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domenica 27 luglio 2014

64 - scienza ed etica della comunicazione

La parola è un'ala del silenzio. (Pablo Neruda)

    

La comunicazione è uno straordinario strumento adoperato per manipolare o per far interagire due o più persone su progetti, programmi e obiettivi. Trasferisce contenuti razionali ed emozionali. La parte emozionale della comunicazione, agisce e parla di sé anche indipendentemente dalla nostra volontà. 

Essere consapevoli e adeguatamente "addestrati" nel saper riconoscere le leggi e le dinamiche di questa "scienza delle relazioni" è sempre servito, ma oggi aiuta non poco alle singole persone, alla nostra democrazia, e allo sviluppo economico sociale di ogni Paese. 

Se si è onesti e non contaminati da falsi miraggi, la comunicazione solitaria rivolta a sé stessi se ben gestita, può anche essere di grande aiuto per contattare l'essenza della nostra realtà. Ci aiuta a comprendere ogni cosa a sé stante e in relazione alle altre ad essa in qualche modo collegata. Ci aiuta in pratica a comprendere la realtà nei suoi vari aspetti. Se usata male, la comunicazione perdendo contatto con la coscienza, può ingannare molto più di quanto si creda, a partire da sé stessi. 

Nel gioco della relazione con gli altri, sempre se è quando usata in maniera inconsapevole, essa il più delle volte, crea più problemi, che quelle aiuti utili a migliorare cammini comuni. Con sapienza, sapendola abbinare alla saggezza del silenzio, il saper comunicare sa sempre realizzare grandi progetti. Basti solo non dimenticare mai che ha bisogno di tanta consapevolezza e prudenza, per prendere sempre una forma in modo corretto. Senza capacità di ascolto dell'altro/a è solo causa di sofferenza.

Nel mondo e fra le diverse culture, la comunicazione spesso è facilissimo che possa divenire fonte primaria esatta del suo contrario: l'incomunicabilità. Questa mancanza di capacità di comunicazione, avviene in particolare, quando un popolo non considera più come essenziale la conoscenza delle diverse radici di partenza di altri umani. 

Le guerre iniziano così, con la mancanza di ascolto di altre culture. Sempre e in ogni caso, le classi dirigenti sono responsabili della cultura di popoli che non sanno ascoltare e comprendere le diverse bellezze delle origini delle nature umani.

I meandri dei giochi politici, i piccolissimi mondi dei piccoli interessi personali, i segreti nascosti dei diversi interessi economici, come sempre, hanno da che mondo è mondo i loro limiti. Ma oggi nuove scoperte tecnologiche e scientifiche, possono portare con sé nuove visioni di vita. Vedi ad esempio come le telecomunicazioni con internet e le scoperte tecnologiche continue, stiano facendo loro strani percorsi, indipendentemente dalle piccolezze umane. Tuttavia però, da sole non bastano.

Ogni cosa che accade, oggi sembra che accada in modo tale che tutte le differenti impronte delle diverse culture, lentamente, diventino sempre meno definite all'interno di un confine prestabilito. Ogni confine, appare quindi sempre più virtuale nel tempo. 

Saper comunicare in modo non conflittuale è un delicato problema che potrebbe diventare causa di irrazionali prese di posizione di massa. I confini culturali sono una cosa, quelli geopolitici altro da tener conto per il loro rapporto diverso che hanno con la storia. Ucraina insegna. 

Quale occasione migliore per imparare? Non vi è chi ha torto e chi ha ragione. Vi è chi pensa ognuno una cosa, senza voler per nulla ascoltare le leggi tel tempo, della ragione, dell'equilibrio, dell'economia e della storia, e per questi motivi ognuno manipola la variabile popolo a suo vantaggio.

Nulla in apparenza sembra perdere del tutto le sue caratteristiche peculiari originarie, ma valori, modi di stare insieme e priorità, mutano in modo profondo ristrutturando la radice di ogni cultura. Saper comunicare senza strumentalizzare diventa sempre più importante, oggi più che mai. 

Imparare a comunicare senza pregiudizio e con grande capacità di ascolto anche di chi è tanto lontano da noi in senso culturale diventa fondamentale in questo mondo sempre più piccolo e interdipendente.

La globalizzazione non sta annullando le diversità, le sta solo mettendo in contatto tra loro in modo nuovo in maniera più veloce da come da sempre la vita fa con tempi più lenti. Le nuove tecnologie possono portare anche sottocultura e valori negativi in un inconscio collettivo. 

I mezzi di comunicazione non devono essere nelle mani di pochi oggi più che mai. Ma questo non basta. Anche una cultura delle comunicazione in modo scientifico deve essere diffusa in maniera più capillare.

Chi teme una perdita di identità vedendo la globalizzazione come causa, teme le regole del fluire della vita, ma con ciò, non porre però la giusta attenzione al fenomeno non è saggio. Tanto per cominciare, la globalizzazione è giusto che non riguardi solo le monete, tuttavia però, terrorismo e folli devono essere tenuti a bada. 

Un modo di saper essere consapevoli delle dinamiche della comunicazione deve essere affrontato assolutamente per insegnare a tutti la consapevolezza e la responsabilità di quello che si legge, che si scrive e che si dice. 

Le identità, come tutte le cose mutano continuamente perché cambia la vita che il tempo costringe a far rielaborare nel tempo. È la paura del cambiamento la causa dell'inutile disorientamento. Affrontare invece in modo responsabile e consapevole se stessi, è utile per imparare a leggere da soli il linguaggio e i codici della comunicazione. 

Più cultura delle scienze delle comunicazioni ad ogni livello, maggiore sviluppo delle conoscenze tecnologiche di utilizzo comune, e tanta, tantissima cultura umanistica filosofica dei classici di ogni cultura per non perdere il valore dell'umanità, sono a mio avviso le linee guida da seguire per un presenta saggio e capace di costruire un futuro stabile.

Senza queste conoscenze, non vi può essere vera libertà di comunicazione. Quando tutti possono dire tutto senza che vi sia parallelamente una cultura adeguata della comunicazione, quello che può uscir fuori è solo insicurezza maggiore.

La comunicazione fa parte del tutto che cambia continuamente nel tempo. Essa oggi in modo nuovo mette in contatto noi tutti con il mondo che muta; come da sempre la si adopera è altra cosa. Molti temono che tutto questo comunicare porti solo più confusione e ancora più caos. Tanti credono che tanta comunicazione tenda a far perdere il senso di identità. È solo la non conoscenza delle tecniche di comunicazione allargata alle più ampie fasce sociali che più creare sottocultura e disordine.

