Sicuramente i più coraggiosi sono coloro che hanno la visione più chiara di ciò che li aspetta, così della gioia come del pericolo, e tuttavia l'affrontano. (Tucidide)
Siamo tutti felici senza saperlo, ma non sempre lo apprezziamo. Questo perché diverte concentrarsi sempre su ciò che non va, e lamentarsi non fa sentire soli. Coloro che la felicità sanno trovarla in sé stessi, hanno un buon rapporto con intenzioni e motivazioni. Di norma, qui si parla di gente che agisce con grande attenzione al corso del fiume della vita che scorre nel qui e ora, cercando di agire sempre in sintonia con i contesti esterni senza subirli passivamente.
Per raggiungere la felicità bisogna allenare la propria mente a non auto ingannarsi. Questo aiuta a saper accettare gli altri e le sfumature dei colori della vita. Per saper apprezzare queste cose, si richiede una cultura con principi non facili da far propri e da applicare nella vita quotidiana. Perseveranza e determinazione sono i due fondamentali che devono alimentare il tutto, esse servono a dare energia vitale, occasioni per il miglioramento continuo, e perfezionamento degli obiettivi che diventano in tal modo sempre più nobili e sofisticati.
Ma per la nostra mente è più facile come fanno iIn tanti. Si finge di essere indaffarati più del dovuto per non pensare, e si gira a vuoto tra ricerche varie, impegni inderogabili e obiettivi quasi mai ben definiti. I migliori tra questi, tra tentativi ed errori, qualcosa cercano di imparare, ma spesso ciò accade solo quando la vita sbatte in faccia la porta.
Per la stragrande maggioranza ... si pascola invece incoscienti e preoccupati sempre ognuna/o del proprio piccolissimo infinitesimo mondo, e senza gratitudine per quel che ha. Così si costruisce ben poco per sé e per gli altri. Di questo passo, di solito, presto si inaridiscono i cuori, si addormentano le menti, e prendono forma emozioni negative che poi condizionano ciò che si fa.
Rincorrendo la felicità superficialmente e senza una visione completa, si avanza e indietreggia continuamente ... restando di fatto sempre allo stesso punto. Senza un progetto nella vita, può capitare anche che la felicità si presenti travestita. Ma quando accade, la mente distratta e stolta e senza linee guida, vedendo tutto in chiaro scuro, percepisce le cose con poca luce, raramente in questi casi sa cosa fare, ed è così che anche il bene può diventare addirittura qualcosa simile ad una forma di ingannevole illusione.
Più aumenta la superficialità e l'insensibilità per ciò che ci circonda, più ci si allontana dalla vera realtà e dalla vera natura, più tutto ciò aumenta l'intensità delle malattie mentali che si esprimono in vario modo e in ordine sparso. Questo accade perché la mente perdendo continuamente ogni contatto con la realtà, perde occasioni per dare il neglio di sè, la sua funzione di vigilanza non sempre ha più tanto senso, è ciò prima o poi porta la vita ad aver sempre più difficoltà, dissidi e umori instabili.
Il bene che si ha e i beni che ci circondano, sono dati troppo per scontati, e da qui nasce "il nulla" come base di reale insoddisfazione, con felicità impercettibile e a continua frequenza alternata. In tali circostanze, nella società l'avidità può prendere forma in maniera sempre più marcata portando disgregazione e disunità, e in tali circostanze, vivere di comportamenti ipocriti che dominano ogni relazione non è più cosa così tanto impossibile.
La coscienza è sempre più di massa, è sempre più fittizia, solo apparente, quando va bene è formale, per cui alla fine non avendo una giusta lucidità, tutti, avendo una teorica e vaga visione della società, dagli altri, dalla politica, si cerca fuori ciò che non si coltiva dentro. Saggezza e cuore ben alimentati, saprebbero invece bene cosa cercare in ognuno di noi.
La felicità non è solo legata alle possibilità economiche per poter soddisfare i propri bisogni, tuttavia, non si può escludere, che i soldi la loro parte la facciano non poco per far star bene il singolo e la moltitudine. Escluso chi si muove per nobili fini spirituali, gli altri, senza denaro, qualche disequilibrio lo mostrano tutti prima o poi.
