I vecchi non diventano saggi, diventano attenti. Ernest Hemingway
Quando si accende una candela, per sua natura e fin dagli inizi, la luce che essa emana, può illuminare solo poche cose e solo entro certi limiti di spazio. Ciò che si può mettere a fuoco per quanto si trovi nei pressi della parte più estrema dal centro del raggio di sfera di luce, si confonde col buio, e spesso rende la realtà ambigua se non ingannevole.
Ombre, penombre, nitidezza, sovra o sotto esposizione, contrasto di colore e messa a fuoco degli oggetti o soggetti, dipende da come uno stato mentale vede le cose contaminate dalle emozioni. Il calore che da sola la povera candela può dare, basta a stento a se stessa.
La bella e fiera prestanza iniziale della nostra candela appena accesa, lentamente nel tempo, indebolisce prima la rigidità della cera partendo dall'interno, scioglie poi quella più vicina al suo calore, fino ad arrivare al tempo in cui, fa si da lasciare anche segni esterni modificando nel tempo, forma e consistenza della sua stessa struttura. Più passa il tempo, più si avvicina alla terra, e fin quando non esaurisce il sottile filo, quasi indifferente cerca di illuminare come se nulla fosse.
La candela che si accende è la nascita; il suo lumicino di fuoco è l'energia della vita; il raggio della sfera di luce, è la coscienza o consapevolezza che dir si voglia; la cera che si consuma, simboleggia i segni del tempo in rapporto al corpo; il sottile filo che si accorcia attraverso il fuoco, è il DNA che stabilisce la vera durata della candela, senza intervento esterno di con un semplice soffio che faccia finire ogni cosa tutto prima; ... il resto è vita.
In questo post, ci occupiamo del periodo di vita della candela, che va da quando i segni del tempo iniziano lentamente a manifestarsi anche esternamente ad essa, mentre consumandosi ... metaforicamente ... si avvicina sempre più alla terra.
Il conteso emotivo e mentale
Passati i tempi dei sogni, trascorsi quelli delle aspirazioni e delle azioni per la loro realizzazione, arriva per tutti un giorno che è come se ti sentissi svegliare all’improvviso da un sonno profondo di una vita precedente, fatta anche di amori, illusioni, delusioni e successi.
Non sai come e perché, ma il mondo e i suoi eventi cambiano configurazione in modo strano al tuo cospetto, senza che tu cambi volontariamente la struttura della sceneggiatura e del tuo copione. Chiamasi questa Era, terza età. Il tempo in questo periodo, assume ancora un significato diverso da quelli precedenti.
I ricordi lontani sono sfumati e a volte le emozioni travisano il loro valore che davi a suo tempo. Essi perdendo di riferimento i vecchi contesti della realtà vera in cui ti trovavi. Ora quei ricordi non sono più accompagnati dalla tua vecchia coscienza e conoscenza che ora non è più la stessa. La pronuncia dei numeri degli anni di quando si ricorda qualcosa del passato, appare lontana ma non distante.
Parliamo di un'età che non è più la luce dell'alba di quando si sta per approcciare il pieno della vita.
Non è neppure la luce che ricorda il tempo del tenero colore che dava il sole attraverso il tepore del giorno primaverile, quando innamorarsi non si sapeva se viverlo come un gioco o inizio di un cammino che poi segnava la vita in una direzione o un'altra.
A dire il vero, parliamo qui di un'età che non è neppure quella della luce del sole del caldo giorno d'estate, quando si esprime al massimo il proprio sé nel corso della propria esistenza.
Meno che mai è quell'era dei momenti di massimo fulgore, ma dove la vita ti porta a vivere col cuore in armonia col colore del sole appena adombrato, tipico del colore del riflessivo autunno.
Andando fino in fondo, nella terza età, la luce non è più la stessa neppure di come ci si sentiva nei momenti brutti o dei momenti bui della vita, che bene rappresenta il plumbeo colore del sole del freddo d'inverno.
