Quando ci si trova davanti un ostacolo, la linea più breve tra i due punti, può essere una linea curva. (Bertolt Brecht)
In economia causa ed effetto non è un principio che lo si può ritenere secondario. Questa branca di studio, come in tutte le scienze umane, sa bene che il presente ha radici nel passato. Tuttavia, molti studiosi di questa materia dai mille profili, pur sapendo bene tante cose, ignorano spesso che le azioni che si compiono momento per momento, sono i semi dei frutti del futuro. Amano fare i profeti, ma nessun economista mai che abbia indovinato qualcosa nei tempi giusti, tali da far prendere dovute precauzioni nel lungo termine ... a qualche politico.
Un economista deve tener conto di molte variabili. Gli effetti economici che stiamo vivendo, sia nel bene, sia nel male, sono dovute a causa di scelte passate. Ciò che ci circonda, è la risultante di una cultura di una grandissima parte della società (e conseguentemente della politica), che aveva come obiettivo comune, quello di difendere uno status quo, figlio di un sogno di boom economico ritenuto infinito. Dice nulla il fantomatico debito pubblico contratto e perpetrato in passato?
Oggi quel debito quali conseguenze mostra, e cosa riesce a far capire alle future generazioni? Questi giovani neppure respiravano mentre si sprecava senza una politica sociale seria, distorcendo in Italia in particolare, fino alla follia le teorie keinesiane.
Certo che con la nascita dell'Euro, i vantaggi che si potevano avere e le relative opportunità, le abbiamo ormai perse. Metti la nostra superficialità e il farci manipolare; aggiungi l'insensatezza e l'ottusità in chiave sociale della nostra classe dirigente; una bella dose di ladrocinio generalizzato e governato da articolate architetture; quanto basta, di politiche rigorose fatte a uso e consumo dei Paesi nord europei; grandi interessi dei pochi che sanno sempre che fare; non mettiamo da parte le difficoltà che le banche si sono create da sole, dopo aver alimentato un'economia virtuale senza precedenti, e il cocktail avvelenato è fatto. La ciliegina? È le classiche mafie, da sempre Stato nello Stato.
Siamo la risultante di un gioco d'azzardo anomalo, che è servito solo ai grandi giocatori a spese della comunità. Per quanto ci riguarda, come parte lesa, ci hanno danneggiato radici culturali che nel bene e nel male, ci guidano sempre in una visione del breve termine e di piccoli interessi privati. La nostra storia, è accompagnata e alimentata dall'incoscienza e dalla spregiudicatezza dei furbi. Costoro, agiscono senza scrupoli, e poco importa per loro perdere la visione tipica dell'intelligenza del saper agire, in funzione del rispetto della convivenza civile. L'interdipendenza è per noi tutti una parola vaga, senza significato e valore. Da qui la causa del nostro male sociale, politico ed economico.
In economia, solo un folle può ignorare l'interdipendenza delle variabili che determinano la ricchezza non solo economica di una comunità. Eppure, la follia umana non ha limiti! Ecco quindi il motivo per cui la paura traspare in modo preciso, ed ecco il perché non ci sono piani per prospettive per il futuro. Non vi è dubbio, i veri nemici di noi stessi siamo noi con le nostre convinzioni egoiche. I nostri governi, in modo intelligente e senza negare l'evidenza dei problemi, dovrebbero avere maggiore consapevolezza, oltre che maggiore capacità di leadership, onestà, o almeno senso civico.
Come ho già più volte detto in altri precedenti post, i politici non hanno colpe, essi sono il nostro specchio. Noi siamo la causa e loro sono l'effetto! Se la nostra classe dirigente, per calcolo politico, e per mancanza di progetti e programmi articolati e strutturati, drammatizzano come la realtà, o la negano per volontaria cecità, non dobbiamo quindi stupirci. Tutto nel tempo muta, e ora, anche se vi fossero progetti e programmi, ignorando la mutevolezza delle cose nel tempo e l'interdipendenza tra le variabili che bisogna saper vedere, quei progetti e programmi sarebbero solo carta straccia.
Nel 2011, il premio Nobel per l'economia, é stato attribuito agli economisti Sargent e Sims per i loro studi su causa ed effetto in macroeconomia. Il concetto di causa ed effetto, già qui trattato in ambito sociologico e in vari altri post, con piacere lo ritroviamo in ambito economico. Esso é un pensiero molto profondo che ci aiuta anche ad evitare di dividere per principio buoni e cattivi. Inoltre é un ottimo strumento di riflessione per il semplice fatto che responsabilizza tutti ad ogni livello di ruolo organizzativo, e di ogni forma e struttura pubblica e privata.
