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domenica 27 ottobre 2013

24 - traguardi di "saggezza" e terza età

I vecchi non diventano saggi, diventano attenti. Ernest Hemingway

      

Quando si accende una candela, per sua natura e fin dagli inizi, la luce che essa emana, può illuminare solo poche cose e solo entro certi limiti di spazio. Ciò che si può mettere a fuoco per quanto si trovi nei pressi della parte più estrema dal centro del raggio di sfera di luce, si confonde col buio, e spesso rende la realtà ambigua se non ingannevole.

Ombre, penombre, nitidezza, sovra o sotto esposizione, contrasto di colore e messa a fuoco degli oggetti o soggetti, dipende da come uno stato mentale vede le cose contaminate dalle emozioni. Il calore che da sola la povera candela può dare, basta a stento a se stessa.

La bella e fiera prestanza iniziale della nostra candela appena accesa, lentamente nel tempo, indebolisce prima la rigidità della cera partendo dall'interno, scioglie poi quella più vicina al suo calore, fino ad arrivare al tempo in cui, fa si da lasciare anche segni esterni modificando nel tempo, forma e consistenza della sua stessa struttura. Più passa il tempo, più si avvicina alla terra, e fin quando non esaurisce il sottile filo, quasi indifferente cerca di illuminare come se nulla fosse. 

La candela che si accende è la nascita; il suo lumicino di fuoco è l'energia della vita; il raggio della sfera di luce, è la coscienza o consapevolezza che dir si voglia; la cera che si consuma, simboleggia i segni del tempo in rapporto al corpo; il sottile filo che si accorcia attraverso il fuoco, è il DNA che stabilisce la vera durata della candela, senza intervento esterno di con un semplice soffio che faccia finire ogni cosa tutto prima; ... il resto è vita. 

In questo post, ci occupiamo del periodo di vita della candela, che va da quando i segni del tempo iniziano lentamente a manifestarsi anche esternamente ad essa, mentre consumandosi ... metaforicamente ...  si avvicina sempre più alla terra. 


Il conteso emotivo e mentale

Passati i tempi dei sogni, trascorsi quelli delle aspirazioni e delle azioni per la loro realizzazione, arriva per tutti un giorno che è come se ti sentissi svegliare all’improvviso da un sonno profondo di una vita precedente, fatta anche di amori, illusioni, delusioni e successi. 

Non sai come e perché, ma il mondo e i suoi eventi cambiano configurazione in modo strano al tuo cospetto, senza che tu cambi volontariamente la struttura della sceneggiatura e del tuo copione. Chiamasi questa Era, terza età. Il tempo in questo periodo, assume ancora un significato diverso da quelli precedenti. 

I ricordi lontani sono sfumati e a volte le emozioni travisano il loro valore che davi a suo tempo. Essi perdendo di riferimento i vecchi contesti della realtà vera in cui ti trovavi. Ora quei ricordi non sono più accompagnati dalla tua vecchia coscienza e conoscenza che ora non è più la stessa. La pronuncia dei numeri degli anni di quando si ricorda qualcosa del passato, appare lontana ma non distante.

Parliamo di un'età che non è più la luce dell'alba di quando si sta per approcciare il pieno della vita. 

Non è neppure la luce che ricorda il tempo del tenero colore che dava il sole attraverso il tepore del giorno primaverile, quando innamorarsi non si sapeva se viverlo come un gioco o inizio di un cammino che poi segnava la vita in una direzione o un'altra. 

A dire il vero, parliamo qui di un'età che non è neppure quella della luce del sole del caldo giorno d'estate, quando si esprime al massimo il proprio sé nel corso della propria esistenza. 

Meno che mai è quell'era dei momenti di massimo fulgore, ma dove  la vita ti porta a vivere col cuore in armonia col colore del sole appena adombrato, tipico del colore del riflessivo autunno. 

Andando fino in fondo, nella terza età, la luce non è più la stessa neppure di come ci si sentiva nei momenti brutti o dei momenti bui della vita, che bene rappresenta il plumbeo colore del sole del freddo d'inverno. 

Questa età, non è nulla di tutto ciò, è più semplicemente un qualsiasi tramonto di una qualsiasi stagione. Ogni cosa ha sfumature particolari con la sua particolare bellezza, tutto ha un'armonia diversa, la giusta distanza alle cose, rende le emozioni più equidistanti e salde.


Alcuni elementi del contesto psicologico e omportamentale

I nuovi anziani di questi tempi, con bui presagi di guerre inquietanti a parte, rispetto agli anziani dei tempi passati hanno più fortune rispetto ai loro predecessori. Scienza e tecnologie oggi sono così avanti nella ricerca, che hanno reso innegabile lo stop al precipitoso declino fisico, è principalmente delle abilità mentali. 

Neuroscienze e ricerche ultime varie di più ambiti scientifici, sono giunte alla conclusione che  un un cervello opportunamente stimolato può rinviare un po' più in là gli effetti del cinico e incredibile potere del tempo. 

Si racconta che nonostante il fatto che il cervello invecchi fisiologicamente, come nella natura di ogni osa, pur perdendo con il tempo parte dei neuroni, può resistere ugualmente più a lungo nella sua efficienza rispetto al passato. 

Per mantenere la nostra mente agile ed elastica anche in età avanzata, basta recarsi alla palestra del cervello, stimolando le sue diverse aree con attività mirate. L'obiettivo deve essere quello di cercare di produrre continue sinapsi tra i neuroni, per contrastare gli effetti del tempo.

Questi esperti Studiosi dell’invecchiamento fisiologico del cervello, affermano che esistono alcune attività che aiutano a contrastare il deterioramento inevitabile se si svolgono esercizi durante tutta la vita, senza aspettare la vecchiaia. 

Anche se l’invecchiamento cerebrale dipende dal patrimonio genetico, è anche vero che non poco influisce la capacità di saper interagire con l’ambiente. Si è certi, che le persone che hanno una vita stimolante, hanno anche meno probabilità di incorrere in patologie rispetto a chi ha vissuto in un ambiente povero di stimoli.

Ecco alcuni suggerimenti da tener conto per avere un cervello in forma:

1) stile di vita sano e cura del fisico con una buona igiene del sonno;
2) alimentazione e socializzazione aiutano a combattere il declino;
3) atteggiamento improntato alla curiosità;
4) svolgere attività utili per allenare la memoria;
5) esercitate il cervello a trovare nuove soluzioni anche a semplici operazioni abitudinarie;
6) apprendere e affrontare problemi nuovi, cercando sempre informazioni;
7) trovare momenti di riflessione che tengano attive consapevolezza e rapporto con la realtà 


Terza età e rapporto nuovo con la dimensione sociale  

La società moderna si trova oggi a dover affrontare un problema davvero nuovo. Nel mondo gli ultra-sessantacinquenni sono in forte aumento, questo anche nei paesi in via di sviluppo. Senza dubbio alcuno questo è un fatto positivo, dovuto al miglioramento continuo della qualità della vita in senso generalizzato. Tuttavia, contemporaneamente tale aspetto positivo, crea anche una serie di elementi strutturali che bisogna saper affrontare, al fine di evitare conseguenze socio-economiche non indifferenti in prospettiva futura.

Intanto esiste un aspetto sociale da considerare, che è quello di giovani con difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro, dove anch'essi hanno un'aspettativa di vita addirittura superiore a quella attuale, ma di sicuro con molto meno garanzie. 

Queste nuove generazioni, hanno a che fare con gente sveglia e con esperienza che è o costretta o semplicemente desiderosa ancora a lavorare per vari motivi. esistono anche vecchi che per sola motivazione al potere, o paura di vedersi per come la realtà è, non si arrendono, e continuano imperterriti a voler guidare la società.

il tempo scorre e le ossa diminuiscono di dimensioni e densità. ci si crede eterni e ci si inganna in mille modi, mentre la pelle perde di elasticità, diventando più rugosa, e assottigliandosi, qualcuno pensa che possa bastare un restauro. 

Scienza e tecnologie innovano il mondo e contemporaneamente, intanto nella vita di tutti mentre i capelli si diradano e imbiancano normalmente; a poco servono tinture e trapianti. Anche gusto, udito, e vista possono cambiare o addirittura peggiorare ... ma non di rado, si fa di tutto per ignorare tutto ciò il più a lungo possibile.

Potremmo definire il periodo umano che va dai 60/65 anni, l'inizio della fase del sole calante. Rispetto alle precedenti terze età dei secoli passati, oggi la condizione di questi ultimi anziani in vita, è mutata tantissimo rispetto alle passate generazioni di loro coetanei di un tempo. In particolare chi è nato nell'Europa occidentale al termine ultimo degli anni 40, fino a più o meno la prima metà degli anni 50, per esempio, non ha conosciuto direttamente dittatura o sofferenza della guerra che invece hanno conosciuto in qualche modo i loro padri e di sicuro i loro nonni. 

Queste persone ora anziane, nel primo decennio del 2000 stanno affrontando nuovi confini. È vero, non è stato per tutti facile, ma se vogliamo parlare di facilità della vita, converrebbe intervistare i vecchi dei secoli passati, e dare anche uno sguardo alla storia per cercare di comprendere le condizioni di vita del passato. 

