Spesso le grandi imprese nascono da piccole opportunità (Demostene)
Se in passato, per decenni, si é tanto decantato la piccola impresa che si sviluppava in maniera caotica senza una politica industriale seria, e senza aiuti coordinati e programmati. Se si é poi spinti a far si che crescesse il popolo delle partita IVA come soluzione ai problemi del lavoro; se si é permesso alle banche di fare ciò che volevano; allora, é davvero molto delicata ora la questione.
Un po' tutti, in maniera disordinata, hanno pensato di essere imprenditori ed economisti, finanzieri e strateghi, ma senza che vi sia stata politica adeguata e parallelamente una formazione seria in questa direzione. Per cui, ora non è un caso se ci troviamo tra i mille problemi, aziende impreparate al nuovo mondo. La realtà è che siamo invasi da tante imprese insolvibili, e un casino di partite IVA che vagano come mine nella società.
Per uscire dal pantano in cui ci troviamo da un punto di vista economico, non è cosa semplice; bisogna avere coraggio e cercare di comprendere al meglio le dinamiche senza farsi condizionare da ignoranza e false credenze, non ha importanza chi ha torto o chi ha ragione. Esiste chi ha paura di finire di campare di rendita e di privilegi; chi in qualche modo ancora riesce a tenere il passo ma con tensione; chi è riuscito a malapena a trovare un suo posizionamento; e chi lavorando a vuoto o non riuscendo a trovare vie d'uscite, ansie e preoccupazioni assalgono la propria vita.
Politiche industriali ancora neppure a parlarne. Privatizzazioni fatte per arricchire i pochi e svuotare le casse dello Stato, e famiglie allo sbando. Da qui bisogna partire, con pochi modelli virtuosi da prendere in esame.
La piccola e media impresa é una risorsa del nostro patrimonio, ma da sola e senza una strategia industriale globale, tranne rari casi, é solo una zattera in mezzo agli oceani. Lasciati soli a sé stessi e nel labirinto delle leggi italiane, molti imprenditori di volta in volta, per farsi coraggio recitano ruoli diversi. Si sentono imprenditori quando conviene; recitano il ruolo di grandi imprenditori quando tra loro si trovano a dimostrare più di ciò che sono in realtà; salvo poi sentirsi impresa familiare quando non si sa come cavarsela. Non mancano coloro, che cercano di fare rete in modo confusionario, ma solo quando non sono più in grado di sapere a chi santo rivolgersi.
In tal modo, il Paese lentamente si sta ammalando, tentando di dimostrare a sé stesso, di essere ancora in sella nel gioco dei grandi mercati internazionali.
Molti, per prudenza scappano, con la falsa idea, che sia il solo costo del lavoro il vero problema; altri invece fuggono, sapendo che la vera liberalizzazione è nei capitali, che sono gli unici a non aver davvero più confini e senza problemi di cittadinanza in nessun posto del mondo.
Con privatizzazioni folli, dopo aver fatto spogliare di fatto Telecom, regalata Alitalia, Alfa Romeo ecc. e dopo varie peripezie di altre grandi industrie italiane mal governate, il grande capitalismo italiano, con Fiat & C. in qualche modo, si è protetto prendendo per decenni vari "sussidi" statali. Trattasi di esempi di welfare della storia del capitalismo all'italiana.
Abbiamo anche eccellenze che riescono ad emergere, e a testa china li vediamo affrontare mille difficoltà senza nulla temere nonostante tutto. Non è poco ma non sono la maggioranza. Tantissimi imprenditori, in silenzio sul piano internazionale, si fanno strada comunque. Alcuni di questi rendono onore alle nostre tradizioni; più di uno volentieri venderebbe tutto; non pochi, come veri guerrieri, affrontano fuochi incrociati e fuoco amico.
Per quanto mi riguarda, a causa della mia professione di consulente di direzione aziendale, ho avuto modo di incontrare ben quindici differenti tipi di imprenditori nella piccola e media impresa, non solo del mitico Nord Est. Vediamoli insieme in modo un po' schematico, sperando di dare l'idea.
