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venerdì 27 febbraio 2015

96 - 21º secolo medioevo meritocrazia rischi e opportunità

E' un'assurdità sottoporre l'educazione alle leggi dell'economia, quando invece dovrebbe essere l'economia ad essere sottoposta alle leggi dell'educazione. Carl William Brown



    

Mi sento ispirato da un articolo del sole 24 ore del 5.3.2011 di Vittorio da Rold. Il titolo diceva: "Parag Khanna: benvenuti nel nuovo Medioevo, in vista di un nuovo rinascimento". Così, anche questo post, trova un altro motivo per proporre una cultura che sappia porsi l'obiettivo di raggiungere le più ampie fasce sociali possibili, capace di diffondere una grande attenzione al proprio potenziale umano e alla consapevolezza dei propri pensieri ed emozioni.

In Italia forse si sorvola un po' sul nuovo medio evo del 21º secolo. Tale termine, é molto appropriato poiché, proprio come è stato in passato, anche oggi ci troviamo alla fine di un'epoca e al non ancora inizio di una nuova Era che al momento è solo qualcosa allo stato nascente e poco più, ma non ancora  ben definibile. Francamente, mi pare che a parlare di medio evo, le premesse vi siano tutte a dare uno sguardo al mondo che va come va.

Cosa caratterizza in genere un medio evo: 

- Segue di norma il tempo di crollo di un'impero come lo fu quello Romano oggi simbolicamente rappresentato dalla caduta del muro di Berlino;

- Si manifesta attraverso le paure del futuro che nessuno sa raccontare, e nella chiusura al piccolo mondo privato, vissuto con contraddizioni, spesso disagi e confusioni varie; 

- Si evidenzia con valori non vecchi e non nuovi allo stato ibrido, che si presentano in modo caotico; 

- Come definire una tendenza ad avere un occhio nostalgico al passato, che invece ha in se, solo la natura animale in noi che si esprime non sempre in maniera degna di un essere umano (femminicidi, omicidi vari, ecc che diffusamente aumentano in modo anomalo per motivi di solitudine o di sofferenza mentale varia?

- Caduta di ogni riferimento politico, culturale ed etico, ritenuto a suo tempo eterno è inevitabile, non è tipico di una età di mezzo in transizione?

- Crisi economica che si protrae nel tempo, con conseguente forzata decrescita della distribuzione della ricchezza, e crollo delle classi sociali non più adatte al nuovo sistema nascente; 

- Ascesa di speculatori e nuovi ladri che con stile più o meno rozzo, avanzano senza il minimo senso di pudore e responsabilità approfittando anche di ogni bene comune attraverso corruzioni varie;

- Autocrati che impongono monopoli e censure, oggi in modo più sottile rispetto al vecchio medio evo;

- Caos nelle diverse fazioni politiche tradizionali e costruzioni cervellotiche di norme, atte solo a creare vantaggi di feudi personali alle nuove oligarchie e lobby, senza che nessuno sappia più cosa sia giusto;

- nuova glebe senza ancora una propria coscienza e senso di appartenenza ad una cultura ben definita in qualche modo; tra l'altro, non sempre con una visione di vita chiara.

- Instabilità dei valori e forte influenza di soggetti sovranazionali ambigui e non sempre ben definibili ma di certo protettori di grandi lobbies che ben tendono a custodire e ampliare i propri interessi; 

- Istituzioni storiche spesso in balia di ignobili personaggi, e nascita di nuove realtà percepite dai più in modo un po' astratte come CEE, ONU per certi aspetti, NATO ecc, che in fondo in fondo, poi nel tempo tanto astratte non sono affatto, in particolare quando conviene a qualche potentato economico di risorse primarie, finanza ecc.

- Dffondersi un po' ovunque di istanze separatiste etniche, linguistiche, geografiche o religiose;

- Nuove forme di banditismo come la pirateria marittima e rapimenti a scopo di estorsione per motivi politici. Vedi quelli fatti ai danni di volontari e cooperanti internazionali;

- Fondamentalismi di nuovo stile, come linea guida di riferimento sempre più presente in maniera becera in particolare nelle culture a facile manipolazione di popolo;

- Dichiarazioni di guerre santi, dubbie per ogni tipo di paradiso;

- Nuove forme commerciali che anche se ambigue, nel bene e nel male portano innovazioni positive, così come lo furono a suo tempo quelle delle repubbliche marinare;

- Viaggi e scoperte di nuovi mondi che oggi sono nuovi pianeti;

- Nascita continua di nuove forme d'arte espressiva e visioni della vita.

Sono davvero tanti i punti in comune tra vecchio e nuovo medio evo. Solo che oggi, forse il tutto é solo leggermente più sofisticato. Considerando questi punti, potrebbe aiutare creare nelle scuole fin dall'infanzia, un'educazione orientata anche alla consapevolezza e alla gestione della mente al momento presente con una coscienza diffusa del bene comune, del pensiero positivo e perché no, dell'importanza della pace? (Vedi ultimi tre precedenti post su questo tema).

C'è qualche ideologia, fede o movimento politico equilibrato che trova insano questo approccio? È un danno l'educazione alla crescita dell'intelligenza emotiva e della psicologia della positività come modello culturale di riferimento diffuso?

