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domenica 29 settembre 2013

20 - giovani: mettere le radici

I giovani non sono sospettosi perchè di male non ne hanno ancora visto molto; sono fiduciosi perchè non hanno ancora avuto il tempo di essere ingannati. (Aristotele)

       


L'infanzia termina con l'inizio della pubertà. Mente, cuore e corpo di un maschio, in questa specifica fase, differiscono da quello delle future donne in maniera visibile. Molte differenze comportamentali che esistono tra loro, dipende da fattori culturali che influenzano tantissimo, e al modo di come essi sono trattati in maniera diversa da ognuno. 
La maturazione dei ragazzi, segue un processo un po' più articolato rispetto a quello delle femmine: essi devono imparare a separarsi dalla madre per diventare uomini. La qualcosa, agli inizi in particolare, non è del tutto semplice da attuare. Il passaggio psicologico che bisogna gestire, deve essere superato con equilibrio. Esiste di fatto un permanente, profondo, e sotterraneo sabotaggio, che crea momento per momento, proprio chi lo ha partorito. 

Le ragazze, al contrario dei maschi, continuano ad orientarsi verso la madre senza discontinuità. Ma questo crea altre problematiche da superare, che sono anch'esse articolate e complesse da gestire. 

Per comprendere qualcosa di questa età, oltre che ricordarsi della propria vita, senza alterare fatti ed eventi contaminando memoria ed emozioni, è utile abbandonare in modo intelligente ogni superfluo coinvolgimento sentimentale, e lasciarsi andare alla propria vera natura, riuscendo a saper osservare e ascoltare, possibilmente in silenzio e con amore. 

In questa fase, ogni persona matura, indipendentemente dal ruolo che ricopre per il giovane o la giovane con cui viene in contatto, deve saper intervenire in modo discreto e senza fare molto "rumore". Rispettando natura, vita, attitudini e potenziale di chi si scruta, l'adulto dovrebbe agire senza azione manifesta e percepibile, per i presto futuri uomini e donne. È proprio qui che molti genitori ed educatori vengono meno, lasciando soli chi non accetta guide, di cui però ha fatalmente bisogno.

Ruoli, sogni, delusioni e personaggi che si intende recitare con l'avanzare dell'età adulta che velocemente anno dopo anno gradualmente arriva, sono in continua fase di sperimentazione. Non solo da un punto di vista socio economico, il tempo qui è assente per i più fortunati, e veloce ma non lento per i più disagiati. Qui l'attore in divenire e la futura attrice di ogni cultura, fede e comunità, sta facendo le prove prima di entrare davvero in scena. 

I segni di disagio non mancano chiaramente, ma quelli ci fanno sempre compagnia e dipende solo da come li si sa affrontare. Famiglia e istituzioni hanno un ruolo delicato. Le singole persone del mondo adulto sono rilevanti. Lasciamo perdere come la grande politica tiene davvero conto di cosa sa lasciare in eredità a questi futuri costruttori? Si, ... lasciamo perdere per il momento.

La forma e non solo, lasciano trasparire le prime differenze molto presto. Nel maschio si smette di essere bambini quando i primi segni della pubertà si presentano tra i 13 ed i 16 anni. Diversamente, nella femmina, lo sviluppo dovrebbe prendere forma intorno agli 11/12 anni con la prima mestruazione. Per entrambi i sessi, un graduale cambiamento del tono e del timbro della voce, aiuteranno a determinare personalità e differenti approcci e significati. 

Anche la statura fisica e il tipo di energia prendono nel tempo una propria armonia. Tutto si sviluppa in milioni sfumature di tante differenti varie bellezze. Bellezza però, che non di rado sia nei maschi che in particolare alle femmine, confonde e disorienta le proprie percezioni di sé, falsando spesso la vera natura nel bene e nel male e del proprio sviluppo interiore e sociale.

Proprio come un ciliegio fiorito in primavera. Un giorno i giovani, quasi come per magia, arriveranno a raggiungere la piena consapevolezza di sentirsi altro. Per il momento, intelligenza e sensibilità a parte, che hanno però un peso specifico notevole, le persone a questa età, o sono affascinante, ambizioso e seduttivo uomo non ancora uomo; o sono affascinante, ambiziosa e sognatrice donna più o meno sexy, non ancora del tutto donna. 

Tanti di loro, nel gioco dei contrasti percettivi dei loro corpi e processi mentali ed emozionali, vivono l'identità di genere in modo ancor più articolato e complesso, fanno diverse varie esperienze affettive, sessuali ed emotive, con sfumature e intensità tutta particolare. Tutto è ... "Lavori in corso". 

I genitori, vedo che in questo periodo della vita di quelli che ormai sono solo loro ex pargoli, entrano sistematicamente in crisi. Percepiscono ad un tratto che la vita che hanno creato, non è di loro proprietà. Forse ora qualcosa potrebbe sfuggire di mano. In realtà vogliono dimenticare che è da anni che tutto gli è sfuggito, senza che neppure ne fossero del tutto coscienti. Per fortuna basta poco e comunque sia... la nave va.
Superata la pubertà, intendiamo per giovane, sia il maschio che la femmina che copre la fascia di età che va dai 15 fino a (più o meno) 25 anni.  Quello che può accadere in questo periodo di vita, è storia individuale, dove buona e cattiva sorte, occasioni e circostanze, fanno diventare un giovane presto o tardi un adulto. Per definizione, si conviene che una persona diventa adulta quando accade: 
1) che una volta terminati gli studi, in qualche modo sia almeno entrato una volta in maniera strutturata nel mondo del lavoro, con un’occupazione relativamente stabile - anche se con i contratti tipici dei nostri tempi - e che 
2) decida e si muova per agire in autonomia, al fine di lasciare definitivamente il nido di provenienza. 

Quest'ultimo punto tuttavia, nel nostro Paese, potrebbe portare in inganno se consideriamo la penuria di giovani completamente indipendenti nel modo appena descritto. Tuttavia, ritengo questi due punti significativi per stabilire i criteri del passaggio dall'essere giovane dipendente, ad autonomo adulto.

In questo secondo periodo della gioventù che segue la pubertà, si inizia ad imparare in modo diverso. Ciò che accade in questo lasso di tempo post puberale e pre adulta, determina il tipo di radice dell'albero che inizia a prendere una sua identità specifica. Si impara ad imparare attraverso l'acquisizione di metodi, si maturano esperienze che formano la personalità e si definiscono meglio carattere e temperamento. Si impara ad essere soli, e si impara a percepire la vita e le sue contraddizioni riguardo la propria e altrui natura.

Si apprende in modo più o meno pratico le norme che stabiliscono la cultura di appartenenza, si impara la legge della natura delle cose, delle scienze, dell'anima, della morale, dei mestieri e delle arti. Si impara qualcosa del proprio mondo, delle responsabilità appena agli albori. Si impara e si sperimentano affetti, amore e loro valori; si impara la gestione della gioia e del dolore, l'uso della propria personale intelligenza nell'agire, si aspira ad avere una vita autonoma. 

Si approccia il pensiero altrui, la storia, la filosofia, la matematica delle cose e l'importanza della consapevolezza. Ciò che si impara ora, nel bene e nel male, determinerà la catena delle cause e degli effetti di base per stabilire le conseguenze del proprio futuro ... anche se tutto prima o poi, cambierà in qualche forma, modo, o consistenza. 

Ciò che si studia in questo periodo della vita, sono le basi di partenza di un'arte, professione o mestiere. Tutto questo sapere acquisito in questa fase della vita, un giorno si elaborerà in modo di saper fare e saper essere, attendendo il momento in cui, bisognerà poi smettere di imparare in tal modo, per iniziare a sperimentare tutto in maniera diversa e più matura. Almeno si spera! 

In ogni società, sappiamo che esistono norme che stabiliscono più o meno le età più appropriate per ogni stadio dell'esistenza, queste variano da Paese a Paese e da cultura a cultura. Esistono infatti vari approcci per come questi passaggi esistenziali devono susseguirsi ed essere gestiti. Tanto per iniziare, sarebbe utile per esempio, poter approfondire in modo attento, questo particolare momento della vita, cercando di rapportarlo alle problematiche dell'età, e alle possibili vie esistenti che portano alla realizzazione o meno di un'esistenza da condividere con l'intero assetto sociale.

"Colui che possiede la grande immagine, tutti accorrono a lui. Coloro che accorrono non subiscono torto, ma rimangono in pace e Unione. La musica e le seduzioni fanno fermare uno straniero di passaggio. Ma le parole che si dicono sulla Via, come sono insipide e senza sapore! Se la si guarda, non vale la pena di vederla, se la si ascolta, non vale la pena di udirla. Ma se non la si usa, essa non potrà mai esaurirsi". (Il Tao - Lao Tzu -). 

Ancora ... "Sulla punta dei piedi non si sta ritti. Con le gambe larghe non si cammina. Se ci si esibisce non si manifesta. Se ci si vanta, non si riesce. Se ci si gloria non si diventa capi". Sempre Lao Tzu.

I copioni da recitare come cellule sociali, ora iniziano ad assumere un certo valore da chi un tempo venuto al mondo suo malgrado, ora viene in forma attiva in società. Si iniziano le prove generali e si cerca di capire il copione della vita ognuno come lo percepisce. La natura ha i suoi tempi per ogni cosa, pertanto, mentre tutto continua ad accadere, con andare incessante, il quadro dei giovani prende sempre più forma. È l’ora delle prime tracce di barba e peli corporei da aggiungere al corpo del maschio, ed è il momento dei primi disegni che iniziano a prendere forma sul corpo femminile in diverso modo, dove seno e curve diventano sculture della natura. 

I costumi di scena, faranno per ognuno di loro il resto sia per appartenere ad un gruppo, ad un valore, o ad una moda. Tutto si fa sia per addobbare e manifestare le loro diverse forze energetiche sia per esprimere un mondo interiore, sia per essere in movimento libero verso un futuro tutto da creare, ma che ha già segni specifici ben delineati. È tuttavia giusto che in questa età si ignorino certe cose, altrimenti la vita perde colore, poesia, suono e danza. La natura sa quel che fa, e noi non abbiamo idee e concetti per poter dibattere con lei.



Contesto di riferimento e costruzione più o meno consapevole del copione

Da ora in poi, le cellule interne di ogni corpo, infaticabili, perseguono e continuano il loro progetto e il loro gioco di forme e trasformazioni materiali ed immateriali. Ogni cosa condiziona il modo di essere di ognuno, le loro relazioni tra loro, e quelle con chi in modo diverso li circonda. Intanto ... Implacabile e sinuoso, con grande maestria e circospezione, lentamente un mondo diverso da quello da loro in qualche maniera immaginato, li attende a braccia aperte, con un sorriso sornione, e pieno di cinismo.