Gli studi dei due Nobel hanno approfondito in che modo politica ed economia si trovano ad essere reciprocamente interdipendenti tra loro, e in che modo insieme condizionano le aspettative del futuro. Le aspettative che gli imprenditori hanno sul futuro dell’attività economica e della politica, influenzano aperture di nuove attività, ricerca di nuovi servizi, prodotti e mercati, stipendi, investimenti e risparmio delle famiglie. Allo stesso tempo, essi hanno notato che anche le politiche economiche sono influenzate dalle aspettative legate allo sviluppo nel settore privato. Non male!
Il sistema messo a punto da Sargent e Sims consente di identificare i diversi rapporti di forza e le loro cause, spiegando anche il peso che assumono le diverse aspettative. In pratica, con il loro sistema possiamo verificare gli effetti di politiche economiche non previste, o cambiamenti nella gestione della politica economica.
Thomas Sargent è nato nel 1943 a Pasadena (California) ed è ora docente presso la New York University. Ha dimostrato come alcune caratteristiche della macroeconomia possano essere utilizzate per analizzare i cambiamenti duraturi in politica economica. Questo sistema può essere utilizzato per studiare le relazioni macroeconomiche quando le aspettative tendono ad adattasi allo sviluppo dell’economia.
Christopher Sims è nato a Washington nel 1942 ed è ora docente presso la Princeton University. Ha lavorato al modello VAR (Vector Autoregression) per verificare come l’economia sia influenzata dai cambiamenti temporanei in politica economica o da altri fattori.
Sims, con altri ricercatori, ha applicato questo metodo per esaminare per esempio gli effetti dovuti all’aumento dei tassi d’interesse da parte di una banca centrale. Si è visto che in macroeconomia e in microeconomica, funzione e vincoli che si intende dare alla finanza, alla cultura e alle aspettative di vita, alla visione di come condividere ricchezza prodotta, spazi fisici a disposizione, servizi e beni di consumo sono un tutt'uno da vedere nel suo insieme. Istituti di credito, politica e istituzioni sono gli strumenti operativi che concretamente mettono in pratica ciò che una comunità vuole condividere, progettare e costruire per un miglioramento continuo delle condizioni materiali e non solo.
Riflessioni
In un villaggio composto da cinque piccoli continenti con i loro vari picchi avvolti da nuvole, a turno questi territori abbracciati dalla luce e calore del sole, o da stelle e diverse forme di lune, circondati da oceani e ghiacciai, mentre insieme viaggiano nello spazio nella stessa galassia, i vari ospiti temporanei, saranno mai in grado di mettere insieme il meglio delle loro culture per condividere una vita in grado di elaborare una condivisione rispettosa di altre?
La tecnologia e le scienze si stanno mettendo di impegno, lo stesso dicasi alcune delle menti più illuminate delle religioni, purtroppo idem vale per speculatori, finanza fantasiosa e mafie, a chi aspettano politica di fare la sua parte in modo serio, mentre la società civile da sola si arrabatta?
L'unico vincolo davvero brutto sta nel fatto che le persone per sentirsi bene insieme, devono avere un nemico percepito più forte, e se il nemico più forte che tutti abbiamo in comune fosse ciò che ostacola la cultura della consapevolezza e della ricerca dell'equilibrio tra le diversità? Processi mentali e culturali di ogni tradizione fortemente orientati solo ed esclusivamente al proprio ego, non può dare concrete opportunità a tutti. Il nemico non é un partito o un'ideologia. Queste sono cose create ad hoc affinché pochi possano dividere le moltitudini per propri fini.
Considerazioni paralizzanti utili per uscire dalle gabbie
La natura che ci abbraccia con la sua aria, che ci nutre con la sua terra, acqua e sole, é sia maligna sia benigna, ma sempre segue un suo ritmo. I mercati globali hanno fatto dimenticare questo dettaglio. Abbiamo frutta e ortaggi in ogni stagione, ogni cosa viaggia da un continente all'altro senza risparmio in tutti i sensi. Questo fenomeno paralizza non pochi mentre arricchisce taluni. Pensare tuttavia ad una sorta di autarchia forzata sarebbe un vero casino. Ripristinare il vecchio mercato, è impossibile senza altre varie conseguenze dannose per altri motivi.
