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domenica 28 dicembre 2014

87 - Gli strumenti per vivere nel caos con concretezza

Il più grande dei problemi del mondo poteva essere risolto quando era piccolo. (Lao Tzu)


      

Il caos è un tema a me molto caro. Già nel post 14 titolato "caos, società e sfumature della vita" presente in questo blog, ho affrontato questo tema vedendo il suo significato e il ruolo che esso assume nella società moderna. In questo nuovo articolo, vado ora a riprendere tale concetto, per trattare il suo significato, basandomi più sul mondo della petsona che non sui massimi si i sistemi, come affrontato il tema nel post citato.

La domanda qui ora è: in che modo la persona convive con il caos? Cos adì positivo deve prendere dal caos per realizzare meglio sé stesso/a? Come muoversi cercando di utilizzare quali strumenti? Qui analizzeremo come tale concetto possa essere visto utile in pratica, per trovare equilibrio e capacità di adattamento al mondo moderno, dove la parola caos per nostra ignoranza, porta solitamente invece a vivere il suo significato comportando erroneamente inutile solitudine e/o ansia.

Riguardo le scienze umane, il modello del caos parte dal principio che una società esiste, quando essa è composta da tanti singoli attori che recitano in differenti situazioni in modo più o meno inconsapevole, interpretando diversi personaggi con tantissimi  copioni a disposizione. La mente, a causa di condizionamenti e condizioni, lavora in tal modo, per raggiungere i suoi più profondi scopi, ahimè, non sempre coscienti.

Tutti facciamo parte sempre di un solo spettacolo più grande di noi. A mio avviso la vita è un meraviglioso spettacolo di jazz, dove quando qualcuno improvvisa o sceglie qualcosa di nuovo seguendo lo spartito, di conseguenza il concerto cambia rotta per sé e per chi gli sta intorno. Se pur   tutti seguiamo precisi indirizzi (spartiti) che guidano le nostre emozioni e comportamenti ognuno di noi modifica la realtà come desidera. 

Il problema è che purtroppo, tutto accade senza rendercene nemmeno conto. Tutti siamo una piccola parte di uno spettacolo che condiziona in piccolo l'arte globale che l'umanità esprime nei diversi momenti storici, e purtroppo ignoriamo il ruolo positivo che ognuno può avere se davvero lo desidera, ed è motivato a realizzarlo.

Quanta responsabilità e attenzione personale e sociale tutto ciò implica? Entrando nel mondo della legge del caos, si nota che ogni cosa ha semplicemente l'intento di offrire maggiori spunti di riflessione per la governance della nostra vita personale, e della governance delle tre diverse tradizioni filosofiche che guidano in particolare il cammino occidentale - vedi post 4 "talebani e futuristi" di questo blog  (www.enoros.blogspot.it) dove ho trattato questo tema in maniera un po' più approfondita -. Per semplicità di lettura, qui riporto sinteticamente la sintesi delle tre tradizioni citate nel post 4.

(Lee Yearley (Professore di Etica dell’Università di Stanford) individua che le principali tre tradizioni filosofiche occidentali sono l’individualismo, il quale modello sostiene che tutto ciò che soddisfi l’individuo sia giusto; il razionalismo, che ritiene etico solo le azioni ragionevoli che risultano essere tali in tutte le situazioni; ed infine il perfezionismo, il quale orienta l’azione individuale verso dei principi da seguire, dove il comportamento, quanto più si conforma a questo ideale, tanto più è da ritenersi etico). 

Entrare nel vivo del caos, quanto riportato, aiuta non poco al nostro sviluppo personale e sociale. Tutto è un processo da coltivare in maniera dinamica per ognuna delle tre filosofie di vita. Tutte possono trarre vantaggio per affinare i loro approcci alla società moderna e aiutare le persone a capire meglio se stessi, e come meglio rapportarsi a prendere decisioni nella vita.

Per far questo con giusta attenzione e capacità di discernimento, bisogna imparare a vivere momento per momento (non alla giornata) il presente, sapendo che siamo sempre in una continua tempesta di interazioni. La visione della vita e di ciò che abbiamo di più caro da curare sono da supporto. La psicologia moderna utilizza a tal proposito metodi e strumenti davvero seri e concreti. Questi esistono per dare alla nostra mente chiarezza d'intenti e visione prospettica positiva della vita e delle cose concrete che ci interessa o tocca realizzare.

Vivere il momento presente con la massima attenzione e consapevolezza, e una visione di particolare interesse che intenderei approfondire. Essa è importantissima da tener sempre conto, poiché mi permette di costruire una bellissima storia e un meraviglioso futuro in qualsiasi apparente caos. In un corpo organico vivente, così come in una società, maggiore è la capacità di ogni cellula nel trovare coesione con tutte le altre, tanto più il  caos apparente del “corpo fisico/comunità” sarà sano e forte.

Il concetto non è banale come sembra, seguendo questo approccio, se tutti comprendiamo le leggi del caos, si capisce meglio la complessità della realtà, e in tal modo, possiamo avere una riduzione di ansia, paranoie, disagi, senso di solitudine e conflitti di ogni genere. Si risparmiano tante guerre personali, relazionali e sociali insomma. Non solo, il comprendere con maggiore serenità la legge del caos e la sua complessità, comporta anche una dimensione di analisi adeguta per ogni ideologia o impostazione filosofica. Ma più di ogni altra cosa, aiuta a fare seri progetti individuali, di gruppo e sociali

Tale approccio, fa si che, per ogni cosa che si fa nella vita, tutti possano vedere l'insieme del tutto, come se fosse un solo spettacolo. Ciò implica che storia, cultura e sistemi economici, debbano essere visti sempre più, solo dei collanti che bisogna saper governare per non disgregare le cellule che formano un solo corpo. Oggi gran parte della solitudine e dell'ansia di ogni singolo, è dovuta al fatto che tutti ci sentiamo essere singoli e (che piaccia o meno) non cellule di una comunità, dove ogni cellula è unica e irripetibile ed equilibrata non prendendosi troppo sul serio, tutta da sola.