Cosa c'è in questo millennio di veramente nuovo rispetto al periodo storico del medio evo trascorso? Le variabili tipiche simili ad un processo neo medioevale, ma in versione moderna vedrei in particolare: 

- Mezzi di comunicazione di massa molto diffusi, con programmi giusti per tutti i tipi di classi sociali, dove tutti si basano su tecniche di comunicazione scientifiche molto sofisticate. Abbiamo trasmissioni TV ad esempio mirate per differenti segmenti di "mercato sociale", questo, indipendentemente da ciò che si vuole rappresentare nel bene e nel male, sia a destra, a sinistra, sia nelle fedi o non fedi e sia pure nelle scienze varie dello scibile umano;

- Poi abbiamo il diverso uso possibile di internet che in pochi ci pensano, ma in maniera sofisticata già ha amplificato in modo sottile il divario che un tempo esisteva tra le classi incolte e le élite culturali. Cosa fanno Google, facebook, apple, Microsoft e company con le loro vision e mission aziendali? Quali nuove culture e condizionamenti sociali propongono in modo disaggregato e mirato per nuove tipologie di classi sociali? E chi è fuori da questi mondi informatizzati, quale realtà vive?

- Non sottovaluterei neppure l'importanza delle conoscenze delle lingue in genere è quella inglese in particolare, che é ormai come il latino del vecchio medio evo. Se lo parli sei "in", se no, sei "out"; 

- Che dire delle nuove povertà in giacca e cravatta, con status symbol che preannunciano un futuro ... telecomandato?

Ripeto: Considerando questi punti, potrebbe aiutare creare nelle scuole fin dall'infanzia un'educazione fortemente orientata anche alla consapevolezza e alla gestione della mente al momento presente con una coscienza diffusa del bene comune e dell'importanza della pace? C'è qualche ideologia, fede o movimento politico equilibrato che trova insano questo approccio? È un danno l'educazione alla crescita dell'intelligenza emotiva e della psicologia della positività? Non é tutto.



Ma oltre la coscienza di nuovo medio evo, cosa altro dovrebbe far riflettere?

Porrei l'attenzione al termine meritocrazia senza lasciarsi andare a facili e superficiali considerazioni emotivamente ingannevoli, questo lo vedo come un tema da non sottovalutare. In particolare in un periodo storico di turbolenze varie, quale può essere ad esempio il nostro momento di transizione, aggiungere l'idea di una meritocrazia vaga non aiuta.

Non che voglia essere un bastian contrario, ma in questo post voglio parlare di "Michael Young (1915 - 2002) che è stato un sociologo ed economista inglese che certamente non può essere considerato un Profeta o chissà cosa altro del genere. Tuttavia, egli é colui che ha inventato il termine meritocrazia, e a dirla tutta, il significato che attribuiva alla parola nel momento della sua nascita, era molto diverso da quello che oggi comunemente intendiamo. 

Young quando ha inventato quel nome, intendeva segnalare la meritocrazia come rischio, la vedeva come un fenomeno tale da generare una società ancora più problematica e addirittura conflittuale di quella che abbiamo già in questo nuovo medio evo.

Per il sociologo economista inglese, nel lungo periodo, alcune riforme fondate sull’eguaglianza delle opportunità (in particolare nel campo dell’istruzione) promuoveranno gradualmente una selezione sociale tutta orientata quasi esclusivamente sull’intelligenza funzionale (ma per chi è per cosa?). 

Questa metodologia selettiva, trasforma gradualmente prima il sistema scolastico, successivamente l'intera società. In parte, con lo sfacelo continuo della scuola pubblica e la cura e attenzione che danno giustamente i ceti sociali più ricchi alla scuola privata, cosa sta iniziando già ad accadere?

Tutto parte dal fatto che la società ha bisogno di ristrutturarsi per motivi economici, si indirizzano pertanto i bambini verso scuole diverse, sulla base delle capacità individuali. 

Gradualmente, in tal modo, la stratificazione sociale diventa sempre più divisa e legata ad un tipo di intelligenza meritocratica funzional economica, pratica, misurabile, ma strutturata intorno ad una organizzazione e gerarchia proprio del modello industriale. 

Forse questo non é un sistema che per certi aspetti é già un seme piantato nella nostra cultura? Quali riflessioni equilibrate fare, senza cadere in alcun nuovo fondamentalismo? 

Sta di fatto comunque, che tale scenario fin qui accennato, é esattamente il contrario di quanto si va dicendo in questo blog. Qui si predica la divulgazione massima alle più ampie fasce sociali, del concetto non solo di cultura, ma anche di divulgazione di appropriate tecniche che aiutino la consapevolezza delle proprie attitudini e potenzialità. 

Qui si vuole invitare a riflettere sul che fare per creare invece una meritocrazia, ma che ci liberi dalle catene di menti contorte dovute a pensieri ed emozioni negative, a condizionamenti manipolativi, e che sia capace di insegnare a tutti ad essere soggettivamente capaci di gestire emozioni positive per orientarle al bene proprio e a quello comune. 

Vedo tutto da indirizzare verso un fine che porti ognuno ad acquisire in maniera crescente e continua, una capacità individuale di monitoraggio e gestione sia dei propri pensieri e delle proprie emozioni, e dei processi della mente, per migliorare qualità di coscienza e consapevolezza.

La cosa divertente, é che Michael Young aveva scritto un libro contro la meritocrazia, e si è ritrovato invece ad essere considerato il suo teorico. Il suo concetto, è entrato nel vocabolario corrente e in quello politico con un’accezione positiva, ed è stato usato in modo acritico anche dalle forze politiche di destra, centro e sinistra! Quando si dice ... scherzo del destino!

Più che parlare di meritocrazia, bisognerebbe parlare di valutazione del talento soggettivo che va supportato. Tutto il problema che deriva dalla meritocrazia é uno solo, é quello che in questo modo, potrebbe nascere una società meritocratica profondamente basata solo sugli incentivi per gli individui al fine di indurli a competere. 