Siamo troppo disallineati. Nella nostra mente, alimentiamo troppi semi di vanagloria, di egocentrismi vari, e di desideri che chiamiamo bisogni. Anche chi non ha nulla, vive di paure varie e nel timore di perdere qualcosa. In realtà stiamo già perdendo noi stessi, andando avanti così con questo tipo di insensatezza, e prima o poi si potrebbe perdere la libertà e sempre più gradualmente, anche la democrazia.
Perdendo il contatto con la natura, la nostra stessa natura di perde. Una società con questa cultura di base fatta di pensieri negativi e mancanza di presenza mentale con una visione chiara e profonda dell'importanza del bene comune e del bene dell'ambiente, porta paura, e può costruire ben poco.
Facciamo un ragionamento
Se per ricchi, si escludono i 400/500 personaggi che detengono l'85% della ricchezza mondiale e che quindi vivono nel loro mondo, diventa difficile poter immaginare in che modo possano vivere i diversi "benestanti" sparpagliati nel mondo, dovendo dividersi il restante 15/20%, essendo però a contatto con la moltitudine di bocche da sfamare.
Un ricco di medio calibro si crea il suo piccolo mondo protetto, ma non è invisibile ai più come le 400/500 famiglie. Pertanto vedendo con i propri occhi le disarmonie del mondo, e volendo far qualcosa, nella migliore delle ipotesi, non può che vivere nel timore e nella solitudine. Nel tempo si fa sempre più preciso il disegno delle diverse povertà in ogni dove è questo peggiora solo le cose per tutti.
A partire quindi dall'élite, a finire al più povero, tutti ci allontaniamo dalla natura del vivere l'armonia fatta di singolo e di sociale, e tutti viviamo generalmente nel timore che qualcuno ci porti via qualcosa. In una società a capitalismo avanzato, con orientamento culturale fortemente consumista, a questo punto, tutto può essere il contrario di tutto.
Dipende sempre più dalla nostra mente il concetto di felicità, tuttavia pur essendo vero da sempre tale idea, oggi la cultura prevalente che tende ad escludere più che includere, sempre più questo nobile concetto chiave per la vita, lo fa diventare uno strumento di accusa per chi non riesce ad inserirsi nell'attuale sistema produttivo. La frase tipica è: "nel liberismo, sei tu che non vuoi".
La nostra democrazia in tal modo assume una propensione orientata ad essere sempre più ambigua, e sempre meno allargata alle diverse aree sociali. Ogni singolo non è in tal modo agevolato a trovar pace, e sempre meno potrà di conseguenza, agire nel giusto per bene comune.
Qualsiasi orientamento con tradizione liberale, razionalista o di ispirazione fortemente ideologica valoriale, vive tra ambiguità e controsensi, e spesso in tanti, si rasenta la cecità e la sordità più o meno cosciente, che prende coscienza ma solo a sprazzi. Da qui il prevalere dell'irrazionalitaa.
Le persone un po' più sensibili agli aspetti umani, tante volte la consapevolezza della realtà per quella che è, è una cosa con la quale sono costretti c conviverci con una presenza mentale a volte dormiente. Ma quanto inutile sforzo che serve, solo giusto per non ammalarsi di stress e nevrosi di vario genere, oltre il limite del sopportabile.
Quali sono le caratteristiche che contraddistinguono la classe media oggi, è difficile delineare. Non bisogna lasciarsi ingannare da modi di fare e parole formali e solo apparenti che ci circondano. Sono tantissime le persone che se sai guardare negli occhi, e se sai ascoltare i loro silenzi, percepisci che sono guidati solo da un minimo di dignità e da tante incertezze.
Nonostante insonnie e solitari ragionamenti alimentati da paure inconsce e angosce più o meno sapientemente tenute a bada, il disorientamento è alto un po' ovunque nel mondo. Qui, la causa di questo è uno stato d'essere generale un po' controverso e spessissimo conflittuale che vive la nostra società contemporanea. Il tutto, non sempre e non solo, ha prevalentemente fondamenta economiche, ma queste ci mettono del loro.
Bisogna registrare che aumentando l'indice di povertà in vari strati sociali, quelle economiche sono cause che aumentano sempre più, e sono quelle che trascinano verso il basso sempre più persone e famiglie. I più colpiti di tutti, non sono più solo chi vive nelle grandi città, nelle periferie, o in aree geografiche tradizionalmente meno attive imprenditorialmente, sono sempre più sparpagliati qui e lá.