Saper creare con attenzione cause e condizioni positive, non è solo la missione che deve darsi una persona, ma è un dovere e un esempio che deve saper offrire come modello una governance di qualsiasi tipo (famiglia, azienda, Stato). Il saper creare in ogni circostanza cause e condizioni positive insieme ad altri, deve essere il compito di ognuno di noi quando si realizza qualsiasi cisa in ogni attività.

Operare con responsabilità in armonia con ciò che nei tempi deve essere fatto, aiuta in tutte le situazioni possibili. In tal modo creiamo anche un flusso di informazioni positive, e tutti coloro che ci sono vicini come persone amici, colleghi o parenti, possono avere da noi una maggiore opportunità di trovare i loro spazi di auto realizzazione anche grazie a noi stessi.

La funzione dei diversi ruoli e personaggi che si devono saper interpretare nella vita, dipende quindi sia  da come si sanno leggere queste tante utili informazioni della realtà,  e sia come noi con serenità sappiamo affrontare le cose, anche le peggiori, che il caos della vita ci propone. Sapendo infine, che  in ogni cultura, il variare di ciascuno comportamento di ogni individuo, condiziona ogni evento suo personale, e quello della sua comunità. Non mi sembra cosa da poco.

sabato 20 dicembre 2014

86 - Polli pesciolini muli serpenti maiali e pochi nobili

Siamo un paese cattolico, che nella provvidenza ci crede o almeno ne è affascinato. Il pericolo è questo: gli italiani sentendo aria di provvidenza sono sempre pronti a mettersi in fila speranzosi. (Indro Montanelli)


In questo post, per parlare di persone e società, ho scelto dei modelli di animali con poco appeal non a caso. Intendo evitare fenomeni di proiezione che offrano alla mente umana la possibilità di immaginarsi leoni, squali, aquile o cose simili. Vorrei qui evitare in pratica, la citazione di creature che nel bene e nel male, illudono solo l'ego senza dare energia alla coscienza. In  un certo senso, mi concentro su quei figli di un Dio minore non per essere negativi, ma per offrire loro gli onori che meritano, al fine di obbligare il nostro cervello di fermare ogni fantasia egoica, e agevolare la riflessione. 

Vedo la società divisa in sei segmenti che a mio avviso, ben rappresentano il mondo moderno. Polli, muli, pesciolini, serpenti, maiali e pochi nobili.

I polli sono coloro che inconsapevoli di ogni cosa, con poca fantasia, cercano di beccare qua e lá qualcosa da mangiare per sopravvivere. Quando finiscono allo spiedo, non è difficile farli fuori al momento opportuno, non sono famosi per come sanno difendersi. Sono gli invisibili della società umana. Senza un pollaio fatto di simili, che usano per non sentirsi soli, non sanno che fare. Sono prede facili per ogni predatore, sono goffi, spesso chiusi nel loro mondo e facilmente manovrabili. Giorno per giorno, sopravvivono come possono. Anche dopo morti, la loro carne al supermercato vale appena qualche euro.

Considero muli, coloro i quali ben inseriti nel sistema come essere operativi e funzionali al sistema stesso, corrono spesso teleguidati da obiettivi altrui. Trattasi di "animali" che lavorano sodo, a volte, senza rendersene neppure conto, annullano la loro vita privata. La parola d'ordine che guida le loro energie è: il dovere! Hanno la caratteristica di impegnarsi sul fare. Danno infatti un senso alle cose, vivendo quasi esclusivamente solo per ciò che fanno. Perdono spesso di vista l'essere ma non per mancanza di intelligenza, solo ... per dovere o costrizione dovuto a cause ritenute esterne! Sono gli eroi che trascinano concretamente le nazioni, meriterebbero più rispetto, ma di solito sono i più sfruttati. Non per loro volere, vivono con bassa consapevolezza il concetto di qualità della vita. Il bisogna di sicurezza è ciò che li frega nei confronti di chi li usa. Una serena vecchiaia è quello che desiderano. Sono per certi aspetti, tuttavia i più sereni, in quanto non pretendono molto da dalla vita, tendono ad essere minimalisti, e sono appagati per quel che fanno. Tuttavia, abbiamo anche muli che lavorano per padroni poveri o avidi, in tal caso, gli scenari cambiano in peggio per loro, e non di poco.

I pesciolini. Mi riferisco sia a quelli che inermi cadono in reti strane, sia a quelli che diventano facilmente vittime di predatori, sia quelli fatti prigionieri e costretti a vivere in un vaso trasparente che li obbliga a vedere fuori un mondo senza più senso per loro. Amano la tv più di ogni altra cosa, da dove vedono e interpretano il mondo. Anche loro facilmente manovrabili. Sono quelli che vivono senza bussola, senza obiettivi, senz'aria, e quindi annegati tra mille continue preoccupazioni. La paura di abboccare ad un amo traditore o quella di essere inghiottiti da un predatore, è ciò che temono più di ogni altra cosa. Occhi grandi, sguardo perso. Non sanno che respirano in modo diverso dagli altri. Si adattano a qualsiasi situazione, ma non sempre pensando ai loro vantaggi. Sopravvivono solo se qualcuno si prende cura di loro. Buoni, fragili, bisognosi di accudimento, girano spesso a vuoto e così trascorrono il loro tempo vitale. Fiato corto e sguardo impaurito ben celato da varie maschere, sono i segni distintivi. Ispirano tenerezza e si conta poco su di loro. Sono colorati e belli da vedere, ma nulla di più.

I serpenti, non mancano, non mancheranno mai, ed è facile immaginarseli in ogni società. Non hanno un minimo di sensibilità al dolore e ai problemi altrui. Non si fanno riguardo ad attaccare se molestati nei loro interessi. Bravi incantatori. Sguardo stupido e cattivo a livelli socio culturali inferiori; occhi freddi e minacciosi a livelli socio economici superiori. Non amano stare con altri se non per secondi fini, nascondono la loro vera personalità con maestria. Non condividono emozioni, ma non si sa se per loro scelta o per allontanamento degli altri. Inaffidabili e spesso "invisibili" e imprevedibili quando fanno del male per i loro tornaconti personali. Sono nascosti in ogni ceto sociale. Tra i poveri i più cruenti, tra i ricchi i più cattivi, nel ceto medio i più subdoli. Sono presenti in ogni credenza, fede e movimento politico. Poco amanti della democrazia, ed hanno come modello i vincenti, guardando però solo il  successo degli altri e/o potere, ma non l'intelligenza emotiva e sociale che caratterizza invece i veri leader.