Quanto sopra riportato, è un ottimo discorso per tutto ciò che è legato al libero mercato, ma non certo funzionale per far emergere talenti e persone consapevoli, certamente problematico per lo sviluppo dei modelli educativi, meno che mai poi il tutto lo si enfatizza, quando non si sanno e condividono con trasparenza scopi, fini e obiettivi da raggiungere. Che fare per non demonizzare o santificare la meritocrazia che tanti contributi può offrire se trattata con equilibrio?

Basterebbe anche solo far in modo che il merito non sia solo quello incentrato sulla competitività, e tutto forse potrebbe avere un suo senso diverso, facendo attenzione alle diverse sfumature della vita. L'importante é che si faccia di tutto per non cadere in nuove guerre fra guelfi e ghibellini. Il problema della forma di educazione, non é cosa da poco.

Solo il sapere rappresenta un criterio equo di selezione del valore individuale, e quindi occorre renderlo disponibile per tutti. In questo modo ciascun individuo sarà in grado di governare il proprio lavoro e i propri processi mentali. Questa è una prospettiva che concilia libertà e conoscenza, e lo fa per tutti, non solo per una ristretta élite tecnocratica. 

Basti solo tener sempre conto che qualsiasi meritocrazia, si baserà sempre su precisi obiettivi che qualcuno decide all'interno di ogni ambito organizzativo, formativo, sociale, politico, religioso o economico che sia. 

Conoscere e condividere obiettivi tra persone equilibrate, consapevoli e capaci di saper monitorare continuamente coscienza, mente, oensieri ed emozioni, nella meritocrazia deve essere contemplato.

Meritocrazia è una parola piena di implicazioni psicologiche, economiche, etiche e sociali, che impone una profonda riflessione da fare su precisi indirizzi da individuare, evitando di tergiversare sui possibili vari significati del termine, e non lasciarsi ingannare da una nuova medicina salvifica per tutto.

Per concludere cercando di non essere noioso: C'è qualche ideologia, fede o movimento politico equilibrato che trovi insano un approccio culturale che sappia valorizzare e far auto valorizzare l'individuo? È un danno orientarsi alla crescita dell'intelligenza emotiva e della psicologia della positività ramificata in ogni intervento educativo per ogni persona fin da bambino/a?

sabato 21 febbraio 2015

95 - Le emozioni in una sola vita sprecarle o no

E' bene riflettere sulle cose che possono farci felici: infatti se siamo felici abbiamo tutto ciò che occorre; se non lo siamo facciamo di tutto per esserlo. Epicuro

      

Appena un neonato entra in contatto con questo pianeta, fanno parte del suo bagaglio iniziale tre emozioni fondamentali che lo mettono in comunicazione col mondo appena contattato. Le tre emozioni definite "innate" dai nostri scienziati, pare che siano paura, amore e irritazione. 

Man mano che passa il tempo, l'infante nei suoi primi cinque anni di vita, lentamente acquisisce altre emozioni fondamentali quali ad esempio vergogna, ansia, gelosia, invidia e ogni rispettivo contrario. Intanto, l'evoluzione delle emozioni, consente alla nuova vita di comprendere in modo sempre più preciso la differenza che esiste tra il suo mondo interno e quello esterno che lo circonda. 

Il processo di adattamento in tal modo fisicamente e psicologicamente procede! Prima o poi, si porrà la domanda come mai su questo pianeta e quale sia la sua missione. Intanto, impara nel frattempo a capire naturalmente il concetto brutale di "tornaconto", e così intorno al sesto anno di età, egli o ella che sia, per pura e semplice convenienza, é capace di mascherare le proprie emozioni e manifestare quelle che altri si aspettano da lui. Prima lezione di vita! 

Successivamente, a questo punto del suo sviluppo, inizia poi ad apprendere a controllare le emozioni, in particolar modo quelle socialmente ritenute sconvenienti. L'insegnamento basato sul premio e sulla punizione, cambia solo di cultura in cultura. Ognuno in ogni angolo del mondo, giorno dopo giorno, in un modo o in un altro, nel bene e nel male, senza rendersene proprio del tutto conto conosce sempre meglio la parola amore o il suo contrario. Le lezioni continuano.

Un giorno saprà poi meglio definire tutto ciò, il senso è il significato che darà a questo amore, dipende da tanti fattori, cause e condizioni più disparate. La cultura inizia a dare i suoi diktat. Processi mentali interiori elaborano man mano il proprio e l'altrui mondo, le proprie e altrui azioni, le proprie e altrui cose. Ognuno lo farà a modo suo. 

La personalitá prende forma. Ogni scultura mentale e fisica prende un suo indirizzo di destino sempre più preciso nel tempo. Da questo momento in poi, il tipo di cura, il clima familiare e le condizioni socio economiche di partenza, delineeranno i segni dei contenuti comportamentali del suo futuro prossimo.

Per cambiamenti continui e per frequentazioni diverse, cause e condizioni interne ed esterne, nel corso dell'esistenza, fanno si che tutto nella mente continuamente muti, evolve o involve, e mentre qualcosa si consolida e diventa convinzione profonda, qualcos'altro evapora nel nulla o viene fintamente dimenticato, depositandosi invece semplicemente nel grande magazzino detto inconscio.

Cosa fa la nostra scuola? Nel mondo contemporaneo, quale supporto hanno le diverse forme di famiglie esistenti? Quanto importante sarebbe far apprendere ai bambini i segreti della conoscenza delle propria mente per imparare a trattare con arte emozioni e pensieri? 

Queste riflessioni, non devono  forse iniziare a far prendere in mano il bilancio dello Stato e far cominciare davvero a pensare ad un investimento nel futuro PIL di una nazione lungimirante? 