Questa età, non è nulla di tutto ciò, è più semplicemente un qualsiasi tramonto di una qualsiasi stagione. Ogni cosa ha sfumature particolari con la sua particolare bellezza, tutto ha un'armonia diversa, la giusta distanza alle cose, rende le emozioni più equidistanti e salde.
Alcuni elementi del contesto psicologico e omportamentale
I nuovi anziani di questi tempi, con bui presagi di guerre inquietanti a parte, rispetto agli anziani dei tempi passati hanno più fortune rispetto ai loro predecessori. Scienza e tecnologie oggi sono così avanti nella ricerca, che hanno reso innegabile lo stop al precipitoso declino fisico, è principalmente delle abilità mentali.
Neuroscienze e ricerche ultime varie di più ambiti scientifici, sono giunte alla conclusione che un un cervello opportunamente stimolato può rinviare un po' più in là gli effetti del cinico e incredibile potere del tempo.
Si racconta che nonostante il fatto che il cervello invecchi fisiologicamente, come nella natura di ogni osa, pur perdendo con il tempo parte dei neuroni, può resistere ugualmente più a lungo nella sua efficienza rispetto al passato.
Per mantenere la nostra mente agile ed elastica anche in età avanzata, basta recarsi alla palestra del cervello, stimolando le sue diverse aree con attività mirate. L'obiettivo deve essere quello di cercare di produrre continue sinapsi tra i neuroni, per contrastare gli effetti del tempo.
Questi esperti Studiosi dell’invecchiamento fisiologico del cervello, affermano che esistono alcune attività che aiutano a contrastare il deterioramento inevitabile se si svolgono esercizi durante tutta la vita, senza aspettare la vecchiaia.
Anche se l’invecchiamento cerebrale dipende dal patrimonio genetico, è anche vero che non poco influisce la capacità di saper interagire con l’ambiente. Si è certi, che le persone che hanno una vita stimolante, hanno anche meno probabilità di incorrere in patologie rispetto a chi ha vissuto in un ambiente povero di stimoli.
Ecco alcuni suggerimenti da tener conto per avere un cervello in forma:
1) stile di vita sano e cura del fisico con una buona igiene del sonno;
2) alimentazione e socializzazione aiutano a combattere il declino;
3) atteggiamento improntato alla curiosità;
4) svolgere attività utili per allenare la memoria;
5) esercitate il cervello a trovare nuove soluzioni anche a semplici operazioni abitudinarie;
6) apprendere e affrontare problemi nuovi, cercando sempre informazioni;
7) trovare momenti di riflessione che tengano attive consapevolezza e rapporto con la realtà
Terza età e rapporto nuovo con la dimensione sociale
La società moderna si trova oggi a dover affrontare un problema davvero nuovo. Nel mondo gli ultra-sessantacinquenni sono in forte aumento, questo anche nei paesi in via di sviluppo. Senza dubbio alcuno questo è un fatto positivo, dovuto al miglioramento continuo della qualità della vita in senso generalizzato. Tuttavia, contemporaneamente tale aspetto positivo, crea anche una serie di elementi strutturali che bisogna saper affrontare, al fine di evitare conseguenze socio-economiche non indifferenti in prospettiva futura.
Intanto esiste un aspetto sociale da considerare, che è quello di giovani con difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro, dove anch'essi hanno un'aspettativa di vita addirittura superiore a quella attuale, ma di sicuro con molto meno garanzie.
Queste nuove generazioni, hanno a che fare con gente sveglia e con esperienza che è o costretta o semplicemente desiderosa ancora a lavorare per vari motivi. esistono anche vecchi che per sola motivazione al potere, o paura di vedersi per come la realtà è, non si arrendono, e continuano imperterriti a voler guidare la società.
il tempo scorre e le ossa diminuiscono di dimensioni e densità. ci si crede eterni e ci si inganna in mille modi, mentre la pelle perde di elasticità, diventando più rugosa, e assottigliandosi, qualcuno pensa che possa bastare un restauro.