I maiali sono infine quelli che ingrassano immersi nell'avidità e nella convinzione che non basta mai ciò che hanno. Incuranti del resto del mondo peccano di conseguenza in generosità. Sono dell'idea che tutto abbia un prezzo e non fanno nulla senza avere un tornaconto materiale. I sette vizi capitali, più o meno tutti, sono il loro codice etico di riferimento. Intelligenti nel cogliere le occasioni da sfruttare per la sola loro avidità. Opportunisti quanto basta. Vivono in un mondo tutto incentrato sul proprio sé. Poco attenti ai bisogni altrui, molto concentrati sul loro personale benessere. Egocentrici. L'ambiente in cui vivono è una stalla di cose pompose e senza gusto. Anche questi sono presenti in ogni ceto sociale, fede, ideologia e cultura. Usare gli altri per loro fini la loro fede.



I pochi nobili. Paragrafo a sé stante.

Tutti gli animali, volendo, possono evolversi per essere annoverati tra i "pochi nobili". Se pochi sono i nobili in ogni società, rari sono coloro che nascono tali. Educazione, provenienza della famiglia, cause e condizioni di base, sono i fattori determinanti per agevolare o meno il cammino del nobile. Nobili nei tempi contemporanei si diventa. Coscienza, attenzione, responsabilità e cultura non superficiale basata sul nozionismo (pericolosissima e peggio dell'ignoranza), sono gli ingredienti. 



Visto che è raro nascere nobili, che fare per diventarlo?

Tanto per cominciare essere accompagnati dalla convinzione profonda che tutti siamo essere mortali, e che prima o poi tutti scompariremo da questa terra, aiuta tantissimo! 

Sapere poi che siamo tutti nelle condizioni di poterci migliorare guadagnandoci in salute mentale e fisica, usando la nostra mente che solo noi come umani abbiamo e non sempre usiamo con saggezza, è strategico! 

Non ultima convinzione profonda da adoperare come bussola, è il sapere che solo la ricerca dell'equilibrio in tutte le cose, aiuta a non vivere nel caos e nel conflitto eterno con sé stessi e altri. 

Capire profondamente, che il saper vedere in sé stessi quali intenzioni guidano i nostri pensieri, è fondamentale. L'intenzione non è il pensiero, ma il suo seme. Il pensiero è solo una conseguenza delle intenzioni. Sono le intenzioni che dobbiamo imparare a monitorare.

Avere un progetto in cui credere con scopi materiali e nobili, e dedicarsi ad esso con perseveranza, determinazione e saggezza o come minimo buon senso è la materializzazione del fare del nobile nella società moderna.



Presupposti di fondo, ed equilibri da cercare

Una volta posta attenzione alle proprie intenzioni, comprendere il significato dei pensieri poi aiuta ad essere più chiari. Quando il significato profondo del pensiero è chiaro vuol dire che c'è coscienza. Quando con coscienza e consapevolezza si progetta qualcosa di sensato nella vita, si riducono di molto i margini di errore. 

Ciò fatto, l'unica cisa da fare, ora consiste nel saper trovare equilibrio nelle azioni che devono portare il progetto al successo e all'autorealizzazione. Inizia così il lungo cammino della nostra missione. Tale viaggio, parte con una visione chiara della destinazione, della realtà all'interno della quale andiamo ad operare, dei mezzi che occorrono per permettere di agire con tranquilla determinazione

Fatto! Ora abbiamo i presupposti per scegliere se essere nobili o restare una delle cinque creature agli inizi di questo post individuate. Quanto fin qui riportato, sono i presupposti. Vediamo da questo punto in poi, quali sarebbero gli equilibri da cercare nelle azioni per realizzare il tutto. Dobbiamo iniziare con gli  assetti da strutturare, e poi successivamente, solo allora sarà più facile vedere come trovare i giusti equilibri dell'azione.

Gli assetti:
- Definire bene l'azione che guiderà e distinguerà il nostro progetto da altri
- Stabilire come gestire il tutto, curando nei dettagli ogni fase di ogni processo utile alla realizzazione del fine che si intende raggiungere.
- Decidere una strategia adeguata di come comunicare il tutto e agire

Gli equilibri da cercare nell'azione:
- L'azione deve essere sempre commisurata al rigido controllo delle proprie risorse, e i vantaggi da offrire ad altri con i quali si deve interagire devono essere chiari e visibili;
- La gestione deve avere sempre obiettivi ben definiti nel breve, mefio e lungo termine (numeri di qualcosa da definire in un tempo predeterminato) ;
- Monitorare tutto periodicamente, imparando a valutare e correggere sia l'azione sia la stessa gestione.
- Comunicare addestrandosi a comunicare non di "pancia" ma di coscienza senza giudicare e pregiudizi.
- Concentrazione, determinazione, attenzione al qui e ora e perseveranza, il giusto condimento degli ingredienti. Il resto è ricerca di qualità della vita privata e professionale.



Il mare nel quale navighiamo

In realtà nel corso della nostra esistenza uno può essere di volta in volta un animale o l'altro, tuttavia tutti abbiamo una personalità  che ci porta ad essere prevalentemente polli, muli, pesciolini, serpenti o maiali a causa di strategie comportamentali che abitudinariamente ci hanno dato più sicurezza fin da piccoli. Questo non è un dettaglio da poco. Le strategie comportamentali infantili, determinano il copione della nostra vita. A questo punto, cosa vuol dire libertà?

Qui parlo della condizione per cui un individuo decide di pensare in maniera autonoma nel rispetto di sé stesso e dei suoi valori. Parliamo pertanto di un concetto che presuppone un agire nel corso della propria esistenza che sia orientato ad esprimersi senza costrizioni. Dicasi ciò: realtà virtuale. Oggi infatti chi davvero crede di poter agire senza costrizioni? La libertà quindi deve partire dalla liberazione delle nostre costrizioni ... che addirittura ci creiamo fin da piccoli attraverso un copione. Capire il nostro copione e accettarlo con consapevolezza nella sua ricchezza di sfumature, è l'inizio della vera libertà.

