Il tempo non esiste, è solo una dimensione dell'anima. Il passato non esiste in quanto non è più, il futuro non esiste in quanto deve ancora essere, e il presente è solo un istante inesistente di separazione tra passato e futuro! (Sant'Agostino)
Gli umani, come tutte le cose sbocciano, fioriscono, hanno un momento di massimo fulgore e poi più o meno lentamente volgono al declino. Attraversano alti e bassi, tutto trascorre tra sottili e profondi piaceri, e tra piccole e grandi sofferenze. In questo modo, ognuno si inventa uno stile di vita e attraversa il tempo, il quale di volta in volta, a volte dura un attimo, e in altri momenti sembra eterno ...
Come il verme, come la farfalla, come le rocce, come ogni cosa, prima o poi anche l'uomo appassisce, qualunque sia il "rango", la visione, la condizione economica, l'operato più o meno nobile condotto in vita, la bontà, la cultura e la sensibilità. Segue poi un altro ciclo, riguarda il dopo questa vita, ma ciò attiene solo dalle credenze che ci accompagnano mentre invece siamo proprio in vita.
Nell'arco di tempo a noi destinato su questo pianeta, ciò che più conta, è vivere più che sopravvivere. Ma è proprio qui che sta il problema. Spesso per vivere e non sopravvivere nascono illusioni, conflitti e non mancano guerre, soprusi, ingiustizie e tanti altri motivi di inutile sofferenza.
In vita, col passare dei decenni, tra bastonate e successi; tra delusioni gioie e amarezze, si scopre che solo l'essere se stessi accettando la realtà per quella che essa è, aiuta a diventare stabili, determinati e forti di carattere. Accettare non vuol dire subire, questo deve essere un primo assioma, e qui già in molti si perdono. Accettare non vuol dire subire e quindi ostacolare visione e progetti.
Se in armonia sincera con tale idea dell'accettazione come sopra intesa, grazie ad una cultura della consapevolezza continua, e attraverso esempio e parola attenta, in particolare con l'età avanzata, tende anche a rasserenare e rafforzare le migliori energie dei giovani migliori con i quali si viene in contatto. Questo nobile atto culturale che vede tutti orientati alla cura della consapevolezza e del l'esempio, induce comportamenti sani ed equilibrati, dà senso al passato, forza al presente, ed è un ottimo seme per il futuro di ogni generazione.
Tale elemento di non poco valore, dà un senso concreto ad ogni età indipendentemente da come si evolvono pensiero e visione nel corso della vita. Tutto ciò però, non è garantito per diritto acquisito; richiede una cultura incentrata anche alla continua attenzione, alla pazienza e alla determinazione. Non è assolutamente semplice godere di questi vantaggio. L'importante, é poi tener sempre presente, che in genere, la ricerca di equilibrio e stabilità non rende noiosi. É esattamente il contrario.
Le fasi del ciclo di vita, sono un assioma che permette a tutti di trovare cosa fare per realizzare le proprie attitudini in ogni momento della vita. Saper distinguere nel qui e ora inizio e fine di ognuna di queste fasi, permette di aiutare a trovare sempre un giusto posto con sé stessi ed in ogni struttura organizzativa, sociale e umana più in generale.
A livello sociale, una cultura in tal senso, dove ognuno é educato alla presenza mentale per essere sempre nel qui e ora e non perdere mai di vista nascita, crescita, declino è morte, agevola senso giustizia e progetti di sviluppo. Avere una visione di grandi prospettive anche per piccole cose è la linea guida. Tale pensiero dà anche entusiasmo ad ogni età se vissuto con serenità.
Se malauguratamente non dovessimo capire presto e bene, come distinguere le fasi con piena responsabilità e consapevolezza, e come fare al momento giusto ogni cosa per rispettare questa legge della natura di nascita, crescita e declino, mi son reso conto che tendiamo di forzare ogni equilibrio, e così nasce un sottofondo di dolore perpetuo che ti accompagna per l'intero percorso dell'esistenza.