Scienza e tecnologie innovano il mondo e contemporaneamente, intanto nella vita di tutti mentre i capelli si diradano e imbiancano normalmente; a poco servono tinture e trapianti. Anche gusto, udito, e vista possono cambiare o addirittura peggiorare ... ma non di rado, si fa di tutto per ignorare tutto ciò il più a lungo possibile.
Potremmo definire il periodo umano che va dai 60/65 anni, l'inizio della fase del sole calante. Rispetto alle precedenti terze età dei secoli passati, oggi la condizione di questi ultimi anziani in vita, è mutata tantissimo rispetto alle passate generazioni di loro coetanei di un tempo. In particolare chi è nato nell'Europa occidentale al termine ultimo degli anni 40, fino a più o meno la prima metà degli anni 50, per esempio, non ha conosciuto direttamente dittatura o sofferenza della guerra che invece hanno conosciuto in qualche modo i loro padri e di sicuro i loro nonni.
Queste persone ora anziane, nel primo decennio del 2000 stanno affrontando nuovi confini. È vero, non è stato per tutti facile, ma se vogliamo parlare di facilità della vita, converrebbe intervistare i vecchi dei secoli passati, e dare anche uno sguardo alla storia per cercare di comprendere le condizioni di vita del passato.
L'unica guerra gli attuali nuovi anziani, l'hanno vissuta eventualmente solo con loro stessi, se non in pace con la propria esistenza. Non é poco per dichiararsi fortunati. Ma chiaramente, come tutte le cose, questo è sia un bene, sia un male.
La vita si è allungata, le tecnologie, la scienza e i progressi nella medicina e nella qualità della vita sono incredibili. Il tramonto ora dura di più e vi sono strumenti e condizioni che permettono di far apprezzare tante cose ancora. Intorno ai 60 (o 65) anni circa, atteggiamenti, comportamenti e stili di vita, salute e vitalità, autorizzano in tanti a sentirsi ancora giovani e tenere per questo lontano cattivi presagi.
Si vuole però diventare eterni, a tanti non basta tutto questo privilegio storico. Questi ultimi, ignorano che spazio e tempo sono per tutti un progetto a "tempo determinato". Bisognerebbe che lo capissero anche coloro che possono utilizzare liberamente il tempo a disposizione, e chiaramente, se in buona salute ed in buone condizioni economiche.
La società fatta anche di queste "nuove vecchie" risorse, deve assolutamente trovare nuove visioni e individuare intelligenti forme di interconnettività generazionale e strutturali, che siano funzionali ai tempi all'economia e ai valori.
La terza e anche quarta età, è ormai sempre più solo una sorta di allungamento della precedente età adulta, come se non bastasse, questo fenomeno, sempre più lo sarà anche in futuro, e riguarda quindi anche gli attuali giovani. A meno che una terribile guerra potrà far rivedere tutto o molto più di quanto si pensi. Considerando la follia umana chissà.
La situazione attuale, intanto, riguarda gente più o meno privilegiata rispetto ai privilegi che si potranno garantire ai futuri anziani. Tuttavia però, nessuno tra giovani e non giovani può dirsi sicuro di nulla con serenità.
Oggi con la trasformazione del lavoro e della sua organizzazione, che poco ha a che vedere con il lavoro duro delle campagne di un tempo e con la vecchia industrializzazione che comportava vera usura dell'esistenza, un giovanotto ultra sessantenne, potrebbe anche illudersi di essere eternamente produttivo, o peggio ancora, costretto a non poter abbandonare il campo suo malgrado.
Già iniziano ad essere in molti a cui la pensione non è garanzia di nulla per un sereno ultimo istante di futuro. Già tanti anziani, devono continuare a lavorare per la pura sopravvivenza. Bisogna ammettere che la questione degli anziani non è argomento affatto semplice, la riduzione dei benefici di welfare (in particolare di quelli previdenziali) rende problematiche le condizioni nelle quali dovrebbe svolgersi il riposo e la meditazione profonda sulla vita e la propria esistenza tipica di questa fascia di età.
