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domenica 22 dicembre 2013

33 - loro non sanno

Il pubblico ha un'insaziabile curiosità di conoscere ogni cosa eccetto quelle che meritano di essere conosciute. (Oscar Wilde)

     

Cercando di mettere da parte buonismo, cinismo e ipocrisia, in questo post, parto dalla notizia dell'affondamento dell'imbarcazione al largo di Lampedusa per trattare il nuovo tema di questo percorso relativo alla nostra società. 

Più di cinquecento giovani tra cui donne e bambini, hanno visto il terrore presentarsi a poche centinaia di metri dalla base di lancio per una nuova vita, Lampedusa sembra che sia vissuta come punto di partenza per il cammino che poi dovrebbe proseguire in varie terre promesse della vecchia Europa. 

Questa è gente che quando arriva sulla classica fatiscente imbarcazione, hanno spesso attraversato deserti e luoghi impervi. Ne hanno già viste di tutti i colori. Si va dalle trattative con i trafficanti di vite umane, fino a passare tra polizie corrotte di vari posti, e varie bande assetate di denaro e ricchi di disprezzo per la vita umana. Da quelle parti, i militari, non sono proprio quelli che immaginiamo noi, anche quando pensiamo male di loro. Dopo varie peripezie insomma, queste persone finalmente arrivano in qualche porto per poi affollare a caro prezzo, natanti mal ridotti per affrontare il mare.

La tragedia ultima tra le tante è stata devastante a causa di una serie di fattori che fanno emergere la sfortuna nella disgrazia. Costoro, a poche centinaia di metri dall'arrivo, cercando di farsi vedere per essere aiutati, qualcuno ha avuto l'insana idea di accendere una coperta. Da qui la scintilla della tragedia. In qualche maniera la coperta fa incendiare la barca, e quando le fiamme si propagano sul barcone, i profughi presi dal panico, si gettano o cadono in acqua. 

Non tutti lo fanno, per  tanti addirittura il barcone è stato anche la loro bara sottomarina. Tra quelli in mare non rimasti imprigionati dalla barca colata a picco, alcuni sono annegati quasi subito; qualcun altro, non ha avuto la forza di resistere il tempo giusto, e il mare lo ha inghiottito; altri sono riusciti a rimanere a galla fino all'arrivo dei soccorsi. Totale: ad oggi, circa 300 persone senza più vita.

Si racconta anche che qualche peschereccio sia passato davanti alla tragedia con fare indifferente. Ma si sa anche che la legge Bossi-Fini, precisa che i pescherecci che aiutano gli immigrati, saranno poi indagati per favoreggiamento. Ora non è dato scandagliare in questo contesto torti e ragioni, normative vigenti e protocolli. 

Indipendentemente anche dalla Bossi-Fini, mi chiedo: attualmente, se tra il popolo c'è chi si sente di poter essere un "eletto" per qualche suo motivo, e per tale motivo viene poi "eletto" per davvero, costui entrando nell'Olimpo del sapere e del potere, che visione ha del problema? Visione! Da non confondere con la strategia funzionale alla sua propaganda di bassa lega. Seconda domanda: invece di giocare in modo superficiale con le emozioni dei cittadini, "l'eletto" che non ha esperienza concreta sensibilità, competenze, dati e conoscenze, che cavolo parla a fare senza aver nulla da dire? 

Qui parliamo di un'area geografica particolarmente "calda": Libia, Somalia, Ertrea, Siria, Iran, Egitto e limitrofe. Nazioni composta da varie bande in continuo conflitto tra loro, molto povere e incasinate, in più  divise nella loro stessa fede, fino ad arrivare ad ammazzarsi anche tra loro. Difficilissimo capire l'articolazione e le dinamiche delle loro strutture organizzative di tutte le loro bande. Tutto poi si svolge in un quadro ancora più complesso che riguarda l'eterna lotta tra Sunniti e Sciiti.

