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sabato 19 aprile 2014

50 - attori e spettatori della nuova Europa

Il futuro appartiene a coloro che credono alla bellezza dei propri sogni. (Eleanor Roosevelt)


    

Mentre al di qua del vecchio muro di Berlino i vecchi rivoluzionari insieme ai vecchi reazionari, cambiano vita insieme, seppur per strade separate. Falliti ii loro antichi intenti, già dagli inizi degli anno 80, si davano da fare per crearsi una vita di agi tipici dei paesi del capitalismo. Nel frattempo ... 

In un palazzo d'epoca tenuto più o meno bene, in una città Storica di una qualsiasi bella capitale di questo continente. Entriamo, e ci accoglie un largo cortile. Grandi scalinate fanno strada e ci accompagnano in un grande appartamento. Prima di entrare, colpisce la struttura della porta e quella antica del campanello di casa. Silenzio. 

Siamo ora in un vecchio ambiente dal clima e dallo stile che ricorda la fine degli anni '50 e la prima metà degli anni 60. Ogni cosa è a suo posto in questa grande casa dove tutto sa di antico. Ogni vecchio ricordo, oggetto o suppellettile è più o meno in prefetto ordine. Vecchie lampadine poggiate su strani lampadari, e vari lumi eleganti, si sforzano di dare vita, luce e calore all'ambiente. Odori e colori, luce e silenzi di quel luogo, fanno apparire nella mente solo vecchi ricordi e antiche sensazioni. L'ambiente, più che una casa, sembra un museo neppure tentato tanto bene. Tra quelle quattro mura, si capisce che il tempo aveva un andamento lento, anzi, a volte sembrava quasi fermo. 

Il padrone di casa, un uomo dei primi del 900, che viveva di ricordi dei secoli passati. Aveva in se i grandi ideali che si contrapponevano alle conseguenze della rivoluzione industriale, parliamo di una persona severa, austera, molto elegante, lo accompagnava uno sguardo fermo, a volte glaciale. 

Aveva un comportamento da despota, a suo dire dava sicurezza. Della vita degli altri, voleva gestire relazioni, progetti e ogni cosa. Ascoltarlo, spesso sembrava un vecchio narratore di antiche storie, con i suoi discorsi e pensieri ormai sempre più fuori luogo. L'uomo di altri tempi, si sentiva da molto sempre più solo, cercava di dimostrare di essere felice, solo tanto per movimentarsi un po' la vita. Faceva di tutto per non dar a scorgere la sua stanchezza e per sentirsi un giovane eterno.

Egli era legato ad una gatta dal pelo rosso che aveva reso ubbidiente come un fedele cane, in pratica nel tempo era diventata la sua vecchia compagna di solitudine. Era una gatta assuefatta dal tempo e le regole l’avevano resa pigra, si lasciava andare alle sue vecchie abitudini apprese dalla cultura della casa, più che dalla sua natura ormai assopita. 

Con sguardo da madre, di tanto in tanto, osservava distrattamente i suoi gattini che facevano strani giochi che ella non sempre capiva, ma che in qualche modo le facevano vibrare cuore e a potenza arcaica non curata nel tempo. Pigra, avvolta su se stessa, e poggiata sul suo storico divano, così vedeva crescere lentamente la sua prole. Neppure il vecchio padrone di casa a dire il vero considerava più di tanto i giochi dei nuovi gattini, anzi per essere precisi, a volte ne era addirittura infastidito. Si ignora il perché, ma era stranamente tollerante.

Negli anni 80, un bel giorno, il vecchio uomo chiuso nei suoi ricordi e nella sua abitazione, volutamente poco motivato a voler guardare fuori dalla finestra, anch'egli scopre un principio di un tempo nuovo che iniziava a sbocciare. Scorgeva il nuovo corso ... con la povera dipartita della sua vecchia gatta dal pelo rosso. Se ne andava via in silenzio, senza mai troppo disturbare, proprio come aveva fatto per tutta la sua esistenza di quegli anni che seguirono la seconda guerra mondiale. Addio vecchia compagna di serate più o meno monotone fatte di non parole, ma di sguardi complici, accompagnate da carezze quasi di rito. Addio! 