I modelli educativi di base, devono contemplare come disciplina fondatale di studio a se, "l'arte e le tecniche dell'osservazione e monitoraggio dei propri pensieri ed emozioni, per imparare a conoscere tecnicamente se stessi, il proprio potenziale, le proprie attitudini e il controllo delle proprie azioni". Approcci, tecniche e metodi scientifici mettendosi al servizio della persona fin da bambini, aiutano il pensiero positivo, lo sviluppo equilibrato, la coscienza individuale e sociale.

Per approfondire meglio questo concetto, facciamo una classifica delle emozioni al fine di comprendere meglio l'importanza di questo misterioso mondo così tanto bistrattato o vissuto solitamente in maniera abbastanza  irrazionale. Uno psicologo statunitense morto nel 2006 di nome Robert Plutchik, è stato autore di varie ricerche sullo studio delle emozioni, egli ne individua otto primarie e le aggrega in quattro coppie così organizzate:

1) rabbia e paura
2) tristezza e gioia
3) sorpresa e attesa
4) disgusto e accettazione

Se vogliamo considerare queste emozioni come base di riferimento, l'educazione alla consapevolezza delle proprie risorse e potenzialità, quali tradizioni hanno nel nostro paese per insegnare ad allenare la consapevolezza, la presa di coscienza e come trattano culturalmente la gestione che la mente deve avere della rabbia, della paura, della tristezza, gioia, ecc? 

Riconoscere le coppie sopra organizzate da Plutchik e saperle gestire con cura, responsabilità e attenzione in direzione di un sogno e di un proprio progetto, quanto valore aggiunto avrebbe da ciò un'economia? Quanto ne avrebbe la pace?

Altri studiosi della mente hanno proposto altre emozioni ancora con una diversa suddivisione. Cambia poco per il messaggio che si intende dare in questo post, ma non poco su altre riflessioni da fare sul piano filosofico, pedagogico, psicologico, sociologico ed economico. 

Vediamo meglio il perché. Secondo vari altri studiosi della psiche, dalla combinazione delle emozioni primarie derivano altre (secondarie o complesse) che sono: 

l'allegria, la vergogna, l'ansia, la rassegnazione, la gelosia, la speranza, il perdono, l'offesa, la nostalgia, il rimorso e la delusione. Quanti risvolti hanno queste emozioni? A parte il definirle in modo più o meno esatto, quanto importante é imparare a trattare la materia mente in genere? Sia in occidente che in oriente, abbiamo metodi e tecniche appropriate ma non sempre ben adoperate in modo scientifico.

Abbiamo molti critici su queste mie considerazioni, molti pensano che le emozioni debbano essere vissute e basta. Ma così nasce solo più facilmente l'alessitimia che è ció che definisce l'incapacità o l'impossibilità di percepire, descrivere e verbalizzare le proprie o le altrui emozioni. Questo non lo trovo un bene per nessuna cultura, fede o tipo di economia.

sabato 14 febbraio 2015

94 - il laboratorio delle emozioni

La vita è breve, l'arte vasta, l'occasione istantanea, l'esperienza ingannevole, il giudizio difficile. Ippocrate
     
   

È la mente il laboratorio dove tutto accade, in particolare quanto accennato nel post 93. Ora si ritiene utile cercare di approfondire anche cosa si intenda per “mente”, e quanto il tutto determini di fatti una coscienza  personale e sociale più o meno stabile. 

Il termine "mente" per sua natura, é un concetto abbastanza ambiguo. Secondo molti studiosi, la mente non è né una struttura cerebrale né un meccanismo di elaborazione dell’informazione. Essa è considerata una complessa dinamica cognitiva che consiste in un continuo succedersi di stati mentali. Questi stati è possibile osservarli, volgendo l’attenzione all’interno di se stessi. In tal modo possiamo constatare momento per momento cosa sentiamo, percepiamo, pensiamo, ricordiamo ecc. 

Tale tipo di attenzione, alimenta consapevolezza e permette un monitoraggio del proprio benessere mentale e fisico. Attraverso la conoscenza della mente e l'agire in consapevolezza e armonia con noi stessi e con ciò che ci circonda, osservando pensieri ed emozioni, agevoliamo qualitá della vita è relazioni interpersonali e sociali.

L'auto osservazione, ci permette di entrare in contatto con una grande quantità di continui stati di consapevolezza, e in tal modo apprendendo anche che questi stati mutano in rapida successione in maniera più o meno caotica, per prima cosa ci rendiamo conto del delicato equilibrio del nostro essere, se lasciamo fare da sola la nostra mente, abbandonandola a se stessa, senza coscienza, etica e cultura. In questo modo, capiamo anche il perché, uno scopo e l'amore servono per guidarci nella vita.

Franz Brentano, William James ed Edmund Husserl, sono solo alcuni scienziati che concordano tutti sul fatto che lo studio della mente debba basarsi sull’osservazione di stati mentali interiori per evitare caos e solitudine, e per guidare al meglio l'esistenza cone veri esseri umani. Tale approccio basato sull’osservazione della mente, anche se sembra intuitivamente una cosa sensata, non è per nulla semplice da applicare, e la cosa solleva molti interrogativi.

Lo stato dell'essere della mente è molto importante da capire, ció vuol dire imparare a vedere cosa vogliono le emozioni da noi e dal mondo che ci circonda. Serve per distinguere realtá dai sogni e dare ai sogni stessi un giusto valore senza farli diventare causa di varie piccole grandi malattie mentali, che spesso ci fanno deviare dai progetti e programmi alimentando illusioni, ansie o irrazionali paure.

