La coscienza è quella voce interiore che ci avverte della possibilità che qualcuno ci stia guardando. (Henry Louis Mencken)
Un tempo la società era strutturata per insegnare ai giovani i metodi ritenuti più consoni, per tentare di rendere le generazioni future migliore dei padri. Nel rispetto delle proprie stimabili ma ristrette tradizioni territoriali, si aveva a disposizione una vita per intriettare ed elaborare cultura e morale.
Una volta appresi i fondamentali degli insegnamenti passati, questi erano poi sufficienti come strumenti base per essere elaborati singolarmente da ognuno, in funzione della sua cultura d'origine, classe sociale, e personalità. Il livello di scolarizzazione non era alto, ci si divertiva con poco.
La diffusione delle informazioni che circolavano, erano poche e non molto allargate a livello di grandi gruppi sociali. La propaganda di Stato la faceva da padrona. Non si viveva tanto a lungo, si metteva su famiglia presto, e il tempo scorreva lento. I riti erano attesi, sentiti e condivisi.
Nel bene e nel male, questo modo di progredire ormai volge al termine. Stiamo vivendo in un'epoca di permanenti periodi più o meno brevi, che si alternano tra continue transizioni e nuove certezze che presto diventano obsolete. C'è poco da divertirsi se lo spirito non trova fiorza in sé.
Oggi c'é ridondanza di informazioni che sono spesso gridate e che non in tanti approfondiscono. Si vive più a lungo, la famiglia ha perso la sua antica funzione, il tempo corre rapido, una sorta di nuova socialità maschera una certa solitudine dove i riti sono puro business.
Una nuova coscienza sta nascendo ma ancora non si riesce ad esserne del tutto consapevoli. C'é tanto disorientamento per condurre la vita in maniera più o meno coerente con una linea prevalente comune dei tempi moderni. Questo, è crisi perché la linea di condotta giusta coerente e prevalente, è spessa annebbiata o fortemente rinchiusa in un piccolo mondo privato o a nostalgici passati.
La gestione del tempo della nostra epoca e persino le mode, non segnano più lo stile e la cultura che si esprime il modo diverso tra una generazione e un'altra, le varie tribù di ogni generazione, hanno in sé i singoli componenti che cercano solo un po' di spazio per esprimere il loro ... non si sa cosa.
Questa nuova coscienza non è più solo legata a dei confini territoriali, è monopolizzata dai vari mespzzi di comunicazione esistenti, considera solo in parte le vecchie tradizioni, e per non perdersi del tutto, spesso crede e si dedica alla famiglia fingendo di non vedere contraddizioni e a volte ipocrisie.
La nuova cultura è da decenni in una fase di lunga e complessa transizione, ha bisogno di consolidarsi, certamente porterà con sé nuove visioni in ogni tradizione, e come tutte le cose umane, sarà sia un bene, sia un male. Tanto per cominciare, deve quanto prima abituarsi a capire che nulla deve essere considerato eterno riguardo ogni piccola e grande cosa. Deve anche imoarare a sognare con criterio.
L'aspetto caratterizzante e fondamentale dell'intera umanità, sarà sempre più quello di identificarsi e armonizzarsi in un modello che sappia tener conto della vera natura delle cose e del proprio vero sé. Una cosa di per sé stessa non proprio cisi facile da capire. Già una nuova visione multiculturale è in embrione avanzata, e nuove visioni del mondo mai prima neppure sognate prendono vita.
Ogni cultura di ogni paese interdipende dalle altre, e tutto è in un continuo progredire tra bene e male, tra vantaggi e svantaggi, tra opportunità e occasioni che non verranno mai più. Tutte le culture non saranno più solo figlie di una sola tradizione tramandata dal proprio luogo natio. Per forza di causa maggiore dal loro volere o meno, nessuna di essa potrà mai considerarsi più unica e irripetibile.
Finora ogni novità tecnologica, scientifica, politica e ideologica che è derivata dall'uomo, è sempre stato qualcosa che si è poi continuamente dovuta migliorare nel tempo. Ogni cosa si è sviluppata in un continuum di tesi, sintesi e antitesi. I desideri di ritorni del passato sono sempre pericolosi, perché essi impongono la propria volontà a perdere ogni capacità di ascolto.
Tra lotte, compromessi e condivisioni accettate di buon grado o meno, tutto ciò ha avuto come conseguenza, un continuo sviluppo e un miglioramento continuo della qualità della vita. Cisi ora la nave va, navigando sempre in un caos tra continuo bene e male.
Tutto quello che invece da sempre proviene dalle leggi della Natura non condizionato dall'umano, è sempre fonte di vita in contatto con la perfezione. Saper essere in armonia con questa natura delle cose, aiuta a realizzare la felicità e la ricerca dell'equilibrio di ciò che l'umano di equilibrato costruisce per sé e per il mondo che lo circonda.