Tanto per cominciare, queste ultime generazioni, non hanno avuto il tempo di concepire un sogno degno di questo nome così come lo intendevano un tempo i loro avi. Questo perché nel frattempo, il mondo é cambiato, tutto è velocissimo, e il passato non sempre può essere più un modello da perseguire.  Oggi in più, i modelli che hanno a disposizione i nuovi venuti nella società del fare, non sempre sono solidi come vogliono far apparire i consolidati adulti, con le loro suadenti immagini e parole. 

Oggi un giovane in gamba, prima o poi capisce presto che deve ricalibrarsi prima possibile con il mondo, usando modelli personali, sapendo che quelli di riferimento spesso risultano essere fragili e impalpabili. Se si ha come riferimento la sola comunicazione di massa, i media presentano loro un mondo di confusionaria superficialità. Se si tiene conto solo dell'istruzione di base incentrata sul precariato di tutto, e ci si conforma più sul sapere dell'informazione che sulla formazione, ci si perde. Non so perché, ma qualcosa mi dice che ogni giovane, è solo più solo tra tutti, proprio in quel periodo di vita, dove facilmente ci si sente soli e non compresi. 

Con questo non intendo essere protettivo, ma ciò che stiamo proponendo, non è l’imparare a spingere la realizzare della sua propria matura e consapevole indipendenza. In che modo un giovane prenda contatto con la jungla della vita è complessissimo da approfondire in questo contesto. La domanda dovrebbe essere: in che modo e con quali strumenti e metodi, un giovane oggi può approcciare il suo futuro, per saper distinguere le erbe nutritive da quelle velenose?

Costoro, non solo italiani, per sogni non loro, hanno ereditato debiti a loro insaputa, ed ora sono avvolti solo da vuoto e da una strana realtà virtuale che può però rendersi straordinariamente utile e vantaggiosa se ben gestita. Essi in futuro potranno solo essere i nuovi pionieri di un nuovo mondo se intendono sopravvivere dignitosamente. La cosa è possibile, per certi aspetti è già in atto e i modelli non sono pochi. Casi google, facebook e tanti altri lo dimostrano.

Anche se in recessione, una governance seria, deve solo riuscire a fermarsi un attimo, ed iniziare a creare supporti, impulsi e occasioni per ridare speranza e senso di qualità della vita, andando oltre il benessere inteso come consumo fine a se stesso. Più che in passato, le nuove generazioni socializzano, viaggiano, studiano nuove materie, seguono you tube, forum ed altre cose similari. Amano, fanno sesso e naturalmente, hanno molte più cose dei giovani di un tempo come è normale che sia. Sono convinto che c'è la faranno meglio di noi, visto che, differentemente dalle generazioni passate, si dice che addirittura corrano il rischio di vivere peggio dei loro genitori. 

Questi forse hanno qualche ideale in meno, ma nel bene e nel male, meritano rispetto e stima. In molti si ammazzano in tantissimi diversi modi per decisioni e scelte spesso incoscienti (droghe a buon mercato, incidenti stradali e azioni similari). In tanti si perdono in mondi virtuali, non pochi seguono chimere illusorie di pensieri non loro, dettati da media e politiche consumistiche poco equilibrate. Ma cosa si sta proponendo loro, per farli lottare contro le nostre idee? Perché mai?! Solo per il fatto che attraverso questo modo, essi possano imparare la lotta e la strategia non dei giochi, ma della vita per far si che abbiano chiaro in mente cosa superare e correggere dei nostri errori, e cosa invece salvare.

Nel mondo dei cosiddetti adulti, in pochi ci poniamo il problema della qualità possibile del futuro della loro vita. Per qualcuno sono dei bamboccioni, per qualcun altro un problema, per altri ancora sono degli apatici. Silenzio signori e signore! Almeno silenzio! Poniamoci invece la domanda di cosa di nuovo sappiamo fare, per camminare insieme verso il nuovo futuro?

Io in loro vedo tantissima energia positiva, vedo tanti che intelligentemente imparano una lingua e vanno via a cercare esperienze in altri corpi sociali. Ci vanno non da soli, ci vanno con progetti e sogni concreti da realizzare. Questi giovani, in molti conoscono benissimo il copione, sanno recitare in modo positivo il loro ruolo perché essi interpretano la vita con tanta più consapevolezza di quanto si creda. Penso solo che loro debbano avere più occasioni di imparare ad utilizzare meglio la loro mente e la loro consapevolezza. 

Entrando nelle loro dimensioni, anche in quelle tecnologiche e virtuali, l’arricchimento è garantito per tutti, la comunicazione ci guadagna, le idee si moltiplicano, l’utilizzo sano del progresso può diventare qualcosa di condivisibile. 

Quanto scaturisce da ciò che stiamo vivendo come società, è il frutto di semi che abbiamo gettato nella nostra terra solo pochi decenni or sono, ora questo non va fermato e neppure maledetto o idolatrato, sia perché non serve, sia perché non è giusto per un'infinità di motivi. Dobbiamo fidarci e costruire cose nuove con queste nuove cose, insieme a queste nuove cellule sociali che intendono far progredire il corpo di cui sono parte. Che dire, il resto si vedrà, chi vedrà saprà... tanto nel l'interdipendenza delle cose e delle decisioni, esiste sempre sia un bene sia un male da saper gestire.

Prossima puntata: l'età adulta

domenica 22 settembre 2013

19 - blocchi di partenza: inizia la corsa

Le favole non dicono ai bambini che i draghi esistono. Perché i bambini lo sanno già. Le favole dicono ai bambini che i draghi possono essere sconfitti. (Gilbert Keith Chesterton, Enormi sciocchezze, 1909)

                    

Tralascio qui l'addendrarsi nella descrizione della vita prima della nostra materializzazione, quella invisibile all'occhio umano. Quella che instancabilmente, fin dalla notte dei tempi, segue sempre il medesimo processo per permettere l'inizio della manifestazione di ognuno di noi. 

Saper trattare la storia interminabile di due differenti DNA che si incontrano per diventare un solo embrione di una nuova vita, non è da tutti, figurarsi da me. Affrontiamo con mille attenzioni i blocchi di partenza della vita.

Non è semplice trattare temi così sofisticati che definiscono le linee essenziali di ciò che accade prima dell'evento della visualizzazione oggettiva su questa terra di ogni umano di qualsiasi razza, credo, cultura e condizione. Fin qui la cosa certa, è che tutti ugualmente attraversiamo identici percorsi, superiamo continue infinite metamorfosi, e dobbiamo esplorare simili stress e condizione di pace. 

Se l'intero programma si è svolto secondo le leggi di madre natura, il primo vagito, esprime la fine di un ciclo e gli inizi di una prima sofferenza: la nascita, a partire dal momento vissuto poco prima di entrare  in contatto con questa terra. 

La nuova vita, porterà gioie e dolori a tutti, ma in realtà, già fin da subito, la sua sofferenza per nascere, è immediatamente condivisa con diverso grado e forma da una donna, e da chi aiuta loro due (o tre in caso di parto gemellare) al nuovo lieto evento di una nuova presenza terrestre.

Appena si entra in tale nuova realtà di esseri umani, per "diritto", il nascituro sarà subito membro di una famiglia che è una parte di una sintesi di una storia di una cultura. Il neonato sarà automaticamente condizionato da un credo in modo inconsapevole. 

Egli o ella, nasce in un clima di una nazione con un suo destino, che ha costruito giorno dopo giorno, quello che è già il suo popolo. Da ora in poi, qualcosa in grandi e in piccole cose, qualche contributo al destino di molti, lo darà anche lui o lei che sia. 

il nascituro ha in sé un bagaglio di informazioni utili, dipenderà da lui/lei da come utilizzerà in seguito questi dati di base, lo farà per crearsi un personale futuro, e non solo il suo. Un nuovo attore entra in scena. Nello stesso istante che in quel momento tutto accade, da qualche parte, qualcun altro esce dal palco. Ma questo è un altro film. 

Riguardo l'inizio della vita del bebè, da ora in poi, cause e condizioni faranno il resto. In pratica, la strada non sarà predeterminata automaticamente, avrà solo un copione iniziale di massima sotto forma di bozza. La sua prima casa e la sua famiglia è il suo primo mondo.

Certamente il percorso non sarà uguale per tutti, molto dipenderà sia da fattori strutturali dipendenti dal "sistema operativo" chiamato DNA, sia dall'ambiente circostante in cui vivrà nel corso della sua esistenza. Altri fattori che condizioneranno pensieri, parole e azioni, saranno determinati dal sistema percettivo, dall'educazione, dai valori e dalle credenze che si instaureranno in lui/lei. 

Da quel momento in poi, si è immediatamente immersi un un clima culturale. Ora strani rumori e odori prendono consistenza. La pelle raccoglie nuove forme di contatto con tante strane cose; per sopravvivere, anche il gusto vivrà nuove esperienze, e gli occhi iniziano a vedere forme mai viste prima. 

A propria insaputa, si fa subito parte di un segmento di mercato, si è un target di talune aziende piuttosto che altre. La nuova famiglia da qui in poi avrà una nuova storia tutta da creare.

Tra chi non sa ancora di avere per nascita diritti con più o meno privilegi di partenza, c'è dal lato opposto, chi è circondato da mosche e bruciato dal sole. 

Alcuni/e dovranno imparare a difendersi subito dal caldo soffocante e l'acqua per loro sarà un bene prezioso e raro; altri dovranno imparare a convivere con il freddo, e il sole sarà un raro tiepido evento; per altri ancora, tutti questi aspetti saranno più o meno relativi. 

Vivranno tutti contornati da scenografie diverse e variopinte, fatte di colori che vanno dal grigio a varie sfumature e incastri di blu, rosso e giallo. In questi continui quadri di riferimento, ogni copione sarà una trama di un film sempre perfetto, nel bene e nel male. 

Sarà perfetto, per il semplice motivo che nulla sarà per caso, tutto sarà una semplice conseguenza di ciò che si è fatto prima, magari con una scena diversa e con altro cast. Ma è così che si crea il futuro.

Indipendentemente dalla durata della batteria della vita programmata biogeneticamente per ognuno di loro, esiste una batteria ancora più importante. Quest'ultima, ha di solito un tempo diverso, ed è quella che stabilisce la vera durata dell'esistenza. 