L'unica guerra gli attuali nuovi anziani, l'hanno vissuta eventualmente solo con loro stessi, se non in pace con la propria esistenza. Non é poco per dichiararsi fortunati. Ma chiaramente, come tutte le cose, questo è sia un bene, sia un male.

La vita si è allungata, le tecnologie, la scienza e i progressi nella medicina e nella qualità della vita sono incredibili. Il tramonto ora dura di più e vi sono strumenti e condizioni che permettono di far apprezzare tante cose ancora. Intorno ai 60 (o 65) anni circa, atteggiamenti, comportamenti e stili di vita, salute e vitalità, autorizzano in tanti a sentirsi ancora giovani e tenere per questo lontano cattivi presagi. 

Si vuole però diventare eterni, a tanti non basta tutto questo privilegio storico. Questi ultimi, ignorano che spazio e tempo sono per tutti un progetto a "tempo determinato". Bisognerebbe che lo capissero anche coloro che possono utilizzare liberamente il tempo a disposizione, e chiaramente, se in buona salute ed in buone condizioni economiche. 

La società fatta anche di queste "nuove vecchie" risorse, deve assolutamente trovare nuove visioni e individuare intelligenti forme di interconnettività generazionale e strutturali, che siano funzionali ai tempi all'economia e ai valori.

La terza e anche quarta età, è ormai sempre più solo una sorta di allungamento della precedente età adulta, come se non bastasse, questo fenomeno, sempre più lo sarà anche in futuro, e riguarda quindi anche gli attuali giovani. A meno che una terribile guerra potrà far rivedere tutto o molto più di quanto si pensi. Considerando la follia umana chissà. 

La situazione attuale, intanto, riguarda gente più o meno privilegiata rispetto ai privilegi che si potranno garantire ai futuri anziani. Tuttavia però, nessuno tra giovani e non giovani può dirsi sicuro di nulla con serenità.

Oggi con la trasformazione del lavoro e della sua organizzazione, che poco ha a che vedere con il lavoro duro delle campagne di un tempo e con la vecchia industrializzazione che comportava vera usura dell'esistenza, un giovanotto ultra sessantenne, potrebbe anche illudersi di essere eternamente produttivo, o peggio ancora, costretto a non poter abbandonare il campo suo malgrado.

Già iniziano ad essere in molti a cui la pensione non è garanzia di nulla per un sereno ultimo istante di futuro. Già tanti anziani, devono continuare a lavorare per la pura sopravvivenza. Bisogna ammettere che la questione degli anziani non è argomento affatto semplice, la riduzione dei benefici di welfare (in particolare di quelli previdenziali) rende problematiche le condizioni nelle quali dovrebbe svolgersi il riposo e la meditazione profonda sulla vita e la propria esistenza tipica di questa fascia di età. 

Ben venga un'età mentale sempre giovane a qualsiasi anno cronologico, ben venga e resti come è sempre stato però, anche la vera consapevolezza del ciclo della vita delle cose e dell'uomo stesso, facendo in modo che questa consapevolezza sia fonte diversa di arricchimento della vita, senza che si perda mai di vista l'utilità e la funzione della vecchiaia. 

Anche su questo, non inganniamoci. Nei tempi passati certezze non vi erano, ma avevi il tempo di costruirle. Oggi i tempi spesso ti ingannano e puoi trovarti facilmente ad affrontare un periodo della tua vita senza alcun paracadute. Non solo, sto qui prendendo in esame la condizione di perfetta salute seppur da anziano! Non è sempre per tutti così però. ma sono un inguaribile ottimista.

Un certo miglioramento della condizione degli anziani, rispetto al passato, oggi la si è avuta anche grazie allo sviluppo del welfare che si è manifestato finora con trattamenti pensionistici relativamente positivi rispetto ai secoli scorsi. Ma tali condizioni, di sicuro molto più rassicuranti rispetto a quelli che sembrano essere i futuri, non credo che possano più esistere. 

Nel frattempo, come se non bastasse, non sembra che la società abbia saputo organizzarsi per offrire servizi sia di assistenza domiciliare, sia di residenze adeguate ai fabbisogni di ogni anziano quando non più capace di esistere come essere produttivo. Tutto ciò lascia intuire che questo sia uno scenario aperto, e può anche essere fonte di grandi opportunità di investimento. Ma chi vivrà vedrà. 

Una cosa è certa, non abbiamo più i presupposti per poter garantire la stessa offerta che fino ad oggi si è potuta garantire agli attuali sessantenni e passa, riguardo salute, tempo libero, e servizi. Ora ci si sta incamminando in una fitta giungla di analisi e ricerche, poche idee chiare e tanto timore di non avere risorse per ristabilire nuovi modelli sociali.

Per esempio, che dire di quegli anziani che esclusi anzitempo dal lavoro? O magari di coloro che pur avendo bisogno ancora di lavorare, magari per aiutare figli disoccupati, tuttavia non riescono più ad inserirsi nel mondo produttivo? 

Che dire di tanti che non avendo avuto nel corso di questa turbolenta ultima epoca le medesime certezze di qualche decennio fa, anche se hanno lavorato, ora non sanno a chi santo rivolgersi perché tutto intorno è radicalmente cambiato a loro sfavore? 

Non vado qui ad impelagarmi in questa storia ma ho tantissimi esempi di fatti e problemi insensati che lo sviluppo economico dovuto dagli anni 80 in poi, di fatto ha portato con sé. 

"The demographic future of Europe, from challenge to opportunity" è un documento che esiste presso la Commissione europea, su cui si aprirà un confronto con le parti sociali. Si elaborano in sintesi, ben cinque linee da seguire per poter sfidare quella che definiscono "bomba demografica” che ha come causa il fenomeno anziani. Passiamo ai punti:

1) aiutare i lavoratori a equilibrare la vita professionale, familiare e privata in modo che i potenziali genitori possano avere il numero di figli che desiderano;
2) migliorare le opportunità di lavoro per i lavoratori anziani;
3) aumentare la produttività valorizzando il contributo apportato da lavoratori anziani e giovani;
4) sfruttare l'impatto positivo dell'immigrazione sul mercato del lavoro;
5) garantire finanze pubbliche sostenibili per assicurare la protezione sociale.

Questi cinque punti tuttavia, rappresentano però uno scenario non proprio facile da affrontare. Dove prendere le risorse? 

I governi non sempre sanno osa fare concretamente non solo su questi punti. La mia percezione è che in realtà, noi ci troviamo a sessant’anni a dover rivedere le cose, è come se nulla fosse in relazione al tempo che sfugge e avviare un secondo ciclo di vita attiva. 

La crescita numerica di questa ultima sfornata di anziani, riguarda in particolare la generazione che a suo tempo venivano definiti i figli del baby-boomers. È gente più istruita, più professionalizzata, e anche più esigente. Non per questo più saggia da poter risolvere tante sfaccettature di tante variabili intercorrelate tra loro spesso in modo contorto, e pieno di contraddizioni e ingiustizie difficili da affrontare e governare.


La vera essenza della saggezza

La saggezza è un termine controverso, di solito la letteratura associa questa dote quasi sempre esclusivamente al mondo degli anziani. Si crede che solo in età avanzata si sia in grado di avere la capacità di comprendere le mille sfaccettature e contraddizioni della natura umana. 

Io trovo errata tale convinzione. La vera saggezza tanto per cominciare, non arriva per dono, o per grazia ricevuta. Essa è frutto di un percorso culturale basato su attenzione e consapevolezza continua di ogni attimo, dove amore, coscienza e conoscenze hanno un ruolo importante. Gli anziani non tutti hanno codeste caratteristiche solo perché avanti con i decenni. Non mi risulta. 

A volte si scambia la saggezza con paura del nuovo, prudenza o esperienza di vita che però, può anche essere limitata e quindi generatrice di facili generalizzazioni. La saggezza la si può ritrovare in tutte le persone di qualsiasi età, genere e cultura. Essere saggi, a questo punto, sarà bene definire cosa intendo, visto il labirinto nel quale mi sono cacciato. 

Per me, saggio è colui o colei che riesce ad avere capacità di vedere persone, eventi, fatti e cose con giusto distacco emotivo, andando oltre alla sola dimensione del mondo delle apparenze. 

Grazie a tale approccio, aggiungendo sensibilità, intelligenza emotiva e sociale, conoscenze e coscienza, diventa abile ad analizzare i diversi elementi acquisiti di un contesto specifico senza mai perdere una visione d'insieme.

Non sottovalutando i limiti della persona umana e l'interconnettività delle cose in rapporto con la natura della realtà, si attiva per la ricerca di equilibrati compromessi in situazioni di conflitto. 

Ha il dono dell'ascolto vero e della sintesi, con tale bagaglio, vede soluzioni in problemi umani più o meno complessi. Assolutamente nulla, garantisce che ciò possa accadere solo perché anziani.

La conoscenza non è quella dei libri, ma quella delle debolezze umane. ripeto: la saggezza non esplode all’improvviso solo come prodotto della vecchiaia. 


Chiuderei questo post con il testo di questa canzone di Franceco Guccini: "il vecchio e il bambino"

Un vecchio e un bambino si presero per mano
e andarono insieme incontro alla sera; 
la polvere rossa si alzava lontano 
e il sole brillava di luce non vera... 