Distrattamente, il vecchio mentre contempla il corpo senza vita di mamma gatta, ad un tratto vede i gattini svegliarsi che si stiracchiavano pieni di energia. Non gli interessavano. I gattini, come tutti i giovani, ignari del concetto di morte, uno per volta con nobile andatura, con leggerezza e naturalezza, balzavano sul davanzale della finestra della vecchia casa natia. Alle loro spalle solo un vecchio, vecchi odori, vecchia luce e mamma gatta che ora non avrebbe più potuto vegliare più i loro strani giochi liberatori che mostravano la vera natura di essere gatti, che le facevano solo tanta tenerezza. Davanti ai loro occhi, i gattini, fuori dalla finestra, scorgevano un raggio di sole che preannunciava la primavera che iniziava a fare capolino. 

Il vecchio, neppure degnava di uno sguardo ai giovani eredi di chi lo aveva lasciato; con cura, assorbito dai ricordi, ripercorreva la storia degli anni che furono. Mentre con grande dignità e rispetto, prepara un rito funebre degno di nota per chi lo aveva ubbidito come un fedelissimo cane nonostante la natura di gatta, semplicemente continua a ripercorre la storia, la sua. Bisogna andare a seppellire il passato. Fa per aprire la porta al fine di recarsi a compiere i dovuti onori di Stato a chi le era stata fedele, e i gattini vista la porta aprirsi, sentito il profumo della primavera, veloci corsero fuori verso nuovi profumi per prendere nuove strade. Essi sapevano bene che mai più sarebbero più tornati in quel clima di quella casa vecchia, e tanto più immaginavano di voler rivedere il vecchietto stanco e senza più idee. 

Ora curiosi del mondo e padroni dei loro passi, liberi come la loro natura felina a loro ordinava, ognuno vuole prendere una sua strada. Anni 90, sta per finire il ventesimo secolo. Inizia così la nuova era dei paesi dell'est che dicono addio alle vecchie idee di un comunismo che si piegava da tempo sempre più su se stesso, a causa del peso di una ideologia figlia della rivoluzione industriale che mal si addiceva al loro vedere il mondo moderno. Ora, incapaci di trovare vie d'uscite adeguate alle esigenze dei tempi che avevano da molto una velocità diversa da quella che c'era dietro le simboliche mura di Berlino, il vecchio austero, accompagna la sua gatta per l'ultimo saluto e non volta più le spalle dietro per guardare gli occhi del futuro. 

La vecchia casa? Ora tutti litigano come può esser ancor più bella, più di qualche furbo tenta di dimostrare di essere erede di quel luogo. Si chiude il secolo dei milioni di morti delle varie ideologie, tutte convinte della giustezza delle loro ragioni!

Il comunismo, continuando ad usare la sua vecchia mappa mentale, basata tutta su principi inadeguati al tempo che avanzava, si suicida e lascia il nemico capitalista sul campo di battaglia con tutte le armi che non hanno più nulla da difendere. Anzi messe tutte insieme, possono solo distruggere più e più volte il pianeta! 

In occidente, la tecnologia intanto a partire sempre dagli anni 80, iniziava a dare forti segnali di invasione di campo in più settori, scatta nella mente dei vincitori, l'illusione di una nuova era d'oro. Ora tutti saranno per sempre, sempre più ricchi! Non sarà proprio così, ma questa è un'altra storia. 

Mentre in questo continente si vive di ricordi e di sogni perduti, gli Stati Uniti da un verso e l'estremo oriente dall'altro, fanno si che la rivoluzione tecnologica, lentamente inizi a bussare un po’ tutte le porte delle famiglie e del mondo. Da quest’altra parte del vecchio muro dell’Est, il rinnovo del capitale fisso (macchinari, tecnologie...) da tempo è stata individuata come una necessità, in particolare, ogniqualvolta il costo delle materie prime o della manodopera facevano sentire il loro peso. 

A dare man forte alla competitività è stata l’ingresso in scena della diva automazione; in particolare la robotica, sempre più sofisticata ed invadente, continuerà a svilupparsi in maniera ininterrotta sino ai nostri giorni, senza mai conoscere momenti di stasi, continuamente si autoperfeziona. È così che aumenta la produttività e l'abbondanza delle merci da distribuire sui mercati dei consumi. In ogni dove, nascono nuove mansioni, si tendono ad espellere cellule meno qualificate, ma la produzione è troppa anche se fa sognare ogni imprenditore che si strugge per vedere sempre più, come smaltire ciò che sempre più può produrre. Si insinua nella mente il concetto di crescita continua. 