Qui l'artefice di ogni evento, è solo il gioco del caso e degli accadimenti che il nuovo mondo via via gli presenterà. Alcuni rischiano la vita molto più facilmente di altri fin da subito. Altri meno. Ma nulla garantisce chi finirà prima.

Mi risulta che in tanti sono accolti da questa madre terra da urla a volte strazianti, e strani rumori di mitra e bombe, altri percepiscono più un clima naturale fatto di contraddizioni varie, altri ancora vivranno di ansie più o meno diffuse, o di serenità più o meno apparenti per mille altri vari fattori.

Forse gran parte di quel che ode un nuovo venuto, nulla per lui in effetti è proprio del tutto nuovo. La  nuova forma esistente, qualcosa con suoni diversi lo ha già sentito nella fase di gestazione. Ora la differenza di ciò che sente, rispetto ai primi suoi nove mesi di "vita non vita", sta solo nel fatto che per i suoi sensi, tutto inizia ad essere più netto e chiaro. 

Tutto ciò accade, anche se non è ancora ben distinguibile e con un nome proprio. Questo però è un altro argomento per il momento da lasciar perdere, ma sul quale non è male riflettere.

Se esistiamo, concretamente, é perché per tutti noi c'é stato un giorno in cui si é giunti su questo mondo, e il primo respiro é stato il più grande evento della nostra vita. Poi questa esperienza la si darà per scontata fino a quando, l'ultimo respiro ci ricorderà che il ritmo silenzioso dell’aria che ha attraversato instancabilmente il nostro corpo, ci ha accompagnato per un'intera esistenza. 

Tutto questo è ciò che accade; è così che inizia la vita dell'infante. L'infanzia prima o poi terminerà, anzi, si sa quando terminerà. Essa è quel periodo che parte da quando si avviano le prime esperienze terrestri di tipo senso motorie, e man mano, giunge fino all'età della prima fase scolare detta di prima socializzazione. Vediamo cosa ci dice uno dei maggiori studiosi di questo periodo della nostra vita.

Jean Piaget (psicologo svizzero morto a Ginevra nel 1980 all'età di 84 anni) ha suddiviso lo sviluppo cognitivo del bambino in predeterminate fasi che tutti noi percorriamo. Cambiano i contenuti e la qualità di come tale processo avviene, ma la struttura di ogni periodo è un processo  uguale per tutti, indipendentemente dall'angolo di terra in cui si vivrà.

Comunque sia, il nuovo potenziale ancor non uomo, non donna, non nulla è appena atterrato per transitare su questo pianeta, e l'interdipendenza, anche se a sua insaputa, ha fatto da sempre già parte del suo bagaglio esperienzale e il suo inconscio lo sa. Da ora in poi, si creeranno altre concrete basi di partenza del suo futuro.

Qui inizia la nuova evoluzione che le cellule intraprendono in una nuova forma. Come abbiamo in qualche modo visto, tutto inizia dopo una serie di mutamenti già avvenuti in una dimensione sensomotoria diversa da quella che ha preceduto questo nuovo arrivo. 

A seguito dell'abbandono della vita trascorsa nel passato "involucro" che con tanto amore, dedizione e preoccupazione, una donna ha saputo accudire per nove mesi, questo corpo deve ora imparare a camminare con le proprie gambe. Importante sarà cercare di avere sempre la schiena dritta, lo sguardo fiero che sa guardare lontano, l'attenzione a dove si mettono i piedi durante il cammino. Le mappe dell'istinto, e la bussola della cultura, lo/la guideranno.

Da ora in poi si vedrà un nuovo film. Intanto, abbiamo immediatamente due identità che si guardano negli occhi. Madre e figlio diventano due realtà interconnesse tra loro in modo differente da prima, perchè entrambi sanno che lentamente dovranno imparare a separarsi. 

Queste due unità, dovranno pian piano staccarsi sempre più velocemente dai soli fattori biologici e genetici. Insieme apprenderanno ad interagire presto con l'attore anch'egli geneticamente fondatore della nuova creatura, ma fin qui materialmente invisibile. La figura del padre, quella che spesso, per motivi diversi, risulta essere la più complessa e articolata con cui in futuro relazionarsi.

Piaget dimostrò, che l'intelligenza del bambino è strettamente legata alla capacità di interazione adattiva all'ambiente sociale e fisico che lo circonda. Scoprì in pratica, che qui da ora in poi, c'è un nuovo soggetto che impara a influire sui primi oggetti che lo circondano.

Tutto ciò, lo fa evolvere (interdipendenza con cose nuove del mondo circostante, da altri costruite per lui e non solo) proponendogli varie scelte possibili ed esperienze diverse. Questo progressivo e lento sviluppo così formulato, arriva fino a circa sette anni, e avviene attraversando cinque stadi.  

Il primo stadio riguarda il periodo senso-motorio, che va dalla nascita ai due anni circa. Questa fase include a sua volta sei diversi gradi di sviluppo che qui non descriviamo per evitare appesantimenti teorici che poi richiederebbero a loro volta particolare attenzione. 

Tuttavia però, possiamo ben dire che i bisogni del bambino per diventare un giorno un essere autonomo, già in questo periodo sono importantissimi da seguire con intelligenza, attenzione e amore. 

Chi si prende cura del nascituro in questa fase, sarà determinante per la sopravvivenza di ciò che poi il nuovo ospite di questa terra in parte diverrà. Tale periodo, è anche importante per la qualità del rapporto che egli avrà con tutto ciò che in futuro lo circonderà. 

In ogni modo, fare tutto con semplice amore può anche bastare, se in più si possono creare miglior clima affettivo, ambientale, e offrire migliori condizioni di vivibilità, sarà cosa buona. Il concetto di eccellenza di ogni contatto con ogni oggetto, affetto e idea, è ciò che conta, ma non perderei mai di vista che ogni cosa piccola o grande che sia, è sempre sia un bene, sia un male, che piaccia o meno.

Terminata questa fase, si passa poi allo stadio detto pre-concettuale, che va dai due ai quattro anni. In questo periodo detto egocentrico, il bambino é convinto che tutti capiscano i suoi desideri e i suoi pensieri. Egli entra in pratica in relazione con il mondo che inizia a vedere intorno in maniera infantilmente autonoma, prendendo possesso delle prime informazioni rapportandole a sé.  

Proviamo ad immaginare cosa ciò voglia dire se non vi fosse interconnessione materiale e valoriale in tutti i sensi, tra questa nuova vita, i genitori, i pediatri, l'ambiente circostante, ecc? 

Intorno ai quattro anni, e fino ai sette, accade la prima vera interdipendenza nella vita di ogni giorno con il mondo. Ciò avviene in maniera creativa e solitaria. Si innesca nella mente del bambino, nel bene e nel male, che tutto il mondo dipenda da lui. In questa fase, egli entra nella sua prima istituzione sociale, inizia a conoscere una nuova scenografia del palcoscenico della vita. 

Il suo primo teatro fuori dalla suo contesto di partenza ora diventa la scuola, ed è a questo punto che si sperimenta con figure diverse dalla sua famiglia d'origine, ignaro, come tutti gli attori, fa le prove del suo copione per capire cosa funziona e cosa no, per avere affetto e tornaconti vari. Di fatto non sa, che non da solo, sta mettendo le basi della sua visione della vita. 

Non più solo la sua famiglia, ma ora anche tante nuove persone entrano nel suo mondo, inizia così una nova rete di interconnessioni che si aggiunge alla precedente. Chi sono costoro che entrano in contatto con la nuova vita con responsabilità e ruoli vari? Quale reale coscienza e preparazione concreta hanno e ... quale qualità tecnico umana sanno offrire? È chiaro vero, che qui volutamente ho trascurato ogni forma di eventuale sfortunata disabilità?

A proposito di interconnessione, oggi, a parte la famiglia lasciata troppo sola, la società in questa fase così importante della vita della nuova "cellula" venuta ad arricchire questo "corpo mondo", cosa propone e quali condizioni crea in modo da agevolare un sano sviluppo del bambino? Tutto è sia un bene sia un male però, e conviene non perderlo mai di vista.

La qualità che si tende più o meno ad offrire, ha sempre una propensione orientata ad un miglioramento continuativo? Se no, rifletterci come persona, famiglia e società. Se si, cosa si intende per miglioramento in un contesto di questo tipo? Tutto è sia un bene sia un male, è vero, ma attenzione che ciò non alimenti fatalismo invece che attenzione e responsabilità.

A parte l'impegno personale dei genitori (se tutto va bene), quali investimenti si sono mai pensati dil fare ultimamente per agevolare gli sviluppi in questa fase della vita? Le politiche in quest'area, soLno un costo o un investimento, anche per il futuro di un PIL (si proprio il Prodotto Interno Lordo di una nazione) ad alto valore aggiunto? Qualunque percorso è sempre sia un bene sia un male.

Non entro ora in merito nelle singole riflessioni possibili che poi più in avanti, con post ad hoc tenterò di sviluppare meglio. In ogni modo però, per ora una prima considerazione che mi viene da fare, è che non mi sembra che il debito pubblico aumenti ogni giorno … per questi investimenti di lungo termine, Indipendentemente da quello che si è scelto da un punto di vista socio politico. 

Dopo questa breve divagazione di tipo socioeconomico e politica, torniamo alle fasi dello sviluppo del bambino. Sappiamo che il tempo intanto passa e se ne frega dei diversi teatrini dell’umano convivere delle diverse culture e scelte politico sociali. Ma si sa che si sta segnando una nuova storia di una nuova variabile, che è qui per arricchire di contenuto i principi del "caos" di questo mondo. 

In questo frangente il bambino, non solo da ciò che gli accade intorno, per il lui inizia ora la fase delle operazioni concrete; periodo che va dai sette agli undici anni. Qui si comincia a vedere il mondo ancora in maniera più evoluta. Qui si inizia a prendere coscienza del pensiero induttivo e si è in grado, di svolgere le prime operazioni concrete con il mondo finora costruito da altri (giochi, media, supporti educativi, ricerca, tecnologie ecc). Ogni cosa è sempre sia un bene sia un male anche qui.

Non si è ancora capace di ragionare su concetti verbali, ma si sta per entrare in nuovi dimensioni. Sarà solo successivamente nella condizione detta “delle operazioni formali”, che va dagli undici ai quattordici anni, che la nuova cellula sociale acquisirà la capacità del ragionamento astratto di tipo ipotetico-deduttivo. Da ora in poi, inizierà ad avvicinarsi all’ambiente che condizionerà in maniera ancora più profonda attraverso il suo ruolo di nuova cellula sociale. 