Saper essere con equilibrio in contatto con quanto accade nel nostro personalissimo laboratorio, aiuta anche la nostra salute fisica. Basti pensare che attraverso diversi studi, da tempo si dimostra che lo stress e le emozioni negative portano ad esempio gravi danni al sistema immunitario, compromettendo addirittura l’efficienza di alcune cellule. I risultati di queste analisi, hanno confermato come le emozioni legate alla sofferenza incidano negativamente sul nostro benessere. 

Tutto parte dalle emozioni, tutto la mente può vedere attraverso consapevolezza e coscienza, e in tal modo aiutare a non far male a se stessi e ad altri, traendo il meglio da noi è da chi entra in relazione con noi. Entrando più nello specifico su questi temi, si è visto che coloro che hanno sperimentato lunghi periodi di ansia, tristezza, pessimismo, rabbia, ecc, hanno il doppio delle probabilità di sviluppare alcune patologie quali ad esempio emicrania, asma e cardiopatie. A volte si pensa anche a malattie molto più pericolose.

Da questi dati si evince chiaramente che le emozioni negative rappresentano quindi un importante fattore di rischio e di grave minaccia per la salute. È quindi evidente che per puntare allo sviluppo di stati mentali sani, come l'essere equilibrati e stabili, diventi importante la liberazione della mente dalla facile rabbia, ansia, superficialitá o dagli altri stati mentali negativi. Tale approccio culturale, tra l'altro in un mondo dove tutto sembra essere sempre più precario, è un bene comune da acquisire prima possibile, già in tenera età, e nel modo più corretto e funzionale possibile.

L'emozione ha non pochi effetti sugli aspetti cognitivi, ma sono cose che non possiamo permetterci. Ognuna per sua natura, può ad esempio causare diminuzioni o grandi progressi nella capacità di concentrazione. Ogni emozione, può anche indurre in alcune circostanze confusione e smarrimento. L'emozione non è solo qualcosa legata alla poesia e all'amore romantico. L'emozione positiva va alimentata e continuamente curata, ma è bene sapere che è molto più fertile quella negativa che è erbaccia che cresce anche molto più velocemente di quanto si immagini.

Contemporaneamente infatti, l'emozione dobbiamo vederla chiaramente anche come fonte di felicità, e come fonte di motivazione ed entusiasmo quando si trova in condizioni favorevoli. Essa tuttavia, senza l'amore della consapevolezza e la direzione della coscienza, positiva o negativa che sia, é sempre una vettura della formula uno, che attraverso il suo motore (la mente), gira in una città trafficata, nelle mani di un giovane rampante neo patentato.

Qualsiasi azione o reazione che non utilizzi processi cognitivi ed elaborazione cosciente, nel bene e nel male, è sempre figlia diretta delle emozioni derivanti da pensieri inconsci che guidano da sole ogni sorta di decisione di ogni tipo. Una cultura fatta di singole persone capaci ognuna di saper gestire i propri stati emozionali, aiuta moltissimo chiunque a muoversi con intelligenza emotiva e sociale nell'era moderna. Aiuta tutti. Qualsiasi sia la fede, cultura, e orientamento politico.

Quanti vantaggi ha la mente umana se si concentra a creare le giuste cause per determinare condizioni di benessere all'interno di ogni contesto di ciò che la vita gli presenta? Maggiore sarà la capacità di farlo, tanto più si sapranno individualmente creare cause e condizioni di benessere comune, maggiore sarà il benessere che ognuno ne ricava personalmente. 

Quest'ultimo concetto é difficile da comprendere con responsabilità ed in modo sincero e profondo, anche se in modo superficiale a tutti sembra qualcosa di più o meno logico. Ma è molto più facile e naturale lamentarsi, arrabbiarsi o pensare al solo proprio benessere, sottovalutando quello degli altri. Pensare solo a se stessi, fa sentire solo erroneamente più protetti. 

Senza coscienza e consapevolezza di ciò che accade nella mente e quindi nella vita momento per momento, è la causa "semè" di quanto scaturisce in noi riguardo contraddizioni, delusioni ed emozioni spesso in vari ambiti contrastanti tra loro. Questo non vedere da soli cisa accade nella nostra mente con giusto distacco e approccio da piccolo scienziato che continuamente sperimenta e studia, è anche la base che porta non di rado a ipocrisia e fede virtuale o appena formale, oltre che a continue diverse forme di conflitto individuale, relazionale e sociale, non esclusa le cause irrazionali di guerre mascherate da politica, religioni ed economia basata sul non pensare al bene comune.

Maggiori sono le instabilità personali o sociali in genere (vedi crisi economiche, povertà, guerre ecc), tanto più i membri di una comunità tendono a considerare tutto quanto serva per prendersi cura del proprio istinto di sopravvivenza. Come altri animali, in questi casi di non consapevolezza personale e collettiva, il principio "morte tua vita mia" diventa chiaramente l'unico fatto sicuro.

Un clima di instabilità sociale, alla lunga man mano prima coinvolge sempre più individui ad entrare nella logica della sopravvivenza personale e in tal modo gradualmente porta tutti man mano a disinteressarsi sempre più del bene comune, poi, pian piano, conduce tutti fino a giustificare qualsiasi conflitto che poi però nascerà a causa di una banale scintilla qualsiasi. 

Tutto di norma accade gradualmente. In tal modo non è poi così difficile pensare ad arrivare ad una guerra di tutti contro tutti per il bene di pochi balordi.


Cisa sapere come punto essenziale

La comunicazione conscia o inconscia, è lo strumento principe dove un'emozione trova il suo spazio ideale per manifestarsi. Essa comunica prima con noi stessi poi con altri attraverso il linguaggio verbale (ciò che si dice), nel paraverbale.(dando segnali grazie al tono della voce, timbro, volume, ecc), nel non verbale (comunicando attraverso la mimica, postura, modo di apparire). 