In non saper essere in equilibrio con i tempi e le fasi della vita, comporta una condotta che spesso si manifesta con vari gradi di sfumature di follia. Ciò non aiuta se stessi nel corso della vita e non serve a gettare semi di dolci frutti. Da qui partono le basi per attirare disgrazia per sé e a chiunque si relazioni con noi negli affetti, nell'amicizia, nel lavoro e in ogni azione umana ad ogni livello.
Il voler ignorare il rapportarsi in modo coerente secondo il proprio sentire, ma in modo equilibrato e consapevole, alle azioni giuste per ogni fase della vita, fa si che ogni piccola o grande cosa si falsi. In tal modo, ovvero senza apprezzare i doni dei propri tempi, porta anche tanta solitudine.
Il divulgarsi di tale incauta cultura oggi prevalente (dove tutto è scontato e meglio se legato al solo apparire) agevola l'inconsapevolezza nell'agire su ogni fattore. Quando si perde l'attenzione alla propria sfera esistenziale, questo crea guerre generazionali, porta disgregazione, ed è seme di discordia in ogni ambito. Agire senza consapevolezza di ciò, vuol dire non avere misura, e lentamente nel tempo, porta solo scompensi psicologici a se stessi. Tale ignoranza, espandendosi a macchia d'olio come moda o visione allargata ai più, porta anche percezioni false e alterate, e disorientamento sociale.
In tal modo, nulla può più essere al suo posto, e la nostra natura umana si perde nei meandri di discorsi senza fine tra i dilemmi e senza mai delle linee guida appropriate. Si discuterà tra la gente solo di cosa sia giusto e cosa no, chi siano i cattivi e chi i buoni con i relativi mille "perché", "per come" e pregiudizi. Il tutto senza mai dei veri punti fermi e condivisi.
Non credo di essere un pessimista se concludo affermando, che l'ostacolare mentalmente il principio del che fare secondo vera coscienza in ogni fase del ciclo della vita di ogni esistenza, porti lentissimamente alla rovina. In modo quasi impercettibile, ignorare una verità di tale portata, pian piano l'essenza dei fatti e degli elementi, sfugge di mano e non si sa più quando tutto ciò sia iniziato.
Tale idea qui riportata in questo,post, la osservo continuamente, in particolare quando mi guardo intorno e vedo gente preoccupata o confusa per qualunque motivo; quando vedo persone insoddisfatte e tristi, scavando scavando, tutta la base di ogni dolore, è nata per ognuno sempre per non aver fatto la cosa giusta al momento giusto.
Per meglio esprimere tale concetto, mi viene da riflettere e tentare di descrivere sul percorso della nostra esistenza e come essa si caratterizzi per singola fase. Pertanto nei successivi post, tenterò di definire i tratti essenziali del mondo dei bambini senza dividerli per genere maschile e femminile; seguirò poi la stessa cosa per la sfera dei giovani e la fascia degli adulti dividendo l'analisi per genere.
Al termine dell'analisi dell'età adulta, raggrupperò di nuovo maschi e femmine, riportando tutti nel mondo e nel modo di vivere nell'essere anziano oggi. Non escludo il tentativo di riflettere un po' anche su quella fase tabù nei tempi moderni, che San Francesco chiamava poeticamente ... sorella morte.
In pratica, così facendo, nell'analisi che seguirà, tenterò di esprimermi su "sette mondi" in cui le cellule (umani di ogni razza e credo), hanno diverse caratteristiche potenziali e bisogni in comune che possono decidere di vivere in pace o meno, e da esseri realizzati o meno. Ecco in che modo traccerei questo ultimo percorso appena dichiarato:
1) L'infanzia
2) Il mondo dei giovani
3) Età adulta
4) Pianeta e dimensione donna
5) Dimensione e pianeta uomo
6 Età successiva alla terza
7) Memento mori
Al termine dell'analisi di queste sette fasi, ciò che dovrebbe risultare essere più chiaro del mio pensiero, è sia il messaggio che ci insegna il concetto del ciclo di vita, sia la mia personale percezione, riguardo la nostra interdipendenza tra noi umani, e di noi in rapporto con i misteri della natura che le scienze tentano di conoscere sempre meglio.

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