I cinque animali menzionati tutti sono privi di libertà per motivi diversi. Vediamo. I polli ad esempio mangiano finché il "contadino" ( o forse meglio sarebbe dire l'industria) vuole per finire poi allo spiedo, i muli sono abbandonati appena le loro fatiche non servono più ad altri, i pesciolini si illudono un mare ed hanno vita breve, i serpenti sono apparenti vincitori costretti a strisciare e nascondersi per quello che sanno di essere, e infine i maiali sono schiavi dell'insaziabilità, anzi, per ironia del destino, quando muoiono, di loro si mangia tutto. Ovverosia, dopo morti, tutti non vedono l'ora di sbranarlo. 

Di quale libertà parliamo in questi casi? Cerchiamo di capire il copione per decidere consapevolmente chi essere nel bene e nel male



Il copione

La libertà in realtà, è una cosa che dipende da come essa sia di fatto percepita dal soggetto. Per cui, 
a parte il concetto filosofico della libertà, vorrei qui riportare un elemento di riflessione che riguarda "il copione" che ognuno di noi si dà per poi finire allo spiedo, con carichi sul groppone per tirare avanti, senz'aria, o strisciare, ingrassare o decidere di essere nobili.

Cos'è un copione? In analisi transazionale, una branca della psicologia nata negli anni 50 elaborata da Eric Berne, il concetto di copione, illustra come la struttura degli schemi di vita di un soggetto, abbiano origine nell'infanzia. Tale aspetto della teoria, ci mostra come l'adulto riproponga per tutto il percorso della sua esistenza, continuamente le strategie che ha appreso nell'infanzia. 

Imparare il codice del nostro copione ci aiuta a decidere il nostro grado di libertà, ma governare un copione, tutto si può dire, tranne che sia una cosa semplice da fare. Il motivo di fondo che incaglia tutto per governarlo consapevolmente in ogni azione, dipende dal fatto che questo è una cosa che si inizia a costruire fin da bambini. C'è un piccolo dettaglio. Il copione ha un suo senso per noi, anche quando porta ad avere risultati disfunzionali al proprio adeguarsi alla realtà, strano ma vero.

Berne per semplificare il concetto, individua tre tipologie di copioni: quello del vincitore, quello del non-vincitore e quello dell'eterno perdente. 

Il vincitore è quella persona che riesce ad autoreallizzarsi, tale persona agisce sempre con sicurezza e buona auto stima, in questo caso, il messaggio guida profondo è "Tu vincerai sempre". Il non-vincitore invece, è una persona che che alterna stati emozionali, che lo portano ad auto limitarsi. Il suo copione è guidato dalla vocina interna che continuamente dice: "accontentati di ciò che hai vinto finora". Il perdente infine, è quella persona che gira sempre a vuoto. Il suo copione è guidato dalla profonda convinzione che: "la vita è difficile, è per come sei, difficilmente otterrai qualcosa dalla vita". Come vediamo, il copione quindi, nel teatrino della vita, alimenta i personaggi del titolo di questo post. 

Quanta strada abbiamo ancora da percorrere per essere davvero liberi non è poca, ma individualmente è un percorso da fare, per guadagnarci tutti i stabilità. Non solo, ogni piccola goccia di persona consapevole, arricchisce di energia pura il mare delle culture di ogni società.

domenica 14 dicembre 2014

85 - Kafka nel XXI secolo

Il destino è un'invenzione della gente fiacca e rassegnata. (Ignazio Silone)

       

Non è difficile dare un perché al fatto che in un gruppo o in una società sia importante un buon clima creato da gente che sappia imparare a condividere gli stessi valori, e dove la cultura prevalente sia quella di educare fin da piccoli ogni "essere", nella cura dell'attenzione, del bene comune, della responsabilità, e della continua consapevolezza del qui e ora. Tutte cose che sono anche base di ogni tipo di amore e maturità.

Senza una capacità di saper creare pace e serenità intorno a noi (significato di clima che riportavo nel punto orecedente), l'alternativa nella migliore delle ipotesi, quando non è stress, insicurezza e paura più o meno consapevole, è di fatti un piccolo grande mondo Kafkiano. 

Ciò vuol dire, vivere senza bussola, creando in tal modo un ambiente dove il tempo perde la sua dimensione, e dove lo spazio reale condiviso con gli altri, si confonde con quello instabile emozionale, per sua natura mutevole e indefinita.

Kafka non era solo un autore di particolare sensibilità e intelligenza. Egli conosceva le sfumature dell’esistenza in modo mirabile, e sapeva riportare con grazia e realismo incredibile, gli aspetti più surreali della vita. In una relazione di qualsiasi tipo privato e professionale, in una famiglia o in un gruppo, il letterato in questione, potrebbe offrire vari spunti di riflessione.

Proprio come nei personaggi kafkiani in uno qualsiasi dei suoi scritti, emerge come facilmente le persone si fanno coinvolgere dal caos degli eventi invece di cercare di dominarli. Oggi purtroppo, per tantissimi è così. Sono moltissime infatti le occasioni dell'esistenza, dove sempre per più persone, gli eventi col loro fare spesso illeggibile, dominano sogni e progetti, non di rado paralizzandosi.

Cosa dire di una crisi economica che man mano nel tempo, sfianca sempre più persone? Cosa fanno i media, quando divulgano l'instabile mondo, pensando più all'audience che non all'informazione capace di creare maggiore sicurezza e solidarietà? Questo continuo parlare di pace con paura, mentre i Paesi in guerra aumentano lentamente, cosa crea? Pochi ancora sono coloro che non si fanno trascinare in questo mondo nel tempo sempre meno surreale, e sempre più ambiguo. 

Il lavoro ad esempio, se non c'è, tutto intorno perde senso e si vive tra confusione e frustrazione; se c'è e non è vissuto con equilibrio tra sfera privata e pubblica, tutto diventa folle e disumano. La famiglia la si vive mentalmente come se fossimo nel secolo scorso, mentre nulla è così nella realtà del vivere quotidiano. Cosa aspettare per capire che bisogna imparare a trovare la stabilità della mente?