Con il passar del tempo, non si riuscivano più a trovare gli acquirenti indispensabili per lo smercio dei prodotti. La capacità di saper consumare con voracità la produzione, nella natura del consumo individuale ha un limite rispetto alla crescita della produzione che invece è sempre più forte e potrebbe esserlo ancor più. Molti potenziali consumatori, ora sempre di più, sono espulsi dalla produzione perché costosi, e spesso inutili a far ciò che l’automazione garantisce, e per di più, senza la possibilità di nessun errore umano. Ma contemporaneamente, sempre meno persone ricevono un reddito, e sempre di più, pochi ingegnosi amanti di algoritmi finanziari aggiustano a loro avviso il tiro della storia.

Il concetto di qualità, straordinario e geniale idea, parallelamente fa installare nella mente umana che tutto deve e può essere perfetto ed efficiente. Sul mercato prodotti sempre più perfetti si presentano sempre a meno persone che non lavorano più e non hanno soldi per poter comprare. Allora si segmenta il mercato in tanti minuscoli pezzettini, ironia della sorte, questi piccoli strati si chiameranno “nicchie”. Ora bisogna iniziare a ristrutturare l’efficienza dell’organizzazione al massimo. È iniziato il nuovo millennio!

Gli imprenditori e persino lo Stato tendono a espellere gli elementi non indispensabili o in alternativa, ad assumere meno personale, cercando di far lavorare di più, quello necessario come minimo indispensabile. Nell'ambito dell'industria automatizzata, la disoccupazione riguarda prima gli operai meno qualificati, man mano coinvolge anche gli operai più qualificati, fino a trascinare tecnici specializzati per poi finire con manager a vari livelli di responsabilità. 

La PMI in questa gara, facendo parte del gioco, inizia a correre slittando spesso su macchie d’olio presenti non di rado nelle curve pericolose. Ci vogliono tanti soldi e tanta specializzazione che non tutti riescono ad avere, e occorre una visione aziendale sempre più sofisticata. La rivoluzione tecnologica che avanza detta le sue leggi. Non vi sono più confini, e solo la moneta viaggia velocissima. Quando gli investimenti nel capitale fisso non sono sufficienti a garantire determinati profitti, il licenziamento o la chiusura dell'impresa o la sua delocalizzazione verso aree con minori costi del lavoro, diventano processi irreversibili. Suonino le trombe, si dia inizio ad un nuovo spettacolo. Signori, inizia lentamente l’era della nuova dea figlia della modernizzazione contemporanea, nasce la globalizzazione che entra non tanta silenziosa e con prepotenza.

Per fortuna nessuno dei due vecchi nemici che avevano insieme fermato i cattivi degli anni quaranta, pur essendo in conflitto sostanziale su tutto, ha dichiarato mai guerra all’altro. Tutto ciò, pur investendo fior di miliardi in armamenti sempre più sofisticati, in tutto il periodo che va nei decenni inclusi tra il cinquanta ed il novanta più o meno. Il rovescio di questa medaglia? Che anche per questa rincorsa alle armi mai usate dopo Hiroshima, ha portato anche velocità nello sviluppo tecnologico e scientifico. Ennesima dimostrazione che nella vita tutto è sia un bene e sia un male. 

In ogni modo però, seppur con periodi e motivi diversi, entrambi sembra che nel tempo abbiano fatto proprio del tutto per autodistruggersi. Non fisicamente, non insieme, ma rispettosamente a turno. Entrambi sembrano essere stati sconfitti dalla belligeranza delle monete e delle risorse primarie, più che dal fischio assordante delle bombe come tutti si temeva per decenni. 

Entrambi stanno dimostrando che le cose in cui credevano, se davvero pensavano di crederlo per il bene di una società ideale, entrambi si sbagliavano. Tuttavia l’uomo da sempre che tra tentativi ed errori però, si sviluppa nel tempo, ora con follia, ora con saggezza, ora per … grazia o disgrazia ricevuta da dove tutto perennemente rinasce. La conseguenza di tutto presenta si un vantaggio dato dal fatto che il pianeta è ancora qui, tuttavia però, infelicità, povertà e preoccupazione da dopoguerra, permanente e il più possibile poco visibile, è sempre più oggi un dato sempre discretamente ancora presente nella nostra realtà.

La piccola antica Europa, resta sempre più spettatrice, ogni tanto con qualche spinta dovuto più a vecchio orgoglio che a strategia condivisa tra le diverse province alza la testa, e grida senza voce ul nuovo palcoscenico del teatro mondiale. Fine

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