Intanto la natura dell'uomo però, non si rende conto di essere sempre più aliena dalla natura che lo ospita. Sulla natura dell'uomo, penso che in ognuno di noi si nascondino tre nature, due sono apparenti, una profonda, fa muovere l'economia in funzione della paura del futuro e dell'egoismo. Le due apparenti riguardano come crediamo di essere, e come gli altri ci percepiscono. Quella vera è invisibile ma potente e si chiama incosncio. Essa ci caratterizza più delle altre senza che noi lo vediamo, facendosi diventare spesso sospettosi degli altri, sempre desiderosi di consumare tutto e subito, ci fa orientare all'accumumolo.
Bisogna tuttavia considerare che, condizioni e cause esterne influenzano molto le tre nature interdipendenti e spesso determinano non poche decisioni diverse tra loro. La natura vera, essendo la più potente, è quella che merita maggiore attenzione da parte della nostra mente consapevole. Essa va continuamente osservata ed "addestrata". In quella vera si nasconde sia la parte malvagia sia la parte nobile di ognuno di noi. Solo una permanente e vera attenzione e cura ai processi della nostra mente, ci permette di innaffiare i semi della nostra parte nobile.
Questa parte potente della nostra natura umana, se adoperata con coscienza, cultura, attenzione alle variabili interdipendenti, etica e autodisciplina comportamentale, influenza scelte economiche più aperte e più attente ai valori umani e alla comunità. Dovrebbe avvicinarci più alla natura e farci orientare verso consumi più consapevoli e meno influenzabili. Ma questo è un grande problema. Agire in tal senso bisogna lavorarci su e non poco a livello individuale. Non solo, avere tanto equilibrio diventa essenziale. Cadere nel parassitismo, assistenzialismo e bassa propensione al lavoro è facilissimo.
Quella che dobbiamo alimentare serve per dare e avere fiducia su cose, fatti e persone con la dovuta sensibilità e intelligenza sociale, per essere socialmente savi da comprendere quanto tra di noi, tutti interdipendiamo. É la natura dei modelli (non miti) da seguire e osservare nelle loro azioni più che parole. É la natura che io vedo dover sviluppare nell'economia del bene comune.
Le conoscenze superficiali o unidirezionali fanno nascere una natura ipocrita e fuorviante, sono benzina per il motore degli sprechi e avvantaggiano solo disordine. L'economia non può quindi essere vista come entità a se. Essa addirittura oggi porta spesso con sé, desiderio di adulare o essere adulato, compiacere o compiacersi; mix micidiale per falsare la realtà della propria natura e del mondo circostante. Questa é la casa della natura illusoria. Qui la falsa percezione é maestra. Qui passa il tempo, e la vita come nulla sfugge di mano. Natura dei morti viventi che si preoccupano solo di cambiare continuamente maschera mentre desideri e bisogni continuamente si confondono.
La vera natura umana, quella che richiede lavoro individuale, é quella verso la quale bisogna tendere per un'economia del bene comune e di tutti coloro che in qualsiasi modo condizionano la qualità socioeconomica di ogni comunità. La diffusione di una cultura alla natura vera, o a quelle apparenti sono strettamente legate ai differenti PIL di diversi Stati.
Tutti i componenti di ogni tribù, reale o virtuale che sia, rispetto al passato, hanno a disposizione mezzi in più e anche la possibilità di contattare (ma possono anche fregarsene, questo é il bello della libertà) chi si desidera per arricchire se stesso/a, il suo luogo, per promozionare i suoi prodotti ed evitare di essere vittima di grossisti o grandi organizzazioni commerciali.
Con i nuovi sistemi di comunicazione, tutti possiamo arricchire il nostro bagaglio culturale, facendo diventare storia le false credenze e realtà condivisa, ciò che di valido ogni persona o piccola comunità di ogni cultura in ogni dove del nostro piccolo "villaggio terra", può offrire a chiunque lo desideri nel villaggio globale. Non perdere mai questa opportunità deve essere la nostra base di partenza.
Evitare tutti insieme, che piccoli poteri si industrino per convincerci che c'è bisogno di una mente a capo di tutto ciò riguardo il mondo web, è il minimo indispensabile che ogni individuo di ogni cultura e razza deve impegnarsi a fare! È solo un problema relativo al cambiamento delle credenze.