Cosa vuol dire oggi, essere di destra o di sinistra? Nulla a livello di percezione di massa, oggi il populismo in senso negativo del termine e la demagogia, sono le forme di comunicazione politica prevalente. Anche questo non aiuta. Non sono in tanti coloro che il sonno della ragione, ancora non li ha ancora colpiti, ma questi sono sempre meno.
Si ignora anche quanta ampia sia, l'area grigia tra post monetaristi e post keinesiani, ma a tantissimi poco interessa. Queste ultime cose qui citate ultimissimamente, sono solo benzina sul fuoco per indebolire ancor più l'indeterminabile visione di una vita del nostr mondo che ci stiamo creando.
In questo contesto di riferimento non proprio esilarante, non si agevola il vivere la cultura della ricerca della vera felicità, e dell'armonia con la natura. Questo a volte non lo é neppure da chi è addolcito da una capacità di spesa maggiore rispetto alla stragrande maggioranza. Tuttavia però, in questo clima anche se solo pochi sono gli equilibrati, questi aumentano sempre di più, e in più ambiti sociali di ogni cultura. Bisogna coltivare questi semi e saper aver fiducia di questo impercettibile cambiamento in atto.
Suicidi che aumentano in vari ambienti sociali e ad ogni età, aumento delle più varie dipendenze dannose alla propria esistenza, aumento della spesa in ricerca di benessere e cura del corpo a tutti i costi dimostrano da un lato pessimismo e decadenza.
Questo ad esempio è un segno che ora bisogna rivitalizzare il nuovo corso. Il film la grande bellezza, non a caso ha vinto l'oscar, esso segna una coscienza di qualcosa che non va e che deve essere cambiato. Il film quindi ha avuto successo, anche se particolarmente aiutato dagli investimenti pesanti di marketing fatti dal produttore.
Oggi è difficile capire quali potrebbero essere le politiche più equilibrate, tali da rendere sensato l'impegno sociale, senza con questo agevolare però una cultura passiva e assistenzialista,tralasciando merito e competenze. Questo è tutto un programma che tutti sanno essere importante, ma che pochi si sa sul che fare e da dove partire.
Su questi temi, sono in tanti coloro che discutono, ma tantissimi quelli convivono tra mille dubbi, agendo con comportamenti ondivaghi, e tormentati da indecisioni continue e ambiguità.
La società contemporanea, rispetto al passato, è controversa, densa di contrasti e non mancano falsità che emergono culturalmente e politicamente nei diversi linguaggi che si adottano anche su temi ritenuti un tempo evidenti e condivisibili almeno nel significato delle parole. Potevi essere un tempo d'accordo o meno su un'idea, ma la parola aveva un significato univoco.
Vedi ad esempio scuola, anziani, famiglia ecc. nelle precedenti contraddizioni del passato, definirli comportava un filo logico conduttore buono per ogni ideologia o valore. Oggi il significato di scuola assume invece tanti valori e significati che se non chiarisci subito con l'interlocutore un dizionari etto dei significati delle parole che affitterai, si corre il rischio di parlarsi tra sordi. Idem per i termini come anziani, sanità, giustizia, ecc.
In una civiltà ad alta tecnologia che privilegia una comunicazione articolata sempre più basata su sofisticate tecnologie alla portata di tutti, e con la caratteristica straordinaria che queste hanno di potersi ramificare superando ogni confine geopolitico, non è cosa da poco, ed è un fatto mai vissuto dall'umanità prima di ora. Ogni argomento viene vissuto come completo, mentre regna sovrana frammentazione e superficialità.
Viviamo l'era degli slogan che danno sicurezza ai popoli invitando tutti in tal modo a non approfondire e riflettere con attenzione e consapevolezza sulla complessità delle cose. I desideri individuali sono ormai un bisogno primario da soddisfare. Sottili strategie di marketing parlano non più di segmenti e nicchie, ma di one to one per addormentare ancor più la ricerca di una equilibrata felicità che sappia districarsi con saggezza tra essere e avere
Ma se tutti viviamo beati questo egocentrismo con bisogni infiniti da soddisfare, chi dovrebbe soddisfare chi, in questo clima culturale così diffuso in ogni ceto sociale?