I Sunniti nascono dopo gli Sciiti ma sono il 90% dell'intero mondo islamico. Questi combattono gli Sciiti per un antico e complesso problema di guida dell'intera Comunità Islamica. Parliamo di una fede che raccoglie intorno a sé 1,5 miliardi di fedeli. Tanto per dare due numeri, i Cristiani  nel mondo sono complessivamente 2,4 miliardi. Ma entrando più in dettaglio tanto per farci un'idea, vediamo che i Sunniti sono 1,35 miliardi di fedeli, mentre nel Cristianesimo i soli Cattolici sono 1,3 miliardi. Non male vero la dimensione del problema in un territorio che si divide tra deserto e petrolio? Attenzione prego. Il petrolio ci interessa e come. Serve anche a noi per il nostro benessere, e poco importa quello che comporta.

I vari gruppi di Sunniti (quelli più vicini ad Al quaida) stanno diventando sempre più aggressivi contro gli Sciiti ma sono divisi anche tra loro, il più delle volte non per motivi di fede. Tuttavia il quadro delle lotte si complica ancor più se poi ci aggiungi normali guerre intestine interne tra i vari capi tribù che si nascondono dietro la fede. Aggiungi interessi di pochi che usano il potere in maniera crudele (indipendentemente dalla fede) contro le loro genti stesse e il quadro sarebbe quasi completo. 

In questi ambienti non mancano mai affaristi del traffico d'armi che questi conflitti sono per loro manna dal cielo, centri di potere legati al solo petrolio, e il gioco é fatto, infiltrati e tradimenti continui, sono cose all'ordine del giorno. Non male l'ambiente direi. 

Dopo gli oltre 200/250 morti annegati nel mare siciliano, di gente che è cresciuta in quella cultura e che però scappa da quell'ambientino ne è tanta, ma noi ci mettiamo del nostro. Così, la storica emotività tipica della cultura italiana, subito è stata sbranata da vari personaggi che si sono presentati in varie trasmissione tv e radiofoniche per dire la loro, e per cercare vantaggi elettorali.

In questo casino mi son fatto un'idea dei cinque volti della nostra civiltà su questo tema immigrazione, (che chiamerei più correttamente esodo), che esistono a casa nostra: 

1) gli indifferenti silenziosi in attesa che tutto passi alla svelta perchè chiusi nei loro problemi e difficoltà, questi fatti sono vissuti come paura in più ; 
2) i cinici, ossia coloro che attraverso il loro sapere o pseudo tale, hanno sempre la giusta soluzione per tutto. Ma trattano i problemi con ragionamenti freddi e senza visione d'insieme, in maniera spesso demagogica o populista; 
3) gli ipocriti dell'ultima ora che non mancano mai in questi frangenti; 
4) le persone davvero amorevoli in genere, ma spesso teorici e idealisti; 
5) gli isolani di Lampedusa che sono in ogni modo cittadini davvero encomiabili sotto tutti i punti di vista per pazienza, compassione e umanità.

Non sere e non basta vero amore perchè può essere solo la base, falso amore perché danneggia tutti, ipocrisia perché è fonte di illusione e poi delusione, cecità perchè ci impantana, populismo perché danneggia il progredire della storia, demagogia perché crea solo più conflitti, e nazionalismo perchè ci porta dietro nei secoli. Occorre una visione nuova, intelligenza emotiva e sociale, una nuova filosofia di vita che sappia rivedere economia e finanza mondiale. Ma cosa si intende con visione mondiale?



Due mondi a confronto

Mentre ero in auto, il giorno del fattaccio, ascoltavo inizialmente il notiziario quasi senza emozione, quasi per abitudine, ormai son sempre meno le notizie che fan breccia in me in termini positivi e fiduciosi, e poco o nulla più mi sorprende. Sto proprio invecchiando.

Ero leggermente infastidito del traffico, e del fatto che una signora fosse ancora ferma col semaforo verde, perché impegnata a riassestare il suo make up. Non ho toccato il clacson, ci hanno pensato altri a sollecitare la fine del maquillage della signora. Frizione, ingrano la prima e la macchina va. La mia attenzione torna al notiziario, e sento che vi sono molti morti annegati. 