Abbiamo l'avventuriero, il guerrigliero, l'erede, l'eretico fai da te, il navigatore, il contratto a tempo determinato, il creattivo, il fuggitivo, il fabbricante, il markettaro, lo statalista, l'assemblatore, il replicatore, il nobile, il grande Gatsby. Tralascio coloro che vivendo di rendita, la loro attività consiste solo nel saper amministrare più o meno i beni ereditati.
L'avventuriero
personaggio controverso, tale caratteristica la si può anche trovare associata alle altre tipologie in termini sia positivi sia negativi. Qui il termine avventuriero, lo si intende nell'accezione meno nobile. Parliamo di una persona che si presenta sotto diverse vesti, tende ad apparire come un genio di qualcosa, non conosce bene il suo mestiere, ma si sente furbo e ambisce alla ricchezza fine a sé stessa. Agisce con astuzia, sa di solito destreggiarsi con le leggi e la politica.
Speranza e malafede vanno spesso a braccetto. Tende a investire poco in azienda, ora è in difficoltà perché abituato a lavorare moltissimo con le banche, cosa oggi non più possibile. Non ama le tasse per principio. Gli piace essere invisibile e non ama molto apparire. Ci tiene a dimostrare sempre la sua bravura avendo un solido ego dovuta ad un'alta e sproporzionata autostima. Fa di fatto concorrenza sleale nel settore, cercando continui escamotage.
Comportamento ambiguo, vago negli impegni, e ha come mission aziendale ... la sua personale ricchezza. Guarda con ammirazione i furbi, non é stimato dall'ambiente all'interno del quLe opera, è di solito un vanitoso molto concentrato sul suo successo personale.
Il guerrigliero
È colui che per anni le cose sono andate bene, non capisce quindi, perché ora deve essere diverso. Determinazione, perseveranza e volontà le sue migliori qualità. Lui sa sempre cosa bisogna fare! Instancabile, non conosce limiti, crede nel lavoro in più di ogni altra cosa; é colui però che di fatto non si mostra sempre abile nella gestione e nelle politiche aziendali di lungo periodo.
Fuori dal suo mondo si sente perso; cade quasi sempre dalle nuvole quando accadono imprevisti, ma li affronta sempre con i concretezza e con tenacia. Spesso Inconsapevole delle sue reali qualità che sono tante, inizia ad occuparsi anche di cose delle quali non mostra attitudini. Non sa scegliersi sempre bravi collaboratori e non si distingue per la delega. Si concentra solo sulle cose che lui sa di saper far bene e il "fatturato" è il suo faro. Ha poca dimestichezza con la gestione ma ne riconosce l'importanza. È il cliente più ambito dalle banche, dai commercialisti e dagli avvocati.
L'erede
Sono i figli prediletti, in molti di loro, non sono quasi mai persone davvero felici. Raramente portano con diligenza nuova innovazione, spesso vivono all'ombra dei fondatori per molti anni, nella migliore delle ipotesi, si distinguono di solito più per consolidare qualcosa di esistente che per innovare.
Chi invece raccoglie l'eredità con una forte motivazione, di conseguenza, dà un forte impulso allo sviluppo. Le problematiche relative alle generazioni future a quella dei fondatori, è una questione molto delicata, essi devono essere preparati ad affrontare nuovi scenari per nuovi sbocchi. Guai a che tentenna o pensa di vivacchiare di rendita.
Il clima, l'educazione, lo stile di vita, la cultura di base e l'etica della famiglia, in questi casi sono variabili fondamentali. Il rischio che si corre qui, é che tutto possa finire in una bolla di sapone se fratelli, sorelle, cognate e cognati, iniziano con politiche di veti incrociati per beghe familiari. Spesso vendere in tempo potrebbe essere la cosa più saggia che possano fare i fondatori.
L'eretico fai da te
È un simpatico pazzoide, si é fatto da solo, persona molto intelligente e brillante; inventa facendo un'accozzaglia di cose assemblate alla meno peggio, ma che prima o poi diventano qualcosa che sa vendere benissimo. Abile nel trovarsi al posto giusto al momento giusto. Ex dirigente o ex qualcosa di una azienda nella quale é cresciuto.