Il copione e la propria sceneggiatura prende sempre più forma ma tuttavia ... tutto é ancora poco strutturato. Ogni cosa può capovolgersi, ma il marchio di fabbrica della personalità è sempre più un dato di fatto. Le sue esperienze, un domani saranno ricordi importanti.

Da ora impara giocando il ruolo di attore che gli piacerebbe un giorno interpretare. Iniziano le prime identificazioni, nascono principi di modelli da voler seguire. Mette a punto in tal modo una rudimentale sceneggiatura della sua esistenza. Tutto ciò, per lo più avviene a livello inconscio, tra l'altro sta iniziando a creare un probabile futuro da liberale, razionalista o perfezionista.

La scuola e gli strumenti di socializzazione in modo più ampio (TV, Programmi mirati di utilizzo web, sport ecc) ci sono per dare risposte mirate a quanto sopra riportato? Hanno tutti una consapevole attenzione all'unità informativa di base trattata nel post 17? 

A parte tutte le riforme e casini che ci sono intorno alla scuola, la nostra società, cosa altro fa di concreto per il suo stesso futuro nel bene e nel male? 

Insegnare, fare medicina e tutto quanto riguarda il seguire questo bene prezioso, quanto è mestiere per portare il pane a casa o per prestigio sociale, e quanto è missione?

Per ogni nascita, si deve investire come società, come se questa nascita fosse in pratica una vera risorsa energetica (tipo petrolio, acqua e gas). Diversamente, prima o poi, la società si ammalerà.


I bambini nella storia, tra amore e pianificazione

Qual è la condizione dell’infanzia oggi? Non drammatizziamo, certamente è molto migliore del passato. Tanto per cominciare, fino a non molti decenni or sono, in ogni famiglia era più o meno usuale che un bambino ogni tanto morisse, e per giunta, per un qualche motivo oggi ritenuto più o meno banale. Il tanto vituperato progresso a volte ha più cuore degli umani.

La morte infantile un tempo era la normalità della vita. Il dolore per fatti di salute e/o incurie varie, era in passato più normale di oggi. Più si va indietro nei secoli, più questo dolore era piuttosto tacito. Più che per mancanza d'amore, lo era per cultura e normale vicinanza e familiarità che esisteva fra morte e vita delle persone di ogni genere di famiglia, di ogni ceto e rango. 

Nel medio evo ad esempio, spesso i bambini una volta prodotti, si abbandonavano al loro destino. A Sparta, li gettavano quando vissuti come risorsa inutilizzabile per i loro scopi socio culturali prevalentemente orientati all'economia di guerra. Ci siamo ricordati dei bambini spartani. Lasciamo perdere le tristezze del medioevo e non solo, procediamo.

Diciamocela tutta, malattie e progresso a parte, una volta il bimbo nasceva  più facilmente per tutta una serie di motivi culturali, sociali ed economici. Statisticamente e per condizioni igieniche sanitarie, era più probabile che non tutti potessero sopravvivere. Ma in realtà, tanta vera disgrazia umana, in tutta la storia dei tempi, oggi incluso, è che non sempre tutti i neonati sono frutto di consapevole amore. 

Se guardiamo alla nostra cultura, tanta strada si è fatta per avere società più stabili grazie ad un'attenta educazione giovanile. Oggi c'è maggiore coscienza sociale, ma tutto cambia davvero tanto, se limitiamo i nostri orizzonti, ed evitiamo di vedere interconnettività dei popoli in un'economia sempre più globalizzata. Ragionando in questi termini non ristrettivi, sapendo leggere la globalizzazione e le grandi dimensioni culturali a confronto è importante. Vediamo alcuni fattori che dimostrano quanto affermato.

La globalizzazione della moneta è ciò che vogliono farci vedere, ma quella socio culturale e strettamente ad essa legata e quindi può essere secondaria. Diversamente, difficilmente si riuscirà a vedere cosa fare per anticipare problemi futuri. Dedicherò prima o poi un post ad hoc di macroeconomia per esprimermi meglio su tali aspetti. Intanto vediamo alcune piccole considerazioni che a tal proposito vengono spontanee. L'economia è globale, ma le società non lo sono affatto. Non mi sembra cosa da poco se consideriamo ad esempio le conseguenze di un'immigrazione di disperati a loro volta sfruttati dalla loro stessa gente!

Cosa dire dell'era moderna con bambini sfruttati dalle nostre multinazionali? Cosa pensare dei bambini ancor oggi addestrati alla guerra fin dalla più tenera età ancora in tante aree? Questo non comporta nulla oltre l'aspetto etico morale che può interessare o meno? Non solo, parliamo delle bambine cinesi nel ventunesimo secolo? Chi produce la prostituzione minorile? Tutto qui al momento.

Non male vero per smetterla con la retorica e l'ipocrisia del bebè? Lo so, forse ho esagerato un po' parlando di ipocrisia, in realtà, forse sarebbe meglio dire che molti di noi, per farci coraggio, chiudiamo gli occhi diventando sordi, anche se solo per non far soffrire il cuore. I bambini non sono affatto una gioia desiderata da tutti, loro, non lo sanno poverini. Per restare a casa nostra, che dite, vogliamo  contare gli infelici, o magari gli abbandonati? 

Facciamo una cosa, per quanto riguarda il non rispetto alla nostra "risorsa primaria", non paliamo solo di povertà, dove molte disavventure sono più che evidenti, e certamente non hanno bisogno di essere ricordate al momento, per quanto tristi sono. Vogliamo vedere quanto siamo irrispettosi prendendo in esame qualcosina anche sui bambini delle classi agiate? Bene. Procedo.

Ad esempio, una volta, ma per tanti ancor oggi, il patrimonio familiare, una ricca e prosperosa azienda, o qualsivoglia attività di successo, diventano non di rado, addirittura forma di violenza invece che fortuna per tanti nascituri di questa fascia sociale. Perché? per il semplice motivo di adottare comportamenti più o meno subdoli al fine di convincere qualche bimbo che un giorno sarà ... l'erede designato. Si riesce ad immaginare i conseguenti problemi sia dei futuri adulti coinvolti loro malgrado in un ruolo che non sentono loro, sia di chi altri ad essi legati un giorno, come pagheranno le conseguenze, per scelte di genitori quantomeno imprudenti? Andiamo avanti.

Non pochi di questi infanti apparentemente fortunati ai più, a loro insaputa, in molti casi, sono educati per questioni non attinenti alla loro vera natura, solo per creare a tavolino ciò che non è detto che in natura quella persona davvero sia. Ossia "re", imprenditore, capace gestore del patrimonio familiare. Anche questa è una forma di mancanza di rispetto per la vita degli altrui neo ospiti di questa terra, che come adulti, trattiamo più spesso come proprietà privata. I risvolti psicologici sottili sono infiniti, e tutti a discapito del processo di maturazione adeguato ed equilibrato di questo tipo di bambini.

Altro problema dell'era contemporanea, è che oggi si nasce poco nelle culture a capitalismo avanzato, e in più, in tante famiglie benestanti, si tende a viziare troppo questi bambini, solo per vanità dei genitori, o peggio ancora, per suprrficialità ad esempio. Che dire ad esempio sui bambini iper organizzati per fare mille corsi e attività più strane o di moda del momento, senza badare ad una giusta attenzione dei tempi dello sviluppo naturale della persona umana? In questi casi, abbiamo quindi genitori senza rispetto del futuro di chi deve ancora capire che le cose della vita, hanno una loro storia e un loro tempo per essere conquistate. 

Oggi, in tante famiglie ad alto reddito, abbiamo bambini visti quasi sempre in bilico tra amore, salvezza del matrimonio, semplice ma non secondario bisogno di maternità della donna che intende sentirsi sempre giovane ad ogni età, utilità del momento, ricatto economico, paura della non continuità del buon nome, eredità da non disperdere e via così. Abbiamo anche la scienza che promuove diverse forme di vita per i benestanti. Quante contraddizioni ancora in essere se pensiamo al mondo nella sua globalità e senza pregiudizi. Poveri figli tutti? ma che?! Chi vivrà vedrà, tanto tutto è sia un bene sia un male! Che fare con la consapevolezza di ció è quanto basta.

Nella cultura di comunità totalitarie, i bambini sono visti ancor oggi, come figli della guerra o materia grigia su cui imprimere leggi, valori e/o indottrinamenti vari. Quelli che accetteranno "felici" questa ristretta visione del mondo, come premio saranno un giorno dei veri privilegiati !!!? Incredibile ma vero se ci pensiamo. In tante famiglie delle nostre democrazie invece, è ormai così complicato il mondo dei consumi, che queste lasciate dalla comunità spesso sole a se stesse, trovano il frutto di un amore più o meno consapevole, prevalentemente un costo. Perchè? Perché immaginano un livello di vita più elevato possibile, andando al di là di ogni loro visione forse.

Il più delle volte, oggi la socializzazione dei bambini e demandata alla tv e/o costosissimi videogiochi che portano verso un'illusionarietà della vita. Vi sono anche video games intelligenti, ma vanno condivisi con gli adulti i quali però, non sanno come usarli. Anzi, spesso ne ignorano addirittura l'esistenza di certi fini. Non ci siamo come vedete, stiamo utilizzando in maniera confusa tutto il progresso che i secoli hanno saputo offrire. Eppure c'è tanto da fare!

Per molti, i bambini sono ritenuti responsabilità impegnativa e poco più. Per tanti altri i neonati oggi tolgono molta energia e sono una preoccupazione. Per altri ancora sono solo bellissimi da piccoli, ma iniziano a far preoccupare quando cominciano a parlare usando la loro mente autonoma. È vera anche un’altra strana verità che ha pure le sue fondamenta: più é ricca una società, meno bambini nascono, più una società invece è povera, più bambini destinati al peggio ci raggiungono su questo mondo; direi che qualcosa non quadra. Sorrido però ... tanto ogni cosa è sia un bene, sia un male.

Non credo di essere esagerato nelle mie valutazioni, ma ad esempio come siamo messi con le adozioni per tentare di salvare bambini nati, ma sfortunati per svariati fattori? Un casino di burocrazia e speculazione economica mi risulta che quella non manchi in questi meandri! Ma cinicamente parlando, conviene davvero preoccuparsi di queste cose per una civiltà così fortemente orientata all'edonismo consumistico? Siamo molto controversi su questi temi. Ad esempio: 

Come ci si propone per integrare i figli di non italiani nati qui? Cosa si fa per avere delle dinamiche educative più attente e pluralistiche senza timori di essere invasi da altre culture in modo disordinato? È importante che qualcosa diventi progetto/programma per la cura del nostro “corpo sociale” Presente e futuro immediato. Parola di sognatore!