Se tutto intorno è complesso, contorto, incomprensibile ecc, è perché ci soffermiamo a vedere le cose in questo modo. Solo una sommatoria di singole menti educate ad essere gestite a dominare gli eventi, può evitare il peggio. Solo imparando tutti o la maggiorana ad osservare il caos con la dovuta distanza e il giusto equilibrio, può farci uscire dal tunnel.

Oggi, persino gli Stati nazionali esistono ancora, ma si mostrano talvolta obsoleti, costosi, e senza più sovranità nel mondo che cambia in ogni area delle scienze umane, dell'economia, e geopoliticamente. Culturalmente viviamo in una globalizzazione che si vuol vedere di volta in volta a seconda di come conviene, a chi di tanto in tanto la vede come gli piace. Le lobby ne sanno qualcosa.

Non parliamo poi quando salute fisica e mentale perdono colpi. Il rapporto con il tempo in tali casi sfugge, e chiudendosi nel proprio mondo, si sfiora l'autismo in modo lento, vago e inconsapevole. Nel quotidiano le abitudini tendono a dominare ogni cosa, combattendo ogni forma di lucida attenzione a cosa, come e quando, cambiare atteggiamento difronte alla mutevole realtà. 

Tutto si fa per abitudine, anche le cise più belle e gli amori si danno quasi per scontati. La coscienza dorme, e facilmente essere dei morti viventi prende forma in tanti, anzi in tantissimi di ogni ceto e cultura. Il risveglio è un cammino duro, che bene o male ... per molti è meglio rinviare. Il senso della comunità così nel tempo, sempre più sfumerà. Poi per risvegliarla, non sempre occorre un lieto evento.

Proprio come in un romanzo kafkiano, collassiamo il tempo in modo da creare un'ambientazione in cui il presente si ripete o richiama il passato mentre, nella migliore delle ipotesi, il futuro lo si sogna di tanto in tanto più per non vedere il mediocre presente che altro. Tutti chiusi nei propri piccoli giardini protesi a difendere i propri fili d'erba, perché costretti dalle singole paure, e dalla mancanza di fiducia dei tempi.

Come macchinette in carne ed ossa più o meno perfette, teleguidati dai media e dal clima culturale prevalente, agiamo navigando tra ipocrisia, paura e speranza. Si vive spesso nel limbo, e talvolta ci preoccupiamo di qualcosa, prima che un problema avvenga. Nella mente eventi da prospettive multiple e ambivalenti, si muovano tra il traffico e gli ingorghi dei pensieri. 

I gridi di silenzio dovuto ai mille dubbi fondati o meno, sono soffocati per non dimostrare debolezza; il credere ed il non-credere in ciò che si fa, cammina a corrente alternata, solo perché ... serve per tirare a campare; sapere e non sapere si confondono con ignoranza, presunzione e fingere di sapere. Camminare, nella nebbia, essendo più o meno sicuri di una cosa senza molta convinzione, è normalità.

Ognuno chiuso nel proprio mondo fatto di veri, falsi e/o inutili impegni, ormai non vede e apprezza le tantissime gioie del piccolo nel quotidiano. Per paura del futuro, si preferisce vivere di preoccupazioni e problemi, o di incertezza guidata da una moltitudine di insicurezze spesso illeggibili per nostro stesso volere. Il tutto, al fine di non voler vedere le sfumature della solitudine nel bene e nel male. Tutto ciò, fa si che si sia spesso in attesa che forse qualcosa d'altro di peggio, possa presto ancora arrivare. 

Anche il superficiale e il sognatore ad occhi aperti, in modo diverso, sopravvive senza rendersi conto che i respiri hanno un numero finito di ritmi. Solo che questi non aspettano mai nulla di peggio in arrivo, ma in compenso, si proiettano in avanti raramente con cognizione di causa, e intanto, anch'essi sporadicamente apprezzano ciò che hanno nel presente.

Si tenta di non pensare o di trovare palliativi al proprio piccolo o grande dolore che va e viene ora in maniera sfumata, ora un po' più forte quando diventa ansia, ora perché per ricerca di falsa pace che si pensa di trovare nel non dover pensare a nulla, questo ... mentre il tempo scorre sempre veloce. Tutti costoro, e non sono pochi, come sospesi in aria, passano il tempo avvolti da un alone di speranza e desiderio, in attesa che il fato, sia lui a fare qualcosa di importante che non arriva mai. 

In questo clima, come una calamita, ognuno attrae esclusivamente chi per svariati motivi vive una situazione mentale momentanea o meno simile alla sua, e in tal modo, si creano i vari sottogruppi che si fanno coraggio a vicenda ognuno convincendosi, che il mondo è solo come lo vedono loro. Occorre una svolta mentale, ma cambiare la mente che per sua natura mente, non è cosa da tutti.

Un romanzo surreale inizia sempre con una routine piuttosto normale, ma che nonostante tutto, dà un suo valore alle cose che si fanno. In tal modo, tra persone di vario spirito e destino, e attraverso eventi diversi, si cresce cercando di migliorarsi, apprezzando gli anni che passano, e la maturità che avanza con i suoi segni e le sue opere. Ma tutto fa correre il rischio di far credere anche in chi non crede, sulla fatalità che un Dio ci aiuti. Nel frattempo bene e male si alternano come sempre … la nave va.

     


domenica 7 dicembre 2014

84 - Nuova coscienza e governance

La coscienza è quella voce interiore che ci avverte della possibilità che qualcuno ci stia guardando. (Henry Louis Mencken)

     

Un tempo la società era strutturata per insegnare ai giovani i metodi ritenuti più consoni, per tentare di rendere le generazioni future migliore dei padri. Nel rispetto delle proprie stimabili ma ristrette tradizioni territoriali, si aveva a disposizione una vita per intriettare ed elaborare cultura e morale.

Una volta appresi i fondamentali degli insegnamenti passati, questi erano poi sufficienti come strumenti base per essere elaborati singolarmente da ognuno, in funzione della sua cultura d'origine, classe sociale, e personalità. Il livello di scolarizzazione non era alto, ci si divertiva con poco.