Siamo immersi sempre più in una nuova dimensione spirituale, culturale, economica e socio politica, che è, e sarà, sempre più complessa e multi culturale. Tutto ciò, si esprime all'interno di una visione che nasce da nuove percezioni delle cose e della realtà.
Tutto quel che sta accadendo, è figlio delle scoperte che si fanno in ogni ambito del sapere riguardo la realtà. Tutto questo modifica continuamente visone del cosmo, e quindi il come posizionarsi nel mondo. Da qui i continui cambiamenti e l'evoluzione senza fine di ogni cosa.
Le correnti filosofiche degli innatisti (le conoscenze sono in noi, e le sviluppiamo o meno) e degli empiristi (la conoscenza deriva dai sensi e dalle esperienze) sono solo apparentemente rivali.
Oggi sempre più nel tempo invece esse si completano a vicenda e contribuiscono a conferire alla nuova umanità (al momento non sempre consapevole di ciò e della sua importanza), un giusto equilibrio fra nuova forma di misticismo e realtà pratica di ogni cosa materiale e non.
Le leggi fisiche, astro fisiche, della genetica ecc, che continuamente si scoprono, spiegano sempre meglio e in maniera sempre più profonda la complessità della natura del cosmo che regolamenta ogni cosa ed essere vivente.
Tutte le conoscenze che riguardano il cosmo, le scienze, le coscienze e le conoscenze dell'umano, sono strettamente correlate in tre piani paralleli interdipendenti tra loro; ad un avvenimento che accade in uno dei percorsi, ne corrisponderà uno anche negli altri (principio della causalità).
Come sempre, vi saranno persone che daranno importanza a chi ha creato tutto ciò, e altre che si preoccuperanno molto meno o nulla di questo aspetto. Entrambi impareranno tuttavia a comunicare meglio tra loro, perché uniti dalle stesse problematiche di necessità di ricerca di pace e nuovi continui impermanenti equilibri da cercare in ogni cosa continuamente. Tutte le millenarie tradizioni si sforzeranno di continuare ad avere senso, ma non tutte resisteranno a questo epocale mutamento.
Le antiche tradizioni più violente, incentrate sulla propria aspirazione a prevalere, e quindi per questo conflittuali, saranno prima o poi bandite da tutti, e con la forza prima, e con la ragione dopo, pian piano scompariranno nel tempo. Non per giustizia divina o umana, solo perché sempre meno funzionali ai nuovi equilibri che prendono forma.
Vediamo che tutte le cose che ci circondano, continuamente e gradualmente portano a far sviluppare un evoluto complesso nuovo significato della morale che tutto supporta.
Una serie di nuovi criteri di doveri che si adatteranno a tutte le diverse vecchie tradizioni, creerà sempre più, un nuovo legame e ordine tra le persone di ogni dove. Tutto ciò che sarà indefinibile, farà sempre meno paura, e saprà trovare approcci nuovi per essere compreso attraverso una lingua comune.
L'uomo già si può realizzare appieno. Basta solo abbandonarsi a tutto il movimento del continuo fluire di tutte queste cose, prendendo coscienza di essere ognuno una piccola parte di tutto ciò.
Solo la motivazione alla ricerca dell'armonia degli opposti e dell'interdipendenza che governa le cose umane aiuterà scienza, conoscenza e pace. Questa è la base da comprendere oggi, per avere un saggio indirizzo di ogni forma di convivenza possibile tra genti provenienti da passati diversi. Le forme e i mezzi di comunicazione esistenti, agevolano e agevoleranno sempre meglio questo processo.
Ha poco senso la percezione psicologica che esista solo bianco o solo nero. Pian piano impareremo a prendere coscienza che da sempre bianco e nero esistono una infinità di sfumature di eleganti o tristi grigi, e tante altre sfumature di diversi colori. Tutto l'insieme, da sempre determina e rappresenta la realtà infinita di ogni tipo di vita esistente visibile e invisibile ai soli limitanti occhi nudi.
Presto capiremo che il male arriva certamente, ma di solito quasi sempre a causa delle nostre antiche tradizioni se vogliamo che esse non si armonizzano con i tempi. Esse fino ad oggi da un lato ci hanno aiutato, dall'altro ci hanno insegnato a vedere tuttavia cosa ci differenzia dall'altro e non cosa ci unisce.
Questo non per principi astrusi, ma esse tuttavia però, ci hanno abituato a causa dei vecchi limiti, a considerare come profilare i buoni e i cattivi, come stabilire il bene contro il male, a vedere la luce in opposizione al buio, e quindi di conseguenza, la vita in lotta con la morte.