Liberali, razionalisti, perfezionisti, sveglia! muovetevi invece di perdere tempo su cose sulle quali vi confrontate, solo per dimostrare quanto siete diversi. Questo è cisì d'ala notte dei tempi. Cosa invece può essere una giusta via di mezzo?


Conclusioni

La scienza con le sue scoperte fa molto per poter riprodurre nuove cellule sociali. Perbacco! Oggi si possono addirittura ... programmare nuove vite come si desidera. Quasi a catalogo! Questo il nuovo corso, e lo si sta vivendo tra polemiche e problemi bioetici di non poco conto. La natura ci mette del suo a creare a volte sottili ciniche basi nascoste di infelicità (infatti, tutto è sia bene sia male). 

Ad esempio poco conta in età molto avanzata il bisogno di maternità di una donna, quando malauguratamente tale scelta è solo a causa della paura di una sua personale scadenza biologica ancora insoddisfatta?! Tutto il massimo rispetto per la vita di ognuna di loro, ma in quali pericoli ci si va a mettere se non si è sufficientemente agiati innanzitutto mentalmente, oltre che socialmente, affettivamente ed economicamente, per poter garantire uno sviluppo adeguato ad un neonato?

Non esistono colpe di alcunché che nessuna donna deve farsi, è solo che, però la costruzione della nostra società, deve saper tener conto di queste variabili in modo intelligente. Lo si fa? Anche questo è socialmente una parte di un piano da considerare.

Ci vuole solo un momento di abbandono totale in un frangente relazionale intimo, per cambiare la propria esistenza e far nascere una vita. Da quella (si spera) fonte d'amore condivisa tra un uomo e una donna ... è tutto un attimo. Poi a volte, il mondo delle cellule fa tutto da sé e interagisce con la vita. Ci vuole però, dopo un’esistenza intera fatta di tanti decenni, per capire se si é mai diventati uomini o donne. Ossia, cellule del corpo sociale di riferimento in cui si vive.

Comunque sia, é solo la civiltà dei nostri tempi, raggiunta tra lacrime e sangue, che ci ha portato a vedere e comprendere il valore dell'esistenza e il rispetto dei bambini per ciò che essi sono. Già è qualcosa ma non basta! Lasciamo perdere gli abbandonati, gli uccisi, e quelli  gettati da sventurate donne dal destino amaro perché lasciate a se stesse nella loro solitudine. Ci sono, sono poche, ma ci sono ancora. Oggi non possiamo chiuderci nel piccolo mondo della famiglia di un tempo, ma non possiamo neppure non considerarla affatto. 

Un bambino dell'era contemporanea, é la risorsa della futura umanità; ma con basi e strumenti diversi, su di lui/lei bisogna dover lavorare ancora tanto come comunità. Non abbiamo alternative... nel bene e nel male. Nel ventunesimo secolo, crescono sempre più le nuove realtà familiari composte da single e genitori soli, unioni libere, famiglie ricostituite, famiglie monogenitoriale e così via. In tutto questo, aumentano sempre più i bambini con entrambi i genitori che lavorano, e con un'attenzione maggiore per la distribuzione dei compiti di cura. 

Vogliamo forse dire che avere una visione di una società che sappia considerare queste variabili non sia poi così importante? Abbiamo o no voglia di creare presupposti e nuovi progetti di condivisione degli spazi e delle regole, ma con nuove forme di sviluppo? 

Ci sono tante cose in giro, si è inventato quasi tutto forse, ma quante poche idee per usare bene e in modo saggio tutto ció. Un ritorno ai classici potrebbe essere di supporto per lasciarsi ispirare per nuovi progetti tecnologici a grande base sociale e umana, che non sia solo "il grande fratello" che si sta lentamente costruendo con grande circospezione e discrezione?

Se non impariamo ad accettare la realtà per quella che essa é nella sua articolata complessità, non riusciremo mai a comprendere la straordinarietà dei nostri tempi. Di conseguenza, non riusciremo mai ad ammirare quante cose positive si devono e si possono ancora fare. 

Tutto è interconnesso. Quanta tristezza fa vedere a volte bambini che hanno problemi come l’obesità̀, ad esempio. bambini che di fatto si trovano a vivere spesso in una perenne noia di sottofondo non sempre espressa. È chiaro che questo ritmo di vita li porta verso un delicato e impercettibile senso d’inutilità. Come si fa a non vedere ciò! Sbaglio? Anche bambini iperattivi con mille iscrizioni, quale tempo dedicano per imparare a coesistere con le proprie emozioni?

Non so quanto costoro siano felici rispetto alle certe infelicità di chi muore ancora per fame. Credo che si tratti di forme di inconsapevole sfumatura di sofferenza. Da un lato si esige bisogni primari da soddsfare, dall'altro forse occorrono piu consumi consapevoli.

Non parliamo poi, quando alcuni passatempi elettronici fungono da baby sitter! Apparentemente, i bimbi del ricco mondo consumistico sembra che tutti abbiano tutto, ma siamo sicuri? Attenzione, il problema non è il consumo in senso assoluto. Qui ripeto, urge una cultura di consumi consapevoli! Cosa ben diversa rispetto ad una visione primitiva della vita anticonsumista.

Oggi, se solo lo si volesse davvero, utilizzando bene tecnologie, culture a confronto, risorse umane e anche (addirittura) risorse finanziarie possibili solo impensabili qualche secolo fa, si potrebbe creare nuova ricchezza anche con scopi nobili. Bisogna investire in strutture sociali funzionali e/o (dove ci sono) farle funzionare bene. 

Queste strutture le definirei luoghi per laboratori del futuro. Unica cosa, è quella di fare attenzione a non esaltare nulla, nessun concetto e nessuna idea quando si ragione su questi argomenti. Ogni cosa è sia un bene sia un male, bisogna lavorare pazientemente e con grande capacita di ascolto, cercando di essere sempre contro ogni fatalismo e bisogna credere ed agire per realizzare concreti progetti di fattibilità, realizzati con un'attenta e responsabile programmazione delle cose realistiche per ogni economia di riferimento.

Equilibrio e concretezza non perdiamole mai di vista, la storia ci insegna che le fughe in avanti sono terribilmente pericolose. Ispiriamoci ai contadini, facciamo le cose preparando il terreno, aspettando i tempi della semina, curiamo con amore la pianticella, estirpiamo continuamente le erbacce che per natura si riformano continuamente … nella nostra vita di ogni giorno. Ma nel contempo attenzione  però, i contadini sono anche iper prudenti ad accettare il futuro! 

Concluderei questo post con il seguente aforisma: Che cosa fanno i bambini tutto il giorno? Fabbricano ricordi. (Dino Risi, Vorrei una ragazza, 2001)

domenica 15 settembre 2013

18 - i sette mondi di ogni vita

Il tempo non esiste, è solo una dimensione dell'anima. Il passato non esiste in quanto non è più, il futuro non esiste in quanto deve ancora essere, e il presente è solo un istante inesistente di separazione tra passato e futuro! (Sant'Agostino)


     

Gli umani, come tutte le cose sbocciano, fioriscono, hanno un momento di massimo fulgore e poi più o meno lentamente volgono al declino. Attraversano alti e bassi, tutto trascorre tra sottili e profondi piaceri, e tra piccole e grandi sofferenze. In questo modo, ognuno si inventa uno stile di vita e attraversa il tempo, il quale di volta in volta, a volte dura un attimo, e in altri momenti sembra eterno ... 

Come il verme, come la farfalla, come le rocce, come ogni cosa, prima o poi anche l'uomo appassisce, qualunque sia il "rango", la visione, la condizione economica, l'operato più o meno nobile condotto in vita, la  bontà, la cultura e la sensibilità. Segue poi un altro ciclo, riguarda il dopo questa vita, ma ciò attiene solo dalle credenze che ci accompagnano mentre invece siamo proprio in vita.

Nell'arco di tempo a noi destinato su questo pianeta, ciò che più conta, è vivere più che sopravvivere. Ma è proprio qui che sta il problema. Spesso per vivere e non sopravvivere nascono illusioni, conflitti e non mancano guerre, soprusi, ingiustizie e tanti altri motivi di inutile sofferenza.

In vita, col passare dei decenni, tra bastonate e successi; tra delusioni gioie e amarezze, si scopre che solo l'essere se stessi accettando la realtà per quella che essa è, aiuta a diventare stabili, determinati e forti di carattere. Accettare non vuol dire subire, questo deve essere un primo assioma, e qui già in molti si perdono. Accettare non vuol dire subire e quindi ostacolare visione e progetti. 

Se in armonia sincera con tale idea dell'accettazione come sopra intesa, grazie ad una cultura della consapevolezza continua, e attraverso esempio e parola attenta, in particolare con l'età avanzata, tende anche a rasserenare e rafforzare le migliori energie dei giovani migliori con i quali si viene in contatto. Questo nobile atto culturale che vede tutti orientati alla cura della consapevolezza e del l'esempio, induce comportamenti sani ed equilibrati, dà senso al passato, forza al presente, ed è un ottimo seme per il futuro di ogni generazione

Tale elemento di non poco valore, dà un senso concreto ad ogni età indipendentemente da come si evolvono pensiero e visione nel corso della vita. Tutto ciò però, non è garantito per diritto acquisito; richiede una cultura incentrata anche alla continua attenzione, alla pazienza e alla determinazione. Non  è assolutamente semplice godere di questi vantaggio. L'importante, é poi tener sempre presente, che in genere, la ricerca di equilibrio e stabilità non rende noiosi. É esattamente il contrario.

Le fasi del ciclo di vita, sono un assioma che permette a tutti di trovare cosa fare per realizzare le proprie attitudini in ogni momento della vita. Saper distinguere nel qui e ora inizio e fine di ognuna di queste fasi, permette di aiutare a trovare sempre un giusto posto con sé stessi ed in ogni struttura organizzativa, sociale e umana più in generale.

A livello sociale, una cultura in tal senso, dove ognuno é educato alla presenza mentale per essere sempre nel qui e ora e non perdere mai di vista nascita, crescita, declino è morte, agevola senso giustizia e progetti di sviluppo. Avere una visione di grandi prospettive anche per piccole cose è la linea guida. Tale pensiero dà anche entusiasmo ad ogni età se vissuto con serenità. 