Carpiti secondo lui i segreti sel mestiere da ex, si sente innovatore di qualcosa. In realtà vuole solo avere una sua azienda perché ritiene di aver fiutato e capito il business. Di solito trattasi di persone anche furbe e molto intelligenti, ma quasi sempre si rivelano essere incapaci di gestire la complessità dell'azienda che creano.
Fanno la loro fortuna i loro collaboratori se sa sceglierseli con cura (non sempre gli riesce però) per il semplice motivo che l'eretico fai da te, spesso è insicuro (anche se mostra esattamente il contrario) ed i suoi collaboratori, hanno una funzione di supporto importante per lui, in particolare quando ha bisogno di uscire con una nuova strategia o prodotto.
Il navigatore
persona sempre alla ricerca di nuovi mercati e di nuove iniziative fuori dall'Italia. Si circonda sempre di qualcuno che conosce a sua volta qualcun altro in qualche posto nel mondo per fare il grande affare di tutti i tempi. Una volta fuori dal nostro Paese, questa categoria si divide i tre sottogruppi molto ben distinti tra loro..
Abbiamo quelli che una volta fuori perdono il senso della misura delle cose e cercano subito altri affari possibili, nuovi contatti, buoni ristoranti, bei locali; questi di solito fanno casini.
Diversi da questi, c'è l'imprenditore che una volta fuori, quando vede che l'investimento previsto può sforare, allora entra nel panico ed inizia con una sequela di pensieri negativi. Non vede l'ora di tornare, telefona continuamente in Italia alla famiglia o in azienda. Non sono presenti sul posto e spesso sono pentiti di ciò che hanno fatto. Sono quelli che se partono buttano davvero tempo e soldi.
Coloro invece che si muovono bene, subito li vedi, sono il terzo sottogruppo, pianificano nel dettaglio la partenza, coinvolgono nelle decisioni i loro migliori collaboratori. La loro azienda è strutturalmente solida già in Italia. Per questi, è la loro mente che non ha confini, per questo dunque raramente commettono errori.
Il contratto a tempo determinato
Trattasi di imprenditori terzisti di qualcuno ex bravi tecnici, operai, o dirigenti. Sono bravi "sul pezzo" ma del tutto incapaci di trovarsi spazi di mercato alternativi, hanno una caratteristica particolare: sono imprenditori inconsapevoli, con la logica di dipendenti non sempre consapevoli di esserlo.
Di solito sono o delle bravissime persone molto dedite al lavoro e sensibili con i loro dipendenti, o si mostrano forti con i deboli e deboli con i forti. Non si sentono granché sicuri, hanno spesso il volto preoccupato. È gente preparata, ricordano a volte i vecchi maestri del rinascimento, raramente si rivelano ingegnosa e creativi.
Non conoscono i trattati di gestione e strategia ma sono pieni di buon senso. Non sapendo sempre trovare nuovi mercati per nuovi sbocchi, hanno il pallino fisso del continuo taglio dei costi e di comprare bene e pagare meno possibile i fornitori.
Nella scelta dei collaboratori, vanno molto a simpatia e a intuito. Solo quando le cose vanno bene si sentono tranquilli e sanno trasferire tranquillità a chi lavora per loro. Sono tendenzialmente persone molto responsabili nei confronti di chi lavora con loro (se l'azienda creata è riuscita a durare nel tempo), tuttavia tendono in cuor loro, ad avere sempre qualcosa da ridire su tutti.
I più in gamba di questa categoria di imprenditori, sono abili per la loro capacità di autocritica nell'individuare i loro punti di debolezza da soli. Si riconoscono per il fatto che preferiscono lavorare in fabbrica o in cantiere più che stare in ufficio, o girare per pubbliche relazioni.
Il crea...ttivo
non sta mai fermo un minuto, si inventa sempre le cose più originali, é di solito anche un innovatore di processi o di prodotto, molto presente nei servizi, o in settori a tecnologia avanzata. Sempre super impegnato, é un grande accentratore, l'organizzazione é più formale che reale, spesso é addirittura solo un optional, cambia di giorno in giorno procedure e a seconda delle esigenze del momento.