Ci vogliono più di cento cadaveri iniziali come dalle primissime notizie, uno o una decina alla volta nel tempo ormai non bastano più, tanta è l'abitudine delle brutte morti altrui. Morire per annegamento non è cosa da poco, in più mentre la barca prende fuoco. In questi casi ti butti o cadi in acqua non per scelta. Inizi a nuotare tra speranza e paura se sai nuotare, diversamente, il mare ti inghiotte in un baleno velocemente e con avidità.

Se sei quindi ancora vivo, bracciata dopo bracciata, aspetti qualcuno e speri, ma pia piano, procedi sempre più lentamente. Ad un tratto ti senti stanco, le braccia pesano e i muscoli si fermano. Anche se vedi terra, capisci che quello non è alcun traguardo raggiungibile quando sei in quello stato. Forse inizi a gridare aiuto, ma solo se riesci ad essere calmo hai qualche chance. Senti intorno a te grida e vedi gente affondare. Non sai fino a quando non sarai tu uno di quelli. Panico! Conviene fermarsi, respirare e proseguire lentamente. Altrimenti se ti dibatti, stanco/a con un mare indifferente alla tua vita, nulla puoi fare, se non osservare i tuoi ultimi pensieri. Intanto, ogni tanto penetra l'acqua nelle vie aeree. 

Iniziare a bere ... il mare, non è proprio cosa così tranquillizzante. L'acqua di mare o dolce che sia, in se è vita, ma se penetra nel nostro corpo, provoca una chiusura istintiva della glottide per i primi 60-90 secondi. In tal caso, puoi solo sperare in un miracolo restando in apnea. La mente ad un tratto si annebbia. Solo calma e fiducia aiutano chi ancora non è arrivato a questo stato. Si spera, non si sa cosa, ma ognuno spera. Hai sempre più freddo, ti sentì sempre più solo/a.

Fratelli, sorelle, madri, figli, amici e chiunque fosse con te sulla barca poco prima ... semplicemente non sai più nulla di loro. Solitudine! Il fatto è dovuto che la morte di solito vuole un rapporto solitario con ognuno a tempo debito. È come la nascita. Identico. Si è soli in questi frangenti. L'azzurro del mare, anche calmo, è indifferente alla tua vita che lentamente inizia a spegnersi. Passati i 60/90 secondi di apnea, l'acqua entra in te liberamente; viene prima o poi il momento in cui il sangue non ha più modo di ossigenarsi ... il cervello perde i sensi.

Siamo ormai al punto in cui il cervello perde ogni contatto con la realtà, la glottide non oppone più alcuna resistenza, e l'acqua impietosa entra in gran quantità nei polmoni riempendoli e facendogli perdere istantaneamente la loro funzione vitale. Tale processo, impedisce definitivamente le respirazione, di conseguenza si blocca l’attività cardiocircolatoria, ed ecco presentarsi la morte liberatrice di ogni sofferenza. Il corpo affonda come un sasso. Forse si impiglia tra qualche scoglio.

Quello che resta della carne e delle ossa inanimate, il mare ne fa ciò che vuole. Non si saprà mai il tuo nome e la tua storia. Ma quella a pochi interessa. Solo i cadaveri recuperati  dai soccorritori toccano quella agognata terra, ma senza più avere occhi per vedere e sensi per sentire. Questi stranieri dal colore della pelle diversa dal nostro, sono tutti giovanissimi, non sono da noi per un week end o per vacanza. Provengono da un'altra cultura e c'è bisogno di fargli capire subito che sono ora in contatto con un altro mondo che ha sue leggi: Quali? Da qui bisognerebbe iniziare.

Come noi, a casa loro o in altro luogo, in tv vedono film di eroi o di ricchi e brillanti personaggi, vedono atleti milionari e personaggi bizzarri, da giovani, addirittura scoprono che se qualcuno indovina la busta giusta in un telequiz, senza fare molto, porta a casa bei gruzzoletti di denaro. 

