Pagine

sabato 20 dicembre 2014

86 - Polli pesciolini muli serpenti maiali e pochi nobili

Siamo un paese cattolico, che nella provvidenza ci crede o almeno ne è affascinato. Il pericolo è questo: gli italiani sentendo aria di provvidenza sono sempre pronti a mettersi in fila speranzosi. (Indro Montanelli)


In questo post, per parlare di persone e società, ho scelto dei modelli di animali con poco appeal non a caso. Intendo evitare fenomeni di proiezione che offrano alla mente umana la possibilità di immaginarsi leoni, squali, aquile o cose simili. Vorrei qui evitare in pratica, la citazione di creature che nel bene e nel male, illudono solo l'ego senza dare energia alla coscienza. In  un certo senso, mi concentro su quei figli di un Dio minore non per essere negativi, ma per offrire loro gli onori che meritano, al fine di obbligare il nostro cervello di fermare ogni fantasia egoica, e agevolare la riflessione. 

Vedo la società divisa in sei segmenti che a mio avviso, ben rappresentano il mondo moderno. Polli, muli, pesciolini, serpenti, maiali e pochi nobili.

I polli sono coloro che inconsapevoli di ogni cosa, con poca fantasia, cercano di beccare qua e lá qualcosa da mangiare per sopravvivere. Quando finiscono allo spiedo, non è difficile farli fuori al momento opportuno, non sono famosi per come sanno difendersi. Sono gli invisibili della società umana. Senza un pollaio fatto di simili, che usano per non sentirsi soli, non sanno che fare. Sono prede facili per ogni predatore, sono goffi, spesso chiusi nel loro mondo e facilmente manovrabili. Giorno per giorno, sopravvivono come possono. Anche dopo morti, la loro carne al supermercato vale appena qualche euro.

Considero muli, coloro i quali ben inseriti nel sistema come essere operativi e funzionali al sistema stesso, corrono spesso teleguidati da obiettivi altrui. Trattasi di "animali" che lavorano sodo, a volte, senza rendersene neppure conto, annullano la loro vita privata. La parola d'ordine che guida le loro energie è: il dovere! Hanno la caratteristica di impegnarsi sul fare. Danno infatti un senso alle cose, vivendo quasi esclusivamente solo per ciò che fanno. Perdono spesso di vista l'essere ma non per mancanza di intelligenza, solo ... per dovere o costrizione dovuto a cause ritenute esterne! Sono gli eroi che trascinano concretamente le nazioni, meriterebbero più rispetto, ma di solito sono i più sfruttati. Non per loro volere, vivono con bassa consapevolezza il concetto di qualità della vita. Il bisogna di sicurezza è ciò che li frega nei confronti di chi li usa. Una serena vecchiaia è quello che desiderano. Sono per certi aspetti, tuttavia i più sereni, in quanto non pretendono molto da dalla vita, tendono ad essere minimalisti, e sono appagati per quel che fanno. Tuttavia, abbiamo anche muli che lavorano per padroni poveri o avidi, in tal caso, gli scenari cambiano in peggio per loro, e non di poco.

I pesciolini. Mi riferisco sia a quelli che inermi cadono in reti strane, sia a quelli che diventano facilmente vittime di predatori, sia quelli fatti prigionieri e costretti a vivere in un vaso trasparente che li obbliga a vedere fuori un mondo senza più senso per loro. Amano la tv più di ogni altra cosa, da dove vedono e interpretano il mondo. Anche loro facilmente manovrabili. Sono quelli che vivono senza bussola, senza obiettivi, senz'aria, e quindi annegati tra mille continue preoccupazioni. La paura di abboccare ad un amo traditore o quella di essere inghiottiti da un predatore, è ciò che temono più di ogni altra cosa. Occhi grandi, sguardo perso. Non sanno che respirano in modo diverso dagli altri. Si adattano a qualsiasi situazione, ma non sempre pensando ai loro vantaggi. Sopravvivono solo se qualcuno si prende cura di loro. Buoni, fragili, bisognosi di accudimento, girano spesso a vuoto e così trascorrono il loro tempo vitale. Fiato corto e sguardo impaurito ben celato da varie maschere, sono i segni distintivi. Ispirano tenerezza e si conta poco su di loro. Sono colorati e belli da vedere, ma nulla di più.

I serpenti, non mancano, non mancheranno mai, ed è facile immaginarseli in ogni società. Non hanno un minimo di sensibilità al dolore e ai problemi altrui. Non si fanno riguardo ad attaccare se molestati nei loro interessi. Bravi incantatori. Sguardo stupido e cattivo a livelli socio culturali inferiori; occhi freddi e minacciosi a livelli socio economici superiori. Non amano stare con altri se non per secondi fini, nascondono la loro vera personalità con maestria. Non condividono emozioni, ma non si sa se per loro scelta o per allontanamento degli altri. Inaffidabili e spesso "invisibili" e imprevedibili quando fanno del male per i loro tornaconti personali. Sono nascosti in ogni ceto sociale. Tra i poveri i più cruenti, tra i ricchi i più cattivi, nel ceto medio i più subdoli. Sono presenti in ogni credenza, fede e movimento politico. Poco amanti della democrazia, ed hanno come modello i vincenti, guardando però solo il  successo degli altri e/o potere, ma non l'intelligenza emotiva e sociale che caratterizza invece i veri leader.