L' immensa pianura sembrava arrivare 
fin dove l'occhio di un uomo poteva guardare 
e tutto d' intorno non c'era nessuno: 
solo il tetro contorno di torri di fumo... 

I due camminavano, il giorno cadeva, 
il vecchio parlava e piano piangeva: 
con l' anima assente, con gli occhi bagnati, 
seguiva il ricordo di miti passati... 

I vecchi subiscon le ingiurie degli anni, 
non sanno distinguere il vero dai sogni, 
i vecchi non sanno, nel loro pensiero, 
distinguer nei sogni il falso dal vero... 

E il vecchio diceva, guardando lontano: 
"Immagina questo coperto di grano, 
immagina i frutti e immagina i fiori 
e pensa alle voci e pensa ai colori 

e in questa pianura, fin dove si perde, 
crescevano gli alberi e tutto era verde, 
cadeva la pioggia, segnavano i soli 
il ritmo dell' uomo e delle stagioni..." 

Il bimbo ristette, lo sguardo era triste, 
e gli occhi guardavano cose mai viste 
e poi disse al vecchio con voce sognante: 
"Mi piaccion le fiabe, raccontane altre!"

Ascoltarla da you tube


... Non finisce qui il mio percorso continua

domenica 13 ottobre 2013

23 - uomo tra passato e futuro

Non cercare di diventare un uomo di successo, ma piuttosto un uomo di valore. (Albert Einstein)

    

Agli albori della vita, gli umani per sopravvivere non avevano muscoli particolari e artigli possenti, non erano abbastanza veloci per scappare dai predatori, non sapevano e potevano mimetizzarsi, e non volavano alto nel cielo. Dato che si racconta che provenissero dal mare, non è detto che da lì fossero scappati perché non adeguati a quella competizione. Qualcosa mi dice, che negli abissi marini, per l'umanità non vi era alcuna opportunità di sopravvivenza.  

La sua unica possibilità per sopravvivere alla selezione della natura, per l'uomo poteva solo essere quella di stare con i piedi per terra, e sviluppare i cinque sensi per potersi organizzare adeguatamente con i suoi simili. Per far funzionare il tutto, bastava solo trovare un sistema idoneo per comunicare strategie utili per trovare e difendere territorio, acqua e alimenti. La mente diventa l'arma segreta. L'unica cosa importante, era quella di condividere e inventarsi idee, trappole, inganni, e strumenti di morte, meglio se maneggevoli ed efficaci a distanza. 

In questo modo, nei millenni, l'uomo non solo supera vari esami di selezione naturale, ma addirittura passa dal dipendere dalla natura per sfamarsi, a tentare poi di capirla per trovare protezione e mezzo di osservazione per imitarla, fino ad andare nella direzione del controllo con lo scopo di usarla. Nei tempi recenti, in maniera sprezzante, cerca addirittura di modificarla, manipolarla, costruirla per sui fini più o meno nobili, agendo spesso senza rispetto a alcun riguardo per essa. 

Strana storia d'amore divenuta arroganza vero? Non è detto però che nuovi equilibri possano sorgere tra i due innamorati, per un nuovo tipo di cammino da fare insieme. Forse pensarci ci conviene.

Questo meccanismo ha portato buoni risultati nella razza umana, e nei maschi in particolare, nel divenire del tempo, ha fatto nascere nella stragrande maggioranza delle tribù costituite, il presupposto che si creasse in ogni gruppo una gerarchia. All'interno di questa struttura organizzativa di tipo gerarchico, è al più forte e intelligente, che spetta automaticamente il ruolo di capo della comunità. 

Tutte le femmine erano in parte escluse dalle decisioni importanti per la comunità, in particolare su guerre, strategie di difesa, caccia, pesca ed educazione del maschio, appena terminato il suo tempo dell'infanzia e di dipendenza dalla madre. 

Di fatto, colui che inventava e faceva rispettare le regole, era poi chi dirigeva in un certo senso un tipo di cultura più o meno condivisa. Il capo, sembra però, che non decidesse sempre tutto da solo, ma di certo era colui che si assumeva la responsabilità di coordianre azioni programmate. A quei tempi, non tutto era così semplice come sembra, non esistevano istituzioni e palazzi di giustizia, ma questo non era un danno, tutto era predisposto secondo logica della natura. 

L'uomo che diventava capo, lo era perché egli risultava funzionale al sistema per taluni scopi utili al gruppo. Quindi, quando non garantiva più certi successi, il posto veniva occupato da un altro più consono allo scopo. Guerre interne, non credo che fossero del tutto assenti già da allora.

La femmina in quei tempi, è colei che garantisce il futuro della specie. Non per romanticismo che non è stata mai una caratteristica o virtù propriamente maschile, l'uomo sa che prole e gentil sesso, vanno custoditi come un tesoro prezioso. La femmina serviva innanzitutto per "produrre" guerrieri, pescatori, cacciatori, ecc. La prole era un capitale, e serviva per avere sempre forze e intelligenze fresche, utili a migliorare qualità e quantità alla sussistenza della comunità. 

Con gli anni sul groppone, l'uomo presto imparava già a quei tempi, che tutto si esaurisce, incluso forza e intelligenza operativa. Possiamo notare che, interdipendenza tra uomini, donne, bambini, natura e cose, già esistono da sempre. Gli anziani tramandavano esperienza e si spera storie non contaminate solo da ricordi travisati e chissà come reinterpretati e trasmessi

La femmina, essendo anche ella parte attiva dell'umanità, di conseguenza aveva intelligenza e sapeva organizzarsi. Ma per lottare per la sopravvivenza della specie, la sua forza fisica, poteva essere forse sufficiente solo per sé, la sua prole, e al massimo per rapportarsi con la natura in modo diverso. Ecco perchè il suo ruolo assumeva fin da subito diverse prospettive con compiti comunque utili alla comunità, ma che la tengono solo apparentemente fuori dalla vita sociale del tempo. Allora non esisteva femminismo e anti femminismo. Allora o sopravvivevi o morivi.

Guerre, conflitti, potere e complotti non potevano non mancare l'altro ieri, ieri, così come non mancano neppure oggi. In quei tempi e per millenni ancora, per poter far fuori un nemico, o un animale di grande stazza e pericolo, non mandavi un missile stando seduto in poltrona. Le donne quindi, essendo per tantissimi motivi in tutte altre faccende affaccendate, non sempre si sentivano così gioiosamente coinvolte nell'ammazzare altri. Non vi è dubbio comunque, che indipendentemente da tutto, fossero anch'esse parte attiva del sistema produttivo. 

Credo che loro fossero più orientate a relazionarsi con i prodotti della terra. Non è detto ad esempio, che la prima rivoluzione umana (agricoltura) non dipendesse proprio da una donna. Ella, capendo i segreti della terra, forse prendendo anche spunto in qualche modo dalla sua stessa natura, non è escluso che abbia un giorno pensato di iniziare a pianificare le cose in modo tale, da non dipendere solo dall'ambiente, ma ottenere da esso alimenti e beni, seminando e e sperimentando la coltivazione. 

Tale storia dell'umanità è dominata prevalentemente da un sistema che vedeva l'archetipo del principio maschile come base e punto di forza di questo particolare animale. L'uomo "cacciatore" è da sempre in perenne relazione con il mondo eterno che condiziona psicologia e visione della sua esistenza per svariati millenni. Tale stereotipo porta conseguentemente a vedere il maschio come un'energia potente e orientata nell’affermazione di se stessa, e centrata per ottenere risultati visibili

Energia fortemente motivata nel muoversi verso una direzione prefissata, con un intento ben preciso e la voglia di raggiungere obiettivi più o meno ben definiti, diventano il leitmotiv del nostro progresso. Essere attivi e non sottomettersi passivamente alla natura e agli eventi, è quindi la caratteristica alla base della nostra sopravvivenza.

Quanto sopra esposto, porterebbe ad avvalorare l'idea che l'uomo sia attivo e la donna passiva. Grande idiozia! Io credo invece, che il maschio sia colui che si mostra più attivo nel mettere in moto ogni energia verso un progetto mirato in cui credere; mentre la femmina, sia più attiva nel valorizzare, accudire e impreziosire ogni energia di ogni iniziativa che ritiene di valore, indipendentemente dal fatto che a creare tale progetto sia un maschio o una femmina. 

Tuttavia, questo non vuol dire che spesso i ruoli non possano invertirsi per breve tempo, prima di ritornare in modo più potente alle loro origini naturali. Il maschio si attiva a creare progetti, a difenderli, svilupparli e lottare per essi; la femmina si attiva per creare e inventare soluzioni idonee per meglio condividere progetti che poi bisogna accudire come tesoro prezioso e lottare per essi. 

In natura, tra tanti spermatozoi che si muovono verso un ovulo, il processo naturale seleziona e permette solo a quello con maggiore energia di raggiungere l'obiettivo (ovulo). Una volta raggiunto l'obiettivo, il principio femminile si attiva per dare energia ad un processo dai diversi esiti. 