Se malauguratamente non dovessimo capire presto e bene, come distinguere le fasi con piena responsabilità e consapevolezza, e come fare al momento giusto ogni cosa per rispettare questa legge della natura di nascita, crescita e declino, mi son reso conto che tendiamo di forzare ogni equilibrio, e così nasce un sottofondo di dolore perpetuo che ti accompagna per l'intero percorso dell'esistenza. 

In non saper essere in equilibrio con i tempi e le fasi della vita, comporta una condotta che spesso si manifesta con vari gradi di sfumature di follia. Ciò non aiuta se stessi nel corso della vita e non serve a gettare semi di dolci frutti. Da qui partono le basi per attirare disgrazia per sé e a chiunque si relazioni con noi negli affetti, nell'amicizia, nel lavoro e in ogni azione umana ad ogni livello. 

Il voler ignorare il rapportarsi in modo coerente secondo il proprio sentire, ma in modo equilibrato e consapevole, alle azioni giuste per ogni fase della vita, fa si che ogni piccola o grande cosa si falsi. In tal modo, ovvero senza apprezzare i doni dei propri tempi, porta anche tanta solitudine.

Il divulgarsi di tale incauta cultura oggi prevalente (dove tutto è scontato e meglio se legato al solo apparire) agevola l'inconsapevolezza nell'agire su ogni fattore. Quando si perde l'attenzione alla propria sfera esistenziale, questo crea guerre generazionali, porta disgregazione, ed è seme di discordia in ogni ambito. Agire senza consapevolezza di ciò, vuol dire non avere misura, e lentamente nel tempo, porta solo scompensi psicologici a se stessi. Tale ignoranza, espandendosi a macchia d'olio come moda o visione allargata ai più, porta anche percezioni false e alterate, e disorientamento sociale. 

In tal modo, nulla può più essere al suo posto, e la nostra natura umana si perde nei meandri di discorsi senza fine tra i dilemmi e senza mai delle linee guida appropriate. Si discuterà tra la gente solo di cosa sia giusto e cosa no, chi siano i cattivi e chi i buoni con i relativi mille "perché", "per come" e pregiudizi. Il tutto senza mai dei veri punti fermi e condivisi.

Non credo di essere un pessimista se concludo affermando, che l'ostacolare mentalmente il principio del che fare secondo vera coscienza in ogni fase del ciclo della vita di ogni esistenza, porti lentissimamente alla rovina. In modo quasi impercettibile, ignorare una verità di tale portata, pian piano l'essenza dei fatti e degli elementi, sfugge di mano e non si sa più quando tutto ciò sia iniziato.

Tale idea qui riportata in questo,post, la osservo continuamente, in particolare quando mi guardo intorno e vedo gente preoccupata o confusa per qualunque motivo; quando vedo persone insoddisfatte e tristi, scavando scavando, tutta la base di ogni dolore, è nata per ognuno sempre per non aver fatto la cosa giusta al momento giusto

Per meglio esprimere tale concetto, mi viene da riflettere e tentare di descrivere sul percorso della nostra esistenza e come essa si caratterizzi per singola fase. Pertanto nei successivi post, tenterò di definire i tratti essenziali del mondo dei bambini senza dividerli per genere maschile e femminile; seguirò poi la stessa cosa per la sfera dei giovani e la fascia degli adulti dividendo l'analisi per genere.

Al termine dell'analisi dell'età adulta, raggrupperò di nuovo maschi e femmine, riportando tutti nel mondo e nel modo di vivere nell'essere anziano oggi. Non escludo il tentativo di riflettere un po' anche su quella fase tabù nei tempi moderni, che San Francesco chiamava poeticamente ... sorella morte.

In pratica, così facendo, nell'analisi che seguirà, tenterò di esprimermi su "sette mondi" in cui le cellule (umani di ogni razza e credo), hanno diverse caratteristiche potenziali e bisogni in comune che possono decidere di vivere in pace o meno, e da esseri realizzati o meno. Ecco in che modo traccerei questo ultimo percorso appena dichiarato:

1) L'infanzia
2) Il mondo dei giovani
3) Età adulta
4) Pianeta e dimensione donna
5) Dimensione e pianeta uomo
6 Età successiva alla terza
7) Memento mori

Al termine dell'analisi di queste sette fasi, ciò che dovrebbe risultare essere più chiaro del mio pensiero, è sia il messaggio che ci insegna il concetto del ciclo di vita, sia la mia personale percezione, riguardo la nostra interdipendenza tra noi umani, e di noi in rapporto con i misteri della natura che le scienze tentano di conoscere sempre meglio. 


domenica 8 settembre 2013

17 - punto d'osservazione

Tutta la vita umana non è se non una commedia, in cui ognuno recita con una maschera diversa, e continua nella parte, finché il gran direttore di scena gli fa lasciare il palcoscenico. (Erasmo da Rotterdam, Elogio della follia, 1509)

      

Finora, con poca prudenza, ho sorvolato in analisi sui legami della vita dell'infinetisimamente piccolo (la vita del mondo cellulare e della fisica quantistica) con un approccio da totale inesperto ma affascinato dal significato profondo che queste teorie ispirano anche ad un ignorante come me. 

Non contento, sono poi andato a visitare per sommi capi l'evoluzione dell'uomo sulla terra e mi ha affascinato il significato (più simbolico) delle leggi che regolamentano il cosmo secondo una mia visione frutto delle mie poche conoscenze. Ma nonostante i limiti, poeticamente vedo con immenso piacere come il tutto danzi in un'unica coreografia.

In che modo il mutamento perpetuo della "natura della realtà" aiuta a far progredire l'umanità, donando di tanto in tanto qualche suo segreto agli umani É ciò che più mi ha affascinato in questo cammino. L'importanza della visione che l'uomo deve avere, per dare un orientamento alla sua felicità costruendo ognuno una propria sceneggiatura é come ho visto la vita. 

Non credevo agli inizi di questo blog, che la cosa potesse prendere vie così impervie e articolate. Devo ammettere tuttavia, che scrivendo, man mano mi ritrovo a mettere meglio a punto la visione che accompagna la mia piccola esistenza tra vari errori, più o meno felici intuizioni, appropriate o meno analisi, giuste ed errate posizioni e scelte. La visione della vita, è una vera e propria mappa che condiziona la nostra bussola. Il punto di osservazione è ricco di riferimenti base.

La mappa che ci guida, è l'istruzione che abbiamo per saper leggere i suoi segreti per scegliere giusti percorsi e prendere poi sagge direzioni. Tutto ciò, non poco influisce sulle scelte e idee del mondo privato, professionale e sociale. Noi siamo però anche è innanzitutto figli delle nostre idee, in particolare di quelle inconsapevoli. Quelle dipendono tanto da inconscio, convinzioni e speranze.

Non è male imparare a conoscere ... i propri "generatori di base" di ciò che siamo, ma ciò richiede introspezione ed equilibrio. Se tutto questo poi aiuti, è tutt'altra cosa. Intenzioni e motivazioni hanno molto da dire riguardo ció. Che dire il come ci relazioniamo a loro?

Altri due elementi da monitorare e da non sottovalutare sono le emozioni negative che frenano, e quelle positive che esaltano pericolosamente gli stati decisionali base. 

Entrambe queste emozioni potrebbero formare pericolose convinzioni fisse nel tempo. La coerenza qui non c'entra, essa è altra cosa. In tutto ciò, aiuta essere consapevoli sul fatto che se è vero che noi siamo figli dei nostri pensieri, è altrettanto vero che essi possono formarsi più per vecchie abitudini che per vere scoperte. Quanti punti di riferimento che deve poter considerare un punto di osservazione!

domenica 1 settembre 2013

16 - copioni eletti e natura della realtà

Il cinema è uno dei tre linguaggi universali; gli altri due sono la matematica e la musica. (Frank Capra)


La vita che si manifesta su questa terra, è uno spettacolo teatrale con continue scene multiple con esiti in perenne mutamento. Ognuno di noi, in ogni istante della sua esistenza, é sia attore sia spettatore, a seconda del punto di vista e dalla propria percezione e/o azione del momento. 

Lo spettacolo é unico. Esso ha una sua specifica trama se si é capaci di vedere l'insieme del tutto di ciò che accade interpretando il ruolo dell'osservatore. Ma ognuno di noi, se non vive da automa, al massimo a volte si concentra sulla propria sceneggiatura limitandola a quella personale, familiare, di comunitá o di appartenenza (lavoro e contesti di vita prevalenti) nella migliore delle ipotesi.

Il tutto invece é una narrazione collegata da un sottile filo conduttore dove il tempo segna ogni epoca storica. Tutto ha un suo continuum, e a seconda delle culture di riferimento varia, e di volta in volta, si incontra, si scontra, si amalgama, e si differenzia di nuovo per riprendere di nuovo il ciclo.

Il film dell'umanità é dato in pratica dalle azioni prodotte da una sommatoria di quasi sette miliardi (umani sulla terra ad oggi) di interpretazioni che si svolgono in continue scene differenti. In sintesi, ognuno realizza il suo copione in una sceneggiature parziale in modo più o meno consapevole. Ma in realtà, continuamente in qualche modo tutti condizionano ed è a loro volta sono condizionati da altre sceneggiature.

Tutto ciò che accade, è quindi dato inevitabilmente dai continui copioni che ognuno di noi recita nei vari contesti e momenti della propria esistenza. Tutti siamo davvero così consapevoli e coscienziosi della nostra singola sceneggiatura? La conosciamo? La creiamo o la subiamo dal nostro incosncio?

Nulla sorge per nessuno spontaneamente senza una causa, e quindi senza che non vi sia pensiero, retro pensiero, paura e desiderio da realizzare. Ognuno col suo copione quindi condiziona ed è a sua volta condizionato da tutti e da tutto. Avere consapevolezza di ciò, è di grande aiuto per prendere in mano la propria vita con maggiore consapevolezza, amore, creatività e responsabilità. 

Riuscendo a capire la struttura e la narrazione del momento di questa unica sceneggiatura dell'intera umanità (cosa non facile), aiuta a farsi un'idea delle diverse culture dei vari popoli se si é studiosi delle scienze umane, economiche o politiche. Più nel piccolo, esiste anche una narrazione a livello di singola societá, una per ogni struttura organizzativa, micro struttura o relazione. Saper leggere i codici di ogni narrazione é una grande cosa, ma l'istinto non é sufficiente ed occorrono strumenti e allenamento.

