L'esperienza è il tipo di insegnante più difficile. Prima ti fa l'esame, poi ti spiega (Oscar Wilde)
Tutti noi diamo molta importanza alle cause e circostanze esterne quando le cose ci vanno male, e invece alteriamo il nostro stato di equilibrio auto gratificandoci in modo cieco, quando le cose vanno bene. Questo crea grande ed inutile disarmonia in se stessi, in società, azienda, partito, team, famiglia, comunità o relazione di ogni genere. Tale particolare, è uno dei motivi per cui spesso si perde la via in tutti i tipi di organizzazione, e addirittura anche in comunità spirituali di ogni fede.
Chi non comprende le cause con animo sereno ed equilibrato, liberale, razionalista o perfezionista che sia (sulle tre posizioni vedi Lee Yearley post 4), non può avere una chiara visione e comportamenti adeguati del proprio bene e di quello condiviso. Difficilmente in caso di necessità può correggere il tiro in corso d'opera. Chi governa qualsiasi cosa, dal condominio in su, non può ignorare certi aspetti che vanno oltre la preparazione tecnica specialistica e specifica di ogni settore.
C'è sempre una causa principe di ogni successo e di ogni problema. L'individuazione della causa di ciò che accade di bello e di brutto, è ciò che sostiene il perseguimento delle intenzioni, le quali danno energia alle più appropriate motivazioni per realizzare ogni progetto di vita.
Ad esempio: siamo in un'era dove scienza e tecnologia sono sempre più causa di profondi cambiamenti culturali e socio economici. Nel bene e nel male, tradizioni millenarie di differenti ispirazioni culturali per millenni distanti, ora più che mai devono sapersi confrontare con equilibrio e concretezza. Questo in particolare se si vuole evitare micro conflitti generalizzati, o una pericolosa guerra globale.
Anche con noi stessi possiamo facilmente entrare in guerra, questo oltre che per limiti vari, anche perché bombardati da una ridondanza di continue informazioni e tecnologie. Senza una ricerca continua di equilibrio, cuore e mente facilmente entrano in guerra. La prima cosa da fare quindi, é selezionare le info, e prendersi cura dell'arricchimento vero sia mentale, sia spirituale in senso lato.
Saper investire nella ricerca, e divulgare al massimo la conoscenza sulle potenziali forze e debolezze di ogni nuova tecnologia capace di migliorare la qualità della vita e/o l'efficienza organizzativa, è strategica per la causa della competitività di un Paese, e del benessere personale e di ogni popolo. Non si può sottovalutare questo aspetto da un punto di vista etico, politico, sociale, economico e militare
Per avere senso di responsabilità, mente serena ed equilibrata il più diffusa possibile tra le popolazioni sempre più tecnologicamente avanzate, nella nostra pedagogia e cultura, bisognerebbe abolire la schizofrenica convinzione della divisione tra teoria e pratica, dove la pratica è per tanti quella che conta, e la teoria è una cosa per pochi e serve non più di tanto. Scienze e cultura umanistica dovrebbero essere più in perfetto equilibrio.
Sempre meno cose pratiche nascono dalla sola pratica. Nessuna teoria mai, nel bene e nel male, ha portato e porta a nulla nella pratica della vita. Ogni azione è sempre figlia di un pensiero. Questo è così da sempre, ma lo è di più nell'era contemporanea. Ma come si alimenta il pensiero nella realtà?
Causa ed effetto, è una formula che ci aiuta a saper meglio leggere le nuove realtà che si stanno presentando nelle differenti aree della vita contemporanea. Tra l'altro, tutto è sempre più interdipendente, e tutto è sempre in permanente e rapido mutamento in un mondo apparentemente sempre più caotico. Uso il termine "apparentemente" per definire il caos, solo per il fatto che il caos in realtà esiste da sempre, ma raramente lo si vuol vedere per semplificare il mondo.
Vediamo un esempio di una catena di cause ed effetti possibili dei tempi moderni quali coseguenze probabili potrebbe portare, e quali riflessioni ci invita a considerare.
Causa madre di tutte le battaglie della nostra Era: scienza e tecnologia sempre più veloci e invadenti nella vita di ogni persona, condizionano etica, politica, macro economia, organizzazione aziendale, lavoro, tempo, spazio, comunicazione, psicologia, ed equilibrio di ogni individuo.
Azioni eventuali ed effetti probabili:
1) Dobbiamo imparare ad essere meno schiavi del progresso senza paranoie, ma serve anche guardare al futuro senza negare l'introduzione delle nuove tecnologie.
2) Bisogna imparare ad essere liberi ed equilibrati senza perdere la nostra vera essenza di esseri umani.
3) Ogni Stato deve rivedere interamente e velocemente i suoi assetti strutturali, funzionali e organizzativi.