Se fin da bambini tutti imparassimo a riconoscere la comunicazione delle emozioni che si manifesta attraverso pensieri che attraversano la nostra mente spess o incosciente, i vantaggi personali, interpersonali e sociali sarebbero davvero tantissimi.

In ogni relazione, qualsiasi forma espressiva contempla sempre un preciso stato emotivo nato solitario in noi stessi e poi più o meno controllato nelle diverse circostanze in cui ci si esprime. Le emozioni comunicano sempre attraverso il dialogo interiore con sé stessi continuamente; moltissimo con altri che si sente più vicini (famiglia, amici ecc); in maniera più formale e pericolosamente distaccata in maniera negativa e convenzionale con chi non si sente molto vicini. Già imparare a vedere solo questo non sarà cosa da poco per tutti.

Il segni derivanti dalle espressioni del volto e il tono nel linguaggio verbale riflettono talvolta all'esterno, anche le emozioni più profonde che talvolta istintivamente ci portano a facili "re - azioni" più che ad azioni coscienti. Una voce tremolante, un tono alterato, un sorriso solare, la fronte corrugata indicano o no la presenza di uno specifico stato emotivo? Se questi segnali arrivano all'inconscio direttamente e non filtrati dalla coscienza, avremo forse più basi per una qualità della vita migliore, in una società un pochino più stabile e fiduciosa di sé?

Le emozioni inizialmente sono inconsapevoli, e anche se ognuna di essa è interdipendente da fattori culturali che si manifestano attraverso i nostri pensieri, come ci spiegano gli studiosi del cervello, tutto parte sempre dall'amigdala. Questo aiuta tanto a capire come siamo davvero fatti a livello istintivo.

Questa amigdala, è ritenuta il centro di tutti i processi neurologici delle emozioni. Essa é attiva nel sistema di comparazione degli stimoli ricevuti con le esperienze passate e nell'elaborazione degli stimoli olfattivi. Descriviamo brevemente la dinamica senza tante pretese scientifiche, ma giusto per avere un'idea precisa della sua funzione strategiaca e immaginare cos accade senza coscienza.

Uno stimolo iniziale che parte da un fatto, tipo un'espressione del volto o un particolare tono di voce, provoca una prima reazione detta neuroendocrina. Ecco perché prima di ogni azione, l'emozione si manifesta fisicamente attraverso una serie di modificazioni somatiche percettibili come possono essere la variazione delle pulsazioni cardiache, l'aumento o la diminuzione della sudorazione, l'accelerazione del ritmo respiratorio, l'aumento o il rilassamento della tensione muscolare. 

Quelle appena citate, sono tutte cose abbastanza visibili che possono aiutarci a comprendere meglio noi stessi ed altri, invece di reagire pericolosamente solo ... in maniera talvolta (non solo è sempre) dannosa. Non serve essere scienziati per rendersene conto.

Dal processo sinteticamente appena riportato, abbiamo due possibili percorsi da intraprendere, uno istintivo, uno meditato. Quello istintivo è più naturale ma non per questo sempre ed in ogni circostanza utile e positivo, che porta istantaneamente ad esprimere l'emozione base attraverso l'azione che soesso può essere di rabbia, di fuga, di gioia ecc. ma anche a volte di amore o generosità.

Il percorso meditato, meno naturale da un punto di vista biochimico, lo abbiamo invece attivando in alternativa la coscienza, facendo si che il tutto possa essere elaborato il più possibile da processi mentali/culturali, tentando di interpretare al meglio e nel bene il proprio sentimento, facendo nascere successivamente l'azione più appropriata a quel contesto in quel momento, avendo come base etica e amore per sé e per gli altri, senza tuttavia diventare pericolosamente buonisti a tutti i costi.

Non tutto e non sempre la coscienza può monitorare, anche la cultura in senso ampio del termine ha un suo notevole potere. Ecco perché ho appena introdotto il termine etica che chiaramente qui non mi sogno neppure di trattare vista la mia immensa ignoranza su questo tema.

Non aiuta molto pensare alle emozioni solo come ad un fenomeno proprio degli umani. Darwin nel suo libro "L'espressione delle emozioni negli uomini e negli animali" scritto nel 1872, ci spiega bene che anche gli animali provano emozioni, poiché come ogni essere vivente, hanno anch'essi circuiti neurali simili ai nostri, anche essi hanno reazioni comportamentali simili alle nostre, e le modificazioni psicofisiologiche da loro sperimentate svolgono le medesime funzioni delle nostre. Cosa ci distingue a volte da loro?

Npgli altri animali, non avendo però rispetto agli umani una coscienza, non pare possibile affermare che essi provino anche i nostri stessi sentimenti condizionati o meno da una qualsiasi cultura. Come si può notare, trattare le emozioni e il suo laboratorio "mente" non è quindi un tema banale e semplice.

domenica 8 febbraio 2015

93 - singoli solitudine emozioni e società

L'uomo è dove è il suo cuore, non dove è il suo corpo. Gandhi

    

Per meglio addentrarci nell'affascinante mondo delle potenzialità umane, direi di partire con lo stabilire il confine che esiste tra emozioni, sentimenti, stati d'animo, passioni e sensibilità. Trattasi di cinque elementi di non poco conto per una vita che naviga tra realtà interiore e mondo esterno.

Nel contesto, delinearei anche i segni caratteristici che meglio identificano queste variabili dai confini labili che condizionano ogni esistenza e relazione di ogni tipo. In pratica, si intende qui valutare con una certa attenzione, come funzionano alcune forze che hanno continuamente bisogno di cura da parte della coscienza. 