Uomo di mondo ... all'italiana, raramente dedito alla famiglia, ma quasi sempre responsabile delle due azioni; fa sempre tantissimi incontri sperando nella cosa giusta al momento giusto. Apre e chiude continuamente società e avvia iniziative a volontà. Trattasi di persona con grande autostima, e grande orgoglio. Di solito pensa di lavorare su progetti, ma in realtà, appena viene una nuova idea, deve vedere a chi passare poi quella che sarà una vera patata bollente frutto dell'idea precedente che ormai non gli interessa più.
Prendere in gestione il vecchio giocattolo per chi gli succede, non è mai cosa semplice, per il semplice fatto che, essendo questo imprenditore un accentratore molto fantasioso, quando nel periodo creativo gestisce qualcosa, non si sa mai cosa e come ha fatto e raramente lascia tracce visibili di azioni logiche. I collaboratori di questo imprenditore o hanno sesto senso, o è la fine per loro. Pessimo tutor per il passaggio delle consegne, per cui, non essendo un uomo di pazienza, essendo sempre in mille faccende affaccendato, non si sa mai chi raccoglie l'eredità come gestirà e farà finire la storia.
Il fuggitivo
il peggiore di tutti, tende a cambiare continuamente partita IVA e mette sempre nomi simili alla società che non esiste più. Non ama farsi molta pubblicità e la trasparenza non è il suo forte. Non si capisce mai nulla della sua organizzazione e tanto meno della sua contabilità.
Tutti quelli appartenenti a questa categoria, utilizzano tutti gli stessi stratagemmi più o meno simili, con soldi che girano alla grande. Ma questo denaro gira solo tra i fedelissimi, per loro, e per la continua ricerca sempre di nuove donne (il loro argomento preferito).
Questo imprenditore sembra non badare a spese per mostrare di essere uomo di successo. Spesso è un brillante e ingegnoso truffaldino. Ha qualcosa dell'avventuriero, bisogna stare alla larga da lui il più possibile, innanzitutto da subito quando inizia a non pagare con puntualità.
I primi ritardi di pagamenti ai fornitori non strategici, sono segnali da cogliere con grande attenzione. In questo caso, vuol dire che sta iniziando la premeditata fuga. Sa che tra poco deve scappare in senso più o meno metaforico; quando inizia ad essere più per banche e consulenti, sta mettendo le carte a posto per il grande botto.
I fornitori man mano non li paga organizzando un ufficio amministrativo pagato puntuale e bene addestrato a dire "balle". I fornitori strategici li lusinga personalmente ancor più, proprio in questo periodo che definisco di preparazione al salto.
Il fabbricante
È il vecchio padrone di una volta, é quasi in via di estinzione, in cuor suo, senza farlo a vedere, è un paternalista riservato. vive del suo prodotto, innamorato del sua azienda che è parte integrante della sua vera famiglia.
Si circonda preferibilmente di Yes man non per cose pratiche; ammira ed è affascinato da ingegneri e creativi che spesso ritrovi tra dipendenti o collaboratori vari di lunghissima data. Ha bisogno di mostrare a tutti come nei dettagli egli migliora il suo prodotto, la sua idea o il suo servizio.
Non è amico delle logiche di mercato ma non le trascura mai. Se il prodotto ha successo ancora, il suo commerciale può dormire sonni tranquilli; diversamente, questo imprenditore è lui stesso che deve curare i suoi clienti insieme a pochissimi venditori di lunga data e di estrema fiducia. A questo punto però, è meglio che inizia a pensare all fine del suo film.
È quello che umanamente ha più risvolti e sfumature di tutti, bisogna saperlo prendere per il suo verso per ammirare il valore della creatività dell'uomo e per capire la storia dell'Italia. Di solito é raramente molto socievole, è più un personaggio introverso e solitario, di poche parole ma ottimo osservatore. Ha qualcosa di romantico la sua avventura imprenditoriale. È purtroppo un animale in via di estinzione. Odia la burocrazia e mal sopporta le cose per lui inutili dell'amministrazione.