Dal micro inteso come narrazione individuale, fino ai massimi livelli di dimensione organizzativa, tutto é collegato ed interdipendente. Comprendere ciò aiuta non poco a migliorare il proprio copione in modo intelligente, e aiuta anche a posizionarsi meglio in ogni contesto e situazione in modo positivo per star bene con se stessi e con altri. Questo aiuta a sua volta a far crescere consapevolezza e coscienza. Quanto potere hanno invece bassi istinti teleguidati da dubbi, sospetti e paure inconsce?

Tolleranza, amore universale ed intelligenza sociale ed emotiva che si sviluppa in ogni essere consapevole del proprio ruolo in un unico copione di un solo spettacolo teatrale, aiuta la pace tra i popoli e la realuzzazione di un solo "film". 

Grazie a ciò, man mano si possono ridurre fame nel mondo, salute e sana valorizzazione dei valori positivi della vita. Ma a parte questo sogno e le pericolose illusioni che potrebbero scaturire da questo desiderio, comunque i valori citati possono aiutare non poco, quantomeno potrebbero forse aiutare a ridurre in qualche modo le follie umane. Chissà, credo, forse spero, non so. Ma piace crederlo.

Nel frattempo che la coscienza globale faccia il suo corso per un difficile lieto fine, almeno a breve, sofferenza, ingiustizia, incomprensioni, rancori e rabbia, amori sempre sospesi, paure, ansie, solitudini e sospetti, sono il lato delle emozioni non sempre positive che ogni copione in qualche modo esprime. Riuscendo a vedere tutto come in un gioco tra copioni in relazione tra loro, non é poco per migliorare ciò che si ritiene più giusto e corretto.

Alcuni autori di questi copioni, in particolari momenti storici e culturali, hanno una forte energia per indirizzare nel bene e nel male la storia dell'evoluzione della moltitudine degli esseri. Questi segnano i contonui mutamenti di scene e costumi. Sono coloro che tracciano i percorsi chiave dello sviluppo umano, dove tutti prima o poi sono coinvolti.

Essi sono le grandi intelligenze o che inventano qualcosa di geniale che cambiano il mondo, o che continuano il lavoro sospeso dai grandi del passato per seguire la linea del progredire della razza umana. Tra questi vi sono anche i diversi copioni dei leader e delle varie classi dirigenti che poi sanno indirizzare il bene e il male di ogni evoluzione. Tutta questa avanguardia é condizionata e condiziona la storia, l'inconscio collettivo tanto caro a Jung, il sonno e la saggezza o meno di tutti.

Più in dettaglio, durante la vita, ogni singolo "attore" di qualsiasi cultura, genere, ceto fede e natura umana, si sceglie giorno per giorno, scena per scena il cast più adeguato a quel particolare momento del suo transito su questo pianeta. Come nel jazz, basta conoscere la musica è il resto è vita. La musica la conosci attraverso esperienza, apprendimento ed educazione. La vita naviga tra abitudini e colpi di scene, riguarda tutte le miserie umane, ed é anche il mistero che spesso non comprendi.

Nessun casting di nessuno di noi nasce mai per caso. Cambiano spesso gli interpreti nel tempo, ma non il profilo dei personaggi. Alcuni a causa della loro profonda cultura di base non riescono mai a cambiare struttura del cast pur muovendosi in vari posti del mondo. Per tutti esistono precise cause e condizioni che creano occasioni di incontro e legami di vario genere e importanza per ogni fase della nostra esistenza. Questa umanità quindi, non è proprio un ... carrozzone che va avanti da sé. 

Coloro che hanno un copione capace di influenzare gli altri sono in tanti, ma tra questi vi sono alcuni "eletti". Super uomini? Assolutamente no! Questi "eletti", sono coloro che emergono come attori principali del film dell'umanità. Questi cosiddetti eletti, sono coloro che in pratica aiutano a dare senso alle cose umane e a smuovere la pigrizia della gran parte dei gregari. Gli eletti sono in sintesi gli attori principali del film della storia della vita, sono l'essenza dell'umanità, e creano i pilastri fondanti dello sviluppo della "natura della realtà percepita prima o poi da tutti"


natura della realtà percepita prima o poi da tutti 

La natura della realtà percepita prima o poi da tutti, é la risultante di tutte le narrazioni che alimentano e sviluppano gli eletti a vantaggio di tutta l'umanità. Grandi scoperte scientifiche e tecnologiche, medicina, economia, pensiero, cultura in genere, arti, politica, guerre e spiritualitá, sono le aree dove maggiormente si sviluppano i copioni degli eletti del bene e dele male. 

Tutto ciò che accade intorno a grandi temi citati, é poi frutto di direzione di odio e amore delle intelligenze, sensibilità e ossessioni espresse da ogni umano. Questa risultante rappresenta in sintesi l'insieme di tutto ciò che nel bene e nel male si manifesta per mano degli esseri viventi. Ognuno di noi interpreta questa rappresentazione a modo suo, taluni vedono in questo spunti e idee per migliorare la struttura e la bellezza dell'intera narrazione. Questi sono artisti, scienziati, religiosi "veri", studiosi, ecc. 

Gli scienziati spesso loro malgrado, sono più a rischio nel coinvolgimento di scenari militari. Tanti non sempre nella storia hanno saputo agire in armonia con coscienza e responsabilità. Imparare tutti a saper osservare la natura della realtà adoperando il metodo scientifico degli scienziatii sarebbe importante ma senza una consapevole coscienza potrebbe essere pericoloso. La realtà è tutto e niente, leggendola male porta male, leggendola bene, porta bene. In più è bene sapere sempre che in ogni cosa ha in sè sempre un po' di male e un po' di bene

L'origine della natura della realtà, ha motivo di esistere, grazie ad un mutevole eterno mix che c'è tra biogenetica, scienze sorelle, leggi dell'astronomia e dell'astrofisica. L'infininitesimo piccolo esistente nel mondo delle cellule e degli atomi propri della genetica, della biologia e della fisica, si reggono grazie alla natura delle leggi che regolano gli elementi fondamentali della sopravvivenza sul nostro pianeta. Tutto interagisce con ogni cosa, e fin quando ogni elemento è in equilibrio con il tutto, il tutto apparterrà a questo mondo. 

C'è un legame tra tutto, un po' come nella dinamica della canzone di Branduardi "alla fiera dell'Est". http://youtu.be/JIg7J9W4-z4



Gli eletti

La "natura della realtà" ha infiniti segreti che gli umani attraverso scienza, filosofia, arte e spiritualità, cercano di indagare. Alcuni di questi uomini o donne, sono definiti "eletti/e", poiché hanno delle caratteristiche che li mettono facilmente in relazione con la "natura della realtà" stessa. Il ruolo di costoro, è quello di usare intelligenza giusta nel giusto tempo per saper offrire idee, indirizzi, prodotti, servizi e progetti così innovativi, da lasciare un segno indelebile nel tempo. 

Gli eletti ono coloro che ci aiutano ad orientarci, ad integrarci, e a vedere leggi e sfumature, spesso nostro malgrado, per capire e approfondire meglio il tutto. Senza questi "eletti" si vivrebbe senza brio e guidati ognuno da un suo proprio istinto. Vegetali o altri animali non hanno "eletti" ma solo ruoli e funzioni utili alla catena alimentare. Ciò é un bene o un male? Forse sia un bene, sia un male.


Comunque sia, da qui lo spettacolo della vita

Per rappresentare il nostro copione nella vita, scenografie del mondo che girano senza tregua nello spazio sono davvero tante, ve ne sono di brutte e di belle, di volta in volta ne scegliamo una. Non manca la vera fotografia, ma quella è competenza della poesia o meno che diamo alla nostra sceneggiatura. In queste diverse miriadi di cornici, c'è sempre un evento che accade e condiziona il successivo. Ogni cornice racchiude un quadro dinamico che racconta una sua storia. 

Le narrazioni che mi attraggono di più, sono quelle delle persone che si innamorano di qualcosa che la natura della realtà offre alla loro attenzione. In questi casi, una forza misteriosa tra attore, copione e oggetto d'amore diventano tutt'uno. Da questa unione, se nell'uomo lentamente passione e conoscenza approfondita dell'oggetto, si fanno sempre più strada, sboccia sempre un fiore. Questo fiore però, deve essere curato nel tempo. È questa cura nel tempo, che fa la differenza tra questi signori e la fortuna della vita che il fiore poi avrà.

Questi "eletti dalla natura della realtà" sono uomini e donne che hanno diversi gradi di intensità di unione con ciò che amano. Essi hanno tutti una caratteristica in comune: attraverso l'uso della loro mente e del loro animus, riescono a tirarsi fuori dal mondo, non lasciandosi ingannare dalla ridondanza delle informazioni sulle cose per come esse appaiono. Così facendo, selezionano ciò che a loro modo di vedere serve davvero e ci lavorano su, fino a quando qualcosa accade. 

È in questa maniera che costoro penetrano nel cuore e nell’essenza di ciò che osservano, studiano, o amano. In tale dinamica, aiutano il mondo degli umani a migliorare e a migliorarsi. È grazie a ció che essi scoprono, inventano o producono. 

Essi ragionano solitamente come gli scienziati in laboratorio, continuamente sperimentano cose, idee, arti o imprese in cui credono. Non di rado si vivono come dei veri e propri missionari. Tra di loro esistono diverse specializzazioni e si dividono in esperti abitudinari e creativi, e in visionari devianti e privilegiati. I visionari privilegiati, si suddividono a loro volta in sociali e tecnico scientifici. Andiamo per grado e partiamo dai primi: gli esperti.


Gli esperti 

Tale categoria sembra essere formata da una moltitudine di gente. Potenzialmente potremmo farci parte tutti, ma di questo unico corpo fatto di esseri viventi, costoro sono ancora “cellule” minoritarie. Gli esperti, non si mescolano con chi sopravvive per vivere, essi si immergono nelle profondità degli abissi di ciò che fanno, e danno vita e/o funzione utile, a qualcosa di nuovo che lasciano sbocciare. Nella peggiore delle situazioni, sanno come far funzionare quelle cose che conoscono bene, per rendere più agevole possibile e migliore, la vita di tutti. 

Tra questi esperti, abbiamo abitudinari e creativi. 

I primi sono molto abili per realizzare ciò che sanno. Sono però prigionieri di un mix tra ex passione o interesse mirato, e mente che diventa abitudinaria da un certo momento in poi. Questo fenomeno, dominando nel tempo sempre più il loro copione, lentamente li opacizza. 