Tutte le culture sagge, ora stanno iniziando lentamente da tempo a fare un salto di qualità. Un po' ovunque, inizia a prendere forma l'idea di unità che tutto include, se si vuole comprendere l'insieme e il particolare di ogni cosa. Nulla si oppone ad alcunché, in tutto vi è sempre sia il bene sia il male.
Scopo della scienza, delle ideologie e delle ricerche tecnologiche del mondo occidentale, è stato quello di darci salute riducendo le malattie, piacere senza dolore, ricchezza senza povertà. Ma tra certezze traballanti, conflitti, paure di cambiamento e sani e intelligenti dubbi, tutti cominciamo lentamente ora a renderci conto che agendo solo con ogni singola vecchia credenza, creiamo forse più problemi di quanti se ne possano risolvere.
Che dire dell'inquinamento della terra? Tralasciamo del tutto usando la politica dello struzzo sul grande continuo pericolo di una guerra nucleare? Non trascurerei neppure l'attenzione da porre all'alienante civiltà delle macchine così vissute come le viviamo oggi. Questi sono solo alcuni inquietanti aspetti di un modo antico e chiuso di vedere le cose. L'antico va rivalutato con occhi, mente e cuore diverso!
Gli opposti bene e male, salute e malattia, luce e buio sono sempre e solo il rovescio della stesa medaglia, e ogni cosa ha dei suoi canoni che per ogni cultura e persona possono essere diversi più di quanto si creda. Schierarsi nel mondo a priori, senza una attenta valutazione della complessità delle cose, comporta sempre più grandi rischi di inutile conflitto.
Sapere che gli opposti esistono e sono parte integrante della realtà, comporta automaticamente la necessità di sforzarsi a cercare sempre un giusto equilibrio. Il fatto che uno di essi abbia la meglio sull'altro, è una cosa da considerarsi momentanea per diversi cause e condizioni, inevitabilmente prima o poi porta solo pericolosi dubbi, separazioni e asprezze.
Affinché ciò possa essere gestito con equilibrio, è innanzitutto importante conoscere bene e in maniera approfondita la vera natura delle cose stesse per quello che esse sono. Per nessun motivo al mondo si deve lottare o opporsi contro quelle forze insite nella natura. Non sempre è possibile e semplice trovare la via di mezzo e le condizioni di equilibrio ideale, ma prendersi cura di ciò, è e sarà sempre più un bene per ogni cultura.
Comunque sia, pare che debba sempre più opportuno, agire come farebbe un buon comandante di una nave. Avere una ritta con obiettivi chiari sul dove si vuole andare assecondando la natura singola e delle cise, aspirare sempre alla conoscenza tenendo continuamente conto dei limiti minimi e massimi da non travalicare nel governare il tutto, considerare bene le mappe, comprendere le correnti dei mari, e sentire il vento utilizzando la sua forza per farsi trasportare.
Fondamentale è non perdere mai contatto con la propria vera natura non contaminata da pregiudizi e giudizi, e identificarsi sempre con la natura delle cose che ci circondano tentando il più possibile ad agire con spontaneità. Le azioni forzate non portano bene, esse sono sempre in disaccordo con quanto fin qui riportato.
Le cose più belle nella vita, sono quelle che si ottengono senza sforzo. Ciò non vuol dire tuttavia, che perseveranza, determinazione e attenzione debbano essere messe da parte. In tutto ciò, saper ascoltare le intuizioni profonde e non contaminate da paura e orgoglio, vorrà dire un giorno, aver raggiunto la perfezione.
Riflessioni sulla governance per applicare armonia ed equilibrio
Governance, è un termine inglese, che si è perfettamente integrato nella lingua italiana. Lo si utilizza per significare uno stile di guida che si adopera per realizzare le strategie di un'organizzazione più o meno complessa. Il sostantivo, anche se proviene dal linguaggio del mondo aziendale, gradualmente si è imposto per esprimere quei princìpi che indicano anche le procedure di gestione di un governo o di istituzioni più in generale.
Intendiamoci sul givernare. Governare, in italiano trova le sue origini per esprimere il modo di fare che si ha, per trovare il necessario che serve per provvedere ai bisogni fondamentali di una o più persone. Come si può notare quindi, sia in governance, sia in governo, ego, potere, carriera, successo ed altri termini simili, c'entrano come si suol dire, come il cavolo a merenda. Eppure ... spesso non sembra affatto che sia rispettato a dovere il suo reale significato.
Se si impara a governare davvero sé stessi, è un buon principio, in tal modo, di certo si potrà poi tentare di governare altri con maggiore semplicità. Tuttavia la vita è strana, per imparare a governare sé stessi comporta metodo, tecniche, tempo, dedizione, perseveranza, conoscenza dei segreti della mente e dei suoi giochi sottili e solo impegnandosi si capisce il dolore e la difficoltà del lavoro.