In politica tutti si attendono le grandi riforme, purché non si inizi da me. Tutti desiderano che si taglino i privilegi che nessuno però pensa di avere anch'egli. Tutti vogliono che siano tutti a fare i sacrifici che il momento storico richiede, dando per scontato però, che solo io ne faccio di più. Pochi hanno a mio avviso la tendenza a ricercare soluzioni senza perdere la visione globale del tutto.
I confini tra "Io" e "noi" sono sempre più fluidi e densi di una pluralità ricca di sfaccettature. Non ci sono più assiomi e progetti definiti una volta per tutte con caratteri duraturi. La profondità di pensiero non dico che sia derisa, ma certamente è ritenuta quantomeno noiosa. Lasciamo perdere i rapporti che si hanno oggi con la natura e la distruzione lentissima ma inesorabile dell'ambiente?
La sostanza delle cose cede il passo con disinvoltura a varie forme di superficialità apparente e sostanziale, il contenuto sostituisce la forma che in tal modo diventa addirittura contenuto nei contesti più variegati. La forma è tutto, tutto galleggia in superficie trasportato da correnti e venti del momento.
La comunicazione ormai anch'essa è più tecnica che di contenuti veri, e si basa prevalentemente per aver ragione o consenso, più che essere ricercata per corrispondenza di "amorevoli sensi".
Anche l'informazione ormai fa vivere il bello e il brutto della realtà in una dimensione di teatralità.
Addirittura siamo immersi in un mondo dove è la tecnica del linguaggio e della comunicazione ciò che designa la rotta della nostra esistenza.
I mass media, sempre più sono loro che caratterizzano questa società, non per dare trasparenza ma per comunicare caos per il dio audience. Essi alimentano dissoluzione facendo in modo che tutto, in qualche modo, diventi oggetto di comunicazione per la comunicazione senza un fine e un'analisi dei fatti e dei contesti per quello che sono nella loro complessità.
Una risposta possibile?
In questi tempi di permanente transizione, passiamo ora a riflettere su alcune linee guida che forse potrebbero aiutarci a vivere in maniera più equilibrata possibile con noi stessi e con il mondo col quale ci relazioniamo. L'obiettivo è sempre la ricerca della felicità solo apparentemente impossibile da raggiungere.
1) Uno de primi passaggi strategici consiste nell'evitare ogni tipo di legame vissuto come acquisito per "diritto", ed evitare che psicologicamente per stare bene, si debba essere legati a qualche rito o qualsiasi cosa o oggetto. Aprioristicamente non abbiamo nulla, quello che ci appartiene è solo quello che si riesce a seminare e coltivare nella vita momento per momento avendo tuttavia una visione guida. Tutta la psicologia contemporanea si basa sulla capacità di riuscire ad essere in grado di saper gestire l'esistenza nel qui e ora cercando equilibrio e senso della realtà delle cose che ci circondano.
2) evitare di identificarsi acriticamente alle opinioni di qualsiasi genere, e riuscire ad essere aperti ad una visione completa della complessità delle cose, ponendo grande attenzione delle esperienze di persone di successo con modelli comportamentali positivi, che mostrano continua attenzione alla complessità delle cose che non alimentano emozioni negative e che non esaltino emozioni positive.
3) qualsiasi evento, fatto, dato o cosa, non accade mai per caso. Attraverso l'attenzione e l'analisi continua di quello che succede, bisogna sempre contestualizzrlo ad un preciso istante condizionato da precise cause e condizioni. Nulla può essere considerato immutabile e nulla può essere una verità assoluta. Dobbiamo imparare a saper osservare la vita nel suo complesso, dentro e intorno a noi in ogni momento, dimostrandoci sempre pronti a saper cogliere lezioni da essa. Ogni fanatismo e ristrettezza mentale, è saggio vederle come limite da superare.
4) attivare con grande responsabilità e attenzione un ascolto attivo per cercare di comprendere persone, fatti e informazioni ritenute di rilevanza per specifici motivi. Evitare di ingolfare la mente con ridondanze e semi negativi di ogni genere. Evitare con classe, tutto ciò che possa attivare nella nostra mente paura, incertezza e dubbi su scelte fondamentali. Trasferire emozioni positive a chi selezioniamo come persone con cui confrontarsi per valore, spessore ed esempio positivo. Questo nelle relazioni di ogni tipo, incluso quelle professionali a seconda delle attività che ognuno svolge.