L'obiettivo è uno: Che fare per guadagnare equilibrio e stabilitá grazie alla consapevolezza del proprio sé, per essere capace di essere sempre presenti nel qui e ora e valutare al meglio ogni elemento. Scopo questo essenziale ma non facilmente raggiungibile, per prendersi la patente della vita. Brevemente, di seguito ci addentreremo nel labirinto di questa interessante galassia. 

Partiamo col riconoscere uno stato d'animo, ovvero quel qualcosa, che ci accompagna talvolta silenzioso nella vita. Seguiranno poi le descrizioni atte a riconoscere i segni di un sentimento, una passione, la sensibilità, e infine l'emozione. Questa ultima, sarà di fatti il tema principale del presente post. Comprendere e collegarsi con le emozioni nel miglior modo possibile, è la madre di tutte le battaglie per riuscire a saper governare con equilibrio il percorso terreno di un essere vivente. 


Partiamo dunque, ... cos'é uno stato d'animo?

Uno stato d'animo è un particolare processo interiore che si manifesta in maniera positiva o negativa. È interconnesso con l'emozione, ma emozione non è. 

Ad esempio, avere fiducia in se stessi, poter contare sulla propria forza interiore, vivere eventi con gioia ed estasi, sono solo alcuni stati d'animo positivi. Gli stati d'animo negativi o detti anche paralizzanti, possono essere invece confusione, depressione, paura, ansia, tristezza, frustrazione ecc. Uno stato d'animo dipende sistematicamente dalle emozioni, ma è condizionato anche da cultura, ambiente, momento della vita di una persona, volontà e sensibilità.


Abbiamo poi il sentimento. Anche lui, è interconnesso con le emozioni, ma emozione non é. 

La sua caratteristica, è quella di dare una maggiore espansione mentale alle emozioni, ma facendo vivere e relazionarsi al mondo delle persone e delle cose in maniera più diffusa, velata e dilatata nel tempo. Nel sentimento, tutto accade convivendo avvolti da un alone magico, circondato dal concetto di bello delle cose e delle persone. In tal modo ci si rapporta però con il mondo percepito, con una minore incisività rispetto alle passioni. Il sentimento è in pratica una continua attenzione e cura nel saper dare ascolto o meglio ancora "sentire", le sfumature delle informazioni raccolte dai sensi.


La passione invece, é un'energia dirompente. Il ritornello è il medesimo. È interconnesso alle emozioni, ma emozione non è. 

La passione è un seme che si sviluppa interiormente per qualcosa o qualcuno, e dirige ogni azione con fortissima intensità e determinazione. Talvolta fa emergere forze inimmaginabili e sconosciute a chi le prova. Quando c'è una vera passione, si perde cognizione di tempo e spazio e si investe tutto se stessa/o convinti di potercela fare in ciò che si ama. Artisti, scienziati, statisti, grandi imprenditori, innamorati veri e grandi personaggi in ogni ambito del sapere e del fare umano, la conoscono bene... nel bene e nel male. Non è da tutti, non è per tutti, non va confusa con i desideri momentanei.


A questo punto, prima di addentrarci nelle emozioni, non si può tralasciare infine le caratteristiche proprie della sensibilità. Anche qui, la sensibilità è interconnessa alle emozioni, ma emozione non è. 

La sensibilità é la facoltà di ricevere in modo amplificato gli stimoli esterni percepiti attraverso i cinque sensi. É in pratica la capacità umana di contattare la bellezza delle arti (sensibilità estetica) e dell’etica e della solidarietà umana (sensibilità morale). Ma non solo. In particolare in psicologia, la sensibilità è quella facoltà di cogliere in maniera amplificata gli stati d’animo degli altri (sensibilità empatica). Se rivelata troppo apertamente, ciò non sempre è un bene in società. Essa mostra i nostri punti deboli con marcata evidenza, al punto tale che può ritorcersi contro se stessi in particolare nelle professioni e ruoli organizzativi altamente competitivi, ma anche in amore e in ogni contesto relazionale. L'antitesi del sensibile è il cinico.


Vediamo ora, cosa sono queste emozioni. 

Le possiamo considerare delle vere e proprie scintille, esse sono figlie dei pensieri a volte non sempre percettibili, e diventano di norma forza motrice controllata o meno dai processi della consapevolezza. Dalle emozioni scaturiscono tutti gli stati d'animo, i sentimenti, le passioni, la sensibilità e i relativi comportamenti da esse derivanti in ogni circostanza ed evento.

Tra la miriade dei pensieri che la nostra mente instancabilmente produce anche indipendentemente dal nostro volere, vi sono alcuni di questi, che come se "illuminati" da una luce particolare proveniente dalla voce dell'inconscio, diventano più importanti tra tutti, e grazie a questa "luce", si trasformano in energia detta emozionale. Le emozioni sono particolari stati mentali collegati anche a precisi fattori fisiologici. 

Le emozioni sorgono a causa di pensieri a forte intensità, ma anche a causa di precise informazioni di grande impatto di fatti esterni, che comportano quasi in tempo reale cambiamenti di tipo mentale e fisico. Gli stimoli di base che determinano tutto il processo di nascita è durata delle emozioni, possono essere interni (pensieri), esterni (accadimenti), naturali (spesso inconsci), o appresi (culturali).

Ogni emozione ha una sua funzione che può manifestarsi in negativo o in positivo. Il suo compito principale, è quello di dare impulsi al sistema nervoso del corpo, per farlo agire attraverso una risposta immediata per tutto ciò che é strettamente ritenuto vitale per la propria sopravvivenza. Un'emozione può provocare fuga, attacco, paralisi delle azioni, ecc. 