Ben venga un'età mentale sempre giovane a qualsiasi anno cronologico, ben venga e resti come è sempre stato però, anche la vera consapevolezza del ciclo della vita delle cose e dell'uomo stesso, facendo in modo che questa consapevolezza sia fonte diversa di arricchimento della vita, senza che si perda mai di vista l'utilità e la funzione della vecchiaia.
Anche su questo, non inganniamoci. Nei tempi passati certezze non vi erano, ma avevi il tempo di costruirle. Oggi i tempi spesso ti ingannano e puoi trovarti facilmente ad affrontare un periodo della tua vita senza alcun paracadute. Non solo, sto qui prendendo in esame la condizione di perfetta salute seppur da anziano! Non è sempre per tutti così però. ma sono un inguaribile ottimista.
Un certo miglioramento della condizione degli anziani, rispetto al passato, oggi la si è avuta anche grazie allo sviluppo del welfare che si è manifestato finora con trattamenti pensionistici relativamente positivi rispetto ai secoli scorsi. Ma tali condizioni, di sicuro molto più rassicuranti rispetto a quelli che sembrano essere i futuri, non credo che possano più esistere.
Nel frattempo, come se non bastasse, non sembra che la società abbia saputo organizzarsi per offrire servizi sia di assistenza domiciliare, sia di residenze adeguate ai fabbisogni di ogni anziano quando non più capace di esistere come essere produttivo. Tutto ciò lascia intuire che questo sia uno scenario aperto, e può anche essere fonte di grandi opportunità di investimento. Ma chi vivrà vedrà.
Una cosa è certa, non abbiamo più i presupposti per poter garantire la stessa offerta che fino ad oggi si è potuta garantire agli attuali sessantenni e passa, riguardo salute, tempo libero, e servizi. Ora ci si sta incamminando in una fitta giungla di analisi e ricerche, poche idee chiare e tanto timore di non avere risorse per ristabilire nuovi modelli sociali.
Per esempio, che dire di quegli anziani che esclusi anzitempo dal lavoro? O magari di coloro che pur avendo bisogno ancora di lavorare, magari per aiutare figli disoccupati, tuttavia non riescono più ad inserirsi nel mondo produttivo?
Che dire di tanti che non avendo avuto nel corso di questa turbolenta ultima epoca le medesime certezze di qualche decennio fa, anche se hanno lavorato, ora non sanno a chi santo rivolgersi perché tutto intorno è radicalmente cambiato a loro sfavore?
Non vado qui ad impelagarmi in questa storia ma ho tantissimi esempi di fatti e problemi insensati che lo sviluppo economico dovuto dagli anni 80 in poi, di fatto ha portato con sé.
"The demographic future of Europe, from challenge to opportunity" è un documento che esiste presso la Commissione europea, su cui si aprirà un confronto con le parti sociali. Si elaborano in sintesi, ben cinque linee da seguire per poter sfidare quella che definiscono "bomba demografica” che ha come causa il fenomeno anziani. Passiamo ai punti:
1) aiutare i lavoratori a equilibrare la vita professionale, familiare e privata in modo che i potenziali genitori possano avere il numero di figli che desiderano;
2) migliorare le opportunità di lavoro per i lavoratori anziani;
3) aumentare la produttività valorizzando il contributo apportato da lavoratori anziani e giovani;
4) sfruttare l'impatto positivo dell'immigrazione sul mercato del lavoro;
5) garantire finanze pubbliche sostenibili per assicurare la protezione sociale.
Questi cinque punti tuttavia, rappresentano però uno scenario non proprio facile da affrontare. Dove prendere le risorse?
I governi non sempre sanno osa fare concretamente non solo su questi punti. La mia percezione è che in realtà, noi ci troviamo a sessant’anni a dover rivedere le cose, è come se nulla fosse in relazione al tempo che sfugge e avviare un secondo ciclo di vita attiva.