Queste persone sono quindi "elette dalla natura della realtà", ma vivendo un'amore o interesse senza tanta tensione emotiva per ciò che si è imparato, finiscono per arrivare ad un livello di competenza tale, che servono benissimo alla qualità di servizio per gli altri. L'esperienza li migliora nel tempo, non è poco ma nulla di più seppur grande. 

Maggiore è questo numero di persone in una società, in particolare in alcuni ambiti organizzativi, tanto più alto sarà il benessere e il valore delle cose proprie della comunità in cui vivono. 

Tra questi abbiamo bravi operai specializzati, dirigenti e operatori sanitari, burocrati efficienti che si dedicano al loro lavoro con coscienza professionalità, funzionari di ogni ordine e grado che garantiscono il vero funzionamento dei processi organizzativi di ogni istituzione del privato e del pubblico utile al bene della comunità. Sanno far nascere un fiore, son felici per questo, ma non sanno poi prendersene cura. Non sono qui inclusi gli esuberi che lo Stato assiste e i ciarlatani auto illusi.

Gli esperti creativi, si distinguono dai precedenti per il pathos continuo che mettono nella loro esperienza. Costoro diversamente dagli abitudinari, sanno curare meglio il fiore, imparando ad utilizzare giusti fertilizzanti. Essi conoscendo tipologia di terra, studiano sistemi ad hoc per voler tutto sempre più bello. Mixando le cose con grande corrispondenza di amorevoli sensi tra la loro passione, il bisogno di realizzarsi attraverso ciò che fanno, e la soddisfazione di far piacere al loro pubblico, salgono di un gradino più su rispetto ai precedenti. 

Grazie a questi signori con la grazia della cura continua, in questo modo si rinnova il mondo giorno dopo giorno e si garantisce un livello di bellezza alle sfumature della vita. Spiccano tra questi artigiani stimati, piccoli e grandi artisti appassionati delle loro conoscenze, piccoli imprenditori creativi, insegnanti con la chiara visione della loro missione, scienziati, medici, professionisti e specialisti vari.


I visionari

Esiste anche un altro tipo di relazione con la realtà delle cose. È il giardino incantato dei visionari. Ovverosia l'inno della "natura della realtà" contro la mediocrità. La "natura della realtà, è in pratica il meglio dei copioni che nasce dal meglio degli uomini che sanno interagire con cose, eventi, persone e animo umano. É una sorta di saggezza collettiva che qualcuno in qualche modo sa sintetizzare in qualcosa attraverso un disegno che ad un tratto si manifesta.

Costoro sono esperti in quasi nulla, sono sempre alla ricerca di non si sa cosa; sono personaggi che il futuro seleziona tra i mortali quando vede l'uomo attardarsi a progredire. Si raggruppano in devianti e privilegiati. Entrambi servono, altrimenti la "natura della realtà" non li avrebbe prodotti per gioco o per imprecisione del suo perfetto equilibrio. Non inneggio alcunché, procediamo.

I visionari privilegiati sono servitori dei bisogni della realtà e non di quelli dell'uomo. L'uomo per sua natura ha invece prevalentemente desideri. La "natura della realtà" raggiunge questi signori e queste signore di elevata statura, perché essa a un certo punto del suo percorso, ha la necessità di trovare gente dalle grandi intuizioni per continuare nel suo mutare. In tal modo, grazie a questi signori, conoscenza e qualità della vita fanno un salto di qualità.

I visionari, non si mescolano con chi sopravvive per vivere, essi si immergono nelle profondità degli abissi di ciò che amano, e danno vita e/o funzione utile a qualcosa di nuovo che fanno sbocciare. A volte mettono solo le basi che qualcun altro compierà, in altre circostanze essi stessi lasciano qualcosa  che prima o poi, risulterà percepito importante e/o utile all'umanità. 

Ciò che questi realizzano è così travolgente, che prima o poi, ognuno dei comuni mortali, deve agire per rivedere il proprio copione e adattarsi per andare avanti. Diversamente, chi non si adatta sarà impossibilitato ad agire per vivere in sintonia con il mondo. Vedi il mondo web ad esempio, insieme a tutta la fisica moderna e le scoperte tecnologiche, se non li si segue, come si fa ad avere una visione?

Il nostro stato di comuni mortali egoisti di consumatori di beni, non sa farci pensare da soli al futuro. Ecco quindi che la "natura della realtà", con tutti i segreti che possiede, è sempre foriera di piccoli doni di conoscenza di sè a chi sa trattarla. In questo modo, offre spunti e idee per avviare strane iniziali sorprese che partoriranno dai suoi visionari privilegiati. 

Questi visionari, per quello che s'inventano, creano a volte un vero e proprio caos nel mondo tra gli umani (Leonardo da Vinci, Einstein, Mozart e altri più o meno noti di ogni epoca). Nel bene e nel male servono tutti alla causa. Nulla nella "natura della realtà" è caos come da noi comunemente inteso.

I visionari privilegiati, si dividono a loro volta in sociali e in tecnico scientifici. I primi sono coloro che sanno far immaginare un mondo migliore e sanno cosa fare per aiutarlo a creare; i secondi, sono coloro i quali, il mondo lo rendono migliore per quello che fanno senza dir nulla a nessuno. 

I visionari privilegiati di tipo sociale, sono di solito i grandi statisti con una convincente visione che aggrega la società indirizzandola su grandi progetti di lunga durata. Abbiamo tra questi anche i grandi leader nella spiritualità, che sanno farsi seguire attraverso il loro esempio e i loro messaggi di speranza e modelli di vita. Troviamo qui, anche i grandi capitani d'industria innovativa che lanciano prodotti e servizi che migliorano la qualità della vita. 

Il secondo tipo di visionario, quello tecnico scientifico, è dato dai geni delle scienze, delle arti e della medicina. Le arti sono scienza! A volte tutti questi, aiutano l’umanità anche diventando semplicemente degli esempi positivi da modellare per le giovani generazioni.

Questi visionari, creano cose importanti che rivoluzionano ogni cosa. Vivono per ciò che hanno in mente e il resto passa in secondo piano. Sembrano sognatori fuori dal mondo, a volte mettono solo le basi che qualcun altro compierà, in altre circostanze, essi stessi lasciano qualcosa più o meno immediatamente importante e/o utile all'umanità. Vivono non di rado in uno stato ai limiti del bordeline.

Thomas Edison, inventore della lampadina, neppure pensava a quelli che erano stati i suoi precedenti fallimenti. Quando si presentò, semplicemente disse che per 99 volte aveva capito cosa non dovesse essere una lampadina, e che il centesimo esperimento, fu a suo avviso quello giusto, per aver messo a fuoco quale equilibrio dovessero avere gli elementi che creavano la ... luce della sua idea. 

Conoscenza, visione, attenzione, responsabilità, progetto, perseveranza, creatività, atteggiamento scientifico verso gli studi sono gli ingredienti di questi signori e signore. Essere un tutt'uno con i fenomeni della natura di quel contesto specifico del loro interesse, segna il profilo del visionario. Non sono in tanti, e molti di loro sono invisibili alle grigie e dormienti masse, non tutti hanno la fama dovuta, ma la natura non si perde in queste quisquilie.

I visionari devianti, non vorrei apparire controverso, ma dico che servono anche loro all'umanità. Questi veri pazzi sono geni del male utili per farci capire i nostri limiti. Costoro ci insegnano che l'uomo deve imparare sempre a monitorare la nascente follia ed ego sproporzionato di ogni eccentrico singolo scalmanato e manipolatore di masse. 

Tali personaggi, emergono sempre quando in particolare si vive in certi periodo storici da dormienti e/o impauriti. Quando la confusione e l'ignoranza regnano sovrane, costoro ci dimostrano il volto maligno della conoscenza, e ci fanno tornare ad essere umani dopo qualche catastrofe.

Tra questi devianti vi sono coloro che adoperano la scienza e la conoscenza a fine del male. Non sono pochi e neppure tanto poveri. I rappresentanti migliori dei vari panorami di visionari devianti li troviamo tra le industrie delle armi, industrie farmaceutiche senza una politica dell'etica salda, tra i despoti di vari colori e ideologia, tra gli ottusi integralisti di ogni fede. 

Fantasiosi geniali acrobati della finanza meglio se legati anche ad organizzazioni malavitose, non sono da meno. Tutta questa gente esiste e non potrà mai scomparire. Vanno monitorati, contrastati e vanno visti come allertatori. Quando dominano, è l'umanità che è fragile, disunita e senza più visione dell'interdipendenza.


Conclusioni

Nel bene nel male, grazie a chi se un secolo fa l'aspettativa di vita media era di circa 45 anni e oggi è di 85? Grazie a chi in qualche ora si può raggiungere qualsiasi posto del mondo? Come navighiamo negli spazi senza più la sola fantasia? Immagino cosa i pessimisti possano voler farmi notare. Smog, ingiustizia, malessere sociale, incertezza del futuro ecc. bene e allora? Non era forse anche così quando le aspettative di vita erano basse? 

Resto sempre del parere che ogni cosa nella vita è, e sarà sempre un bene e un male, anche se non facciamo nulla, questo è sia un bene, sia un male! Solo il vivere consapevole e non il sopravvivere nella paura e nell'ignoranza, sa farci guidare con minori mali il male, e con equilibrio e armonia il bene.

La "natura della realtà" che inesorabile continuamente muta in armonia con la natura delle cose e degli esseri viventi momentanei, è la vera grande regista e unica vera sceneggiatrice di tutto. Essa è molto esigente, nasconde tutti i segreti che i più tra noi ignoriamo e che solo i visionari possono avvicinare. 

La "natura della realtà" è indifferente e passa sopra a tutti i copioni di vari attori che fanno diversi film tutti interdipendenti tra loro. Se sai vedere ciò con umiltà e dubbi, puoi farti un'idea più o meno errata delle dinamiche; diversamente, tutto accade lo stesso in maniera perfetta!

Bisognerebbe imparare ad avere una mente meno condizionata possibile dalle distrazioni ingannevoli e fasulle. Questo lasciarsi andare a qualunque cosa la propaganda propini, influenza non poco la  mente, rendendola chiusa, confusa e senza veri stimoli alla curiosità. 

In tal modo ci si concentra sul piccolo e sul breve, e si costruiscono ruoli di copioni spesso fragili, nebulosi e senza mordente. Per la "natura della realtà", non si fa distinzione per quello che in una cultura sia bene ed in un'altra magari sua un male. 

... A presto ...