Ma da qui, ora un volo nel mondo che ci circonda, ... cosa si intende nell'era contemporanea con il termine sopravvivenza? 

Agli albori di questa ultima crisi economica mondiale, mentre aumentano il numero delle nuove povertà e aumentano le ricchezze di sempre meno ricchi, ad esempio, un operatore della borsa americana, a suo tempo si é suicidato per aver perso qualche milione di dollari tra le varie decine che possedeva. 

La sua ricchezza accumulata, nasceva dall'aver saputo muoversi in grande e per anni, proprio nelle speculazioni che sono state causa della sua perdita e del crollo delle economie mondiali di tutti gli Stati dei Paesi ricchi. Giochi strani della mente e del destino, e/o tiro mancino delle emozioni del povero uomo !? Caso estremo chiaramente questo appena citato. 

Vediamo ora in che modo l'emozione invece aiuta i più. Piu di qualcuno tra i comuni mortali, per il medesimo motivo storico sopra citato, va nel panico, ma nonostante le continue difficoltà e il caos, in questo caso non da lui creato, per istinto di sopravvivenza, grazie al processo fisiologico delle emozioni, avvertendo in tempo certi pericoli, per paura del futuro e anche del presente, agisce pensando a come salvarsi dal peggio. Inizia a risparmiare e a rivalutare la sua qualità della vita rivedendo valori, spese e obiettivi. 

Non è finita. Vediamo ora come la medesima emozione di paura "storica", da positiva diventa pian piano negativa e dannosa. Nel tempo, le informazioni dei media sono sempre meno rassicuranti, i fatti nella vita quotidiana dimostrano incertezze e lenta disgregazione sociale. Diminuisce in tal modo la fiducia, la sicurezza, e così continuando, la troppa paura blocca ogni acquisto ... "superfluo" anche da parte di chi nel frattempo non è stato toccato dalla nuova povertá. 

Di conseguenza, in occidente, ogni investimento imprenditoriale si riduce in ogni ambito a causa della diminuzione continua della domanda, le incertezze di mercato globale sono multiformi. C'é un surplus di offerta in ogni dove proveniente da ogni angolo della terra senza più confini.

Esclusi rari casi, il nostro "capitalismo" nostrano, teme il mondo o fugge nei vari suoi angoli per auto proteggersi dalla concorrenza, dalle nostre complesse normative, da una cultura imprenditoriale abbastanza debole in moltissimi settori, dall'assenza totale di politiche industriali come linea guida.

In una società impaurita e facile a emozioni del momento .... di superfluo sul mercato c'è tantissimo, ma non solo, moltissime però sono anche le persone che vivono nelle aziende produttrici del superfluo, ... Non basta, cosa è, e fino a che punto qualcosa è sempre superfluo in un mondo a tecnologia diffusa e avanzata sempre in continuo divenire? Parte così un micidiale giro vizioso senza fine e ci si avvinghia sempre più su sé stessi.

Le emozioni negative prendono sempre più il sopravvento in questi frangenti. Famiglie, giovani e anziani navigano a vista, donne e uomini in età fertile temono a fare figli. Non di rado etica e senso del bene comune diventano optional. 

Paura, ansia, senso di solitudine mascherato più o meno bene, contraddistinguono la nostra società. Quanti giochi fanno le emozioni individuali, di relazione e socio economiche? Quanto importante è saper governare individualmente i propri pensieri (post 90, 91 e 92) e riconoscere le proprie emozioni per coltivare con intelligenza quelle positive per affrontare la realtà dove il senso di comunità è in perenne evoluzione e nulla ha a che vedere con la preistorica societá post industriale?

Non deprimiamoci da sciocchi/e, l'emozione si manifesta anche in circostanze liete per fortuna. Amore, gioia, rilassatezza, fiducia, ecc, anch'esse sono emozioni e sono le benvenute. Tuttavia, queste però, hanno bisogno di essere continuamente alimentate e supportate. Da sole tendono ad essere brevi, instabili o peggio ancora, a volte portano ad indurre spesso illusioni, e di conseguenza prima o poi delusione, e quindi frustrazione. 

Le emozioni positive per vivere bene come persone e come comunitá, necessitano di tanta intelligenza emotiva, profonda consapevolezza, ed elevata capacità creativa di fiducia nella vita e nel prossimo. Talvolta la fiducia nella vita è facile averla, bisogna coltivarla, serve per dare un senso alle cose in particolare quando sovrana regna la confusione in qualche àmbito dell'esistenza.

La fiducia nel prossimo invece quella ... non sempre conviene puntarci dandola per certa è sempre scontata. Per prossimo chi si intende tanto per cominciare? Nella paura, il concetto di "prossimo" diventa ancora più astratto. In genere ok, l'approccio con gli altri umani è bene che sia sempre fiducioso. Ma imparare ad ascoltare in modo profondo, assumere comportamenti assertivi, e guardare negli occhi le persone singolarmente, davvero aiuta tantissimo l'individuo e la società.

Manca una sana ciscienza civile, la politica spesso deraglia più di quanto si immagini. Imparare sempre più a saper apprezzare le cose semplici nel qui e ora, e non avere aspettative sapendo in anticipo che ogni cosa ha un suo ciclo che è in continuo mutare, aiuta a fare giuste azioni in maniera spontanea. Avere solidi principi, contribuisce ad essere più tempo con le emozioni positive apprezzandole quando ci sono, e in particolare, a coltivarle quando sono semplici piccoli semi spesso solo apparentemente invisibili.