Il markettaro
Che brutto termine, pazienza! Non me ne é venuto uno migliore. Questi signori parlano sempre di mercato e comunicazione, hanno la fissa per computer, internet e diavolerie varie. vogliono sempre informatizzare qualunque processo. Sono sempre super informati sulle cose più strane per i più.
Oprano prevalentemente nei servizi, in particolare finanza, assicurazione, consulenza, comunicazione, turismo e similari. Spendono l'ira di Dio in corsi di formazione sulla gestione del personale, sulla PNL, su libri vari e seminari tra i più curiosi. Amano circondarsi di persone problematiche, sono affascinati dai furbi e da personaggi eccentrici.
Attratti dalla vita mondana, si dilettano in ogni arte dedita alle pubbliche relazioni. In realtà, é proprio dalla vita mondana che trovano il loro "petrolio". Sono di solito persone brillanti e attenti osservatori. Amano le cose belle e il design. Clienti ideali di Apple, il loro ufficio é il loro palcoscenico. Intelligenza emotiva e sociale molto alta. Se davvero preparati nel loro indirizzo di specializzazione professionale, sono straordinari portatori di idee a imprenditori amanti del loro lavoro ma tendenzialmente "chiusi in casa". Il rischio è che possano essere degli improvvisati nelle cose che fanno.
Lo statalista
trattasi di tutti quegli imprenditori legati al pubblico, hanno una concezione dell'impresa tutta particolare, per loro la cosa più importante non é il mercato come lo é per tutti i comuni mortali degli altri imprenditori. Questi impazziscono per le leggi, gli spostamenti di dirigenti, e dei risvolti delle diverse amministrazioni.
Conoscono tutto dei bandi, sanno dove trovarli e quando escono, sanno tutto della concorrenza che quasi sempre sono loro ex amici, o colleghi, o ex dirigenti in pensione. Vivono in un mondo tutto loro.
Per loro il marketing é un termine esotico. Sono quasi sempre presi da report, documenti scritti e inviano un casino di mail. Per loro, l'informatica é un data base da dove devono pescare tutto quello di cui hanno bisogno. Google deve essere stato pensato da uno di loro! Creativi, intuitivi, astuti amministratori dei giochi di matematica delle offerte, e interpretazione delle norme.
Non si sa mai la fonte di nulla, sembrano un pozzo di scienze, in realtà sono solo ben informati da canali giusti che non citano mai.
L'assemblatore
si sentono tutti dei grandi ideatori di un qualcosa di unico e originale, in effetti, sono solo bravissimi assemblatori capacissimi ad acquistare in giro materia prima a basso prezzo, per immettere sul mercato cose nuove e con un disegn bello nelle migliori delle ipotesi, più che qualcosa davvero innovativa. Bravi venditori di solito.
Ci restano un po' male se fai capire che sono solo assemblatori. La caratteristica che li accomuna, é che tutti costoro, investono molto nel packaging, nel marketing e nella comunicazione. Raramente però poi sanno fare un piano di marketing come si deve, e quando capiscono di cosa si tratta lo trasformano in piano di vendita.
Sono la bestia nera delle agenzie di comunicazione. I meno evoluti tra questi di tale categoria, spesso quando sentono parlare di marketing si avviliscono e se non hanno soldi per investire, allora iniziano ad assemblare anche informazioni in giro per fare tutto da soli. Quasi tutti (evoluti e non) sono convinti di andare all'estero e conquistare il mondo! Pochi sono davvero bravi oggi a saper poi portare avanti un programma di sopravvivenza più che di internazionalizzazione.
Il replicatore
Lo si trova facilmente nel commercio; parlo in particolare di quello che apre più attività e crea un organizzazione più o meno complessa. Di solito è brillante, é orgoglioso del suo metodo, sa benissimo quattro o cinque cose che deve fare e le fa benissimo.
Difficilmente si fida di chi non condivide la sua cultura e il suo modo di vedere il mondo, sa contare su poche persone che sono i suoi alfieri. Ha una logica tattica più che strategica, se poi ha anche un minimo di strategia, frega tutti i suoi concorrenti più stretti, ma raramente sa poi gestire le complessità.