Essere pessimisti sulle conseguenze della libertà di comunicazione vuo dire che nel profondo, si intende sottovalutare l'intelligenza innata del singolo che nasce nel suo tempo. Viviamo sempre nel mondo che noi ci creiamo, solo che questo sempre più, oggi deve considerare una maggiore attenzione alla cultura umanistica fatta in modo molto più seria. 

Per "più seria" intendo ad esempio la rivalutazione di materie come filosofia, logica, matematica, teologia, ecc, abbinando il tutto ad una cultura tecnologica molto più approfondita da un punto di vista tecnico e scientifico. Studiare solo economia o giurisprudenza serve, ma non da sole e fine a sé stesse senza inquadrarle in contesti culturali più ampi.

Oggi, le tecnologie di comunicazione di massa moderne, abbandonate a sé stesse e orientate solo a giochi e passatempi, possono diventare la nuova droga per inebetire le coscienze. Da sole, possono solo annebbiare la mente o illudere in modo un po' più sofisticato. Non possono diventare solo social e basta per avere più amici possibili. Prima o poi, in ogni scuola elementare di base di ogni cultura, bisognerà insegnare: "tecnologie di massa e scienza ed etica della comunicazione".

Si ignora che se tutto ciò che ci circonda esiste, questo è dovuto al fatto che una mente collettiva nuova che abbiamo sviluppato, è lei che ha prodotto ciò che ci circonda. Questa è solo una mente collettiva molto più sofisticata di un tempo. Tanti di noi, per sola nostalgia romantica del passato, non vogliono vedere il mondo che cambia e in tal modo frenano solo lo sviluppo.

In tanti si perdono la nuova bellezza della nuova vita, i nuovi pericoli ma anche le nuove forme di arte e ingegneria. Pertanto, come sempre, basta solo non dimenticare mai che ogni cosa è sempre sia un bene, sia un male e conviene abbracciare ogni seme del futuro. Equilibrio, presenza mentale e consapevolezza dell'interdipendenza che tutto fa mutare e mettere in moto sono poi i capisaldi.

È vero che le parole possono essere comunicative solo tra coloro che dividono esperienze analoghe; ma è anche vero, che oggi le esperienze possono essere senza confini e vissute in più modi in tempo reale. Comunicare può voler avere quindi diverse modalità e scopi. 

Tutto serve per trasferire  informazioni siano esse del cuore che della mente. Tutto qui, nulla di più. Cosa ci insegnano queste tecnologie moderne di comunicazione?



La comunicazione nella nuova società, dove tutti ora siamo coscienti di essere granelli di terra

Alcuni granelli che formavano quelle vecchie tracce d’impronte lasciate da varie orme culturali ora da qualcuno, ora da qualcun altro, scoprono oggi di essere particelle infinitesimali della stessa terra che credevano prima altro fuori da sé. Quei granelli ignoravano di essere anche terra, illudendosi di essere solo traccia di impronta. 

Ora, più di qualche granello, inizia a scoprire di essere uguale ad altri solo che in un posto diverso di un Irma o meno che sia. Ora qualcuno di loro, inizia a percepire che erano diversi, solo perché le impronte li facevano sentire tali. 

Tutto prima era solo una vecchia traccia di una semplice impronta che appariva quasi cristallizzata dal tempo. Ma una volta, anche il tempo stesso, contribuiva a far illudere di rendere tutto eterno e fisso, solo perché tutto era un po’ più indolente. 

Il tempo una volta era lento, pigro, faceva apprezzare le cose, le persone e il mondo come nessuno mai, ma contemporaneamente, illudeva tutti dell'eternità delle cose stesse. Si viveva meno, e la scienza e le conoscenze non correvano veloci come la luce. 

Ora il tempo invece è dinamico, ma volendo è anche lento; ora è quasi come se tutto dipendesse dal vento. Adesso solo si è scoperto il vento come variabile interdipendente. Oggi si sa che ogni minuscolo granello di terra, é portato dal vento del tempo e per questo tante cose vanno viste in modo differente. 

Il soffio del vento, porta tantissimi granelli di terra da un segno di una traccia ad un altro; e poi, via a volte anche verso un altro segno d'impronta ancora. In tal modo, modificando così di volta in volta di qualche millimetro, tutte le vecchie monolitiche orme. 

Come da sempre pioggia e sole si alternano nel frattempo. Nella legge dell'interdipendenza, non sanno che essi tutto nutrono e lo fanno per natura delle cose. Come sempre acqua, aria, sole e terra, rappresentano dunque l'energia primaria di base del ciclo delle cose vere. Il resto è sovrastruttura e va da noi governata con saggezza, per il semplice fatto che siamo noi che l'abbiamo inventata.

Conoscere i segreti della comunicazione aiuta a migliorare se stessi e le nostre relazioni, ma abbiamo bisogno di imparare i segreti delle tecniche di comunicazione sia da un punto di visto tecnologico, sia da un punto di vista psicologico. Il tutto in una chiave culturale filosofica molto più sviluppata e attenta.

La comunicazione è la regina della coesione dell'umanità. È essa che stabilisce i confini delle terre e le sfumate o sostanziali differenze tra gli umani. I copioni del teatrino che tutti recitiamo sono il senso della grandiosità o meno dello spettacolo della vita. 

Un racconto molto utilizzato negli ambiti formativi aziendali, ci presenterà ora taluni giochi della comunicazione e quelli della percezione. Come inizierebbe una qualsiasi fiaba della nostra infanzia ...

... C’erano una volta, tanto, e tanto tempo fa, sei uomini ciechi che non avevano mai visto un elefante dal vivo. Assetati di conoscenza, si erano messi in testa di scoprire com’era fatto l’elefante. Il primo, avvicinatosi all'animale, va a sbattere contro il suo fianco: Dio mi benedica, ma l’elefante assomiglia a un muro! Il secondo, toccando una delle zanne, esclama stupito: Ma qui c’è una roba rotonda, liscia e appuntita, l’elefante è simile a una lancia! Il terzo, prendendo (a stento) in mano la proboscide che si muove in continuazione: Ma che dite, questo è un gigantesco serpente. Il quarto, allungando curioso la mano e tastando il ginocchio: Ma va…, è abbastanza chiaro che questo è un albero! Il quinto, capitato per caso a contatto di un orecchio: Ma fatemi il piacere, questo stupendo elefante è in sostanza un ventaglio! Il sesto, prendendo in mano la coda: non vedete che è una corda? 