La diffusione delle informazioni che circolavano, erano poche e non molto allargate a livello di grandi gruppi sociali. La propaganda di Stato la faceva da padrona. Non si viveva tanto a lungo, si metteva su famiglia presto, e il tempo scorreva lento. I riti erano attesi, sentiti e condivisi.

Nel bene e nel male, questo modo di progredire ormai volge al termine. Stiamo vivendo in un'epoca di permanenti periodi più o meno brevi, che si alternano tra continue transizioni e nuove certezze che presto diventano obsolete. C'è poco da divertirsi se lo spirito non trova fiorza in sé.

Oggi c'é ridondanza di informazioni che sono spesso gridate e che non in tanti approfondiscono. Si vive più a lungo, la famiglia ha perso la sua antica funzione, il tempo corre rapido, una sorta di nuova socialità maschera una certa solitudine dove i riti sono puro business.

Una nuova coscienza sta nascendo ma ancora non si riesce ad esserne del tutto consapevoli. C'é tanto disorientamento per condurre la vita in maniera più o meno coerente con una linea prevalente comune dei tempi moderni. Questo, è crisi perché la linea di condotta giusta coerente e prevalente, è spessa annebbiata o fortemente rinchiusa in un piccolo mondo privato o a nostalgici passati.

La gestione del tempo della nostra epoca e persino le mode, non segnano più lo stile e la cultura che si esprime il modo diverso tra una generazione e un'altra, le varie tribù di ogni generazione, hanno in sé i singoli componenti che cercano solo un po' di spazio per esprimere il loro ... non si sa cosa.

Questa nuova coscienza non è più solo legata a dei confini territoriali, è monopolizzata dai vari mespzzi di comunicazione esistenti, considera solo in parte le vecchie tradizioni, e per non perdersi del tutto, spesso crede e si dedica alla famiglia fingendo di non vedere contraddizioni e a volte ipocrisie.

La nuova cultura è da decenni in una fase di lunga e complessa transizione, ha bisogno di consolidarsi, certamente porterà con sé nuove visioni in ogni tradizione, e come tutte le cose umane, sarà sia un bene, sia un male. Tanto per cominciare, deve quanto prima abituarsi a capire che nulla deve essere considerato eterno riguardo ogni piccola e grande cosa. Deve anche imoarare a sognare con criterio.

L'aspetto caratterizzante e fondamentale dell'intera umanità, sarà sempre più quello di identificarsi e armonizzarsi in un modello che sappia tener conto della vera natura delle cose e del proprio vero sé. Una cosa di per sé stessa non proprio cisi facile da capire. Già una nuova visione multiculturale è in embrione avanzata, e nuove visioni del mondo mai prima neppure sognate prendono vita. 

Ogni cultura di ogni paese interdipende dalle altre, e tutto è in un continuo progredire tra bene e male, tra vantaggi e svantaggi, tra opportunità e occasioni che non verranno mai più. Tutte le culture non saranno più solo figlie di una sola tradizione tramandata dal proprio luogo natio. Per forza di causa maggiore dal loro volere o meno, nessuna di essa potrà mai considerarsi più unica e irripetibile. 

Finora ogni novità tecnologica, scientifica, politica e ideologica che è derivata dall'uomo, è sempre stato qualcosa che si è poi continuamente dovuta migliorare nel tempo.  Ogni cosa si è sviluppata in un continuum di tesi, sintesi e antitesi.  I desideri di ritorni del passato sono sempre pericolosi, perché essi impongono la propria volontà a perdere ogni capacità di ascolto. 

Tra lotte, compromessi e condivisioni accettate di buon grado o meno, tutto ciò ha avuto come conseguenza, un continuo sviluppo e un miglioramento continuo della qualità della vita. Cisi ora la nave va, navigando sempre in un caos tra continuo bene e male. 

Tutto quello che invece da sempre proviene dalle leggi della Natura non condizionato dall'umano, è sempre fonte di vita in contatto con la perfezione. Saper essere in armonia con questa natura delle cose, aiuta a realizzare la felicità e la ricerca dell'equilibrio di ciò che l'umano di equilibrato costruisce per sé e per il mondo che lo circonda.

Siamo immersi sempre più in una nuova dimensione spirituale, culturale, economica e socio politica, che è, e sarà, sempre più complessa e multi culturale. Tutto ciò, si esprime all'interno di una visione che nasce da nuove percezioni delle cose e della realtà. 

Tutto quel che sta accadendo, è figlio delle scoperte che si fanno in ogni ambito del sapere riguardo la realtà. Tutto questo modifica continuamente visone del cosmo, e quindi il come posizionarsi nel mondo. Da qui i continui cambiamenti e l'evoluzione senza fine di ogni cosa.

Le correnti filosofiche degli innatisti (le conoscenze sono in noi, e le sviluppiamo o meno) e degli empiristi (la conoscenza deriva dai sensi e dalle esperienze) sono solo apparentemente rivali.

Oggi sempre più nel tempo invece esse si completano a vicenda e contribuiscono a conferire alla nuova umanità (al momento non sempre consapevole di ciò e della sua importanza), un giusto equilibrio fra nuova forma di misticismo e realtà pratica di ogni cosa materiale e non.

Le leggi fisiche, astro fisiche, della genetica ecc, che continuamente si scoprono, spiegano sempre meglio e in maniera sempre più profonda la  complessità  della natura del cosmo che regolamenta ogni cosa ed essere vivente. 

Tutte le conoscenze che riguardano il cosmo, le scienze, le coscienze e le conoscenze dell'umano, sono strettamente correlate in tre piani paralleli interdipendenti tra loro; ad un avvenimento che accade in uno dei percorsi, ne corrisponderà uno anche negli altri (principio della causalità).

Come sempre, vi saranno persone che daranno importanza a chi ha creato tutto ciò, e altre che si preoccuperanno molto meno o nulla di questo aspetto. Entrambi impareranno tuttavia a comunicare meglio tra loro, perché uniti dalle stesse problematiche di necessità di ricerca di pace e nuovi continui impermanenti equilibri da cercare in ogni cosa continuamente. Tutte le millenarie tradizioni si sforzeranno di continuare ad avere senso, ma non tutte resisteranno a questo epocale mutamento. 