In pace, grandi uomini si attivano a creare un contesto stabile con saggezza, buone leggi e quando serve farle applicare, non disdegnano cattive maniere, con tutto quello che ne consegue nel bene e nel male. Grandi donne in ogni contesto relazionale, familiare, educativo, professionale e sociale, si attivano per tutta la loro vita, condizionando le cose e valorizzando la cultura di riferimento con amore o non amore, partecipazione o non partecipazione, lotta o non lotta ma con decisioni sempre efficaci e funzionali alla comunità.

In guerra, grandi uomini, eroi e soldati conquistano posizioni e territori, e con valore portano avanti l'ideale (più o meno sciocco, ma quasi sempre funzionale ai motivi economici del suo paese di parte). Grandi donne, se soldatesse, si attivano come e più degli uomini per difendere la loro cultura e il futuro che si immaginano per i loro figli; ma non solo, contemporaneamente, altre donne non soldato, le aiutano e si attivano facendo di tutto per far comprendere la follia umana.

Il maschio lo vedo come colui che ingegnerizza i processi per far funzionare i progetti che crea, o quelli di altri in cui egli crede. Lo fa nella continua azione e ricerca della qualità nel dare energia alle cose che servono. La femmina, la vedo come colei che ingegnerizza la qualità e i servizi utili che servono ad un progetto in cui crede o vuole creare, concentrandosi sempre alla ricerca e all'azione di un miglioramento continuo di tutto ciò che di bello circonda ogni cosa. 

Quanto monotona sarebbe l'esistenza senza queste sfumature di due poli di genere contrapposti, ma emtrambi così preziosi e ricchi di significato, oltre che, chiaramente, così interdipendenti tra loro? 

Quello che emerge dalle osservazioni che si possono fare, è incredibilmente straordinario. Mentre una donna è molto più orientata al ciclo degli eventi che possono a suo avviso essere previsti e migliorati o meno gradualmente nel tempo, e nei continui riflussi successivi. Il maschio è più legato al tempo lineare, visto come una sequenza ordinata di pensieri e azioni, che si susseguono per migliorare obiettivi e relativi processi da attuare. Non è assolutamente lo stesso percorso quello che utilizzano, ma entrambi tendono allo stesso comune scopo. 

Il maschio è energia educata a “funzionare” e a rimuovere gli ostacoli che si presentano cercando chiarezza e forza, arricchendo in tal modo anche il suo mondo interiore. Una femmina è particolarmente incentrata sul suo mondo interiore, e partendo da questo punto di riferimento, si concentra sul il mondo esterno per renderlo migliore. Inoltre, in ogni femmina vi è una più o meno consistente energia maschile, e viceversa.

Gli uomini, a questo punto non so se per genetica o storia umana, fin da bambini tendono subito a seguire e ad identificarsi in un eroe che può essere visto nel padre, in uno sportivo, un saggio, un cavaliere di una favola, eremita o soldato che sia. Egli si può identificare in questi personaggi vedendoli da due opposti estremi che possono portare ad avere quei modelli in positivo o in negativo. 

Esempio: eroe cattivo o eroe buono; padre cattivo o buono e così via. Da qui parte l'idea intorno alla quale costruire poi il copione della sua vita, dove gireranno intorno scene, cast, sceneggiature, visione e messaggio della propria dimensione.


Oggi fra mille contraddizioni

Il maschio sente un disequilibrio per il suo forte orientamento al mondo esterno, per tale motivo è molto centrato alla ricerca del suo opposto (principio femminile) Almeno quanto lo é una donna per altri motivi (vedi post 22). Cercare fuori da sé un equilibrio per un uomo, non è sempre semplice, e ciò comporta diverse complicazioni da superare con il suo mondo interiore. 

Da qui la modalità spesso contorta nella gestione della sua relazione con l'altro sesso, in particolare nell'era moderna, e questo influisce non poco su tutto il gioco delle varie sceneggiature dei due mondi che si incontrano e scontrano continuamente nella vita.

Dopo interminabili millenni di convinzioni errate basate sulla forza e sul concetto del maschio attivo e della femmina passiva, nella società avanzata dei servizi e della globalizzazione, improvvisamente ciò che prima funzionava in un certo modo, man mano nel tempo, proprio grazie al progresso che l'uomo stesso ha inseguito, fa si che non solo vecchi comportamenti non funzionino più, ma addirittura, tantissime vecchie convinzioni e pensieri, sono a dir poco inutili se non addirittura dannose. 

Vediamo alcuni punti chiave che caratterizzano normalmente la definizione di uomo, e a seguire, cercherò di trovare una via d'uscita a taluni limiti. I segni distintivi del maschio sono:

1) competere con un sottofondo caratterizzato da propensione con forte base aggressiva.
2) vivere in maniera più o meno consapevole nel culto dell'eroe, avendo un pericoloso orientamento a creare miti senza macchia. Tale comportamento, si manifesta in modo abbastanza forte anche nello sport, nel tifo, e perché no, nelle scelte elettorali.
3) in funzione del grado di intelligenza, in situazioni ritenute ambigue, con sfumature diverse, cerca di mimetizzare sentimenti negativi e sospetti che hanno un forte potenziale di violenza di base.
4) fortissima tendenza a creare schieramenti più o meno costruiti ad hoc, non di rado funzionali solo al suo atavico concetto di dividere il mondo in buoni e cattivi. I cattivi, sono tutti astuti, da temere e combattere senza tregua, e chiaramente sono solo coloro schierati nella fazione avversa.
5) il maschio, oltre che dividere il mondo in buoni e cattivi con poche sfumature, non può fare a meno di dividerlo anche in me e altro, mio e tuo, noi e loro. Anche se si rende conto che questo modo di pensare il più delle volte non porta a nulla, credendo di mettere ordine alle cose della natura umana, si inventa ideologie spesso senza senso, che servono solo per nuove guerre sante.
6) ultimamente, pensa spesso che sia "moderno" entrare nella dimensione della bellezza, della cura di sé, prendendo in prestito modelli e atteggiamenti provenienti dal mondo femminile, ma poi invece perde la sua dimensione, ed entra semplicemente nel mondo della vanità.
7) l'elemento più buio, si nasconde nel gioco sottile dell'adulazione e della tendenza a cercare di essere adulati, non di rado, solo per manifestare superiorità.
8) è pieno di intenti con fortissima motivazione al successo o al potere. I primi (quelli motivati al successo) oggi (originariamente era diverso) sono coloro che poi tendono a manifestare tale successo per mettere in mostra il loro ego, e lo mostrano attraverso status symbol. I secondi, (motivazione al potere) non hanno bisogno di mostrare nulla a nessuno, e il benessere non serve farlo apparire, essi puntano solo a governare la vita degli altri. I motivati all'affiliazione o è gente di vera fede, o gente impaurita e semplicemente sola, o chi ci arriva solo perché sa che sta per morire. Sono tutte dimensioni diverse che si esprimono attraverso comportamenti e sguardi.
9) veri Santi, saggi e uomini non facilmente schierabili in buoni o cattivi, spesso creano disagio, e se non creano intralcio ai potenti di turno, sono molto apprezzati ... ma meglio se nei libri di storia o di altri generi, ma con maggiore enfasi, solo dopo la loro morte; 
10) la spiritualità, è prevalentemente o un bisogno di protezione verso l'incontrollabile, o un mezzo per cercare risposta a dubbi, o mezzo di potere su altri. Ognuno di questi, per alcuni integralisti di ogni parte, è uno schieramento che spesso fa difficoltà a rispettare altre.
11) esiste la "plebe" vista in maniera dispregiativa: non viene mai citata per evitare di sentirsi giudicati come "snob". È quella gente che non capisce come fa a vivere come vive chi è diverso da loro. Ricca o povera che sia, se non la si capisce, meglio tenerla lontana.
12) infine, l'uomo purtroppo è colui che solo quando la vita è appesa ad filo e la si sta per perdere, s'illumina; e anche in questi casi, solo a volte, apprezza l'importanza della preziosità della vita.
13) l'uomo può anche morire per un grande ideale, per onore, per orgoglio o per vergogna togliendo si la vita. Quando questo accade, spesso è perchè tormentato di non veder realizzato ciò che immagina di come dovrebbe essere una realtà secondo un suo pensiero ideale. Qui escludo i sofferenti esistenziali di ogni genere, razza e cultura.

Quest’uomo racchiuso in questi tredici punti, non può fare ancora a meno del vivere generalmente nella logica del vincente o del perdente, ha bisogno di appartenere ad un gruppo, oppure di sentirsi un eroico lupo solitario. Non può vivere senza avere in un angolino della sua mente, forte la presenza del pensiero della logica dell'uomo di successo, dell'arrabbiato con il mondo, dell'esaltato, o del fallito frustrato che raramente lo ammette a se stesso in modo equilibrato.

I copioni maschili, hanno poche categorie di personaggi che si adattano in contesti diversi, ma che di solito, hanno quasi tutti profili psicologici divisi in poche alternative possibili, anche se trattasi di profili con diverse sfumature. 