Questi mica sono stupidi, sanno anche che in alcuni paesi europei esistono sussidi anche per chi non lavora, cosa comporta questo per loro è secondario. Vivono in un posto senza speranza. Per noi no! Loro non sanno che qui tutto si paga e anche caro! Ma in ogni giovane certe cose lasciano il segno e sei sempre fiducioso di poterla fare franca. Se poi guardi la miseria che ti circonda, allora di certo non hai nulla da perdere. 

Come accoglierli, ospitarli o gestirli per non trovarceli contro, a causa della loro sofferenza di base che li ha messi in contatto solo con l'odio? Quel tipo di odio e sofferenza è pericoloso, agevola spesso opportunismo scambiato per opportunità. In tanti una volta inseriti nella nostra cultura ed economia diventano a tutti gli effetti membri di questa comunità. 

L'Italia per loro non è il posto più ambito, ma nonostante tutto, abbiamo non poche contraddizioni. Chi di loro lavora qui, è solo perché non sa in quale altro andare, o non può. Ma se si inserisce, qui produce il sette per cento del nostro PIL! chi non lavora, è ottima manovalanza per la malavita organizzata. Che dire?

La pubblicità ha mostrato loro le meraviglie dei ricchi, e i film, permettono di far scegliere alla loro mente la vita che desiderano. Ma spenta la tv, la loro realtà è ben altra cosa. Solitudine, morte, fame, guerra, malattie e sofferenze varie, oltre soprusi e ingiustizie di chi si definisce loro governante. Tralascio qui il fatto di chi vende a loro armi e illusioni. Chi li corrompe. Chi li usa e getta. 

Non esiste qui sussidiarietà, nemmeno a parlarne, qui anche libertà è un tema ambiguo. Qui non esiste nulla di tutto quanto auspicabile di positivo, per permettere all'intero globo di proiettarsi nel futuro. Questi Paesi fanno riflettere molto sul fatto di quanto sia impervio il cammino per "essere". Tantissimi di loro con un lavoro sarebbero più che felici. Ma cosa sia oggi il lavoro nel capitalismo avanzato e in un contesto di crisi mondiale è un tema sempre più ambiguo nel tempo, per tutti e dappertutto.

Questa gente che si è imbarcata per seguire una speranza che non può essere costruita in un inferno, ha in più anche una grandissima colpa che li rende indegni e indesiderabili quasi in ogni dove. Tanto per iniziare, fanno paura. Ti fanno vedere la disperazione dell'umano. Anche se sei ricco e in buona salute, la miseria, fa paura vederla comunque. L'altra miseria fa paura anche ai nostri poveri, perché mostra loro che si può cadere anche più in basso.

Non solo, costoro arrivano in un posto ben diverso dai film e spettacoli che vedevano in tv dalla loro terra. Come se non bastasse, non solo per la crisi economica che stano vivendo i paesi cosiddetti ricchi, questa è gente nata in luoghi inquietanti. Una volta giunti in Europa, fosse solo il non morir per caso per loro è già tanto. Per tanti persino le nostre eventuali galere sono nulla. Ripeto, vengono dall'inferno, ma non sono demoni. I primi piani della nostra tv dei vari telegiornali, quando inquadrano i sopravvissuti, quelle poche donne rimaste fanno pensare più a disperati che a diavoli.

A questi giovani speranzosi, come tutti giovani di ogni razza, cultura e colore, secondo me nulla e nessuna normativa li fermerà mai. Continuano e continueranno ad arrivare. Che fare? In una logica di difesa per paura chiudendo le frontiere in qualche modo... nulla. Solo se riusciamo a capire l'interdipendenza delle cose e fatti che mutano continuamente, possiamo aiutare loro e noi. 



Cellule e ragnatele 

Noi in quanto piccolissime cellule dell’umanità intesa come corpo unico di questo pianeta, siamo la risultante di alcune variabili spesso in antitesi tra loro. Ci concentriamo molto su ciò che ci divide e da qui i problemi. Quanti in Italia sanno quante comunità extra europee vi sono? Cosa c'importa? Semplice, parliamo di gente ormai che è già parte integrante della nostra comunità.