I maiali sono infine quelli che ingrassano immersi nell'avidità e nella convinzione che non basta mai ciò che hanno. Incuranti del resto del mondo peccano di conseguenza in generosità. Sono dell'idea che tutto abbia un prezzo e non fanno nulla senza avere un tornaconto materiale. I sette vizi capitali, più o meno tutti, sono il loro codice etico di riferimento. Intelligenti nel cogliere le occasioni da sfruttare per la sola loro avidità. Opportunisti quanto basta. Vivono in un mondo tutto incentrato sul proprio sé. Poco attenti ai bisogni altrui, molto concentrati sul loro personale benessere. Egocentrici. L'ambiente in cui vivono è una stalla di cose pompose e senza gusto. Anche questi sono presenti in ogni ceto sociale, fede, ideologia e cultura. Usare gli altri per loro fini la loro fede.



I pochi nobili. Paragrafo a sé stante.

Tutti gli animali, volendo, possono evolversi per essere annoverati tra i "pochi nobili". Se pochi sono i nobili in ogni società, rari sono coloro che nascono tali. Educazione, provenienza della famiglia, cause e condizioni di base, sono i fattori determinanti per agevolare o meno il cammino del nobile. Nobili nei tempi contemporanei si diventa. Coscienza, attenzione, responsabilità e cultura non superficiale basata sul nozionismo (pericolosissima e peggio dell'ignoranza), sono gli ingredienti. 



Visto che è raro nascere nobili, che fare per diventarlo?

Tanto per cominciare essere accompagnati dalla convinzione profonda che tutti siamo essere mortali, e che prima o poi tutti scompariremo da questa terra, aiuta tantissimo! 

Sapere poi che siamo tutti nelle condizioni di poterci migliorare guadagnandoci in salute mentale e fisica, usando la nostra mente che solo noi come umani abbiamo e non sempre usiamo con saggezza, è strategico! 

Non ultima convinzione profonda da adoperare come bussola, è il sapere che solo la ricerca dell'equilibrio in tutte le cose, aiuta a non vivere nel caos e nel conflitto eterno con sé stessi e altri. 

Capire profondamente, che il saper vedere in sé stessi quali intenzioni guidano i nostri pensieri, è fondamentale. L'intenzione non è il pensiero, ma il suo seme. Il pensiero è solo una conseguenza delle intenzioni. Sono le intenzioni che dobbiamo imparare a monitorare.

Avere un progetto in cui credere con scopi materiali e nobili, e dedicarsi ad esso con perseveranza, determinazione e saggezza o come minimo buon senso è la materializzazione del fare del nobile nella società moderna.



Presupposti di fondo, ed equilibri da cercare

Una volta posta attenzione alle proprie intenzioni, comprendere il significato dei pensieri poi aiuta ad essere più chiari. Quando il significato profondo del pensiero è chiaro vuol dire che c'è coscienza. Quando con coscienza e consapevolezza si progetta qualcosa di sensato nella vita, si riducono di molto i margini di errore. 

Ciò fatto, l'unica cisa da fare, ora consiste nel saper trovare equilibrio nelle azioni che devono portare il progetto al successo e all'autorealizzazione. Inizia così il lungo cammino della nostra missione. Tale viaggio, parte con una visione chiara della destinazione, della realtà all'interno della quale andiamo ad operare, dei mezzi che occorrono per permettere di agire con tranquilla determinazione

Fatto! Ora abbiamo i presupposti per scegliere se essere nobili o restare una delle cinque creature agli inizi di questo post individuate. Quanto fin qui riportato, sono i presupposti. Vediamo da questo punto in poi, quali sarebbero gli equilibri da cercare nelle azioni per realizzare il tutto. Dobbiamo iniziare con gli  assetti da strutturare, e poi successivamente, solo allora sarà più facile vedere come trovare i giusti equilibri dell'azione.

Gli assetti:
- Definire bene l'azione che guiderà e distinguerà il nostro progetto da altri
- Stabilire come gestire il tutto, curando nei dettagli ogni fase di ogni processo utile alla realizzazione del fine che si intende raggiungere.
- Decidere una strategia adeguata di come comunicare il tutto e agire

Gli equilibri da cercare nell'azione:
- L'azione deve essere sempre commisurata al rigido controllo delle proprie risorse, e i vantaggi da offrire ad altri con i quali si deve interagire devono essere chiari e visibili;
- La gestione deve avere sempre obiettivi ben definiti nel breve, mefio e lungo termine (numeri di qualcosa da definire in un tempo predeterminato) ;
- Monitorare tutto periodicamente, imparando a valutare e correggere sia l'azione sia la stessa gestione.
- Comunicare addestrandosi a comunicare non di "pancia" ma di coscienza senza giudicare e pregiudizi.
- Concentrazione, determinazione, attenzione al qui e ora e perseveranza, il giusto condimento degli ingredienti. Il resto è ricerca di qualità della vita privata e professionale.