La gerarchia sociale è ancora un punto di riferimento più o meno rivisitato ma sempre molto presente. Solo personaggi di elevato spessore, che riescono ad avere un progetto proprio o condiviso, denotano qualità di equilibrio e solidità. Costoro mi offrono spunti di riflessione straordinari. Parlo di tutti coloro che insegnano con esempio, con cuore e con intelligenza, a capire le dinamiche della mente e a come migliorarsi. Ne sono tantissimi, tanti di loro, neppure sanno di esserlo. Basta guardarsi intorno, aprendo occhi, cuore e mente con attenzione e prudenza. 

Sono gli uomini non più primitivi già nel futuro. Vivono senza miti, non hanno bisogno di dividere il mondo in buoni o cattivi, capiscono le sfumature della vita, misurano il loro successo con la loro capacità di saper condividere passato, presente e futuro. Tendono a creare progetti solidi con cuore da cavaliere o vecchio nobile samurai. Nella mia misera esistenza, ho avuto la grazia di averne conosciuti tantissimi e tanti sempre nuovi continuo a conoscerne. A dire il vero ogni tanto sbaglio. Ma quelli che mi inducono in errore di valutazione, sono maestri che mi aiutano a correggere il tiro!

Non vedo solo maestri, magari fosse così. Noto che nessuno vuole essere o sentirsi "mediocre" ma di mediocri che vivono all'ombra della moda del momento, sono spesso raggruppati in molti e sono nascosti nella maggioranza silenziosa proprio come gli uomini non più primitivi del futuro. Generalmente è gente non affatto serena con se stessa, chiusa nel proprio piccolo mondo. 

Il maschio se oggi è in crisi, la causa fondamentale è che non sempre ha saputo adeguarsi a questa trasformazione della società. Tuttavia però, bisogna ammettere che essere maschi, oggi presenta una difficoltà diversa dal passato, e richiede acquisizione di nuove abilità non sempre facili da mettere in pratica, anche perché, la società è lenta a muoversi.

Oggi un maschio non può permettersi il lusso di vivere di privilegi che si era costruito nei millenni scorsi, e deve necessariamente fare i conti con il fatto che nel mondo dei servizi, non esiste esclusività della forza intesa come nel passato. Oggi l’uomo deve avere l'intelligenza emotiva e sociale che deve aggiungere a quella pratica operativa per capire le diverse dinamiche che regolamentano relazioni e comunicazione. Credo che debba agire in tale direzione qui sintetizzata, senza perdere la sua visione di quelle che sono le sue potenzialità ataviche che vanno però rivisitate. Ma per essere bravo a giocare le sue carte c'è bisogno che abbia maggiore fiducia in sé e nella vita, con criteri diversi dal passato. 

Per il maschio, il contatto con la propria natura, il proprio corpo e le proprie emozioni, è un processo mediato dalla propria educazione, da modelli percepiti o appresi della visione della vita del suo gruppo più prossimo, dalla sua sensibilità ed intelligenza. Il clima familiare e la sua capacità di adattamento, senza perdere il potenziale creativo, vanno curate e aiutate a crescere accompagnate da una maggiore consapevolezza delle complessità in perenne mutamento e sempre con rinnovate forme di Inter dipendenza ricche di sfumature ed opportunità. 

Non a caso che in tutte le culture, lo vediamo bene in antropologia, tutti i giovani maschi erano un tempo "iniziati" addirittura con dei riti. Questi servivano a far entrare il maschio in contatto con un mondo fatto di norme, valori e aspettative condivise, e non solo a quanto concerne solo la propria natura. Questi erano il punto di partenza per avere dei ruoli nella vita adulta della propria comunità. 

Intorno ai tredici anni, anno più, anno meno, la percezione del proprio corpo per un uomo, inizia a prendere una sua dimensione psicologica e fisica. Qui inizia un processo di percezione del proprio sé che é importante. I maschi, rispetto alle femmine, hanno bisogno però di una mediazione culturale per assolvere in seguito in modo equilibrato, i compiti naturali nell'ambito della famiglia e in quello sociale.  Nella peggiore delle ipotesi, una donna è sempre costretta fin da piccola ad essere in contatto con la propria natura, il proprio corpo e le proprie emozioni in modo più o meno diretto. In questo caso sensibilità ed intelligenza sono più in armonia con la natura. Per un maschio non è così.

Il rito aveva il compito specifico di obbligare a prendere contatto con la percezione che il giovane doveva avere con un mondo reale. Il rito era un evento sociale che portava il giovane maschio dal passaggio dalla vita da bambino a quella di adulto. Oggi se l'osservazione non m'inganna, il rito è che a diciotto anni mamma e papà devono organizzarmi la festa con gli amici!

Padre e/o anziani erano in passato gli addetti alla esecuzione del rito, che non consisteva nel trovare la discoteca giusta o il regalo più desiderato. Oggi senza più riti ma nella cultura dei miti, un giovane, spesso perde di vista fino a quando è ancora un bambino e da quando in poi sarà “ufficialmente” un adulto. Spesso, oggi può capitare che un uomo si ritrovi vecchio, con la vita che può essergli sfuggita di mano, pur adempiendo a tutte le fasi biologiche e lavorative che i tempi segnano in automatico a tutti.  Questo è un problema secondo il mio modesto parere.

Ma il tutto diventa ancora più delicato se si inizia a riflettere su quale rito puntare per averne uno più adatto al mondo in permanente mutare. Il compito non può essere demandato solo alla religione o solo ai militari. La società necessita di una nuova visione. Abbiamo bisogno di un rito? Se si, per quale dimensione di sviluppo? Quali saperi e abilità deve consacrare?

Il genere maschile, anche in antropologia, è sempre stato un ruolo legato ad uno status sociale come abbiamo già visto. Questo oggi determina non pochi problemi e richiede una certa rivisitazione delle posizioni, delle ricerche di autorealizzazione, degli adattamenti al nuovo mondo che avanza in modo deciso. Si necessita di nuovi assestamenti e le opportunità sono molteplici. Saper vedere la nuova alba è necessario, il genere maschile, prima abbandona con maturità il vecchio, prima trova maggiori equilibri adeguate ai tempi. 

Negli ultimi decenni è corso veloce il tempo, e come un fiume in piena molto ha portato via con sé tante ex brutte e belle cose di quello che era un tempo il mondo. Noi contemporaneamente, in tanti ci siamo parecchio addormentati. La nuova alba ha bisogno di nuova energia, e questa per tutti, saperla condividere è una grande occasione da non perdere. 

Tutto è stato veloce nelle scienze ed in particolare nelle tecnologie applicate alla vita quotidiana. In tanti (maschi e femmine) con intelligenza e senso pratico, hanno già iniziato ad utilizzare l'intuizione per usare i nuovi mezzi di comunicazione in modo davvero funzionale e in maniera concreta. Ma nonostante tutto, siamo ancora molto lenti nel divulgare ancor più questa nuova cultura. 

Siamo ancora dei primitivi del futuro. Questa velocità ben gestita con intelligenza e sapienza dall'industria, ha stravolto ogni punto di riferimento di ciò che sempre la vita ha avuto come linea guida: la relazione interpersonale per crescere. 

Oggi anche attraverso la realtà virtuale, dobbiamo reimparare le relazioni interpersonali che possono evolvere o involvere il mondo. Considerare la sola antica relazione e la sua gerarchia, e in più vederla separata dai vantaggi del mondo delle comunicazioni attuali è pericoloso. Tuttavia però, rifarsi solo a una o solo all'altra (solo antica o solo tecnologica) cambierà solo l'uomo in peggio. Ma quanti di noi sono pronti ad evolversi in questa nuova prospettiva di vita?

Il fatto sta che per la mente, è dura provare a cambiare anche solo poche delle vecchie abitudini, che per millenni sono servite, figurarsi cosa voglia dire per lei, rivedere addirittura quasi tutto, e farlo anche velocemente, e per giunta ... solo per esigenza d'epoca e non si sa per quale schieramento. Forse non tutto, ma tantissime idee e modelli, devono essere quanto meno ... radicalmente rivisitati.

L'uomo di tutte le Ere, in un qualsivoglia contesto organizzativo, vive sempre immerso in un continuum di conflitti. Figuriamo oggi!! Egli per convivere con le esigenze di gruppo e le sue leggi, senza far soffrire la sua natura interiore, deve trovare vie d'equilibrio complesse. Il maschietto, ogni volta per ogni cosa importante da decidere, deve sempre stabilire il punto oltre il quale segnare il confine tra la dedizione da avere verso il pubblico, e la cura della propria sfera del privato della sua esistenza. 

Non sempre tutto è di semplice soluzione, quindi diventa fondamentale a volte lottare più con pazienza che con veemenza; altre volte conviene imparare a saper accettare la reàltà senza per questo subirla passivamente; non di rado forse bisognerà trovare dignitosi compromessi, da considerare occasione funzionale solo per evitare momentaneamente un duro conflitto; altre volte ... Mah! ... forse meglio farsi scivolare le cose da dosso, e osservarle come se fossero gocce d'olio su una lastra di ghiaccio. 

L'uomo se è riuscito a costruire ciò che ha realizzato a tutt'oggi nel bene e nel male, può anche affrontare con serenità i futuri millenni che il sole ci permetterà di vivere su questo pianeta. La qualità della vita che si è creata, la si deve molto alle conquiste che egli ha fatto, innanzitutto su se stesso. Tali conquiste, le deve alla sua intelligenza nel sapersi adattare e nel saper accettare difficili cambiamenti, e nel saper usare (spesso anche con spregiudicatezza) le conoscenze acquisite. 