Eureka! Tutti avevano ragione. Infatti, convinti di ciò, incominciano a litigare.



sabato 19 luglio 2014

63 - tra conflitti e competizione

La teoria è quando si sa tutto e niente funziona. La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perché. Noi abbiamo messo insieme la teoria e la pratica: non c'è niente che funzioni... e nessuno sa il perché! (Albert Einstein)

     

Un tempo si sa, avere una buona idea, poteva già essere una buona base di partenza per tentare le vie impervie del mercato. Abilità, personalità, forza della convinzione delle proprie idee e  determinazione, potevano essere gli ingredienti giusti per avere un buon successo. Come questa idea si evolvesse nel tempo sul mercato, già allora era cosa diversa da vedere caso per caso. 

Indovinare i mercati non era poi così complicato. Dagli inizi degli anni 50 fino agli anni 80 circa, sempre qualcosa trovava spazio da qualche parte. Per raggiungere questi acquirenti, poteva essere anche abbastanza semplice, ma col passare degli anni, già da allora, per consolidarsi poi sul mercato, capacità organizzativa, entusiasmo e gestione solida della propria struttura organizzativa di qualsiasi dimensione, erano variabili che avevano sempre più peso e valore.

Tutto quanto fin qui affermato è ancora vero ma non basta più. Oggi avere una buona idea e competenze specifiche nelle diverse aree, è condizione necessaria ma non più sufficiente. Bisogna continuamente innovare, e per farlo, non basta solo confezionare o meno delle belle idee. Innovare sapendo dare uno sguardo al mondo e al suo progresso tecnologico, avendo sempre risorse umane e finanziarie in grado di rendere fattibile le idee, sapendo gestire le complessità fatte di elementi diversi per differenti mercati interdipendenti tra loro, oggi è davvero importante. 

Intorno ad una idea, è cruciale saper guardare lontano e saper creare un articolato progetto che sappia includere diverse variabili. Bisogna saper navigare con maestria tra la capacità di sapere, saper fare e saper essere. Avere forti competenze annesse di capacità di organizzazione, controllo di gestione, finanza e marketing è indispensabile. Tutto ciò, è poi da vedere in un contesto molto più articolato e interconnesso. Bisogna anche che sappia sempre tener conto del grande progresso tecnologico, che ormai coinvolge quasi l'intero  pianeta.

Il rischio dei nostri tempi, é quello di ragionare o troppo in piccolo con ristrette visioni, o troppo in grande senza saper valutare le risorse necessarie. La cultura prevalente al momento, è solo quella di temere il presente e di voler salvaguardare i piccoli interessi. Non includo qui grande finanza e grandi imprese che navigano evidentemente in altri oceani

Tra i comuni mortali, chi tenta di fare qualcosa senza paura, noto che a volte si perde facilmente nelle logiche di progetto, e a voler pianificare ogni cosa in dettaglio per essere pronti su ogni fronte prima di iniziare. Il rischio che si corre in questi casi, è il non agire, non agire nel giusto tempo, agire tardi e rendere inutile ogni progetto fatto. Un'idea o una passione va alimentata, ma come per essere intrapresa e diventare impresa? Come e da dove si parte oggi?

Quando qualcosa appassiona, o ci si lancia con l'entusiasmo di un bambino, o spesso si desidera programmate tutto e far si che tutto sia perfetto prima di iniziare. Questo desiderio di perfezione, è vero che aiuta a non essere superficiali, ma tuttavia però, non di rado fa perdere .... l'attimo fuggente. Progetto e programma, non vanno tralasciati, ma ogni cosa ha i suoi confini. 

Molte belle idee a volte muoiono per la loro caratteristica di nascere nel momento sbagliato (troppo presto o troppo tardi) o per non avere la giusta energia che arriva solitamente dalla perseveranza e dalla determinazione. 

La scelta del momento sbagliato è dovuto quasi sempre o per la grande impazienza, per avidità, o per naturale indole fatta d'improvvisazione con cui normalmente si fanno le cose nella vita, o per la mancanza di determinazione e giusta perseveranza nel sapersi muovere in armonia con i tempi, o per la lunga e estenuante preparazione prima dell'azione.

Tutte cose quelle elencate, che hanno a che partono o dal dominio dell'istinto, o dal dominio della mente.  Il solo impulso demanda tutto alla fortuna. La sola mente, non può prevedere mai tutto il ponderabile, e assolutamente mai l'imponderabile. La via di mezzo è la saggezza e la via del successo. In quante cose ci si perde per aver agito d'impulso, o per aver divagato nel labirinto delle progettazioni, o peggio ancora in quelle delle fantasie solitarie? 

Senza via di mezzo tra intuito, impulso, progettazione e programma che nasce da competenze specifiche e specialistiche acquisite col lavoro concreto, nel tempo, porta una persona a trovarsi da sola buttata con la mente immersa in un passato fatto di vuoto, e senza conseguenze concrete nella sua vita e di chicchessia.

Agire d'impulso e buttarsi a capofitto lascia le cose al caso, e questo, un futuro che vuole tendere allo stabile non sempre sono cose che apprezza. Ma se al contrario, ti prepari troppo in ogni cosa, la mente va in tilt. Continui a vedere e rivedere ogni piccolo elemento, ma facilmente si perde la visione d'insieme del tutto. 

Questo accade, per il semplice fatto che nella vita quello che vedi, spesso non lo metti facilmente in dubbio. Per questo motivo, difficile è correggersi con la sola mente, e senza azione corrispondente ad un progetto, il tempo si perde su cose false, e le discussioni su torti e ragioni si moltiplicano all'infinito.

Una volta stabilito un disegno da portare avanti, armandosi di perseveranza e determinazione, quindi è bene agire, basandosi su un concetto chiave fondamentale: nessuno nella realtà può essere invincibile. Per nessuno, qui si deve intendere chiaramente sia il concorrente potenziale, sia ipse stessi e la propria organizzazione con i propri punti di debolezza da saper monitorare.

In questo percorso ipotetico che stiamo facendo, ora siamo dunque finalmente giunti che l'idea sia partita e che l'azione stia andando per il meglio. 

Quando un progetto avvia il suo cammino, come un bambino, ha bisogno di cure. A partire da noi, nelle relazioni e nell'attuazione dei progetti, la giusta posizione mentale corretta di chi lo guida è: "io valgo - tu vali", tenendo sempre conto che tutti, da qualche parte, abbiamo sempre un punto debole dove si può essere attaccati, o attaccare nel caso in cui di sappia individuare quello dell'altro. 

L'abilità sta nel saper trovare questi punti deboli in noi è negli altri nel più presto possibile, e accettarli senza giudizio per saperli affrontare bel giusto modo. Tutti i punti deboli hanno a che vedere con qualche paura che sa ben dissimularsi tra mille presenze nei mille pensieri, per questo non va giudicata e va invece curata e gestita con attenzione.

Quando ad esempio si vede qualcuno in organizzazione che tende a far fare qualcosa ad un altro al suo posto, è chiaro che costui è motivato al potere e vuole vincere senza esporsi. Questo, quando si manifesta, può essere sia un bene, sia un male. 