Non dico che dobbiamo portare la nostra cultura a chi, essendo in grazia con se stesso e la natura, vuole vivere in santa pace in armonia solo con le sue tradizioni (vedi alcuni posti dell'America Latina, Africa ecc). Siamo tutti liberi di arricchirci confrontandoci con chi si vuole, con chi é diverso da noi, con chi è nelle nostre stesse condizioni, o la pensa come noi in qualsiasi posto del mondo.
Tutto ciò senza nulla togliere ai vicini, al condominio, al quartiere o alla piazza del paese. Possiamo anche creare nuove tribù virtuali in più, e confrontarci con chi è diverso da noi quando vogliamo e su cosa riteniamo utile. Tutto ciò è indispensabile anche per un'economia del bene comune su larga scala. Quante nuove opportunità di rivedere l'economia abbiamo, non solo a vantaggio di banche, istituzioni fiscali ed altre? Nel frattempo, in che modo rispettare privacy e bisogni collettivi da sostenere economicamente in ogni comunità di ogni cultura e traduzione?
Direi proprio che l'uomo a ragionare ragiona, e lo fa anche con classe e precisione... persino su cose irragionevoli però. Per questo di razionale legato all'utilità c'è al momento ben poco per quanto mi risulta! Come ragiona il mondo della finanza? Come trascurare anche in economia intenzioni e motivazioni? Il comportamento singolo e sociale, senza intenzioni chiare e motivazioni individuali e comuni precise, non crea nulla di ragionevole.
Conclusioni
In una visione di economia del bene comune, o normalmente anche da mortali cittadini che se ne fregano del bene comune, con la finanza di massa e queste prospettive economiche che ora vanno per la maggiore, quale beneficio ne ricava una comunità?
Attenzione a non farsi ingannare, questa classe dirigente possiede e sa gestire con sottigliezza sufficiente, spiegazioni, prive di informazioni, dati numerici, statistiche e tabelle! La finanza ad esempio, sa usare i numeri in modo magistrale, tanto da far venire dubbi sul fatto che la matematica sia una scienza quasi esatta. Lavorare con i numeri per creare di volta in volta soddisfazione, ansia, riscatto, astuzia, furbizia e prova di sé, è immorale, conflittuale, e fuorviante per il capitalismo stesso.
Qui si trascurano le dipendenze, la debolezza del volere, i comportamenti miopi, e altre disfunzioni del comportamento umano. Cinicamente parlando, dico con rammarico, che per fortuna dei paesi ricchi, esistono tanti paesi poveri dove in tanti muoiono di fame o di guerra, ci sarebbero altre bocche da sfamare. Il pianeta in natura non può garantire risorse per tutti i suoi ospiti temporanei, sempre più avidi e sempre più numerosi.
Alcuni di questi ospiti dei paesi ricchi, consumano risorse limitate tre volte in più di quelle di cui avrebbero bisogno, e lasciano alla natura rifiuti indigesti e non sempre da essa riciclabili. Ora tra l'altro, tanti paesi ex poveri, giustamente, anch'essi iniziano a consumere conne quelli ricchi. Voglio vedere quale direzione saprà prendere la nuova umanità. Mi limito ad osservare, non sono io il cinico, in particolare se tale critica dovesse arrivarmi da un giudizio di un benestante di un paese ricco!
Intanto sta cambiano la geopolitica economica. Tendenzialmente non abbiamo più Paesi ricchi e paesi poveri. Abbiamo ricchi senza confini ovunque, classe media sempre più ridotta al minimo dappertutto, disagiati in ogni dove, poveri, come sempre, in ogni luogo, solo che aumentano in ogni condominio di sogni Stato di ogni parte del mondo.Gran parte di queste risorse primarie della natura, vengono spesso da paesi non storicamente ricchi ma con governati corrotti, corruttibili e conniventi.
Insisto per una cultura forte fin dalle scuole elementari che orienti ogni bambino ad avere consapevolezza del potenziale e dei processi della sua mente, dell'importanza che deve avere la ricerca dell'equilibrio, il tutto in una logica di etica condivisa, basandosi su attenzione alle intenzioni nel pensare e nell'agire, per dar valore alle azioni, considerandole come base per il proprio futuro.




