature: abbiamo quella di spirito; quella di mente; di opportunità; di condizioni favorevoli alla partenza; di consapevolezza; di sensibilità; di stabilità; di intelligenza sociale; culturale; etica di riferimento; di amore di base verso persone, cose o scopi. 

Il povero ha una disgrazia di non poco conto: fa paura ai più, perché ritenuto pericoloso da frequentare. Può essere facilmente ingannato, può far male con disinvoltura, può facilmente essere preda del guadagno facile e tutto ciò che questo comporta. Il povero che riesce ad avere una sua dignità, etica, stile, amore, bontà d'animo e dimensione spirituale non necessariamente in una fede, può anche essere un grande saggio. Non sono pochi, e molti si approfittano di loro.



Conclusioni

Mi sembra evidente che ci troviamo a vivere un'era che qualcuno chiama di transizione. Personalmente vedo tutto in continua transizione. Chi sa dire quando finisce una transizione e quando inizia una stabilità vera e fissa nel tempo per un periodo x?

Credo che basti dare il giusto significato alle parole per evitare disorientamenti. Oggi ad esempio, soesso ci si oerde perchè persino sui bisogni c'è casino, tanto per cominciare, spesso questi si confondono con i desideri. 

In realtà i bisogni sono quelli che possono essere soddisfatti per la sopravvivenza, ed hanno un'armonia con il tempo e la natura che gli sono propri. Ad esempio non ho fame 24 ore al giorno.

I desideri invece, sono frutto della mente insaziabile. Questi devono essere soddisfatti urgentemente. Non solo, più è elevato il livello generale di possesso condizionato dai mezzi persuasivi, piu' questi diventano intensi anche per chi non ne ha bisogno. 

Nelle società dove ormai regnano sovrani i mezzi di comunicazione, non è poco. Come dire, benzina sul fuoco mentre parallelamente tutti parlano di spegnere gli incendi. Quando è iniziata questa transizione? È nata in una data precisa?

Il prossimo post che preparo riguarderà esempi positivi e strumenti a disposizione che potrebbero funzionare par navigare questi oceani non sempre tempestosi.




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