È un bene, quando questa dote di questa persona serve per raggiungere migliori risultati e qualità. In questo caso, tale persona che manifesta tali abilità va premiata, e a sua volta in qualche modo sorvegliata.

Tale attitudine al demandare ad altri, è invece un male, quando coloro che la adottano lo fanno in maniera inconsapevole o subdola. Quello che prevale in questo caso, è il non saper assumere responsabilità o meschinità. Tale persona va incentivata a correggersi, ad abbandonare ruoli delicati, o ad allontanarsi dal gruppo, in particolare se il suo ruolo è in un contesto strategico per l'impresa.

Alcuni a volte è difficile farli fuori. Nelle grandi aziende e in particolare in politica, quando si vuol agire in tal senso contro qualcuno che occupa un posto importante con irresponsabilità, prima lo si incentiva, poi lo si promuove superiore di qualcosa che non sa poi governare, poi si vanno a creare cause e condizioni utili alla estromissione dall'organizzazione. 

Nelle Amministrazioni Pubbliche il processo spesso si ferma a metà, in tal modo, aumentano solo costi e parassiti organizzativi. Non parliamo poi quando si vanno a creare Enti inutili per politici trombati.

Adoperare tale stratagemma nel marketing invece è geniale. Far fare a qualcun altro un'azione al posto nostro come ad esempio testare novità in sordina, delegando a qualcuno di esterno una ricerca, lo troverei utile per non rischiare con il posizionamento del proprio brand. 

In organizzazione, un altro elemento abbastanza diffuso, è quello di puntare qualcuno per qualche motivo, e poi spingere un altro ad attaccare la vittima designata. Anche qui, questo è sia un bene, sia un male. Saper individuare chi ha bisogno di aiuto e poi spingere qualcuno ad aiutare la persona in difficoltà è capacità di attenzione per un capo. Altro è invece spingere un altro ad attaccare per superficiali beghe personali non utile agli obiettivi del team.

Ma nel marketing, nella comunicazione e nelle vendite, spingere con abilità un concorrente ad attaccarne un altri forte e pericoloso, quanta saggezza ha in sé tale mossa? Bisogna tuttavia fare attenzione a divulgare tali azioni, ciò potrebbero portare come conseguenza alla cultura della terribile conseguenza distorsiva e pericolosa della corruzione. Ogni cosa sappiamo che è sia un bene, sia un male, ma in talune circostanze, il terreno fertile del male è meglio evitarlo.

In ogni ambito, una volta che un progetto ha successo sul mercato, monitorare lo sviluppo è cosa davvero impegnativa. Comunque sia, ogni volta che ci si espone, il saper scegliere il momento e il luogo idoneo con le miglior persone più rappresentative che abbiamo in squadra, e cercando cause e condizioni favorevoli che aiutino il proprio posizionamento, è cosa a cui badare con molta attenzione.

È sempre utile monitorare ogni evento con circospezione, e quanto detto nell'ultimo concetto esposto, qualsiasi imprevisto negativo dovesse aver luogo contro il buon nome del proprio marchio, obbliga i concorrenti , a spendere molte più energie in ricerche varie di attacco. Anzi, monitorando a dovere i concorrenti, quando qualcuno lo si percepisce esausto e/o confuso nella strategia, forse sarebbe da valutare se conviene attaccarlo energicamente e di proposito.

Valutare bene tale azione, questa se di successo tiene unità ancor più l'organizzazione e stabilisce meglio i ruoli, diversamente, tutto potrebbe rivolgersi contro e le serpi potrebbero attaccare nel buio. Portando all'esasperazione la conseguenza negativa di un attacco errato, potrebbe portare facilmente conflitti interni e disordine. In questi casi, se poi qualche concorrente è ben informato per vari motivi non sempre trasparenti, è facile essere attaccati.

Per farsi largo nei mercati, in ogni modo presentarsi con un'organizzazione stabile e forte, e saper creare eventi a sorpresa, può fornire un vantaggio schiacciante. Basta solo non essere prevedibili e ripetitivi. Molte aziende a volte fanno delle offerte vantaggiose, poi ripetendole in automatico, perdendo il loro effetto sorpresa, valore e buttano via soldi.

Ecco un mix di riflessioni che la mente umana può usare sapendo che ogni cosa è sia un bene sia un male da evitare. Partiamo su cio che può riguardare la conquista dei mercati, per poi vedere qualcosa sul clima organizzativo interno.

Attaccare un concorrente quando meno lui se lo aspetti è tipico di ogni strategia anche più elementare. In questo caso valutare sempre bene e male, vantaggi e svantaggi nel lungo termine, e vedere anche costi e benefici che vanno sempre analizzati con cura.

Usare un diversivo per creare un'aspettativa e attaccare su punti deboli degli avversari, possibilmente riuscendo a giocare con le arti delle illusioni è da maestri di strategie di mercati. Quale valore aggiunto porta sempre davvero nel creare giusta fiducia in sé e in chi si guida? Sarebbe forse meglio agire con prudenza nell'attuare questo approccio? Scegliere il momento di attuarlo, riguarda decisioni solitarie.

Attendere che tutti i contendenti si siano logorati tra di loro, è quello che in tanti sperano per conquistare nuove quote mercato con semplicità. Ma questo giova davvero sempre alla creatività e al clima organizzativo interno della propria organizzazione?

Se serve, sacrificare obiettivi a breve termine per ottenere lo scopo a lungo termine è una mossa che parte dal gioco degli scacchi. Ma sono sempre davvero chiari obiettivi e strategie complessive? Come siamo messi con le risorse disponibili!?

Essere flessibile per avvantaggiarsi di ogni opportunità che si presenti, e cercare di compiere qualcosa di inusuale ma spettacolare è ciò che fabnno grandi produttori come Appke, Microsoft, ecc anche in altri settori non solo dell'informatica. Agendo con pazienza e creatività i risultati in questi casi possono essere di grande aiuto. Un piccolo problema c'è per i piccoli imprenditori, bisogna fare ciò con cura e attenzione senza sprecare soldi, ma anche senza cadere nel miserabile!

Passiamo ora a vedere qualcosa più vicino al mondo dell'organizzazione interna e meno al rapporto con il mercato.

Nei conflitti di ogni genere, ricordarsi sempre che quando le persone si trovano chiuse in un angolo, sono costrette a reagire con la massima veemenza. È prudente in questi casi lasciare sempre una via d'uscita onorevole. Questo è un insegnamento del. Maestro Sun Tzu, lo trovo di grande valore.