Le antiche tradizioni più violente, incentrate sulla propria aspirazione a prevalere, e quindi per questo conflittuali, saranno prima o poi bandite da tutti, e con la forza prima, e con la ragione dopo, pian piano scompariranno nel tempo. Non per giustizia divina o umana, solo perché sempre meno funzionali ai nuovi equilibri che prendono forma. 

Vediamo che tutte le cose che ci circondano, continuamente e gradualmente portano a far sviluppare un evoluto complesso nuovo significato della morale che tutto supporta.

Una serie di nuovi criteri di doveri che si adatteranno a tutte le diverse vecchie tradizioni, creerà sempre più, un nuovo legame e ordine tra le persone di ogni dove. Tutto ciò che sarà indefinibile, farà sempre meno paura, e saprà trovare approcci nuovi per essere compreso attraverso una lingua comune.

L'uomo già si può realizzare appieno. Basta solo abbandonarsi a tutto il movimento del continuo fluire di tutte queste cose, prendendo coscienza di essere ognuno una piccola parte di tutto ciò. 

Solo la motivazione alla ricerca dell'armonia degli opposti e dell'interdipendenza che governa le cose umane aiuterà scienza, conoscenza e pace. Questa è la base da comprendere oggi, per avere un saggio indirizzo di ogni forma di convivenza possibile tra genti provenienti da passati diversi. Le forme e i mezzi di comunicazione esistenti, agevolano e agevoleranno sempre meglio questo processo.

Ha poco senso la percezione psicologica che esista solo bianco o solo nero. Pian piano impareremo a prendere coscienza che da sempre bianco e nero esistono una infinità di sfumature di eleganti o tristi grigi, e tante altre sfumature di diversi colori. Tutto l'insieme, da sempre determina e rappresenta la realtà infinita di ogni tipo di vita esistente visibile e invisibile ai soli limitanti occhi nudi.

Presto capiremo che il male arriva certamente, ma di solito quasi sempre a causa delle nostre antiche tradizioni se vogliamo che esse non si armonizzano con i tempi. Esse fino ad oggi da un lato ci hanno aiutato, dall'altro ci hanno insegnato a vedere tuttavia cosa ci differenzia dall'altro e non cosa ci unisce. 

Questo non per principi astrusi, ma esse tuttavia però, ci hanno abituato a causa dei vecchi limiti, a considerare come profilare i buoni e i cattivi, come stabilire il bene contro il male, a vedere la luce in opposizione al buio, e quindi di conseguenza, la vita in lotta con la morte. 

Tutte le culture sagge, ora stanno iniziando lentamente da tempo a fare un salto di qualità. Un po' ovunque, inizia a prendere forma l'idea di unità che tutto include, se si vuole comprendere l'insieme e il particolare di ogni cosa. Nulla si oppone ad alcunché, in tutto vi è sempre sia il bene sia il male.

Scopo della scienza, delle ideologie  e delle ricerche tecnologiche del mondo occidentale, è stato quello di darci salute riducendo le malattie, piacere senza dolore, ricchezza senza povertà. Ma tra certezze traballanti, conflitti, paure di cambiamento e sani e intelligenti dubbi, tutti cominciamo lentamente ora a renderci conto che agendo solo con ogni singola vecchia credenza, creiamo forse più problemi di quanti se ne possano risolvere.

Che dire dell'inquinamento della terra? Tralasciamo del tutto usando la politica dello struzzo sul grande continuo pericolo di una guerra nucleare? Non trascurerei neppure l'attenzione da porre all'alienante civiltà delle macchine così vissute come le viviamo oggi. Questi sono solo alcuni inquietanti aspetti di un modo antico e chiuso di vedere le cose. L'antico va rivalutato con occhi, mente e cuore diverso!

Gli opposti bene e male, salute e malattia, luce e buio sono sempre e solo il rovescio della stesa medaglia, e ogni cosa ha dei suoi canoni che per ogni cultura e persona possono essere diversi più di quanto si creda. Schierarsi nel mondo a priori, senza una attenta valutazione della complessità delle cose, comporta sempre più grandi rischi di inutile conflitto. 

Sapere che gli opposti esistono e sono parte integrante della realtà, comporta automaticamente la necessità di sforzarsi a cercare sempre un giusto equilibrio. Il fatto che uno di essi abbia la meglio sull'altro, è una cosa da considerarsi momentanea per diversi cause e condizioni, inevitabilmente prima o poi porta solo pericolosi dubbi, separazioni e asprezze.

Affinché ciò possa essere gestito con equilibrio, è innanzitutto importante conoscere bene e in maniera approfondita la vera natura delle cose stesse per quello che esse sono. Per nessun motivo al mondo si deve lottare o opporsi contro quelle forze insite nella natura. Non sempre è possibile e semplice trovare la via di mezzo e le condizioni di equilibrio ideale, ma prendersi cura di ciò, è e sarà sempre più un bene per ogni cultura.

Comunque sia, pare che debba sempre più opportuno, agire come farebbe un buon comandante di una nave. Avere una ritta con obiettivi chiari sul dove si vuole andare assecondando la natura singola e delle cise, aspirare sempre alla conoscenza tenendo continuamente conto dei limiti minimi e massimi da non travalicare nel governare il tutto, considerare bene le mappe, comprendere le correnti dei mari, e sentire il vento utilizzando la sua forza per farsi trasportare.

Fondamentale è non perdere mai contatto con la propria vera natura non contaminata da pregiudizi e giudizi, e identificarsi sempre con la natura delle cose che ci circondano tentando il più possibile ad agire con spontaneità. Le azioni forzate non portano bene, esse sono sempre in disaccordo con quanto fin qui riportato

Le cose più belle nella vita, sono quelle che si ottengono senza sforzo. Ciò non vuol dire tuttavia, che perseveranza, determinazione e attenzione debbano essere messe da parte. In tutto ciò, saper ascoltare le intuizioni profonde e non contaminate da paura e orgoglio, vorrà dire un giorno, aver raggiunto la perfezione.