4) Per tali scopi si rende utile rivedere con rapidità nuovi criteri di spesa, di costi, di investimenti.
5) Necessitano nuovi modelli possibili più adeguati e adatti allo sviluppo economico di un Paese.
6) Per agire in tal senso, bisogna fare investimenti anche per creare una cultura che sappia orientarsi tra i meandri di nuovi ideali possibili di grande respiro.
7) Per questo, necessita immaginare però nuove intenzioni per nuovi visioni di vita sociale possibile.
8) Bisogna fare attenzione alla nascita di nuovi grandi valori, che tengano conto della necessità di dover condividere il più possibile, tra le più diverse culture esistenti.
9) Per realizzare tutto ciò, necessita una nuova pedagogia che sappia educarci ad orientare ogni nostra azione con un'autodisciplina quotidiana.
10) Attenzione, responsabilità e consapevolezza continua dei processi che pilotano la mente, devono essere considerati come fondamentale per non perdere la nostra condizione di essere umani, concreti equilibrati e realistici.
La complessità del mondo che sempre di più sta perdendo i suoi vecchi connotati, ha bisogno di un grandissimo numero di persone ben orientate a comprendere le cause nella loro essenza, in modo bilanciato, senza emozioni conflittuali o con manie di grandezza.
Questo non vuol dire diventare disumani e senza emozioni. Ogni intenzione, nascendo da un terrestre, chiaramente non potrà che essere umana nel bene e nel male che sia. L'intenzione chiave è la causa principe dei nostri progetti. Per cui il problema di sentirsi liberi imparando ad usare la mente per agire nel modo meno inconsapevole possibile, non ha nulla a che vedere con la libertà individuale lasciata a se stessa senza auto osservazione.
Qui non voglio neppure entrare in merito a cosa sia giusto, etico e non. Giusto e ingiusto, sbagliato e corretto, etico e non etico, sono aspetti importanti, ma sono macro cause che razionalisti, liberali e perfezionisti, si occupano nelle loro analisi delle linee guida nobili di una visione di vita comune. I tre indirizzi, sono in pratica coloro che danno orientamento di più alto respiro verso i quali ispirarsi nel nostro piccolo mondo quitidiano e di convivenza pacifica.
Anche in politica, al momento delle elezioni, bisognerebbe votare gente che sa prospettare concrete visioni del futuro di una nazione, non tizio o caio, il partito x o y per qualche slogan ben costruito ad hoc sulle paure e su problemi di piccolo cabotaggio e per giunta localistici.
Dobbiamo quanto prima addestrarci alla consapevolezza permanente di ciò che accade nella nostra mente per scovare equilibrio tra attitudini e intenzioni, da cui nasce ogni principio di ogni nostra importante iniziativa che fa parte di una visione di lungo termine e di più ampio respiro.
Tale approccio si rende utile per le nuove relazioni, nuove forme di famiglie, nuove professioni, lavori e società di ogni cultura. Maggiore sarà il numero di soggetti stabili nella consapevolezza, tanto più florida, pacifica, democratica e potente sarà la società del terzo millennio.
La maggioranza di noi, spesso delega o si fa manipolare da grandi parolai, restando imprigionato nel proprio piccolo mondo, perché vive sempre più nella pigrizia abitudinaria che vedo manifestarsi attraverso cinque percorsi principali che sono:
1) rinviare le cose; questo non aiuta a intenzione, motivazione e individuazione delle cause principali sulle quali intervenire, castiga la cultura della visione, non permette una strategia di ampio respiro.
2) svolgere attività inutili per ingannare il tempo o per paura della parola solitudine; questa è la fuga che nasconde in realtà il timore di dover affrontare cause e decisioni da prendere avendo un quadro di riferimento all'interno del quale inserire un programma di azioni finalizzate.
3) vivere con un sottofondo di permanente oblio e torpore, o cercando di godersi in modo superficiale il tempo che passa; come a dire allontanamento da sé, dalla vita, e quindi dalla realtà.
4) affrontare le cose della vita con eccitazione esagerata o disinteresse più o meno manifesto, con continue dipendenza di stati umorali variabili; qui è l'emozione che annebbia la mente.
5) applicarsi alle cose in modo sproporzionato, e in assenza di visione d’insieme; che vuol dire perdita di controllo e pianificazione di ogni iniziativa che serve a dare valore e qualità alla nostra idea ed esistenza privata, familiare e sociale.
Cadendo in una delle precedente trappole descritte, permettiamo ad ambiziosi e avidi, a gestire per noi e a nome nostro, vita, economia e politica. I potenti giocano da sempre divertendosi a creare illusioni nelle persone perché serve a loro, e tutti noi, per questo dobbiamo avere giusti antidoti anti manipolazione.