In un'azienda, sono in tanti le persone ambiziose che si specializzano nel far credere un guadagno solo per ottenere qualcosa di importante per sè in cambio. Evitare tale cultura per i disordini che potrebbe creare. Tale approccio premia non il merito ma i falsi. Ricirdarsi che quando in un'organizzazione si sta insieme solo esclusivamente per denaro e non si hanno valori condivisi e obiettivi comuni, tale organizzazione non può aver un futuro.

Quando certe cose non vanno bel clima aziendale, il male deve essere prima ben individuato, e poi eliminato. Bisogna recarsi alla fonte con attenzione e responsabilità. Saper bene che nella ricerca della fonte delle cose negative di un problema, è facilissimo che altri possano portare a farci navigare nella confusione per usarla per loro fini.

Sono in molti coloro che si sanno mascherare davanti a situazioni di grande responsabilità dove si richiede impegno e competenza, alcuni agiscono solo per sfuggire, altri si defilano o accettano per irresponsabilità, altri ancora agiscono spesso non per il fine nobile, bensì solo per sete di successo.

Per questi e per tanti altri motivi ancora, conviene non precipitarsi nell'azione quando vi sono strani conflitti interni. Prima di muoversi informarsi dal di fuori, e cercare poi di eliminare le cause di possibili ritorsioni che porterebbero solo negatività per tutti. Quando vi sono molti conflitti in un'organizzazione, farsi sempre una mappa dei poteri, delle deleghe e delle responsabilità di chi guida quel reparto o quel contesto specifico.

Gli esempi etici e comportamentali che una leadership sa offrire alla sua organizzazione, come abbiamo visto, rappresentano la vera cultura prevalente, questa nel bene e nel male si presenta internamente nel clima organizzativo e all'esterno attraverso le politiche di marketing. Cosa altro aggiungere ora al momento non saprei. Poniamoci qualche domanda per imparare sempre ad agire con attenzione ed efficacia quando si guida un progetto. Ad esempio

In che modo si esprimono i pensieri sul futuro del progetto da guidare? Se non sono pensieri fiduciosi e ottimisti, questo è l'inizio dei futuri problemi. Come tradurre in azioni monitorabili i progetti e i programmi. Questo è ciò che aiuta davvero ad attrarre il meglio delle risorse intorno a sè.

È così che si legge etica, morale, equilibrio e lungimiranza. Al lettore l'analisi del suo sé e il dialogo tra coscienza, consapevolezza, responsabilità e obiettivi da raggiungere. Sono solo spunti, basta ricordarsi che essi possono essere adoperati sia nel bene, sia nel male, sapendo anche che tutto è sia in parte vene, sia in parte male mentre tutto continuamente cambia indipendentemente da noi.

domenica 13 luglio 2014

62 - L'essere strategicamente tattici

L’arte della guerra, considerata dal suo punto di vista più elevato, si cambia in politica. (Karl Von Clausewitz)

      

È uno stile di vita. L'essere strategicamente tattici, è la capacità di non perdere mai la visione d'insieme delle cose in ogni ambito, ponendo contemporaneamente attenzione al modo di saper superare gli ostacoli continui che la vita presenta momento per momento. 

Nell'esercizio di ogni professione e nella vita in genere, per essere strategicamente tattici, basta non perdere mai il contatto con la propria mente, e occorre agire con grande attenzione, sapendo che tutto è in continuo divenire.

Non decidere nulla in contesti ambigui in particolare, non è sempre prudenza, ma è comunque una decisione che comporta cause non sempre determinabili a priori. Agire o meno in una determinata direzione, vuol dire in ogni caso creare contesti dai quali deriveranno sempre conseguenze. 

Ogni azione è sempre frutto di un pensiero, e questo, matura sempre e solo in determinati ambiti e in precise condizioni e circostanze. Essere strategicamente tattici, permette di essere sempre nel momento presente, ma senza tuttavia perdere la visione. Andiamo per ordine. 

Strategia e tattica riguardano la vita e non solo la guerra. Ogni attività imprenditoriale e non solo, non può trascurare questi aspetti. In questo post tratteremo il tema in chiave economico aziendale. Psicologia e vita quotidiana da qui potranno prendere vari spunti anche per la vita quotidiana. 

L'etimologia della parola "strategia" è di origine greca e vuol dire "l'arte del generale". Tale arte è intesa come ricerca di azioni finalizzate ad avere una visione d'insieme delle cose, allo scopo di prendere le decisioni più corrette per raggiungere un obiettivo. 

Una strategia per raggiungere i suoi obiettivi, deve contemplare una visione delle cose, e una volta pianificata nei dettagli, deve essere poi applicata. Per questo scopo si avvale della tattica.

La tattica riguarda il formare, ordinare e disciplinare metodi e strumenti efficaci affinché una persona, un gruppo, oppure un'organizzazione, possa mettere in pratica e nel modo più corretto possibile, le decisioni strategiche prese a monte.

In ogni circostanza della vita, e nella guida di ogni progetto personale o condiviso con altri, è bene aver ben chiaro in mente questi due concetti di strategia e tattica. Essi aiutano a non perdere mai la bussola per controllare la direzione che devono avere le azioni, e servono per dare senso ai nostri comportamenti.

Un maestro di questi temi è stato in particolare il generale cinese Sun Tzu, che ci illumina su tali argomenti nel suo trattato "l'Arte della Guerra". Trattasi di un testo scritto circa 2.500 anni fa. Il contenuto di questo scritto è così sottile e sofisticato, che ancor oggi riesce ad essere un testo di riferimento attuale e rivoluzionario. 

Il punto chiave di questa teoria, si basa sul fatto che un buon condottiero, non dovrebbe mai affrontare una battaglia senza prima avere ben chiara la strategia da adottare.

Per lui, la posta in gioco non deve essere solo la vittoria della guerra fine a sé stessa. Muovere ogni eventuale ostilità, ha senso solo se l'inevitabile conflitto riesce a dare "continuità al dominio e alla prosperità dell'impero". OQuesta posizione è geniale, apre la mente e ci invita ancor oggi a riflettere su vari aspetti che la vita ci presenta in ogni ambito. 

Per Sun Tzu, 2500 anni fa, dichiarare guerra non era considerato saggio, doveva essere evitata in tutti i modi possibili. Essa voleva innanzitutto dire che politica e diplomazia avrebbero dovuto ammettere il loro fallimento.

Se proprio inevitabile, il conflitto doveva essere curato in ogni dettaglio, e doveva essere studiato per essere vinto prima possibile. Ogni mossa doveva porsi il problema di ridurre al minimo costi e danni di perdite di ogni genere. Durante ogni battaglia, bisognava cercare di distruggere meno risorse possibili del nemico. 