Riflessioni sulla governance per applicare armonia ed equilibrio

Governance, è un termine inglese, che si è perfettamente integrato nella lingua italiana. Lo si utilizza per significare uno stile di guida che si adopera per realizzare le strategie di un'organizzazione più o meno complessa. Il sostantivo, anche se proviene dal linguaggio del mondo aziendale, gradualmente si è imposto per esprimere quei princìpi che indicano anche le procedure di gestione di un governo o di istituzioni più in generale. 

Intendiamoci sul givernare. Governare, in italiano trova le sue origini per esprimere il modo di fare che si ha, per trovare il necessario che serve per provvedere ai bisogni fondamentali di una o più persone. Come si può notare quindi, sia in governance, sia in governo, ego, potere, carriera, successo ed altri termini simili, c'entrano come si suol dire, come il cavolo a merenda. Eppure ... spesso non sembra affatto che sia rispettato a dovere il suo reale significato.

Se si impara a governare davvero sé stessi, è un buon principio, in tal modo, di certo si potrà poi tentare di governare altri con maggiore semplicità. Tuttavia la vita è strana, per imparare a governare sé stessi comporta metodo, tecniche, tempo, dedizione, perseveranza, conoscenza dei segreti della mente e dei suoi giochi sottili e solo impegnandosi si capisce il dolore e la difficoltà del lavoro. 

Non a caso la moltitudine degli umani tergiversa nell'imoarare a guidare se stessi, e non a caso ci si lascia andare a emozioni, abitudini e a desideri continui di abbandonarsi a sé stessi 

Una volta però che si percorre la via di governare la propria mente e non lasciarsi da essa guidare, ciò impone che in ogni momento e circostanza, si sa restare sempre nel qui e ora. Questo è un buon inizio per pensare eventualmente a governare altri. 

Prima di decidere, bisogna essere consapevoli che questa scelta di guidare altri, comporta una grande responsabilità. Spesso la coscienza in tali circostanze, diventa severa e dà poca importanza a mettersi a capo di qualsivoglia organizzazione. Da qui gli spazi infiniti di superficiali arrivisti senza scrupoli, pronti a colmare il vuoto di potere che si crea.

Chi fa questo lavoro di gestione degli altri in coscienza, ha una vocazione e predisposizione al bene comune. Quanti padri, capi d'azienda, manager e politici siano all'altezza del ruolo che ricoprono, al momento non è dato sapere. Quanti ambiziosi senza etica, neppure questo non è dato sapere. Quanti sognatori frustrati ... non è dato sapere.

Il governo in ogni ambito, è una scienza che è indispensabile studiarla a fondo, già qui una prima selezione dei candidati sarebbe di rigore. Nelle piccole e medie imprese, prevalgono più persone per bene, fortunati che il mercato aiuta perché tutto nasce nel giusto tempo, non mancanobuoni padri, o pazzi incoscienti dalla vita breve. Nelle grandi aziende invece, tanti sono coloro che semplicemente dirigono il traffico della routine, moltissimi i burocrati, rari i manager. In politica è il caos più negativo.

In ogni modo, per tutti, a parte equilibrio e quanto fin qui riportato in questo post prima di questo paragrafo, è sempre fondamentale avere obiettivi chiari, valori condivisi, (vedi post 80) e strategia. La verità? Spesso la nave va, anche con obiettivi (che non sono solo fatturato e vendite) più o meno vaghi, valori ambivalenti talvolta non sempre ben chiari, e strategia non di rado contraddittoria. È così!

Comunque sia, non esiste tuttavia strategia geniale, senza che essa sia avvolta anche da forza morale, autorevolezza, e magari prestigio di chi governa. Il primo scopo del capo, é quello di essere sempre in armonia con il team, creando un buon clima basato su impegno, esempio, attenzione e responsabilità.

Chiaramente, premesse serie della strategia, sono anche la formazione permanente e organizzazione affidabile in ogni reparto. Ascolto, silenzio e poche parole ma efficaci, sono fondamentali per essere credibili. Esperienza e capacità di saper far eseguire compiti nei giusti tempi, è l'abilità tutta da dimostrare giorno per giorno. Dissimulare e monitorare difficoltà e ansia sono i segreti.

Conoscere bene le attitudini, punti di forza e di debolezza di tutti i collaboratori avendo una giusta comunicazione con loro, essendo sempre motivanti imparando a saper dare loro fiducia in sé stessi è nell'azione. I dissensi vanno gestiti sempre con cura e determinazione.tali premesse sono indiscutibili. 

Il vero guaio di tutto ciò, è che solo valutando tutto esattamente nei minimi dettagli che si può meritare di essere degni di governo. Questo aspetto non è da sottovalutare. Saper comprendere i tempi della strategia, i tempi necessari che occorrono per raggiungere gli obiettivi, e cosa intendono per tempo i collaboratori aiuta non poco la concretezza dell'azione.

Retorico è poi dare per scontato la capacità di gestione delle risorse, l'evitare gli sprechi, il non creare ingiustizie economiche interne. Clima di fedeltà e passione per ciò che si fa, mi sembra inutile riportare, ma per prudenza meglio non omettere.


Conclusioni

Una volta che l'essere umano giunge alla consapevolezza di essere un puntino con una sua energia che può essere o diretta o può dirigere da sola come un cavalo impazzito, si trova la vera felicità, la realizzazione di se stesso, il vero senso della vita. 

Una volta compresa la sua vera natura e le sue vere attitudini l'uomo può rinnovare la propria esistenza e metterla a disposizione del mondo di cui fa parte. Egli in tal modo, diverrà sempre più nel tempo un essere comprensivo, solare, tollerante, e in grado di condurre gli altri sulla via della crescita in vari ambiti. Questo si che è immortalità verso cui tendere senza paura, dando un senso alle cose che si fanno!

L'uomo oggi, spesso purtroppo passa gran parte della sua esistenza dormendo anche quando crede di essere sveglio, e suo malgrado, inconsapevole, sogna in continuazione ad occhi aperti, anche quando non serve. In tal modo la coscienza dorme sempre, da qui guerre e ingiustizie, senza tregua trovano energia pura.