Cambia repentinamente idea appena le cose non vanno come pensa che debbano andare. I contratti sono vissuti da lui sempre come un'arma a doppio taglio. Quelli seri mantengono gli impegni presi. Quelli fantasiosi, "negoziano" anche il contratto appena firmato, figurarsi quello sottoscritto a suo tempo. Sono veloci nel processo pensiero/azione, sono intuitivi al massimo, goderecci e con grande intelligenza commerciale.
Il nobile
bellissimo personaggio, sono coloro i quali vivono come se avessero una rendita infinita. Gentili, eleganti nel modo di fare, anche se sono preoccupati, agiscono con calma in ogni area. Sono sicuri di sé, sanno come muoversi nelle pubbliche relazioni, nelle associazioni varie di cui di solito fanno parte, e nei club esclusivi a cui sono quasi tutti iscritti, hanno spesso anche un ruolo in queste organizzazioni.
Amano apparire ma sono contemporaneamente discreti, si fidano dei loro collaboratoti più stretti, che di solito sanno scegliere con cura. Trasmettono sicurezza, sanno delegare; sanno cosa, come e quando monitorare le variabili. Buoni comunicatori, ma non amano riunioni lunghe ed inutili. Persone di solito riflessive e umanamente sole e riservate. Difficilmente si trovano nell'imprenditoria manifatturiera, più facile trovarli nella consulenza di direzione, nel turismo e nei servizi più in generale.
Il grande Gatsby
Il più romantico e contraddittorio degli imprenditori. Per amore e/o per passione di qualcosa, qualcuno o idea, si catapulta senza timore di alcunché. Se fallisce, pensa solo a cosa ha sbagliato e in che modo deve rifare cosa.
Istrionico, caparbio, determinato. Ama il meglio della bella vita, colto, con hobby particolari al di fuori del suo lavoro. Cura personalmente i dettagli indipendentemente dall'attività che svolge. Come un artista vive in un mondo tutto suo.
Spesso si incasina ma solo apparentemente, non di rado ha anche grandi doti carismatiche. Con lui tutti imparano qualcosa. Si circonda di consulenti e di esperti ma solo per decidere di fare poi quello che pensa lui. Se la sua idea sfonda, non lo ferma più nessuno. Diversamente, continua per tutta la vita dietro il suoi veri amori sono i suoi progetti e l'amore per la qualità della vita!
Se consolidato e ormai imprenditore di successo, è un realizzato, e con classe, sa mostrare le sue dote migliori in ogni occasione. Diversamente per condurre una vita di questo genere, in alternativa, è uno che sta finendo i soldi di famiglia.
Conclusioni
Questi imprenditori sopra citati e raggruppati nelle categorie sopra esposte, sono rappresentanti di PMI oggi senza rotta, senza comunicazione con i porti, e soli tra le nebbie di mari agitati.
In realtà un po' tutti gli imprenditori hanno qualcosa di tutte queste tipologie, sto parlando di imprenditori veri, di quelli che sono per strada. Di quelli che in qualsiasi momento potrebbero trovarsi nei casini. Qui non ho neppure mai pensato a quelli delle grandi multinazionali o grandi aziende.
Neppure considero i faccendieri e i colletti bianchi legati alla vita alternativa a quella legale, come mafiosi e similari. In questi ambienti di questi ultimi pseudo imprenditori a sfondo delinquenziale, il discorso é diverso, in questi ambiti, l'umano ha altre sfumature.
Siamo d'accordo che questa crisi, seppur arrivata da lontano, ha fatto emergere tutte le nostre debolezze storiche e culturali. Mi risulta che oggettivamente, é negli anni ’80 che noi abbiamo vissuto il nostro ultimo ciclo di crescita. Non mi sembra che sia solo la crisi il vero problema.
Non credo neppure che sia la politica a dover risolvere tutto fermo restando il non piccolo problema, che essa è sempre più un ostacolo in questo momento. Oggi nessuna impresa è più così legata ad un Paese, e nessun Paese sa più bene cosa vuol più dire la parola "confini" e cosa fare per non essere succubi delle velocità delle monete, come persone e società civile, che fare per evitare pantani? ... Al prossimo post 43 che è in fase di elaborazione.