Tale visione d'insieme, aveva come scopo principe, quello di immaginarsi anche il come preparar la strada ad un buon governo dei luoghi conquistati nel dopoguerra. Raggiunta la pace attraverso la conquista del nemico, il nuovo governo doveva poter aver facilitato il compito della gestione del potere in modo da non creare molti dissapori tra il popolo conquistato. 

Per raggiungere tale fine, adoperare al meglio le risorse originarie del luogo non danneggiate, avrebbe agevolato il nuovo buon governo dell'impero. Questo per Sun tzu, dovevano essere le basi fondamentali sulle quali poggiare ogni idea di piano strategico. Per risorse si intendevano beni e strutture essenziali allo sviluppo economico e sociale. Risorsa doveva cercare di diventare anche il popolo stesso conquistato.

Trovo tale principio assolutamente geniale, saggio, ed equilibrato trattandosi per altro di guerrieri e per giunta di circa mezzo millennio prima della venuta di Cristo. Non c'è che dire, un vero maestro di vita e di lungimiranza politica, oltre che grande generale. 

Oggi la vita di ognuno di noi, e in particolare quella di organizzazioni come la piccola e media impresa, potremmo far tesoro di alcuni spunti dell'antico stile del generale Sun Tzu? 

A mio parere, se grandi multinazionali, uomini della finanza e taluni statisti considerano Sun tzu una vera fonte di ispirazione, perché mai il generale non potrebbe essere di aiuto alle più ampie fasce sociali economiche di ogni dimensione e attività? Tantissimi autori di vari testi che hanno trattato tale argomento adoperano tali spunti in psicologia e persino in amore.



Partiamo dai concetti di strategia e tattica in chiave applicativa pratica.

Ogni conquista richiede energia, tempo prezioso e risorse di ogni genere. In qualsiasi ambito da sola è una parola vuota, non si giustifica senza un programma, e può anche essere solo perdita o addirittura un problema. Ecco il perché della visione per definire la portata della conquista, e della missione  per stabilire meglio finalità, valori e obiettivi. 

Cosa comporta una vera conquista?

La strategia e la tattica sono gli strumenti a disposizione per muovere la macchina della conquista, ma è la fidelizzazione nel tempo il vero successo. Nessuna vittoria di qualsiasi genere, fatta in ogni campo, successivamente garantisce alcunché senza una visione chiara anche del dopo e dei nuovi valori del nuovo contesto. 

Solo un perdurare della missione esercitata sempre con passione e attenzione, aiuta ad elaborare strategie e tattiche continuamente innovative e adeguate alla realtà che muta nel tempo.

Il un'azienda di qualsivoglia attività e dimensione, per esempio, il punto chiave che bisogna saper dominare, è una continua attenzione che sappia tener conto del concorrente più pericoloso, dei vincoli di mercato, e della propria organizzazione interna. 

L'intero insieme delle cose deve essere capace di saper annullare continuamente nel tempo, i propri punti di debolezza rafforzando quelli di forza. Entriamo ancor più nel vivo del tema.

La strategia si pone precisi obiettivi:

- Esistere come presenza percepita come concorrente potenziale dai concorrenti stessi
- Trovare una specifica posizione dando un'immagine precisa delle proprie potenzialità 
- Consolidarsi nel tempo radicandosi negli spazi acquisiti
- Creare sempre prosperità mantenendo alto un codice valoriale condiviso.

In più per le aziende:

- Avere una chiara remunerazione del capitale investito e dei fattori produttivi
- Aver subito individuato la giusta scelta dei mercati obiettivi
- Aver chiari il ventaglio dei bisogni da soddisfare
- Non perdere mai di vista la scelta del business su cui concentrarsi
- Creare sempre coerenza tra immagine, contenuti e azioni conseguenti.

Questo in sintesi gli obiettivi da monitorare riguardo la strategia. Vediamo ora la tattica. Questa riguarda le linee guida del percorso organizzativo con il quale si raggiungeranno gli obiettivi strategici. 

Appartengono alla tattica i seguenti obiettivi:

- Deginizione delle infrastrutture e della loro gestione
- Chiara visione dei processi per fase, sia delle procedure relative
- Non perdere mai la visione d'insieme e il concetto profondo di interdipendenza tra le variabili
- Porre grande attenzione e cura della costruzione del piano comunicativo e della rete commerciale
- Essere innovativi e non perdere mai di vista il concetto di rete e di partnership.

Questi aspetti possono essere visti in ogni ambito personale, professionale e aziendale, in particolare da considerare nel caso specifico delle aziende riguardo la ricerca della catena dei fornitori.

La tattica è legata da una dinamica forte con la strategia, tale da creare sempre un rapporto causa-effetto. Ecco il motivo secondo il quale non è opportuno organizzare alcuna struttura, senza aver prima definito una strategia. Tale aspetto apparentemente banale, è quello che mette in ginocchio tante piccole imprese per esempio.

Oggi, la crisi di un'aziendale è soesso dovuta alla mancanza di una strategia o ad una struttura organizzativa non adeguata. Regnando sovrana inoltre, spesso e volentieri confusione tra tattica e strategia, e avendo difficoltà ad avere una visione di ampio respiro, tutto diviene complicato anche nella gestione corrente di ogni piccola o anche media realtà. Pensare in maniera strategicamente tattica, farebbe vedere tante cose in modo diverso.

Vediamo concretamente le domande da porsi quando si parla di tattica:

- Attraverso quale processo si intende realizzare il disegno strategico da attuare 
- Quali sono le fasi del processo e come saranno gestite e controllate
- In che modo si pensa di organizzare la rete distributiva della vendita dei servizio\prodotti
- Stabilire esattamente organizzazione interna con ruoli e obiettivi per ogni funzione
- Attraverso quali strumenti e metodi si controllano la struttura amministrativa e finanziaria
- Quali politiche determinano i prezzi di vendita della propria offerta

Ecco ora di seguito le domande che invece ci aiutano a ragionare di strategia:

- Le logiche che si attuano per avere una remunerazione del capitale investito
- Quali mercati e quali bisogni si intende soddisfare e in che modo agire
- Individuare i motivi per cui i clienti dovrebbero comprare da noi preferendoci al concorrente
- Quali vantaggi effettivi devono avere i potenziali clienti dalla nostra offerta
- Risorse necessarie disponibili per sostenere nel tempo il proprio vantaggio competitivo

Essere strategicamente tattici in vari ambiti, oltre quello professionale, può anche aiutare in ogni ambito a sviluppare consapevolezza, pazienza, competenze approfondite, equilibrio e presenza mentale? 

sabato 5 luglio 2014

61 - Cause di errori e manipolazion

A cento anni ho perso un po' la vista, molto l’udito. Alle conferenze non vedo le proiezioni e non sento bene. Ma penso più adesso di quando avevo vent’anni. Il corpo faccia quello che vuole. Io non sono il corpo: io sono la mente. (Rita Levi Montalcini)

                                   

I cinque fondamentali

Punto uno: Autostima, ricerca di contesti che rendano dignitosa la vita, senso di rispettabilità, e percezione di sé e degli altri, sono gli elementi che bisogna saper governare per dare un senso compiuto alla vita. 