L'uomo modeno non è in crisi. Quante volte ha già dovuto rivedere con coraggio vecchie concezioni a volte destabilizzanti? Non credo quindi che velocemente non sappia ora trovare un nuovo modo di essere uomo. Anzi, tutto sta già accadendo, solo che a noi piace lamentarci.

Non solo come maschi, insieme all'altra metà del cielo ci siamo inventati parecchie cose strane per facilitarsi la vita. Ora basta solo dare nuovi valori alle nostre esistenze, avendo fuducia nel saper essere presenti al presente con attenzione ed equilibrio. Il maschio, da quando man mano si sta sempre più tecnologgizzando, sembra che stia sempre più lentamente perdendo il suo nesso con il suo archetipo. E allora? mica per questo possiamo suicidarci in massa!?

A volte sembra che a causa di vecchi modelli inapplicabili l'uomo contemporaneo faccia sempre più fatica a trovare una sua dimensione proprio nel mondo che ha egli stesso creato con le sue mani. Dov'è il guerriero che sapeva adattarsi ad ogni terreno e ad ogni nemico per vincere? 

Ora basti pensare che il terreno siamo noi stessi, che il nemico è la paura del cambiamento e l'enigma è risolto. A noi deve solo continuare ad aiutarci la consapeolezza che l'equilibrio è l'unica cosa che ci deve esaltare, possiamo essere liberali, razionali o perfezionisti non ha importanza, perché tutto punta a mirare alla ricerca della realizzazione e della felicità che sappiamo difficile e di breve vita. 

Ciò che conta, è sapere che abbiamo creato più di una certezza dove ora è chiaro che: 1) tutto muterà nel tempo continuamente; 2) siamo ormai sicuri che il massimo che possiamo fare è sapere che ogni nostra decisione sarà causa di un effetto, che esso in ogni modo sarà sempre sia un ben sia un male; 3) che come da sempre nel tempo, bisogna aver fede in ciò che si crede, e dare fiducia in ció che si fa. Ma di cosa altro abbiamo bisogno?

In fondo la vita ha solo bisogno di nuove forme di padri e di uomini con nuovi valori e intelligenze che sappiano qualificare la natura del maschile, del femminile e del mondo che si intende vedere.

Poi si sa, come è sempre stato qualcosa ancora sarà. Ossia: ci sarà sempre chi vivrà di grandi ideali e di grandi valori; ci sarà sempre chi creerà nuovi piccoli grandi progetti; non mancherà mai chi come al solito continuerà a costruire ogni cosa con energia ed entusiasmo; chi allieterà con la sua presenza e confonderà disordine con libertà, e ... chi come al solito, farà sempre in modo che tutto tramuti in un monotono e piatto volgere a sera, disorientato per ció che il mondo era, e ora non è più.

Fine di questo post che non sopporto più. 

Viene poi il momento che maschi e femmine, tutti insieme mettono a fuoco che ad un certo punto della loro vita, il rapporto con il tempo si fa realtà che non puoi non vedere con occhi diversi. a questo punto, insieme o solitari affrontano le medesime problematiche della terza età. Tema del prossimo post

domenica 6 ottobre 2013

Mappe, percorsi e visione dell'uomo primitivo del futuro: 22 - pianeta donna dal mio punto di vista

Mappe, percorsi e visione dell'uomo primitivo del futuro: 22 - pianeta donna dal mio punto di vista: Quando si scrive delle donne, bisogna intingere la penna nell'arcobaleno. (Denis Diderot)                              ...

22 - pianeta donna dal mio punto di vista


Quando si scrive delle donne, bisogna intingere la penna nell'arcobaleno. (Denis Diderot)

                                          

Entro in questo post in punta di piedi, tentando di muovermi con equilibrio e giusta attenzione su un tema delicato da trattare per un uomo. Intendo raccontare a modo mio, queste esistenze racchiuse in corpi composti di spazi mentali, dimensioni emotive e affettive, sensibilità, e percezioni, spesso ritenute misteriose se non addirittura incomprensibili dalla natura maschile. Utilizzo, per questa indagine sensibilità e capacità di osservazione, tenendo il più lontano possibile, emozioni e affetti della mia storia personale. Scusandomi in anticipo per eventuali errori ed omissioni, intraprendo l'impervio sentiero.

Per il gentil sesso, i concetti a me cari del legame reciproco di tutte le cose, e il processo causa effetto di ogni azione, sono dinamiche molto presenti nella loro natura. Il come queste siano poi utilizzate e vissute da ognuna, dipende da educazione familiare, circostanze e condizioni di vita, cultura e sensibilità. Personalità, carattere e loro tipo di intelligenza sociale ed emotiva, si caratterizzano per  essere poco adeguate allo spirito di branco come più diffusamente accade invece per i maschi. 


Punto primo, il tempo

Partiamo dalla complessa gestione e significato che ha la variabile tempo nella vita di una donna, non solo per motivi professionali, e indipendentemente dalla consapevolezza o meno che ella puo avere su questo tema. Il rapporto con il tempo che esse hanno, credo che sia un fattore dominante, e che le condizioni su più fronti per tutto l'arco dell'esistenza. 

L'hardware (il corpo) che devono saper gestire con sapienza per tanti fattori, le condiziona più dei maschi per infinite importanti decisioni da prendere nella loro vita, pertanto anche su questo fronte, l'elemento tempo è una realtà che non possono trascurare. 

Una per tutte, la scelta della maternità, considerando l'orologio biologico che le obbliga a fare i conti con la loro vita a causa di molti fattori da valutare con attenzione, e a tempo debito. Il fatto stesso che la maternità possa essere ricercata, pianificata, aspirata, indesidrata o meno per esempio, pone una domanda: è la medesima problematica che deve affrontare un uomo? Domanda retorica.

Non solo, per decidere di divenire madri (se e quando lo si desidera) qualche "sconosciuto", dovrà prima o poi, come minimo accorgersi di loro, e in più, costui deve decidere anche di condividere un progetto di lungo termine con lei. Questo, indipendentemente dal fatto che poi accada o meno, a causa delle mille strade possibili che la vita poi presenta nella realtà.

La relazione con un uomo che deve essere creata in questi casi, deve avere necessariamente un'importaza di un certo tipo. La parola amore in tali ambiti, è l'unica che le tranquillizza su questo complessissimo e articolato tema. Ma l'amore, quante sfumature contiene in se? Ogni  sfumatura, si sa poi, che essa è talvolta una causa che può condurre per varie strade. Non solo, tale sfumatura essendo a sua volta conseguenza di strani giochi dell'oscuro inconscio, presuppone spesso intenti e proiezioni che non sempre risultano essere così trasparenti a nessuno di noi.

L'amore è anche un turbinio di emozioni per loro natura instabili e non di rado negative che derivano da paure inconsce. Esso è anche condizionato da contaminazioni mentali e culturali che nel tempo si modificano a causa di esperienze e percorsi che si fanno in comune o solitari. Quindi, il tutto è soggetto a mutamenti e continue revisitazioni nel tempo. 

L'amore, dipende anche da come si percepiscono le cose nel tempo insieme. Tutte cose tra l'altro, che non sempre sono viste dallo stesso punto di osservazione, e con le percezioni della realtà, che sono quasi sempre errate e troppo influenzate da cause e condizioni del momento. L'amore non è un qualcosa di astratto immutabile nel tempo. Non solo, per avere un senso profondo, esso nasconde in se un tema non di poco conto è difficile da gestire. Occorre il desiderio profondo di volere la felicità degli altri senza con questo perdere mai autostima è forte motivazione ad essere saggi e pazienti.

In amore bisogna saper essere bravi "coltivatori", ma per saper coltivare, bisogna avere le giuste informazioni su come e cosa fare a tempo debito, sapendo che nel tempo, continuamente tutto  cambia. Non ci dimentichiamo che un amore vissuto male, o che porta dolore, è spesso per tante persone fonte primaria anche di asprezza e non di rado radice di  indurimento del cuore. Insomma, diciamo pure che non è un tema facilmente catalogabile.

Non è un caso a mio avviso, che tuttavia siano proprio le donne a tener da conto e padroneggiare questo particolare sentimento in maniera profonda e seria. Lo fanno, tanto da curarlo con molta dedizione e attenzione, ma talvolta anche con disturbi e pericolose aspettative, portatrici poi solo di grandi dolori e a volte disturbi. In ogni modo, nulla può garantire ad una donna (e a un uomo) cosa può portare l'amore nell loro cammino. Ecco perchè poi, quello che in realtà accade ... è vita.

Amore e tempo non possono essere vissute come cose separate. Per amore, non a caso, vuoi per natura, vuoi per educazione o cultura, nessuno più di una donna, fin da giovane sa quanto potere questo concetto fa crescere in sé stesse; ma anche però quanti dubbi, paure, esaltazioni e depressioni porti;  perchè no, anche quanta confusione, gioia e problemi crei. 