Il mare nel quale navighiamo

In realtà nel corso della nostra esistenza uno può essere di volta in volta un animale o l'altro, tuttavia tutti abbiamo una personalità  che ci porta ad essere prevalentemente polli, muli, pesciolini, serpenti o maiali a causa di strategie comportamentali che abitudinariamente ci hanno dato più sicurezza fin da piccoli. Questo non è un dettaglio da poco. Le strategie comportamentali infantili, determinano il copione della nostra vita. A questo punto, cosa vuol dire libertà?

Qui parlo della condizione per cui un individuo decide di pensare in maniera autonoma nel rispetto di sé stesso e dei suoi valori. Parliamo pertanto di un concetto che presuppone un agire nel corso della propria esistenza che sia orientato ad esprimersi senza costrizioni. Dicasi ciò: realtà virtuale. Oggi infatti chi davvero crede di poter agire senza costrizioni? La libertà quindi deve partire dalla liberazione delle nostre costrizioni ... che addirittura ci creiamo fin da piccoli attraverso un copione. Capire il nostro copione e accettarlo con consapevolezza nella sua ricchezza di sfumature, è l'inizio della vera libertà.

I cinque animali menzionati tutti sono privi di libertà per motivi diversi. Vediamo. I polli ad esempio mangiano finché il "contadino" ( o forse meglio sarebbe dire l'industria) vuole per finire poi allo spiedo, i muli sono abbandonati appena le loro fatiche non servono più ad altri, i pesciolini si illudono un mare ed hanno vita breve, i serpenti sono apparenti vincitori costretti a strisciare e nascondersi per quello che sanno di essere, e infine i maiali sono schiavi dell'insaziabilità, anzi, per ironia del destino, quando muoiono, di loro si mangia tutto. Ovverosia, dopo morti, tutti non vedono l'ora di sbranarlo. 

Di quale libertà parliamo in questi casi? Cerchiamo di capire il copione per decidere consapevolmente chi essere nel bene e nel male



Il copione

La libertà in realtà, è una cosa che dipende da come essa sia di fatto percepita dal soggetto. Per cui, 
a parte il concetto filosofico della libertà, vorrei qui riportare un elemento di riflessione che riguarda "il copione" che ognuno di noi si dà per poi finire allo spiedo, con carichi sul groppone per tirare avanti, senz'aria, o strisciare, ingrassare o decidere di essere nobili.

Cos'è un copione? In analisi transazionale, una branca della psicologia nata negli anni 50 elaborata da Eric Berne, il concetto di copione, illustra come la struttura degli schemi di vita di un soggetto, abbiano origine nell'infanzia. Tale aspetto della teoria, ci mostra come l'adulto riproponga per tutto il percorso della sua esistenza, continuamente le strategie che ha appreso nell'infanzia. 

Imparare il codice del nostro copione ci aiuta a decidere il nostro grado di libertà, ma governare un copione, tutto si può dire, tranne che sia una cosa semplice da fare. Il motivo di fondo che incaglia tutto per governarlo consapevolmente in ogni azione, dipende dal fatto che questo è una cosa che si inizia a costruire fin da bambini. C'è un piccolo dettaglio. Il copione ha un suo senso per noi, anche quando porta ad avere risultati disfunzionali al proprio adeguarsi alla realtà, strano ma vero.

Berne per semplificare il concetto, individua tre tipologie di copioni: quello del vincitore, quello del non-vincitore e quello dell'eterno perdente. 

Il vincitore è quella persona che riesce ad autoreallizzarsi, tale persona agisce sempre con sicurezza e buona auto stima, in questo caso, il messaggio guida profondo è "Tu vincerai sempre". Il non-vincitore invece, è una persona che che alterna stati emozionali, che lo portano ad auto limitarsi. Il suo copione è guidato dalla vocina interna che continuamente dice: "accontentati di ciò che hai vinto finora". Il perdente infine, è quella persona che gira sempre a vuoto. Il suo copione è guidato dalla profonda convinzione che: "la vita è difficile, è per come sei, difficilmente otterrai qualcosa dalla vita". Come vediamo, il copione quindi, nel teatrino della vita, alimenta i personaggi del titolo di questo post. 

Quanta strada abbiamo ancora da percorrere per essere davvero liberi non è poca, ma individualmente è un percorso da fare, per guadagnarci tutti i stabilità. Non solo, ogni piccola goccia di persona consapevole, arricchisce di energia pura il mare delle culture di ogni società.

Nessun commento:

Posta un commento