Punto due: Monitorare con grande attenzione e responsabilità questi elementi di cui sopra, e mantenerli in un sano equilibrio senza perdere la visione d'insieme del tutto, è il punto chiave per non perdersi. 

Punto tre: Fattori biologici, educazione, cultura, intelligenza emotiva e buon uso della mente, disegnano il rapporto che si ha con la realtà delle cose e con gli altri, dando forma e contenuti a ciò che ci circonda.

Punto quattro: Capacità di amare, passione, determinazione, perseveranza nel portare avanti le cose in cui si crede, audacia, e sensibilità, danno spessore e poesia agli eventi che accadono.

Punto cinque: tutto quanto fin qui descritto vive in un perenne rapporto di intensa interdipendenza. Ogni piccola cosa che muta, condiziona tutto ed è a sua volta condizionata. 

Tutto questo è la "sintesi" che c'è nel seme di ogni esistenza.

A parte il mondo del proprio potenziale che ha ogni seme in sé come fin qui descritto, abbiamo poi da considerare le condizioni e le circostanze esterne. 

Queste, metaforicamente rappresentano la terra e i capricci delle stagioni che per loro volere, danno vita o meno al seme per farlo diventare vero frutto un giorno.


Entra in scena un nuovo attore

La piena consapevolezza del processo descritto, può aiutare a comprendere meglio e con equilibrio, successi e negatività, che di solito si susseguono nella vita. 

Errando solo tra le emozioni, e pensando solo a fortuna e sfortuna, tutto si rende più difficoltoso. Ciò non aiuta ad avere una visione stabile, e non permette la messa a punto di strategie convincenti guidate con la necessaria energia. Essere manipolati non è difficile senza la coscienza come guida.

La coscienza o piena consapevolezza che è lo stesso, per dirla tutta, potrebbe essere considerata come il contadino. Ossia colui che stabilisce quando è propizio lanciare il seme nella terra, e come, quando è in che modo intervenire, per aiutare la natura a far sbocciare i frutti che ogni seme ha in sé.

Il contadino, ossia la coscienza, se agisce inconsapevolmente e guidata da una falsa visione della vita, può creare un pessimo contatto con la realtà e far nascere disordine e confusione. I manipolatori gioiscono e si nutrono di menti confuse.q

Non é difficile in questi casi, essere dei veri morti viventi. Fortuna e sfortuna, sono parole utili solo per non deprimersi.


Che fare?

Spesso, vivendo noi continuamente tra rumori e cose finte, agendo sempre senza sosta, si finisce che per economia di risorse, solo per abitudine, o peggio ancora per pigrizia, nel tempo, la vita la facciamo diventare un continuo auto proteggersi. 

Questa forma di precaria protezione, serve per scusanti e illusioni auto ingannevoli. Essa è appena utile a creare un piccolo mondo fatto di ristrette visioni, e di piccole meschinità. Quasi quasi essere manipolati a questo punto diventa qualcosa di desiderato per avere qualcosa in cui credere.

La consapevolezza sempre attiva di tale processo, può aiutare a uscire da quello che potrebbe diventare prima labirinto, e poi  prigione senza vie d'uscite per un'intera esistenza.

Taluni comportamenti negativi per il proprio sé, accadono perché si diventa facilmente schiavi di abitudini acquisite dalla famiglia, dalla cultura, dalla propria cecità. 

Senza consapevolezza dei processi della propria mente, non può esserci ragionevolezza, in tali circostanze il sonno della ragione è vero che può creare mostri.

Quando il senno manca o esso è contaminato dalle emozioni del momento, bene e male perdono i confini. Tutto accade inconsapevolmente, e in tal caso, schemi fissi fanno perdere vitalità, creatività, senso della vita. Anche in questo caso, i manipolatori fanno a gara per conquistarsi consensi.

Se l'inconsapevolezza si dovesse consolidare negli anni, portano grigiore, mancanza di vitalità, pigrizia, e non solo povertà di spirito.

Tale logica auto limitiate, frena crescita e sviluppo, e alimenta ego e vanità. Altro punto forte per credere a falsi messia. Qui termina l'approccio della dimensione individuale interiore.


Guardare avanti uscire dal proprio piccolo mondo

Per essere affidabili e responsabili, come individui, e in particolare se si pretende di essere classe dirigente, è importante fare qualcosa in più andando oltre quanto finora analizzato.

In primis, ognuno sarebbe bene che sapesse vedere se stesso/a e le proprie visioni, rapportandosi con tutto il personalissimo mondo a livello internazionale. Tale processo aiuta a rendere degna la vita e far parlare in modo profondo di pace. 

La società in ogni segmento, ha un gran bisogno di essere tutta aiutata a vedere il mondo con occhi, mente e cuore diversi. Leggere i classici e ascoltare le parole dei saggi aiuta.

I media possono essere di grande aiuto per contribuire ad entrare in tale prospettiva di vita. Ma non hanno molto tempo da dedicare per offrire strumenti di riflessione sulla libertà dai condizionamenti.

Se i media fossero più attenti a questa missione di cui sopra, ciò porterebbe a valorizzare meglio ognuno in ogni minuscola attività. Si darebbe più spazio alla vita e meno al futile. 

Si darebbe anche al mondo un piccolo grande contributo per lo sviluppo di un nuovo concetto di umanità, diverso da quello di "persone o nazioni contro". Ma non è questa la realtà.

Audience, soldi provenienti dalla pubblicità, investimenti considerevoli necessari, ecc. non possono permettere ai media, e alla televisione in particolare, di fare più di quello che fanno nel bene e nel male.

Purtroppo non si può fermare il mondo, pertanto da soli dobbiamo aiutare noi stessi, cercando di evitare il più possibile comportamenti standard per tutte le occasioni. Cercando meno modelli esteriori.


Da qui tanti errori. Vediamone alcuni.

Un’esigenza fondamentale dell'umanità per esempio, è quella di giustificare in maniera acritica il proprio passato, arricchendolo e decontestualizzandolo dai momenti storici, culturali ed emotivi. 

In determinate condizioni, la solitudine spinge a commettere azioni che potrebbero apparire sorprendenti o paradossali. 