Ciò che riguarda tutti

Tutti da una parte abbiamo il nostro bagaglio di storia che ci creiamo giorno dopo giorno, la nostra educazione e il nostro dna che nel bene e nel male non sempre sono elementi in armonia tra loro. Da un’altra parte, abbiamo una serie di eventi belli e brutti che si alternano, mixati da conflitti interiori e con altri che spesso sono figli della nostra mente, quando a volte essa è impaurita

Per l'intera vita, in questi labirinti fatti di pareti a specchi dove a rifletterci non siamo sempre soli, ci muoviamo come topi da laboratorio per trovare vie d'uscita. Il bello è, che tutto ciò accade, ignari di cosa ci sia al di la del labirinto. Sarebbe davvero divertente se una volta usciti dal labirinto, poi si entrasse in un altro ancora.

immersi in questo cocktail ci incamminiamo continuamente verso una ricerca di una dimensione da un lato personale e dall'altro socio economica. Tutto ciò, cercando di sintetizzare il nostro convivere attraverso la ricerca di giustizia ed equità, ma che però, ognuno vede a modo suo. Siamo in continua interrelazione tra di noi è con il mondo, ed è in questo modo che ci creiamo i nostri fati.

Diciamo che i percorsi possibili delle relazioni, possono essere rappresentate dai fili di una ragnatela; i nodi sono i contatti, noi siamo gli equilibristi che leggeri percorriamo questi fili che possiamo o spezzare o percorrere come strade che ci portano verso i diversi bivi, incroci e punti di incontro di questa rete. Pertanto, maggiore sarà la nostra attenzione a non distruggere la ragnatela, tanta più alta sarà la fiducia nel prossimo che faccia altrettanto. Difficile però immaginare tutto ciò per mirare ad una più elevata coscienza sociale forte, che sappia basarsi su questi punti.

Grazie poi alla tecnologia e alle scienze, tutto ciò si è amplificato e, nel bene e nel male, molte barriere e distanze sono state cancellate. Il labirinto di specchi, è sempre più affollato. Ora più che mai, più persone conosciamo, più siamo in grado di essere trasmettitori di fiducia, più sappiamo creare in questo modo informazioni utili per la nostra convivenza e solidarietà, tanto più si manifesterà opportunità di ogni genere per semplificarci la vita e migliorarci. Ogni cosa è sia un bene sia un male chiaramente, ma alla fine tutto tende al miglioramento continuo se lo si vuole davvero come umani.

La ragnatela ha bisogno di essere percepita da tutti, in modo più possibile funzionale al nostro benessere, ma essendo essa stessa la nostra realtà, questa si manifesta per quella che essa è. Può non piacerci per alcuni aspetti, ma il progresso dell'umanità è innegabile nel suo complesso.

In realtà, nonostante si professino scienze e tecnologie, ci troviamo in una società che cura poco la riflessione, ed adopera tutto il disponibile in modo disordinato. Non basta. Alimenta molto volentieri l'emozione reattiva e inconsapevole, insegna la "furbizia". Tutti ci crediamo furbi; l'intelligente è considerato talvolta uno sfigato, e tutti gli altri sono gli stupidi. Le anime sensibili, meglio se si nascondono dal mondo, o se si creano una bella maschera con un copione ad hoc.

Risultato: sistema giudiziario ingolfato; sistema politico che si basa su come creare consenso sul nulla; corsa all’accaparrare aziende pubbliche senza veri piani industriali, disaggregazione sociale, solidarietà vista come optional, ecc. In questo modo sarà chiaro, che se non rivediamo qualcosa nella nostra cultura, vi sarà un vortice che nel tempo aumenterà sempre più la sua forza per risucchiarci e condurci tutti verso il baratro, o per essere ottimisti, entrare in un giro vizioso o quantomeno poco virtuoso. Ma loro, chi fugge dall'altro mondo, tutto questo non lo sa.



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