Il tempo viene in loro soccorso anche in questo ambito, ma spesso porta pure a perdersi tra sogni, desideri, speranze e illusioni. In compenso, l'amore però riempie sempre la loro vita. Per le donne, a causa di tutto ciò, bene e male, alla fine porta sempre vero bene ... nel tempo.

Il genere femminile per amore e non solo, spesso si ritrova a piangere, so che fa anche bene alla salute mentale e fisica. Quanti uomini sanno leggere quelle lacrime? Io ci provo. Personalmente credo che esistano vari tipi di lacrime. 

Vi sono lacrime di gioia, di dolore, di disperazione, di falso o vero pentimento, di paura, di ricerca di solidarietà. Vi sono poi lacrime strumentali, di tenerezza, di solitudine, di rabbia, a volte sono solo lacrime e basta. Non mancano lacrime manipolatorie, quelle che intendono far venire sensi di colpa negli altri quando esse non riescono ad ottenere ciò che vogliono, o quando non si realizza ciò che desiderano. Esistono anche quelle di sola condivisione emotiva, di ricerca d'aiuto e di silenziosi pensieri e ricordi. Poi esistono quelle silenti ... le più misteriose ma non per questo meno evocative. 

Nel tempo, a volte, le lacrime cambiano per densità, lucentezza, intensità di significato espressivo e perchè no ... di valore. Per meglio comprendere le varie sfumature dei diversi significati di queste lacrime, associarele al ritmo della loro respirazione e alle intensità degli sguardi. Questo aiuta a tentare di discernere meglio con la probabilità di commettere meno errori possibili.


Oltre il tempo per la donna (dal mio misero punto di vista)

Intanto mentre tutto nella natura compie il suo corso, bisogni, desideri, compiti, studio, lavoro, autorealizzazione, vita reale quotidiana insomma, e distrazioni varie, interferiscono nel loro mondo. Esse più dei maschi non possono sbagliare nel selezionare azioni e obiettivi sui quali poi concentrarsi. Tendono a vivere ogni momento con più o meno sensibilità, sono più dei maschi soggiogate spesso dai ritmi della natura della chimica ormonale, ma saggio è sapere che, in questo loro mondo a mio avviso, cuore, sensi e mente lucida sono sempre in perfetta comunicazione tra loro. 

Nel modo in cui debbono gestisce più cose insieme, considerando tipo di energia e qualità nella dedizione che devono mettere in ciò che amano, le obbliga anche qui, a fare più dei maschi, ogni cosa con elevata responsabilità, concretezza, attenzione e perspicacia. La pena, è il disordine totale, ma pure nel disordine, selezionano cosa vivere con intensità o meno.

Le donne spesso sono state messe ai margini nel mondo del lavoro, anche se da quando non é più la forza fisica a farla da padrona, tante cose stanno cambiando. La loro presenza, in tantissime realtà organizzative di ogni tipo è di indiscutibile notevole supporto. Non è sempre facile convivere con i loro tempi per un uomo, ma qui è il pseudo ordine sociale moderno che viene meno.

Nella vita sociale, il vero caos in una donna, avviene solo quando cerca di imitare più o meno in malo modo il peggio dell'uomo, illudendosi di conquistare in questa maniera lo stesso tipo di successo (non di rado momentaneo) e libertà (spesso illusoria e dispersiva) del maschio. In ogni modo, se e quando vuole, anche su questa "piazza" con determinata naturalezza e spesso necessaria spregiudicatezza, ella sa gestire le sottili regole che i giochi richiedono in questi ambiti tipici di tale tipo di competitività. Ogni scelta è possibile, ogni naturale conseguenza, è come al solito sia un bene, sia un male.

Nel mondo, per tantissime di loro, bisogna che sappiano fare i conti su cosa e come agire per uscire con meno danni e dolore possibile, dal millenario e ottuso patriarcato non più funzionale alle societa. Da sempre, la legge dell'uomo ha deciso di destinarle in ruoli marginali da un punto di vista sociale e politico. La storia però, dimostra che non per tutte è stato poi così facile essere state escluse con un tratto di penna dai fattori importanti dell'umanità. Questo in politica, scienza, economia ed altro ancora, arte a parte, dove è troppo banale e semplice collocarle.

Le donne, a parte sesso e cura delle cose del privato e della famiglia, hanno dovuto sempre faticare per farsi apprezzare. In occidente in particolare, tutti danno ormai per scontato che il patriarcato sia defunto, ma a me non sembra tanto. In altre aree geografiche e per alcune culture, c’è ancora tantissima strada da percorrere. Nel cosiddetto civile occidente, non voglio qui parlare del penoso fenomeno del femminicidio per la complessità stessa che il problema porta in sé. Cosa dire delle varie violenze che non accompagnano direttamente alla fine dell'esistenza bensì a vivere tuttavia in continua agonia? Al momento basta pensarci, approfondire tali temi sarebbe ora un casino.

Maturano prima dei maschi, apprendono velocemente sull'importanza di agire con grazia, perseveranza, determinazione e cautela quando motivate. Hanno interessi e curiosità molteplici. Si distinguono per saper porre grande attenzione alla relazione, dimostrando un elevato grado di capacità all'ascolto e di guida della comunicazione in ogni tipo di relazione. La comunicazione per loro, è un'area strategica. Nel bene e nel male la usano con maestria. In amore e guerra è il loro campo d'azione prediletto per mettere in atto con eleganza, crudeltà o amore ogni loro strategia consapevole o meno che essa sia, in ogni tipo di relazione intima o professionale.

Ad un maschio, in caso di conflitto con una donna (che è meglio riuscire sempre ad evitare) non conviene mai entrare in rotta di collisione con lei, illudendosi di averla vinta nell'area del linguaggio e della comunicazione. 

Prudente per un uomo in caso di inevitabile conflitto con una donna, è quello di saper creare condizioni che evitino discussioni. Se incastrati e colti di sorpresa in una pericolosa discussione con intenti conflittuali, allora perbacco, non imporsi anche se si pensa di aver ragione, sminuire tutto, evitare concetti espressi in forma negativa, ridurre al massimo il numero di parole, tempi di contatto e con classe cercare immediate vie di fughe. Meglio agevolare in questi casi solo rarissimi confronti, e cercarli solo quando si è certi di non farsi coinvolgere dalla emozioni. 

Anticipare mosse che si attende, e sorprendere con azioni inaspettate è quello che funziona. Se poi si sa adoperare con accortezza osservazione e monitoraggio dei suoi muti sguardi, facilmente si trova a tempo debito la giusta parola da cui poi far derivare adeguata e appropriata azione. La comunicazione non verbale va osservata con attenzione e discrezione, in particolare quando non si sente osservata, e nei momenti di tregua. Tutti escamotage utili per non allargare l'area del conflitto, e trovare equilibrate soluzioni, accordi o fare cauti compromessi.

Hanno una grande abilità nel gestire il linguaggio, imparano  presto a saper osservare comportamenti e azioni più che limitarsi a dare importanza alle sole parole altrui. In particolare, l'attenzione è alta, quando la loro sensibilità le avverte che le parole sono state pronunciate senza amore. In tali casi, entrano subito in allarme rosso. Godono di un meraviglioso e intelligente "imperfetto" equilibrio nel saper gestire ragione ed emozione in relazione ai diversi contesti, sapendo adeguare il tutto in funzione dell’amore e dell’intelletto a seconda delle circostanze e dei loro obiettivi. Senza mai perdere di vista l'importanza di alcuni dettagli insiti nella realtà per quella che essa é, apparentemente sembra che agiscano d'impulso e senza pensare. Non è mai così. 

Nell'ambito affettivo relazionale, anche quando sbagliano decisione, ciò che hanno scelto a tempo debito, aveva per loro un motivo profondo consapevole o meno che fosse a suo tempo. Tuttavia, anche in quei casi, tutto è sempre fortemente legato al loro mondo interiore che non è quasi mai superficiale, e che non è mai oggettivamente comprensibile tranne che a loro. Ma con il mondo affettivo e con i sentimenti, sia uomini che donne, tutti fanno errori quando le cose non funzionano, e tutti si sentono maestri e geni, fin quando tutto procede per il meglio.

Vivono le relazioni tra loro in un modo particolare, che ben presto le mette nelle condizioni di capire che devono affrontare non di rado continue piccole ostilità di norma senza regole troppo chiare, trasparenti e definite. Determinazione, fragilità, paura e forza interiore, non sono motivi di conflitto; tutt'altro, sono cose che le fanno comprendere meglio la realtà. 

L'unica cosa che non capisco, é il perché si dica in giro che una delle qualità delle donne sia quella relativo al fatto, che solo le donne possono capire altre donne. Personalmente, non ho mai conosciuta una donna che abbia saputo capirne un'altra. Competizione, gelosia, paura e insicurezze, son cose che prima o poi prendano potere in almeno una tra le due, e addio solidarietà e comprensione femminile. Comunicano tanto tra loro; tutte hanno qualche segreto da confidare a un'amica del cuore ... che a sua volta ha un'altra amica del cuore. 