Non a caso la moltitudine degli umani tergiversa nell'imoarare a guidare se stessi, e non a caso ci si lascia andare a emozioni, abitudini e a desideri continui di abbandonarsi a sé stessi
Una volta però che si percorre la via di governare la propria mente e non lasciarsi da essa guidare, ciò impone che in ogni momento e circostanza, si sa restare sempre nel qui e ora. Questo è un buon inizio per pensare eventualmente a governare altri.
Prima di decidere, bisogna essere consapevoli che questa scelta di guidare altri, comporta una grande responsabilità. Spesso la coscienza in tali circostanze, diventa severa e dà poca importanza a mettersi a capo di qualsivoglia organizzazione. Da qui gli spazi infiniti di superficiali arrivisti senza scrupoli, pronti a colmare il vuoto di potere che si crea.
Chi fa questo lavoro di gestione degli altri in coscienza, ha una vocazione e predisposizione al bene comune. Quanti padri, capi d'azienda, manager e politici siano all'altezza del ruolo che ricoprono, al momento non è dato sapere. Quanti ambiziosi senza etica, neppure questo non è dato sapere. Quanti sognatori frustrati ... non è dato sapere.
Il governo in ogni ambito, è una scienza che è indispensabile studiarla a fondo, già qui una prima selezione dei candidati sarebbe di rigore. Nelle piccole e medie imprese, prevalgono più persone per bene, fortunati che il mercato aiuta perché tutto nasce nel giusto tempo, non mancanobuoni padri, o pazzi incoscienti dalla vita breve. Nelle grandi aziende invece, tanti sono coloro che semplicemente dirigono il traffico della routine, moltissimi i burocrati, rari i manager. In politica è il caos più negativo.
In ogni modo, per tutti, a parte equilibrio e quanto fin qui riportato in questo post prima di questo paragrafo, è sempre fondamentale avere obiettivi chiari, valori condivisi, (vedi post 80) e strategia. La verità? Spesso la nave va, anche con obiettivi (che non sono solo fatturato e vendite) più o meno vaghi, valori ambivalenti talvolta non sempre ben chiari, e strategia non di rado contraddittoria. È così!
Comunque sia, non esiste tuttavia strategia geniale, senza che essa sia avvolta anche da forza morale, autorevolezza, e magari prestigio di chi governa. Il primo scopo del capo, é quello di essere sempre in armonia con il team, creando un buon clima basato su impegno, esempio, attenzione e responsabilità.
Chiaramente, premesse serie della strategia, sono anche la formazione permanente e organizzazione affidabile in ogni reparto. Ascolto, silenzio e poche parole ma efficaci, sono fondamentali per essere credibili. Esperienza e capacità di saper far eseguire compiti nei giusti tempi, è l'abilità tutta da dimostrare giorno per giorno. Dissimulare e monitorare difficoltà e ansia sono i segreti.
Conoscere bene le attitudini, punti di forza e di debolezza di tutti i collaboratori avendo una giusta comunicazione con loro, essendo sempre motivanti imparando a saper dare loro fiducia in sé stessi è nell'azione. I dissensi vanno gestiti sempre con cura e determinazione.tali premesse sono indiscutibili.
Il vero guaio di tutto ciò, è che solo valutando tutto esattamente nei minimi dettagli che si può meritare di essere degni di governo. Questo aspetto non è da sottovalutare. Saper comprendere i tempi della strategia, i tempi necessari che occorrono per raggiungere gli obiettivi, e cosa intendono per tempo i collaboratori aiuta non poco la concretezza dell'azione.
Retorico è poi dare per scontato la capacità di gestione delle risorse, l'evitare gli sprechi, il non creare ingiustizie economiche interne. Clima di fedeltà e passione per ciò che si fa, mi sembra inutile riportare, ma per prudenza meglio non omettere.
Una volta che l'essere umano giunge alla consapevolezza di essere un puntino con una sua energia che può essere o diretta o può dirigere da sola come un cavalo impazzito, si trova la vera felicità, la realizzazione di se stesso, il vero senso della vita.
Una volta compresa la sua vera natura e le sue vere attitudini l'uomo può rinnovare la propria esistenza e metterla a disposizione del mondo di cui fa parte. Egli in tal modo, diverrà sempre più nel tempo un essere comprensivo, solare, tollerante, e in grado di condurre gli altri sulla via della crescita in vari ambiti. Questo si che è immortalità verso cui tendere senza paura, dando un senso alle cose che si fanno!
L'uomo oggi, spesso purtroppo passa gran parte della sua esistenza dormendo anche quando crede di essere sveglio, e suo malgrado, inconsapevole, sogna in continuazione ad occhi aperti, anche quando non serve. In tal modo la coscienza dorme sempre, da qui guerre e ingiustizie, senza tregua trovano energia pura.