Portare la mente a vivere nel passato, e per giunta senza giudizio, non di rado, porta addirittura a preferire le persone e le cose per cui si è sofferto, piuttosto che a ricercarne di nuove associate alla ricerca del benessere e del miglioramento di sé. 

Incredibile ma vero se ci pensiamo. Anzi, non solo, accade molto più spesso di quanto si pensi. Questo è un grave errore perché porta ad essere vittime inconsapevoli di giochi e copioni altrui.

Tante cose accadono perché le nostre aspettative sul mondo sociale, in più occasioni vanno in conflitto con la percezione che abbiamo di esso, e a volte, addirittura lo modificano distorcendo fatti e cose. 

Cosa sono il generalizzare o cancellare ciò che non ci aggrada o che non sappiamo leggere o percepire con attenzione? Attraverso la consapevolezza queste cose si potrebbero evitare, senza di essa, il mondo finto di chi ha interessi ad avere a che fare con gente non pensante si avvantaggia.

Quando siamo presi da insicurezze per esempio, o quando viviamo in mancanza di fiducia in noi stessi e negli altri, spesso ci inganniamo creando un meccanismo chiamato “profezia che si autoadempie”. Teoria elaborata dal sociologo americano Merton negli anni '70. 

Il concetto che intende esprimere la “profezia che si autoadempie” è il seguente. 

Se nella nostra mente vige il pensiero dominante di qualsiasi cosa, esso finisce col realizzarsi. Si, proprio così. Nella vita ciò in cui crediamo fermamente, succede davvero. Ma cosa possiamo mai pensare di bello se paura e insicurezza dominano? 

Fantastico! Sapere che stupidamente, per questo poi, spesso ci auto gratifichiamo anche, sentendoci pure dei profeti, è il massimo. La frase tipica che sorge spontanea quando accade tale fenomeno è: "lo sapevo!", oppure "me lo sentivo" e similari sconfortanti conclusioni.

Sapere che tale profezia può essere anche utilizzata per azioni consapevoli e positive può aiutare?

In realtà, ciò che si manifesta nella nostra vita (spesso è dura ammetterlo), accade perché é un fattore dipendente dal grado di impegno che metto nell'affrontare le cose. Nel bene e nel male, la nostra realtà è figlia della potenza delle convinzioni profonde. 

Ogni profezia che ci riguarda, si realizza perché da noi stessi causata. Uscire dai pensieri negativi, non farsi manipolare, e creare progetti per uscire da ogni momento buio è possibile. Basta volerlo davvero.

Oltre tale profezia, Ci sono anche molti altri fattori che influenzano la nostra realtà in modo più subdolo. Abbiamo da considerare ad esempio gli istinti biologici della paura, il timore in genere del nuovo, e la promessa di ricompense contraddittorie che ci inventiamo o che subiamo da altri. 

Quelle causate da noi sono derivate delle illusioni; le ricompense causate da altri, sono ad esempio le tipiche promesse elettorali della politica, fatte solo in funzione della conquista del consenso.

Comprendere bene questi temi e approfondirli meglio, sono di grande aiuto sia per lo sviluppo personale, sia come antidoto alla manipolazione sempre più ricercata dai vari poteri politici ed economici. 

Qui pian piano potrebbe diventar normale qualunque follia senza pensiero autonomo libero. Perché mai? Segue qualche considerazione. 

Nella comunicazione, all'interno di un gruppo, bisogna sempre considerare una serie di fattori che fanno perdere il senso reale del nostro obiettivo. Questo accade perché:

Una cosa è ciò che si vuole dire
Una cosa è ciò che si dice
Una cosa è ciò che l'altro sente
Una cosa è ciò egli ascolta
Una cosa è ciò che di fatto comprende
Una cosa è ciò che alla fine trattiene

Bel rebus vero? Basta pensarci un po' e non vedere questo concetto solo superficialmente. Vuol dire qualcosa questo se si considera che la vera missione della propaganda in ogni sua forma, è quella di riuscire a gestire la percezione che il pubblico ha di un determinato soggetto?

L'arte del marketing è molto scientifica perché deve raggiungere sia l'individuo che la coscienza collettiva. Statistiche e comportamenti politici ad esempio, sono davvero legati ad ampie prospettive e visioni di lungo termine, da parte di tutti i candidati delle varie elezioni?

La propaganda odierna non usa quasi mai argomenti razionali o logici, la cosa non fa riflettere? Essa attinge direttamente Se avessimo sempre pensato razionalmente, probabilmente non avremmo mai acquistato il 50% di ciò che possediamo. 


Chiusura in otto punti: i fondamentali della manipolazione

1) Mancanza di certezze: quando mancano certezze affidandosi a pochi indizi si tende a costruire una realtà che abbia un senso. Pertanto in una situazione ambigua, è facile attaccarsi a chi è in grado di presentare un significato alle cose che si ignorano. Chi manipola, usa in tal modo credibilità e informazioni in suo possesso con grande abilità. La politica in tal senso è una grande prateria di opportunità per chi ha una forte motivazione al potere. Un clima di confusione aiuta il manipolatore 

2) far apparire che tutto sia semplice: il principio del dualismo è il punto cruciale. Scegli bianco o nero? Ti schierò con i buoni o i cattivi? Scegli il bene o il male? La realtà sappiamo che è sia bene, sia male. I buoni o i cattivi sono tali a causa di condizioni e circostanze. Il bene e il male è una scienza.

3) desiderio di controllo: credere di avere il controllo su se stessi e sugli altri è un errore che di solito comporta non pochi problemi. Il bisogno di controllo acceca l'ascolto e l'intuito. La mente da sola, al massimo, controlla solo processi e dati

4) vuoto e bisogno di emozioni forti. Basta immaginare le conseguenze che comportano nella vita il desiderio incontrollato, vizi vari e devianze, facili guadagni

5) forte bisogno d'amore: ogni essere umano per vivere sente il bisogno di essere amato. Si è mai visto un truffatore o un manipolatore che non sia anche un seduttore e persino adulatore?

6) Ego cieco e sordo: quanto più è forte il desiderio di sentirsi importante ... tanto più alta è la probabilità di essere ingannati. Far sentire importante una persona fragile quanta ambiguità nasconde in sé? Far sentire una persona con un grande livello di consapevolezza, quanta fatica comporta convincerla di qualsiasi cosa?

7) Bisogno di conferme altrui: perché darne così tanta importanza!? Trattasi forse di una mancanza in uno o più dei punti precedenti?

8) perché chi fa tante domande di solito istintivamente non piace? C'è un motivo che chi sa ascoltare il proprio vero sé lo sa, ... ed ha ragione. Chi domanda comanda e guida! Questa legge la conoscono bene i veri negoziatori e i bravi venditori.