Ciò che conta nella loro vita, è che vi sia sempre qualcosa o qualcuno/a per loro importante da dedicarsi ... ma ...  che innanzitutto vi sia qualcuno/a che si occupi di loro. Ciò in cui credono alimenta spirito, mente e corpo. Se almeno due dei tre elementi manca, lentamente appassiscono. Ma è raro che diventino morte viventi. Sono per me dei pianeti che una magica legge astrofisica le tiene sospese nel vuoto del cielo senza mai farle precipitare, e che le fa girare e vagare in un grande infinito che si esprime al massimo se è solo quando amano.


Costumi di scena e "trucchi"

Cura della bellezza, trucco e attenzione dei costumi di scena, sono da considare astuzia e strategia della comunicazione non verbale per il gioco del teatro della vita. Qui nulla è mai lasciato al caso in quest'ambito. Le regole del mondo dell'apparire, sono per loro un'abilità utilizzata con arte per valorizzare la loro visione di sé di ogni momento. L'eleganza o meno, è curata e adoperata per mettere in gioco il loro gusto e la loro creatività, ma è anche mezzo per comunicare silenziosamente gli stati d'animo di come si sentono in vari frangenti, situazioni o contesti da curare, per farsi accettare, combattere, condividere con amore, manipolare o gestire.

Il gentil sesso non di rado in certi ambiti o occasioni, usa bellezza ed eleganza, più per competere con altre donne, che per l'uomo che le sta accanto. Solitamente, la scelta del costume di scena non è mai casuale per ogni evento, luogo o situazione.  Sa dominare il mondo della scenografia e delle magie delle apparenze in ogni circostanza, ripeto, non solo per gioco come tende a far credere. Non a caso infatti, quando sbaglia qualcosa sul come apparire in alcuni contesti, o qualcosa  è fuori posto, si sente a disagio anche per piccoli e insignificanti fatti, visti però con gli occhi di un uomo.

Eleganza e bellezza di una donna assumono diverse sfumature e creano anche diversi tipi di realtà. Sappiamo che esistono da sempre molte di loro, che volontariamente e consapevolmente, trovando vantaggioso accettare vecchi ruoli “funzionali”, e si organizzano per vivere quasi solo in funzione della cura di loro stesse. Lo fanno solo per raggiungere benessere senza sforzo. Oggi, nell'era della rivoluzione femminile, esiste ancora questo fenomeno, ed è vissuto anche in modo consapevole, sereno e alla luce del sole. L'escort ormai, nell'immagine collettiva, oggi fa "in".

Altre tipologie di donne che usano ad arte bellezza ed eleganza, sono coloro che lo fanno per creare carriere in ambienti dove si richiede grande talento. Qui le si nota per la loro arte ad essere vere maestre ad abbinare intelligenza, gusto ed eleganza, per occupare più che meritati posti di grande prestigio sia nel pubblico, e un po' più nel privato. 

Sempre più spesso, contrariamente a vecchi modelli di visione, si trovano sempre più donne curate nell'estetica anche negli ambiti delle ricerche, della burocrazia e della scienza dive un tempo si dava molto meno imoortanza. Insomma, indipendentemente da cosa esse facciano nel luogo in cui si esprimono professionalmente, sempre di più, gestiscono un ruolo ed un copione dove eleganza, cura della bellezza, cultura, sensibilità, intelligenza e preparazione, danzano insieme con una certa armonia.

Tante altre situazioni riguardo questo tema, riguardano coloro che non sanno vedere con occhi sereni le qualità della loro bellezza, e spesso per tale motivo, vivono in maniera diversa la loro eleganza. Non sono mai trascurate, ma solo appariscenti con stile diverso. In questi casi non danno priorità al mondo dell’apparire. Queste attrici di questo teatrino, puntano il loro copione sull’evidenziare che la loro mente e la loro intelligenza presunta o meno, deve essere distinta dal corpo, e incentrata per precisi valori, relativi messaggi, e obiettivi che intendono far emergere con forza. 

Costoro concentrano la loro attenzione sull’acquisizione non sul sé, bensì su ciò in cui credono e fanno. Non mancano tra queste personalità un po’ più solitarie, tendono ad essere fortemente orientate al sociale. Per questa tipologia di donna, il copione è fatto per film dove il tempo si confonde in modo tenero tra orologio biologico, sogni, e amori di persone con idee e valori vissute in maniera intima e riservata. Vivono nell'orgoglio di sentirsi minoranza. Da come esse vestono e appaiono, si capisce che lo fanno per comunicare un silenzioso e misterioso segreto dentro, che aspettano che qualcuno però sappia scoprirlo per apprezzarlo e per poi stimarle per ciò che esse si sono costruite nel tempo. 

In tantissime altre, la consapevolezza è troppo incentrata sullo svolgere e gestire la vita quotidiana. Questa grande famiglia di donne, ha bisogno che qualcuno le faccia sognare, perché da sole non possono o per destino o per condizioni di disagio sociale, economico o affettivo. Esse lottano per difendersi dalla vita precaria, e spesso solo la tv è il vero mondo dell’emulazione di qualcosa di bello che vedeno pur sapendolo irraggiungibile. Fortissima tendenza all’affiliazione, spesso sono persone dure o vittime (che è il rovescio della stessa medaglia di dolore). 

Vi sono infine anche coloro che il tempo le impegna a far quadrare i conti, e a soddisfare i bisogni e mai i desideri, per sfamare gli affetti e la vita. Per costoro, tutto corre più veloce del tempo. Qui eleganza e bellezza sempre presenti come in tutte le altre, fanno tenerezza ma è sempre dignitosissima. Indipendentemente da come pensano di esprimersi attraverso questa forma di comunicazione, ciò che emerge è la loro intelligenza pratica, grande sensibilità fatta di sguardi severi e aspri. Socialmente vivono nel campo dello sfruttamento mal retribuito, o del lavoro sottopagato, o peggio ancora trattasi di guardiane di famiglie sull’orlo di un precipizio, che grazie a loro ... però non precipitano mai!


Nuovi scenari e nuovi copioni

La donna, considerando tutte le valutazioni fin qui fatte, è chiaro che non può più essere definita solo in rapporto all'uomo, poiché questo a mio avviso, comporta ingiustizia e disallinea la vera relazione uomo donna che la nuova società richiede. Ella oggi è impegnata a trovare in ogni ambito una dimensione in modo nuovo come persona, ma il cammino è ancora tortuoso, e ciò esige anche una rivisitazione del ruolo dell'uomo, che però è lento a strutturarsi. 

Stiamo parlando di cose tutte di non semplice soluzione, in particole in tempi brevi, e con una società ancor più lenta ad adeguarsi alle nuove esigenze della convivenza civile e di coppia, perché ancora fortemente intenta a proteggere i piccolo interessi particolari, a maggior ragione se di rendita.

Oggi una donna trova armonia non rifiutando l'uomo come soggetto e come ruolo assoluto in se, quindi è imporatante che sappia come districarsi in questa rete, anche se questo per nessuna/o è arte semplice, in particolare lavorandoci su da sole. Finora, essendo state persuase fin dall'infanzia a non prendere decisioni e a dipendere da persona responsabile come poteva e doveva essere il padre, il marito o il fratello, hanno sofferto non poco non solo  in passato per questo. 

Nell'era moderna, lentamente tutte cercano di liberarsi da tale improponibile idea, ognuna ha la sua ricetta. In questa ricerca, spesso portano però ancora sofferenza in se stesse, e non poca confusione nella loro vita personale, relazionale e familiare quando famiglia c'è. Come devono conciliare tempo, costumi e nuova armonia, l'uomo e la donna primitiva del futuro?

Il Novecento è stato per il gentil sesso, il secolo delle conquiste dei diritti civili e delle possibilità di accedere a tutte le professioni di esclusiva pertinenza maschile. In questo secolo è iniziato il lungo cammino che le ha condotte alla conquista delle libertà e della loro indipendenza economica, giuridica, politica e sessuale. 

Ora che sta diventando sempre più un individuo a pieno titolo, e sempre più proiettata in maniera attiva verso la modernità, quale società dobbiamo pensare per andare in un'unica direzione? Problemi della nostra epoca che richiedono sensibilità e intelligenza emotiva e sociale di grande responsabilità, ma che al momento sono vissute ancora più come insieme di problemi, invece che, rivoluzione da attuare con armonia e attenzione.

Liberisti, razionalisti e perfezionisti (le tre correnti filosofiche di vita che designano il cammino della storia culturale di riferimento in occidente - Lee Yearley Professore di Etica dell’Unuversità di Stanford Vedi post 4 -) quanto reale tempo e studio dedicano su questi temi in questa epoca di uomini primitivi del futuro non è dato sapere, ma certo si sa che la vita scorre e va.

In una società in una perenne veloce continua trasformazione, dove tutto è sempre in movimento, essere bambini, giovani, adulti maschi o femmine che sia, per le considerazioni che sempre più si evidenziano e prendono forma in questo blog, mi stanno sempre più confermando che solo linee guida come legge causa effetto e attenzione alle regole tipiche dell'interdipendenza delle cose, possono essere un valido supporto da vedere il mondo che va, con una bussola di orientamento chiara, per percorsi variabili da tentare, e poi rotte precise da seguire.

Prossima puntata il mondo dei maschi. Domanda: sesso forte? In cosa consiste e come si misura oggi la sua forza?