La crescita numerica di questa ultima sfornata di anziani, riguarda in particolare la generazione che a suo tempo venivano definiti i figli del baby-boomers. È gente più istruita, più professionalizzata, e anche più esigente. Non per questo più saggia da poter risolvere tante sfaccettature di tante variabili intercorrelate tra loro spesso in modo contorto, e pieno di contraddizioni e ingiustizie difficili da affrontare e governare.
La vera essenza della saggezza
La saggezza è un termine controverso, di solito la letteratura associa questa dote quasi sempre esclusivamente al mondo degli anziani. Si crede che solo in età avanzata si sia in grado di avere la capacità di comprendere le mille sfaccettature e contraddizioni della natura umana.
Io trovo errata tale convinzione. La vera saggezza tanto per cominciare, non arriva per dono, o per grazia ricevuta. Essa è frutto di un percorso culturale basato su attenzione e consapevolezza continua di ogni attimo, dove amore, coscienza e conoscenze hanno un ruolo importante. Gli anziani non tutti hanno codeste caratteristiche solo perché avanti con i decenni. Non mi risulta.
A volte si scambia la saggezza con paura del nuovo, prudenza o esperienza di vita che però, può anche essere limitata e quindi generatrice di facili generalizzazioni. La saggezza la si può ritrovare in tutte le persone di qualsiasi età, genere e cultura. Essere saggi, a questo punto, sarà bene definire cosa intendo, visto il labirinto nel quale mi sono cacciato.
Per me, saggio è colui o colei che riesce ad avere capacità di vedere persone, eventi, fatti e cose con giusto distacco emotivo, andando oltre alla sola dimensione del mondo delle apparenze.
Grazie a tale approccio, aggiungendo sensibilità, intelligenza emotiva e sociale, conoscenze e coscienza, diventa abile ad analizzare i diversi elementi acquisiti di un contesto specifico senza mai perdere una visione d'insieme.
Non sottovalutando i limiti della persona umana e l'interconnettività delle cose in rapporto con la natura della realtà, si attiva per la ricerca di equilibrati compromessi in situazioni di conflitto.
Ha il dono dell'ascolto vero e della sintesi, con tale bagaglio, vede soluzioni in problemi umani più o meno complessi. Assolutamente nulla, garantisce che ciò possa accadere solo perché anziani.
La conoscenza non è quella dei libri, ma quella delle debolezze umane. ripeto: la saggezza non esplode all’improvviso solo come prodotto della vecchiaia.
Chiuderei questo post con il testo di questa canzone di Franceco Guccini: "il vecchio e il bambino"
Un vecchio e un bambino si presero per mano
e andarono insieme incontro alla sera;
la polvere rossa si alzava lontano
e il sole brillava di luce non vera...
L' immensa pianura sembrava arrivare
fin dove l'occhio di un uomo poteva guardare
e tutto d' intorno non c'era nessuno:
solo il tetro contorno di torri di fumo...
I due camminavano, il giorno cadeva,
il vecchio parlava e piano piangeva:
con l' anima assente, con gli occhi bagnati,
seguiva il ricordo di miti passati...
I vecchi subiscon le ingiurie degli anni,
non sanno distinguere il vero dai sogni,
i vecchi non sanno, nel loro pensiero,
distinguer nei sogni il falso dal vero...
E il vecchio diceva, guardando lontano:
"Immagina questo coperto di grano,
immagina i frutti e immagina i fiori
e pensa alle voci e pensa ai colori
e in questa pianura, fin dove si perde,
crescevano gli alberi e tutto era verde,
cadeva la pioggia, segnavano i soli
il ritmo dell' uomo e delle stagioni..."
Il bimbo ristette, lo sguardo era triste,
e gli occhi guardavano cose mai viste
e poi disse al vecchio con voce sognante:
"Mi piaccion le fiabe, raccontane altre!"
Ascoltarla da you tube
... Non finisce qui il mio percorso continua


